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Autore: La Setta Aster    01/07/2014    1 recensioni
Vi è mai capitato, scrutando il cielo, di sentire dentro di voi la sensazione che altri occhi come i vostri siano puntati al firmamento in cerca di risposte? E se vi è capitato, avete provato a parlare con le stelle? Aster, una ragazza aliena di Neo Cydonia, e James, un giovane terrestre come voi, a distanza di anni luce hanno in comune un cuore sempre in fuga dal mondo, in direzione dell'universo.
Genere: Avventura, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Aster era tremendamente in ansia per l’imminente serata. Incontrare altre persone le creava non pochi problemi, non pochi quesiti. Che persone erano? Cosa avrebbero pensato di lei? Si sarebbe potuta fidare? Le sue esperienze con la maggior parte di Cydonensi si erano rivelate dolorose, e in seguito a queste ultime era divenuta meno fiduciosa e molto più guardinga nei confronti di chiunque. Attendeva il campanello con implacabile angoscia. L’amica se ne accorse, e posandole le mani sulle spalle le disse che sarebbe piaciuta a tutti quanti, che erano tutti fatti della stessa pasta con cui erano fatte loro, introversi e timidi ricercatori che preferiscono la compagnia di rovine e antiche tombe che quella degli altri. Si erano trovati grazie a quel viaggio, e avevano tutti gli stessi interessi.

Durante l’attesa le due ragazze si improvvisarono modelle, indossando tutti i vestiti disponibili in quella casa alla ricerca di quello giusto per la serata. Quando Hypatia propose ad Aster una serie di vestiti decisamente scoprenti, corti e che avrebbero messo in risalto le sue forme, ella si domandò se l’amica non stesse cercando di trovarle un ragazzo.

“ma no, Aster! È solo che non indossi mai vestiti, e sei bellissima, ti starebbero una favola!”

“non sono bella, non secondo il novanta per cento delle persone abitanti in questa galassia”

“non così tanto, piccola, chi non ti vede bella sono solo i ciechi, quelli che non guardano la bellezza, ma la popolarità” disse Hypatia “e ora forza, spogliati e indossa quest’altro vestito, quello col triangolo che scopre l’ombelico”

Devo anche mostrare il ventre? Per chi mi devo far carina? Inizio a preoccuparmi.

Mentre Hypatia tentava di chiudere un vestito che ormai le stava largo, accompagnata dalle risate e dai commenti di Aster “sei dimagrita troppo”, una voce risuonò per il locale attraverso il collegamento vocale, l’evoluzione del terrestre citofono.

“Hypatia, siamo noi, apri!” insieme a quella voce maschile si udivano altri schiamazzanti suoni.

“apertura porte” ordinò la padrona di casa, levandosi gli indumenti e optando per uno dei pochi abiti che ancora aderivano bene ai suoi fianchi troppo snelli.

Quando Aster sentì che era scattata la serratura, l’ansia crebbe tanto che provava l’impulso di fuggire. Le due amiche si diressero verso la sala, di modeste dimensioni e che presentava un tavolino in vetro indurito davanti ad un morbido e largo divano; due poltrone di tessuto verde erano poste di fronte ad esso. Il proiettore olografico che faceva da muro, in modo tale che sedendosi sul divano lo si sarebbe potuto osservare, in quel momento era spento, e lo schermo si era fatto trasparente per fungere da grande finestra che correva lungo tutta la parete. Il branco di ragazzi e ragazze si era riversato nella sala, occupando il divano. Approfittando di quel momento, in cui nessuno si era ancora accorto di lei, Aster prese posto su una delle due poltrone. A lei, però, si avvicinò un ragazzo, appartenente ad una specie galattica chiamata N’Krì, e infatti presentava tutte le caratteristiche degli abitanti del pianeta N’Krizàdan: pelle grigia, con svariate tonalità, grandi occhi sporgenti, protetti da lunghe ciglia e folte sopracciglia; il naso era totalmente inesistente, sostituito da una sottile membrana che ricopriva due piccoli fori al centro del volto, in modo tale da filtrare l’aria respirata come nessun altra specie della galassia era in grado di fare. Infatti, la milizia N’Krì veniva usata nelle missioni all’interno di zone intossicate da veleni e gas nocivi, in quanto non avevano bisogno di maschere né di ossigeno, gli bastava non utilizzare la bocca per respirare; motto dei soldati: “tappiamoci la bocca!”, e a volte utilizzavano del nastro adesivo o altri espedienti ingegnosi per non aprire mai le labbra. Questo ragazzo N’Krì, insomma, si avvicinò ad Aster con fare timido, ma tutte le intenzioni di essere amichevole.

“ciao” disse semplicemente “tu devi essere Aster, Hypatia non faceva che parlare di te, sei l’unica cosa che le è mancata di casa sua, e le sei mancata veramente tanto, credi a me”

Rimase colpite dal sentire quelle parole. Ma era ben lungi dal fidarsi di quell’individuo.

“anche lei mi è mancata molto” rispose. 
 
In quel momento, Hypatia si accorse che ancora non aveva presentato Aster ai suoi nuovi amici. “signore e signori, gente che ha dedicato la vita a studiare gente morta da milioni di anni, vi presento l’unica persona vivente che vale davvero la pena di conoscere, Aster!”

La ragazza arrossì, mentre tutti quanti si avvicinavano per conoscerla, per stringerle la mano, per salutarla. Il ragazzo che per primo le si era avvicinato fu scostato dalla folla. Si sentiva un poco oppressa, ma mai tante persone erano state ansiose di conoscerla. Ma quanti loro non avrebbero poi parlato male di lei con Hypatia? E se anche la sua migliore amica fosse parte di quel girone infernale in cui si rinnegano gli amici in cambio della popolarità? Non ci poteva credere, e si consolò del fatto che le sue non erano che congetture, e non avevano alcun riscontro nella realtà. Sono solo sociopatica, tutto qui.

Di lì a poco, il tavolino era stracolmo di bevande alcoliche e cibi non esattamente salutari, ma sicuramente buoni. Aster era brilla, ma questo la aiutò grandemente nel socializzare. Hypatia stava raccontando tutte le sue avventura. Era principalmente diretta ad Aster, che non conosceva gli avvenimenti di quel viaggio di ricerca, ma era anche un modo per ricordare con allegria l’esperienza appena trascorsa.

“… e quindi ci trovavamo davanti ad una scelta: obbedire al nostro capo e lasciar perdere il sito 22 oppure proseguire con gli scavi, a costo di farci crollare tutto in testa”

“e che avete fatto?” domandò Aster, curiosa.

“aspettate, perché io questo non me lo ricordo?” chiese un compagno.

“perché tu non eri assegnato al sito 22, quel giorno, Suni” gli rispose una ragazza.

“ovviamente disobbedimmo” riprese Hypatia “e in piena notte mettemmo in moto i macchinari, e il nostro talentuoso scavatore Brako ci ha portati sani e salvi fino alla camera che tentavamo di raggiungere da ormai una settimana”

Aster provava una grande invidia per quelle avventure, ma era felice di sentirle raccontare dalla sua migliore amica.

“là siamo riusciti a trovare le prove che quel pianeta era stato colonizzato da una forma di vita aliena che potrebbe essere riconducibile agli Arcaici”

“non abbiamo ancora prove di questo, il sito è andato distrutto dopo poco, per un crollo” prese parte un altro dei ricercatori “per quanto ne sappiamo potrebbero essere gli antichi Cydonensi durante i Secoli Bui della storia galattica”

Infatti, durante quel periodo storico, non avendo alcun tipo di riscontro, potrebbe essere accaduto di tutto, e si parla quattro secoli di apparente assenza della vita intelligente nella galassia, trascorsi quasi seimila anni prima, agli albori della comunità galattica.

“pensala come vuoi, io resto della mia idea”

“giusto, Hypatia, sei la più esperta di tutti noi sugli Arcaici!” la supportò una collega “dico bene, Aster?”

Sentendosi chiamata in causa all’improvviso, fu presa dal panico, ma trovò le parole molto prima di quanto avrebbe fatto da sobria “io conosco Hypatia da tutta la vita, e lasciate che dica una cosa, su di lei:” attese che l’attenzione fosse rivolta alle sue parole “mentre gli altri bambini, suoi coetanei, giocavano ancora con i giochi virtuali e litigavano per il possesso di una navicella giocattolo, lei aveva già abbastanza esperienza nel settore per intrattenere discorsi anche coi suoi insegnanti”

Era vero:la propensione di Hypatia per la ricerca era sbocciata fin dalla tenera età.

“oh, Aster esagera”

“no, no! Tu sei una giovane promessa di ogni tipo di scienza!” la lusingò “sentendo le tue parole mi sembra impossibile che le vicende del passato possano essere andate in maniera diversa dalle tue teorie, e oltre a questo sei anche l’amica migliore che una solitaria senza speranza come me potesse sperare di incontrare!” l’alcool parlava per lei, ma Aster sapeva che ogni parola le uscisse dalla bocca era dettata anche dal cuore. Nonostante avesse bevuto poco, la sua parlantina iniziò a sciogliersi.

“e che dire di Aster? L’ultima vera sognatrice di Neo Cydonia, destinata a fare strada! Scriveva racconti e poesie da fare invidia a tutta la galassia, e all’età di otto anni! Senza contare che è sempre stata la massima esperta di umani, su questo e altri pianeti!”

Questa amichevole ‘battaglia di complimenti’ si concluse con un tenero abbraccio barcollante, con il sottofondo degli applausi di tutti i presenti. Nel chiacchiericcio generale, una voce si alzò fra le altre: era il ragazzo N’Krì. “ti interessano gli umani?”

“ah!” esclamò Hypatia “Aster, ti presento Istor, e con lui andresti molto d’accordo, gli piacciono gli umani”

Sta forse cercando di fidanzarmi? L’imbarazzo, in quel momento, pareva bruciare le gote di Aster, ma il suo stato di ebbrezza le permise di andare avanti con la conversazione. Anzi, non disse una parola: al polso portava un orologio che era in grado di trasportare in se i codici olografici di oggetti tridimensionali, e riprodurli davanti a se in ogni momento. Dall’orologio richiamò una scheda dati, che venne poi inserita in un terminale di controllo dello schermo a parete. Questo s’illuminò, ma rimanendo abbastanza trasparente da consentire di vedere la notte da quella casa molto più vicina alla città rispetto all’abitazione di Aster. Si udì un suono, una musica: era l’aggressivo e tremendamente potente suono della chitarra di Ritchie Blackmore nel brano dei Deep Purple “ah, Highway Star!” esclamò Istor, avvicinandosi ad Aster per parlare con lei sopra il caos di voci divertite che urlavano e ballavano sulle note della canzone.

“la conosci?” chiese Aster, sorpresa.

“come posso non conoscerla? Adoro i Deep Purple, secondo me sono il gruppo umano migliore di sempre!”

“io non so scegliere, ce ne sono troppi: Led Zeppelin, Beatles, Rolling Stones, Deep Purple… e che mi dici dei cantautori?”

“Eugenio Finardi mai sentito?”

Aster sgranò gli occhi: conosceva un cantautore umano a lei sconosciuto. “no”

“ti consiglio di ascoltare qualche sua canzone, è la voce dell’adolescenza umana nella penisola chiamata Italia”

Doveva assolutamente raccogliere informazioni su quel cantautore e anche su quel luogo chiamato Italia.

“e se ti dicessi David Bowie?” propose lei.

“mi pare naturale, Space Oddity è un capolavoro!”

“accidenti, sei un fenomeno!”

Andarono avanti a parlare per ore e ore della Terra e degli Umani. Istor amava la saga di Star Trek, mentre Aster quella di Star Wars, e discussero di quello per un bel pezzo; poi passarono a creare liste dei migliori chitarristi della storia del rock, e di lì altri elenchi, per attori, registi, romanzieri, e così via. La serata era ormai giunta a mattina. Nessuno aveva intenzione di lasciare la casa, avrebbero riposato e il pomeriggio del giorno seguente se ne sarebbero andati. L’atmosfera era sonnecchiante, la musica calma e rilassante: Halleluja aleggiava, nella versione di Bon Jovi, cullando i presenti e guidandoli verso il sonno con una morbida mano. C’era chi già dormiva, favorito dal buio che ormai si era disteso sulla stanza, spezzato solo dalla luminescenza della parete, sempre più debole man mano che la musica diventava calma, come se lo schermo avesse capito di non dover infastidire gli occhi stanchi con troppa luce. Aster stava rannicchiata sul divano, ora decisamente ubriaca, e accanto a lei sedeva Istor, che non distoglieva lo sguardo da una spallina del vestito di Aster, caduta. Con gli occhi cercò di raggiungere il triangolo che si tagliava nell’abito scoprendo qualche centimetro in più del suo corpo, ma lei era rannicchiata in modo da coprirlo. Senza alcun preavviso, come se avesse capito quali pensieri si dibattevano nella testa di Istor, la bella fanciulla si mise seduta, mostrandogli l’apertura all’altezza del ventre. Non fece capire che lo aveva fatto apposta, e come scusa si stiracchiò. Questo non fece altro che far ribollire il ragazzo alieno, che non levava un attimo lo sguardo da lei. Aster non pensava nemmeno a cosa stesse facendo: aveva voglia di farsi notare da lui. Si mise sdraiata, con un braccio dietro la testa. Le gambe erano accarezzate dalla delicata luce fioca della grande Luna Bianca, e apparivano ancora più eleganti e lisce. Con il dorso della mano, Istor prese ad accarezzale timidamente una coscia, tremante come se la ragazza potesse sbranarlo da un momento all’altro. Sentiva la pelle di lei, fresca nella calda notte estiva, e vellutata. Abbandonò la gamba per dirigere le dita verso il triangolo. Percorse i suoi lati infinite volte, prima di osare a passare due dita sull’ombelico, che sporgeva leggermente come un piccolo bottone. Aster ebbe un sussulto: quell’atto la faceva impazzire. La mano del ragazzo si aprì, e il palmo ricoprì la parte scoperta della pancia. Poté sentire il cuore che batteva, anche da quella distanza dal petto.

“ti prego, fallo ancora” sussurrò lei, con voce fremente.

Senza dire una sola parola, tornò a passare le dita laddove stavano accarezzando prima. Lei si mise sdraiata sulla sue gambe, porgendogli il ventre. Sentiva premere qualcosa sulla schiena. In quel momento si rese conto quell’istante era il più vicino al sesso che avesse mai avuto. Iniziava a scoprire se stessa anche come un corpo femminile in grado di attrarre i pensieri maliziosi dei ragazzi. Mentre Aster era in quella posizione, Istor si chinò lievemente verso il viso di lei, e, con labbra insicure, la baciò.   

ANGOLO DEGLI AUTORI:
Aster e la sua prima esperienza amorosa! La nostra piccola cresce! ;-) Ma chi conquisterà il suo cuore? Istor sarà riuscito a farle dimenticare i suoi sogni? Non contateci troppo ;-P Di questo capitolo mi piace anche come Hypatia tentasse disperatamente di far uscire la bellezza di Aster, convincendo lei stessa di essere bella. Credo sia importante, per lei, visto e considerato che è stata da sempre emarginata per le sue stranezze. Buon proseguimento, e alla prossima!
_Helen, La Setta Krypteia

 
  
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