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Autore: Lady Cheshire    02/07/2014    2 recensioni
Aoi Yamashita è una giovane Idol che sta facendo furore in Giappone, ha appena iniziato e i suoi concerti sono già Sold Out. A lei non interessano film e serie TV, lei vuole cantare, e ci sta riuscendo, il suo sogno sta diventando realtà. Ma Aoi ha anche un altro sogno: Frequentare la scuola. Non ha mai potuto farlo, ha sempre dovuto studiare da privatista, ma ora che potrebbe finalmente farlo, la sua fama glielo impedisce. E’ indipendente, forte, sicura della sua bellezza e del suo talento.
Yuki Ishikawa invece frequenta la scuola normalmente, è entrato a far parte del liceo Ouran con una borsa di studio. Non perché avesse problemi con la retta, semplicemente perché era abbastanza intelligente da poterlo fare. A causa della sua fragile salute non ha mai frequentato la scuola, e ora che può farlo, entra a far parte dell’Host Club. Per caso, per gioco, perché vuole divertirsi e sentirsi parte di un gruppo, anche se apparentemente non sembrerebbe.
Questi due ragazzi che non hanno niente in comune, che sono completamente diversi … sono esattamente la stessa persona.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap 11- Via dalla tempesta


    «NO! NO! Stop!» urlò il regista stizzito facendo sbuffare sonoramente la ragazza
«Sig. Takeda, cosa c’è adesso?» chiese spazientita Aoi che, in tenuta da allenamento, provava i passi insieme ai gemelli Hitachiin. I due, dopo l’improvvisa richiesta della ragazza il giorno prima, avevano acconsentito a partecipare al video, non aspettandosi sicuramente un regista isterico come quello.
    «Ragazzi, non va bene! Avete imparato in fretta i passi e siete perfetti ma… Non vedo il Pathos! Dov’è la passione?» chiese alzando le braccia al cielo mentre i due ragazzi si scambiavano un’occhiata perplessa
   «Signor regista… sarebbe più facile per me e mio fratello trovare il ehm… Pathos se lei ci spiegasse qualcosa di più oltre ai passi di danza» azzardò Hikaru guardando il piccolo ometto pelato che, di rimando, lo fissava come un’illuminazione del cielo
    «Hai ragione! Aoi questo ragazzo è proprio intelligente sai? Certo che lo sai! Bene, bene, seguitemi» disse mentre, sgambettando sulle gambe tozze, andava verso una scrivania e apriva un quadernetto «Bene, allora la canzone parla principalmente di dissidio interiore, giusto? Giusto! Quindi la voce solista, in questo caso la nostra graziosa Aoi, si troverà ad interpretare una se stessa contesa tra la parte buona e quella cattiva, giusto? Giusto!»
«Ma si fa sempre domande e risposte da solo?» sussurrò Kaoru all’orecchio di Aoi
«La maggior parte delle volte…» rispose lei con un sorriso divertito
    «Quindi voi due dovrete contendervela, tu Hikaru sei la parte buona, sarai gentile con lei, elegante, cercherai di riportarla al buon senso. Tu Kaoru sei la parte cattiva, quindi cerca di essere aggressivo, non violento mi raccomando. E sensuale, mi raccomando!» disse chiudendo di scatto il quaderno «Aoi tu sai cosa fare» concluse poi saltando giù dalla sedia mentre una donna sulla trentina si avvicinava a loro.
     «Scusi il disturbo, ma sarebbero arrivati i costumi per le riprese… e quei ragazzi» disse la donna arrossendo un poco e indicando gli altri membri dell’Host Club. Per meglio dire notarono Tamaki che si sbracciava per farsi vedere dai tre.
«Ma cosa ci fanno loro qui?» si domandò Kaoru mentre andavano verso di loro
«Non lo so, ma non mi dispiace il fatto che siano venuti» disse Aoi sorridendo. La ragazza temeva che tra lei e il ragazzo sarebbe sorto dell’imbarazzo, ma lui si comportava normalmente, senza farle alcun tipo di pressione e lei non poteva che esserne felice «Ragazzi, ci mettiamo i vestiti di scena e arriviamo!» disse ad alta voce lei mentre entravano nelle due roulotte preparate per loro. Era bella l’ambientazione di quel video, forse un po’ tetra, ma molto bella, un bosco intricato poco lontano da Kyoto. Era anche per questo che anche lei, come Kaoru, si era domandata perché fossero venuti tanto lontano solo per delle riprese, ma in fondo non voleva davvero saperlo, era solo felice di avere i suoi amici vicino.
 Il vestito preparato per lei era molto… candido. Sembrava di indossare una nuvola evanescente di organza, tulle e seta. Non era proprio bianco era di un colore particolare, cambiava a seconda della luce e rendeva la ragazza luminosa come una stella. La truccatrice le aveva anche intrecciato piccoli fiori bianchi nei capelli neri, rendendola molto simile ad una fata dei boschi. Quando uscì finalmente pronta trovò i gemelli già pronti che parlavano con i ragazzi e, nonostante il trucco piuttosto pesante per resistere alle luci, arrossì un poco.
Hikaru era interamente vestito di bianco, i pantaloni cadevano larghi fino a coprire parzialmente i piedi scalzi e la camicia, bianca, lasciata aperta.
   «Ehi, Aoi, sei pronta finalmente» disse girandosi Hikaru «Molto bella»
«Un abito trasforma anche un carrettiere… non nel mio caso ovviamente» rispose Aoi con finte arie
«Stai davvero molto bene» aggiunse Kaoru mettendole un braccio attorno alle spalle «Sarà un vero piacere doverti torturare»
«Non ti allargare Hitachiin, è solo a scopo professionale» rispose Aoi afferrandogli la cravatta nera e tirandola leggermente. Anche lui era scalzo come il fratello, ma vestito di nero con i jeans neri poggiati sui fianchi e un gilet smanicato nero, pareva la personificazione della lussuria.
  «Ehi, non pensare di poterla tenere solo per te…»  disse Hikaru, prendendo la mano della ragazza e portandosela alle labbra
    «Bravo! Bravo! Questa era la Pathos che cercavo! Avete capito subito, bravissimi! Tra dieci minuti iniziamo le riprese, tutti ai vostri posti!» urlò isterico il piccolo regista mentre dava ordini a destra e a sinistra
«Bene, direi che siamo pronti… e voi? Non avete ancora detto niente…» commentò Aoi ai suoi amici
     «Non sono d’accordo al fatto che tu abbia certi atteggiamenti con quei due gemelli demoniaci! Mi opporrò sino alla morte se necessario!» asserì convinto Tamaki, incrociando le braccia al petto
   «Lord, inizi a diventare monotono lo sai?» disse Hikaru portandosi una mano alla fronte
«Già, mica lo abbiamo deciso noi… prenditela con la prima donna pelata laggiù» aggiunse Kaoru indicando il regista, ma l’amico biondo non voleva sentire ragioni.
«Ci penso io…» disse Aoi avvicinandosi a Tamaki e afferrandogli il bordo della maglia
     «Non insistete, non sarò mai d’accordo su questa cosa!»
«Ehi senpai... non fare così, è il mio lavoro, vuoi impedirmi di lavorare? Che cattivo papà che sei…» disse lei con il miglior tono innocente che riuscisse a fare, il capo chino e sguardo rivolto in alto che fece immediatamente intenerire il ragazzo
     «Eh? No, no, non piangere, ti prego!» andò subito nel panico quando agli occhi di Aoi spuntarono le lacrime, rigorosamente finte
«Mi lascerai lavorare con i gemelli?»
     «Si, purché tu non pianga ok?» chiese supplice il ragazzo e lei distese le labbra in un sorriso allegro
«Grazie papà» quello fu il colpo di grazia, Tamaki arrossì ed entrò in una specie di coma mentre Aoi si voltava facendo il segno della vittoria con le dita
 «Sei sottilmente malvagia, te l’hanno mai detto?» domandò ironico Kyouya, sistemandosi gli occhiali
«Ho avuto un’eccellente insegnante» rispose lei, battendole la mano sulla spalla e avviandosi con i gemelli verso il bosco.
Fortuna che il terreno era stato accuratamente rivestito di foglie, altrimenti si sarebbero feriti i piedi se avessero lasciato solo il nudo terreno. I due si stavano già addentrando tra gli alberi per raggiungere le loro postazioni.
    «Bene Aoi, quando vuoi inizia a correre, le telecamere di seguiranno, va bene?»
«Si» rispose Aoi. Traendo un profondo respiro rimosse dalla sua mente qualsiasi pensiero inutile e iniziò a correre, prima sul prato di erba morbida e poi in mezzo agli alberi facendo scricchiolare le foglie, cercando di dare la migliore interpretazione di cui era capace, convincendo di essere davvero in fuga da qualcosa… Forse lo era veramente, non stava forse fuggendo da quella confusione che le avvolgeva la testa come una tempesta?  In effetti le pareva di correre via da una tempesta che la inseguiva, inesorabile, prendendo la forma delle foglie che le vorticavano intorno.
Quasi cadde per la sorpresa quando sentì Hikaru fermarla e cingerle la vita con le braccia
«Rallenta furia, o le telecamere non ti staranno dietro» sussurrò ironico vicino al suo orecchio
«Scusa, mi sono fatta prendere dall’interpretazione»
«Da cosa stai scappando Aoi?» chiese in un sussurro mentre qualcosa afferrava la mano della ragazza, strappandola alle braccia dell’amico. Kaoru l’aveva fatta girare su se stessa per poi posarle una mano in vita mentre le posava un dito sulle labbra tracciando una linea immaginaria su di esse, sul mento, la gola… Però nei suoi occhi non c’era la mera interpretazione voluta dal copione, c’era qualcosa di diverso…  Aoi scacciò la mano del ragazzo e si liberò, riprendendo la sua corsa verso un’immaginaria libertà.
I gemelli erano perfetti, sia nell’interpretazione, sia nella recitazione, sia nella complicità con cui si contendevano Aoi, creando e giocando con le espressioni e i gesti poiché non potevano parlare. Anche nei momenti in cui era richiesto loro di eseguire i passi di danza, nonostante lo scarso tempo a disposizione per impararli, si erano dimostrati impeccabili e precisi, seppur nella loro inesperienza.
 Le riprese si erano interrotte un paio di volte, ma il regista non aveva voluto ripetere nessuna scena, aveva detto che la spontaneità e l’intraprendenza dimostrata dai due ragazzi rendeva le scene autentiche e sensuali. Ora stavano girando l’ultima scena nel bosco, poi avrebbero girato la fine nel prato e sarebbe potuta tornare a casa a farsi una doccia, ma non riusciva a trovare Kaoru, non era nella sua postazione.
-Ma dove si è andato a mettere ora?  Possibile che si sia perso?- si domandò guardandosi attorno. Le telecamere la seguivano, nonostante fosse uscita dall’interpretazione non la fermarono, il regista era curioso di vedere cosa sarebbe successo. Aoi iniziava ad essere preoccupata per l’amico, avrebbe dovuto già trovarsi li, perché non c’era?
«Vado a cercarlo!» disse ai cameramen mentre entrava nel fitto del bosco, iniziava a preoccuparsi sul serio «Kaoru! Dove sei?» chiese ad alta voce attendendo una risposta che non arrivava. Cominciò a correre, sentiva le voci dei cameramen dietro di lei, la stavano seguendo? Poco le importava, non le interessava.
  «Sono qui» disse il ragazzo, nascosto dietro ad un albero, cogliendola di sorpresa
«Ma che ci fai qui? Dovevi aspettarmi sul sentiero!» lo sgridò la ragazza che, dopo l’ansia, sentiva salire la rabbia
«Scusa, mi sa che ho capito male le indicazioni» si scusò lui, grattandosi la nuca imbarazzato
«Fa niente, ora però cerchiamo di tornare indietro, va bene?»
«Ma non dovevano seguirti i cameramen?»
«Avrebbero dovuto, ma credi che mi abbiano perso qualche metro fa mentre cercavo un certo fesso che si è perso» commentò acida la ragazza cercando di capire da che parte era arrivata
«Se il caro pelatino mi avesse dato bene le indicazioni non mi sarei perso» ribatté orgoglioso il ragazzo
«So che può essere strano, ma è molto bravo nel suo lavoro, e non è nemmeno stato troppo esigente con voi che non siete nemmeno ballerini, non lamentarti troppo» lo rimproverò la ragazza.
«Lo so, hai ragione… ATTENTA!» gridò Kaoru e Aoi, spaventata, mise il piede sul ciglio del dislivello notato dal ragazzo, rischiando di cadere. Inutile il tentativo dei ragazzo di prenderla, le aveva afferrato il braccio ma era caduto insieme a lei, rotolando nei cespugli.
«Ehi, tutto bene?» chiese il ragazzo mettendosi a carponi
«Si, sto bene…» disse lei cercando di non guardare la posizione, decisamente ambigua, in cui si erano ritrovati dopo la caduta.
«Ehm… Sicura di non sapere cove sono le telecamere?»
«Sicura, credo che ci stiano cercando…» rispose lei, cercando di alzarsi, ma lui non accennava a spostarsi
«Quindi ora siamo soli» constatò lui a bassa voce, tanto che Aoi lo sentì appena
«Ma bravo… se ti alzi cerchiamo di tornare indietro» disse lei, ma il ragazzo non si era spostato di un millimetro
«Allora… posso chiederti una cosa?» domandò ancora lui, serio
«S-Si Kaoru, dimmi»
«A te piace Kyouya-senpai?» chiese a bruciapelo, e Aoi sentì il sangue fluirle via dal viso
«Ma che cosa dici?» scherzò Aoi, la voce acuta dalla tensione. Era un argomento che lei stessa evitava ben volentieri, perché doveva tirarlo fuori proprio in quel momento?
«Vi ho visti, quella volta a casa tua, addormentati vicini… Ti piace?» chiese nuovamente
«N-Non vedo come la cosa possa interessarti… Cos’è sei geloso?» domandò ironica la ragazza con una risata nervosa
«Si, sono geloso, e allora? E’ una cosa normale» rispose sincero, spiazzando la ragazza
«Cavolo… beh, non stiamo insieme, quindi non ne hai motivo» rispose lei risentita. Aveva sempre visto la gelosia come una forma di possessività e questa cosa non le era mai andata a genio, lei non era un’oggetto
«E se invece… diventassi la mia ragazza?» chiese arrossendo «Ti avevo chiesto di pensarci due mesi fa, prima di Natale, e ora ti chiedo… vuoi diventare la mia ragazza? Pensaci, ti porterà seriamente a qualcosa continuare con questo tira e molla con Kyouya-senpai?» chiese sincero, senza farle pressione, ma avvicinandosi un poco al suo viso
«Non so… Io non…»
  «Dammi almeno una possibilità… ti prego» chiese lui poggiando la fronte contro quella della ragazza
Cosa aveva da perdere? Sapeva che continuare a illudersi che Kyouya le fosse indifferente era inutile, quindi doveva cercare di proseguire… forse Kaoru non aveva tutti i torti…
«Tre mesi… Tre mesi di prova, poi vedremo il da fare…  Se mi sarò innamorata di te, continueremo, ma in caso contrario ci lasceremo pacificamente. Non voglio che tu soffra per niente» disse lei mentre lui l’abbracciava stretta
«Grazie, non potrei essere più felice» esclamò lasciandola andare. Si chinò per baciarla e il contatto con le sue labbra fu, per la ragazza, strano. Erano diverse da quelle di Kyouya, che aveva solo sfiorato, o da quelle di Hikaru, che sapevano di frutta. Le sue erano screpolate, sapevano di mare e salato. Fu strano, ma anche piacevole, come lo fu tornare dai suoi amici tenendogli la mano, ma lo sguardo di Harui le fece intendere che dovevano parlare.
 
Sapeva cosa voleva dirle, ma avrebbe spiegato all’amica le sue motivazioni, non voleva più soffrire per Kyouya! Ma il ragazzo non sembrava del parere di lasciarla in pace… Un Ootori ottiene sempre ciò che vuole, soprattutto quando si accorge di desiderarla.
 
 
 
 
Lady Cheshire: Perdonate l’increscioso ritardo, ma purtroppo da quando ho iniziato a lavorare il mio tempo libero, generalmente usato per scrivere,  è stato drasticamente ridotto…. CHIEDO VENIA!! I ritardi potrebbero durare fino alla metà di luglio, dopo di che cercherò di tornare alla solita pubblicazione domenicale… Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo, so che è breve e non è all’altezza degli altri, ma non ho avuto tempo di dilungarmi :( Mi scuso con tute, spero caldamente che, nonostante la brevità, vi siano piaciuti. Kaoru sembra aver vinto, ma qualcuno non sembra essersi arreso all’evidenza. Chi conquisterà la piccola Aoi?
  
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