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Autore: scImMIA    25/08/2008    6 recensioni
Dall'alto della navicella non potevo nemmeno lontanamente immaginare che le cose sarebbero andate diversamente ...
Dopo i tre anni di attesa ero tornato per aiutarti a combattere i cyborg, per conoscerti, per scoprire chi eri per la mamma e cosa saresti diventato per me ... per me, che non ti avevo mai avuto al mio fianco ...
Ma le cose sono cambiate così tanto e così all'improvviso ... Papà, nel mondo in cui vivi, io non sono mai nato.
Adesso basta ciondolare e seguitemi! Mi raccomando, leggete e recensite! Vi sfido ad arrivare alla fine! XD Un bacione a tutti da scImMIA.
E' STATO INSERITO UN NUOVO CAPITOLO, IL N°88!
Genere: Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bulma, Trunks, Vegeta
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Benvenuti signore e signori!! Come promesso sono tornata ma voi siete pronti? ... Cosa? Non vi sento!! ... Più forte che non- il mio udito cala progressivamente ^^

Vegeta4ever: Te sempre a pensare a quei due eh? Poverini gli altri ... XD Fammi sapere se questo capitolo ti piace e cerca di non impiegarci due ore a leggerlo! Un bacio

Swwtcicia: Alcune risposte le troverai quì, altre arriveranno ^^ Se avrai pazienza e mi seguirai ancora scoprirai tutto! Ciao, beso

Angelo Azzurro: Il concorso di bellezza era apparso anche nel capitolo 37(shopping con sorpresa ... mamma, quanto è indietro O.O) ma non tutti ci avevano fatto caso ... quì invece è evidente XD. Spero che il ciappy ti piaccia, continua a seguirmi please! Bacio

ka93: Heilà! Sono davvero contenta che la mia storia ti piaccia (e anche che tu sia riuscita a leggerla e non ti sia demoralizzata dalla quantità dei capitoli). Spero vivamente che il seguito ti piaccia come la prima parte ... Continua a seguirmi! Ciao!!

folg_89: Mio buon signore! Non dire che il momento del concorso sembra recuperato dall'oav ... è vero, ho preso spunto da quello ma con le parole che hai usato sembra che io abbia riciclato l'attimo e il che non è molto carino ... dai che scherzo! XD anche se ciò che pensi lo sò già lasciami due righine scritte ... ^-^ Un bacione ...

Juu_Nana: La tua recensione mi ha lasciato addosso un nonsochè di spiacevole perché dalle tue parole infatti si percepisce un certo livello di delusione e il ciò mi rattrista alquanto ... Spero che con questo capitolo la storia non si ripeta. Un bacio scricciola ...


Ragazzi miei, ho notato un notevole calo di letture e recensioni negli ultimi tempi. Per l'amor del cielo, capisco perfettamente che quello passato era un momento di relax e che molti avranno avuto da fare e pertanto non dico nulla riferito al passato ... Spero comunque che d'ora in avanti coloro che sono spariti ritornino ... Ovvio però che non vi costringe nessuno.
Vi lascio al capitolo ragassuoli. Ci si rivede Giovedì o Venerdì, come sempre.
Un bacio a tutti e grazie ...
scImMIA

 

 

 

CAPITOLO 68
- NUOVE SORPRESE -

Il cielo limpido, le nuvole bianche in esso, i verdi alberi delle montagne che si piegavano sotto il vento leggero di quel giorno di inizio estate. Il Sole alto, con la sua forza luminosa, toccava ogni cosa e la scaldava con le sue braccia invisibili. Il mare calmo in apparenza brillava bello sotto quella luce generando una moltitudine di riflessi accecanti. Le onde continuavano ad infrangersi sulle rocce di quell'alta scogliera sulla quale, lungo tutto il suo perimetro, correva una strada ben fatta.
Dopo un'attenta osservazione l'uomo postato al margine del percorso asfaltato si portò una mano alla fronte eliminando le piccole gocce di sudore che la imperlavano, si sistemò appena gli occhiali da sole scuri dalle lenti con una forma vagamente triangolare e si allontanò da quel punto indirizzandosi verso un luogo ben preciso. Le gambe si muovevano lente, i piedi si mettevano uno davanti all'altro con un ritmo ben cadenzato mentre gli occhi, anche se coperti da quelle lenti, continuavano a rimirare il mare e il sole che brillava sopra di esso ... Forse si stupì anche di quanto gli piacesse anzi, di quanto gli continuasse a piacere quello spettacolo nonostante l'avesse ormai visto fino allo sfinimento o in un modo o nell'altro ...
Sospirò e fece spallucce quando raggiunse la sua vettura che era stata parcheggiata in una piccola piazzola che dava proprio sul mare. Cosa l'avesse spinto ad allontanarsi per vedere il medesimo paesaggio non lo sapeva ... sapeva solo di averne sentito il bisogno e basta.
Si mosse verso il suo posto, afferrò la maniglia scura e la tirò appena per aprire la portiera della sua automobile nera decappottata. Si sedette sul sedile scuro di tela e dopo aver osservato il largo cruscotto pieno di numerosi indicatori di velocità ed altro si mise la cintura di sicurezza così come un vero autista dovrebbe sempre fare. Con la mano sinistra, nel cui polso vi era un prezioso orologio con una intelaiatura in metallo argentato, si sistemò la leggera camicia all'altezza del collo dopodiché, con una leggera occhiata, si guardò i gomiti controllando che le maniche arrotolate fossero in ordine. Notando che tutto era come doveva essere si sporse verso destra, davanti al cruscotto nel quale raramente riponeva oggetti di valore dal punto di vista materiale. Lo aprì e dopo aver constatato che la capsula dall'etichetta azzurra era ancora accanto ad una vecchia fotografia stropicciata, lo richiuse riposizionandosi com'era precedentemente. Accese il motore ed appoggiò entrambe le mani sul volante dopo aver ridato un'ultima occhiata a quel posto.
Un rombo tumultuoso echeggiò nel cielo mentre la vettura scura, ma con il metallo che rifletteva la luce chiara, iniziava a prendere velocità. Dopo pochi secondi l'autovettura sfrecciava talmente veloce che l'ombra sottostante sembrava non riuscire a stare al passo. Se qualcuno l'avesse visto in quel momento l'avrebbe scambiato per un fulmine oscuro ...
Il Sole picchiava forte su di quel largo cofano sotto il quale lavorava a velocità sorprendente un motore dalle eccellenti prestazioni.
I capelli dell'uomo si scompigliavano con vigore a quelle sferzate e sicuramente avrebbe pianto se le scure lenti non gli avessero protetto gli occhi severi e dolci allo stesso tempo. Le mani scivolavano sicure sul volante e sul cambio manuale, indice di una grande esperienza o almeno grande abitudine alla guida. Nonostante si ritrovò più volte a scostate i capelli ribelli dal volto con una mano la sua concentrazione non ne risentiva minimamente.
Trascorse quasi un'ora prima che l'uomo si immettesse con la vettura in una strada che dava verso l'entroterra ... Le grandi e ombrose piante alleviavano il caldo accumulatosi e acquietavano, grazie ai suoni degli animali che abitavano attorno ad essi, un animo che solo in apparenza sembrava tranquillo. I grilli che frinivano con spensieratezza non lo indussero a riscoprire amari ricordi e si sorprese di quanto fosse lontano da quei giorni in cui quelli erano stati reali.
La folta pineta ben presto diventò una foresta e poi una serie sempre più vasta di campi multicolore divenuti tali da abili e laboriosi contadini che persino sotto quel caldo sole continuavano a elaborare nuove strategie di coltivazione. Quando passò a fianco di un grande gregge di pecorelle non riuscì a trattenersi: sorrise e le salutò con un cenno di una mano aperta ... Nonostante l'età sentiva di poter essere bambino in quei rari momenti.
L'autovettura dal colore corvino rallentò notevolmente quando virò verso destra immettendosi in uno stradello sterrato poco visibile. La sua attenzione aumentò quando per poco non urtò una grossa roccia con il fanale anteriore di destra ... La foresta, che aveva rifatto la sua comparsa, metro dopo metro si infittiva sempre più fino al punto che per l'uomo fu impossibile proseguire all'interno di quella scatola lussuosa che lui, sempre modesto nonostante le finanze, la considerava soltanto come puro mezzo di locomozione pari a quello di qualsiasi essere umano, anche quello più squattrinato. Scese dall'auto dopo aver spento i motori e averla fatta toccare a terra poiché il sistema per farla galleggiare si era disattivato assieme al resto. Si mosse portandosi davanti al coperchio che chiudeva il serbatoio del carburante, aprì codesto sportellino e spinse un piccolo bottoncino mimetizzato all'interno. In un istante l'enorme e bellissima vettura si trasformò in una capsula dai colori scuri ... Le capsule, gran bella e comoda invenzione ...
La raccolse da terra e se la infilò in una delle tasche dei bei jeans blu e con passo fermo si addentrò all'interno della folta vegetazione.
Gli ci vollero una decina di minuti buoni per uscire da quel luogo e scherzosamente maledisse il tizio che abitava lì vicino per non aver mai dato una ripulita al luogo nonostante tutto il tempo che aveva avuto a sua disposizione. Non fece una piega quando vide le sue scarpe nuove ricoperte di terra ... anche del proprio abbigliamento non gliene importava fino a un certo punto ...
Avanzò deciso risalendo la grande collina che aveva dinanzi ricoperta di un'alta erba che gli arrivava fino al bacino. Sorrise felice come un bambino quando vide in lontananza il tetto a cupola di una casa dall'aspetto famigliare ... Iniziò a correre come un matto in quella direzione rischiando più volte di capitombolare a terra. L'unica cosa che lo guidava era la gioia di aver raggiunto casa ...
La struttura, passo dopo passo, si mostrava sempre più grande e infine l'uomo si fermò dinanzi alla porta d'ingresso quando la raggiunse. Voltandosi attorno si accorse che soltanto i pochi metri quadrati lì attorno possedevano un'altezza dei fili d'erba accettabile. Guardandosi completamente indietro rivide quello spettacolo che aveva cercato di rievocare con l'osservazione del mare: nulla da fare, nemmeno la grande distesa d'acqua reggeva il confronto con quel piccolo angolo di paradiso.
Prima di bussare alla porta di colore blu profondo si ricordò di una cosa: riestrasse la capsula dal colore scuro, spinse il bottone e la lanciò a breve distanza. Quando la vettura fece la sua ricomparsa l'uomo si gettò con agilità dentro di essa ed aprì nuovamente il cruscotto. Afferrò la capsula dall'etichetta azzurra ma prima di richiudere il contenitore si fermò ad osservare la vecchia foto: una bella donna in compagnia di un piccolo frugoletto ... Impassibile la ripiegò e la ripose al suo posto. Con la velocità di un gatto uscì dall'abitacolo e si posizionò ancora davanti all'uscio di quella casa. Si tolse gli occhiali e si pettinò all'indietro i capelli leggeri.
Bussò. Non ricevette risposta. Bussò ancora. Il risultato non fu differente.
Lo sguardo divenne appena triste ripensando a quanto quel momento fosse simile all'ultimo passato in quel medesimo luogo. Sbuffò riconoscendo l'imprevedibilità dell'essere che doveva incontrare ...
Afferrò la maniglia e pomello e la ruotò appena. Non si sorprese affatto di trovare l'uscio aperto e non chiuso a chiave come avrebbe fatto qualunque altro al posto del padrone di casa.
Avanzò sicuro notando che ogni singolo oggetto pareva non essersi scostato affatto dal luogo in cui era stato abbandonato e visionato l'ultima volta: l'intero mobilio era ricoperto da un leggero strato di polvere esclusi un largo divano nel soggiorno in proporzione, una parte dell'attrezzata cucina e il letto matrimoniale della sobria camera da letto. Poggiò gli occhiali scuri e la piccola capsula su di un mobile vicino all'ingresso sul quale stava un telefono sicuramente inutilizzato da sempre. Si tolse la bianca camicia rimanendo a petto nudo e con gli addominali scolpiti in vista. Dopo aver recuperato un particolare Durazzo dalla cucina iniziò ad utilizzarlo sull'intero mobilio passando anche sulle cornici linee di quei quadretti da fotografia che continuavano a rimanere vuoti così come i numerosi cassetti nei quali chiunque avrebbe riposto i suoi ricordi più belli.
Sistemò divano e letto, pulì la gigantesca montagna di stoviglie nella cucina e fece iniziare dei lavaggi alla lavatrice anche se la roba sporca era davvero esigua anche perché il proprietario utilizzava sempre i soliti indumenti.
Trascorse due ore interminabili in quel silenzio tombale. Al termine delle faccende osservò una porta metallica ...
Lasciò quel luogo dopo aver scritto un piccolo messaggio e averlo lasciato in bella vista sul tavolino circolare del salotto ...


"Ciao papà, ero venuto per trovarti ma come al solito non c'eri ...
Avevo con me anche la miglioria per il Trainer Gravitazionale
ma visto che ti dovevo spiegare delle cose importanti l'ho tenuto con me.
Rimarrò poco tempo, se hai bisogno sai come trovarmi.
Io ti cercherò.
Trunks"

Una piccola casetta apparentemente senza giardino stazionava ancora in quel grande verde circondata dalla natura più bella. L'unico elemento che oltre alla casa faceva da intruso nella natura incontaminata era una piccola autovettura volante di colore bianco dall'aspetto antiquato. Con l'arrivo e il posteggio del bolide scuro gli elementi di troppo divennero tre. Non essendoci vialetti ciottolati o quant'altro che indicasse uno stradello per la porta d'ingresso, Trunks parcheggiò poco distante dall'abitazione.
Quando, dopo esser sceso, si andò a fermare dinanzi alla porta d'ingresso sperò vivamente che almeno lì ci fosse qualcuno. Alzò il dorso della mano destra e con le nocche picchiettò tre volte sulla superficie dopodiché arretrò di un passo quando udì una voce femminile dall'altra parte che lo avvertiva del suo arrivo imminente.
La porta si aprì appena ma poi si spalancò quando la donna riconobbe chi aveva davanti: « Trunks! Che bella sorpresa! ».
Il sayan ridacchiò un poco e con un gesto elegante si tolse gli occhiali « Salve ».
Chichi fece spiccia i due passi che servivano per uscire dall'abitazione ed abbracciò affettuosamente il bel ragazzo che era divenuto un uomo. Gli girò attorno un paio di volte sentendo dentro di sè che c'era qualcosa di strano « ... Sei cresciuto ancora dall'ultima volta ... ». L'ometto dai capelli lilla sorrise mentre si allacciava gli occhiali ad uno dei bottoni della camicia bianca « No, no ... Sono sempre rimasto uguale anche se ammetto che con gli allenamenti mi sono irrobustito. Evidentemente sono questi vestiti che mi fanno stranire ... ».
« Sì, può essere ... » disse Chichi mentre si portava le mani ai fianchi ormai sicura che l'unico motivo plausibile fosse quello.
Trunks notò rispetto all'ultima volta alcuni cambiamenti nella signora: si era ingrossata appena sui fianchi, il corpo era in generale invecchiato e i lunghi capelli erano legati in un pratico chignon senza che alcun ciuffo potesse sfuggirgli e inoltre la folta frangetta sembrava esser stata abolita. Nonostante l'evidente passo d'età Trunks non si pronunciò e puntò su ben altro argomento: « Come state? ».
Chichi raccontò brevemente gli ultimi eventi: Gohan aveva iniziato la scuola così come il piccolissimo Goten mentre Goku, come al solito, spariva di tanto in tanto con il teletrasporto per poi ricomparire all'ora dei pasti. Per il resto del gruppo non si pronunciò molto anche se per Crillin disse che erano tempi d'oro mentre Bulma aveva toccato da un pezzo il punto di collisione e che la sua situazione famigliare era tutt'altro che invidiabile.
Il lilla non chiese precisazioni anche perché sicuro che in quei momenti di permanenza avrebbe saputo bene ogni notizia evitando qualsiasi forzatura e non apparire quindi scortese o oltremodo sfacciato.
« Ormai è ora di pranzo ... » costatò il sayan quando osservò le lancette metalliche dell'orologio da polso « ... Beh, speravo di vedere anche gli altri ma forse è meglio che non vi crei ulteriore disturbo ... ».
« Ma che disturbo? Resta a pranzo e non ti preoccupare. Gohan sarà felicissimo di rivederti e poi Goten muore dalla curiosità di conoscerti ».
« Non vede l'ora di conoscermi? » si ripeté Trunks sorpreso che qualcuno provasse ancora un interesse simile per lui.
Chichi sorrise e lo invitò all'interno con un gesto della mano « Per un motivo o per l'altro non vi siete mai incontrati e poi il nominativo "Il ragazzo del futuro" mette ancora un certo fascino ... ». Trunks non riuscì a non sorridere.
Stava per varcare l'uscio quando una voce alta nel cielo distrasse lui e la donna ad entrare nell'abitazione: « Dai, non insistere! ».
« No, non ci penso nemmeno! Hai fatto passare fin troppo tempo carino!! ».
Nell'alto dell'azzurro un personaggio vestito in modo strambo cercava di sfuggire in volo da un veicolo, un jet-elicottero per la precisione, di colore giallo canarino. Il sayan comprese all'istante chi si nascondeva sotto quel costume grazie all'aura famigliare e iniziò a chiedersi perché Gohan indossasse quella strana vestita multicolore dotata di quel casco arancione, quel mantello rosso e quella tutina verde e nera ...
Gohan supplicò nuovamente il suo persecutore non riuscendo però nel suo intento di allontanarlo e anzi, la persona all'interno del veicolo gli fu maggiormente addosso.
« Dai Videl, per favore non- » il moro mascherato si fermò improvvisamente nell'alto azzurro e l'autista dell'elicottero dovette inchiodare altrettanto improvvisamente per non sbattere contro il ragazzo. Lo sguardo del sayan più giovane era rivolto a terra, nei pressi della sua abitazione ... Le mani guantate si avvicinarono al mento e con un gesto venne sbloccato il gancio del casco. Le mani afferrarono lateralmente il copricapo e questo venne sfilato con lentezza. Quando il viso fu completamente libero da qualsiasi mascherazione sul volto di Gohan apparve un largo sorriso ... « Trunks!! ». L'aura si espanse in un attimo e l'onda d'urto generata fece volare lontano l'elicottero mentre il giovane volava a velocità sorprendente verso il suo obiettivo. Il moro, dopo essergli atterrato a breve distanza e averlo raggiunto in corsa, lasciò cadere a terra il caschetto ed abbracciò il caro amico con un'impetuosità che per poco non fece cadere l'altro. Trunks rispose in egual modo al caloroso gesto e i due rimasero in tale posizione per almeno una ventina di secondi. Il lilla fu il primo a staccarsi e dopo che ciò fu diede una sonora strizzata alle spalle del moro « Allora, come andiamo? ».
Il giovane mascherato gli sorrise e gli continuò a stare dinanzi quando Trunks lasciò la calorosa presa « Va tutto bene! Quest'anno ho iniziato a frequentare la scuola e mi piace molto ... » disse indicando una borsa a tracolla dai colori chiari che al figlio del principe dei sayan era sfuggita per via di tutto il resto dell'abbigliamento « ... Ma aimè, ho già le mie grane ... » aggiunse poi rapido quando udì l'ultimo rombo di motore del piccolo elicottero prima che questo fu spento proprio dietro alle sue spalle. Il lilla, scostandosi appena verso destra ed osservando oltre la spalla amica, vide scendere dal veicolo una ragazza indispettita che, con delle movenze da dura, si avvicinava decisa a raggiungere e prendere ciò che ambiva. Lei si fermò tra i due ragazzi e prima di afferrare la spalla di Gohan con una delle mani guantate scostò i lunghi capelli neri raccolti in due code con un gesto rapido del capo: « GOHAN! Credevi forse di sfuggirmi?! ».
L'interessato portò le mani in avanti in difesa « Ma no Videl, che dici! ... E' solo che ero ansioso di salutare il mio amico ... » disse poi indicando l'altro ragazzo con una mano aperta in sua direzione. L'iperattiva Videl si pietrificò un istante quando incrociò il bello sguardo di Trunks ... a quest'ultimo poi gli bastò un semplice "Ciao" per ammutolirla senza volere.
« Piacere ... » rispose lei in automatico non abbandonando quegli occhi chiari e più luminosi dei suoi. Gohan però, sentitosi un per un attimo messo da parte, tornò in scena facendo le dovute presentazioni: « Videl, lui è Trunks, un mio caro amico ... » iniziò presentando il sayan a lei « Trunks, lei è Videl, una mia compagna di classe, la figlia di Mr. Satan nonché una paladina della città dell'Est ». Da entrambe le parti ci fu un inchino.
« Rimarrai per pranzo? » chiese Gohan eccitato al ragazzo non sapendo che la risposta sarebbe stata affermativa. Trunks annuì con un sorriso sulle labbra « Sì, tua mamma mi ha invitato proprio un momento fa ». Il moro si voltò poi verso la sua amica mantenendo lo stesso sguardo gioioso « Vuoi rimanere anche tu? Non farti problemi ... ».
Videl incrociò le braccia e rifletté un poco « No, non mi sembra il caso ... » disse allontanandosi verso il piccolo jet « ... Preparati però che tornerò nel primo pomeriggio per le lezioni che mi hai promesso! ». La ragazzina, con un'agile balzo, fu sopra al posto di comando e con gesto deciso accese il motore « Allora a dopo Gohan! ». Il piccolo elicottero iniziò ad alzarsi in cielo e quando toccò un'elevazione sufficiente i propulsori s'infiammarono facendo schizzare il mezzo a gran velocità in direzione della città dell'Est.
« Lezioni? » mormorò il glicine mentre teneva ancora alto il naso.
« Già ... » iniziò Gohan mentre si apprestava a raccogliere da terra il casco arancio « ... Mi ero travestito così per aiutare la gente in pericolo e passare "inosservato" evitando di andare a zonzo trasformato in Super Sayan. Videl però mi ha scoperto e ora vuole che le insegni la tecnica del volo e purtroppo sono costretto perché se non lo faccio andrà a dire a tutti chi in realtà è Great Sayaman! ».
« Capisco, anche perché trasformato e basta saresti stato facilmente riconoscibile ... Ecco spiegato quel vestito ... » mormorò Trunks osservando l'amico ancora alquanto perplesso.
« Bello vero?! Me lo ha fatto Bulma » esclamò Gohan mentre si esibiva in brutte o almeno ridicole pose ... Trunks impallidì alla successiva proposta del giovane: « Ne vuoi uno anche tu? Bulma me ne ha fatti due identici per sicurezza ... ».
« Guarda, sei molto gentile ma preferirei di no ... ».

Una potentissima presenza alle spalle fece voltare all'improvviso i due ragazzi e mentre uno rimase tranquillo l'altro rimase a bocca aperta ...
« Ciao papà, bentornato » salutò Gohan al genitore che si apprestava a togliere il medio e l'indice della mano sinistra dalla fronte. Goku portò le mani ai fianchi e sorrise vedendo la novità: « Heilà ragazzi! Trunks, che sorpresa, da quanto sei arrivato? ».
Trunks rimase imperscrutabile senza riuscire a guardare il sayan negli occhi ma appena più in sù ... « Da poco a dire il vero ... ».
« Sai, stavo parlando di te con Re Kaio proprio un minuto fa ... » Son Goku socchiuse gli occhi perplesso notando lo sguardo del ragazzo « ... Trunks, c'è qualcosa che non va? ». Il glicine alzò la mano destra ed indicò l'oggetto dei suoi pensieri: sulla scompigliata capigliatura un'aureola luminosa rimaneva sospesa e seguiva anche il più piccolo movimento del padrone ...
Goku alzò gli occhi in direzione dell'oggetto e rimase a contemplarlo tranquillo: « Hah, questa? non ti preoccupare, anche Vegeta ne ha una uguale ... ».
Il cuore di Trunks perse un colpo.
Il Son riabbassò lo sguardo e quando incrociò gli occhi azzurri del ragazzo che rimanevano sbarrati capì che era giunto il momento delle spiegazioni. Con entrambe le mani afferrò l'oggetto, lo rigirò più volte tra le mani e le fermò quando trovò qualcosa. Tese i muscoli e con decisione sembrò romperla ...
Il ragazzo venuto dal futuro sembrò non capire ...
Goku osservò all'interno dell'oggetto e quando spinse un piccolo bottone questo perse tutta la sua luminosità e il suo potere d'attrazione. Infilò una mano nei folti capelli e sfilò una piccola piastrina di metallo. Il giovane sayan capì e si sentì sollevato. Chichi si avvicinò al consorte e gli prese dalle mani l'aureola prima di tornare in casa.
« Continuo ad allenarmi molto sai? Ma mi sono ritrovato in un momento in cui ero a corto di stimoli ... » iniziò il Son sorridente come sempre « ... Lo stesso valeva per Vegeta anche se poteva fare affidamento sulla Camera Gravitazionale che gli avevi portato. Sempre più spesso ci siamo scontrati anche se alla lunga in nostri combattimenti erano più o meno sempre simili. Da Re Kaio poi ero venuto a sapere che nell'aldilà vi erano tantissimi lottatori anche molto più forti di Cell e la voglia di mettermi ancora alla prova era tornata ... ».
« Sì ... » lo interruppe Trunks « ... ma dall'altra parte non ci si può andare soltanto se si è passati a miglior vita? ».
Il Son sorrise « Esattamente. Ne avevo parlato con Vegeta e lui la prima cosa che mi disse fu quella che mi dovevo fare ammazzare ... ». Il figlio del principe sorrise pensando che il padre non era cambiato affatto.
« ... L'dea non mi piaceva affatto e quindi abbiamo iniziato a pensare ad altro anche perché la cosa stava iniziando ad interessare anche tuo padre. Dopo poco proprio a lui venne in mente l'idea di creare delle aureole artificiali, che io poi ho fatto a fare a Bulma, e che con il mio teletrasporto potevamo fare avanti e indietro senza problemi » concluse la frase Goku con un sorriso raggiante sul volto.
« E Re Yammer e gli altri? Impossibile che non si siano accorti di niente ... » mormorò Trunks in direzione di Gohan come se pretendesse da lui una risposta la quale però arrivò giustamente dal genitore: « I superiori ci hanno messo poco a scoprirci anche perché Re Kaio a mentire non è proprio buono. In ogni caso ci hanno dato la possibilità di confrontarci con altri guerrieri provenienti da tantissimi pianeti diversi! Alla fine però ci hanno negato di partecipare al Torneo delle Quattro Galassie ... Che sfortuna nera ... » sospirò infine mettendo il broncio.
« Mi fa piacere ... » disse il lilla sorridente « ... Quindi con te viene anche mio padre, giusto? » chiese sperando che quello fosse il motivo per cui non l'aveva trovato poco prima.
« Sì, ma non sempre. Ultimamente poi non è ben accetto ... »
« E perché? »
Il Son sospirò « Gli altri guerrieri non sono a conoscenza del nostro imbroglio e ci credono per davvero dei defunti. Vegeta recita alla perfezione la sua parte se non per un piccolo e allo stesso tempo grande problema ... »
« E cioè? » chiese Trunks senza esitazione.
« Questi scontri avvengono in paradiso e là vi sono le anime dei guerrieri più valorosi. Alcuni di loro l'hanno riconosciuto come il loro assassino e si stanno chiedendo perché sia stato ammesso in quel luogo ... Secondo Re Yammer Vegeta ha commesso in passato talmente tante atrocità che la sua accettazione in paradiso sarebbe inammissibile anche dopo un atto estremo. Re Kaio continua a coprirci come può ma non credo che la sua copertura possa durare più di tanto ... ».
Il lilla comprese all'istante la situazione e non poté fare a meno di pensare che forse, in quell'ultimo periodo, il padre avrebbe fatto sempre più affidamento al suo generoso regalo fattogli qualche anno prima e che probabilmente sarebbe stato ansioso di testare gli aggiornamenti da installare su di esso.
Si guardò attorno un paio di volte attorno con l'aria da bambino nonostante gli anni e i due Son, capendo (stranamente entrambi), sorrisero compiaciuti. Goku fu il primo a parlare: « Vegeta come al solito mi ha smollato a metà strada ... Ora sarà già a casa ». Successivamente fu il turno di Gohan: « La mamma ne avrà ancora per un per un oretta almeno. Torna dopo per il pranzo, non farti problemi ».
Trunks sorrise raggiante e il petto gli si gonfiò sotto quella camicia bianca, Si piegò porgendo ad entrambi un inchino « Grazie mille ».
« Hei, non abbiamo fatto nulla ... » pronunciò il Son maggiore mentre con una mano si massaggiava una spalla indolenzita probabilmente dal combattimento svolto nell'aldilà. Il glicine rialzò le spalle e si allontanò di pochi passi dopodiché si fermò all'improvviso e ritornò dove si trovava, mise una mano in una tasca specifica e ne estrasse qualcosa. Si avvicinò a Gohan, gli prese una mano e ivi poggiò l'oggetto « Faccio prima volando. Se vuoi però ci puoi fare tranquillamente un giro ». Detto ciò il figlio del Principe dei Sayan del futuro si allontanò a velocità strepitosa destando l'attenzione di uno dei due ... Goku fischiò mentre si portava una mano alla fronte per simulare una visiera « Però, è una scheggia ... » il genitore poi si voltò verso il figlio « ... cosa ti ha dato Trunks? ».
« Hah, non saprei ... » mugolò Gohan mentre osservava un paio di chiavi con allegato un portachiavi della Capsule Corporation.
« Non possono servire per quella laggiù? » Goku parlò semplicemente mentre indicava con il dito indice un mezzo che non aveva mai visto nei dintorni di casa propria. Il diciottenne seguì con lo sguardo il dito del padre e sbiancò nel vedere il bolide futuristico parcheggiato dinanzi casa. Corse in direzione della vettura e poggiò entrambe le mani guantate sulla portiera che rifletteva una gran quantità di luce grazie alla sua superficie lucida. Gohan girò attorno l'oggetto varie volte prima di aprire la portiera e sedersi al posto di guida mentre Goku, con estrema calma, si appoggiava con i gomiti alla portiera del passeggero. Il figlio guardò il padre dopo aver stretto con forza il volante ...
« Ha detto che potevo provarla giusto? ».

Con la sua figura sembrava tagliare in un solo colpo il cielo mentre i suoi occhi parevano brillare più dello stesso. Sorvolò alcune chiazze verdi sottostanti realizzate dall'avvicinamento di numerosi alberi e parecchie miglia quadrate di ampio prato prima di intravedere il conosciuto luogo: il grande lago circondato da un'altura e sopra di essa una porzione di bosco e una casa dallo stampo moderno. Trunks atterrò nei pressi della piccola abitazione con un leggero fiatone: aveva volato più veloce che poteva ...
Quando i suoi piedi si posarono sullo zerbino quasi abbandonato a sé stesso sentì il cuore fargli una capriola: all'interno infatti era perfettamente percepibile un'aura famigliare.
Con titubanza bussò tre volte alla porta ed attese una qualche risposta che, anche in quel caso, non arrivò mai.
Alzò lo sguardo ed osservò lo stipite chiaro. Respirò profondamente ...
« Papà ... » dall'altra parte la sua voce riecheggiò distintamente raggiungendo chi richiesto che però non si mosse di un millimetro rispetto dove stazionava. Trunks si morse la lingua un po' per rabbia, un po' per altro. « ... Vegeta ... » un'altro respiro « ... sono io. Posso entrare? ».
Ancora una volta: nessuna risposta.
Il lilla rimase ad osservare la scura porta per un lungo, interminabile minuto. Mandò giù un poco di saliva prima di poggiare la mano destra sul pomello metallico. Si fece deciso sul da farsi e la sua espressione sul volto mutò di conseguenza « Chi tace acconsente. Io entro ».
Aprì la porta deciso, con un solo gesto ma fu costretto a richiuderla all'istante davanti a sé quando il padre gli puntò addosso il palmo aperto di una mano mentre lo osservava furente ... « IO NON HO AUTORIZZATO NIENTE! TORNA FUORI! » e dopo aver urlato ciò Vegeta colpì con un'onda d'energia una parte del pianerottolo incenerendone la maggioranza.
Trunks arretrò di qualche passo riappoggiando le calzature sull'erbetta vicina. Con una mano si risistemò i capelli che, all'improvviso "Benvenuto", si erano sparpagliati da una parte all'altra facendo perdere in alcuni punti la piega abituale. Riavvicinandosi vide che la porta era rimasta aperta ... poggiò una mano su di essa ma non la scostò.
« Papà ... posso? » il lilla non udì nulla provenire dall'altra parte pertanto varcò la soglia con un lieve timore guardandosi attorno svariate volte prima di terminare l'azione successiva ovvero: avanzare chiudendosi la porta alle spalle con un tocco leggero. Un piccolo ciocco si udì alle sue spalle seguito poi da un cigolio. Trunks si voltò e vide che la porta era ancora aperta. Si incamminò verso di essa e con un'altro gesto di mano la fece riavvicinare allo stipite nel quale la serratura non attendeva altro se non scattare. La superficie legninea rimbalzò non andandosi ad incastrare nel punto desiderato. Il lilla provò più volte rimediando però il medesimo risultato e poi, all'ultimo tentativo, sorrise voltandosi verso il salottino nel centro del quale il padre l'aveva attaccato pochissimo prima e che continuava a tenergli le spalle « Hai rotto la porta ... ».
Vegeta alzò le spalle mentre fece riecheggiare un sogghigno nell'intera stanza « Tzk, non ha la minima importanza ... » il Principe dei Sayan si voltò con lentezza guardando negli occhi la "sua" creatura e sorrise mentre con una mano guantata alzava un piccolo foglietto ... alla vista di quell'oggetto anche gli occhi azzurri si illuminarono.
« ... La porta la aggiusterai dopo. Adesso fammi vedere questo visto che mi hai trovato ».
Il figlio sorrise raggiante « Sì ».

La piccola capsula dai colori chiari venne inserita in un apposito forno nel quale, dopo un totale inserimento e una rotazione completa in senso orario, si bloccò facendo udire anche un suono secco quando ciò accadde. Voltò un attimo gli occhi verso il padre il quale, con una freddezza disarmante per nascondere l'eccitazione per il nuovo e gradito regalo, continuava ad osservare silenzioso l'uscio di pesante metallo attendendo l'agognata serie di novità. Il sayan più giovane premette il bottoncino presente sulla capsula e un lieve e poi sempre più forte "Woooom" iniziò a farsi strada in quelle mura accoglienti. I due uomini si allontanarono appena dall'uscio quando lo videro illuminarsi di un rosso acceso il quale sembrava aver tramutato la porta in una lastra incandescente. Il silenzio ritornato segnalò la fine dell'aggiornamento. Trunks tornò al piccolo pannello a fianco della porta e compiendo azioni inverse riestrasse il piccolo oggetto e infine lo gettò tranquillo in una pattumiera lì vicina poiché divenuto inutile. Il lilla si voltò nuovamente verso il principe dei sayan e con una mano aperta in sua direzione gli fece cenno che da quell'attimo poteva rientrare in quel luogo. Vegeta non disse nulla, non accennò nemmeno ma con una seria determinazione fece i pochi passi che servivano verso la porta e si fermò davanti ad essa. Poggiò entrambe le mani guantate sulla grande valvola di apertura e la rece ruotare. Dopo aver udito lo scatto della serratura tirò la pesante porta verso di sé e si apprestò ad entrare seguito da un Trunks che teneva il cuore in gola poiché grande era la speranza per la buona riuscita della nuova stanza. Vegeta rimase a contemplarla in silenzio elencando nella sua mente tutte le differenze che poteva intravedere: rispetto alla precedente era molto più ampia e il soffitto era più alto, all'esterno sicuramente quella stanza sarebbe apparsa come la più ampia ma di certo non come la più alta anche perché i cinque scalini inseriti ai piedi della porta segnalavano l'interramento di una parte di essa; la grande ed unica parete curva, a dispetto delle quattro perpendicolari precedenti, donavano un maggiore virtuosismo al tutto. Il pannello dei comandi era rimasto perfettamente al centro della stanza e Vegeta s'infastidì un poco al pensiero di ritrovarsi all'interno di una abnorme ciambella ...
Trunks si accorse immediatamente del cruccio e cercò di porre rimedio esponendo le sue motivazioni: scese anch'egli i cinque scalini, si fermò al fianco del padre che continuava a non osservarlo ed incrociò le braccia « Lo so che dà fastidio ma non avevo la possibilità di spostarlo da lì ... ».
Gli occhi color della notte ruotarono appena « E questo che vorrebbe dire? » il tono duro ammetteva una risposta decente.
« Beh ... » iniziò il lilla avanzando appena verso il pannello dalla forma cilindrica che spuntava dal terreno e proseguiva fino a toccare la sommità della stanza « ... Ho provato a spostarlo ma qualsiasi mutazione della sua locazione ne peggiorava le prestazioni ... » a Vegeta sarebbe bastò così ma Trunks proseguì « ... Per poter fare una modifica radicale sotto questo aspetto mi sarei dovuto metter quì e modificare ogni cosa personalmente impegnandoci all'incirca una settimana. A parte il fatto che molto probabilmente non avresti acconsentito ad un tempo di lavorazione così "lungo" io stesso non mi sarei potuto trattenere così tanto ... » le giovani mani si poggiarono vicino al bottone di accensione e si chiusero lentamente a pugno « ... Ora come ora non mi posso permettere certe libertà ».
Il Principe rimase in silenzio fino all'ultimo ed incrociò le braccia attorno alla sua armatura che tanto ricordava la vecchia per non dire che era identica ... altro regalo del figlio. Il maggiore si sorprese nel ritrovarsi comunque pienamente soddisfatto del tutto mantenendo per se quel pizzico do'orgoglio che il giovane della speranza racchiudeva ogni qualvolta ... si ritrovò addirittura a pensare che avesse fatto fin troppo ... o quasi.
« Và bene così » Trunks si ritrovò spiazzato a quelle poche parole, in effetti aveva sempre immaginato tutt'altra risposta da uno come lui ... quando si voltò indietro per osservarlo lo ritrovò con il naso alto a contemplare prima l'una poi l'altra parte di parete mentre si avvicinava con passo flemmatico.
« Per il resto quali sono le migliorie? » a quella domanda il lilla parve risvegliarsi e contento del fatto che il padre fosse curioso di sentire il resto iniziò ad esporre i vari elementi: « Allora, per prima cosa l'interramento parziale della stanza farà in modo che la temperatura al suo interno rimanga sempre costantemente fresca come adesso. Nella stanza precedente infatti dopo un paio d'ore l'aria diveniva quasi irrespirabile ... » Vegeta si guardò attorno ma sinceramente non provò tutto quel fresco annunciato « ... Te ne accorgerai allenandoti. In secondo luogo la unica superficie curva permette alle onde, all'aria in generale, di spostarsi con una velocità elevata raggiungendo anche ragguardevoli picchi ... Ma questo era presente anche nella navicella che usavi anni fa quindi penso che sia soltanto un "Ritorno al passato" ». Trunks fece cenno al padre di avvicinarsi e quest'ultimo gli si fermò a fianco « Il pannello dei comandi e rimasto pressoché invariato: con il bottone giallo accendi e spegni la stanza mentre con queste frecce alzi o abbassi la gravità ... » iniziò il glicine indicando ogni singolo pulsante « ... Sono riuscito ad aumentare la gravità del 300% ... Non ho provato il picco massimo sulla mia pelle ma ho comunque visto gli effetti che può produrre una forza del genere ... » il padre aguzzò l'udito sempre più curioso « ... Avevo posizionato una dura roccia nel centro della stanza ma poi questa, dopo pochi istanti si è tramutata in polvere finissima. Un cubo di metallo invece, dopo una decina di minuti, si è avvicinato moltissimo dall'assumere l'aspetto di una lastra ... Papà, ti prego di non prendere troppo sottogamba questa stanza ...».
Al termine di quelle rivelazioni il principe sogghigno felice alla sola idea di potersela vedere con un limite tanto alto. Trunks comprese in pieno il suo sguardo ma sperò che non fosse tanto sciocco da non fare le cose per gradi « Questi tre pulsanti nuovi sono le modifiche che ho inserito io personalmente ... » il principe recuperò la concentrazione ed iniziò ad osservare quei nuovi pulsanti: uno verde, uno viola e uno nero ... « ... Spingendo il primo bottone, da un pannello posto nel terreno, usciranno dei robot satelliti come quelli che ti aveva fatto anni fa il nonno con l'unica differenza che sono molto più resistenti ... » Vegeta annuì « ... Ecco la prima vera novità. Spingi il bottone » lo incitò Trunks facendogli spazio, per renderlo maggiormente partecipe.
Vegeta fu come al solito schietto e diretto: « Non mi fare perdere tempo! ».
Il figlio non se la prese e dopo un "Va bene" premette il bottone viola al posto dell'invitato. Un lieve suono di motori iniziò ad udirsi ma nessun cambiamento di vide.
« Embè? » sentenziò il moro alquanto seccato. Trunks in risposta alzò una mano e generò su di essa una piccola sfera d'energia. La lasciò andare e questa guizzò rapida alle loro spalle, percorse la stanza in un moto circolare tornando nel punto in cui era stata lanciata automaticamente ... il padrone non la comandava affatto. I due la schivarono senza problemi e quella continuò facendo un'altro giro con la forza cinetica che aumentava secondo dopo secondo.
Vegeta ghignò « Beh, tutto quì? ».
Trunks sorrise accettando la sfida « Non proprio ... » e dopo aver pronunciato ciò generò una pioggia di onde ad intervalli differenti. Rotazione dopo rotazione delle masse luminose per loro diveniva sempre più difficile evitare i colpi ... Vegeta si morse la lingua ancora una volta soddisfatto però dell'opera.
Allenamento a sorpresa: il glicine, dopo aver schivato un paio di onde si avvicinò con uno scatto al pannello dai comandi e premette deciso il pulsante giallo attivando così la gravità.
« Tzk! Sei in grado di sopportare tutto questo Trunks? » bofonchiò Vegeta in segno di sfida mente con maggiore impegno evitava le onde. « Scherzi? ... » iniziò il glicine mentre dirigeva apposta verso il genitore le onde che non riusciva ad evitare « ... Mi sono per me una stanza uguale e la uso tutti i giorni ». Il principe si sentì punto sul vivo « COSA?! Ne avevi già una pronta?! E perché allora hai aspettato tanto a portarmela?! SPIEGA! ».
Il ragazzo del futuro si disfò di parecchie onde con l'ausilio di un'altro colpo energetico che però non si lasciò sfuggire « Guarda ... Guarda che l'ho terminata l'altro ieri! ». Il principe dapprima rimase in silenzio ma poi urlò con forza ponendo fine a quel perpetuo "giramento di palle". Il glicine nel frattempo rispense la gravità ed iniziò ad osservare il genitore con un fisico lievemente sudato ... « Allora, come ti sembrava? ».
Vegeta non si scucì: « Non male ». Trunks si accontentò.
« Ora ti mostro l'ultima novità ma prima ... » l'ometto si inginocchiò e aprì uno sportello sotto al pannello e ne estrasse una piccola bomboletta spray « ... spruzzati addosso questo » disse poi lanciando l'oggetto verso il padre che lo afferrò semplicemente.
« Cos'è? »
« E' un attrattivo per le molecole di un particolare metallo. Non ti preoccupare, l'ho testato su di me varie volte e non mi è mai successo nulla ... ». Il principe si spruzzò addosso con riluttanza un poco di quella sostanza inodore e incolore prima di rilanciare la bomboletta in direzione del ragazzo. Trunks sistemò il tappo di plastica che era stato mal sistemato e rimise il flacone al proprio posto.
« Molto bene ... » iniziò prima di spingere il bottone nero dopo il quale dal terreno, accompagnato da un piccolo rollio, si alzò un alto e stretto cilindro di vetro nel quale vi era un liquido scuro « ... La mamma si è complimentata tanto con me, spero che ti piaccia ... » il glicine, sotto lo sguardo severo dell'altro, si avvicinò al monolito e da esso ne staccò via un piccolo pezzo di metallo dotato di numerosi microchip. Lo osservò e lo fece vedere anche al padre « ... Prima di aprire la valvola come farò adesso ricordato sempre di staccare sempre uno di questi pezzi e di tenerlo con te. Ce ne sono altri quattro vergini oltre a questo ma anche se il numero è esiguo sono sicuro che ne farai buon uso ... ».
« Ce ne sono solo cinque allora » disse logicamente Vegeta.
« All'inizio erano sei ma uno l'ho utilizzato ed è ancora in memoria. Togliendo questo che utilizzeremo adesso ce ne saranno altri quattro. Apro la valvola ... » mormorò il glicine avvicinandosi all'alto tubo e ruotando la piccola valvola che si trovava alla base di esso. Un liquido denso e scuro iniziò a colare verso il basso indirizzandosi poi verso il principe dei sayan evidentemente attratto dalla sostanza spruzzata in precedenza.
L'istinto di togliersi i dosso quel vischiume nero fu altissimo per Vegeta ma si trattenne alla raccomandazione del figlio: « Non ti preoccupare, ne vale la pena ».
Il principe si lasciò ricoprire interamente ... Trunks gli andò vicino e inserì il piccolo oggetto dotato di chip in un punto nel quale l'agglomerato di quella sostanza metallica era maggiore e parlò nuovamente: « Ora le particelle si staccheranno ma sappi che se non applichi l'oggetto che ti ho fatto vedere prima queste ti rimarranno addosso finché l'effetto dello spray non sarà svanito, il che comporta una seccatura di minimo sei ore ... ».
L'intero impasto color della notte si staccò dall'individuo permettendo nuovamente al sayan di muoversi con scioltezza. Il figlio si avvicinò al padre dopo aver rispinto il bottone scuro e aver permesso all'oggetto cilindrico di ritornare nel sottosuolo. Trunks sorrise raggiante notando lo sguardo stupito del padre nel vedere la massa informe solidificarsi assumendo le sembianze del proprietario.
« Io lo chiamo "Guerriero Oscuro" ... » iniziò il ragazzo con un tono di voce alto e carico di energia aprendo appena le braccia in direzione del nuovo essere « … Le molecole di metallo che ti si erano attaccate al corpo hanno memorizzato la loro posizione e l’inserimento del chip permette a tutto il complesso di rimanere amalgamato e tenere tutte le nozioni in memoria … » il giovane sayan si avvicinò alla massa oscura lasciandosi alle spalle l’uomo dalla capigliatura a fiamma che lo continuava ad osservare con malcelata curiosità. Il glicine si fermò a fianco della creatura, poggiò la mano destra sul fianco mentre con la sinistra indicava il cranio con sopra una forma che ricordava la capigliatura del principe Vegeta « … Questo essere non ha nulla memorizzato al momento se non la posizione dei vari “tasselli” del corpo pertanto ora come ora non ti potrà essere utile negli allenamenti. Bisogna tenerlo per un qualche tempo in disparte in modo che assimili ulteriori informazioni » e dopo aver detto ciò Trunks spostò di peso l’essere facendolo poggiare a terra e con la schiena contro il muro come se fosse stato un burattino senza vita. Vegeta era a dir poco scocciato di quella seccatura: « CHE COSA?! E allora che cavolo me ne faccio io di quel coso?! ».
Il giovane scienziato fu rapido nel mettere le mani in avanti per tranquillizzare il genitore « Calma papà, parli troppo presto! Ora ti spiego … » Trunks si riavvicinò al padre e cercò di parlargli con tutto il rispetto che egli richiedeva ogni volta « … Vedi, ora è come un bambino incapace di camminare, non può fare nulla ma guardandoti può imparare in fretta, all’istante! Gli basteranno pochi minuti per divenire un combattente base dopodiché ti potrà sfidare apertamente e continuare ad imparare nel frattempo riuscendo a fare poi ogni tuo singolo colpo ». Vegeta alzò un sopracciglio alquanto dubbioso e il glicine aggiunse dell’altro « Anche quando tu combatti contro un’altra persona lui immagazzina ogni informazione utile mediante i suoi “occhi” pertanto anche quando non vuoi che ti sia tra i piedi lui starà in disparte ma non sarà mai inutile quindi … » a Trunks venne impedito di proseguire: il principe dei sayan si voltò verso il giovane e gli sferrò un pugno tale da farlo staccare da terra e mandarlo a schiantare contro il pannello dei comandi. Il glicine ricadde faccia a terra e si rialzò dopo poco massaggiandosi il viso con la mano destra mentre con la sinistra si aiutava a rialzarsi. Vegeta strinse i pugni e li mantenne chiusi lungo i fianchi. Osservò silenzioso il figlio che si rialzava e che lo scrutava con un’espressione stupita e alquanto spaesata … evidentemente non riusciva a spiegarsi quel gesto improvviso.
Prima che il lilla potesse proferire qualcosa il sayan maggiore chiese immediatamente informazioni: « Hei, Trunks! Come si fa a richiamare quella cosa? ». Il figlio terminò il piccolo massaggio ed osservò il Guerriero Oscuro con uno sguardo che era tornato quasi quello di sempre « Beh, visto che è una tua copia lo puoi richiamare come meglio credi. Tanto risponderà soltanto ad un tuo richiamo a meno che non sarai tu stesso a ordinargli diversamente ».
Vegeta si espresse con un ghigno contento del fatto che avesse pieno potere su di quella creatura e si rivoltò verso di essa « Mostro, alzati » gli ordinò con voce dura e l'essere, come su comando, si alzò senza emettere il minimo suono. A un gesto della mano destra del sayan maturo il mostro si avvicinò maggiormente e si fermò rigido come un soldato ad un gesto differente della medesima mano. Vegeta si mise davanti all'uomo oscuro e lo fissò nel punto in cui dovevano stare gli occhi ... « Prova a colpirmi » gli ordinò e dopo una millesimale frazione di secondo l'ombra si mosse: la mano destra si chiuse a pungo e venne portata a gran velocità in avanti con la medesima movenza che aveva compiuto il Principe dei Sayan poco prima contro il proprio figlio mancandolo però di pochi centemetri poiché "l'attaccato", che sapeva già come si sarebbe svolta l'azione, si era piegato indietro con la schiena evitando così di ritrovarsi con una guancia tumefatta. Vegeta indietreggiò di un passo vedendo riattaccare l'essere con il medesimo colpo dotato della medesima forza e sorrise al pensiero che in realtà quella massa metallica era a dir poco stupida: non cambiava nemmeno l'arto con cui attacare. Dopo altri tre colpi identici, dopo i quali il sayan moro ridacchiò sprezzante, l'originale si avventò con furia contro la creatura artificiale e iniziò a tempestarla di colpi rapidi e violenti non lasciandole il minimo spazio e facendola arretrare fin contro la parete ricurva sulla quale, istante dopo istante, alcune chiazze scure si staccavano dal guerriero oscuro andando a sporcare il terreno come se fosse stato sangue. Trunks osservò il genitore esterrefatto di ciò che stava compiendo: stava letteralmente facendo a pezzi un pupazzetto senza vita.
Il principe si staccò e si alzò in volo andando quasi a toccare il soffitto con la punta dei capelli, portò le mani sopra alla nuca e concentrò su di esse due potenti sfere d'energia mentre il Guerriero Oscuro, o Mostro, si staccava placidamente dalla fredda parete.
« AVANTI MOSTRO! ... » urlò Vegeta a pieni polmoni attirando l'attenzione dello stravagante essere « ... FAMMI VEDERE CHE SAI FARE!! » e dopo aver urlato ciò abbassò rapido le braccia lasciando che il potere accumulato nelle due sfere si andasse a indirizzare nella direzione prestabilita.
Il Vegeta Oscuro piegò appena la schiena all'indietro e lasciò che il colpo andasse ad infrangersi contro la parete curva che annullò ogni effetto dell'attacco dopodiché, con uno scatto sorprendente, si alzò anch'egli in volo e si gettò contro colui che aveva emanato l'ordine: Trunks lo vide sferrare pugni a più non posso a velocità incredibile e a schivare i successivi attacchi altrettanto rapidamente emulando i movimenti che effettuava il principe davanti a lui come se fosse stata davvero la sua ombra. Quando la copia colpì l'originale con un pugno carico in pieno volto, il ragazzo del futuro si ritrovò felice nel vedere sul viso del padre un sorriso di soddisfazione prima che quest'ultimo colpisse il nemico con un pugno tale allo stomaco che fece piegare la massa oscura in due nonostante non avesse organi che si potessero lesionare al suo interno ...
Trunks strinse forte i pugni mentre un largo sorriso gli si dipingeva sul volto « Visto papà?! Non è incredibile? Ti sarà utilissimo, ne sono certo! ». Il padre proseguì la sua lotta come se fosse stato completamente sordo ma il figlio non si scoraggiò e si andò a sedere sulla piccola scalinata composta da quei cinque gradini e continuava a sorridere gioioso del fatto che il genitore, anche se non lo volesse dare a vedere affatto, era molto soddisfatto dei doni e quell'ultimo poi avrebbe sicuramente scatenato la gelosia del grande rivale Son Goku e pertanto il grande Principe dei Sayan sarebbe apparso in un qual modo superiore all'essere di infimo livello sociale. Trunks si trovò davvero orgoglioso del suo operato e poggiò i gomiti allo scalino disponibile e proseguì l'osservazione di quel macabro svago che diveniva via via sempre più violento ma comunque a parer suo abbastanza sicuro poiché l'emulo non avrebbe mai potuto superare in forza o potenza il proprio originale rimanendo al livello massimo individuato ... in sostanza: la copia non sarebbe mai divenuta più forte rispetto al principe. L'unica eventualità sarebbe stata che in futuro Vegeta si sarebbe rammollito ma era una possibilità che il glicine escludeva senza obbiezioni.
Dopo un'oretta circa Trunks riosservò l'orologio e dopo di esso il padre: appariva alquanto spossato ma soddisfatto pertanto si alzò in piedi e gonfiò il petto « Papà, non è forse il caso di fare una pausa? Io poi devo andare a pranzo ... ».
Vegeta alzò rapido una mano verso la sua copia e corrugò le sopracciglia « STOP! ... » urlò prima di voltarsi poi verso il figlio non esattamente "suo figlio" « ... Dov'è che vai te? » gli chiese con una punta di nervosismo nel tono utilizzato.
Il lilla guardò prima il Guerriero Oscuro che al richiamo si fermò all'istante e poi il padre con una leggerissima goccia di sudore che gli scendeva dalla fronte « Io devo andare a pranzo dai Son, mi hanno invitato ». Il principe atterrò poggiando entrambi gli scarponcini a terra, fece alcuni passi in direzione della porta di uscita e si fermò dinanzi al figlio porgendogli però il fianco destro della sua figura. Vegeta alzò rapido l'occhio destro e con esso squadrò il figlio in una frazione di secondo rimanendo però in silenzio. Trunks deglutì. L'uomo dai capelli a fiamma avanzò salendo sul primo scalino della scaletta e fermandosi su di esso sentendo sulle forti spalle lo sguardo dell'unico nascituro ... « Fai quello che ti pare ma prima dimmi come rinchiudere quella cosa ... ».
Il lilla annuì non riuscendo a cogliere quella punta di amarezza intrinseca in quelle poche parole ...
« Prima devi ordinare alla copia di avvicinarsi, devi estrargli la piastra con il chip di memoria dopodiché rispingere il bottone nero del pannello di controllo. Quando si rialzerà il tubo dal terreno il liquido tornerà automaticamente nel contenitore ed esso si sigillerà e tornerà nel sottosuolo. Prima che ciò avvenga dovrai sistemare il chip in alto dove stava prima e una lastrina di colore rosso su di esso ti indicherà che è già occupato da informazioni e quindi non è più vergine. Capito? ».
Vegeta non si voltò affatto ma annuì mentre con una mano guantata apriva la porta di metallo « Il mostro mettilo via te ».
Ammutolito Trunks lo lasciò sparire all'interno della casa.

Terminata la piccola faccenda all'interno della stanza d'allenamento il ragazzo del fututo ne uscì composto, richiuse la porta alle spalle e tramite una ridotta tastiera numerica che si trovava al di sopra del foro per l'inserimento della capsula d'aggiornamento digitò un codice segreto, conosciuto soltanto da lui e il genitore, il quale permise di attivare un sistema che impedisse l'accesso in essa ai non autorizzati. Questo sistema, inserito fin dalla primissima stanza progettata da Trunks, secondo il giovane doveva impedire possibili incidenti verso coloro che non erano esperti combattenti mentre per Vegeta era soltanto un modo per tenere lontano le seccature.
Il lilla si diresse nel salotto e poi nella calda cucina nella speranza di trovare il padre o seduto sul comodo divanetto blu oppure ad abbeverarsi con una bibita fresca ma entrambe le brevi ispezioni non portarono a nessun risultato soddisfacente infatti l'uomo richiesto non era in nessuna delle due stanze. Uscendo dalla cucina il ragazzo osservò le piccole scale di legno chiaro che portavano al piano di sopra con una leggera punta di dubbio poi però, sentendo la porta di legno del bagno aprirsi e poi chiudersi con violenza comprese che Vegeta era nei paraggi. Deciso si affrettò a salire i gradini trovandosi al piano superiore.
Appena giunto nel reparto notte vide che la porta dei servizi era aperta e dalla fessura ne usciva fuori un gran calore affiancato da una grande nuvola di vapore profumato ma, sentendo che nessun sanitario era in funzione, si avvicinò alla porta della camera e bussò sulla bianca superficie un paio di volte « Papà, posso entrare? ».
Passò un minuto intero prima che si udisse dall'altra parte un "Entra" affogato in una serietà spiazzante. Trunks varcò l'uscio leggermente agitato poiché il padre era sempre, troppo imprevedibile. Alzò gli occhi verso il soffitto a cupola di vetro dopo che ebbe richiuso la porta con un leggero colpo di mano: su rischiesta di Vegeta aveva progettato quella stanza in modo che fosse la più alta, la più centrale e che grazie alla soffittatura trasparente fosse la più luminosa e la più bella di tutte. Secondo il ragazzo l'aveva richiesta per poter vedere le stelle ...
Riabbassò gli occhi ormai sazio dell'osservazione di quell'azzurro limpido e li lasciò fissi su di un principe che, dopo essersi vestito della sua biancheria intima, si era seduto sul fondo del comodo letto matrimoniale e gli donava le spalle mentre con quegli occhi neri sembrava interessato a carpire i misteri di un comune comò.
« Cosa vuoi? » sibilò il moro facendo per un istante rabbrividire Trunks che era ancora impalato dinanzi a quella porta.
Il giovane deglutì « Ecco, io dovrei andare adesso però dopo torno, promesso » ... la sua derminazione non era molto convincente ....
« E allora? Sei venuto solo per dirmi questo? Vattene se non hai altro ... » la voce del Principe divenne ancora più grave e il figlio percepì a pieno quel senso di astio che aleggiava in quella luminosa stanza generandogli un pesante nodo allo stomaco.
Poi, ecco un'idea ...
Trunks cercò di tornare raggiante « Perché non vieni anche tu? Sarà divertente! » esclamò infine con un sorriso sulle labbra.
Vegeta si voltò verso il glicine con una vena pulsante sulla fronte quasi pronta ad esplodere e scattò in piedi come se avesse avuto una molla sotto al sedere « CHE COSA?! TI E' DATO DI VOLTA IL CERVELLO!?! » con passo pesante ma cadenzato il temibile principe mise il figlio spalle al muro e lo afferrò con una mano alla camicia strattonandolo appena senza riuscire però a mettergli paura « No papà, dico sul serio. Mi hanno invitato, è vero, ma passiamo poco tempo assieme quindi ho creduto che ti avrebbe fatto piacere ... ».
Vegeta strinse maggiormente il pugno facendo ribollire ancora la rabbia « PIACERE UN CORNO! IO NON VADO DA KAHAROTH, QUELLA TERZA CLASSE!! LEVATELO DALLA TESTA!! ».
« Strano, eppure a me risultava che tu e Goku vi allenaste assieme nell'aldilà ... » mormorò poi il glicine lasciando il padre di sasso e con i suoi castelli in frantumi mentre si esibiva in una smorfia davvero buffa che includeva gli occhi sbarrati e la bocca aperta ... Prima che Trunks potesse però controbattere Vegeta si fiondò al centro del largo lettone e ivi fermò incrociando braccia e gambe e mettendo sù un bel muso ...
Il giovane sayan ridacchiò un poco trovandolo buffo mentre osservava nuovamente le sue spalle « Dai, è solo un pranzo, che ti costa? ».
Il moro voltò la testa da una parte e chiuse gli occhi indignato « Umpf! Un conto e tempestarlo di cazzotti un conto è mangiarci a tavola! Non mi abbasserò alla sua infimità!! ».
Trunks si poggiò alla parete con la schiena e incrociò anch'egli le braccia mantenendo però quel tenero sorriso « Eddai, un boccone e poi ce ne andiamo ... E magari dopo puoi fare vedere anche a Goku la nuova stanza per la gravità. Oltretutto non puoi mangiare carne in scatola per sempre ... approfittane visto che cucina Chichi, è un'eccellente cuoca e poi ... » il lilla non aggiunse altro quando notò che da quando aveva proferito che poteva far vedere la nuova stanza a Goku (e quindi pavoneggiarsi con lui) aveva smesso di ascoltarlo. Il ragazzo sbuffò rassegnato « Allora, andiamo? ».
Vegeta mugolò qualcosa ma poi balzò giù dal letto e si infilò un'altra tuta da combattimento pulita identica a quella che portava poco prima « D'accordo ma spero che sia una cosa rapida » e dopo avere terminato la vestizione si dileguò dalla stanza con un figlio che lo seguiva a ruota.

Il viaggio verso casa Son fu lungo poiché il silenzio tra i due personaggi, dei quali soprattutto uno sembrava restio al dialogo, sembrava far allungare il tragitto e chi dei due percepì maggiormente la pesantezza della cosa fu il giovane Trunks che però strinse i denti e lasciò correre pensando che fosse già tanto che il padre avesse accettato di accompagnarlo.
Quando atterrarono dinanzi alla piccola porta d'ingresso il glicine si guardò attorno ed alzò un sopracciglio quando non scovò più la sua macchina ... non se ne preoccupò più di tanto pensando che Gohan l'avesse parcheggiata sul retro.
Vegeta, preceduto da un ragazzo tranquillo, posò i suoi regali piedi sul piccolo zerbino e con forza (trattenuta s'intende) bussò energicamente sulla porta dell'abitazione del suo eterno rivale ed attese che un individuo di terza classe gli aprisse.
« Questo dev'essere Trunks! ... » udirono i due dall'esterno notando il tono femminile e alquanto isterico « ... GOHAN! Vai ad aprire per favore che io mi stò pulendo le mani!! ».
« Sì, sì, vado » la voce del primogenito Son si udì forte e chiara e dopo quella affermazione i due sayan della diversa famiglia poterono percepire l'avvicinarsi della sua aura passo dopo passo. La porta si aprì di una decina di centimetri dopodiché venne aperta completamente. Gohan, vestito di una tenuta decorosa (una divisa da combattimento viola e rossa) apparve alquanto stranito nel vedere assieme al suo amico atteso anche qualchedun'altro « Salve Vegeta, che sorpresa ... ».
Il Principe dei Sayan mugolò un "Ciao" forzato mentre il glicine cercò di apparire più caloroso: « Ciao Gohan! Ho chiesto io a papà di aggiungersi, non è un problema vero? ».
« No, credo proprio di no » bofonchiò il giovane moro comunque ancora sorpreso mentre nel frattempo una Chichi battagliera, poiché non comprendeva il perché il loro ospite era ancora alla porta, si avvicinava con passo deciso ricordando una sottospecie di militare ma con tanto di burazzo ancora in mano « Gohan, cosa aspetti a farlo entrare? E' scortese lasciare un invitato alla porta ».
« Sì mamma, hai perfettamente ragione » e dopo aver detto ciò il Son si spostò di lato lasciando che i due ospiti facessero il loro ingresso nell'abitazione ma poi, quando Vegeta vide la signora di casa, sorrise beffardo e disse al moro primogenito una cosuccia alquanto disdicevole ... « Trunks non mi aveva detto che ci sarebbe stata anche la nonna ... ».
Chichi divenne di sasso ma le bastarono pochi istanti per riprendersi e per ... fare battaglia: la donna si avvicinò pericolosamente al principe con le maniche del chimono arrotolate ai gomiti e con un'aria nullaffatto carina o perlomeno non del tutto compiacente « CHE COSA?!?! Ripetilo se ne hai il coraggio! ».
Vegeta mutò li suo ghigno divenendo più sadico del normale mentre i due poveri ragazzi si guardavano vicendevolmente senza sapere cosa poter fare « Tzk! Sembri una vecchia ».
Una moltitudine di capelli corvini sembrarono uscire da quel chignon come se fossero stati loro stessi ad essere offesi anche se la proprietaria, che stava divenendo rossa in volto, non era da meno poiché stava letteralmente perdendo le staffe « MA COME TI PERMETTI DI PARLARMI IN QUESTO MODO?! SEI UN BUZZURRO!! ».
L'uomo dai capelli a fiamma chiuse gli occhi ed entrò nel salotto come se nulla fosse sedendosi poi su una delle sedie che si trovavano attorno al tavolo circolare « Bada a come parli donna! E poi non è affar mio se non sei capace di accettare la realtà ».
L'ira della donna toccò il picco e con rabbia gettò a terra il burazzo usato poco prima per asciugarsi le mani. Si voltò verso i due giovani con due occhi talmente cattivi che potevano essere tranquillamente paragonati a quelli di Vegeta « E VOI NON DITE NIENTE?! TRUNKS!! ». Il lilla sobbalzò ma dopo aver fatto un cenno di assenso alla donna di casa si avvicinò al padre che, ancora con nonchalance, se ne stava appoggiato alla sedia con gli occhi chiusi. Cercò di parlargli serio « Papà, per favore non fare così. Siamo ospiti ... » il glicine si bloccò però sentendo alle spalle il fremere di qualcuno ...
« Trunks ... Io ho invitato te, non lui » disse Chichi con una punta di veleno che immediatamente i due giovani, e anche principe, percepirono all'istante anche se Gohan la rimproverò tempestivamente facendole capire che stava esagerando.
Vegeta dal canto suo si alzò in piedi facendo cadere la sedia a terra e se ne tornò in direzione della porta di ingresso « A me non me ne importa niente di stare con degli individui di terza classe e con una donnaccia isterica. Me ne vado ».
« Papà! Aspetta dai ... » il giovane del futuro poggiò una mano sulla spalla del genitore cercando di fermarlo anche se a dire il vero fu una voce conosciuta a tutti a bloccare la sua fuga ...
« Ma che cos'è tutto questo baccano? » Son Goku scese le scale non capendo affatto la situazione ma riuscendo però a fare imbestialire la mogliettina: « Ciao Vegeta! Ma che bello, anche tu pranzi con noi? Hah, non vedo l'ora ... Chichi, è pronto da mangiare? Ho una fame ... » terminò poi posando entrambi i piedi a terra mentre con la mano destra si massaggiava la pancia.
La donna si avvicinò al compagno con le lacrime agli occhi e si aggrappò alla sua divisa arancione « Mi ha chiamato nonna ... e poi vecchia ... Buuuuuuu ... » e lì iniziò un poco a piagnucolare. Goku si grattò la testa confuso « Ma chi cara? ». Lo sguardo di lei tornò duro mentre con un indice accusatore indicava il Principe dei Sayan che era tornato a ridersela di quell'atteggiamento da psicopatica che in quel momento la donna si ritrovava. Goku dal canto suo non mutò espressione ...
« Suvvia Vegeta, d'accordo che Chichi non si tiene molto in forma e che si stà trascurando però ... » l'urlo della moglie gli impedì di proseguire: « GOOKUUUUUU!!! COME PUOI ANCHE TU DIRMI CERTE COSE!! »
« Ma Chichina ... » mormorò il grande Son Goku, l'eroe della Terra, mentre inseguiva una donnetta impettita in cucina nel tentativo di rimediare alla gaffe appena compiuta. Nel frattanto Gohan si scusò con gli ospiti per l'atteggiamento della madre e li invitò nuovamente ad accomodarsi alla tavola che non era ancora stata ricoperta di leccornie anche se era stata apparecchiata. Il giovane moro poi si affrettò ad inserire le posate per il nuovo in più spostando e restringendo lo spazio per le cose altrui.
« Mi spiace tanto per come si è comportata la mamma. Ogni volta la solita storia ... » disse Gohan rivolto a Trunks mentre sistemava il tovagliolo e sopra di esso le posate. Le palpebre che servivano a coprire gli unici occhi azzurri all'interno di quel luogo si aprirono un poco « "Sempre la solita storia"? Che vuoi dire? ».
« Beh ... » iniziò Gohan sedendosi in una sedia vicina e poggiando i palmi delle mani sulle ginocchia « ... non è la prima volta che Vegeta rimane a pranzo » terminò infine tranquillo mentre si versava un po' di acqua fresca dentro il suo bicchiere di vetro.
Gli occhi del lilla si strinsero all'istante e ruotarono in direzione del genitore che nel frattempo si era allontanato dalla tavola e stava occupando il suo tempo stando in piedi ad osservare fuori dalla finestra come se nulla fosse. La giovane bocca si storse in una smorfia « Papààà ... io pensavo che fosse la prima volta che venissi quì sai? ... ».
Gohan iniziò a ridacchiare comprendendo la situazione in corso e pertanto ne approfittò per "vuotare il sacco": « Capita che ogni tanto si fermi a pranzare quì dopo essersi allenato con papà ma ogni volta tra lui e la mamma è una battaglia sempre per gli stessi motivi e oggi non è un'eccezione. C'è da dire però che papà suda sempre sette camicie per convincerlo ... ».
Trunks si portò una mano al mento e se lo massaggiò vigorosamente pensando a chissà quali altre cose il padre gli stesse nascondendo non sapendo che i misteri da parte erano già belli che finiti. Le sue meditazioni proseguirono finché sulla porta d'ingresso non riecheggiarono dei piccoli ciocchi ...
« Questo dev'essere Goten che è tornato da scuola ... Oggi ha fatto tardissimo ... » mormorò il moro alzandosi dalla seggiola mentre Goku, avendo terminato la discussione con la moglie (nella quale aveva avuto la peggio) occupò la scrana che sarebbe poi stata tra sua moglie e Vegeta.
Prima che il ragazzo potesse raggiungerla, la porta si aprì da sola facendo apparire all’interno del salottino una piccola nuvoletta d’orata seguita da un piccolo bambino completamente sommerso da un pesante strato di fanghiglia che copriva quasi completamente una vestita cinese dai colori azzurri … Gohan rimase impalato come un fesso nel vedere addirittura in mezzo ai capelli del bambino un grande numero di rametti come se con quelle decorazioni “artigianali” volesse ricordare una qualche bestiola. Quando poi il piccolo visino del fratellino si alzò verso il suo, il diciottenne si trovò ancora più spaesato nel vedere quell’espressione arricciata e con gli occhini gonfi pronti al pianto imminente.
« Mamma, vieni qui per favore … » disse Gohan a Chichi non riuscendo a staccare gli occhi di dosso al bambino. La mamma abbassò il fuoco sotto alla larga padella e si voltò verso la scena tranquilla ma poi, quando vide le condizioni del suo povero tesorino, percorse i pochi metri che le distavano con una velocità pazzesca, saltò con un balzo la piccola nuvola Kinton e si inginocchiò abbracciando a sé il piccolo Goten che, appena sentì la stretta calorosa, iniziò immediatamente a piangere.
« Piccolo mio non piangere, non piangere. Adesso ci andiamo a cambiare questi vestiti, a lavarci un po’ la faccia e poi si mangia … » disse dolcemente Chichi all’orecchio del bambino prima di issarsi in piedi tenendolo in braccio mentre i presenti osservavano silenziosi la scena senza proferire parola anche se a dire il vero i due sayan dal sangue puro sembravano alquanto disinteressati alla questione chi per un motivo chi per l’altro.
Il fratellone però si avvicinò alla mamma e gli tolse il frugoletto di pochi anni dalle braccia « Ci penso io mamma, tu finisci con calma ». La donna annuì vedendo poi sparire i suoi due nascituri al piano superiore. Sempre silenziosamente fece uscire di casa la nuvoletta dorata, richiuse la porta e tornò ai fornelli per ultimare i suoi manicaretti.
Il silenzio aleggiò nel piccolo salotto per vario tempo e Trunks trovò il coraggio di chiedere soltanto quando Chichi iniziò ad imbandire la tavola con le sue prelibatezze: « Chiedo scusa, non vorrei apparire indiscreto ma … » iniziò dubbioso del fatto che potesse proseguire o meno « … Cosa è successo? Perché piangeva? ».
La donna posò al centro della tavola la grande padella nel quale vi era del riso fumante con altri ingredienti, attese che tutti i presenti fossero seduti composti e iniziò a riempire ogni piatto di una manciata di alimento mantenendo sul volto una serietà che fece passare totalmente al glicine la curiosità del sapere … « Non importa, chiedo scusa … » mormorò poi il lilla afferrando con entrambe le mani il piatto pieno portandoselo sotto il naso. La donna inserì il riso abbondante in un termos in modo che rimanesse caldo e lo posò a fianco della sua seggiola prima di sedervici sopra. Sgridò il marito poiché aveva già iniziato a trangugiare il riso e lo ammonì per non aver aspettato i figli. Sospirò portandosi una mano alla fronte … « Goten se la cava a scuola: è bravo, gentile con tutti e coscienzioso. Purtroppo ci sono alcuni bambini che non si comportano bene con lui e lo trattano male, riducendolo com’è accaduto oggi … ».
Il ragazzo del futuro si concentrò maggiormente sulla questione « E perché? ».
Chichi fece spallucce ma poi cercò di tornare solare quando rivide i due giovani, specialmente il più piccolo, scendere la scaletta in legno e avvicinarsi alla tavola « Bravissimi, avete fatto proprio in fretta! » li acclamò lei facendo spuntare sul piccolo visetto un sorriso come segno di vittoria.
Goten, vestito di una tuta arancione che pareva quasi identica a quella del padre (i capelli poi sembravano fatti con lo stampino) corricchiò verso la sedia vicina alla mammina e con un balzo vi fu sopra, con foga si legò il tovagliolo al collo e impugnò nelle mani forchetta e coltello tenendosi però pronto ad afferrare un cucchiaio nell’istante in cui ci fosse stato bisogno. Gohan si sedette al suo fianco sorridendo poi a un Trunks alla sua sinistra che osservava il fratellino curioso …
« Goten … » lo chiamò il fratellone con leggero picchiettio di un dito sulla spalla sinistra attirando la sua attenzione « … Hai visto che abbiamo ospiti, vero? ».
Il bimbetto guardò davanti a sé ma la prima cosa che vide fu la faccia severa di Vegeta … « Sì, c’è l’uomo cattivo … » mormorò mettendo su una faccia che fece morir dal ridere Son Goku poiché spiaccicata a quella del rivale. Gohan ripeté l’azione facendo voltare nuovamente il bambino e in quell’attimo il fratello si fece indietro permettendo a Goten di vedere il secondo invitato. Il bimbo rimase in silenzio poiché non sapeva chi fosse quell’individuo …
« Goten, lui è Trunks, il figlio di Vegeta. E’ il ragazzo venuto dal futuro, quello di cui ti ho parlato tanto ».
Gli occhi del Son più piccolo si illuminarono … Trunks, dal canto suo, alzò una mano e lo salutò con un cenno accompagnato da un largo sorriso.
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Chichi fulminò il colpevole che immediatamente portò le mani in avanti « Chichina, ma io ho fame! Non resisto più … ».
« Hah, insomma, fai quello che ti pare! » Goku recepì il messaggio e iniziò ad abbuffarsi seguito da un Vegeta che non lo mollava un secondo: anche a tavola l’eterna battaglia continuava!

A metà pasto l’attenzione tornò sul piccolo sayan e su quello che era accaduto poco prima …
« Goten … » iniziò Trunks cercando di essere il più garbato possibile « … se la cosa non ti disturba posso sapere perché prima eri ricoperto di fango? ».
Il piccolo si portò il bicchiere pieno d’acqua alle labbra, ne bevve un poco dopodiché riposò il contenitore di vetro sul tavolo e si passò il tovagliolo sulla bocca … divenne triste al ripensare a quella brutta scena e strinse forte le piccole dita attorno alle ginocchia « Oggi mi hanno chiamato ancora scimmia puzzolente e nel cortile della scuola mi hanno iniziato a lanciare il fango dicendo che avrebbe coperto il mio odore … ».
« E la maestra? ».
« La signorina Midori li ha rimproverati ma mi ha confessato che molto probabilmente lo faranno ancora perché secondo lei, con loro, le sgridate non servono a niente … » mugolò il bimbo divenendo sempre più piccolo.
« E non li combatti? Sento la tua aura sai e sono certo che sei fortissimo! » disse poi il lilla convinto di ciò che diceva venendo però ripreso dal padre: « Trunks! Sono cose che non ti riguardano, non ti immischiare! ».
« Mannò … » lo “calmò” Goku « … Lascialo dire ». Vegeta ringhiò ed incrociò le braccia.
« Purtroppo l’ha fatto una volta ma è stato un vero disastro … » iniziò Gohan posando la mano destra in mezzo a quel cespuglietto di capelli corvini « … Il fatto è che non era ancora in grado di misurare la propria forza e aveva fatto parecchio male ad alcuni di loro. Oggi è diverso ma non vogliamo che sia violento con i suoi compagni perché non farebbe altro che il loro gioco. Oltretutto la violenza, se a questi livelli, non porta proprio a niente di buono ».
« Comprendo perfettamente, ritiro quello che ho detto ».
Il moro continuò « E inoltre sarebbe scorretto utilizzare la forza verso coloro che non sono in grado di difendersi, gli “amici” in questione infatti non praticano le arti marziali e quindi sarebbe come chiedere a un perfetto ignorante i metodi di soluzione di un'equazione omogenea per la determinazione di una soluzione particolare di un'equazione non omogenea (!) ».
In quell’attimo la figura di Goku apparve come l’esempio lampante …
Chichi si alzò in piedi e raccolse da terra il contenitore vuoto del riso « Trunks, tu che sei bravo mi verresti a da re una mano ai fornelli? ».
« Sì, subito » mentre il glicine si alzava e seguiva la signora di casa in cucina il piccolo Goten lo seguì con gli occhi rispondendo nel frattempo alla domanda che gli aveva posto immediatamente il fratello: « Sì, è stato ancora Light … Non so davvero più come comportarmi con lui, non riesco ad essergli amico ».

 

 

... Continua ...

  
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