Vegeta4ever: Te sempre a pensare a quei due eh? Poverini gli altri ... XD Fammi sapere se questo capitolo ti piace e cerca di non impiegarci due ore a leggerlo! Un bacio
Swwtcicia: Alcune risposte le troverai quì, altre arriveranno ^^ Se avrai pazienza e mi seguirai ancora scoprirai tutto! Ciao, beso
Angelo Azzurro: Il concorso di bellezza era apparso anche nel capitolo 37(shopping con sorpresa ... mamma, quanto è indietro O.O) ma non tutti ci avevano fatto caso ... quì invece è evidente XD. Spero che il ciappy ti piaccia, continua a seguirmi please! Bacio
ka93: Heilà! Sono davvero contenta che la mia storia ti piaccia (e anche che tu sia riuscita a leggerla e non ti sia demoralizzata dalla quantità dei capitoli). Spero vivamente che il seguito ti piaccia come la prima parte ... Continua a seguirmi! Ciao!!
folg_89: Mio buon signore! Non dire che il momento del concorso sembra recuperato dall'oav ... è vero, ho preso spunto da quello ma con le parole che hai usato sembra che io abbia riciclato l'attimo e il che non è molto carino ... dai che scherzo! XD anche se ciò che pensi lo sò già lasciami due righine scritte ... ^-^ Un bacione ...
Juu_Nana: La tua recensione mi ha lasciato addosso un nonsochè di spiacevole perché dalle tue parole infatti si percepisce un certo livello di delusione e il ciò mi rattrista alquanto ... Spero che con questo capitolo la storia non si ripeta. Un bacio scricciola ...
Ragazzi miei, ho notato un notevole calo di letture e recensioni negli ultimi
tempi. Per l'amor del cielo, capisco perfettamente che quello passato era un
momento di relax e che molti avranno avuto da fare e pertanto non dico nulla
riferito al passato ... Spero comunque che d'ora in avanti coloro che sono spariti
ritornino ... Ovvio però che non vi costringe nessuno.
Vi lascio al capitolo ragassuoli. Ci si rivede Giovedì o Venerdì,
come sempre.
Un bacio a tutti e grazie ...
scImMIA
CAPITOLO 68
- NUOVE SORPRESE -
Il cielo limpido, le nuvole bianche in esso, i verdi alberi
delle montagne che si piegavano sotto il vento leggero di quel giorno di inizio
estate. Il Sole alto, con la sua forza luminosa, toccava ogni cosa e la scaldava
con le sue braccia invisibili. Il mare calmo in apparenza brillava bello sotto
quella luce generando una moltitudine di riflessi accecanti. Le onde continuavano
ad infrangersi sulle rocce di quell'alta scogliera sulla quale, lungo tutto
il suo perimetro, correva una strada ben fatta.
Dopo un'attenta osservazione l'uomo postato al margine del percorso asfaltato
si portò una mano alla fronte eliminando le piccole gocce di sudore che
la imperlavano, si sistemò appena gli occhiali da sole scuri dalle lenti
con una forma vagamente triangolare e si allontanò da quel punto indirizzandosi
verso un luogo ben preciso. Le gambe si muovevano lente, i piedi si mettevano
uno davanti all'altro con un ritmo ben cadenzato mentre gli occhi, anche se
coperti da quelle lenti, continuavano a rimirare il mare e il sole che brillava
sopra di esso ... Forse si stupì anche di quanto gli piacesse anzi, di
quanto gli continuasse a piacere quello spettacolo nonostante l'avesse ormai
visto fino allo sfinimento o in un modo o nell'altro ...
Sospirò e fece spallucce quando raggiunse la sua vettura che era stata
parcheggiata in una piccola piazzola che dava proprio sul mare. Cosa l'avesse
spinto ad allontanarsi per vedere il medesimo paesaggio non lo sapeva ... sapeva
solo di averne sentito il bisogno e basta.
Si mosse verso il suo posto, afferrò la maniglia scura e la tirò
appena per aprire la portiera della sua automobile nera decappottata. Si sedette
sul sedile scuro di tela e dopo aver osservato il largo cruscotto pieno di numerosi
indicatori di velocità ed altro si mise la cintura di sicurezza così
come un vero autista dovrebbe sempre fare. Con la mano sinistra, nel cui polso
vi era un prezioso orologio con una intelaiatura in metallo argentato, si sistemò
la leggera camicia all'altezza del collo dopodiché, con una leggera occhiata,
si guardò i gomiti controllando che le maniche arrotolate fossero in
ordine. Notando che tutto era come doveva essere si sporse verso destra, davanti
al cruscotto nel quale raramente riponeva oggetti di valore dal punto di vista
materiale. Lo aprì e dopo aver constatato che la capsula dall'etichetta
azzurra era ancora accanto ad una vecchia fotografia stropicciata, lo richiuse
riposizionandosi com'era precedentemente. Accese il motore ed appoggiò
entrambe le mani sul volante dopo aver ridato un'ultima occhiata a quel posto.
Un rombo tumultuoso echeggiò nel cielo mentre la vettura scura, ma con
il metallo che rifletteva la luce chiara, iniziava a prendere velocità.
Dopo pochi secondi l'autovettura sfrecciava talmente veloce che l'ombra sottostante
sembrava non riuscire a stare al passo. Se qualcuno l'avesse visto in quel momento
l'avrebbe scambiato per un fulmine oscuro ...
Il Sole picchiava forte su di quel largo cofano sotto il quale lavorava a velocità
sorprendente un motore dalle eccellenti prestazioni.
I capelli dell'uomo si scompigliavano con vigore a quelle sferzate e sicuramente
avrebbe pianto se le scure lenti non gli avessero protetto gli occhi severi
e dolci allo stesso tempo. Le mani scivolavano sicure sul volante e sul cambio
manuale, indice di una grande esperienza o almeno grande abitudine alla guida.
Nonostante si ritrovò più volte a scostate i capelli ribelli dal
volto con una mano la sua concentrazione non ne risentiva minimamente.
Trascorse quasi un'ora prima che l'uomo si immettesse con la vettura in una
strada che dava verso l'entroterra ... Le grandi e ombrose piante alleviavano
il caldo accumulatosi e acquietavano, grazie ai suoni degli animali che abitavano
attorno ad essi, un animo che solo in apparenza sembrava tranquillo. I grilli
che frinivano con spensieratezza non lo indussero a riscoprire amari ricordi
e si sorprese di quanto fosse lontano da quei giorni in cui quelli erano stati
reali.
La folta pineta ben presto diventò una foresta e poi una serie sempre
più vasta di campi multicolore divenuti tali da abili e laboriosi contadini
che persino sotto quel caldo sole continuavano a elaborare nuove strategie di
coltivazione. Quando passò a fianco di un grande gregge di pecorelle
non riuscì a trattenersi: sorrise e le salutò con un cenno di
una mano aperta ... Nonostante l'età sentiva di poter essere bambino
in quei rari momenti.
L'autovettura dal colore corvino rallentò notevolmente quando virò
verso destra immettendosi in uno stradello sterrato poco visibile. La sua attenzione
aumentò quando per poco non urtò una grossa roccia con il fanale
anteriore di destra ... La foresta, che aveva rifatto la sua comparsa, metro
dopo metro si infittiva sempre più fino al punto che per l'uomo fu impossibile
proseguire all'interno di quella scatola lussuosa che lui, sempre modesto nonostante
le finanze, la considerava soltanto come puro mezzo di locomozione pari a quello
di qualsiasi essere umano, anche quello più squattrinato. Scese dall'auto
dopo aver spento i motori e averla fatta toccare a terra poiché il sistema
per farla galleggiare si era disattivato assieme al resto. Si mosse portandosi
davanti al coperchio che chiudeva il serbatoio del carburante, aprì codesto
sportellino e spinse un piccolo bottoncino mimetizzato all'interno. In un istante
l'enorme e bellissima vettura si trasformò in una capsula dai colori
scuri ... Le capsule, gran bella e comoda invenzione ...
La raccolse da terra e se la infilò in una delle tasche dei bei jeans
blu e con passo fermo si addentrò all'interno della folta vegetazione.
Gli ci vollero una decina di minuti buoni per uscire da quel luogo e scherzosamente
maledisse il tizio che abitava lì vicino per non aver mai dato una ripulita
al luogo nonostante tutto il tempo che aveva avuto a sua disposizione. Non fece
una piega quando vide le sue scarpe nuove ricoperte di terra ... anche del proprio
abbigliamento non gliene importava fino a un certo punto ...
Avanzò deciso risalendo la grande collina che aveva dinanzi ricoperta
di un'alta erba che gli arrivava fino al bacino. Sorrise felice come un bambino
quando vide in lontananza il tetto a cupola di una casa dall'aspetto famigliare
... Iniziò a correre come un matto in quella direzione rischiando più
volte di capitombolare a terra. L'unica cosa che lo guidava era la gioia di
aver raggiunto casa ...
La struttura, passo dopo passo, si mostrava sempre più grande e infine
l'uomo si fermò dinanzi alla porta d'ingresso quando la raggiunse. Voltandosi
attorno si accorse che soltanto i pochi metri quadrati lì attorno possedevano
un'altezza dei fili d'erba accettabile. Guardandosi completamente indietro rivide
quello spettacolo che aveva cercato di rievocare con l'osservazione del mare:
nulla da fare, nemmeno la grande distesa d'acqua reggeva il confronto con quel
piccolo angolo di paradiso.
Prima di bussare alla porta di colore blu profondo si ricordò di una
cosa: riestrasse la capsula dal colore scuro, spinse il bottone e la lanciò
a breve distanza. Quando la vettura fece la sua ricomparsa l'uomo si gettò
con agilità dentro di essa ed aprì nuovamente il cruscotto. Afferrò
la capsula dall'etichetta azzurra ma prima di richiudere il contenitore si fermò
ad osservare la vecchia foto: una bella donna in compagnia di un piccolo frugoletto
... Impassibile la ripiegò e la ripose al suo posto. Con la velocità
di un gatto uscì dall'abitacolo e si posizionò ancora davanti
all'uscio di quella casa. Si tolse gli occhiali e si pettinò all'indietro
i capelli leggeri.
Bussò. Non ricevette risposta. Bussò ancora. Il risultato non
fu differente.
Lo sguardo divenne appena triste ripensando a quanto quel momento fosse simile
all'ultimo passato in quel medesimo luogo. Sbuffò riconoscendo l'imprevedibilità
dell'essere che doveva incontrare ...
Afferrò la maniglia e pomello e la ruotò appena. Non si sorprese
affatto di trovare l'uscio aperto e non chiuso a chiave come avrebbe fatto qualunque
altro al posto del padrone di casa.
Avanzò sicuro notando che ogni singolo oggetto pareva non essersi scostato
affatto dal luogo in cui era stato abbandonato e visionato l'ultima volta: l'intero
mobilio era ricoperto da un leggero strato di polvere esclusi un largo divano
nel soggiorno in proporzione, una parte dell'attrezzata cucina e il letto matrimoniale
della sobria camera da letto. Poggiò gli occhiali scuri e la piccola
capsula su di un mobile vicino all'ingresso sul quale stava un telefono sicuramente
inutilizzato da sempre. Si tolse la bianca camicia rimanendo a petto nudo e
con gli addominali scolpiti in vista. Dopo aver recuperato un particolare Durazzo
dalla cucina iniziò ad utilizzarlo sull'intero mobilio passando anche
sulle cornici linee di quei quadretti da fotografia che continuavano a rimanere
vuoti così come i numerosi cassetti nei quali chiunque avrebbe riposto
i suoi ricordi più belli.
Sistemò divano e letto, pulì la gigantesca montagna di stoviglie
nella cucina e fece iniziare dei lavaggi alla lavatrice anche se la roba sporca
era davvero esigua anche perché il proprietario utilizzava sempre i soliti
indumenti.
Trascorse due ore interminabili in quel silenzio tombale. Al termine delle faccende
osservò una porta metallica ...
Lasciò quel luogo dopo aver scritto un piccolo messaggio e averlo lasciato
in bella vista sul tavolino circolare del salotto ...
"Ciao papà, ero
venuto per trovarti ma come al solito non c'eri ...
Avevo con me anche la miglioria per il Trainer Gravitazionale
ma visto che ti dovevo spiegare delle cose importanti l'ho tenuto con me.
Rimarrò poco tempo, se hai bisogno sai come trovarmi.
Io ti cercherò.
Trunks"
Una piccola casetta apparentemente senza giardino stazionava
ancora in quel grande verde circondata dalla natura più bella. L'unico
elemento che oltre alla casa faceva da intruso nella natura incontaminata era
una piccola autovettura volante di colore bianco dall'aspetto antiquato. Con
l'arrivo e il posteggio del bolide scuro gli elementi di troppo divennero tre.
Non essendoci vialetti ciottolati o quant'altro che indicasse uno stradello
per la porta d'ingresso, Trunks parcheggiò poco distante dall'abitazione.
Quando, dopo esser sceso, si andò a fermare dinanzi alla porta d'ingresso
sperò vivamente che almeno lì ci fosse qualcuno. Alzò il
dorso della mano destra e con le nocche picchiettò tre volte sulla superficie
dopodiché arretrò di un passo quando udì una voce femminile
dall'altra parte che lo avvertiva del suo arrivo imminente.
La porta si aprì appena ma poi si spalancò quando la donna riconobbe
chi aveva davanti: « Trunks! Che bella sorpresa! ».
Il sayan ridacchiò un poco e con un gesto elegante si tolse gli occhiali
« Salve ».
Chichi fece spiccia i due passi che servivano per uscire dall'abitazione ed
abbracciò affettuosamente il bel ragazzo che era divenuto un uomo. Gli
girò attorno un paio di volte sentendo dentro di sè che c'era
qualcosa di strano « ... Sei cresciuto ancora dall'ultima volta ... ».
L'ometto dai capelli lilla sorrise mentre si allacciava gli occhiali ad uno
dei bottoni della camicia bianca « No, no ... Sono sempre rimasto uguale
anche se ammetto che con gli allenamenti mi sono irrobustito. Evidentemente
sono questi vestiti che mi fanno stranire ... ».
« Sì, può essere ... » disse Chichi mentre si portava
le mani ai fianchi ormai sicura che l'unico motivo plausibile fosse quello.
Trunks notò rispetto all'ultima volta alcuni cambiamenti nella signora:
si era ingrossata appena sui fianchi, il corpo era in generale invecchiato e
i lunghi capelli erano legati in un pratico chignon senza che alcun ciuffo potesse
sfuggirgli e inoltre la folta frangetta sembrava esser stata abolita. Nonostante
l'evidente passo d'età Trunks non si pronunciò e puntò
su ben altro argomento: « Come state? ».
Chichi raccontò brevemente gli ultimi eventi: Gohan aveva iniziato la
scuola così come il piccolissimo Goten mentre Goku, come al solito, spariva
di tanto in tanto con il teletrasporto per poi ricomparire all'ora dei pasti.
Per il resto del gruppo non si pronunciò molto anche se per Crillin disse
che erano tempi d'oro mentre Bulma aveva toccato da un pezzo il punto di collisione
e che la sua situazione famigliare era tutt'altro che invidiabile.
Il lilla non chiese precisazioni anche perché sicuro che in quei momenti
di permanenza avrebbe saputo bene ogni notizia evitando qualsiasi forzatura
e non apparire quindi scortese o oltremodo sfacciato.
« Ormai è ora di pranzo ... » costatò il sayan quando
osservò le lancette metalliche dell'orologio da polso « ... Beh,
speravo di vedere anche gli altri ma forse è meglio che non vi crei ulteriore
disturbo ... ».
« Ma che disturbo? Resta a pranzo e non ti preoccupare. Gohan sarà
felicissimo di rivederti e poi Goten muore dalla curiosità di conoscerti
».
« Non vede l'ora di conoscermi? » si ripeté Trunks sorpreso
che qualcuno provasse ancora un interesse simile per lui.
Chichi sorrise e lo invitò all'interno con un gesto della mano «
Per un motivo o per l'altro non vi siete mai incontrati e poi il nominativo
"Il ragazzo del futuro" mette ancora un certo fascino ... ».
Trunks non riuscì a non sorridere.
Stava per varcare l'uscio quando una voce alta nel cielo distrasse lui e la
donna ad entrare nell'abitazione: « Dai, non insistere! ».
« No, non ci penso nemmeno! Hai fatto passare fin troppo tempo carino!!
».
Nell'alto dell'azzurro un personaggio vestito in modo strambo cercava di sfuggire
in volo da un veicolo, un jet-elicottero per la precisione, di colore giallo
canarino. Il sayan comprese all'istante chi si nascondeva sotto quel costume
grazie all'aura famigliare e iniziò a chiedersi perché Gohan indossasse
quella strana vestita multicolore dotata di quel casco arancione, quel mantello
rosso e quella tutina verde e nera ...
Gohan supplicò nuovamente il suo persecutore non riuscendo però
nel suo intento di allontanarlo e anzi, la persona all'interno del veicolo gli
fu maggiormente addosso.
« Dai Videl, per favore non- » il moro mascherato si fermò
improvvisamente nell'alto azzurro e l'autista dell'elicottero dovette inchiodare
altrettanto improvvisamente per non sbattere contro il ragazzo. Lo sguardo del
sayan più giovane era rivolto a terra, nei pressi della sua abitazione
... Le mani guantate si avvicinarono al mento e con un gesto venne sbloccato
il gancio del casco. Le mani afferrarono lateralmente il copricapo e questo
venne sfilato con lentezza. Quando il viso fu completamente libero da qualsiasi
mascherazione sul volto di Gohan apparve un largo sorriso ... « Trunks!!
». L'aura si espanse in un attimo e l'onda d'urto generata fece volare
lontano l'elicottero mentre il giovane volava a velocità sorprendente
verso il suo obiettivo. Il moro, dopo essergli atterrato a breve distanza e
averlo raggiunto in corsa, lasciò cadere a terra il caschetto ed abbracciò
il caro amico con un'impetuosità che per poco non fece cadere l'altro.
Trunks rispose in egual modo al caloroso gesto e i due rimasero in tale posizione
per almeno una ventina di secondi. Il lilla fu il primo a staccarsi e dopo che
ciò fu diede una sonora strizzata alle spalle del moro « Allora,
come andiamo? ».
Il giovane mascherato gli sorrise e gli continuò a stare dinanzi quando
Trunks lasciò la calorosa presa « Va tutto bene! Quest'anno ho
iniziato a frequentare la scuola e mi piace molto ... » disse indicando
una borsa a tracolla dai colori chiari che al figlio del principe dei sayan
era sfuggita per via di tutto il resto dell'abbigliamento « ... Ma aimè,
ho già le mie grane ... » aggiunse poi rapido quando udì
l'ultimo rombo di motore del piccolo elicottero prima che questo fu spento proprio
dietro alle sue spalle. Il lilla, scostandosi appena verso destra ed osservando
oltre la spalla amica, vide scendere dal veicolo una ragazza indispettita che,
con delle movenze da dura, si avvicinava decisa a raggiungere e prendere ciò
che ambiva. Lei si fermò tra i due ragazzi e prima di afferrare la spalla
di Gohan con una delle mani guantate scostò i lunghi capelli neri raccolti
in due code con un gesto rapido del capo: « GOHAN! Credevi forse di sfuggirmi?!
».
L'interessato portò le mani in avanti in difesa « Ma no Videl,
che dici! ... E' solo che ero ansioso di salutare il mio amico ... » disse
poi indicando l'altro ragazzo con una mano aperta in sua direzione. L'iperattiva
Videl si pietrificò un istante quando incrociò il bello sguardo
di Trunks ... a quest'ultimo poi gli bastò un semplice "Ciao"
per ammutolirla senza volere.
« Piacere ... » rispose lei in automatico non abbandonando quegli
occhi chiari e più luminosi dei suoi. Gohan però, sentitosi un
per un attimo messo da parte, tornò in scena facendo le dovute presentazioni:
« Videl, lui è Trunks, un mio caro amico ... » iniziò
presentando il sayan a lei « Trunks, lei è Videl, una mia compagna
di classe, la figlia di Mr. Satan nonché una paladina della città
dell'Est ». Da entrambe le parti ci fu un inchino.
« Rimarrai per pranzo? » chiese Gohan eccitato al ragazzo non sapendo
che la risposta sarebbe stata affermativa. Trunks annuì con un sorriso
sulle labbra « Sì, tua mamma mi ha invitato proprio un momento
fa ». Il moro si voltò poi verso la sua amica mantenendo lo stesso
sguardo gioioso « Vuoi rimanere anche tu? Non farti problemi ... ».
Videl incrociò le braccia e rifletté un poco « No, non mi
sembra il caso ... » disse allontanandosi verso il piccolo jet «
... Preparati però che tornerò nel primo pomeriggio per le lezioni
che mi hai promesso! ». La ragazzina, con un'agile balzo, fu sopra al
posto di comando e con gesto deciso accese il motore « Allora a dopo Gohan!
». Il piccolo elicottero iniziò ad alzarsi in cielo e quando toccò
un'elevazione sufficiente i propulsori s'infiammarono facendo schizzare il mezzo
a gran velocità in direzione della città dell'Est.
« Lezioni? » mormorò il glicine mentre teneva ancora alto
il naso.
« Già ... » iniziò Gohan mentre si apprestava a raccogliere
da terra il casco arancio « ... Mi ero travestito così per aiutare
la gente in pericolo e passare "inosservato" evitando di andare a
zonzo trasformato in Super Sayan. Videl però mi ha scoperto e ora vuole
che le insegni la tecnica del volo e purtroppo sono costretto perché
se non lo faccio andrà a dire a tutti chi in realtà è Great
Sayaman! ».
« Capisco, anche perché trasformato e basta saresti stato facilmente
riconoscibile ... Ecco spiegato quel vestito ... » mormorò Trunks
osservando l'amico ancora alquanto perplesso.
« Bello vero?! Me lo ha fatto Bulma » esclamò Gohan mentre
si esibiva in brutte o almeno ridicole pose ... Trunks impallidì alla
successiva proposta del giovane: « Ne vuoi uno anche tu? Bulma me ne ha
fatti due identici per sicurezza ... ».
« Guarda, sei molto gentile ma preferirei di no ... ».
Una potentissima presenza alle spalle fece voltare all'improvviso
i due ragazzi e mentre uno rimase tranquillo l'altro rimase a bocca aperta ...
« Ciao papà, bentornato » salutò Gohan al genitore
che si apprestava a togliere il medio e l'indice della mano sinistra dalla fronte.
Goku portò le mani ai fianchi e sorrise vedendo la novità: «
Heilà ragazzi! Trunks, che sorpresa, da quanto sei arrivato? ».
Trunks rimase imperscrutabile senza riuscire a guardare il sayan negli occhi
ma appena più in sù ... « Da poco a dire il vero ... ».
« Sai, stavo parlando di te con Re Kaio proprio un minuto fa ... »
Son Goku socchiuse gli occhi perplesso notando lo sguardo del ragazzo «
... Trunks, c'è qualcosa che non va? ». Il glicine alzò
la mano destra ed indicò l'oggetto dei suoi pensieri: sulla scompigliata
capigliatura un'aureola luminosa rimaneva sospesa e seguiva anche il più
piccolo movimento del padrone ...
Goku alzò gli occhi in direzione dell'oggetto e rimase a contemplarlo
tranquillo: « Hah, questa? non ti preoccupare, anche Vegeta ne ha una
uguale ... ».
Il cuore di Trunks perse un colpo.
Il Son riabbassò lo sguardo e quando incrociò gli occhi azzurri
del ragazzo che rimanevano sbarrati capì che era giunto il momento delle
spiegazioni. Con entrambe le mani afferrò l'oggetto, lo rigirò
più volte tra le mani e le fermò quando trovò qualcosa.
Tese i muscoli e con decisione sembrò romperla ...
Il ragazzo venuto dal futuro sembrò non capire ...
Goku osservò all'interno dell'oggetto e quando spinse un piccolo bottone
questo perse tutta la sua luminosità e il suo potere d'attrazione. Infilò
una mano nei folti capelli e sfilò una piccola piastrina di metallo.
Il giovane sayan capì e si sentì sollevato. Chichi si avvicinò
al consorte e gli prese dalle mani l'aureola prima di tornare in casa.
« Continuo ad allenarmi molto sai? Ma mi sono ritrovato in un momento
in cui ero a corto di stimoli ... » iniziò il Son sorridente come
sempre « ... Lo stesso valeva per Vegeta anche se poteva fare affidamento
sulla Camera Gravitazionale che gli avevi portato. Sempre più spesso
ci siamo scontrati anche se alla lunga in nostri combattimenti erano più
o meno sempre simili. Da Re Kaio poi ero venuto a sapere che nell'aldilà
vi erano tantissimi lottatori anche molto più forti di Cell e la voglia
di mettermi ancora alla prova era tornata ... ».
« Sì ... » lo interruppe Trunks « ... ma dall'altra
parte non ci si può andare soltanto se si è passati a miglior
vita? ».
Il Son sorrise « Esattamente. Ne avevo parlato con Vegeta e lui la prima
cosa che mi disse fu quella che mi dovevo fare ammazzare ... ». Il figlio
del principe sorrise pensando che il padre non era cambiato affatto.
« ... L'dea non mi piaceva affatto e quindi abbiamo iniziato a pensare
ad altro anche perché la cosa stava iniziando ad interessare anche tuo
padre. Dopo poco proprio a lui venne in mente l'idea di creare delle aureole
artificiali, che io poi ho fatto a fare a Bulma, e che con il mio teletrasporto
potevamo fare avanti e indietro senza problemi » concluse la frase Goku
con un sorriso raggiante sul volto.
« E Re Yammer e gli altri? Impossibile che non si siano accorti di niente
... » mormorò Trunks in direzione di Gohan come se pretendesse
da lui una risposta la quale però arrivò giustamente dal genitore:
« I superiori ci hanno messo poco a scoprirci anche perché Re Kaio
a mentire non è proprio buono. In ogni caso ci hanno dato la possibilità
di confrontarci con altri guerrieri provenienti da tantissimi pianeti diversi!
Alla fine però ci hanno negato di partecipare al Torneo delle Quattro
Galassie ... Che sfortuna nera ... » sospirò infine mettendo il
broncio.
« Mi fa piacere ... » disse il lilla sorridente « ... Quindi
con te viene anche mio padre, giusto? » chiese sperando che quello fosse
il motivo per cui non l'aveva trovato poco prima.
« Sì, ma non sempre. Ultimamente poi non è ben accetto ...
»
« E perché? »
Il Son sospirò « Gli altri guerrieri non sono a conoscenza del
nostro imbroglio e ci credono per davvero dei defunti. Vegeta recita alla perfezione
la sua parte se non per un piccolo e allo stesso tempo grande problema ... »
« E cioè? » chiese Trunks senza esitazione.
« Questi scontri avvengono in paradiso e là vi sono le anime dei
guerrieri più valorosi. Alcuni di loro l'hanno riconosciuto come il loro
assassino e si stanno chiedendo perché sia stato ammesso in quel luogo
... Secondo Re Yammer Vegeta ha commesso in passato talmente tante atrocità
che la sua accettazione in paradiso sarebbe inammissibile anche dopo un atto
estremo. Re Kaio continua a coprirci come può ma non credo che la sua
copertura possa durare più di tanto ... ».
Il lilla comprese all'istante la situazione e non poté fare a meno di
pensare che forse, in quell'ultimo periodo, il padre avrebbe fatto sempre più
affidamento al suo generoso regalo fattogli qualche anno prima e che probabilmente
sarebbe stato ansioso di testare gli aggiornamenti da installare su di esso.
Si guardò attorno un paio di volte attorno con l'aria da bambino nonostante
gli anni e i due Son, capendo (stranamente entrambi), sorrisero compiaciuti.
Goku fu il primo a parlare: « Vegeta come al solito mi ha smollato a metà
strada ... Ora sarà già a casa ». Successivamente fu il
turno di Gohan: « La mamma ne avrà ancora per un per un oretta
almeno. Torna dopo per il pranzo, non farti problemi ».
Trunks sorrise raggiante e il petto gli si gonfiò sotto quella camicia
bianca, Si piegò porgendo ad entrambi un inchino « Grazie mille
».
« Hei, non abbiamo fatto nulla ... » pronunciò il Son maggiore
mentre con una mano si massaggiava una spalla indolenzita probabilmente dal
combattimento svolto nell'aldilà. Il glicine rialzò le spalle
e si allontanò di pochi passi dopodiché si fermò all'improvviso
e ritornò dove si trovava, mise una mano in una tasca specifica e ne
estrasse qualcosa. Si avvicinò a Gohan, gli prese una mano e ivi poggiò
l'oggetto « Faccio prima volando. Se vuoi però ci puoi fare tranquillamente
un giro ». Detto ciò il figlio del Principe dei Sayan del futuro
si allontanò a velocità strepitosa destando l'attenzione di uno
dei due ... Goku fischiò mentre si portava una mano alla fronte per simulare
una visiera « Però, è una scheggia ... » il genitore
poi si voltò verso il figlio « ... cosa ti ha dato Trunks? ».
« Hah, non saprei ... » mugolò Gohan mentre osservava un
paio di chiavi con allegato un portachiavi della Capsule Corporation.
« Non possono servire per quella laggiù? » Goku parlò
semplicemente mentre indicava con il dito indice un mezzo che non aveva mai
visto nei dintorni di casa propria. Il diciottenne seguì con lo sguardo
il dito del padre e sbiancò nel vedere il bolide futuristico parcheggiato
dinanzi casa. Corse in direzione della vettura e poggiò entrambe le mani
guantate sulla portiera che rifletteva una gran quantità di luce grazie
alla sua superficie lucida. Gohan girò attorno l'oggetto varie volte
prima di aprire la portiera e sedersi al posto di guida mentre Goku, con estrema
calma, si appoggiava con i gomiti alla portiera del passeggero. Il figlio guardò
il padre dopo aver stretto con forza il volante ...
« Ha detto che potevo provarla giusto? ».
Con la sua figura sembrava tagliare in un solo colpo il cielo
mentre i suoi occhi parevano brillare più dello stesso. Sorvolò
alcune chiazze verdi sottostanti realizzate dall'avvicinamento di numerosi alberi
e parecchie miglia quadrate di ampio prato prima di intravedere il conosciuto
luogo: il grande lago circondato da un'altura e sopra di essa una porzione di
bosco e una casa dallo stampo moderno. Trunks atterrò nei pressi della
piccola abitazione con un leggero fiatone: aveva volato più veloce che
poteva ...
Quando i suoi piedi si posarono sullo zerbino quasi abbandonato a sé
stesso sentì il cuore fargli una capriola: all'interno infatti era perfettamente
percepibile un'aura famigliare.
Con titubanza bussò tre volte alla porta ed attese una qualche risposta
che, anche in quel caso, non arrivò mai.
Alzò lo sguardo ed osservò lo stipite chiaro. Respirò profondamente
...
« Papà ... » dall'altra parte la sua voce riecheggiò
distintamente raggiungendo chi richiesto che però non si mosse di un
millimetro rispetto dove stazionava. Trunks si morse la lingua un po' per rabbia,
un po' per altro. « ... Vegeta ... » un'altro respiro « ...
sono io. Posso entrare? ».
Ancora una volta: nessuna risposta.
Il lilla rimase ad osservare la scura porta per un lungo, interminabile minuto.
Mandò giù un poco di saliva prima di poggiare la mano destra sul
pomello metallico. Si fece deciso sul da farsi e la sua espressione sul volto
mutò di conseguenza « Chi tace acconsente. Io entro ».
Aprì la porta deciso, con un solo gesto ma fu costretto a richiuderla
all'istante davanti a sé quando il padre gli puntò addosso il
palmo aperto di una mano mentre lo osservava furente ... « IO NON HO AUTORIZZATO
NIENTE! TORNA FUORI! » e dopo aver urlato ciò Vegeta colpì
con un'onda d'energia una parte del pianerottolo incenerendone la maggioranza.
Trunks arretrò di qualche passo riappoggiando le calzature sull'erbetta
vicina. Con una mano si risistemò i capelli che, all'improvviso "Benvenuto",
si erano sparpagliati da una parte all'altra facendo perdere in alcuni punti
la piega abituale. Riavvicinandosi vide che la porta era rimasta aperta ...
poggiò una mano su di essa ma non la scostò.
« Papà ... posso? » il lilla non udì nulla provenire
dall'altra parte pertanto varcò la soglia con un lieve timore guardandosi
attorno svariate volte prima di terminare l'azione successiva ovvero: avanzare
chiudendosi la porta alle spalle con un tocco leggero. Un piccolo ciocco si
udì alle sue spalle seguito poi da un cigolio. Trunks si voltò
e vide che la porta era ancora aperta. Si incamminò verso di essa e con
un'altro gesto di mano la fece riavvicinare allo stipite nel quale la serratura
non attendeva altro se non scattare. La superficie legninea rimbalzò
non andandosi ad incastrare nel punto desiderato. Il lilla provò più
volte rimediando però il medesimo risultato e poi, all'ultimo tentativo,
sorrise voltandosi verso il salottino nel centro del quale il padre l'aveva
attaccato pochissimo prima e che continuava a tenergli le spalle « Hai
rotto la porta ... ».
Vegeta alzò le spalle mentre fece riecheggiare un sogghigno nell'intera
stanza « Tzk, non ha la minima importanza ... » il Principe dei
Sayan si voltò con lentezza guardando negli occhi la "sua"
creatura e sorrise mentre con una mano guantata alzava un piccolo foglietto
... alla vista di quell'oggetto anche gli occhi azzurri si illuminarono.
« ... La porta la aggiusterai dopo. Adesso fammi vedere questo visto che
mi hai trovato ».
Il figlio sorrise raggiante « Sì ».
La piccola capsula dai colori chiari venne inserita in un apposito
forno nel quale, dopo un totale inserimento e una rotazione completa in senso
orario, si bloccò facendo udire anche un suono secco quando ciò
accadde. Voltò un attimo gli occhi verso il padre il quale, con una freddezza
disarmante per nascondere l'eccitazione per il nuovo e gradito regalo, continuava
ad osservare silenzioso l'uscio di pesante metallo attendendo l'agognata serie
di novità. Il sayan più giovane premette il bottoncino presente
sulla capsula e un lieve e poi sempre più forte "Woooom" iniziò
a farsi strada in quelle mura accoglienti. I due uomini si allontanarono appena
dall'uscio quando lo videro illuminarsi di un rosso acceso il quale sembrava
aver tramutato la porta in una lastra incandescente. Il silenzio ritornato segnalò
la fine dell'aggiornamento. Trunks tornò al piccolo pannello a fianco
della porta e compiendo azioni inverse riestrasse il piccolo oggetto e infine
lo gettò tranquillo in una pattumiera lì vicina poiché
divenuto inutile. Il lilla si voltò nuovamente verso il principe dei
sayan e con una mano aperta in sua direzione gli fece cenno che da quell'attimo
poteva rientrare in quel luogo. Vegeta non disse nulla, non accennò nemmeno
ma con una seria determinazione fece i pochi passi che servivano verso la porta
e si fermò davanti ad essa. Poggiò entrambe le mani guantate sulla
grande valvola di apertura e la rece ruotare. Dopo aver udito lo scatto della
serratura tirò la pesante porta verso di sé e si apprestò
ad entrare seguito da un Trunks che teneva il cuore in gola poiché grande
era la speranza per la buona riuscita della nuova stanza. Vegeta rimase a contemplarla
in silenzio elencando nella sua mente tutte le differenze che poteva intravedere:
rispetto alla precedente era molto più ampia e il soffitto era più
alto, all'esterno sicuramente quella stanza sarebbe apparsa come la più
ampia ma di certo non come la più alta anche perché i cinque scalini
inseriti ai piedi della porta segnalavano l'interramento di una parte di essa;
la grande ed unica parete curva, a dispetto delle quattro perpendicolari precedenti,
donavano un maggiore virtuosismo al tutto. Il pannello dei comandi era rimasto
perfettamente al centro della stanza e Vegeta s'infastidì un poco al
pensiero di ritrovarsi all'interno di una abnorme ciambella ...
Trunks si accorse immediatamente del cruccio e cercò di porre rimedio
esponendo le sue motivazioni: scese anch'egli i cinque scalini, si fermò
al fianco del padre che continuava a non osservarlo ed incrociò le braccia
« Lo so che dà fastidio ma non avevo la possibilità di spostarlo
da lì ... ».
Gli occhi color della notte ruotarono appena « E questo che vorrebbe dire?
» il tono duro ammetteva una risposta decente.
« Beh ... » iniziò il lilla avanzando appena verso il pannello
dalla forma cilindrica che spuntava dal terreno e proseguiva fino a toccare
la sommità della stanza « ... Ho provato a spostarlo ma qualsiasi
mutazione della sua locazione ne peggiorava le prestazioni ... » a Vegeta
sarebbe bastò così ma Trunks proseguì « ... Per poter
fare una modifica radicale sotto questo aspetto mi sarei dovuto metter quì
e modificare ogni cosa personalmente impegnandoci all'incirca una settimana.
A parte il fatto che molto probabilmente non avresti acconsentito ad un tempo
di lavorazione così "lungo" io stesso non mi sarei potuto trattenere
così tanto ... » le giovani mani si poggiarono vicino al bottone
di accensione e si chiusero lentamente a pugno « ... Ora come ora non
mi posso permettere certe libertà ».
Il Principe rimase in silenzio fino all'ultimo ed incrociò le braccia
attorno alla sua armatura che tanto ricordava la vecchia per non dire che era
identica ... altro regalo del figlio. Il maggiore si sorprese nel ritrovarsi
comunque pienamente soddisfatto del tutto mantenendo per se quel pizzico do'orgoglio
che il giovane della speranza racchiudeva ogni qualvolta ... si ritrovò
addirittura a pensare che avesse fatto fin troppo ... o quasi.
« Và bene così » Trunks si ritrovò spiazzato
a quelle poche parole, in effetti aveva sempre immaginato tutt'altra risposta
da uno come lui ... quando si voltò indietro per osservarlo lo ritrovò
con il naso alto a contemplare prima l'una poi l'altra parte di parete mentre
si avvicinava con passo flemmatico.
« Per il resto quali sono le migliorie? » a quella domanda il lilla
parve risvegliarsi e contento del fatto che il padre fosse curioso di sentire
il resto iniziò ad esporre i vari elementi: « Allora, per prima
cosa l'interramento parziale della stanza farà in modo che la temperatura
al suo interno rimanga sempre costantemente fresca come adesso. Nella stanza
precedente infatti dopo un paio d'ore l'aria diveniva quasi irrespirabile ...
» Vegeta si guardò attorno ma sinceramente non provò tutto
quel fresco annunciato « ... Te ne accorgerai allenandoti. In secondo
luogo la unica superficie curva permette alle onde, all'aria in generale, di
spostarsi con una velocità elevata raggiungendo anche ragguardevoli picchi
... Ma questo era presente anche nella navicella che usavi anni fa quindi penso
che sia soltanto un "Ritorno al passato" ». Trunks fece cenno
al padre di avvicinarsi e quest'ultimo gli si fermò a fianco «
Il pannello dei comandi e rimasto pressoché invariato: con il bottone
giallo accendi e spegni la stanza mentre con queste frecce alzi o abbassi la
gravità ... » iniziò il glicine indicando ogni singolo pulsante
« ... Sono riuscito ad aumentare la gravità del 300% ... Non ho
provato il picco massimo sulla mia pelle ma ho comunque visto gli effetti che
può produrre una forza del genere ... » il padre aguzzò
l'udito sempre più curioso « ... Avevo posizionato una dura roccia
nel centro della stanza ma poi questa, dopo pochi istanti si è tramutata
in polvere finissima. Un cubo di metallo invece, dopo una decina di minuti,
si è avvicinato moltissimo dall'assumere l'aspetto di una lastra ...
Papà, ti prego di non prendere troppo sottogamba questa stanza ...».
Al termine di quelle rivelazioni il principe sogghigno felice alla sola idea
di potersela vedere con un limite tanto alto. Trunks comprese in pieno il suo
sguardo ma sperò che non fosse tanto sciocco da non fare le cose per
gradi « Questi tre pulsanti nuovi sono le modifiche che ho inserito io
personalmente ... » il principe recuperò la concentrazione ed iniziò
ad osservare quei nuovi pulsanti: uno verde, uno viola e uno nero ... «
... Spingendo il primo bottone, da un pannello posto nel terreno, usciranno
dei robot satelliti come quelli che ti aveva fatto anni fa il nonno con l'unica
differenza che sono molto più resistenti ... » Vegeta annuì
« ... Ecco la prima vera novità. Spingi il bottone » lo incitò
Trunks facendogli spazio, per renderlo maggiormente partecipe.
Vegeta fu come al solito schietto e diretto: « Non mi fare perdere tempo!
».
Il figlio non se la prese e dopo un "Va bene" premette il bottone
viola al posto dell'invitato. Un lieve suono di motori iniziò ad udirsi
ma nessun cambiamento di vide.
« Embè? » sentenziò il moro alquanto seccato. Trunks
in risposta alzò una mano e generò su di essa una piccola sfera
d'energia. La lasciò andare e questa guizzò rapida alle loro spalle,
percorse la stanza in un moto circolare tornando nel punto in cui era stata
lanciata automaticamente ... il padrone non la comandava affatto. I due la schivarono
senza problemi e quella continuò facendo un'altro giro con la forza cinetica
che aumentava secondo dopo secondo.
Vegeta ghignò « Beh, tutto quì? ».
Trunks sorrise accettando la sfida « Non proprio ... » e dopo aver
pronunciato ciò generò una pioggia di onde ad intervalli differenti.
Rotazione dopo rotazione delle masse luminose per loro diveniva sempre più
difficile evitare i colpi ... Vegeta si morse la lingua ancora una volta soddisfatto
però dell'opera.
Allenamento a sorpresa: il glicine, dopo aver schivato un paio di onde si avvicinò
con uno scatto al pannello dai comandi e premette deciso il pulsante giallo
attivando così la gravità.
« Tzk! Sei in grado di sopportare tutto questo Trunks? » bofonchiò
Vegeta in segno di sfida mente con maggiore impegno evitava le onde. «
Scherzi? ... » iniziò il glicine mentre dirigeva apposta verso
il genitore le onde che non riusciva ad evitare « ... Mi sono per me una
stanza uguale e la uso tutti i giorni ». Il principe si sentì punto
sul vivo « COSA?! Ne avevi già una pronta?! E perché allora
hai aspettato tanto a portarmela?! SPIEGA! ».
Il ragazzo del futuro si disfò di parecchie onde con l'ausilio di un'altro
colpo energetico che però non si lasciò sfuggire « Guarda
... Guarda che l'ho terminata l'altro ieri! ». Il principe dapprima rimase
in silenzio ma poi urlò con forza ponendo fine a quel perpetuo "giramento
di palle". Il glicine nel frattempo rispense la gravità ed iniziò
ad osservare il genitore con un fisico lievemente sudato ... « Allora,
come ti sembrava? ».
Vegeta non si scucì: « Non male ». Trunks si accontentò.
« Ora ti mostro l'ultima novità ma prima ... » l'ometto si
inginocchiò e aprì uno sportello sotto al pannello e ne estrasse
una piccola bomboletta spray « ... spruzzati addosso questo » disse
poi lanciando l'oggetto verso il padre che lo afferrò semplicemente.
« Cos'è? »
« E' un attrattivo per le molecole di un particolare metallo. Non ti preoccupare,
l'ho testato su di me varie volte e non mi è mai successo nulla ... ».
Il principe si spruzzò addosso con riluttanza un poco di quella sostanza
inodore e incolore prima di rilanciare la bomboletta in direzione del ragazzo.
Trunks sistemò il tappo di plastica che era stato mal sistemato e rimise
il flacone al proprio posto.
« Molto bene ... » iniziò prima di spingere il bottone nero
dopo il quale dal terreno, accompagnato da un piccolo rollio, si alzò
un alto e stretto cilindro di vetro nel quale vi era un liquido scuro «
... La mamma si è complimentata tanto con me, spero che ti piaccia ...
» il glicine, sotto lo sguardo severo dell'altro, si avvicinò al
monolito e da esso ne staccò via un piccolo pezzo di metallo dotato di
numerosi microchip. Lo osservò e lo fece vedere anche al padre «
... Prima di aprire la valvola come farò adesso ricordato sempre di staccare
sempre uno di questi pezzi e di tenerlo con te. Ce ne sono altri quattro vergini
oltre a questo ma anche se il numero è esiguo sono sicuro che ne farai
buon uso ... ».
« Ce ne sono solo cinque allora » disse logicamente Vegeta.
« All'inizio erano sei ma uno l'ho utilizzato ed è ancora in memoria.
Togliendo questo che utilizzeremo adesso ce ne saranno altri quattro. Apro la
valvola ... » mormorò il glicine avvicinandosi all'alto tubo e
ruotando la piccola valvola che si trovava alla base di esso. Un liquido denso
e scuro iniziò a colare verso il basso indirizzandosi poi verso il principe
dei sayan evidentemente attratto dalla sostanza spruzzata in precedenza.
L'istinto di togliersi i dosso quel vischiume nero fu altissimo per Vegeta ma
si trattenne alla raccomandazione del figlio: « Non ti preoccupare, ne
vale la pena ».
Il principe si lasciò ricoprire interamente ... Trunks gli andò
vicino e inserì il piccolo oggetto dotato di chip in un punto nel quale
l'agglomerato di quella sostanza metallica era maggiore e parlò nuovamente:
« Ora le particelle si staccheranno ma sappi che se non applichi l'oggetto
che ti ho fatto vedere prima queste ti rimarranno addosso finché l'effetto
dello spray non sarà svanito, il che comporta una seccatura di minimo
sei ore ... ».
L'intero impasto color della notte si staccò dall'individuo permettendo
nuovamente al sayan di muoversi con scioltezza. Il figlio si avvicinò
al padre dopo aver rispinto il bottone scuro e aver permesso all'oggetto cilindrico
di ritornare nel sottosuolo. Trunks sorrise raggiante notando lo sguardo stupito
del padre nel vedere la massa informe solidificarsi assumendo le sembianze del
proprietario.
« Io lo chiamo "Guerriero Oscuro" ... » iniziò
il ragazzo con un tono di voce alto e carico di energia aprendo appena le braccia
in direzione del nuovo essere « … Le molecole di metallo che ti
si erano attaccate al corpo hanno memorizzato la loro posizione e l’inserimento
del chip permette a tutto il complesso di rimanere amalgamato e tenere tutte
le nozioni in memoria … » il giovane sayan si avvicinò alla
massa oscura lasciandosi alle spalle l’uomo dalla capigliatura a fiamma
che lo continuava ad osservare con malcelata curiosità. Il glicine si
fermò a fianco della creatura, poggiò la mano destra sul fianco
mentre con la sinistra indicava il cranio con sopra una forma che ricordava
la capigliatura del principe Vegeta « … Questo essere non ha nulla
memorizzato al momento se non la posizione dei vari “tasselli” del
corpo pertanto ora come ora non ti potrà essere utile negli allenamenti.
Bisogna tenerlo per un qualche tempo in disparte in modo che assimili ulteriori
informazioni » e dopo aver detto ciò Trunks spostò di peso
l’essere facendolo poggiare a terra e con la schiena contro il muro come
se fosse stato un burattino senza vita. Vegeta era a dir poco scocciato di quella
seccatura: « CHE COSA?! E allora che cavolo me ne faccio io di quel coso?!
».
Il giovane scienziato fu rapido nel mettere le mani in avanti per tranquillizzare
il genitore « Calma papà, parli troppo presto! Ora ti spiego …
» Trunks si riavvicinò al padre e cercò di parlargli con
tutto il rispetto che egli richiedeva ogni volta « … Vedi, ora è
come un bambino incapace di camminare, non può fare nulla ma guardandoti
può imparare in fretta, all’istante! Gli basteranno pochi minuti
per divenire un combattente base dopodiché ti potrà sfidare apertamente
e continuare ad imparare nel frattempo riuscendo a fare poi ogni tuo singolo
colpo ». Vegeta alzò un sopracciglio alquanto dubbioso e il glicine
aggiunse dell’altro « Anche quando tu combatti contro un’altra
persona lui immagazzina ogni informazione utile mediante i suoi “occhi”
pertanto anche quando non vuoi che ti sia tra i piedi lui starà in disparte
ma non sarà mai inutile quindi … » a Trunks venne impedito
di proseguire: il principe dei sayan si voltò verso il giovane e gli
sferrò un pugno tale da farlo staccare da terra e mandarlo a schiantare
contro il pannello dei comandi. Il glicine ricadde faccia a terra e si rialzò
dopo poco massaggiandosi il viso con la mano destra mentre con la sinistra si
aiutava a rialzarsi. Vegeta strinse i pugni e li mantenne chiusi lungo i fianchi.
Osservò silenzioso il figlio che si rialzava e che lo scrutava con un’espressione
stupita e alquanto spaesata … evidentemente non riusciva a spiegarsi quel
gesto improvviso.
Prima che il lilla potesse proferire qualcosa il sayan maggiore chiese immediatamente
informazioni: « Hei, Trunks! Come si fa a richiamare quella cosa? ».
Il figlio terminò il piccolo massaggio ed osservò il Guerriero
Oscuro con uno sguardo che era tornato quasi quello di sempre « Beh, visto
che è una tua copia lo puoi richiamare come meglio credi. Tanto risponderà
soltanto ad un tuo richiamo a meno che non sarai tu stesso a ordinargli diversamente
».
Vegeta si espresse con un ghigno contento del fatto che avesse pieno potere
su di quella creatura e si rivoltò verso di essa « Mostro, alzati
» gli ordinò con voce dura e l'essere, come su comando, si alzò
senza emettere il minimo suono. A un gesto della mano destra del sayan maturo
il mostro si avvicinò maggiormente e si fermò rigido come un soldato
ad un gesto differente della medesima mano. Vegeta si mise davanti all'uomo
oscuro e lo fissò nel punto in cui dovevano stare gli occhi ... «
Prova a colpirmi » gli ordinò e dopo una millesimale frazione di
secondo l'ombra si mosse: la mano destra si chiuse a pungo e venne portata a
gran velocità in avanti con la medesima movenza che aveva compiuto il
Principe dei Sayan poco prima contro il proprio figlio mancandolo però
di pochi centemetri poiché "l'attaccato", che sapeva già
come si sarebbe svolta l'azione, si era piegato indietro con la schiena evitando
così di ritrovarsi con una guancia tumefatta. Vegeta indietreggiò
di un passo vedendo riattaccare l'essere con il medesimo colpo dotato della
medesima forza e sorrise al pensiero che in realtà quella massa metallica
era a dir poco stupida: non cambiava nemmeno l'arto con cui attacare. Dopo altri
tre colpi identici, dopo i quali il sayan moro ridacchiò sprezzante,
l'originale si avventò con furia contro la creatura artificiale e iniziò
a tempestarla di colpi rapidi e violenti non lasciandole il minimo spazio e
facendola arretrare fin contro la parete ricurva sulla quale, istante dopo istante,
alcune chiazze scure si staccavano dal guerriero oscuro andando a sporcare il
terreno come se fosse stato sangue. Trunks osservò il genitore esterrefatto
di ciò che stava compiendo: stava letteralmente facendo a pezzi un pupazzetto
senza vita.
Il principe si staccò e si alzò in volo andando quasi a toccare
il soffitto con la punta dei capelli, portò le mani sopra alla nuca e
concentrò su di esse due potenti sfere d'energia mentre il Guerriero
Oscuro, o Mostro, si staccava placidamente dalla fredda parete.
« AVANTI MOSTRO! ... » urlò Vegeta a pieni polmoni attirando
l'attenzione dello stravagante essere « ... FAMMI VEDERE CHE SAI FARE!!
» e dopo aver urlato ciò abbassò rapido le braccia lasciando
che il potere accumulato nelle due sfere si andasse a indirizzare nella direzione
prestabilita.
Il Vegeta Oscuro piegò appena la schiena all'indietro e lasciò
che il colpo andasse ad infrangersi contro la parete curva che annullò
ogni effetto dell'attacco dopodiché, con uno scatto sorprendente, si
alzò anch'egli in volo e si gettò contro colui che aveva emanato
l'ordine: Trunks lo vide sferrare pugni a più non posso a velocità
incredibile e a schivare i successivi attacchi altrettanto rapidamente emulando
i movimenti che effettuava il principe davanti a lui come se fosse stata davvero
la sua ombra. Quando la copia colpì l'originale con un pugno carico in
pieno volto, il ragazzo del futuro si ritrovò felice nel vedere sul viso
del padre un sorriso di soddisfazione prima che quest'ultimo colpisse il nemico
con un pugno tale allo stomaco che fece piegare la massa oscura in due nonostante
non avesse organi che si potessero lesionare al suo interno ...
Trunks strinse forte i pugni mentre un largo sorriso gli si dipingeva sul volto
« Visto papà?! Non è incredibile? Ti sarà utilissimo,
ne sono certo! ». Il padre proseguì la sua lotta come se fosse
stato completamente sordo ma il figlio non si scoraggiò e si andò
a sedere sulla piccola scalinata composta da quei cinque gradini e continuava
a sorridere gioioso del fatto che il genitore, anche se non lo volesse dare
a vedere affatto, era molto soddisfatto dei doni e quell'ultimo poi avrebbe
sicuramente scatenato la gelosia del grande rivale Son Goku e pertanto il grande
Principe dei Sayan sarebbe apparso in un qual modo superiore all'essere di infimo
livello sociale. Trunks si trovò davvero orgoglioso del suo operato e
poggiò i gomiti allo scalino disponibile e proseguì l'osservazione
di quel macabro svago che diveniva via via sempre più violento ma comunque
a parer suo abbastanza sicuro poiché l'emulo non avrebbe mai potuto superare
in forza o potenza il proprio originale rimanendo al livello massimo individuato
... in sostanza: la copia non sarebbe mai divenuta più forte rispetto
al principe. L'unica eventualità sarebbe stata che in futuro Vegeta si
sarebbe rammollito ma era una possibilità che il glicine escludeva senza
obbiezioni.
Dopo un'oretta circa Trunks riosservò l'orologio e dopo di esso il padre:
appariva alquanto spossato ma soddisfatto pertanto si alzò in piedi e
gonfiò il petto « Papà, non è forse il caso di fare
una pausa? Io poi devo andare a pranzo ... ».
Vegeta alzò rapido una mano verso la sua copia e corrugò le sopracciglia
« STOP! ... » urlò prima di voltarsi poi verso il figlio
non esattamente "suo figlio" « ... Dov'è che vai te?
» gli chiese con una punta di nervosismo nel tono utilizzato.
Il lilla guardò prima il Guerriero Oscuro che al richiamo si fermò
all'istante e poi il padre con una leggerissima goccia di sudore che gli scendeva
dalla fronte « Io devo andare a pranzo dai Son, mi hanno invitato ».
Il principe atterrò poggiando entrambi gli scarponcini a terra, fece
alcuni passi in direzione della porta di uscita e si fermò dinanzi al
figlio porgendogli però il fianco destro della sua figura. Vegeta alzò
rapido l'occhio destro e con esso squadrò il figlio in una frazione di
secondo rimanendo però in silenzio. Trunks deglutì. L'uomo dai
capelli a fiamma avanzò salendo sul primo scalino della scaletta e fermandosi
su di esso sentendo sulle forti spalle lo sguardo dell'unico nascituro ... «
Fai quello che ti pare ma prima dimmi come rinchiudere quella cosa ... ».
Il lilla annuì non riuscendo a cogliere quella punta di amarezza intrinseca
in quelle poche parole ...
« Prima devi ordinare alla copia di avvicinarsi, devi estrargli la piastra
con il chip di memoria dopodiché rispingere il bottone nero del pannello
di controllo. Quando si rialzerà il tubo dal terreno il liquido tornerà
automaticamente nel contenitore ed esso si sigillerà e tornerà
nel sottosuolo. Prima che ciò avvenga dovrai sistemare il chip in alto
dove stava prima e una lastrina di colore rosso su di esso ti indicherà
che è già occupato da informazioni e quindi non è più
vergine. Capito? ».
Vegeta non si voltò affatto ma annuì mentre con una mano guantata
apriva la porta di metallo « Il mostro mettilo via te ».
Ammutolito Trunks lo lasciò sparire all'interno della casa.
Terminata la piccola faccenda all'interno della stanza d'allenamento
il ragazzo del fututo ne uscì composto, richiuse la porta alle spalle
e tramite una ridotta tastiera numerica che si trovava al di sopra del foro
per l'inserimento della capsula d'aggiornamento digitò un codice segreto,
conosciuto soltanto da lui e il genitore, il quale permise di attivare un sistema
che impedisse l'accesso in essa ai non autorizzati. Questo sistema, inserito
fin dalla primissima stanza progettata da Trunks, secondo il giovane doveva
impedire possibili incidenti verso coloro che non erano esperti combattenti
mentre per Vegeta era soltanto un modo per tenere lontano le seccature.
Il lilla si diresse nel salotto e poi nella calda cucina nella speranza di trovare
il padre o seduto sul comodo divanetto blu oppure ad abbeverarsi con una bibita
fresca ma entrambe le brevi ispezioni non portarono a nessun risultato soddisfacente
infatti l'uomo richiesto non era in nessuna delle due stanze. Uscendo dalla
cucina il ragazzo osservò le piccole scale di legno chiaro che portavano
al piano di sopra con una leggera punta di dubbio poi però, sentendo
la porta di legno del bagno aprirsi e poi chiudersi con violenza comprese che
Vegeta era nei paraggi. Deciso si affrettò a salire i gradini trovandosi
al piano superiore.
Appena giunto nel reparto notte vide che la porta dei servizi era aperta e dalla
fessura ne usciva fuori un gran calore affiancato da una grande nuvola di vapore
profumato ma, sentendo che nessun sanitario era in funzione, si avvicinò
alla porta della camera e bussò sulla bianca superficie un paio di volte
« Papà, posso entrare? ».
Passò un minuto intero prima che si udisse dall'altra parte un "Entra"
affogato in una serietà spiazzante. Trunks varcò l'uscio leggermente
agitato poiché il padre era sempre, troppo imprevedibile. Alzò
gli occhi verso il soffitto a cupola di vetro dopo che ebbe richiuso la porta
con un leggero colpo di mano: su rischiesta di Vegeta aveva progettato quella
stanza in modo che fosse la più alta, la più centrale e che grazie
alla soffittatura trasparente fosse la più luminosa e la più bella
di tutte. Secondo il ragazzo l'aveva richiesta per poter vedere le stelle ...
Riabbassò gli occhi ormai sazio dell'osservazione di quell'azzurro limpido
e li lasciò fissi su di un principe che, dopo essersi vestito della sua
biancheria intima, si era seduto sul fondo del comodo letto matrimoniale e gli
donava le spalle mentre con quegli occhi neri sembrava interessato a carpire
i misteri di un comune comò.
« Cosa vuoi? » sibilò il moro facendo per un istante rabbrividire
Trunks che era ancora impalato dinanzi a quella porta.
Il giovane deglutì « Ecco, io dovrei andare adesso però
dopo torno, promesso » ... la sua derminazione non era molto convincente
....
« E allora? Sei venuto solo per dirmi questo? Vattene se non hai altro
... » la voce del Principe divenne ancora più grave e il figlio
percepì a pieno quel senso di astio che aleggiava in quella luminosa
stanza generandogli un pesante nodo allo stomaco.
Poi, ecco un'idea ...
Trunks cercò di tornare raggiante « Perché non vieni anche
tu? Sarà divertente! » esclamò infine con un sorriso sulle
labbra.
Vegeta si voltò verso il glicine con una vena pulsante sulla fronte quasi
pronta ad esplodere e scattò in piedi come se avesse avuto una molla
sotto al sedere « CHE COSA?! TI E' DATO DI VOLTA IL CERVELLO!?! »
con passo pesante ma cadenzato il temibile principe mise il figlio spalle al
muro e lo afferrò con una mano alla camicia strattonandolo appena senza
riuscire però a mettergli paura « No papà, dico sul serio.
Mi hanno invitato, è vero, ma passiamo poco tempo assieme quindi ho creduto
che ti avrebbe fatto piacere ... ».
Vegeta strinse maggiormente il pugno facendo ribollire ancora la rabbia «
PIACERE UN CORNO! IO NON VADO DA KAHAROTH, QUELLA TERZA CLASSE!! LEVATELO DALLA
TESTA!! ».
« Strano, eppure a me risultava che tu e Goku vi allenaste assieme nell'aldilà
... » mormorò poi il glicine lasciando il padre di sasso e con
i suoi castelli in frantumi mentre si esibiva in una smorfia davvero buffa che
includeva gli occhi sbarrati e la bocca aperta ... Prima che Trunks potesse
però controbattere Vegeta si fiondò al centro del largo lettone
e ivi fermò incrociando braccia e gambe e mettendo sù un bel muso
...
Il giovane sayan ridacchiò un poco trovandolo buffo mentre osservava
nuovamente le sue spalle « Dai, è solo un pranzo, che ti costa?
».
Il moro voltò la testa da una parte e chiuse gli occhi indignato «
Umpf! Un conto e tempestarlo di cazzotti un conto è mangiarci a tavola!
Non mi abbasserò alla sua infimità!! ».
Trunks si poggiò alla parete con la schiena e incrociò anch'egli
le braccia mantenendo però quel tenero sorriso « Eddai, un boccone
e poi ce ne andiamo ... E magari dopo puoi fare vedere anche a Goku la nuova
stanza per la gravità. Oltretutto non puoi mangiare carne in scatola
per sempre ... approfittane visto che cucina Chichi, è un'eccellente
cuoca e poi ... » il lilla non aggiunse altro quando notò che da
quando aveva proferito che poteva far vedere la nuova stanza a Goku (e quindi
pavoneggiarsi con lui) aveva smesso di ascoltarlo. Il ragazzo sbuffò
rassegnato « Allora, andiamo? ».
Vegeta mugolò qualcosa ma poi balzò giù dal letto e si
infilò un'altra tuta da combattimento pulita identica a quella che portava
poco prima « D'accordo ma spero che sia una cosa rapida » e dopo
avere terminato la vestizione si dileguò dalla stanza con un figlio che
lo seguiva a ruota.
Il viaggio verso casa Son fu lungo poiché il silenzio
tra i due personaggi, dei quali soprattutto uno sembrava restio al dialogo,
sembrava far allungare il tragitto e chi dei due percepì maggiormente
la pesantezza della cosa fu il giovane Trunks che però strinse i denti
e lasciò correre pensando che fosse già tanto che il padre avesse
accettato di accompagnarlo.
Quando atterrarono dinanzi alla piccola porta d'ingresso il glicine si guardò
attorno ed alzò un sopracciglio quando non scovò più la
sua macchina ... non se ne preoccupò più di tanto pensando che
Gohan l'avesse parcheggiata sul retro.
Vegeta, preceduto da un ragazzo tranquillo, posò i suoi regali piedi
sul piccolo zerbino e con forza (trattenuta s'intende) bussò energicamente
sulla porta dell'abitazione del suo eterno rivale ed attese che un individuo
di terza classe gli aprisse.
« Questo dev'essere Trunks! ... » udirono i due dall'esterno notando
il tono femminile e alquanto isterico « ... GOHAN! Vai ad aprire per favore
che io mi stò pulendo le mani!! ».
« Sì, sì, vado » la voce del primogenito Son si udì
forte e chiara e dopo quella affermazione i due sayan della diversa famiglia
poterono percepire l'avvicinarsi della sua aura passo dopo passo. La porta si
aprì di una decina di centimetri dopodiché venne aperta completamente.
Gohan, vestito di una tenuta decorosa (una divisa da combattimento viola e rossa)
apparve alquanto stranito nel vedere assieme al suo amico atteso anche qualchedun'altro
« Salve Vegeta, che sorpresa ... ».
Il Principe dei Sayan mugolò un "Ciao" forzato mentre il glicine
cercò di apparire più caloroso: « Ciao Gohan! Ho chiesto
io a papà di aggiungersi, non è un problema vero? ».
« No, credo proprio di no » bofonchiò il giovane moro comunque
ancora sorpreso mentre nel frattempo una Chichi battagliera, poiché non
comprendeva il perché il loro ospite era ancora alla porta, si avvicinava
con passo deciso ricordando una sottospecie di militare ma con tanto di burazzo
ancora in mano « Gohan, cosa aspetti a farlo entrare? E' scortese lasciare
un invitato alla porta ».
« Sì mamma, hai perfettamente ragione » e dopo aver detto
ciò il Son si spostò di lato lasciando che i due ospiti facessero
il loro ingresso nell'abitazione ma poi, quando Vegeta vide la signora di casa,
sorrise beffardo e disse al moro primogenito una cosuccia alquanto disdicevole
... « Trunks non mi aveva detto che ci sarebbe stata anche la nonna ...
».
Chichi divenne di sasso ma le bastarono pochi istanti per riprendersi e per
... fare battaglia: la donna si avvicinò pericolosamente al principe
con le maniche del chimono arrotolate ai gomiti e con un'aria nullaffatto carina
o perlomeno non del tutto compiacente « CHE COSA?!?! Ripetilo se ne hai
il coraggio! ».
Vegeta mutò li suo ghigno divenendo più sadico del normale mentre
i due poveri ragazzi si guardavano vicendevolmente senza sapere cosa poter fare
« Tzk! Sembri una vecchia ».
Una moltitudine di capelli corvini sembrarono uscire da quel chignon come se
fossero stati loro stessi ad essere offesi anche se la proprietaria, che stava
divenendo rossa in volto, non era da meno poiché stava letteralmente
perdendo le staffe « MA COME TI PERMETTI DI PARLARMI IN QUESTO MODO?!
SEI UN BUZZURRO!! ».
L'uomo dai capelli a fiamma chiuse gli occhi ed entrò nel salotto come
se nulla fosse sedendosi poi su una delle sedie che si trovavano attorno al
tavolo circolare « Bada a come parli donna! E poi non è affar mio
se non sei capace di accettare la realtà ».
L'ira della donna toccò il picco e con rabbia gettò a terra il
burazzo usato poco prima per asciugarsi le mani. Si voltò verso i due
giovani con due occhi talmente cattivi che potevano essere tranquillamente paragonati
a quelli di Vegeta « E VOI NON DITE NIENTE?! TRUNKS!! ». Il lilla
sobbalzò ma dopo aver fatto un cenno di assenso alla donna di casa si
avvicinò al padre che, ancora con nonchalance, se ne stava appoggiato
alla sedia con gli occhi chiusi. Cercò di parlargli serio « Papà,
per favore non fare così. Siamo ospiti ... » il glicine si bloccò
però sentendo alle spalle il fremere di qualcuno ...
« Trunks ... Io ho invitato te, non lui » disse Chichi con una punta
di veleno che immediatamente i due giovani, e anche principe, percepirono all'istante
anche se Gohan la rimproverò tempestivamente facendole capire che stava
esagerando.
Vegeta dal canto suo si alzò in piedi facendo cadere la sedia a terra
e se ne tornò in direzione della porta di ingresso « A me non me
ne importa niente di stare con degli individui di terza classe e con una donnaccia
isterica. Me ne vado ».
« Papà! Aspetta dai ... » il giovane del futuro poggiò
una mano sulla spalla del genitore cercando di fermarlo anche se a dire il vero
fu una voce conosciuta a tutti a bloccare la sua fuga ...
« Ma che cos'è tutto questo baccano? » Son Goku scese le
scale non capendo affatto la situazione ma riuscendo però a fare imbestialire
la mogliettina: « Ciao Vegeta! Ma che bello, anche tu pranzi con noi?
Hah, non vedo l'ora ... Chichi, è pronto da mangiare? Ho una fame ...
» terminò poi posando entrambi i piedi a terra mentre con la mano
destra si massaggiava la pancia.
La donna si avvicinò al compagno con le lacrime agli occhi e si aggrappò
alla sua divisa arancione « Mi ha chiamato nonna ... e poi vecchia ...
Buuuuuuu ... » e lì iniziò un poco a piagnucolare. Goku
si grattò la testa confuso « Ma chi cara? ». Lo sguardo di
lei tornò duro mentre con un indice accusatore indicava il Principe dei
Sayan che era tornato a ridersela di quell'atteggiamento da psicopatica che
in quel momento la donna si ritrovava. Goku dal canto suo non mutò espressione
...
« Suvvia Vegeta, d'accordo che Chichi non si tiene molto in forma e che
si stà trascurando però ... » l'urlo della moglie gli impedì
di proseguire: « GOOKUUUUUU!!! COME PUOI ANCHE TU DIRMI CERTE COSE!! »
« Ma Chichina ... » mormorò il grande Son Goku, l'eroe della
Terra, mentre inseguiva una donnetta impettita in cucina nel tentativo di rimediare
alla gaffe appena compiuta. Nel frattanto Gohan si scusò con gli ospiti
per l'atteggiamento della madre e li invitò nuovamente ad accomodarsi
alla tavola che non era ancora stata ricoperta di leccornie anche se era stata
apparecchiata. Il giovane moro poi si affrettò ad inserire le posate
per il nuovo in più spostando e restringendo lo spazio per le cose altrui.
« Mi spiace tanto per come si è comportata la mamma. Ogni volta
la solita storia ... » disse Gohan rivolto a Trunks mentre sistemava il
tovagliolo e sopra di esso le posate. Le palpebre che servivano a coprire gli
unici occhi azzurri all'interno di quel luogo si aprirono un poco « "Sempre
la solita storia"? Che vuoi dire? ».
« Beh ... » iniziò Gohan sedendosi in una sedia vicina e
poggiando i palmi delle mani sulle ginocchia « ... non è la prima
volta che Vegeta rimane a pranzo » terminò infine tranquillo mentre
si versava un po' di acqua fresca dentro il suo bicchiere di vetro.
Gli occhi del lilla si strinsero all'istante e ruotarono in direzione del genitore
che nel frattempo si era allontanato dalla tavola e stava occupando il suo tempo
stando in piedi ad osservare fuori dalla finestra come se nulla fosse. La giovane
bocca si storse in una smorfia « Papààà ... io pensavo
che fosse la prima volta che venissi quì sai? ... ».
Gohan iniziò a ridacchiare comprendendo la situazione in corso e pertanto
ne approfittò per "vuotare il sacco": « Capita che ogni
tanto si fermi a pranzare quì dopo essersi allenato con papà ma
ogni volta tra lui e la mamma è una battaglia sempre per gli stessi motivi
e oggi non è un'eccezione. C'è da dire però che papà
suda sempre sette camicie per convincerlo ... ».
Trunks si portò una mano al mento e se lo massaggiò vigorosamente
pensando a chissà quali altre cose il padre gli stesse nascondendo non
sapendo che i misteri da parte erano già belli che finiti. Le sue meditazioni
proseguirono finché sulla porta d'ingresso non riecheggiarono dei piccoli
ciocchi ...
« Questo dev'essere Goten che è tornato da scuola ... Oggi ha fatto
tardissimo ... » mormorò il moro alzandosi dalla seggiola mentre
Goku, avendo terminato la discussione con la moglie (nella quale aveva avuto
la peggio) occupò la scrana che sarebbe poi stata tra sua moglie e Vegeta.
Prima che il ragazzo potesse raggiungerla, la porta si aprì da sola facendo
apparire all’interno del salottino una piccola nuvoletta d’orata
seguita da un piccolo bambino completamente sommerso da un pesante strato di
fanghiglia che copriva quasi completamente una vestita cinese dai colori azzurri
… Gohan rimase impalato come un fesso nel vedere addirittura in mezzo
ai capelli del bambino un grande numero di rametti come se con quelle decorazioni
“artigianali” volesse ricordare una qualche bestiola. Quando poi
il piccolo visino del fratellino si alzò verso il suo, il diciottenne
si trovò ancora più spaesato nel vedere quell’espressione
arricciata e con gli occhini gonfi pronti al pianto imminente.
« Mamma, vieni qui per favore … » disse Gohan a Chichi non
riuscendo a staccare gli occhi di dosso al bambino. La mamma abbassò
il fuoco sotto alla larga padella e si voltò verso la scena tranquilla
ma poi, quando vide le condizioni del suo povero tesorino, percorse i pochi
metri che le distavano con una velocità pazzesca, saltò con un
balzo la piccola nuvola Kinton e si inginocchiò abbracciando a sé
il piccolo Goten che, appena sentì la stretta calorosa, iniziò
immediatamente a piangere.
« Piccolo mio non piangere, non piangere. Adesso ci andiamo a cambiare
questi vestiti, a lavarci un po’ la faccia e poi si mangia … »
disse dolcemente Chichi all’orecchio del bambino prima di issarsi in piedi
tenendolo in braccio mentre i presenti osservavano silenziosi la scena senza
proferire parola anche se a dire il vero i due sayan dal sangue puro sembravano
alquanto disinteressati alla questione chi per un motivo chi per l’altro.
Il fratellone però si avvicinò alla mamma e gli tolse il frugoletto
di pochi anni dalle braccia « Ci penso io mamma, tu finisci con calma
». La donna annuì vedendo poi sparire i suoi due nascituri al piano
superiore. Sempre silenziosamente fece uscire di casa la nuvoletta dorata, richiuse
la porta e tornò ai fornelli per ultimare i suoi manicaretti.
Il silenzio aleggiò nel piccolo salotto per vario tempo e Trunks trovò
il coraggio di chiedere soltanto quando Chichi iniziò ad imbandire la
tavola con le sue prelibatezze: « Chiedo scusa, non vorrei apparire indiscreto
ma … » iniziò dubbioso del fatto che potesse proseguire o
meno « … Cosa è successo? Perché piangeva? ».
La donna posò al centro della tavola la grande padella nel quale vi era
del riso fumante con altri ingredienti, attese che tutti i presenti fossero
seduti composti e iniziò a riempire ogni piatto di una manciata di alimento
mantenendo sul volto una serietà che fece passare totalmente al glicine
la curiosità del sapere … « Non importa, chiedo scusa …
» mormorò poi il lilla afferrando con entrambe le mani il piatto
pieno portandoselo sotto il naso. La donna inserì il riso abbondante
in un termos in modo che rimanesse caldo e lo posò a fianco della sua
seggiola prima di sedervici sopra. Sgridò il marito poiché aveva
già iniziato a trangugiare il riso e lo ammonì per non aver aspettato
i figli. Sospirò portandosi una mano alla fronte … « Goten
se la cava a scuola: è bravo, gentile con tutti e coscienzioso. Purtroppo
ci sono alcuni bambini che non si comportano bene con lui e lo trattano male,
riducendolo com’è accaduto oggi … ».
Il ragazzo del futuro si concentrò maggiormente sulla questione «
E perché? ».
Chichi fece spallucce ma poi cercò di tornare solare quando rivide i
due giovani, specialmente il più piccolo, scendere la scaletta in legno
e avvicinarsi alla tavola « Bravissimi, avete fatto proprio in fretta!
» li acclamò lei facendo spuntare sul piccolo visetto un sorriso
come segno di vittoria.
Goten, vestito di una tuta arancione che pareva quasi identica a quella del
padre (i capelli poi sembravano fatti con lo stampino) corricchiò verso
la sedia vicina alla mammina e con un balzo vi fu sopra, con foga si legò
il tovagliolo al collo e impugnò nelle mani forchetta e coltello tenendosi
però pronto ad afferrare un cucchiaio nell’istante in cui ci fosse
stato bisogno. Gohan si sedette al suo fianco sorridendo poi a un Trunks alla
sua sinistra che osservava il fratellino curioso …
« Goten … » lo chiamò il fratellone con leggero picchiettio
di un dito sulla spalla sinistra attirando la sua attenzione « …
Hai visto che abbiamo ospiti, vero? ».
Il bimbetto guardò davanti a sé ma la prima cosa che vide fu la
faccia severa di Vegeta … « Sì, c’è l’uomo
cattivo … » mormorò mettendo su una faccia che fece morir
dal ridere Son Goku poiché spiaccicata a quella del rivale. Gohan ripeté
l’azione facendo voltare nuovamente il bambino e in quell’attimo
il fratello si fece indietro permettendo a Goten di vedere il secondo invitato.
Il bimbo rimase in silenzio poiché non sapeva chi fosse quell’individuo
…
« Goten, lui è Trunks, il figlio di Vegeta. E’ il ragazzo
venuto dal futuro, quello di cui ti ho parlato tanto ».
Gli occhi del Son più piccolo si illuminarono … Trunks, dal canto
suo, alzò una mano e lo salutò con un cenno accompagnato da un
largo sorriso.
… ssSQUEEEEZEEEEEeee …
Chichi fulminò il colpevole che immediatamente portò le mani in
avanti « Chichina, ma io ho fame! Non resisto più … ».
« Hah, insomma, fai quello che ti pare! » Goku recepì il
messaggio e iniziò ad abbuffarsi seguito da un Vegeta che non lo mollava
un secondo: anche a tavola l’eterna battaglia continuava!
A metà pasto l’attenzione tornò sul piccolo
sayan e su quello che era accaduto poco prima …
« Goten … » iniziò Trunks cercando di essere il più
garbato possibile « … se la cosa non ti disturba posso sapere perché
prima eri ricoperto di fango? ».
Il piccolo si portò il bicchiere pieno d’acqua alle labbra, ne
bevve un poco dopodiché riposò il contenitore di vetro sul tavolo
e si passò il tovagliolo sulla bocca … divenne triste al ripensare
a quella brutta scena e strinse forte le piccole dita attorno alle ginocchia
« Oggi mi hanno chiamato ancora scimmia puzzolente e nel cortile della
scuola mi hanno iniziato a lanciare il fango dicendo che avrebbe coperto il
mio odore … ».
« E la maestra? ».
« La signorina Midori li ha rimproverati ma mi ha confessato che molto
probabilmente lo faranno ancora perché secondo lei, con loro, le sgridate
non servono a niente … » mugolò il bimbo divenendo sempre
più piccolo.
« E non li combatti? Sento la tua aura sai e sono certo che sei fortissimo!
» disse poi il lilla convinto di ciò che diceva venendo però
ripreso dal padre: « Trunks! Sono cose che non ti riguardano, non ti immischiare!
».
« Mannò … » lo “calmò” Goku «
… Lascialo dire ». Vegeta ringhiò ed incrociò le braccia.
« Purtroppo l’ha fatto una volta ma è stato un vero disastro
… » iniziò Gohan posando la mano destra in mezzo a quel cespuglietto
di capelli corvini « … Il fatto è che non era ancora in grado
di misurare la propria forza e aveva fatto parecchio male ad alcuni di loro.
Oggi è diverso ma non vogliamo che sia violento con i suoi compagni perché
non farebbe altro che il loro gioco. Oltretutto la violenza, se a questi livelli,
non porta proprio a niente di buono ».
« Comprendo perfettamente, ritiro quello che ho detto ».
Il moro continuò « E inoltre sarebbe scorretto utilizzare la forza
verso coloro che non sono in grado di difendersi, gli “amici” in
questione infatti non praticano le arti marziali e quindi sarebbe come chiedere
a un perfetto ignorante i metodi di soluzione di un'equazione omogenea per la
determinazione di una soluzione particolare di un'equazione non omogenea (!)
».
In quell’attimo la figura di Goku apparve come l’esempio lampante
…
Chichi si alzò in piedi e raccolse da terra il contenitore vuoto del
riso « Trunks, tu che sei bravo mi verresti a da re una mano ai fornelli?
».
« Sì, subito » mentre il glicine si alzava e seguiva la signora
di casa in cucina il piccolo Goten lo seguì con gli occhi rispondendo
nel frattempo alla domanda che gli aveva posto immediatamente il fratello: «
Sì, è stato ancora Light … Non so davvero più come
comportarmi con lui, non riesco ad essergli amico ».
... Continua ...