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Autore: Jade Okelani    04/01/2005    10 recensioni
La scuola di Stregoneria e di Magia di Hogwarts nasconde un profondo mistero fra le sue mura, una antica società che trabocca di potere. Ginny Weasley non vuole altro che entrare a farne parte, insieme a tutti i privilegi che questo comporta. Draco Malfoy ha il suo futuro nelle sue mani, a patto che lei aderisca a certe condizioni per il periodo di un mese. La fine dell'inverno porta con sè dispiacere, gioia e cambiamenti.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Our Winter

(Il nostro Inverno)
di Jade Okelani
Il capitolo 11 è stato tradotto da Erika in esclusiva per EFP

~

Capitolo 11: Romeo e Giulietta, vi presento Draco e Ginny

"Mi baciò e ora sono un'altra." -- Gabriella Mistral, Lui mi baciò

~

Alla fine non scappo via di casa. Se potessi parlare (ma il fatto che tu non lo faccia, ripeto, mi rende tremendamente felice) mi diresti probabilmente che sei felice che resti, perchè davvero, che altro hai da fare tutto il giorno se non ascoltarmi? Ora che ci penso, dovrei passare meno tempo a penare per me, e più tempo a dispiacermi per te.

So che ho preso la decisione giusta. Nessuno di noi due era pronto ad essere l'unica persona nella vita dell'altro. E non è davvero possibile per me abbandonare la mia famiglia per sempre - non posso fisicamente farlo. Continuo a vedere questa immagine nella mia testa, dell'orologio della nostra cucina a casa, che dice che sempre che Ginny è 'Irraggiungibile' o, dio me ne scampi, 'In Pericolo Mortale'. La mamma diventerebbe matta a guardarlo.

L'unica domanda che rimane ora è, cosa devo fare adesso con la mia vita, adesso che mi porto dietro un cuore spezzato? Non penso davvero guarirà mai. Ho rotto un piatto di mamma una volta, e lei ha provato a ripararlo con un 'Reparo' ma non voleva saperne di tornare a posto.

"Quando si è rotto in troppi pezzi, non serve cercare di sistemarlo," aveva detto, "perchè non tornerà mai a posto come prima."

Era esattamente come mi sentivo io, come se mi fossi rotta in troppo pezzi, e qualcuno avesse provato 'Reparo' su di me, e non importa quanto ci abbia provato, proprio non riesco a tornare insieme come prima.

Mi manca. E' passata solo un'ora da quando l'ho lasciato e lo vedrò domani, ma mi manca come fosse un dolore antico, che batte contro i pezzi del mio cuore spezzato.

E ora, oltre tutto, mi sono ridotta a scrivere un sacco di clichè ridicoli sui sentimenti nelle pagine del mio diario. Come ne

~

"Sta diventando un'abitudine con te," commentò Ginny mentre chiudeva il diario.

"Scusa," bofonchiò Ezra. "Non mi ero resa conto che qualcun altro era ancora sveglio. Dovevo incontrare Seamus, e ..."

"Noi membri del club Eterni Sfigati per Destino ci incontriamo sempre tardi nella sala comune di Grifondoro," notò Ginny tristemente. "Seamus non si unisce a noi oggi? Direi che ne fa parte almeno quanto me e te."

"Voleva stare da solo per un po'," disse Ezra, e le voce le si incrinò per un momento.

"Perchè?" chiese Ginny piano.

"Perchè gli ho detto tutto," confessò Ezra. "Ho cercato di rompere con lui questa mattina, ma continuava a dirmi che non l'avrebbe accettato senza una buona ragione, diceva che mi amava, e in generale faceva un gran casino. Io gli ho detto che non poteva amarmi, e che se fosse stato veramente intelligente, si sarebbe allontanato da me il più possibile." Una lacrime le cadde sulla guancia. "Ha detto che l'avrebbe fatto se gli avessi detto che non lo amavo. Così ... l'ho fatto."

"Oh, Ezra," disse Ginny, alzandosi e andando a sedersi accanto ad Ezra, dove si era accasciata sul divano.

"Non è giusto!" singhiozzò Ezra. "Ho trovato qualcuno da amare, e tutto mi viene portato via. Avrò una vita terribile, con un matrimonio terribile e non c'è niente che possa farci. Non è corretto per me, per Seamus, o per te. Non è corretto nemmeno per quel miserabile piccolo troll che devo sposare!"

"No, non è per niente giusto," fu d'accordo con lei Ginny. "Ma stare a piangerci sopra non ci aiuterà."

"Ginny," si lasciò sfuggire Ezra, con voce frustrata.

"Scusa," dichiarò Ginny ferma, "ma è ora che tu esca da questa autocommiserazione in cui ti sei messa per metà della tua vita. Sposare Draco non è un destino peggiore della morte. Ucciderei per essere te, Ezra," disse, disperata.

"Ma io non lo amo," ribatté Ezra, e sembrava sul punto di una crisi di nervi. "Tu sì, e buon per te, ma io non posso soffrirlo!"

"Sai che non è vero," continuò Ginny, testarda. "non è vero per nessuno di voi due. Date la colpa delle vostre sventure all'altro, ma non dovreste. Siete vittime entrambi, e se volete sopravvivere, dovrete farcela insieme. Andrò a dire a lui la stessa cosa."

"E' facile per te parlare," iniziò a dire Ezra, accaldata.

"No, non lo è davvero," disse Ginny, senza nessuna nota particolare nella voce. "E' la cosa più difficile che ho mai detto, ma devo, perchè tengo troppo a voi due per lasciarvi a voi stessi. Sarete solo tu e lui contro tutto e tutti, perchè se non lo farete, ne sarete distrutti. Ci sono tante cose che stanno per succedere Ezra, così tanto che io stessa non so ... ma la cosa che so invece, è che tutti dovremmo schierarci. Dovremmo fidarci l'uno dell'altro, e se tu e Draco non potrete mai innamorarvi, almeno, potrete essere compagni.

"Tu non capisci," insistette testarda Ezra. "Non puoi immaginare cosa sia avere la intera vita decisa da un paio di vecchi che sanno solo complottare!"

"Giusto," rispose stizzita Ginny. "Sono certa che io e Seamus non abbiano idea di cosa significhi." Raccogliendo il suo diario e la piuma, Ginny si alzò e fece per andarsene.

"Mi dispiace," la chiamò Ezra. "Mi dispiace che tu sia rimasta ferita-"

"Non dispiacerti," disse Ginny senza stoica, senza voltarsi. "Fa solo che ne valga la pena, Ezra. Fa sì che tutto questo dolore non si trasformi in quello che i vostri padri vorrebbero. Se non potete farlo per voi stessi, o per l'un l'altra, o, Dio solo lo sa, per il futuro del mondo, per favore, fatelo per Seamus e per me e per tutto quello che abbiamo perso."

Poi, Ginny si diresse verso il dormitorio delle ragazze, lasciandosi dietro Ezra, che rimase a fissarla.

~

Il giorno dopo passò così in fretta, che il tempo sembrava scivolare via dalle mani di Ginny per quanto cercasse di farlo durare.

La colazione fu tesa come non mai, con Ginny che evitava le domande di Ron sul motivo per cui appariva così stanca. Quando anche Harry ed Hermione scesero a far colazione, loro tre si racchiusero nelle loro conversazioni per il resto della mattinata. Ginny non era mai stata tanto grata in vita sua del fatto che formassero tale terzetto. L'ultima cosa che voleva era spiegare a persone a cui non piaceva Draco che era indisponente per l'idea di perderlo.

La mattina si trascinò lenta, ma nel momento in cui arrivò il pomeriggio, nel momento in cui si diresse verso il lago e lo vide vicino all'acqua, con la testa chinata quasi come poeticamente sconfitto, il tempo sembrò iniziare a volare.

La salutò con un bacio, e la fece piangere; la prese in giro per il modo in cui suo fratello gli aveva lanciato occhiatacce durante tutta la colazione, e la fece piangere. Il modo in cui accarezzò le sue guance con le nocche delle mani la fece piangere, e quando iniziò a leggere uno dei libri che lei aveva portato, il suono della sua voce la fece piangere, perché immaginava sarebbe stato il suono col quale avrebbe fatto addormentare i suoi figli, leggendo loro una fiaba.

"E poi il nobile mago si tagliò la sua stessa vena, perché aveva capito che l'amore della sua vita non lo stava nemmeno ascoltando, fine," concluse Draco secco.

"Scusami," disse Ginny, sgranando gli occhi. Il sole stava tramontando e l'aria fredda della notte era ormai su di loro. Era stata cullata dal suono della sua voce.

"Dov'eri?" chiese lui curioso.

"Proprio qui," lo rassicurò. La testa di lui si appoggiò sulle sue ginocchia, e lei si accomodò meglio contro l'albero. Le sue dita andarono a giocare, pigre, fra i suoi capelli. "Passavo il tempo a sentirmi dispiaciuta per me stessa."

"Penso solo che ti sia rotta le palle di Un Mago con un nome qualunque."

"Forse," gli concesse con un piccolo sorriso, guardandolo dritto in faccia.

Tirando di lato Un Mago con un nome qualunque, Draco si mise a cercare nella borsa di lei finchè non ne tirò fuori un libro di mitologia provenienti dai suoi studi di Babbanologia. Girò le pagine come se stesse cercando qualcosa di particolare.

"Che cerchi?" chiese lei piano.

"Qualcosa che Ezra ed io non abbiamo già letto insieme," dichiarò lui sicuro. "Qualcosa che possa essere solo tuo e mio."

"Mi piace come suona." Continuò ad accarezzargli la testa mentre lui cercava, memorizzando l'espressione sul suo viso, così che potesse sempre ricordarsi di quanto era bello quando si concentrava totalmente su una cosa.

"Ecco," pronunciò infine, ed iniziò a leggere.

Questa volta, Ginny non riuscì a fare altro che concentrarsi sulla storia, rapita dalle vicende di Amore e Psiche.

Nel racconto, Cupido, figlio degli Dei, si innamorava di Psiche, e le dava ogni cosa che il suo cuore desiderasse. Contro il volere di sua madre, sposò Psiche e tutto quello che le chiese fu di non guardarlo mai in viso. Faceva l'amore con lei di notte e la lasciava da sola di giorno, in una grande casa, per tutta la giornata. Le sorelle di Psiche, gelose della fortuna della sorella, la convinsero che suo marito era un serpente mostruoso e terribile, e che avrebbe dovuto vederlo, e se così fosse stato, ucciderlo.

Ma Cupido non era un mostro; i suoi boccoli d'oro e la pelle bianca come la neve erano il perfetto accompagnamento di un paio d'ali d'angelo. Psiche ferì Cupido terribilmente, sia fisicamente, avendogli per sbaglio rovesciato addosso l'olio della candela, sia emotivamente, non avendo fiducia in lui.

Cupido lasciò Psiche, e lei fu costretta a vagare per la terra alla ricerca del suo amato. Finalmente arrivò davanti a Venere, la madre di Cupido, e la pregò di aiutarla. Venere le fece sostenere una serie di prove impossibili, sicura che Psiche avrebbe fallito. Davanti a tutto questo, Cupido prestò le sue risorse a Psiche, permettendole di avere successo in ognuno dei compiti che le aveva assegnato sua madre.

"Poi Cupido," disse Draco, e la sua voce possedeva il timbro gentile di un narratore nato, "veloce come la luce a penetrare le vette dei cieli, si presentò davanti a Giove, supplicante. Giove appoggiò la causa dei due amanti con tale sincerità che vinse il consenso di Venere. Quindi mandò Mercurio a prendere Psiche per portarla al raduno delle divinità, e quando arrivò, le porse una coppa d'ambrosia e le disse 'Bevi questo, Psiche, e sarai immortale; e Cupido non potrà mai più separarsi da te e queste nozze saranno eterne.' Così Psiche si unì finalmente a Cupido e quando arrivò il momento, ebbero una figlia, che chiamarono Piacere." Si fermò, con le ciglia aggrottate, fissando dall'alto in basso il libro per un momento. "Non sta gran fine, vero?" disse infine. "Praticamente è finito e basta."

"Non proprio," ribatté Ginny. "Vissero felici e contenti dopo, no?"

"Non sarà lo stesso per noi, Gin," disse Draco acido, forse in maniera più acida di quanto non avesse inteso fare, e lo capì dalla luce di colpa che vide subito salire ai suoi occhi.

Era notte fonda ora, e Draco aveva finito di leggere grazie alla luce della sua bacchetta. Lei gli prese il libro di mano e lo mise di lato, e fece scorrere entrambe le mani nei suoi capelli, massaggiando la sua testa dolcemente.

"No," fu d'accordo. "Non saremo noi. Ma noi abbiamo qualcosa, Draco, qualcosa che nessuno potrà mai portarci via."

"E sarebbe?" chiese, e la sua voce era piena di amarezza.

"Quanto ti amo," gli disse piano, ma con voce sicura. "E quanto so che tu mi ami, anche se hai qualche problema a dire le parole a meno che io non sia arrabbiata con te."

"Ti amo," disse, quasi risentito. "L'ho già detto prima."

"Sì, e ora l'hai detto ancora," disse lei, e sembrava soddisfatta.

"Strega," mormorò lui.

"Non ancora," protestò lei. "Mi manca ancora un altro anno."

"Mocciosa," ringhiò lui sedendosi, e mettendola sotto di sè, iniziando a baciarla fino a farle mancare il fiato. Bofonchiando un incantesimo sotto voce, Draco fece spegnere la luce sulla punta della sua bacchetta.

"Non ti piace guardarmi?" mormorò lei in tono giocoso.

"Non mi piace che qualche Grifondoro pervertito ti guardi dalla sua torre," rispose lui, togliendole il mantello smeraldo che indossava.

Le loro bocche si incontrarono ancora e ancora, in beccate scherzose e gentili, mentre si svestivano degli indumenti. La mano di lui disegnò avidi percorsi lungo il suo corpo, a un ritmo rapido, come se sapesse che non ne avrebbe mai avuto abbastanza di lei. Ginny era combattuta: voleva chiudere gli occhi, fingere che questa non sarebbe stata l'ultima volta che lo avrebbe stretto, e voleva tenerli aperti, per memorizzare l'esatta posizione delle stelle in cielo mentre faceva l'amore con lei.

Stretta nelle sue braccia, coi corpi che si incontravano gentili Ginny scorse il loro riflesso sulle acqua calme del lago. Erano belli, avvinghiati insieme, e mentre guardava, si rese conto che Draco stava facendo esattamente la stessa cosa. Entrambi si girarono a guardarsi l'un l'altro nello stesso momento, e lei portò una mano a scostargli una ciocca biondo platino dal viso.

"Che altro c'è là fuori?" chiese disperata, le loro fronti che si toccavano, gocce di sudore che scendevano lungo la loro pelle, e il suo cervello che andava in corto circuito alla luce di questa semplice e preziosa vicinanza. "Non esiste che ci sia un altro mondo oltre a questo, semplicemente non può."

Lui non rispose, solo la baciò ancora ed ancora ed ancora, fino a che si dimenticò di cosa voleva dire, si dimenticò dell'altro mondo, di tutto tranne di quanto era facile amarlo.

Più tardi, sotto il cielo fattosi più scuro ancora, ancora stretti l'uno all'altro, si ricordò di come si faceva a pensare, a preoccuparsi, a provare dolore. E nella sua testa sentì delle parole mormorate più e più volte, non dalla voce di Draco, nè da alcun altra voce che riuscisse a riconoscere, ma erano una risposta, l'unica risposta che aveva, l'ultimo barlume di speranza a cui doveva aggrapparsi:

Tutto si risolverà alla fine.

~

Lunedì fu il giorno più duro. Era strano, non doversi preoccupare dei compiti che Draco le aveva assegnato. Non aveva fatto altro che 'seguire i suoi ordini' per quasi un mese, e tuttavia sembrava incredibile non doverlo più fare. Impressionante quanto fosse facile per una persona adattarsi a una nuova vita. Si sarebbe adattata altrettanto velocemente a una vita senza di lui?

Le lezioni furono semplici, dato che erano gli unici momenti in cui Ginny non doveva vedere Draco. A pranzo, le sembrò che la fissasse per tutto il tempo, anche se lei fece del suo meglio per evitare il suo sguardo. Nei corridoi, era come se avesse addosso un qualche incantesimo, e finiva sempre per trovarsi dove stava lui. Si erano scontrati una mezza dozzina di volte.

Il momento più doloroso fu quando Draco riuscì ad avvicinarla, cercando di spiegarle che la madre sua e di Ezra avevano messo un annuncio nella Gazzetta del Profeta, per celebrare l'imminente matrimonio di Draco ed Ezra. Non voleva che Ginny lo sentisse da qualcun altro, aveva detto, e lei non era stata in grado di fare altro che annuire e girargli le spalle.

Quella notte, si era addormentata piangendo e Martedì non stava cominciando nel migliore dei modi. Era ora di pranzo, ed era seduta in riva al lago, appoggiata all'albero sotto il quale lei e Draco avevano letto tante volte; sotto il quale avevano fatto l'amore. Solo quel pensiero era sufficiente a far venire una nuova ondata di lacrime, e si stava davvero stufando di piangere così tanto.

"Posso?"

Alzando la testa di scatto, Ginny aggrottò la fronte, nel vedere una figura incappucciata davanti a lei. Qualcosa nella sua voce, però ...

"Cassandra?" chiese Ginny, soffiandosi il naso.

"Sì," confermò Cassandra, prendendo posto accanto a Ginny. Rimasero in silenzio per qualche attimo, fino a che Cassandra parlò, piano. "E' stato un inverno freddo, vero?"

"Non quanto altri," rispose Ginny tranquilla, pensando a come non era stata in grado di sentire la morsa del gelo mentre lei e Draco dormivano sotto le stelle.

"E sembra sia andato avanti molto a lungo," continuò lei.

"Non abbastanza," disse Ginny, sorridendo, senza divertirsi affatto.

Cassandra sospirò. "Sono qui per recapitare un messaggio."

"Quale messaggio?" bofonchiò Ginny.

"Hai passato la prova."

"Yaii," fece Ginny, spenta.

"Mi dispiace," disse Cassandra, lentamente. "Mi dispiace così tanto che sia dovuto accadere in questo modo."

Le sopracciglia di Ginny andarono a incontrarsi. "Perchè ti dispiace? Di che stai parlando?"

Cassandra fece un grosso sospiro, e aveva il viso coperto, sia dal cappuccio che indossava, sia dalla massa di lunghi capelli neri, lisci. Le sue mani riposavano pacifiche sulle sue ginocchia, e Ginny notò che sembravano forti e appena ruvide, come se fossero solite essere sottoposte a stress fisico.

"Ci sono forze e profezie al lavoro," iniziò Cassandra, piano. "Gli Auror nell'ordine hanno fatto in modo di vedere più lontano che potevano, nel futuro, e abbiamo seguito il loro consiglio. Un'insospettabile figura era posta al centro di quel piccolo melodramma in cui il mondo si verrà presto a trovare, una persona la cui lealtà nei giorni a venire era incerta."

"Draco," indovinò Ginny, e disse il nome come un soffio.

"Sì," confermò Cassandra, e c'era un sorriso nella sua voce. "Al centro, c'era Draco. Ma tu, Ginny, stavi sopra di lui."

"Io?" Ginny non fece parole dei suoi stessi sogni e delle sue visioni. C'era davvero poco che potesse dire di aver genuinamente capito, e tanto ancora da comprendere.

"Sappiamo cosa sarai un giorno, con o senza di noi," continuò Cassandra. "Il tuo cammino sarà semplicemente più veloce, e meno pieno di ostacoli col nostro aiuto."

"Il mio cammino," ripetè Ginny, scandendo le parole.

"Siamo anche coscienti di quello che Malfoy potrebbe essere un giorno; sappiamo chi avrebbe potuto essere senza di te, se non ti avesse mai conosciuta, e chi ha la possibilità di essere ora, adesso che lo ha fatto. Tutto quello che ci resta da fare ora è sperare. Mi dispiace davvero, davvero tanto che il tuo cuore sia dovuto andarci di mezzo."

"E che mi dite del suo cuore?" chiese Ginny, mentre la rabbia saliva da sotto gli strati di dolore attorno al suo cuore. "Non avete rimpianti per quello che tutta questa storia ha fatto a lui? E' lui che deve sposare qualcuno che non ama!"

"Il suo cuore è sempre stato la questione principale," rispose Cassandra, calma. "Il suo cuore è la ragione per cui ti è stato assegnato Draco Malfoy come compito. Aveva bisogno di cure speciali, e i nostri Aurors ci avevano assicurato che solo tu potevi fornirgliele."

"Non capisco," si arrese infine Ginny, stremata.

"Capirai," rispose Cassandra, gentilmente.

"Sono stufa di gente che non fa che dirmi questo," sbottò Ginny. "Sono stufa che mi venga detto che tutto andrà a posto un giorno, con nessuna garanzia sul quale, o persino sul come. Sono stufa di sapere che lo amerò finchè campo, e non potrò mai più averlo. Odio che il fatto che lo ami debba essere trattato come un piccolo sporco segreto di cui nessuno deve mai venire a conoscenza, perchè se lo si sapesse, suo padre diventerebbe una furia, e mi farebbe uccidere!" Rise, quasi isterica. "Ci credi? Il padre del mio quasi-fidanzato sarebbe capace di farmi uccidere."

"Non tutti i segreti sono sporchi," fece Cassandra, comprensiva.

Ginny le mostrò uno sguardo confuso, e Cassandra scostò il cappuccio del mantello, lasciando che i lunghi capelli neri le cadessero via dal viso. Ginny spalancò la bocca per la sorpresa.

"Cho?" bisbigliò.

Cho Chang le sorrise, gli occhi grandi e belli come sempre, gli stessi capelli lisci come seta che Ginny invidiava da quando li aveva visti la prima volta. "Abbiamo tutti i nostri piccoli segreti," le confidò Cho, tranquilla. "Segreti che nessuno al mondo potrebbe veramente capire; segreti che non spariscono mai. Forse il Signor Malfoy sarà sempre il tuo."

~

Mercoledì passò sorprendentemente bene.

La Professoressa McGranitt diede il permesso a Ginny di uscire dalla lezione perchè un rappresentante della Gazzetta del Profeta voleva parlare con lei. Ginny passò il giorno a fare uno strano colloquio per quello che sarebbe stato il primo vero stage estivo della sua carriera. Era un membro dell'Ordine da meno di 24 ore, e già le si aprivano delle porte.

La prima storia che le assegnarono fu quasi abbastanza per farla ridere, ma solo perchè di recente aveva pianto a sufficienza: doveva intervistare i prossimi Signor e Signora Malfoy e scrivere un articolo di mille parole circa sulla bella coppia che formavano. Se avesse fatto un buon lavoro, sarebbe stato pubblicato; se avesse consegnato una schifezza, sarebbe passato molto tempo prima che le permettessero di scriverne un'altra.

Draco passò i suoi esami con voti fantastici, e riuscì persino a prendere 90 nell'esame finale di Erbologia. Ginny era sicura che avrebbe preso il massimo se avessero passato più tempo a studiare negli ultimi giorni invece che a ... beh.

Ezra aveva cominciato a vagare per i corridoi insieme a Draco. Sembrava stessero facendo lo sforzo di essere amici, e Ginny ne era loro grata. Non aveva parlato ad Ezra da quella notte nella sala comune, e anche se a Ginny spiaceva per la distanza che si era creata fra loro, onestamente non credeva di poter reggere altro. Le causava un dolore fisico pensare a Draco ed Ezra sposati ed era già abbastanza difficile andare avanti ogni giorno, vederli insieme, senza doverci aggiungere anche lo sforzo di sorridere ad Ezra.

Qualche volta, Draco le passava vicino nei corridoi, lui con i suoi amici, Ginny con Kyle e Lysandra, e si guardavano nello stesso momento, nello stesso modo, e lei capiva: era tutto quello che erano l'uno per l'altro oramai, sguardi nostalgici fra un mare di persone. E pensava, quanto è malinconico e triste, poi le veniva la depressione nel ricordarsi che non era una storia, ma era la sua vita, ed era suo il cuore in mille pezzi.

Ma il suo cuore non era più così spezzato. Era danneggiato, certo, ma forse non era impossibile da riparare. Ginny aveva pensato molto negli ultimi tempi. Aveva fatto poco altro, oltre a pensare, ed era arrivata alla seguente conclusione: se la sua relazione con Draco era in qualche modo scritta nel destino ... non poteva finire. Le cose predestinate non finiscono. Il fato stesso non sarebbe stato tanto crudele. Non l'avrebbe detto ad alta voce, naturalmente, non avrebbe dato vita a questa speranza nemmeno nelle pagine del suo diario, ma nel suo cuore, in fondo in fondo dove non poteva stare a controllare tutti i giorni, avrebbe creduto che un giorno, tutto sarebbe andato per il verso giusto.

~

Un Nuovo Giorno per Amare

8 Agosto 1999: Maniero Malfoy

Un anno fa, l'intero mondo della Magia ha passato la giornata congratularsi con i clan Malfoy ed Easton per quella che si dice fosse una lungamente attesa unione fra le due famiglie. Ezra Easton e Draco Malfoy erano fidanzati dalla nascita. L'anno scorso, si sono diplomati alla scuola di Stregoneria e Magia di Hogwarts, e nel giorno in cui questo articolo viene scritto, si sono infine sposati.

Questa reporter lavora per la Gazzetta del Profeta da circa un anno, e c'è voluto un po' perché questo articolo venisse alla luce. Draco Malfoy ed Ezra Easton sono stati la mia prima storia, e l'articolo che aveva consegnato è stato alla fine respinto. Tuttavia, l'ho conservato, perché qualcosa di quello che scrissi allora è interessante ancora oggi. Mancavano pochi giorni alla fine dell'anno, e Malfoy ed Easton sedevano da soli nei corridoi, come facevano spesso, persi nel loro mondo mentre chiedevo loro cosa desideravano per il futuro.

"Gli obiettivi che vorrei raggiungere?" aveva detto Malfoy, col sorriso tipico della sua famiglia in bella mostra. "Suppongo mi piacerebbe imparare a tirarmi fuori dal rispondere a stupide domande fatte da giornalisti in erba."

"Vogliamo essere felici," lo aveva interrotto Easton. "E' l'unico obiettivo che abbiamo - essere felici, e fare del nostro meglio affinché sia felice anche chi ci sta intorno."

Un anno dopo e Malfoy ed Easton sembrano aver prestato fede alle loro credenze:

"Ancora tu," ha commentato Malfoy vedendomi al ricevimento. "Sei stata invitata?"

"La vita da sposati è bella," ha detto la nuova signora Malfoy, incenerendo con lo sguardo il marito. "Alla nostra alleanza e a tutto ciò che ne potremo derivare."

Come di certo i lettori regolari della Gazzetta del Profeta sapranno, i Malfoy e gli Easton sono due famiglie collegate per anni a Voi-Sapete-Chi. Col sospetto che aleggia in giro, di nuovi sostenitori di Voi-Sapete-Chi che si stanno radunando, sono iniziate delle speculazioni sul reale significato del nuovo dipartimento del Ministero della Magia, così intensamente voluto dal padre della sposa, Edmond Easton, per non parlare del suo desiderio di dare alla figlia una qualche carica nell'ufficio. Ulteriori complicazioni sono date dal fatto che questo nuovo dipartimento non è che un progetto della famosa coppia composta da Harry Potter e dalla sua fidanzata, Hermione Granger.

Potter e Granger erano presenti ai festeggiamenti al Maniero Malfoy. I due da qualche tempo frequentano il nuovo signore e la nuova signora Malfoy per parlare dell'appoggio da fornire per la legge sulla Cooperazione fra tecnologia Babbana e pratiche magiche che sarà discussa nei prossimi mesi al tavolo del Ministero.

I genitori della sposa e dello sposo non hanno fatto commenti sulle nozze dei loro figli, ma pare che Lucius Malfoy ed Edmond Easton abbiano detto che erano 'compiaciuti' che la forte unione che c'era fra le loro famiglie avrebbe avuto modo di crescere ancora.

La nuova signora Malfoy ha riassunto al meglio tutto quanto:

"Molte persone non trovano la persona che ameranno per il resto della loro vita a cinque anni. Ma non è stato il mio caso. Draco ed io ci odiavamo iin modo totale da principio. Ma la nostra relazione è cresciuta ed è mutata assieme a noi e siamo arrivati ad un punto in cui siamo fiduciosi in quello che siamo diventati insieme e pronti ad andare avanti. E' un nuovo giorno e ogni cosa è possibile. Diavolo, ho persino smesso di fumare."

- articolo di Ginny Weasley, fotografie di Kyle McGraw

~

Eccolo. Il primo articolo che ho mai pubblicato. L'anno appena trascorso è stato eccitante e doloroso, divertente e completamente confuso. Ho visto Ezra e Draco solo un paio di volte, e mai più di quanto li abbia visti nel giorno del loro matrimonio. Draco mi aveva preso da parte, e aveva scherzato su quanto ero cresciuta. Sembrava irrazionalmente geloso del fatto che Kyle fosse con me come mio fotografo e accompagnatore, ma gli ho detto che siamo solo amici, anche se non sono certo che un uomo che sta per sposare un'altra abbia il diritto di essere geloso, specialmente considerando che mi ha ignorata per il resto della serata.

Non li vedo da allora, e non credo li vedrò più. Per un altro po', almeno. E' così difficile fingere mentre tutti guardano. Cho mi ha detto che abbiamo tutti i nostri segreti, ma non sono sicura di essere tagliata per tenere certe cose per me. Non sono nemmeno tagliata per far passare le vere emozioni, e l'ossessione che ho per Draco Malfoy è purtroppo vera. La cotta che avevo per Harry Potter è di così tanto tempo fa che non ricordo nemmeno più cosa provassi nel guardarlo allora.

Ma sapete cosa ha scoperto che non passa? L'amore. Sbiadisce; cambia, scorre e si rimodella. Ti dà un calcio nel sedere, ti stacca il cuore, ti fa sanguinare e ti costringe a tornare indietro per prenderne ancora, ma non passa. Nè col tempo, nè con le distrazioni, e certamente non perché qualcuno ti ha fatto più male di quanto tu possa sopportarne. L'amore, il vero amore, scava e si tiene stretto anche quando vorresti farla finita con lui. E fa male. Dio, se fa male.

Ma l'altra faccia della medaglia c'è, e giace nel mio cuore il ricordo di qualcosa di speciale e prezioso. Mi ricordo cosa significa essere amati. Non corteggiati, o l'oggetto della passeggera ossessione di qualcuno, ma amati completamente dal cuore di qualcun altro. Forse non è un finale felice, ma è questo il punto: non è un finale e basta. Certe cose sono troppo grandi, troppo tutto per trovare una fine. E mi rimane un senso di speranza, e non riesco davvero a chiedere di più, non in tempi come questi.

Così, un giorno, quando sarò vecchia e decrepita (Dio volendo, diventeremmo tutti vecchi), con una dozzina di nipotini che mi corrono intorno, avrò i miei ricordi di Hogwarts. Avrò Harry Potter con la sua cicatrice e il suo sorriso facile, che bacia l'interno delle dita di Hermione ogni singola volta che si separano (un rituale, mi ha confessato una volta, che ripete per assicurarsi che torni da lui). Avrò Ron, Fred e George che fanno piani per giocarne una a Percy perché il nostro fratellone è così insopportabile che non possono farne proprio a meno. Avrò le storie sui draghi di Charlie e gli abbracci confortanti di Bill, i buoni consigli di Hermione e la comprensione della professoressa McGranitt.

Avrò Piton, che squadra Ron ed Harry esattamente nello stesso modo, e tuttavia è sempre pronto a mettere la sua vita in pericolo per entrambi. Avrò la gentile dolcezza di Hagrid e l'infinita pazienza e saggezza del professor Silente. Avrò quel piccolo sussulto che ha accompagnato la prima volta che ho visto Harry e il dolore acuto ma rapido a svenire che ho provato quando ho capito che non sarebbe mai stato mio. Avrò Ezra che fuma le sigarette, e che si lamenta del suo triste destino, mentre spettegola di ragazzi, e Kyle che cerca quella perfetta tonalità per riprodurre il tramonto. Avrò Fred e George che mi tirano i capelli e Ron pronto a battersi volentieri per il mio onore.

E nel posto più segreto e oscuro del mio cuore, avrò Draco Malfoy.

Avrò il suo ghigno, o meglio ancora, il suo sorriso, che non ha visto nessun altro. Avrò la lunga, pallida cicatrice sui suoi addominali e il modo in cui mi ha toccato la prima volta che non ha dovuto chiedermi il permesso. Le cose che ricordo meglio (anche se non sono sempre le parti migliori di lui) avranno residenza permanente nella mia anima e negli anni a venire, sono certa che ricorderò persino quella crudeltà, che usava per difendersi, con un certo affetto. Era parte di lui, dopo tutto, proprio come il suo cuore chiuso, l'orgoglio duro a morire e l'aria perennemente arrogante erano parte di lui, e mi manca, davvero davvero tanto.

Mi chiederò dove si trova, e se si è concesso di essere felice. Spererò che ricordi il nostro inverno segreto, passato insieme, tanto quanto lo ricordo io, che ne abbia fatto tesoro quanto me. Per un attimo, vorrò stargli vicino tanto che il mio petto scoppierà di dolore. E poi farò un grosso respiro finchè il dolore non passerà, come passano tutti i vecchi dolori, e lo rimetterò nel mio cuore, al posto a cui appartiene, dove sbiadirà e cambierà, crescerà e si rimodellerà, ma mai mai passerà.

E forse, un giorno, imparerò a sperare ad alta voce.

 

 

NdT - manca ancora l'epilogo e tanto verrà ancora detto.
Ma il fatto che l'altra parte si chiami epilogo, indica che questo capitolo è in un certo senso una fine. Era questo il finale che mi aveva particolarmente colpito, e per il quale ho deciso di tradurre questa fanfic (benché l'epilogo e i capitoli di contorno meritino tanto anche loro).
Perché dopo aver finito di leggere, quasi non ci credevo. Ho sperato fino all'ultima riga che andasse a finire in un modo diverso, e la cosa che mi ha colpito è che l'autrice è riuscita a non farmi odiare il modo in cui sono andate le cose, dopo avermi tanto coinvolto con la storia che aveva costruito per il suo Draco e la sua Ginny.
L'epilogo a breve. Vi assicuro che vi piacerà.

  
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