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Autore: SmellyJelly    04/07/2014    4 recensioni
-"Maicol Gecson", who is it?-
..Dream with me,
Elizabeth.
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Jackson, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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The show must go on

Passò qualche mese, era il 16 settembre, eravamo a Tolosa, Parigi.
L’amicizia tra me e Michael si era intensificata moltissimo e il lavoro stava andando alla grande, solo alcune date del concerto cancellate per problemi di salute di lui (ero diventata anche la sua dottoressa visto che quando stava male me ne occupavo io). Andavo insieme a lui ovunque, di notte visitavamo gli ospedali e mentre lui donava tanti giocattoli a bambini malati io mi divertivo a fare amicizia con questi bambini, però nelle altre stanza perché non potevo farmi vedere insieme a lui.
Inoltre usò con mio grande piacere la camicia arancione con la fascia bianca che Siria gli aveva regalato per girare il video di Jam, io mi divertii tantissimo a vederlo mentre cercava di insegnare a Michael Jordan il ballo e non rifiutai una bella partita con quest’ultimo. Non vinsi però… c’ero quasi!
Diventavo sempre più presente nella sua vita, voleva che ci fossi alle visite con i medici e stavamo sempre insieme, qualche notte ci divertivamo a raccontarci storie con dei bambini, uno di loro era Frank Cascio, con cui ero diventata molto, molto amica… con lui e con tutta la sua adorabile famiglia (pensavo che il fratello Eddie si fosse preso una cotta per me, me lo diceva Frank!). Ci divertivamo a fare scherzi a Michael e allo staff di Dangerous, ballerini, truccatori, costumisti… a tutti. Poi c’era Jordan Chandler, un ragazzino un po’ timido ma quando si ci metteva era un demonietto, si inventava gli scherzi più divertenti.
Sapevo della sua malattia, la vitiligine, aveva faticato molto a raccontarmelo e si vedeva che stava malissimo con quella malattia, non si piaceva, si odiava e mi rendeva triste anche a me…
Questo era il lato negativo della mia vita: sapere che la persona che “amavo” di bene stava male per qualcosa che non esisteva in realtà, perché per me lui era l’uomo più bello e buono del mondo, perché la dolcezza e la bontà d’animo rendono bellissima una persona anche fuori.
Poi mi sentivo sempre con quelle tre, che mi chiamavano almeno una volta ogni due o tre giorni… costavano le chiamate all’estero e così andava avanti la mia vita.
-Com’è andata ‘sta sera?- domandai mentre finivo di pulire il tavolo.
-Benissimo, tu tutto bene? Frank dov’è?- si girò intorno.
-Bene sì… sta dormendo, si è stancato troppo-
-Che avete fatto?- chiese malizioso.
Risi -Niente, abbiamo fatto i compiti e mi ha aiutato a pulire-
-Elizabeth devo dirti una cosa…-
-Dì pure…- dissi distratta.
Esitò -Domani verrà una donna qui, si chiama Lisa ed è la mia ragazza-
La sua ragazza. Quelle parole mi rimbombarono nella mente un paio di volte e poi capii…
-Che? Davvero? E da quando vi state conoscendo?- smisi di pulire e gettai la pezza sul tavolo, come per provocazione.
-Da un po’…- girò il volto.
-Oh… ok-
Fantastico. Sarebbe venuta una donna il giorno dopo ed era la fidanzata di Michael Jackson.
Sorriso a trentadue denti e… -fantastico! Sono felice per te- andai nell’altra stanza per posare gli “attrezzi da lavoro”.
Mi misi dietro la porta e lo guardai. Sembrava arrabbiato e strinse i pugni, poi si sedette. Non capii la reazione, era la sua fidanzata, sarebbe dovuto essere felice…
Andai da Frank, dormiva ancora e io mi tolsi la bandana da testa che mettevo per pulire e per coprire le ciocche di capelli che mi ricadevano puntualmente sul viso, altrimenti non ci avrei visto niente. Mi sciolsi i capelli che erano legati in una specie di cipolla e mi sedetti sul letto.
Mi massaggiai le tempie, ero esausta.
Michael mi raggiunse.
-Sei stanca vero?-
Annuii.
-Riposati- si sedette accanto a me e mi accarezzò i capelli –stai benissimo con i capelli a mo' di nido d’uccelli- rise.
-Shh! Sta zitto, non vedi che dorme?- risi anch’io –e non è vero! Sei cattivo…- ridemmo insieme.
-Vieni di là- disse indicando con la testa l’altra stanza.
Sospirai e lo seguii, ci sedemmo sul divano. Mi tolsi le ciabatte e misi le gambe al petto, lui si tolse i mocassini e il cappello.
-Elizabeth sono così stanco… io odio andare in tour-
-Sì, hai ragione… l’ho fatto per poco e già sono stanca io… figurati-
Si affiancò a me.
-Sei gelosa?-
Lo guardai –Eh?-
-Sei gelosa di Lisa?-
-Perché dovrei esserlo? Io e te siamo amici, mica fidanzati…- ovviai -sono felice per te- sorrisi.
-Lo dici come schifata-
-E come lo devo dire?! Michel non cominciare a farti i film mentali per favore!-
Abbassò la testa.
-Scusa, ma la tua domanda non era… normale Michael… non volevo arrabbiarmi, a volte non capisco proprio che ti viene in mente in quella testa diabolica- risi.
Fu una frazione di secondo. Mi guardò, si avvicinò e mi baciò.
“Oh mio Dio, oh. Mio. Dio, oh Cristo Santo, no!” riuscii a pensare unicamente a quello. Zero pensieri, solo emozioni e la cosa faceva capire che veniva tutto dal cuore e non dal cervello. Ero un misto tra amore, rabbia, piacere e gelosia. Amore perché provavo qualcosa per lui ed era chiaro, rabbia perché l’indomani avrebbe visto la sua fidanzata e la stava tradendo, piacere perché stavo provando la cosa più bella del mondo e anche perché in un certo senso mi sollevava sapere che stava tradendo lei e… gelosia perché sapevo che non era mio. Stavo rubando l’amore di qualcun’altro.
La sua mano coprì tutto il mio viso, io non osavo sfiorarlo e avevo i muscoli tesi. Poi mi concentrai sul sapore, erano così dolci e morbide… dolci e morbide come lui. Il mio primo bacio, con Michael Jackson… beh non avrei potuto trovare persona migliore. La star più famosa del mondo mi stava baciando e non mi stava facendo la respirazione bocca a bocca, ‘sta volta ne ero sicura…
I muscoli mi si sciolsero e stesi le gambe, con le mie piccole mani gli presi il viso e lo attirai verso di me costringendolo a trovare una posizione più comoda sul mio corpo, le sue mani scesero lungo le spalle e poi lungo i fianchi fino ad arrivare alle cosce… e dopo qualche secondo ci staccammo per riprendere ossigeno.
-Che cazzo hai fatto? Che cazzo è successo?!- domandai tra un respiro e l’altro…
-Mi dispiace non ce l’ho più fatta… è stato più forte di me-
-Questa frase non mi è nuova, Michael domani arriva Lisa!-
Si prese il volto tra le mani –lo so, lo so… cazzo! Mi dispiace io dovevo farlo… dovevo, non riuscivo più a resisterti! Sei una tentazione per me...-
Lo provocai –sarebbe colpa mia alla fine?! E… oh la prima parolaccia del signor Jackson… allora sei una persona normale-
-Smettila, sto cercando di fare il serio per una volta… assecondami- sorrise.
Eravamo un misto tra preoccupazione e divertimento, eravamo consapevoli di ciò che era appena accaduto, ma infondo… che male c’era?
-Che male c’è?- chiese ingenuo lui.
-Niente! Mi hai solo baciato e domani verrà la tua ragazza, che vuoi che sia? Michael stai dicendo sul serio?!-
-No, sono troppo disperato per dire che hai ragione- sospirò –ma infondo è solo un bacio, non è una cosa tanto grave…-
Me lo scrollai di dosso e mi alzai dal divano –Michael ricordi i due favori di quando ti perdonai due volte? Ecco fammi un favore… non dovrà succedere più, ti sei tolto lo sfizio e adesso è tutto ok… vero?-
Non ci fu mai risposta a quella domanda, si dice “Chi tace acconsente” ma ero certa che quello non era il nostro caso.
Andammo a dormire e il fatto che Frank ancora era nel meglio dei sogni non mi quadrava, ma lasciai perdere perché c’era qualcosa di più grave a cui dovevo pensare al momento. Non chiusi occhio, il senso di colpa mi divorava eppure continuavo a dirmi “Solo un bacio, è solo un bacio… niente di più”, era davvero così?
Per me sì.

Il giorno dopo mi misi subito a lavoro, cominciai con lucidare il pavimento e togliere la polvere dai mobili, doveva essere tutto perfetto per quando sarebbe arrivata Lisa, volevo che avesse una buona impressione su di me.
Michael non c’era e Frank si svegliò.
-Elizabeth-
-Frank! Ieri hai dormito proprio tanto… manco t’avessi ucciso con quelle faccende!- ridemmo.
-Non ho dormito tutto il tempo, vi siete divertiti a succhiarvi la faccia?- si girò e fece finta di star baciando qualcuno.
Io andai da lui e lo girai –tu hai visto tutto?!- rise e io gli diedi un ceffone dietro la testa –dimentica tutto quello che hai visto altrimenti ti tiro per le orecchie!-
-Perché?! Non è colpa mia se vi ho colti sul fatto e dopo… ehi dopo viene Lisa!-
-Lo so! Frank ci ho pensato tutta la notte… come faccio io?!-
Frank era anche una specie di miglior amico/consigliere per me, gli volevo tanto, tanto bene.
-Siete fottuti… tutti e due-
-So anche questo, non mi sei di aiuto!- sospirai mentre prendevo lo straccio per pulire le finestre.
-Sai almeno a che ora verrà?- domandò Frank.
-No…-
E fu in quel momento che sentimmo la porta aprirsi e un paio di tacchi a spillo con tanto di occhi azzurri e rossetto rosso fuoco entrarono in camera, e ovviamente dietro c’erano quei timidi mocassini che avevo imparato a riconoscere alla perfezione.
Frank si alzò immediatamente dalla sedia e si mise accanto a me, come se stesse passando un generale che doveva giudicare il suo esercito.
-Buongiorno- dicemmo all’unisono io e lui.
-Buongiorno…- sospirò lei.
Lisa mi si avvicinò e mi guardò negli occhi, ma gli occhi di una tigre potevano ben sconfiggere quelli di un misero micetto.
-Allora sei tu Elizabeth…- affermò sottolineando in particolar modo il mio nome.
-Sì-
-Michael mi ha parlato molto di te-
Guardai lui che arrossii subito e girò la testa, io sorrisi ma dovetti tornare subito a guardare lei che sembrò volesse uccidermi con lo sguardo per via di quel sorriso.
-Quanti anni hai?-
-17-
-Oh sei una bambina- sorrise.
-Bambina non mi sembra il termine adatto signora…-
-Jackson, chiamami signora Jackson e… non contraddirmi-
Alzai un sopracciglio.
Jackson? Mi salì la nervatura, forse Michael non gli aveva ancora detto che provocarmi era molto pericoloso, e poi come poteva chiamarmi bambina?! Già cominciava a non piacermi.
-Ah… non sapevo foste sposati- s’intromise Frank.
-Non lo siamo infatti- disse Michael cercando il mio sguardo.
-Ma lo saremo presto…- aggiunse Lisa cercando invece il suo di sguardo, per levarmi la certezza e la speranza che non si sarebbero mai sposati.
Poi tornammo a fissarci. Sperai che in quel momento riuscisse a vedere la rabbia e l’odio che c’era in me, anche se non era proprio una buona idea mostrarlo… lei era la signora Jackson (o perlomeno lo sarebbe diventata) e io dovevo accettarlo.
-E quindi… vivi a Napoli, nei quartieri di Scàmpia… sei povera vero?- domandò con un pizzico di superbia. Si girò e si sedette a gambe incrociate; sbagliò anche a pronunciare Scampia.
-Si pronuncia Scampia e sì, Michael vi ha raccontato tutta la mia storia vedo-
-Esatto, è tipico di lui aiutare le persone come te… vero tesoro?-
Sembrò svegliarsi in quell’istante –certo chick-
Pulcino… colpo basso e troppo poco furbo da parte sua.
-Se non vi dispiace, io continuerei il mio lavoro- stavo per voltarmi quando…
-Aspetta, tu dormi qui vero?- chiese ancora lei, troppe domande per i miei gusti.
-Sì-
-Bene, io ti ho preso una stanza al piano di sotto, d’ora in poi starai lì, comincerai alle dieci di mattina e terminerai alle sei di sera,  farai un break dalle due alle tre, sono stata chiara?-
-Secondo il mio contratto dovrei obbedire al mio capo, non alla ragazza del capo- stesi le labbra in un sorriso sadico.
-Elizabeth, la decisione l’abbiamo presa entrambe e ti consiglio di non mancare di rispetto a Lisa Marie, sono stato chiaro?- si rivolse a me lui serio, lo sfidai.
-Cristallino signore-
I due si chiusero in camera da letto.
Pov Michael.
-Michael è piccola, una bambina! Sai che non dovresti tenerla con te…- si arrabbiò lei.
-È una bambina, è piccola e me la cresco io-
-Fai come vuoi!-
Le presi le mani e la guardai dolcemente.
-Lisa tesoro, io ho occhi solo per te… è di questo che ti preoccupi?- la provocai.
-Ma che vai dicendo?! Spero che non farai mai l’errore di innamorarti di una bambina come lei, è povera inoltre e scommetto che non ha mai letto un libro…- sospirò –Michael lo dico per il tuo bene, non può vivere in quest’ambiente qui dove ci sono persone di un livello più alto, la faresti soltanto sentire in imbarazzo!-
-Per tua informazione è una ragazza istruita e molto preparata, vive a Napoli e allora? È una persona come tutti noi… ascolta lei mi serve adesso!-
-… D’accordo… adesso ci sono io per te e nessun altro-
-Certo- mi abbracciò.
-Oh Mike… non immagini nemmeno che cosa farei per te, io ti amo così tanto…-
-Anch’io Lisa… anch’io….-
Pov Elizabeth.
-Ma l’hai vista?!- gridò Frank.
-Shh, stai zitto altrimenti ci sentono- sorrisi.
-Hai presente Hitler? È la sua copia solo senza baffi e con i tacchi… non ci posso credere, ma da dove è uscita quella?-
-Frank devi accettarla, da bravo bambino- ci guardammo e ridemmo come due idioti per la frase che era appena uscita dalla mia bocca –ok, ok… ho detto una cazzata enorme-
-Sì, puoi dirlo forte! A volte mi sembrava voler dire “Non ti resta che un monosillabo per affermare e obbedire!” Vedrai che ci parlo io con Michael-
Sorrisi mentre continuavo a dare una ripulitina alle finestre.
Una sera poi, dopo qualche ora che era passato il mio turno di lavoro, arrivò Michael fuori al balcone che mi sorprese a guardare le stelle.
-Elizabeth...-
Mi voltai immediatamente dato che non ero neanche in una posizione idonea, ero poggiata alla ringhiera con i gomiti, mentre il mio sedere era un po’ troppo “sporto”.
-Michael, che cosa vuoi?- domandai un po’ infastidita.
-Mi dispiace se ti sto… trascurando in questo periodo, scusa se sono stato così assente e scusa anche perché ti ho trattato male e per Lisa- aveva lo sguardo fisso al cappello tra le sue mani che stava torturando per allentare la tensione.
-Ancora? Ti ho detto che è tutto apposto, non preoccuparti-
Ad un certo punto alzò il capo e si avvicinò in fretta –mi dici sempre di non preoccuparmi! Devi essere sincera con me Elizabeth! Perché continui ad evitarmi? Credi che sia così stupido da non accorgermene?!- gridò arrabbiato.
-Vuoi che sia sincera, è così?! Molto bene, ma poi non ti incazzare se ti tratto di merda! Michael, ti evito perché mi hai ferito per farti piacere dalla tua fidanzata, cazzo! E questo che sono per te? Una poveraccia?! Una sguattera?! Cosa sono io per te?! Un potenziale pericolo ecco… sei un fottuto bugiardo! Tu menti a me e io ricambio con la stessa moneta- gli diedi le spalle.
-Sì hai ragione, sono stato uno stronzo a farti trattare così da Lisa, ma tu non immagini nemmeno come mi sono sentito in colpa tutto questo tempo! Non starei qui a parlarti se non per farmi perdonare, giusto?- spiegò mettendosi una mano in tasca.
-Ok, scuse accettate. Anche se non sono sicura nemmeno che tu mi stia dicendo la verità adesso, e sappi che se continuerò ad evitarti sarà solo per il tuo bene Michael!-
Poi ad un tratto sentii le sue mani sulle mie spalle, sentii stringermele.
Sospirò –d’accordo, però…-
Detestavo quando si bloccava proprio sul più bello.
-Però?- lo incitai quasi ridendo incredula.
-Però devi promettermi che il nostro rapporto rimarrà intatto- mi abbracciò da dietro.
-Non posso farlo Michael, non posso perché potrei mandare la tua relazione in frantumi… dalle mie parti un bacio non vuol dire essere solo amici- mi dileguai dall’abbraccio e mi girai per guardarlo.
-Ti ricordi vero?- sorrise.
Annuii.
-Ti è piaciuto?- chiese arrossendo.
-Si, e anche troppo- beh, dovevo essere sincera, no?
Sorrise ancora di più e mi accarezzò il viso.
-Anche a me- si guardò intorno e una volta sicuro che non ci fosse nessuno mi baciò.
Allacciai le braccia al suo collo e mi lasciai cullare dolcemente dalle sue morbide labbra.
Poi ci staccammo sempre delicatamente e continuammo a fissarci per un po’.
-Vedi che non siamo solo amici?- dissi io assottigliando lo sguardo –devo evitarti per forza, non per volere… ma devo farlo-
-Tu non capisci, io voglio tenere questo rapporto qui, non intendevo mica di amicizia, sai?- mormorò abbracciandomi.
-Ah mi fa piacere- risi.
Rimanemmo in quello stato per poco, e poi tornai ancora una volta alla realtà –no Michael, no… non si può- mi staccai e mi dileguai da lui lasciandolo lì, in balia di pensieri…
Come promesso lo evitai, sempre. Anche se i nostri sguardi si incrociavano spesso.
La mia vita andava a tratti, momenti sì e momenti no, felicità e tristezza si alternavano in quello scarabocchio che era la mia vita. Ma tutto sommato stavo meglio… perché non ero più a casa mia. Perché non stavo nello stesso posto, non respiravo la stessa aria e soprattutto non vedevo la stessa persona che tormentava i miei giorni… Anisa. Speravo solo che quei soldi gli arrivassero. Era giusto così.
The show must go on.



*Angolo autrice*

Salve ragazzi! Che felicità risentirvi! Ho passato due giorni di vacanza quasi completamente da schifo, quindi immaginatevi la mia felicità nel tornare nel mio bel mondo fantastico... comunque come avrete sicuramente notato, il raiting della storia è cambiato dal rosso al giallo, spero non vi dispiaccia, ma ho dovuto farlo per vari motivi... troppa perversione!
Sta di fatto che io vi amo lo stesso AHAHAHAHHA! No, seriamente... dovrei chiamarlo angolo sclero, ma sul serio... l'ho fatto per dei motivi veramente importanti, scusate ma ad un certo punto mi è sembrato tanto di mancare di rispetto a Michael...
Spero che continuiate a seguire la storia comunque e spero che il capitolo vi piaccia!

I love you and God bless you!


SJ

P.S. se volete aiutarmi ancora con la lettera per l'autrice si Sunshine siete in tempo, scrivetemi in privato, grazie.

 
  
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