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Autore: Lales    26/08/2008    8 recensioni
"Andremo in prigione, ci arresteranno e daranno la pena di morte, dio santo, finiremo su tutti i giornali del mondo e già mi immagino i titoli 'Quei cruenti assassini dei Tokio Hotel!' anzi no 'Musicisti per diletto, assassini di professione'.."
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccolo sclero delle 0.34. Non credo avrà un continuo, ma mai dire mai.
Ringrazio già da ora coloro che leggeranno la mia storia e se lasciate un commentino piccino picciò farete solo la felicità di questa povera scrittrice pazza. XD

Ovviamente i Tokio Hotel (purtroppo) non mi appartengono, di conseguenza tutto ciò che è descritto in questa One Shot deriva inconfutabilmente dalla mia fantasia.


On Tourbus



Era bello dormire coccolati dal dolce rumore del motore del tourbus. Per Tom non era fastidioso, al contrario, lo rilassava, insieme all'andamento del mezzo che gli conciliava perfettamente il sonno. Le sue mani erano incrociate sulla pancia ed un sorrisetto compiaciuto si stagliava sul suo viso disteso e placido, causa consapevolezza del fatto che quel giorno ed anche il successivo avrebbero passato le giornate in panciolle, senza fare assolutamente niente che non riguardasse i verbi mangiare, dormire, bere, dormire, giocare con la play, dormire e dormire. La tendina del suo letto era tirata fino in fondo ed uno strano silenzio lo circondava, ma il rasta assorto nel suo relax più puro non ci fece caso più di tanto, ne era anzi meravigliato e decisamente sorpreso, ma niente e nessuno al mondo  avrebbe potuto smuoverlo da quel materasso e da quel cuscino. In quel momento si poteva tranquillamente ritenere in grado di sostenere che se una delle gemelle Olsen fosse venuta a richiedere i suoi servigi lui avrebbe elegantemente disertito. Era distrutto, e neanche una maratona di sesso l'avrebbe invogliato a muoversi, in quel momento di puro piacere mentale.
Sospirò profondamente convinto del fatto che avrebbe passato le restanti 48 ore in quella posizione se non che all'improvviso la sua testa andò a colpire il legno del letto dietro al cuscino a causa della brusca frenata che l'autista del bus aveva fatto. Ma non finì lì. La frenata e la botta in testa furono susseguite da un mezzo sbandamento che portò il corpo esile del chitarrista completamente sdraiato per terra. Nella foga Tom si era aggrappato alla tendina bordeaux del suo letto ed era caduto malamente con il sedere sulla moquette attaccato ai piedi del letto di Georg.
Ci mise qualche secondo per capire cosa fosse successo e perchè si trovasse per terra se non che udì l'adorata voce di circa quattro tonalità superiori alla media, del suo caro gemello, farsi sempre più vicina dalle scale che portavano appunto al piano di sopra.

"Oddioddioddioddiodddio" Bill salì le scale scalzo zompettando come una cavalletta in preda ad una crisi epilettica, con le mani nei capelli e gli occhi strabuzzati. Sembrava sull'orlo del pianto, ma appena vide il fratello disteso sul pavimento si bloccò e spostò la testa di lato con ancora le mani tra i capelli.

"Tomi?" piagnucolò incerto "Cosa fai per terra?"

Il rasta si rigirò intrappolato nella tendina e alzò gli occhi incontrando quelli del gemello.

"Sto facendo una partita a carte con gli acari della moquette..." berciò il rasta riuscendo finalmente ad alzarsi sbattendo l'innocente tendina ai suoi piedi "Cosa cazzo sta succedendo qua sotto?"

"Oddio Tomii" Bill zompettò nuovamente correndo in direzione del fratello, lasciando stavolta la presa sui suoi capelli per agguantare la figura ancora scioccata del gemello e stringerla forte al suo petto.

"Oddioddio Tomi siamo degli assassini!!" singhiozzò il moro stringendo forte nella sua presa il gemello che al contrario fissava la fine del tour bus con lo sguardo attonito e le braccia lungo i fianchi.

"Eh?" chiese il rasta tentando di divincolarsi dalla presa del gemello "Ma che cazzo stai dicendo? E mollami per l'amor del cielo mi strai strozzando!" 

Bill si staccò dalla presa mettendosi una mano in bocca e cominciando a rosicchiare la french perfetta.
"Andremo in prigione, ci arresteranno e daranno la pena di morte, dio santo, finiremo su tutti i giornali del mondo e già mi immagino i titoli Quei cruenti assassini dei Tokio Hotel! anzi no Musicisti per diletto, assassini di professione.." Girò su se stesso continuando a camminare avanti e indietro nello stretto corridoio della zona notte, ricacciando il povero Tom nel suo letto/loculo che nel frattempo cercava di far intendere al fratello che non stava proprio capendo benissimo quello di cui stava parlando. Ma sapeva anche che fermare Bill mentre era peggio di un fiume in piena con era proprio concepibile alla mente umana, tantomeno a lui.

"Dici che mamma potrà venire a trovarci? E ci metteranno in celle separate? Io voglio stare con te Tomi" supplicò Bill osservando per un secondo il fratello in stato catatonico fissarlo dal letto "E potrò ancora lavarmi una volta lì dentro? Oddio ma sarà vero quello che si dice delle saponette? E dici che Andreas potrà portarci una torta con la lima dentro per limare le sbarre?"

Tom a quel punto scattò in piedi prendendo il fratello per le spalle e scuotendolo con un flipper quando la pallina si incastra in qualche anfratto sconosciuto.

"Bill, cazzo, ma di cosa stai parlando?"

Gli occhioni nocciola del gemello tremavano e Tom stava seriamente iniziando a preoccuparsi, poche volte l'aveva visto così sconvolto e tutti quei discorsi su prigione, lime e saponette non lo mettevano affatto di buon umore.

"Abbiamo investito un uomo, è morto, deceduto sul colpo" sentenziò Bill fissando gli occhi del rasta che da preoccupati per la salute mentale del gemello divennero terrorizzati per il suo imminente futuro.

Niente più sesso libero, niente più partite alla play, niente più chitarra e scorpacciate di patatine fritte alle tre di notte insieme a Georg. Niente più concerti, niente più musica. Sarebbero diventati dei numeri in una prigione qualunque della Germania. Probabilmente gli avrebbero tagliato i rasta e dato un'uniforme come nel video di Übers Ende Der Welt. E lui odiava quell'uniforme. Cazzo.
Il rasta lasciò scivolare le braccia lungo il corpo finendo nuovamente sul suo letto con lo sguardo perso nel vuoto.

"Bill" chiese "Cosa cazzo facciamo ora?"
Il moro nel panico più totale continuava a camminare imperterrito avanti e indietro per il bus, fino a quando i due non sentirono che il mezzo ricominciò lentamente a muoversi.

"Oddio dove stiamo andando?" gridò Tom "Questa è omissione di soccorso! Non ci daranno neanche lo sconto della pena" urlò ancora più forte dirigendosi verso le scalette per dire a quei deficienti di sotto di fermarsi, che dovevano soccorrere la vittima e donargli anche gli organi se fosse stato necessario alla loro salvaguardia.

"Ohhhh ohhh che ti urli?" gli arrivò invece in risposta dal Georg più tranquillo di questa terra che risaliva le scale con lo sguardo ancora assonnato.

"Tu come fai ad essere così tranquillo in queste condizioni? Ti rendi conto di quello che è successo? Non puoi essere così, è una catastrofe..." lo investì Tom gridandogli ad un centimentro di distanza dal viso.

Georg non si scompose ma allontanò elegantemente il corpo del rasta dal suo posandogli una mano sul petto.

"Ma ti sei impazzito per caso? Cosa vai blaterando?"

Tom si portò una mano sulla testa e girò su se stesso ritornando poi a guardare gli occhi verdi del bassista.

"Abbiamo ucciso una persona, ti rendi conto?? Come fai ad essere così tranquillo in questa situazione che ci sta praticamente stroncando la carriera a soli venti anni! Ti rendi conto?!"

Georg sgranò gli occhi e alzò le spalle "Ma cosa stai dicendo? Non abbiamo ucciso nessuno!"

Tom si bloccò e spalancò la bocca, in un'espressione di incredulità continua.

"Come no? E allora la frenata e la sbandata? Bill che viene sull'orlo di una crisi isterica? E poi ci siamo fermati!"

Georg alzò gli occhi al cielo e scansò l'amico ormai pronto per gettarsi dal finestrino e portarsi dietro il gemello "Era una busta della spazzatura, si era incastrata nella ruota dietro, per questo ci siamo fermati. E poi ti pare che ci sono persone a piedi sull'autostrada?" rispose il bassista scomparendo nel suo letto.
Il rasta in effetti nel suo dormiveglia, non si era accorto che si trovavano sull'autostrada e non su una strada provinciale. Scansò la tendina che riparava l'interno del bus dal sole e appena notò la strada grigia sotto di lui ed i cartelli delle prossime uscite, un urlò si appropriò della sua gola. Lacerante, profondo, straziante.

"BILL STAVOLTA TI AMMAZZO!!!!"
  
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