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Autore: Gio318    06/07/2014    3 recensioni
John Watson ha un diario. Che cancella periodicamente. Non che la cosa possa affliggere Sherlock. Affliggere sarebbe una parola troppo grande. Diciamo che stava solo rodendo dalla curiosità. E perchè John sembrava così...stanco?
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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L’istante in cui John riaprì gli occhi lo rese alquanto confuso.
Ricordava che stava scrivendo al computer, e poi di essersi sentito pesante, davvero pesante.
Si era risvegliato sul divano, con la camicia spiegazzata e la bocca impastata di sonno.
 
“Sherlock?” disse, incerto.
Il detective fece capolino dalla cucina, con indosso dei guanti e una provetta in mano. Si rizzò sull’attenti accanto alla porta, appoggiando la spalla destra contro il muro.
“Si?”
“I…io…cosa è successo?” sembrava sinceramente confuso, ma al contempo sospettoso “Dopo la cena…”
“Che cena?” ribattè l’altro, impassibile.
“La cena, Sherlock!! Cosa è successo?” si rizzò a sedere, ma se ne pentì quasi subito. La testa gli pareva scoppiare.
“John, non abbiamo cenato” disse lentamente
“Ma come? La Sheperd’s pie.. hai cucinato tu..” si massaggiò le tempie, mentre una smorfia di dolore si impossessava del suo viso
L’amico scoppiò in una fragorosa risata. Sembrava sinceramente divertito.
 “Quando mai IO cucino? Dio, John, devi proprio avere una fase rem tremenda. La tua testa gioca brutti scherzi. Sei tornato a casa dal Bart’s. Avevi freddo. Sei andato a farti una doccia”
Indicò la porta del bagno, dalla quale emergeva un leggero profumo di bagnoschiuma .
“Poi sei venuto di qua. Hai acceso la televisione e hai iniziato a guardare quello scadente programma di documentari” indicò il telecomando sul tavolino “Ho minimizzato il volume perché mi dava fastidio” roteò gli occhi al cielo “è davvero noioso, John. Non mi pento di mantenere un contatto pari al minimo indispensabile con certe forme di apprendimento” sospirò e proseguì, quasi annoiato da quella conversazione “In ogni caso, ti sei addormentato. Io sono stato in cucina tutto il tempo con questo” indicò una pila scomposta di carte e numerosi vetrini accanto al microscopio” lo guardò di sbieco “Se hai fame possiamo ordinare cinese”
 
Durante questi pochi secondi di spiegazione, John si chiese se fosse ammattito di colpo. Si alzò vacillante e guardò Sherlock “Penso che andrò a dormire” e si congedò nella sua stanza.
 
Sherlock fece un respiro piuttosto rumoroso, mentre rilassò i muscoli delle spalle.
Era andata.
Era stato perfino più facile del previsto.
Con un ghigno beffardo tornò alle sue provette.
Aveva pianificato tutto con cura. Pentolame e stoviglie erano stati lavati e riposti. Qualche provetta lasciata aperta sul tavolo aveva coperto l’odore di sapone per i piatti con uno di acre putrescenza. Il computer era stato spento e riposizionato dove John lo aveva lasciato la sera precedente. L’acqua della doccia aperta e mescolata a bagnoschiuma quel tanto che bastava per appannare lo specchio del bagno e far emergere l’aroma anche nelle altre stanze. Televisione accesa su uno dei programmi preferiti di Watson. Aveva posizionato l’amico nell’esatta maniera in cui lui si stendeva sempre sul divano. Lo aveva osservato fin troppe volte da averlo memorizzato con chiarezza. Gambe accavallate, sdraiato, braccio destro sollevato dietro la testa, con la punta delle dita che sfiorava il bordo del bracciolo.
 
Si complimentò mentalmente con se stesso ancora una volta, prima di rituffare gli occhi blu nelle lenti del microscopio.
 
Pochi metri più in là, dietro una porta, John Watson si lasciò cadere sul letto.
Gli sembrava tutto così surreale.
Si era svegliato con quella sensazione di stordimento e un sapore in bocca. Un sapore…amaro. Inclinò la testa di lato, facendo scrocchiare le vertebre con un rumore secco. Poi si lasciò cadere all’indietro sulle soffici coperte.
Iniziò a sfiorarsi il mento in maniera distratta.
Quando vivi con una persona come Sherlock Holmes impari a riflettere sugli eventi. Come quello che era appena successo.
Quando vivi con una persona come Sherlock Holmes non puoi mai capire quando ti stia mentendo o ti stia dicendo la verità.
Ma, quando vivi con una persona come Sherlock Holmes, impari ad osservare ciò che ti circonda e a apprezzare i dettagli.
Come la macchia di purè sul pavimento che lui cercava di nascondere col tacco della scarpa.
  
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