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Autore: Farkas    09/07/2014    6 recensioni
È sempre la stessa storia creata da Rick Riondan ma con un 'unica grande differenza:il POV è quello di Percy.Mi è piaciuta moltissimo la storia dal punto di vista di Carter ma non ho potuto fare a meno di chiedermi che abbia pensato il nostro mezzosangue preferito del suo incontro con l'occhio di Horus.
Long Island:Percy Jackson è sulle tracce di un essere misterioso e pericolosissimo che pochi giorni prima ha portato il caos nel campo.Quando lo trova strappa letteralmente dalle fauci del mostro un ragazzo che non conosce,armato di una magia molto diversa dalla sua che sarà determinante nel corso della battaglia.
-Ehi ma come ti chiami?-chiese con il fiatone senza smettere di correre.
Gli scoccai un'occhiata diffidente.
-Non sono sicuro che sia il caso di dirtelo.I nomi possono essere pericolosi.
-Giusto-rispose-Prima io.Mi chiamo Carter.
-Percy-ricambiai io.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Percy Jackson
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mentre Carter continuava a tenere impegnato il coccodrillo, io gli arrivai alla schiena e saltai sulla sua coda.
Il mostro se ne accorse e cercò di scrollarmi via ma riuscii a tenermi in equilibrio; le lezioni di arrampicata al campo dovevano pur servire a qualcosa dopotutto oltre che far esercitare la casa di Apollo a curare scottature e ossa rotte.
I bambini non demordevano: armati ora di pietre e pezzi di metallo, avevano riaperto il fuoco; per fortuna era Carter a calamitare le attenzioni del mostro.
-EHI!-strillò mulinandogli la spada davanti al muso; probabilmente voleva colpirlo alla gola o qualcosa del genere , ma chissà come quel coso riuscì ad addentare la lama e trattenerla in bocca, così il mio nuovo amico e il nostro avversario si impegnarono in un tiro alla fune stile "il padrone non riesce a togliere il bastoncino di bocca al cane".
Sarebbe stata buffa come scena se il contesto e le dimensioni dei contendenti, non l'avessero resa così terrificante.
-Percy!-gridò- Quando vuoi!
Mi lanciai verso la collana, la presi e cominciai a colpirla con tutte le mie forze, ma inutilmente: quel dannato gioiello sembrava indistruttibile.
Di certo non era fatto con l'oro comune, ma non sembrava neppure di Oro Imperiale.
-Sbrigati, Percy!- mi incitò Carter con voce affaticata.
-Non riesco a tagliarla!-gridai in risposta.
-Un fermaglio- insistette. Deve essercene uno!
Lo cercai con lo sguardo e Carter gridò- Là sotto!
Mi avvicinai il più possibile, e stavo quasi per farcela quando il guerriero-pollo...pardon falco di Carter decise che era arrivato il momento di piantarci in asso e il suo evocatore piombò esausto per terra.
Fortunatamente il coccodrillo aveva continuato a tirare per tutto il tempo, perciò quando il suo giocattolo scomparve, il mio nuovo amico fu scaraventato all'indietro.
Io intanto avevo -finalmente- raggiunto quello stramaledetto fermaglio, peccato che fosse un ovale d'oro senza serrature con dei geroglifici egizi disegnati sopra.
E avevo pure perso Vortice, in mezzo a tutti quegli scossoni.         
Potevo solo aspettare che mi ricomparisse in tasca...e lasciare a Carter il compito non facile di cavarsela come meglio poteva.
Il pet - qualcosa si rialzò e puntò gli occhi sul ragazzo di fronte a lui.
E il brontolio del suo stomaco non mi rassicurava per niente, così come le sirene della polizia che si sentivano in lontananza: meraviglioso. Sentivamo proprio la mancanza, di altri mortali da proteggere.
Carter si rialzò e fissò il coccodrillo.
-Fermo, ragazzo-.
Perfino il mostro sbuffò ironico: si vedeva lontano un miglio che era a pezzi.
Eppure cercava ancora di difendere i bambini attirando su di se l'attenzione del rettile; il mio rispetto per lui salì di parecchi livelli ma non era il momento di perdersi in pensieri simili.
Dovevo fare qualcosa per salvarlo.
Carter prese qualcosa dallo zaino un...blocco di cera.
"Magari vuole vedere la pancia del rettile illuminata stavolta e si sta costruendo una candela?" pensai prima di ricordarmi degli effetti del pezzo di corda che aveva usato prima.
- Percy - chiamò.
-Non riesco a sganciare il fermaglio!- strillai in risposta, mentre prendevo a pugni la base della collana. Niente magia, qui?
In quel momento il mostro balzò in avanti e Carter lanciò il pezzo di cera.
Sperai che si ingigantisse e bloccasse le mascelle del rettile; invece si trasformò in un ippopotamo o meglio in QUALCOSA che forse avrebbe dovuto essere un ippopotamo e si ficcò nella narice del coccodrillo.
Un'altra scena che a vederla dall'esterno mi avrebbe fatto morir dal ridere.
Il pet - quello che era si agitò tanto che mi fece perdere l'equilibrio.
Roteava su stesso come una trottola, e riuscì a balzare in piedi e ad afferrare Carter spostandolo dalla sua traiettoria ,appena prima che lo colpisse.
Corremmo fino all'estremità della strada, dove si erano radunati i bambini.
Nessuno di loro si era ancora ferito, ma dovevano andarsene di lì.
-Stai bene?-chiesi a Carter.
Lui boccheggiò sfinito, ma annuì.
Probabilmente quell' affare di luce che aveva evocato prima consumava parecchia energia.
Uno dei bambini fece per dargli la sua pistola ad acqua. Rifiutò con un cenno.
- Ragazzi- dissi loro.- Avete sentito le sirene? Dovete correre in fondo alla strada e fermare la polizia. Dite loro che è troppo pericoloso venire qui. Cercate di fermarli!
Meno male che mi ascoltarono. Sperai con tutto il cuore che riuscissero almeno a ritardare l'arrivo della polizia, fino a che noi non avessimo fermato il cugino acquatico di Godzilla.
Carter aveva ritrovato abbastanza fiato per due parole:- Ben fatto.
Annuì ma non mi sentivo molto più fiducioso. Almeno per ora i bimbi erano in salvo, ma non mi illudevo su quanto ancora ci avrebbe messo il coccodrillo a liberarsi il naso.
Però … era stato un bel colpo. Dovevo sapere se Carter poteva sfoderare altre magie, e quali: magari combinando i nostri poteri avremmo avuto una chance.
-Certo che ne sai, di mosse- ammisi. C’è altro nella tua borsa dei trucchi?
-Niente- rispose desolato “E quando mai?", mi dissi seccato. "Possibile che la fortuna non giri mai dalla mia parte? "Carter ricominciò a parlare.
-Sono rimasto a corto di tutto. Ma se riesco ad arrivare a quel fermaglio, credo di poterlo aprire.
Io avevo provato di tutto e non ci ero riuscito. Ma Carter sembrava abbastanza convinto di quello che aveva detto, e poi aveva dimostrato di conoscere quel coso.
Le sirene della polizia si stavano avvicinando. Non avevamo molto tempo .Tanto valeva dargli fiducia.
Mi venne un ‘idea: ora che non dovevamo più proteggere nessuno potevo …
-Allora immagino che tocchi a me distrarre il nostro simpatico amico- dissi.- Tieniti pronto a correre verso quella benedetta collana.
-Ma non hai nemmeno più la spada- protesto lui.
-Ci lascerai la pelle!
Sorrisi. Ora Toccava a ME lasciare LUI stupefatto, finalmente!
-Tu pensa solo a correre non appena comincia.
-Non appena comincia cosa?
Non potei rispondere perché il coccodrillo si liberò in quell’esatto momento e ruggì rabbioso, nella nostra direzione, allora corsi verso di lui e alzai le braccia.
Sia Carter sia il mostro, dovettero pensare che avessi sviluppato un improvviso istinto suicida.
Cambiarono idea quando cominciai a far ruotare l’acqua che sgorgava dal corpo del mostro; poco a poco il mulinello invase l’intera strada.
Mi voltai verso Carter sperando che avesse seguito il mio consiglio…e vidi che si stava trasformando in un uccello (ipotizzai che fosse un falco).
“Se sopravviviamo” pensai ”magari gli faccio conoscere Frank, ma farò in modo che non incontri mai Annabeth: probabilmente farebbero a turno a spiegarmi cose per l’eternità”.
L’uragano ormai aveva travolto anche il coccodrillo gigante, mi spiaceva per i danni che stavo procurando alle case e alle automobili, ma per i proprietari era sempre meglio che essere divorati.
-Quando vuoi, ora-mormorai a denti stretti, sperando che mi sentisse. Poco lo vidi di nuovo umano vicino al fermaglio. Mi resi conto di una cosa che prima non avevo calcolato: anche Carter poteva essere travolto dalla tempesta che avevo scatenata.
Gemetti: era faticassimo e per quanto facessi mi resi conto che la bufera si stava placando. Gridai di rabbia: dopo tutto quello che avevo passato non poteva finire così!
Mi chiesi che sarebbe successo se fossi morto: mia madre e tutti i miei amici si sarebbero disperati; poi Nico avrebbe evocato il mio fantasma per sapere cosa mi era successo e dopo che io avessi risposto:-Un coccodrillo gigante ha divorato me e uno strano ragazzo di nome Carter che parlava di dei egizi. Già che ci siete vi spiace informare anche la sua famiglia?-probabilmente, avrebbero passato il resto della loro vita a negare di avermi conosciuto.
Mi piegai su un ginocchio. Il mulinello si esaurì.
Il coccodrillo ruggì compiaciuto: dovevo migliorare il mio discorso da fantasma.
Alzai lo sguardo e vidi il petsuchos (ce l’avevo fatta! Avevo ricordato il suo nome!) barcollare e poi inizio a restringersi, sempre di più fino a diventare delle dimensioni di un barboncino. La collana era li vicino ridotta anche lei a dimensioni normali, ma preferì non raccoglierla ;non ci tenevo a diventare Lizard.
Carter era sdraiato per terra; mi avvicinai e notai con sollievo che non era ferito. Sorrisi.
-Bel lavoro,-gli dissi. -Prendi la collana.
-La collana?-ripeté .Si mise seduto e la afferrò prima di balbettare-Il…Il mostro. Dove…?-
Glielo indicai. La sua faccia mostrò lo sbalordimento più totale.
-Stai scherzando-disse.
-Magari qualcuno ha abbandonato il suo animaletto domestico-ipotizzai facendo spallucce .-Certe volte lo dicono al telegiornale.-
Carter non poté replicare perché sentimmo delle voci che gridavano:-Lassù! Ecco i due ragazzi!
Non ci tenevo proprio a rispondere alle domande della polizia e credevo proprio che lo stesso valesse per falco-boy.
-Sarà meglio andarsene-. Raccolsi il coccodrillino, e gli chiusi le mascelle con una mano (prima dopotutto pareva trovarci appetitosi).Lanciai uno sguardo a Carter: ora che l’emergenza era rientrata potevano benissimo separarci, ma per quanto qualcosa mi dicesse che meno sapevo di quella storia, meglio era volevo che mi desse qualche spiegazione.
-Vieni?
E insieme tornammo di corsa alla palude.

Angolo dell’autore

Scusate per il ritardo ma un po’ è stata colpa degli esami di Maturità, un po’ di mio fratello che mi ha mandato in tilt il computer.
Vabbè passiamo ad argomenti più piacevoli tipo i ringraziamenti.
Ringrazio le fedelissime gwinny e AveJacson che hanno recensito ogni capitolo di questa storia, eiden che ha recensito lo scorso capitolo e Alice1999 che ha recensito da poco il primo capitolo. Grazie nuovi lettori /lettrici mi fanno sempre molto piacere.
Un grazie va anche a Dubhe06 che ha recensito lo scorso capitolo con un commento breve (spero che per questo vorrai lasciarmi una recensione vera e propria).
Ringrazio anche DiamanteLightMoon,feli_007,FraDresPJ,Fyamma e di nuovo eiden,gwinny e AveJacson che hanno messo la mia storia fra le seguite.
Un grazie anche a giugiu8 che ha messo la storia tra le preferite .
Grazie anche a tutti voi che leggete e basta, ma se voleste lasciarmi un commento mi fareste felice.
A presto per il prossimo (nonché ultimo) capitolo.
Farkas.
  
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