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Autore: blue_flames    10/07/2014    1 recensioni
Crossover con percy jackson
Quinntana
"...ti sfido! Sempre che tu non abbia paura di perdere”
”Io non posso perdere contro di te!”
”Quindi accetti...?”
“Certo!”
“Allora scommettiamo..? Se vinco io la tua casa si allea con la mia per la caccia alla bandiera e se invece perdo farò quello che vuoi”
...si mise in posizione,allargo le gambe, prese un respiro gonfiando il petto, potevo vedere benissimo la curva del suo seno perfetto sotto la maglietta del campo, quando alzo le braccia per tirare la maglietta lasciò scoperto un lembo di pelle chiara. Mi morsi le labbra e ingoiai a vuoto, quei pochi centimetri di pelle scoperta mi stavano facendo impazzire, alzai lo sguardo sul suo viso che di profilo era ancora più bello se si poteva. Quinn lasciò la freccia e contemporaneamente fece uscire l’aria dai polmoni che aveva trattenuto fino a quel momento, la freccia si piantò perfettamente al centro, si girò e mi rivolse un sorriso beffardo:”sta a te”.
[cap2]
Genere: Avventura, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Finn Hudson, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Finn/Rachel, Quinn/Santana
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Prima di iniziare a leggere ho tre cose da dirvi
-scusate per il ritardo disumano, non è dipeso del tutto da me
-il capitolo non è ancora stato corretto ma dato che da domani sparisco di nuovo per un mese ho preferito pubblicare ora e poi correggerlo in seguito
-nel testo troverete degli asterischi, sono spiegzioni ma non sono indispensabili sul momento quindi non è necessario saltare tutto per andare a leggere il rferimento e poi tornare su.
Detto questo buona lettura, ci vediamo in fondo

L’ARENA-LA FUGA

 
“Visto che non posso buttare giù questo figlio di puttana divertiamoci un po’!” dissi con un ghigno stampato in faccia tenendo alta la spada. “E questa dove l’hai presa?” chiese Rachel che continuava a tenere lo sguardo fisso su Anteo. “Top Gun”risposero insieme Puck e Quinn. Concessi solo uno sguardo sorpreso a Quinn, non potevo distrarmi. “Amo la colonna sonora”si giustificò lei scrollando le spalle.

Il mostro si avvicinò alla recinzione dove gli spettatori gli passarono un lungo forcone, era già abbastanza pericoloso così ma adesso era anche armato. Dovevamo stare attenti.
Anteo cominciò ad avvicinarsi con lunghe falcate brandendo la nuova arma, aveva puntato Finn e il ragazzo pareva essersene accorto perché deglutì rumorosamente e preoccupato alzò il mio scudo mentre cercava di spostarsi dalla sua traiettoria. Lui non poteva essere ferito ma non si poteva dire lo stesso di noi. Rachel corse in direzione dell’ ragazzo urlando, io le andai dietro ma prima che arrivassimo vicino a Finn Anteo aveva già provato a colpirlo, fortunatamente il forcone aveva urtato contro lo scudo prima di essere sbalzato verso il volto di Finn lasciandogli un profondo solco lungo tutta guancia che prese immediatamente a sanguinare. Il ragazzo urlò di dolore allontanandosi di scatto e portandosi le mani al volto dando le spalle alla bestia. “Finn! Finn!” Rachel terrorizzata andò subito a controllare le condizioni del suo ragazzo ignorando stupidamente Anteo. Quei due idioti continuavano a dare le spalle al nemico dandogli la possibilità di attaccarli e ucciderli in qualsiasi momento. Quando vidi il gigante caricare un altro colpo, velocemente mi misi davanti a loro e alzai la spada giust’in tempo per bloccare il forcone che scendeva verso di noi. Anteo non si fece scoraggiare e fu subito pronto a colpirmi di nuovo con ferocia. Spostò un piede indietro per caricare il suo peso e mettere più forza nel colpo, poi si sposto leggermente di lato. Era come se vedessi tutto al rallentatore, riuscivo a prevedere ogni sua mossa. Sorrisi mentalmente pensando a Puck che mi chiamava Sherlock quando usavo i miei doni in combattimento. Capii che stava per colpirmi al fianco. Sferrò il colpo con una tale forza e velocità che quando andò a impattare con la mia spada mi vibrò tutto il braccio. Sentii Quinn trattenere il fiato e lasciar andare un piccolo gemito strozzato, sentii il soffice rumore dei piedi dei due dietro di me che affondavano nel terreno sabbioso dell’Arena, sentii il mio battito cardiaco scandire il tempo nel mio petto e sentii il tipico rumore metallico delle armi che sfregavano insieme, tutto il resto era silenzioso. C’era una strana quiete nel mio cervello, come se fossi in una bolla finché non ci separammo e il chiasso della folla che guardava il combattimento non mi avvolse. Provai a colpire il mostro al centro del petto ma quando vidi che stava alzando il manico del forcone per pararsi cambiai rapidamente obbiettivo colpendolo dritto in faccia. Per un momento riuscii a scorgere un enorme taglio verticale che gli divideva il volto in due parti prima che si portasse una mano al viso grugnendo, la sabbia gli scorreva copiosa tra le dita della mano con cui si stava coprendo mentre indietreggiava. Non persi tempo e affondai un altro colpo sull’anca lasciandogli una profonda intaccatura da cui cominciò a riversarsi altra sabbia.  Mi girai un momento per vedere il sangue coprire gran parte del volto di Finn e le mani di Rachel, anche Quinn si era avvicinata cercando di calmarlo. Ai piedi del ragazzo il terreno e pregno di sangue, lo sentii tossire e gemere di dolore. Mi spaventai, c’era veramente un sacco di sangue. Un formicolio si insinuò lungo la mia spina dorsale fino alla nuca, mi stavo già voltando quando sentii Puck urlarmi un avviso dalla sua postazione. Di nuovo fu come se tutto si muovesse al rallentatore e tutto intorno a me perdesse importanza all’infuori del nemico. Riuscii a vedere i muscoli delle braccia e del petto gonfiarsi, i tendini guizzare sotto la pelle e il volto completamente rimarginato accartocciarsi in una smorfia poi le punte del forcone dirigersi in direzione del mio collo. Fu un attimo, mi piegai al disotto della traiettoria e rotolai sotto le sue gambe divaricate prima di rialzarmi alle sue spalle e affondarli la spada nella schiena. Il mostro cascò sulle ginocchia con un rantolo, ebbi un po’ di difficoltà ad estrarre la mia arma dalla sua schiena ma appena riuscì a liberarla mi allontanai di molti passi “Quinn cosa è successo?” chiesi mentre Anteo era ancora piegato a terra e la sabbia aveva cominciato a risalire il suo corpo fino alla schiena. Vedevo i miei amici continuarsi ad agitasi intorno a Finn. Quando non ricevetti risposta chiesi ancora dirigendomi verso di loro“Q. rispondi. Come sta?”. La bionda si girò verso di me con gli occhi leggermente spalancati “Si riprenderà, credo. Non può restare qui, deve essere curato”. “Beh direi che serve un piano, io posso tenerlo occupato ma tu intanto comincia a pensare okay? Non so per quanto il mio caro papino mi sosterrà”dissi asciugandomi una patina di sudore dalla fronte prima di girarmi verso Anteo un’altra volta. Si era rialzato e adesso brandiva anche l’enorme mazza che mi aveva scagliato addosso il suo Campione. Sospirai, non bastava una sola arma mortale, anche la mazza adesso. “Finiamola con questi giochetti, non puoi farmi niente e prima o poi ti stancherai ragazzina. Sei come una zanzara fastidiosa che non aspetta altro di essere schiacciata.” La sua voce roca mi rimbombò nel cervello instillandovi il profondo desiderio di impedirgli di pronunciare anche solo una parola per sempre. Mi ribolliva il sangue e mi formicolavano le mani, tutto il mio corpo mi diceva di rispondere alla provocazione, strinsi i denti prima di abbandonarmi ai miei più bassi istinti da figlia del dio della guerra. Corsi incontro al colosso impugnando la spada con entrambe le mani. Un ghigno soddisfatto si fece largo su i suoi tratti mostruosi. A otto falcate di distanza cominciò a portare indietro il braccio che brandiva la pesante mazza, a cinque era pronto a riportare avanti il braccio per un poderoso colpo, a due la mazza era a metà strada per colpirmi in pieno. Saltai portando le braccia sopra la testa. Solo al momento dell’impatto mi accorsi di quanto mi fossi lasciata andare, la spada affondò nella spessa mazza fino a dividerla in due parti, quando quella superiore tocco terra la folla si fece improvvisamente silenziosa. Persino Anteo sembrava sorpreso della mia forza, sorpresa che passò velocemente a furia ceca, avrei giurato che il suo volto fosse colto per una frazione di secondo dal timore ma fu così veloce che riuscii appena a percepirlo. Roteò il forcone intorno al corpo costringendomi ad indietreggiare prima i provare a infilzarmi nuovamente, alzai la spada che si incastro tra le lame del forcone. Il mostro non si fece sfuggire l’occasione, con tutta la sua forza cominciò a torcere l’asta della sua arma cercando di strapparmi la mia, io cercai di opporre resistenza con tutte le mie risorse ma il tipo era decisamente forte. Quando con uno strattone la mia spada volò qualche metro affianco digrignai i denti sentendo un leggero fastidio nella parte sinistra del corpo. Velocemente mi piegai sulle ginocchia evitando il colpo che stava cercando di infliggermi il mio avversario, provai ad allungarmi per recuperare la spada ma fui costretta a rotolare per evitare nuovamente il forcone. Sentii a mal’appena in sottofondo il grido degli altri spaventati quando le punte del forcone graffiandomi la pelle che copre le costole mi inchiodarono al suolo la camicia che strappai con uno strattone deciso per liberarmi. “Q, come andiamo con il piano?”. “Umm resisti ancora qualche minuto San, resisti ci sto lavorando”. “Con comodo bionda”le risposi riuscendo finalmente a recuperare la mia spada. “Santana!” sentii urlare qualcuno preoccupato, mi girai per vedere il volto di Quinn e Rachel guardarmi terrorizzate “La tua spalla, stai sanguinando”disse la più bassa vedendo la mia espressione interrogativa mentre premeva la maglietta che si era sfilato il ragazzo contro la sua guancia ferita. “Si, da un po’ ormai”* dissi prima di abbassare il mio sguardo sulla parte sinistra del mio corpo inorridendo alla vista dei vestiti completamente macchiati per poi spostarlo nel punto in cui ero rotolata a terra dove della sabbia più scura delineava una macchia vagamente somigliante alla sagoma del mio corpo “Oh” dissi solo portandomi una mano alla spalla per poi ritirala umida e colorata di rosso. “Bene, allora direi che sarebbe bello se il piano spuntasse prima di qualche minuto”. L’emorragia era decisamente peggiorata dal precedente combattimento. La pelle della nuca mi si increspò nella famigliare sensazione quando sentii tutti urlare il mio nome. L’aria sibilò alle mie spalle e l’unico impulso che passo attraverso il mio cervello mi fece fare un salto di lato e stendere la mano avanti che si serrò attorno al manico del forcone che Anteo aveva pensato bene di scagliarmi addosso mentre gli davo le spalle. “Fico” esclamai guardando meravigliata l’arma che stringevo nella sinistra. Mi girai con il più stronzo dei sorrisi verso il gigante. “Allora bello, sarai anche difficile da uccidere ma qui siamo in due e io ho qualche motivo in più per tenermi cara la pelle quindi smetti di tentare e smetto anch’io”provai.

Pov esterno

Quinn continuava a guardarsi intorno cercando qualcosa per liberarsi del mostro, finalmente spostò l’attenzione sul soffitto dell’arena dove un grosso candelabro circolare di ferro era ancorato con spesse catene. Gli occhi della bionda scintillarono, aveva un pano. “Rach”la chiamò a mezza voce l’altra, la brunetta non distogliendo l’attenzione dal tamponare il viso al suo ragazzo chiese cosa volesse. “La su, guarda.” Quando la figlia di Apollo guardò nella direzione indicata la bionda chiese”Riesci a tagliare un paio di catene? Diciamo le prime due sulla destra, è fondamentale che siano proprio quelle due e dovresti farlo mentre Anteo e sotto al candeliere”.”Penso di poterlo fare ma cosa lancio? Ho paura che dopo aver tagliato le catene colpisca Santana. Sono sicura che non mi perdoneresti velocemente in quel caso.” Quinn guardò la latina che schivava e colpiva il gigante ma tutto era solo temporaneo, non voleva che la mora venisse ferita accidentalmente, era già messa male per conto suo ma se non tentavano non sarebbero mai usciti da quel buco. Se il piano non avesse funzionata, avrebbero rischiato inutilmente e non ci sarebbero state altre occasioni. “Okay, allora quando lo colpisci dobbiamo stare pronte a prendere le catene che cadono” Quinn aspettò che il combattimento si spostasse nei pressi del lampadario. “Bene, sta pronta al mio segnale…aspetta, non lanciare la spada” La figlia di Atena posò lo sguardo su Finn che aveva ancora lo scudo di Santana al braccio e si ricordò di un particolare.”Usa il disco. Mi raccomando è la nostra unica possibilità”.”Nessuna pressione eh?!”disse sarcastica la Berry prendendo il disco e mettendosi in posizione.

Santana indietreggiò proprio sotto il candelabro e quando il mostro la seguì Quinn diede il segnale. Rachel lanciò con tutta la sua forza il disco metallico contro le catene del lampadario. Quinn mentre vedeva cadere pesantemente la struttura di ferro sperò con tutto il cuore che i ‘sensi di ragno’ di Santana la facessero spostare da la sotto prima di venire schiacciata.

PoV San

Un rumore metallico assordante mi fece immobilizzare prima di rendermi conto che un’enorme candeliere che non avevo notato mi stava cadendo addosso, in mezzo secondo stavo già correndo via dal punto in cui sarebbe caduto, Anteo non fu così veloce. Dopo lo schianto assordante una nuvola di sabbia e polvere si alzò dal punto di impatto. Stordita e sorpresa mi voltai verso Quinn che mi stava correndo incontro insieme a Rachel. “Cosa…?”chiesi confusa.”Eccoti il piano. Ora veloce,  prendi quella catena e quando te lo dico tira.”ordinò la mia ragazza. Feci come aveva detto guardando con la fronte aggrottata lei e la Berry avvolgere delle catene intorno alle braccia e gambe del mostro momentaneamente stordito e bloccato per legarlo alla struttura in ferro. Appena ebbero finito corsero il più velocemente possibile mi raggiunsero e afferrarono la catena che stringevo tra le mani.”Tirate!”urlò Quinn. Tirai con tutte le mie forze e pian piano il candeliere cominciò a sollevarsi con Anteo. Adesso cominciai a capire il piano della bionda. Continuando a tirare dissi “Se non può toccare la sabbia diventa vulnerabile, sei un genio.”.”Dopo gli elogi, ora tira” mi rispose a denti stretti puntando i piedi per fare più forza.”Avresti comunque dovuto avvertirmi, porca miseria Q stavo per rimanerci anch’io!”aggiunsi con un tono un po’ più duro. Anteo cominciò ad agitarsi e ringhiare rendendo più difficile l’operazione. “Non mi sembra questo il momento più adatto a discutere”ci rimproverò Rachel. “Mi fidavo delle tue capacità, ero sicura che non ti saresti fatta colpire.”provò a giustificarsi la bionda ignorando la brunetta. “Fortunatamente non ti sbagliavi”dissi solo prima di dare un forte strattone alla catena facendo finalmente sollevare il mostro più di qualche centimetro da terra. Tirammo la catena ancora un po’ finché Anteo cercando di divincolarsi con uno strattone si libero un braccio sbilanciando la struttura. La catena ci scorse tra le mani facendo riabbassare di parecchi centimetri il candeliere. Rachel e Quinn sembravano esauste, potevo sentirle stringere i denti e sbuffare affaticate. Anteo visto il risultato provò ancora a liberarsi mettendoci in serie difficoltà, pensavo che presto le due avessero lasciato la presa e che tutto fosse stato inutile ma improvvisamente la catena venne tirata facendo tornare il mostro a mezzo metro da terra. Voltai la testa per guardarmi alle spalle e vidi Finn con un’espressione contritta che tirava con tutte le sue forze la catena, aveva ancora il viso coperto di sangue “Santana, ora è il tuo momento. Colpiscilo e facciamola finita” mi disse Quinn distraendomi. Quando fui sicura che tutti stessero tenendo la catena saldamente lasciai la mia postazione e di corsa afferrai il forcone che avevo lascato cadere li vicino, dopo qualche falcata di rincorsa scagliai l’arma con tutta la mia forza dritta al petto del gigante che cominciò a ‘dissabbiarsi’ ma non essendo più a contatto con il terreno i suoi poteri erano neutralizzati. Dopo poco si tramutò in cenere e si dissolse lasciando indietro solo il forcone e il candeliere vuoto. I tre ragazzi lasciarono la catena e la larga circonferenza metallica ricadde al suolo con un tonfo. Mi passai una mano sulla fronte affaticata, ora che il combattimento era finito i poteri temporanei svanirono lasciando al suo posto la fatica e il dolore delle ferite della battaglia *. Il dolore alla spalla si intensificava gradualmente fino ad essere insopportabile. “Dobbiamo andarcene. Ora!” sentii dire, tutto era rumoroso e confuso. Mi guardai attorno, tutti gli spettatori urlavano e ringhiavano lottando tra di loro ignorandoci completamente *. Strinsi gli occhi e mi portai una mano alla spalla stringendola. Mi sentii afferrare per il gomito e trascinare via. “San devi correre, muoviti”. Aprii gli occhi per trovare Quinn che conduceva il gruppo, Puck che zoppicava sorretto da Finn e Rachel che essendo di altezze completamente diverse lo costringevano a stare tutto storto piegato su se stesso facendolo sentire dolorante giudicando dalla smorfia che aveva preso posto sul suo viso. “Non da quella parte, di qua.”Grugnì Noah facendo cambiare strada al gruppo fino a trovarci di fronte ad un muro, un vicolo ceco. “E’ da qui che passano per andare nelle città e dare la caccia ai semi-dei”spiegò il mio migliore amico. “Li, di lato”disse Rachel indicando un angolo della parete dove risplendeva un delta. Senza esitare Quinn lo premette facendo aprire il varco che dava sul mondo dei mortali. Uscimmo di tutta fretta sbucando in un sudicio vicolo puzzolente.

“Bene, voi state qui, noi due cerchiamo di capire dove siamo”disse Quinn indicando se stessa e Rachel dopo averci fatto sedere in un angolo nascosti dai cassonetti. Seguii con lo sguardo Quinn finché non sparì dalla mia vista per poi scrutare i miei compagni. Finn attirò subito la mia attenzione, era ancora senza maglietta e se fossi stata in piena forma sarei riuscita a trovare qualche presa in giro ma questo non era il momento, mi sentivo debole e il braccio sinistro formicolava insensibile. Quando il ragazzo scostò la maglietta dal viso rimasi a bocca aperta. Un profondo taglio lo sfigurava in diagonale su tutta la guancia destra, si vedeva la carne viva e solo per grazia degli dei la guancia non era sta bucata da parte a parte, ma quella non era la cosa peggiore mi accorsi che gli mancava la parte superiore dell’orecchio. Il ragazzo riappoggio la maglietta ormai senza più un angolo asciutto sulla faccia gemendo di dolore. Cercai di sfilarmi la camicia che almeno sul lato destro era pulita ma venni colta da una terribile fitta che mi lascio senza fiato, muovendomi cautamente riuscii a sfilarmela e gliela passai ricevendo un grugnito di apprezzamento.

“San che cazzo è… quella roba, che… che ti è successo?”domando scioccato Puck con la voce che gli si spezzava a ogni respiro avvolto dal dolore mentre mi guardava con gli occhi sbarrati. Abbassai lo sguardo, le venature verdi avevano preso possesso della parte superiore della schiena e cominciavano ad estendersi anche sul davanti, la maggior parte erano nascoste dalla sporcizia e dal sangue ma altre erano ben visibili. Non l’avevo ancora detto a Noah e avrei preferito con farlo ma doveva sapere. Lo meritava, suppongo. “E’ successo nel labirinto, Era…”cominciai ma venni interrotta dalle ragazze che ritornarono correndo nel vicolo. “Siamo a Seattle”disse senza fiato la Berry. “Fantastico e come torniamo a Long Island?” chiesi sbuffando, mai una volta che le cose erano facili. “Abbiamo trovato un autolavaggio qua vicino. Potremmo lavarci dato che lungo la strada due suore hanno provato a rapirci credendo di salvare due barbone e poi mandare un messaggio-iride al campo”.

Dopo che tutti fummo in piedi Quinn mi si avvicinò scrutandomi il collo, poi le spalle fino a riportare il suo sguardo nei miei occhi, aveva visto le striature che aveva notato anche il figlio di Efesto. “Come ti senti?”. “Bene”dissi forzando un sorriso, la bionda mi guardò torva. “Okay, non tanto bene”. Quinn mi posò la mano sulla guancia accarezzandola “Devi solo resistere, tra poco saremo al campo, andrà tutto bene.”sussurrò, forse per convincere più se stessa che me. “Certo” dissi prima di sporgermi in avanti per lasciarle un bacio sulle labbra. “Vorrei abbracciarti adesso ma non voglio farti male”.”Ehi non sono fatta di vetro, okay? Puoi, anzi devi abbracciarmi. Me lo merito.” Le risposi aggrottando le sopracciglia facendola sorridere. “Io me lo merito!”ribatté buttandomi le braccia al collo ma prima che potesse anche solo toccarmi feci un passo indietro. Quando lei mi guardò confusa mi riavvicinai, spiegando “E’ meglio se mia abbracci la vita”. Non se lo fece ripetere, si avvicinò e mi avvolse le braccia attorno al tronco stringendomi forte seppellendo il viso nel mio collo sul lato buono. Stava stringendo sui graffi che mi aveva lasciato il forcone ma non mi importava in quel momento. Finalmente eravamo fuori, fuori dal labirinto, fuori da quell’incubo. Dopo lunghi secondi si staccò e prendendomi per mano disse“Andiamo”.

Una volta arrivati all’auto-lavaggio, dopo esserci assicurati che non ci fosse nessuno nei paragi. Facemmo sedere Puck su una cassa e con l’idrante lo inondammo d’acqua, solo quando lo sporco, il sangue e il sudore cominciò a colare via mi resi veramente conto di quanto era messo male e di quanto era denutrito. Le guance erano incavate e gli occhi cerchiati e spenti, la barba lo faceva sembrare ancora più malato. Quando  Finn lo aiutò ad alzarsi strinse gli occhi e gemette così mi avvicinai a lui, aveva tutto il peso su una gamba e si reggeva lo stomaco o le costole, non capivo bene. Infilai le mani nelle tasche svuotandole “Noah prendi” dissi porgendogli il cubetto d’ambrosia che avevo messo da parte, i nostri zaini erano rimasti nel labirinto e non sapevo quanto presto avremmo raggiunto il campo dall’altra parte degli Stati Uniti. Dopo essermi accertata che Puck avesse preso l’ambrosia mi avvicinai a Rachel mettendogli in mano le due dracme* che mi erano rimaste in tasca dall’ultima notte al campo. “Manda un messaggio-iride al campo. Spiega cosa è successo e digli che stiamo arrivando”dissi prima di andare a lavarmi sotto il getto dell’acqua.

PoV esterno

Rachel che ancora non si era lavata chiamò una Quinn zuppa chiedendole di aiutarla con il messaggio al campo. Le due preso un'altra pompa e dopo aver fatto comparire un arcobaleno ci lanciarono dentro una dracma. Quando apparve la dea minore Iride le chiesero di parlare con il Campo Mezzo-sangue. Fu il centauro Shuester ha rispondere. “Q-Quinn, Quinn Fabray e Rachel Berry? Dove siete? Vi avevamo dati per morti”. “Morti? Manchiamo da quanto…una settimana, dieci giorni?” chiese stupita e confusa la bionda. “Siete spariti per un mese e mezzo, manca una settimana a Settembre”ci informò Will con gli occhi spalancati ancora incredulo. “Comunque è una storia lunga e non abbiamo molto tempo. Ora siamo a Seattle, Noah è gravemente ferito e così Finn e Santana.”disse velocemente la Berry sfoggiando la sua agile parlantina prima di esitare, non sapeva come raccomandarsi su Santana. “Lei è stata ferita con una spada avvelenata per volontà di Era, non ha molto tempo. Dovete trovare un antidoto per quando arriviamo o… morirà.”continuò con voce ferma la bionda prima di dire l’ultima parola chiudendo un attimo gli occhi con un tremito. “Ma cosa avete fatto? Come è successo?”. “Ne parliamo quando arriviamo, dicci solo quale è il modo più veloce per tornare al campo”tagliò corto Quinn. Interdetto il centauro ci pensò su un attimo per poi rispondere “Con un taxi ovviamente”prima che il messaggio si dissolvesse. “Che voleva dire?”chiese la figlia di Apollo. “Il taxi guidato dalle Parche”rispose la bionda.

PoV San

Mi sentivo affaticata più di prima ora che lo sporco mi era stato lavato via, mi passai un mano tra i capelli bagnati e mi sedetti di fianco a Puck. “Sai, la tua fidanzata è proprio figa”mi disse debolmente il mio amico. Sorrisi in risposta “Lo so, ma non pensarci nemmeno, lei è mia.”. “No, nel senso… è veramente figa. Ha dato fuoco a un mostro, fuoco ti rendi conto? E’ incredibile”. Mi voltai con uno sguardo languido verso la figura di Quinn che in lontananza accanto a Rachel stava parlando al campo. “Nella mia mente ha sostituito Lara Croft… come donna più spacca culi mai esistita” continuò affaticato il ragazzo accanto a me. “Come!? Pensavo che quello fosse il mio posto, chi è Lara Croft al mio confronto?”dissi offesa incrociando le braccia al petto  ma rimasi a boccheggiare in cerca d’aria che mi era stata strappata via in una fitta causata dal movimento. “Tu, tu nella mia mente sei più Ciuchino… rompiscatole e con la coda”mi rispose ridacchiando sotto i baffi. “Beh allora tu nella mia testa sei…”dissi cercando di pensare velocemente a cosa paragonarlo ma il dolore sordo mi annebbiava la mante, mi sentivo così stanca che mi sarei potuta addormentare nell’autolavaggio. Dopo qualche secondo senza risposta Puck mi appoggiò una mano sulla coscia facendomi sussultare. “San che ti succede? Ti ho appena dato del Ciuchino e tu niente.” Lo guardai, i suoi occhi rispecchiavano tutta la sua preoccupazione. “Puck…”cominciai, non volevo farlo. Ora eravamo insieme, non volevo dirgli che probabilmente ci saremo riseparati a brave, per sempre sta volta. Lui era come mio fratello, una parte di me, non potevo. “Santana cosa devi dirmi? Ti conosco, parla”. “Okay, okay diciamo che ho fatto incazzare Era perché sono lesbica e per vendicarsi mi ha fatto avvelenare da una tipa e ora morirò a brave se non trovano una cura al campo, ma sono abbastanza fiduciosa. Ho anche fatto una scommessa con Era, vorrei vincere.”lo dissi velocemente, senza tante cerimonie scherzandoci su così da non essere sopraffatta dal peso della situazione. “Che cosa?”chiese Noah con la bocca socchiusa e la voce tremante. Abbassai lo sguardo, non potevo guardarlo negli occhi. “Santana”. “Io, mi dispiace”dissi stringendo gli occhi. Ripeté ancora una volta il mio nome prima di dire “Sei una stronza, una stronza capito? Devi sempre immischiarti in qualcosa più grande di te. Fanculo San, fanculo”il suo tono era arrabbiato, ferito e dispiaciuto. Strinse la presa sulla mia coscia prima premere la fronte contro la mia tempia.

ANGOLO DI QUELLA CHE NON DORME:
Mi riferisco al fatto che mentre combatteva con il campione a un certo punto la ferita aveva cominciato a sanguinare, dopo che Anteo gli strappa via la spada la ferita si apre ancora di più. A un certo punto dice anche che sente un fastidio nella parte sinistra del corpo, è la spalla.
* Quando Santana è sotto gli influssi del padre e come se fosse drogata/supr adrenalinica quindi non sente il dolore, lo sforzo e la fatica. Diventa anche super forte come quando spezza la mazza, tira la catena e via dicendo. Quando batte il nemico e l'effetto finisce torna tutto
* Il candeliere,candelabro e lampadraio(parole che non userò più) immaginatevelo come la scena di Sherek quando intrappola il drago legandoglielo al collo solo che qui Anteo diventa tipo un uomo vitruviano

Ora iniziamo con il vero angolo dell'autore. A pasqua mi è stato resettato il computer quindi ho perso tutti i documenti di word vecchie, nuovi e roba che contnuavo a scrivere e che volevo pubblicare una volta finita (in tutto 200 pagine forse), quindi mi sono un po' persa d'animo e mi sono buttata sull'alcolismo, ho frequentato dei gruppi di sostegno e mi sono rimessa in piedi. Questo è il capito, spero che sia valso almeno un po' l'attesa. I combattimenti sono una palla e sono difficili, lo so, mi dispiace ma da adesso sono finiti. Questo penso che sarà il penultimo capitolo.
Come ho già detto il prossimo non arriverà prima di metà Agosto perchè vado in luoghi oscuri e incivilizzati dove non esistono computer e reti internet.
Recensite e alla prossima   
https://twitter.com/firephoenix97
Grazie di seguirmi ancora.

 
  
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