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Autore: ChiaraColfer95    10/07/2014    0 recensioni
Perchè si dice che Parigi sia la città dell'amore? Perchè non Barcellona? La capitale catalana è la città che affascina e coinvolge Chiara, diciottenne da neanche un anno, che si trova a vivere una delle vacanze più memorabili della sua esistenza. Barcellona. Ragazzi. Spagnoli. Notte insonni. Scommesse. Risate.
Chissà se Chiara sarà la stessa quando tornerà a casa? Chissà come sarà la sua vacanza?
Chissà...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Buongiorno mondo! Quanto tempo! Non so spiegare cosa mi ha spinto ad abbandonare le mie storie e cosa, invece, mi ha spinto a riprenderle. Sarà la noia o il fatto che dopo aver finito gli esami di maturità tutto mi sembra più facile, ma eccomi qui! Eccovi un nuovo capitolo della mia strana, e probabilmnete orrida storia. Spero vi piaccia, fatemi sapere :D
Un bentornato a me uno a voi, che spero apprezzerete il nuovo capitolo.
Grazie per l'attenzione e buona lettura C:
Chiara :*


Dal capitolo precedente:
"-Le sopracciglia te le faccio lo stesso, però, perché così in giro non ci puoi andare!- esclamo provocando le risa di entrambi.
Mi siedo sul divano a gambe incrociate e faccio sdraiare Jonathan con la testa poggiata sulle mie gambe.
-Chiudi gli occhi e se ti faccio male dimmelo e mi fermo-
Questa posizione non mi dispiace affatto e Jonathan, dal canto suo, sembra stare comodo. Osservo i lineamenti del suo viso: la mascella e gli zigomi squadrati, le lebbra rosa e carnose, il naso leggermente all’insù e le ciglia bionde e folte.
“Questo ragazzo rasenta la perfezione” mi ritrovo a pensare mentre completo l’opera con le sopracciglia, anch’esse bionde.
-Il mio lavoro è finito!- esclamo, pronta a vedere gli occhi di Jonathan aprirsi, ma non succede. Mi guardo intorno e non c’è neanche l’ombra di Derek. Continuo a osservare il ragazzo sdraiato su di me.
-Si è addormentato…- sussurro per non svegliarlo."




Colgo l’occasione per continuare a fissarlo inosservata.
-Ti godi lo spettacolo?!- esclama all’improvviso Jonathan ancora con gli occhi chiusi.
-In realtà- dico io, cercando di salvarmi dalla figuraccia, –mi stavo chiedendo quando ti saresti svegliato, perché, sai com’è, il tuo peso piuma mi ha addormentato entrambe le gambe-.
“Ottimo lavoro Chiara! Salvata in calcio d’angolo!”
-Stai insinuando che peso troppo?- domanda lui quasi offeso.
-Oh, no. Assolutamente no!- rispondo dispiaciuta.
“Sarebbe meglio tenerla chiusa quella dannata boccaccia!” 
-Chiara, rilassati. Stavo scherzando- aggiunge Jonathan facendomi l’occhiolino.
Sospiro sollevata. Questi ragazzi mi uccideranno prima o poi!
-Ho fame!- esclama, poi, dal nulla.
-Tra un’ora dobbiamo scendere per la cena, abbiamo l’appuntamento con la prof, no?-
-Oh, hai ragione…-
Inizia a guardarsi intorno sconsolato. Un ragazzo più strano non l’ho mai visto!
Dalla porta della sala comune spunta la testa di Derek.
-Avete fatto tanti bambini?- chiede malizioso.
-Ma che dici?!- lo sgrido, paonazza per la vergogna. –Tu, piuttosto, dove sei stato?-
-A disfare la valigia, cosa che qualcuno ancora non ha fatto- risponde, indicando Jonathan.
-Io non disfo mai la valigia- si giustifica lui alzando le spalle –È solo uno spreco di tempo. È più semplice poi quando devo rifarla.-
-O. MIO. DIO. Cosa devono sopportare le mie orecchie!- esclamo inorridita –A disfare la valigia, subito!-
-Va bene, mamma- mi prende in giro Johnny e poi aggiunge: -Lo faccio a una condizione. Tu vieni ad aiutarmi!-
-Perché dovrei?- domando stupita della proposta.
-Perché sei tu che mi stai costringendo. Prenditi le tue responsabilità!- risponde serio e si dirige verso la sua camera.
-I ragazzi!- esclamo ad alta voce, sorridendo rassegnata.
-Allora!- aggiungo entrando nella sua camera –Solitamente secondo che criterio sistemi i tuoi vestiti?-
-Criterio?! Sistemare?!- domanda lui stupido –Non sono il tipo da armadio ordinato fidati. Di solito lascio i vestiti dove capita, dove c’è spazio-
-Dimmi che è uno scherzo!- affermo sempre più inorridita.
-Siamo ragazzi e noi ragazzi non sistemiamo mai- risponde giustificandosi.
-Derek l’ha fatto- lo rimprovero io.
Jonathan sfodera un’espressione da cucciolo ferito, la più dolce che abbia mai visto.
-Lascia fare a me!- esclamo a quel punto, afferrando la sua valigia. Poi aggiungo: -Non sistemi, ma ti porti quintali di roba!-
Johnny sorride soddisfatto: -Grazie, grazie! Sei un tesoro!- e mi deposita un bacio sulla guancia. Sento il mio viso diventare paonazzo, ma, cercando di dissimulare, lo richiamo: -Ho detto che ti avrei aiutato, il che implica che ci sia anche tu!-
-Pensavo di averla scampata- sussurra posando la valigia sul letto e aprendola.
“Calma Chiara, calma!” ripeto tra me e me come un mantra.
-Mettiamoci al lavoro!- affermo poi, più rilassata.
Dopo circa mezz’ora siamo ancora a metà dell’opera.
-Io non ce la faccio più!- si lamenta Johnny e si lancia sul letto.
-Non abbandonarmi adesso- gli dico guardandolo negli occhi. Non riesco a concentrarmi in niente altro che quelle profonde pozze blu. Ancora non riesco a capire come tanta bellezza possa essere concentrata in un solo ragazzo.
-Magari dovresti fare una pausa anche tu- sostiene lui, facendomi spazio accanto a lui.
“Merda” penso “E adesso che faccio?”
Una vocina in testa mi urla “Sdraiati scema! Non puoi farti scappare un’occasione così!”
-Va bene, ma solo due minuti perché poi dobbiamo prepararci per la cena…-
-Tutto quello che vuoi- risponde lui, stringendomi tra le braccia.
Ok, tutto ciò è strano ed estremamente imbarazzante, ma non posso negare che mi piace da morire.
Jonathan inizia lentamente ad accarezzarmi il braccio disegnando delle piccole forme circolari.
Inizio a rilassarmi e poco per volta chiudo gli occhi. Capisco che sto per addormentarmi, lasciandomi cullare dalle carezze di Jonathan.
“Cosa diamine stai facendo?!”. Apro improvvisamente gli occhi, ricordandomi dove mi trovo e cosa stava succedendo.
-Hey Johnny, forse dovremmo alzarci- gli dico, scuotendogli il braccio.
-Mhhh- mugugna lui i risposta, evidentemente addormentato.
-Su, su!- continuo a scuoterlo per svegliarlo.
-Chi? Cosa? Dove?- domanda lui, sveglio ma intontito.
-Barcellona. La cena. Ricordi?- dico, ridendo.
-Oh, si. È vero.- risponde, strofinandosi gli occhi.
“E quando pensi che non potesse essere più bello…”
-Vado a cambiarmi. Ci vediamo fra poco- affermo sorridendo e alzandomi dal letto.
-Si, a dopo- risponde insonnolito e poi mi dà un bacio sulla guancia. Ancora. Il terzo in una giornata. Credo di dovermi ritenere fortunata. Da sconosciuta totale a compagna di appartamento in poche ore. La mia vita non fa poi così schifo.



Ps: Apprezzerei molto una vostra opinione, positiva o negativa che fosse. Sarebbe un ottimo aiuto per la mia storia :)
Grazie ancora,
CHIARA :D
  
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