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Autore: blackissuchanhappycolor    13/07/2014    1 recensioni
(Voleva la perfezione. Voleva lasciare tutti senza fiato. Voleva affascinarli, irretirli, spaventarli. E voleva divertirsi, soprattutto.)
Evi non è una semplice umana. E' una creatura particolare, con particolari abilità, tra cui quella principale: rendersi invisibile.
Andrew vorrebbe tanto non credere nel soprannaturale, ma ha i suoi buoni motivi per farlo. E' l'unico che riesce a vedere Evi, anche quand'è invisibile.
Due ragazzi, un mistero, un amore che non poteva non nascere.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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THE SHIELD


Una volta seduti sul pullman (una coppia aveva spontaneamente scelto di lasciare loro i posti in fondo), Evi vuotò il sacco. Un attimo prima fissava fuori dal finestrino, cercando le parole giuste, e un attimo dopo disse semplicemente: ─ Ho avuto una visione, stanotte.
Andrew sbuffò. Avrebbero mai avuto una conversazione normale? Sembrava che per loro non fosse proprio possibile.
─ Non possiamo parlare di noi? Di qual è il tuo colore preferito, di che musica ascolti? ─ chiese, dando voce ai suoi pensieri. Forse lo disse con un tono di voce troppo alterato, perché una signora si girò verso di lui ed Evi rimase in silenzio. E subito, si pentì di quello che aveva detto. Poteva essere una cosa importante, una cosa che riguardava lui, magari, ma era così stanco dell’anormalità da volere a tutti i costi apparire normale e parlare di cose normali e conoscere la ragazza che aveva affianco, che normale non lo sarebbe mai stata.
La guardò e annuì, come a dire, “Continua”.
Evi, invece, aveva deciso di provare ad essere normale, per una volta. Pensava che Andrew avesse ragione: parlavano solo di visioni, incubi e deliri, quando in realtà lei avrebbe voluto sapere tutto di lui, ogni minimo dettaglio, ogni fastidioso difetto. Le scappò un sorriso. Lei, che poteva comandare a bacchetta tutti i ragazzi che voleva, veniva influenzata dall’unico ragazzo che effettivamente non poteva comandare.
─ Verde ─ disse quindi. Il suo colore preferito era il verde, anche se non era sempre stato così. Evi cambiava idea su molte cose, risultando spesso irritante. Il suo colore preferito era il turchese, ma adesso era verde.
Guardò gli occhi di Andrew che sorridevano insieme alle sue labbra. Verdi.
Oh, non essere sciocca, si disse. ─ E il tuo?
─ Mi piace molto l’azzurro, ma ho anche una specie di ossessione per il bordeaux, soprattutto per quanto riguarda la roba da vestire. Se devi regalarmi una felpa, con il bordeaux vai sul sicuro ─ rispose, continuando a sorridere.
─ Anche a me piace ─ disse Evi, girandosi completamente verso di lui ─ la prima volta che ci siamo visti, avevo un maglione bordeaux.
─ Me lo ricordo. ─ Oh, se lo ricordava. Una ragazza troppo bella per essere vera, che gli arrivava fino alla spalla di altezza ma che sembrava essere in grado di divorargli la testa in un boccone. Ah, già, e con un maglione bordeaux. ─ Ma non era la prima volta, Cassandra.
─ Hai intenzione di rinfacciarmelo a vita? ─ chiese Evi, fingendosi infastidita. Anche se un po’ infastidita lo era davvero. Le dispiaceva che lui ricordasse come aveva subito cercato di ingannarlo, senza neanche conoscerlo. Niente di personale, era una cosa che faceva con tutti, ma la prima impressione era importante. Che razza di rapporto poteva nascere, con quei presupposti?
Ad Andrew non sembravano un ostacolo. ─ Assolutamente sì ─ disse, e le diede un pizzicotto. ─ Comunque, raccontami pure la visione. Non volevo fare l’isterico.
─ Avremo tutto il tempo di parlarne quando saremo a casa. Insomma ─ disse, alzando la voce ─ dimostriamo a questo pullman che siamo in grado di avere una conversazione normale!
Andrew sbarrò gli occhi. Le aveva letto nel pensiero?
Ma no, no. Evi non era in grado di leggere la sua mente.


James aprì la porta ed Evi entrò velocemente in casa, sfiorandogli la spalla e ignorandolo tranquillamente. Andrew, al contrario, gli fece un cenno di saluto, mentre il moro lo guardò come se volesse avvelenarlo.
Susan era irrequieta. Li aspettava, con l’aria di avere molte cose da dire.
─ Mamma! ─ esclamò Evi, sorpresa di vederla già nel suo salotto. La donna mandò un bacio alla figlia e salutò Andrew con la mano, proprio come la prima volta.
─ Beh, meglio ─ continuò Evi ─ dobbiamo raccontarti delle cose, mamma, e spero che anche tu abbia delle cose da­─
─ Dirti? ─ finì per lei Susan. ─ Sì. E non preoccupatevi, so già cos’è successo oggi pomeriggio.
─ Tu… mi stavi controllando?!
Susan assunse un’espressione colpevole. ─ Ho solo buttato l’occhio, tesoro. Avevo un brutto presentimento…
─ No, mamma, tu mi controllavi perché volevi vedere se tra di noi… ─ Evi non riuscì a finire e arrossì al pensiero. Per un attimo pensò a come sarebbe stato baciarlo, sentire quelle labbra sulle sue, e quelle mani, quelle mani sui suoi fianchi…
Si creò un pesante silenzio. Susan ed Evi si guardavano i piedi, James guardava male Andrew, ma non era una novità.
─ Signora, se ha davvero visto cos’è successo ─ disse Andrew, con un tono lievemente accusatorio ─ spero che lei possa spiegarci qualcosa.
─ Chiamami Susan, ti prego. E sì, posso spiegarvi qualcosa. Non tutto, ma qualcosa.
Tutti attesero in silenzio, un silenzio sempre più pesante. Andrew sentiva il suo cuore battere come un tamburo, ed era quasi certo che potessero sentirlo anche gli altri.
─ Ho fatto delle ricerche, ma senza successo. Non sapevo da dove iniziare. Quello che è successo oggi pomeriggio, invece, è stato illuminante.
─ Che cazzo è successo oggi pomeriggio? ─ chiese James, intromettendosi. Evi continuò ad ignorarlo, ma non Andrew: i due si fissarono con odio, sperando di uccidersi a vicenda.
─ Oggi pomeriggio, Andrew è stato attaccato da quelle che lui chiama “Voci”, cosa che gli capitava quand’era bambino e che gli capita adesso. Le voci sono in realtà degli spiriti maligni che si divertono ad uccidere certi bambini cercando di spaventarli.
─ Certi…bambini? ─ chiese Evi. Parlava lei per Andrew, mentre il ragazzo taceva.
Certi? Andrew è… “certo”? Ha qualcosa che lo distingue dagli altri?
─ Una volta prendevano di mira tutti i bambini. Avete presente quando un bambino viene trovato morto nella sua culla? Colpa loro. Solo che ad un certo punto, hanno iniziato ad annoiarsi. Era troppo facile, capite? Quei bambini erano troppo indifesi per loro. Poi, un giorno, hanno scoperto che esistono bambini con una sorta di protezione, chiamata Schermo o Blocco. Non so esattamente cosa sia e come si possa avere, ma so che, appunto, protegge il bambino da questi spiriti. E provando ad attaccarli, hanno capito che possono assorbire questo scudo, fino a consumarlo completamente.
Lo stiamo rosicchiando, Andrew, pensò Evi. Non avrai più scampo.
─ Una volta eliminato il blocco, il bambino è spacciato. Insieme a quello, quei bastardi succhiano anche tutta l’energia che possono. Basterebbe un ‘Boo’ alle spalle, per ucciderlo.
Andrew tremava, pallido come un lenzuolo. A stento riuscì a dire: ─ Quanto te-tempo mi resta?
─ Non lo so, caro, ma sai cosa so? So che anche i bastardi più affamati ci mettono otto anni a consumare il blocco. Tu, quanti anni hai? ─ gli chiese Susan, con un sorriso incoraggiante.
─ Ventidue oggi, signora. Susan ─ si corresse.
─ Allora buon compleanno, Andrew. Ti assicuro che non sarà l’ultimo.
Evi gli prese la mano e la strinse forte. Quella storia sembrava assurda persino a lei, che sguazzava nel sovrannaturale da quand’era nata. Appoggiò la testa sua spalla e gli disse, nella mente: Andrà tutto bene, vedrai.
Il ragazzo la sentì forte e chiaro, come sempre. Poi successe una cosa strana. Andrew pensò Lo spero tanto, ed Evi lo sentì, forte e chiaro.
Suonò il campanello, tre volte. Driin, driin, driiiiin.
─ Chi è? ─ chiese James, guardando Susan.
─ L’unica persona che può fare luce in questa situazione. La ragazza della tua visione, Evi. Sua madre.
  
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