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Autore: La Nuit du Chasseur    13/07/2014    1 recensioni
[Michael Fassbender]
"Mi sposo", disse lei.
"Vieni a cena con me", disse lui.
Così diversi ma così vicini. La loro storia creerà problemi, danni, guai, passione e felicità. Non sapranno resistere all'avvicinarsi l'uno all'altra, anche se sanno che dovrebbero.
In una Londra complice e romantica, galeotta fu una caffetteria...
Genere: Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! 
Sono tornata, puntuale più o meno, con un capitolo pronto per voi.
Chiedo scusa fin da ora, perchè è abbastanza corto,
ma soprattutto poco denso di avvenimenti importanti.
In realtà è un capitolo transitorio, 
per fissare la situazione e procedere per gradi: si, voglio lasciarvi sulle spine!!! 
Comunque, grazie ancora a chi ha continuato a recensire
e anche a chi ha solamente letto in silenzio: siete tantissimi e questo mi rende davvero felice!
Detto ciò vi lascio alla lettura,
sperando che riesca a darvi cinque minuti di astrazione dalla realtà! 
:) 

Hr

 


Il periodo che seguì fu enormemente faticoso ma elettrizzante. Julia aveva chiesto a Robert di parlare, ma lui si era dimostrato irremovibile: le perdonava qualsiasi cosa, ma non voleva sapere niente di niente, se non il colore che preferiva per le tovaglie.

Questa ostinazione era dura da mandare giù, e Julia decise di prendere altro tempo: conosceva Robert, e sapeva quali erano i suoi tempi. Erano sempre più distanti, ma lui si dimostrava solerte ad andare a cene di amici sfoderando un sorriso invidiabile e tenendola stretta a se. Salvo poi lasciarla subito appena si ritrovavano soli. Julia non capiva che senso avesse questo continuare a intestardirsi sulla questione, quando era chiaro che si era rotto qualcosa.

Nel frattempo lei ritagliava scampoli di tempo da passare con Michael. Spesso dopo il lavoro, o durante la pausa pranzo, prendeva la metro e correva a casa sua per stare un po’ insieme: non potevano certo sfogarsi alla luce del giorno, ed era chiaro ad entrambi che non toccarsi o baciarsi era una tortura, quando erano insieme. Così si prendeva un’ora o poco più e andava a farsi coccolare. Lui la accoglieva sempre felice e su di giri, e a volte non le dava neanche il tempo di riprendere fiato che la prendeva in braccio e la accompagnava in camera da letto. Aveva un appartamento bellissimo, luminoso e pieno di buon gusto: lei lo amava.
A volte riuscivano anche a vedersi fuori. In caffetteria quasi ogni mattina per esempio, anche se ultimamente lui era stato impegnato con un progetto ambizioso e spesso non era a Londra. Erano due amanti clandestini a tutti gli effetti, ma questo non poteva fermarli: era difficile non farsi scoprire, ma Julia e Michael non riuscivano a stare separati.

Le famiglie inoltre, iniziavano a preoccuparsi: si avvicinava Natale e non c’era nessuna partecipazione in vista. Così un giorno di dicembre inoltrato, la madre di Julia piombò a casa della figlia per parlarle.

“Julia, cosa stai combinando?”. Ecco: era chiaro che il problema l’avesse creato lei. La madre non era stata sfiorata neanche per un minuto dall’idea che potesse essere Robert ad averci ripensato, o ad averla ferita.
“Mamma… ma niente, perché?” mentì lei.
“Julia io ti conosco. Dimmi cosa c’è” disse dura. A quel punto Julia pensò che aveva 29 anni e sua madre non avrebbe più potuto dirle cosa fare e non fare. Era stanca di essere una brava ragazza: quella cosa le aveva rovinato l’adolescenze. Prese coraggio e disse:
“Mamma, ho conosciuto una persona”
“Ecco, lo sapevo. Tu non sai mai restare fuori dai guai, devi sempre creare problemi”
“Io?! Mamma ma sei impazzita? Ma se è da quando sono nata che faccio quello che ci si aspetta da me! Ottima studentessa, ottime amicizie, mai una sbronza, mai una vacanza a Ibiza con le amiche, che Ibiza non sta bene, mai un colpo di testa, mai una figuraccia con nessuno. Ed ora mi vieni a dire che creo problemi?!” Julia era fuori di se. Sua madre stava davvero esagerando.
“Tutto quello che hai fatto lo hai fatto tu per la tua stessa vita, Julia. Non puntare il dito verso me: io ti ho sempre lasciata libera”
“Libera… mamma, ma a chi vuoi mentire? Tu mi hai sempre condotto a scegliere le cose con razionalità, non mi hai permesso di vivere i miei errori, di sbattere la testa sulle cose per capire, di innamorarmi di cose assurde e folli. Tu mi hai tenuto nei ranghi della nostra bella famiglia benestante, che non poteva permettersi una figlia ribelle. Sempre il vestito pulito, mai un jeans stropicciato. Sai che c’è? Che io mi sono stufata, e non voglio sposare Robert, perché lui è un brav’uomo ma non mi eccita, non mi fa vedere le stelle, non mi fa sentire le farfalle nello stomaco.” Stava urlando a sua madre molte più cose in quel momento che in tutta la sua vita.

La donna era paonazza in volto: non riconosceva più sua figlia. Da quando in qua un uomo deve eccitarti? Robert era un partito ottimo, non buono, era destinato a grandi cose, aveva una famiglia perfetta, le voleva bene. Cosa c’entravano quelle frottole dell’eccitamento e le farfalle?
“E sentiamo, chi vorresti sposare?” la sfidò.
“Proprio nessuno, mamma. Ho 29 anni, lavoro, posso vivere da sola. Il punto non è con chi voglio stare o non stare. Il punto sono io.”
“Vuoi stare da sola? Vuoi davvero che tutti credano che ti sei lasciata sfuggire Robert ed ora sei sola come un cane?”
“Si, voglio essere sola come un cane. Sempre meglio che sposare un uomo che so di non amare più, e con il quale sto da sette anni solo per compiacere voi, ancora una volta.” Non riusciva più a fermarsi.
“Io non so chi è questa persona che ti ha messo in testa queste cose, Julia, ma so che te ne pentirai amaramente. E non dovrà passare troppo tempo.”
“Mamma, ma perché non mi chiedi se sono felice, invece di dire che me ne pentirò? Non mi hai mai detto di essere felice…” ora era triste. Sua madre doveva essere la sua alleata, e invece era sempre pronta a puntarle il dito contro.
“La felicità non esiste, Julia. Esiste la stabilità, il pane in tavola tutte le sere, la quotidianità. E Robert è tutto questo.”
“Va bene, mamma… Ora ti prego, lasciami sola.”
“Risolvi questo dannato casino, Julia.”
“Si, si mamma… ciao” e la accompagnò alla porta. Poi mandò un sms a Michael dicendo che avrebbe voluto vederlo e che le dispiaceva che lui non fosse a Londra. Chiuse il cervello e si mise sul divano.

Verso mezzanotte sentì il campanello suonare. Chi poteva essere? Si era addormentata sul divano alle diciannove, poco dopo che sua madre era andata via. Guardò allo spioncino e vide il sorriso di Michael. Aprì felice e gli si gettò addosso, coprendolo di baci e carezza.
“Che ci fai qui!!!”
“Shh, zitta che svegli mezzo palazzo! Sono venuto a portarti un regalo”
“Ma non eri a Parigi?!”
“Sono tornato prima… avevo finito di lavorare e non mi andava di dormire solo in un hotel, sai che li odio” dicendo ciò prese una grande scatola con un fiocco rosso e gliela porse.
“Michael, ma mi hai portato una quantità sconfinata di macarons?!” disse ridendo a crepapelle. Quale uomo normale avrebbe portato in dono dei dolcetti invece che souvenir preziosi? Michael. Esattamente lui.

Julia mise in bocca metà macarons, continuando a guardare la scatola per leggere i gusti che conteneva. Michael si abbassò e prese fra i denti la restante metà del dolcetto che aveva in bocca Julia. Si trovarono a mangiare lo stesso macarons, in una versione rivisitata e corretta di Lilly e il Vagabondo. Quello che successe poi però era totalmente fuori dal cartone animato. Julia iniziò a stringersi a lui, e Michael la liberò della vestaglia che portava. Sotto aveva solo un babydoll nero, che lo fece eccitare all’istante.
La spinse contro il muro poco distante e si gettò famelico su di lei. Julia lo spogliò velocemente, e passò le sue mani sulla schiena possente di Michael.Fu un attimo: era nuda ed era sua.

Michael si muoveva deciso, con foga e passione, mentre Julia ansimava sempre di più. Esplosero insieme, ancora poggiati al muro, mentre i respiri tornavano regolari.
“Vuoi rimanere a dormire?”
“Certo che voglio… voglio fare colazione con te” nel dirlo la abbracciò e le diede una leggera ma maliziosa pacca sul sedere. Julia rise e pensò che davvero valeva la pena litigare con il mondo intero per quell’uomo.

Andarono a dormire sereni. Michael le raccontò che era iniziata di nuovo la promozione di un film che sperava si rivelasse davvero buono. Parlarono a lungo di questa cosa, e Julia sentì che finalmente c’era qualcuno che reputava importante parlare con lei, raccontarle le cose, avere un dialogo vero. 
  
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