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Autore: Licht4    13/07/2014    1 recensioni
Ania è appena arrivata all'Accademia True Cross, sulla quale regna finalmente la pace. Ma cosa succederà quando il passato busserà alla sua porta? Cosa sono i misteriosi eventi che iniziano ad accadere, e quali trame si celano dietro la mente di Mephisto Pheles?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mephisto Pheles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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cap 9

Liquido vermiglio scorreva tra le intercapedini del pavimento, colava dalle pareti, ed un odore di ferro impregnava la stanza.
"Dove sono?" pensò Ania, riaprendo gli occhi, il  corpo circondato dal buio. Vide se stessa uscire da una casa, calpestando due corpi acasciati sulla soglia, i loro occhi vitrei spalancati verso il soffitto. Il sangue le riempiva le mani, che terminavano in lunghi artigli. I primi raggi del sole le colpirono il viso, illuminando macchie rossastre sugli steli d'erba . "Quella...non sono io..".  Ania aprì la bocca per urlare, ma la morsa dell'oscurità la immobilizzava. "Yurei, lasciami andare! Hai raggiunto il tuo scopo!"
Una risata le riecheggiò nella mente. "Pensi davvero di essere libera, ora? Vivrai lo stesso, sapendo di aver ucciso delle persone?"
Ania spalancò le labbra, le parole le uscirono dalla bocca, e l'oscurità che la circondava lasciò spazio al prato avvolto dal sole. «Non li ho uccisi io...» disse, posando lo sguardo sulle sue mani, coperte di sangue. Sussultò, la pelle delle sue braccia era aperta da squarci che lasciavano intravedere le carni.
"Come promesso, ragazza. Me ne sto andando"
«Aspetta! La mia pelle...»
"Per quello non posso farci niente. Il tuo corpo si è indebolito mentre mi conteneva. In verità, non mi aspettavo si consumasse così tanto"
Una sensazione di bruciore le attraversò gli occhi. «Maledetto, cosa aspetti ad andartene, allora!»
"E sia. E' stato un piacere, ragazza". La voce dello spirito sibilò alle sue orecchie, per poi allontanarsi dal villaggio. Un soffio di vento si levò, arruffando i capelli di Ania, e raggiungendo la foresta in lontananza.
«Se n'è andato..» sussurrò Ania, muovendo un passo avanti. Gemette, una fitta le attraversò la schiena, il suo corpo cadde a terra. L'erba sotto di lei l'accolse, e rivoli di sangue ancora cadevano dagli steli. Le lacrime uscirono dai suoi occhi, scorrendo sul viso. «Devo rialzarmi..» disse, stringendo le mani attorno all'amuleto avvolto attorno al suo collo, e strisciando le ginocchia sull'erba, mentre un bruciore le attraversava ogni centimetro della pelle.
«Oh, ma guarda come sei ridotta...» esclamò una voce alle sue spalle. Ania si voltò, puntando gli occhi contro due iridi verdi, illuminate dai raggi del sole. «Mephisto...»
«Un punto a tuo favore, devo ammetterlo. Sei riuscita a scacciare lo yurei» disse Mephisto, carezzandosi il mento.
«Tu sapevi ogni cosa, non è vero? Sapevi che questo villaggio faceva parte del mio passato..». La ragazza strinse l'erba tra le mani, mentre il sangue sgorgava dalle sue ferite. «Sapevi anche che il mio corpo si sarebbe ridotto così?»
Mephisto levò lo sguardo verso il sole. «Avresti dovuto immaginarlo, avresti dovuto conoscere i tuoi limiti. A volte voi mortali siete proprio un caso disperato.» Di nuovo quel sorrisino comparve sul suo viso, facendo accellerare il cuore della ragazza. L'unica cosa che vi riusciva, ormai.
«Stronzo...e pensare che io mi fidavo...» sussurrò Ania, sollevandosi sulle ginocchia. Un gemito le uscì dalle labbra, mentre stringeva con una mano le ferite sul braccio. Sollevò lo sguardo verso Mephisto. «E' finita, allora...» i muscoli le si contrassero, attraversati da un'altra fitta.
«Avresti vinto tu, Ania...» - Mephisto si chinò su di lei, sfiorandole le guance - «Ma a quanto pare il tuo corpo è diventato troppo debole per sostenere la tua vittoria».
Il prato, le abitazioni, i corpi accasciati sui pavimenti ed Aokigahara, scomparvero dalla sua vista. Un braccio le scivolò sull'erba, l'azzurro del cielo apparve sopra di lei. "E' finita..." pensò, posando lo sguardo sugli occhi di Mephisto. Un sorriso le comparve sul volto, ed il buio l'avvolse, di nuovo.

- - - 
Un sentore di rose le arrivò alle narici, i suoi occhi si spalancarono. Ania sussultò, una superficie soffice le solleticava la pelle delle braccia. Si mise a sedere con uno scatto. «Dove sono?» - roteò le mani, e balzò in piedi - «Il mio corpo...». Si sfregò gli occhi, guardandosi attorno. Davanti a lei, si stendeva un tappeto d'erba colmo di cespugli di rose dai petali bianchi. Ania s'incamminò, la bocca spalancata, sfiorando una pianta colma di foglie violacee, che scendevano a grappolo.
«Non capisco, ero al villaggio, avrei dovuto essere morta..» pensò, fermandosi di scatto. A pochi passi più avanti si stagliava un ponte tinto di rosso, e da sotto proveniva lo scroscio dell'acqua.
«A quanto pare il mio amuleto ha funzionato!» esclamò una voce rauca alle sue spalle. Ania si posò una mano sulla bocca, voltandosi. Sazuki era in piedi davanti a lei, sfiorandola con la sua mano rugosa. «Sei stata coraggiosa, Ania!»
La ragazza scosse la testa. «Ho scacciato lo spirito, ma cosa ho ottenuto? Ho dovuto uccidere ancora per accontentarlo...e Mephisto mi ha lasciata morire, anche se avevo vinto la scomessa..»
Sazuki la tirò per la mano. «Non hai nulla da rimproverarti, ora. Piuttosto, sai dove siamo?» le strizzò l'occhio, incamminandosi  verso il pontile.
«Ricordo il mio corpo pieno di ferite...dovrei essere morta...» disse Ania, corrugando la fronte. Sazuki ridacchiò. «Quell'amuleto che hai portato al collo ti ha protetta. Sai, alcuni esorcisti usavano quei sassi purificati, ponendoli accanto ai corpi di defunti, in modo che potessero raggiungere l'altro mondo in pace» l'anziana allargò le braccia davanti a lei. «Qui, nel giardino di Amahara!»
Dopo il pontile, una fila di piante coperte da boccioli rosa si alzava da terra, ed i fili d'erba erano avvolti da una luce azzurrina. «Amahara? Credo di aver letto quel nome su qualche libro che studiavo all'Accademia...» disse Ania, abbassando la testa non appena un uccello dalle piume verdi sfrecciò sopra di lei.
«Questo posto è un limbo, nel quale risiedono le anime che aspettano di reincarnarsi e vivere di nuovo! Andiamo, qualcuno ti sta aspettando!» Sazuki s'inoltrò tra i rami dei ciliegi fioriti.
Un bambino sbucò da dietro uno dei ciliegi, sventolando la mano in aria. «Sazuki!» esclamò, correndo verso di lei. 
«Chi è?» chiese Ania, fissando il ragazzino sorridente.
«Qui è pieno di anime come le nostre, vedi?» disse Sazuki, indicando un gruppo di ragazze in kimono bianco sedute sul prato, intente a raccogliere fiori. Accanto a loro, due ragazzi sguazzavano in un torrente, sollevando spruzzi d'acqua.
«Ania!»
Una voce le arrivò alle orecchie da lontano, Ania s'irriggidì, il cuore prese a batterle all'impazzata. «M-mamma?». 
Una donna correva sul prato, nella sua direzione, sollevando il kimono da terra. Ania spalancò la bocca, correndo verso di lei, e lasciandosi avvolgere dal suo abbraccio. «Ania, figlia mia..» sussurrò la madre, carezzandole la testa.
«Mamma, mi dispiace tanto...». La madre le sollevò il mento, sorridendo. «Sazuki mi ha detto quanto sei stata coraggiosa. Io e tuo padre eravamo accecati dalla paura verso il tuo demone...non sai quanto mi faceva star male. Ti ho sempre vista come una figlia, ma non riuscivo ad uscire dalle mie paure»
«Allora dovremo imparare ad amarci qui» disse Ania, curvando le labbra verso l'alto.
«Andiamo a cercare tuo padre!» esclamò la madre, prendendola per la mano.
La luce giallastra, che inondava il cielo, sparì dietro le chiome degli alberi, e una miriade di puntini luminosi ricoprì il prato, volteggiando nell'aria.
«Lucciole!» esclamò la madre, afferrandone una con il dito. «Quando eri piccola adoravi rincorrerle». 
Ania corse sull'erba, aprì il palmo della mano, e quei puntini si posarono sulla sua pelle, riempiendola di una luce fosforescente.
«Mamma...» - si distese sul prato, corrugando la fronte - «Sazuki ha detto che questo posto è un limbo, dove le anime aspettano di reincarnarsi. Mi chiedo, per quanto ancora possiamo stare qui, insieme?»
«Chi lo sa, chi lo sa...» - la madre volteggiò sull'erba, soffi di vento le scompigliarono  i capelli - «Forse ore, giorni, oppure anni? Il tempo non esiste, per noi». Si sdraiò accanto ad Ania, prendendole la mano. «Per questo dobbiamo fare tesoro di questi momenti, figlia mia. L'eternità non esiste, nemmeno per noi».

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Eccoci alla fine di questa storia, spero vi sia piaciuta e che sia stata piacevole da leggere! Ringrazio chi l'ha seguita\preferita, e chi ha lasciato la sua recensione. Ania mi stava troppo a cuore per abbandonarla al suo destino .__. e così ho aggiunto l'ultimo pezzo, che mi è venuto in mente così, all'improvviso. :) 
Mi è davvero piaciuto scrivere questa storia, cercare i luoghi dove ambientarla, far agire i personaggi...ah, quanto mi mancava! 
Bene, non ho più altro da dire, ditemi se vi è piaciuta\se non vi è piaciuta, e non fatevi problemi nell'inserire le vostre critiche!  
Hallo, hallo!

  
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