Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Emmie90    14/07/2014    0 recensioni
Una bambina con dei rossi capelli, occhioni verdi e il carattere giusto per mandare in crisi un timido e riservato ragazzo di otto anni più grande di lei.
"Il fogliame iniziò a scricchiolare sotto il leggero tocco di un paio di stivaletti rossi di gomma, la loro proprietaria era infatti sgattaiolata in giardino, senza farsene accorgere e, ancora in camicia da notte, puntava decisa verso il grosso albero del giardino."
La storia è ambientata nel mondo di Harry Potter, anche se i due protagonisti sono stati creati prendendo spunto dai personaggi di Doctor Who: Amy Pond per lei, Eleven (e un po' Rory Williams caratterialmente) per lui. Gli sviluppi della trama e i loro caratteri si evolvono poi in maniera differente, ma lo scheletro dei loro personaggi e storie è stato attinto da questa serie tv che amo particolarmente. Una specie di tributo, insomma.
Ringrazio inoltre NadyaTompsett che mi ha concesso di usare il suo personaggio (Steven) per questa storia.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Scusate, scusate, scusate per l'attesa immensa, ma ora ecco qui il nuovo capitolo. E...c'è un nuovo arrivato nella storia: Johnny!
Fatemi sapere cosa ne pensate,
Emy.

10.Cosa può fare un bolide ben lanciato.
 
Erano passati mesi da quella visita di Steven ad Hogsmeade e Amelia continuava a mantenere segreto il suo amore per lui, non poteva rivelarlo per nessun motivo, ne sarebbe andata di mezzo la loro amicizia e non poteva rischiare una cosa simile. Le sarebbe passata, in un modo o nell’altro.
 
Le tre grifondoro erano al campo da quidditch, la rossa sdraiata sugli spalti ad occhi chiusi, godendosi quella mite giornata di inizio aprile. Kate stava cercando di fare una treccia a Jenny, lamentandosi di come fosse impossibile con i suoi capelli così ricci. Erano sedute accanto ad Amelia, che però non sembrava partecipare a quel battibecco sui capelli dell’amica.
A mettere fine a quel discorso furono delle voci maschili, precisamente quelle di Derek e Johnny: due ragazzi dell’ultimo anno, nessuno negava che fossero molto carini, soprattutto Johnny. Kate mollò la sua impresa per dare un colpetto ad Amelia.
“Hei, dormi? Guarda chi c’è?”
Amy si era seriamente appisolata e si rialzò di colpo, tirandosi in piedi:
“si… l’incantesimo d-“
Disse ad alta voce, attirando così l’attenzione dei due ragazzi che si voltarono a guardarla. Lei fece una mezza risata, in difficoltà, non tanto per quanto aveva appena fatto, ma vedendo Johnny salutarla con un cenno della mano e dire qualcosa su come le stessero bene i capelli in quel momento. Si portò una mano ai capelli, sentendoseli chiaramente spettinati per aver dormicchiato sulla pietra, così il suo sguardo pieno di disappunto tornò alle amiche, entrambe impegnate ad osservare i movimenti dei ragazzi nel campo.
“maledizione.”
Commentò lei, sbuffando e tornando a sedersi con espressione indecifrabile. Secondo Kate e Jenny il ragazzo biondo stava cercando di attirare l’attenzione di Amelia da almeno una settimana o due. Ovvero da quando si erano ufficialmente conosciuti, momento che Amelia avrebbe volentieri voluto dimenticare visto che lei aveva inavvertitamente bruciato la colazione di Johnny al tavolo di Grifondoro. Non lo aveva fatto apposta, stava solo cercando di eseguire un incantesimo e il ragazzo aveva avuto la sfortuna di decidere di sedersi proprio di fronte a lei, ottenendo così un bel bacon alla fiamma. Amy si era scusata per un paio di minuti, seriamente dispiaciuta del disastro per poi accorgersi che aveva anche dato fuoco al suo compito di trasfigurazione, che si trovava nei pressi del piatto mentre Johnny cercava disperatamente di finirlo.
Per completare la bellissima scena il ragazzo, dopo un momento di smarrimento, si era passato una mano tra i capelli, guardandola con fare accattivante e commentando:
“Tu faresti proprio andare a fuoco qualsiasi cosa, testolina rossa.”
Amelia ricordava perfettamente di aver spento i bollenti spiriti del ragazzo svuotando il suo bicchiere di succo di zucca su di lui e il suo piatto. Probabilmente era stata una reazione esagerata, ma lei era così: imprevedibile e spontanea.
“Spengo anche in fretta le fiamme, però.”
Commentò la rossa, con una faccetta birbetta e divertita, che per un istante sembrava aver compiaciuto ulteriormente Johnny.
Non che non fosse un bel ragazzo, anzi, Amelia era certa che lo fosse: bel fisico, bella postura, occhi chiari, capelli biondi. Ma non sarebbe stata un’altra della sua collezione, cosa credeva? Che non sapesse cosa si diceva di lui per Hogwarts? Cambiava ragazza spessissimo e non aveva serie intenzioni con nessuna. Non aveva nessuna intenzione di trovare un secondo Jack, qualcuno che puntasse solamente ad averla e poi la facesse piangere senza nemmeno accorgersi di quello che provava.

Si girò alla ricerca delle amiche che però la stavano salutando con la mano qualche metro più in là: ma che razza di situazione era quella? La stavano lasciando lì apposta? Certo, loro non sapevano di Jack e dei motivi per cui Amelia potesse avere timore di ricambiare le attenzione del biondo.
“Nessun regalo per il prossimo Natale a voi due.”
Borbottò la ragazza, posandosi i gomiti sulle ginocchia e dando così sostegno al capo con le mani, mentre guardava verso il campo con aria indignata.
I due ragazzi si stavano allenando, ma era sicura che normalmente non si togliessero la maglietta in mezzo al campo scrollando i capelli al vento. Bhè, perché era quello che stava facendo Johnny in quel momento, lanciando poi un’occhiatina verso gli spalti, assicurandosi che lei stesse guardando. Amelia fece visibilmente una faccia schifata, mentre un colpo di vento le muoveva la gonna mostrando le belle gambe, cosa che fece scaturire un fischio di approvazione dal campo, subito seguito da un grosso colpo e un tonfo sul pavimento.
“Opss”
Amelia si alzò cercando di capire cosa fosse successo: Johnny era a terra che si teneva il braccio piegato con un’angolazione del tutto innaturale mentre Derek cercava di scusarsi.
“scusa ma … dove cavolo stavi guardando! Avresti dovuto pararlo quel bolide, per le mutande di Merlino! Guarda come ti sei ridotto.”
La ragazza si lasciò scappare una risatina alla vista di quella scena, scendendo poi verso il campo, per assicurarsi che la situazione non fosse più grave di quanto sembrava: Madama Chips lo avrebbe sistemato in un batter d’occhi.
I due si zittirono sentendola ridere e osservandola come a cercare una spiegazione per la sua espressione divertita.
“Johnny dove stavi guardando?”
Lo prese in giro lei, accorgendosi che Derek non aveva notato il suo sguardo e il suo verso di apprezzamento di poco prima.
“Perché quel bolide lo avrei fermato persino io.”
Calcò molto su quell’io, sapendo che lui avrebbe capito il perché.
Johnny non sembrava poi così in difficoltà alle parole della ragazza, anche se cercò subito di rialzarsi per non sembrare un deficiente seduto a terra a tenersi il braccio rotto.
“Va tutto bene, niente può abbattermi con così poc- AHHH”
Aveva cercato di riposizionarsi il braccio aiutandosi con quello buono ma i risultati non furono quelli sperati, anzi il braccio sembrava ancora più pendere in maniera spaventosa.
“Fa veramente schifo, dovresti andare in infermeria, credo.”
Commentò la ragazza avvicinandosi e osservandoli entrambi, annuendo. Derek però scosse il capo, togliendosi dall’impiccio.
“Devo andare, sono in punizione con il prof di difesa. E se sa che ho anche spaccato il braccio al mio migliore amico … scusa.”
Guardò Johnny che scrollò le spalle, scaturendo così un’altra ondata di dolore, e lo guardò con espressione fintamente tranquilla.
“La strada la conosco.”
Con una pacca sulla spalla- sana- i due si salutarono mentre Amelia rimaneva a guardare perplessa: uomini, e chi li capiva?
Il biondo stava cercando di chiudere il baule con le varie palle da quidditch, ma l’avere il braccio destro completamente inutilizzabile non rendeva il processo fattibile.
“Oh, piantala di voler fare il grandioso!”
Sbottò Amelia avvicinandosi al baule e aiutandolo a chiuderlo, era forse la prima volta che si trovavano così vicini: Johnny sentiva perfettamente il buon profumo di lei, scorgeva i suoi piccoli orecchini con la iniziale del suo nome e la curva sinuosa della spalla, scese ad osservarla con lo sguardo, mordicchiandosi leggermente un labbro, percorrendo le sue gambe praticamente perfette.
“Avrebbe dovuto colpirti in testa.”
Disse lei voltandosi verso di lui, ma aveva un bel sorriso divertito sul volto.
“Già successo, ma una bella ragazza era lì pronta a soccorrermi, come adesso.”
Replicò lui alzando e abbassando un sopracciglio con fare malizioso, lei ridacchiò: aveva capito che non c’erano speranze con quel tipo, ma a suo modo era simpatico e la faceva ridere.
“Ti accompagno, dai, non arriveresti mai … probabilmente avrei il taglio del tuo braccio sulla coscienza.”
Disse dopo qualche secondo, mentre faceva lievitare il baule fino al suo posto e accennava alla scuola con un cenno del capo.
“Lo so che vorresti urlare dal male.”
Continuò prendendolo in giro, incamminandosi verso l’infermeria con il biondo che si grattava la testa colto in flagrante.
“Preferirei urlare in altri modi con te.”
Commentò lui, con un’espressione completamente maliziosa e osservandola trionfante per la battuta appena fatta.
Amelia invece di guardarlo con aria sconvolta scoppiò a ridere, tanto da doversi tenere la pancia con la mano, mentre salivano le scale.
“Ma … oh Johnny, sei troppo divertente, più del solito, dovresti farti male più spesso.”
Commentò ancora, ridendo, per poi spingerlo dentro l’infermeria, salutando madama Chips.
Avrebbe potuto andarsene ora, tornare nella sala comune e sgridare quelle due pazze delle sue amiche, ma invece rimase lì ad aspettare che l’infermiera avesse finito di visitarlo.
Voleva solo assicurarsi che andasse tutto a posto, in un certo senso era lei, o meglio una parte di lei, che aveva fatto distrarre il ragazzo. Si auto convinceva che la spiegazione fosse quella, ma in realtà aveva trovato il ragazzo piacevole, forse non era così male come pensava: poteva anche essere divertente.
Passarono una ventina di minuti prima che Amy potesse rientrare, facendo scaturire così un sorriso sul volto del ragazzo che non immaginava che lei potesse essere fuori ad aspettare.
“Quanti giorni di vita ti rimangono, quindi?”
Chiese avvicinandosi al letto con una delle sue espressioni buffe e forse leggermente imbarazzate, mentre si sedeva accanto a lui.
“Grazie. Sei stata molto gentile, Amelia.”
Lui la guardò con fare sincero, non era quella la sua solita faccia, aveva qualcosa di diverso, sembrava un vero ringraziamento, forse persino affettuoso, tanto che fece arrossire la ragazza, non pronta a quella frase, detta così sinceramente.
“I-io … bhè, tu mi hai fatta ridere. E poi lo sappiamo che era solo colpa mia.”
Cercò di dire qualcosa di divertente, ma era successo qualcosa da quel grazie, non sapeva nemmeno spiegarsi che cosa. Lui la guardava e si stava avvicinando al suo viso, lo capiva chiaramente, ma lei non fece nulla per tirarsi indietro. Il ragazzo lo prese come un permesso o qualcosa di simile e la baciò, facendosi spazio tra le sue labbra, posandole la mano sul fianco, nel gesto di stringerla a sé. Era così profumata, così deliziosa che quasi non si accorse che quel bacio non era uno dei suoi soliti baci peccaminosi, ma aveva qualcosa di dolce, di delicato.
“Starò qui fino a domani, poi avrò bisogno di qualcuno che mi accompagni al dormitorio, probabilmente.”
Disse lui, sussurrando sulle sue labbra, nel tentativo di chiederle quello che sembrava un appuntamento, ben deciso a vederla ancora e non per un caso fortunato.
Amelia sembrava ancora un po’ insicura, non poteva negare che quel bacio le fosse piaciuto e che … il pensiero di rivederlo dopo tutto ciò non era proprio una cattiva idea.
“Mi stai già mandando via?”
Chiese la ragazza, riassumendo una faccia birichina dopo i piccoli sintomi di inquietudine di pochi istanti prima, guardandolo con aria interessata e scostandosi un ciuffo dal volto. Era solo un bacio e lui non era Jack, era convinta che gli assomigliasse sempre di meno, in un certo senso.
Lui non perse tempo, riavvicinando i loro visi e ribaciandola nuovamente, anche se la sua mano questa volta stava cercando di accarezzarla in maniera più decisa di prima. In quel momento maledisse il non poter muovere l’altro braccio, ma Amy non fece in tempo ad accorgersi di questi suoi pensieri dato che vennero interrotti dall’infermiera che puntò un dito contro la porta dicendole di lasciarlo riposare e non agitarlo in quel modo.  Cosa che provocò sommesse risatine in entrambi.
“Va bene, va bene, non lo agiterò più … per oggi.”
Disse lei, camminando verso la porta e girandosi un attimo prima di uscire con un sorrisetto vispo, facendo un cenno di saluto con la mano.
“Eh si, è da sballo, vero?”
Commentò Johnny con aria allegra quando lei non fu più visibile, voltandosi verso la donna, che in tutta risposta se ne andò borbottando qualcosa sui giovani.
 
 
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Emmie90