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Autore: Maryleescence    14/07/2014    1 recensioni
[Tom Odell]
[Tom Odell][Tom Odell] Lavinia Marika Emberson, è un'avvincente cassiera di ventidue anni che sta per diventare la moglie di James Odell, il fratello di Tom Peter Odell, un famoso cantante britannico. La ragazza, si trasferisce nella lussuosa villa di campagna della famiglia Odell, per accogliere i primi ospiti. Proprio lì, Tom e Lavinia si conoscono per la prima volta e dal loro incontro nascerà un amore travolgente, passionale, ma soprattutto clandestino a un passo dalla cerimonia nuziale, riportando alla mente l'astio presente tra i due fratelli, poiché James era stato l'amante di Jane, l'ex fidanzata di Tom, all'epoca in cui stavano insieme. Ciò porterà alla gelosia sfrenata, ma soprattutto alla pazzia.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 18°: Desiderio di vendetta.
 
James.

 

Il sole era ormai calato e aveva lasciato spazio al cielo oscuro della notte, dove però, la pioggia aveva preso il sopravvento. Guardavo ancora quel firmamento, seduto accanto a quella scrivania su cui era sparsa la cocaina, come se fosse l’unico punto di fuga dalla brutta situazione in cui mi ero cacciato.
“Sporco assassino!” continuava a urlare la mia coscienza dopo aver appena sniffato quella polvere bianca rubata al mio migliore amico. “Non ti vergogni minimamente di quello che fai?!” concluse.
Volevo soffocare quelle atroci sentenze, ma purtroppo continuavano a rimbombare nella mia testa come pensanti macigni. Mi sentivo uno sciocco, uno stupido, ma soprattutto sul bilico di una crisi di nervi.
Mi tirai alcuni schiaffi e poi m’inginocchiai a terra, tenendo le mani tra i capelli, intento a strapparli davvero questa volta. Incominciai a sudare, mentre il mio corpo sembrava congelarsi come i cadaveri di Jane e di Adam. Respiravo forte e il mio cuore batteva sempre più veloce. Alcuni gemiti volevano fuori uscire, ma io soffocai mordendo forte il pugno formato dalla mia mano destra.
Stavo impazzendo.
Sì, non c’era altra soluzione.
Soffrivo interiormente, ma per cosa? Perché avevo ucciso la donna che amavo? Perché avevo ucciso il mio migliore amico? O perché avevo una feroce voglia di uccidere mio fratello, sangue del mio sangue?
Non lo sapevo.
La mia mente sembrava in completa confusione e la cosa peggiore era che non sapevo più cosa era giusto o sbagliato. Ero un assassino, sì, un brutale assassino capace di distruggere qualsiasi cosa.
Mi guardai allo specchio, mentre un velo di disperazione si abbatteva su di me. Quello nello specchio non ero io. No, quello era qualcuno che si era impossessato del mio corpo. Distrussi lo specchio, tirandogli un pugno al suo interno. Il tintinnio del vetro rotto, sembrava tagliare ogni parte del mio corpo mentre cadeva su quel pavimento.
Avevo bisogno di aria.
Uscì dalla mia camera e scesi le scale, raggiungendo il soggiorno per bere un bicchiere d’acqua, per fare sparire il fastidioso bruciore di gola che da qualche minuto si era presentato come qualcosa di altamente minaccioso.
La luce era accesa e, infatti, accanto alla finestra con un bicchiere d’acqua tra le mani, c’era Tom, il quale era intento ad osservare la pioggia abbattersi sul vetro.
L’adrenalina si accese dentro di me e il mio stomaco si contorse. Non capì più nulla. Mi feci trasportare da quelle emozioni contrastanti e intrise di rabbia e rancore, che presero letteralmente il sopravvento.
<< Ciao Tom… >> dissi, non riconoscendo neppure la mia voce.
Era più rauca e affannosa. Incominciai a tremare, avvertendo che le gambe facevano fatica a sostenere il mio corpo. Mio fratello mi guardò confuso: non capiva perché io l’avevo salutato o perché ero lì in piena notte.
<< Stai bene James? Dal tuo aspetto non sembra… >>.
In quel momento, afferrai un coltello ben affilato e incominciai a strisciarlo sui mobili con la mano tremolante. La mia mente, già pensava a quale sarebbe stato il modo più doloroso per farlo morire, per annegare così tutti i miei istinti irrazionali di odio. Il rumore provocato dal coltello per le mie orecchie era musica mentre il sangue che avrei versato sarebbe stato per me qualcosa di altamente prelibato.
<< Non sono mai stato così bene in vita mia… >> risposi.
Detto ciò mi avventai su di lui e cadendo sul pavimento, gli puntai il coltello dritto sul volto. Lui cercò di fermarmi, trattenendomi le mani e ci riuscì, tirandomi in seguito un pugno sulla guancia destra.
<< Che intenzioni hai?! Sei impazzito?! >> disse, ma quella voce mi parve lontana, tanto che non l’ascoltai minimamente.
Cercai di avventarmi nuovamente su di lui, ma Tom si difese con le braccia ed io lo colpi di striscio, provocandogli una ferita su uno dei due arti. Il sangue sgorgava e sentivo fuori uscire dalla sua bocca gemiti di dolore. Si accasciò a terra, mentre ormai anche i suoi vestiti erano intrisi di quel liquido rosso e ferroso.
Ormai non c’era più scampo per il bel cantante.
Stava per diventare un’altra delle mie vittime.

   
 
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