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Autore: Ethasia    15/07/2014    1 recensioni
Da piccola ho sempre detestato il personaggio di Peter Pan. Adesso che sono più grande, il suo mondo, il suo modo di vivere mi hanno affascinata, al punto di desiderare di volare sull'Isola che non c'è. E mi sono domandata... cosa succederebbe se, dopo essersi lasciati a Londra, Wendy e Peter si ritrovassero, cresciuti e cambiati entrambi? Se l'Isola non fosse più il posto che i Darling avevano conosciuto da bambini? Così è nata la mia fanfiction.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bimbi Sperduti, Capitan Uncino, Peter Pan, Wendy Moira Angela Darling
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io lo sapevo. Sapevo di aver ragione a non fidarmi di Noah e delle sue stupide idee. Ma ovviamente se non ne vengo messo completamente a parte, poi mi ritrovo in queste situazioni del cavolo. È così che mi hanno fregato, lui e quell'altro bastardo suo complice.
"Devi andare a cercare della legna" mi ha annunciato Noah tutto allegro. 
"Per cosa?" ho chiesto io. 
Lui e Matthew si sono guardati.
"Accendere il fuoco" hanno risposto in coro.
"Il fuoco in estate?"
"Non fare domande di cui non vuoi sapere la risposta" mi ha consigliato Matt, facendo l'occhiolino.
Ed io da vero idiota non le ho fatte, perché immaginavo che stessero tramando qualcosa che non volevano io vedessi. Tipo appendere Josh a testa in giù dal ramo più alto dell'Albero; sembra che la cosa li diverta molto. 
Ma come ho fatto a non rendermi conto che era questo lo scopo? Un secondo prima di uscire mi sono ritrovato Wendy accanto che mi chiedeva perché ci avessi messo tanto a prepararmi. E adesso siamo nel bosco a raccogliere pezzi di legna che non verranno mai utilizzati per niente di utile. Fortunatamente, lei questo non lo sa. Però vorrei sapere cosa le hanno raccontato per convincerla.
- Giusto per curiosità - mi chiede ad un certo punto, dopo un silenzio orribile che temevo si sarebbe protratto all'infinito, - perché Matthew ha avuto l'improvviso desiderio di costruirsi delle spade di legno?
Ah. Ecco cosa. E adesso? - Arti marziali - rispondo di getto, sparando la prima cosa che mi passa per la mente. - È un appassionato e ce ne sono alcune che usano questo tipo di armi.
- Ah - commenta, alzando le sopracciglia. - E non poteva venirci da solo a cercarsi la legna?
Dannazione. - Be'... No. - Wendy mi guarda con aria interrogativa. Dio, io li ucciderò. - Ehm, io... Cioè, lui, si è slogato una caviglia.
- Come ha fatto? - domanda stupita, raccogliendo un ramoscello mezzo secco.
- Io... gli ho fatto lo sgambetto. È inciampato e si è fatto male.
- Oh - commenta. Vedo spuntarle un sorrisetto furtivo sulle labbra. - Spero non sia niente di grave.
- Oh, non lo è. - Per ora sta benissimo. Aspetta solo che lui e quel simpaticone del suo amico Noah mi capitino tra i piedi. Allora sì che ci sarà da preoccuparsi.
Okay, Peter, calmati un secondo. In fondo, non è la fine del mondo: ti trovi soltanto nel bosco - come se negli ultimi tempi non ne avessi avuto abbastanza - insieme a Wendy. Non è niente di che. Due classiche frasi alla Pan buttate lì e hai risolto la situazione strana ed estremamente imbarazzante, anche se magari lei poi ti staccherà la testa per quello che dirai. Niente di più facile.
Già, non fosse per questo dannato silenzio che sembra risucchiare anche le parole che ho in testa lasciandomela totalmente vuota.
No, no, niente panico, coraggio. Tanto Wendy è già dieci passi davanti a me; probabilmente si è anche già dimenticata della mia presenza.
Il che non fa altro che darmi la possibilità di guardarla industurbato, anziché togliermela dalla testa. Non mi ero mai accorto che avesse dei capelli così lunghi; quasi fino alla vita, in effetti. Meno male: le ragazze coi capelli corti non mi sono mai piaciute. E poi hanno quel colore così particolare: non sono esattamente castani, è un castano scuro con una miriade di riflessi rossicci, che si fanno più forti quando intrappolano la luce del sole. E non ho mai visto delle gambe così dritte, quasi troppo perfette per esistere davvero. E la linea della schiena leggermente concava, con un portamento così eretto e fiero...
D'un tratto Wendy si volta, cogliendomi nell'esatto frangente in cui i miei occhi hanno cominciato a spalancarsi per la meraviglia. - Tutto bene? - domanda, nervosa e vagamente ironica.
Sbatto le palpebre, come un perfetto cretino. - Sì - rispondo velocemente, abbozzando un sorriso. - E tu?
Wendy distoglie lo sguardo. - Benissimo - risponde, riprendendo a camminare. 
Mh. Qualcosa non quadra. Ma forse dovrei solo farmi i fatti miei.
- Sei sicura? - domando invece, incapace di dare reta alla parte razionale e saggia del mio cervello, praticamente correndo per affiancarla. - Perché in effetti è un po' che mi sembri... silenziosa. - Stavo per dire strana, ma non avrebbe avuto alcun senso: lo è sempre. E siccome lei stessa pensa di esserlo, sarebbe stata la prima a rinfacciarmelo.
Soppesa un altro ramo, pensierosa. - Be'... Diciamo che è un periodo di riflessione.
Il cuore mi perde un battito. Stupido allarmista. - Su cosa?
- Sui cambiamenti - spiega, sempre senza guardarmi. - Sai, cambiamento d'opinione, di pensiero, di comportamento, di... emozioni - conclude, esitando per un attimo.
Mantieni un tono di voce normale, Peter, stai calmo, non agitarti. - E le conclusioni quali sono? - chiedo, studiando l'ennesimo pezzo di legno.
- Che se prima ero sempre convinta di quello che dicevo e facevo, di come mi comportavo con gli altri, di essere sempre nel giusto facendo e pensando determinate cose... - Sospira. - Adesso non lo sono più così tanto. È come se mi fossi stufata di seguire sempre e solo il mio istinto, perché pare che fin'ora abbia voluto mandarmi soltanto nel verso sbagliato. Ma senza quello sono persa.
Non. Agitarti. - Be', non esiste solo l'istinto. Puoi ascoltare anche quello che ti dicono la testa e... il cuore. - Deglustisco.
Lei accenna un sorrisino. Ormai ci siamo fermati. - Pare che, nella maggior parte dei casi, anche il cuore si sbagli. E di grosso.
- Ma non sempre - mormoro, abbassando gli occhi. È quasi come se il battito impazzito del mio cuore mi impedisse di sentire la mente che urla di stare zitto, di non farlo. Ma parlo. - Senti, Wen, c'è qualcosa che io... dovrei dirti già da un po'...
Un fruscio, un movimento tra le foglie. Ci voltiamo di scatto. Il suono di qualche passo, e dai cespugli compare Snoki, affannato e visibilmente scocciato.
- Snoki - lo saluta Wendy, trasalendo. - Qualche problema?
- Ma no - risponde lui, pesantemente sarcastico. - A parte il fatto che è soltanto più di un'ora che ti cerco, Peter.
E non potevi aspettare altri dieci minuti? Che tu sia maledetto. - Cos'è successo? - domando.
Wendy alza le sopracciglia, sentendo il mio tono brusco.
E nemmeno Snoki ne sembra troppo entusiasta. - Le Sirene - spiega, torvo. - A quanto pare, c'è un gruppo di Tritoni che sembra ben intenzionato a non lasciarle in pace.
Ma che diavolo... - Non può occuparsene Marlowe? - chiedo esasperato.
- Lo conosci, il Re. Il vecchio non vuole alzarsi dal suo dannato trono subacqueo nemmeno per andare a tavola; gli portano il cibo in vassoi che tiene sulle ginocchia.
Lo sguardo di Snoki è inequivocabile. E anche quello di Wendy, che sembra chiedermi con gli occhi perché la stia facendo tanto lunga.
Dannazione. - E va bene - sbotto, trattenendomi dal digrignare i denti, - ci andrò. Wendy, fammi il sacrosanto favore: raccogli alla svelta il ramo più grosso che riesci a trovare nelle vicinanze, torna a casa subito e usalo per picchiare Noah e Matthew.
- Nessun problema - risponde lei, ironica. - Ho sempre sognato di picchiare Matthew.
- Già, è liberatorio. Ma sul serio, torna a casa.
- Sì, sì, va bene - sbuffa. - Te lo giuro - aggiunge esasperata, vedendo la mia espressione.
- Così va meglio. Ci vediamo dopo.
Dio. Mio. Che. Odio. Spero vivamente di trovarmi costretto a dover picchiare qualche Tritone, perché penso che mi metterò ad urlare se non mi sfogo in qualche altro modo.





tadadadan, questo è uno dei capitoli che mi piace di più, forse anche perché l'ho riscritto millemila volte e alla fine era da tempo che lo avevo pronto :3 e sto aggiornando alla velocità della luce, questa è una sorpresa per tutti! ma non è nemmeno l'unica, perché... ho trovato il mio Noah!



sì, è una foto sola perché non ne ho trovate altre, e nemmeno so chi sia questa persona :S però è lui, I feel it in my bones! è il Noah della mia immaginazione, anche con quella nappa un po' ingombrante *-* do u like him? ce lo vedete? 
per la cronaca, mi sto sfiancando totalmente per cercare Wendy e Matthew... vi assicuro che per Wendy è uno smatto continuo, non riesco proprio a trovare una tizia qualsiasi che soddisfi la mia fantasia troppo esigente... e anche Matthew è arduo: anche quando credo di averlo trovato, ad una seconda occhiata mi rendo conto che non ci siamo, gli manca sempre qualcosa. perciò... sigh, portiamo pazienza. prima o poi (spero) arriveranno.
  
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