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Autore: Monijoy1990    15/07/2014    1 recensioni
Mary è una ragazza di 22 anni. A seguito della scomparsa prematura di sua madre si ritrova a gestire le continue assenze di suo padre dilaniato dal dolore, oltre che fare i conti con le nuove responsabilità.
La sua unica ancora di salvezza è Andrea, suo fratello minore.
La sua vita, ormai giunta a un punto morto, cambia inesorabilmente con la partenza di suo fratello per il Giappone. Un insolito scambio, catapulterà un giovane e aitante ragazzo orientale in casa sua, sconvolgendo la sua vita ormai ordinaria.
Riuscirà Mary a gestire quest’altro uragano nella sua vita? E quell’insolito e misterioso ragazzo, quali segreti avrà in serbo per lei?
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Hyunjoong
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Scusate il ritardo, ma gli esami mi hanno tenuta bloccata. Ecco per voi il capitolo 12. Spero sarà di vostro gradimento. Al prossimo capitolo. Lasciate pure i vostri commenti. Grazie per il sostegno e per la paziente attesa. 

CAPITOLO 12
 
DICEMBRE: UN NUOVO INIZIO O
 LA FINE DI TUTTO?








GIAPPOME
 
 
Passati rapidi Ottobre e Novembre, era arrivato il freddo Dicembre a tingere di atmosfera natalizia e gioiosa l’isola giapponese e la penisola italica. Molte cose erano cambiate dopo quei due mesi, sia in Italia che in Giappone.
Yori e Rio, dopo le prime incomprensioni,  facevano coppia fissa. Anche tra mille battibecchi, avevano trovato come stare bene insieme e riempire le loro vite.  Akiko finalmente ebbe il suo primo appuntamento con JJ, durante il quale si scambiarono il loro primo “Ti amo”. Erano al luna-park sulla ruota panoramica e la scena fu davvero molto romantica, quasi da film hollywoodiano. JJ aveva abbandonato la sua capigliatura rossastra, tornando bruno e cedendo a un look molto più sobrio anche nell’abbigliamento. Non aveva più bisogno di comprarsi abiti colorati per essere felice. Adesso aveva la sua Akiko e questo gli bastava.
Andrea e Daisuke avevano trovato il coraggio di rivelare la loro relazione agli altri membri della band, compreso il signor Marini. La notizia rese tutti molto felici. Vedere anche Daisuke appagato dopo tanto tempo li rallegrò.
 
 JJ e Yori fecero il loro debutto due settimane dopo la notizia. 
Fu un successone. La loro canzone venne trasmessa molto alla radio, classificandosi seconda nella top-ten giapponese per ben tre settimane consecutive.
Il video di Daisuke, come aveva preventivato Hiro,  accolse il favore delle fans. Mizy, dopo aver partecipato a un paio di live, fece ritorno in Corea, promettendo che si sarebbe fatta viva un giorno per controllare che Daisuke non avesse cambiato idea.
http://www.youtube.com/watch?v=13uFClq2HLo
Andrea non provava più alcuna gelosia per quella ragazza. Aveva l’amore di Daisuke a tranquillizzarlo. Le finte moine di quella gattamorta, non lo toccavano minimamente Sapeva che dopo ogni videoclip o esibizione Daisuke sarebbe tornato ad essere solo suo.
 
Spesso tutti e sette i ragazzi si riunivano, come ai vecchi tempi, a casa di Rio. Anche Hiro era tornato a far parte del gruppo. L’unica a mancare, insieme ad Eichi era Misako. Il nuovo film che stava girano in America la stava tenendo lontana, suo malgrado, dai quegli amici che finalmente era riuscita a ravvicinare. Il suo ritorno in Giappone era fissato per fine Dicembre. I rancori e i malumori nel gruppo erano stati messi da parte gradualmente. I continui impegni e la costante collaborazione, unita alla volontà di lavorare insieme per coprire l’assenza di Eichi, aveva avuto un effetto decisamente medicamento sul loro rapporto deteriorato.
 
Dopo due mesi di attesa era giunto anche per Rio, il  momento di registrare il suo MV.
Di buon’ora aveva raggiunto il set, scortato da JJ, Yori e Andrea. Il Signor Marini a causa della sua terapia non poteva essere presente come in passato e demandava al giovane e non più inesperto assistente molti compiti. Purtroppo il cancro al pancreas era rimasto un segreto tra lui e il nuovo aiutante. Ancora nessuno del gruppo era stato informato e per Andrea il peso di quella omissione diventava ogni giorno sempre più opprimente, il ché andava di pari passo con il progredire della malattia.  Per il momento aveva deciso di continuare a vivere dal signor Marini, seppure Daisuke gli avesse proposto di trasferirsi da lui. Voleva tenere sotto controllo la condizione clinica della sfinito manager. Finalmente Andrea aveva capito che scappare non serviva a cancellare le ferite e a migliorare le cose. Seppure fosse consapevole di questo, continuava a comportarsi da ipocrita, facendo pressioni su Roberto perché confessasse la verità agli altri del gruppo, quando lui per primo non era riuscito ad essere onesto con chi amava di più al mondo. Nonostante la buona volontà, non aveva trovato ancora il coraggio di confessare la sua omosessualità a Mary e a Luigi. Gradualmente la convinzione, che al momento giusto lo avrebbe fatto, emerse forse come vano sostegno a quell'atto di sfrontata ipocrisia. Era stanco di mentire. Doveva ammetterlo, sentiva di essere cambiato davvero molto in quei pochi mesi. L’Andrea del passato avrebbe lasciato che altri si occupassero dei suoi problemi e dei suoi dubbi. La figura di sua sorella era sempre stata un porto sicuro dove attraccare quando il mare in tormenta della sua vita lo faceva sentire solo e disperso. Essere questo tipo di persona per gli altri non gli avrebbe mai nemmeno vagamente sfiorato il pensiero. Adesso invece che era stato costretto a esserlo per il signor Marini, per Daisuke e per gli altri del gruppo, doveva ammettere che sentirsi indispensabile e utile non era poi tanto male. Con lo sguardo seguì la sagoma alta e slanciata di Rio allontanasi verso i camerini. Dopo poco il lavoro dei truccatori e dei costumisti fu completato . I tre amici in silenzio osservarono Rio uscire dalla vasta e ben fornita costumeria per prendere posto sul set.
 

Dopo il suo terzo cambio d’abito, i folti capelli neri, erano stati sistemati in modo ordinato, incorniciando quegli occhi sottili, freddi e profondi, sicuri e intransigenti che mettevano in molti a disagio con la loro disarmante sicurezza. Sofisticato come sempre, per lui era stato scelto un completo nero con camicia bianca. Yori, lo guardava prendere posto tra le modelle fameliche che subito lo accerchiarono mostrando giulive la loro vasta mercanzia. Rio le evitava ignorandole il più possibile ma non era facile come si potrebbe pensare.  
La sua fama di rubacuori lo precedeva e nessuna delle dieci modelle sembrava prenderlo troppo sul serio. Yori aveva gli occhi rossi dalla rabbia e per sfogare quell'aggressività repressa prese a  mordersi le unghie.
JJ e Andrea la osservavano a tratti divertiti e a tratti a preoccupati. Yori era un tipetto abbastanza irascibile ed era evidente che la sua pazienza stava superando quel limite che dallo scherzo porta al  litigio. Ormai quei due non facevano che litigare per ogni genere di sciocchezza. JJ e Andrea si scambiarono degli sguardi d’intesa. Sicuramente Yori non  gliel'avrebbe lasciata passare liscia neanche questa volta.
Rio dal canto suo era felice di vederla agitarsi in quel modo. La gelosia era indice di interesse. Alla fine anche se ancora non lo aveva ammesso si era innamorata di lui, Rio ne era sicuro.
https://www.youtube.com/watch?v=s5UL_xEihls
Finalmente dopo tre ore interminabili il regista giudicò concluso il loro lavoro. Rio tornò in costumeria. Yori lo guardò attentamente allontanarsi tra gli occhiate fameliche delle modelle.
«scusate, ma io non le reggo più. Adesso vado e le faccio fuori una ad una…» sbottò seccata  avviandosi con aria minacciosa verso le modelle intente a ridacchiare come delle oche giulive. Avevano tutte lo sguardo fisso su Rio, come se gli stessero facendo una radiografia.
«ehi, dove credi di andare?» la blocco JJ.
«guarda che stavo scherzando, non le ucciderei mai, anche se…»
«non ci pensare nemmeno Yori! Oggi non dobbiamo creare disordini, soprattutto perché il signor Marini non me lo perdonerebbe mai…» la interruppe Andrea con un'occhiata severa.
«uffa, due contro una non vale…» Yori incrociò le braccia al petto, con un broncio da bambina indispettita che fece scoppiare dalle risate sia JJ che Andrea. Finalmente, nonostante le più megative aspettative, l'atmosfera si era alleggerita.  
 
Rio era nel suo camerino che si rivestiva. Aveva appena indossato i pantaloni e si stava abbottonando la camicia con le sue dita lunghe e sottili, quando qualcuno bussò alla sua porta.
“questa deve essere Yori…”
«si, entra pure» fece accomodare l'ospite, mentre continuava a rivestirsi.
Quando sentì la porta chiudersi alle sue spalle si girò verso di essa convinto di trovarci Yori e invece…
«tu chi diavolo sei?» le domandò stupito. Una ragazza alta con dei lunghi capelli corvini tenuti stretti in una codina alta lo guardava bramosa e desiderosa, con la stessa acquolina di un gatto che ha appena catturato la sua preda. Con atteggiamenti felini si mosse verso di lui ondeggiando per mettere in evidenza le sue morbide curve.
«come? non ti ricordi di me? Eppure pensavo che quella notte fosse stata indimenticabile per entrambi!» puntualizzò la ragazza ormai a pochissimi centimetri dal naso di  Rio.
Lentamente il cantante si rammentò dove aveva visto quel viso e quel corpo scolpito. Tempo prima di conoscere Yori, si era portato a letto quella modella. Ma come sempre il giorno dopo aveva rimosso tutto, come un brutto incubo. Che assurdità che fosse ricomparsa proprio adesso partecipando al suo videoclip.
«cosa vuoi da me?» le domandò indifferente mentre in fretta tornò a richiudersi la camicia. La ragazza si gettò su di lui abbracciandolo, Rio l’allontanò di scatto.
«cosa pensi di fare?»
«quella sera non facesti tante storie…»
«quella sera era diverso, non ero l’uomo che sono ora. Se non ti dispiace, gradirei che uscissi dal mio camerino. Non sono in vena di giochetti…»
«come vuoi, ma prima voglio dirti una cosa…» la giovane si avvicinò a lui ancora una volta. Dolcemente sussurrandogli all'orecchio.
«…credi davvero di essere un uomo diverso? Voi uomini in fondo siete tutti uguali. Volete tutti la stessa cosa. Dì la verità, quella ragazzina, non si è ancora concessa a te, dico bene?»
Rio rimase immobilizzato. Come aveva fatto a capire tutto?
«questi non sono affari che ti riguardano» precisò allontanandola. La stessa  non gli lasciò il tempo di aggiungere altro. Erano troppo vicini e la tentazione troppo forte. Si avvicinò a Rio e con un movimento imprevisto gli bloccò il viso baciandolo con avidità.
 
«Yori, dove stai andando? lo sai che non possiamo entrare nei camerini. Andrea ci ammazzerà quando lo scoprirà» JJ seguiva disperato Yori per i corridoii.
«figurati! Ne avrà ancora per molto con quel regista e poi mi annoiavo a stare lì senza far nulla …»
Finalmente erano arrivati. Yori senza bussare spalancò la porta.
«ehi tu! Ti sembra normale farmi asp…» la frase gli mori in gola. Quello che vide la immobilizzò seduta stante, mozzandole quel poco di fiato che ancora aveva nei polmoni. JJ trascinato da quella corsa disperata si catapultò anche lui all'interno del camerino. 
«ehi, che succede?» chiese notando l’espressione sotto shock di Yori, poi seguendo la direzione di quello sguardo sconvolto, rintracciò il motivo  di quell''improvviso ammutolimento. 
Rio si staccò rapido quella sanguisuga travestita da modella. Aveva la camicia mezza sbottonata e le labbra sporche del suo rossetto rosso. Non poteva crederci. Rimase fermo anche lui con gli occhi e la bocca spalancata.
«non è come credi…» provò a spiegare, rivolgendosi a Yori.
«ah, si? E come sarebbe? » la modella uscì rapida passando davanti a Yori con sguardo vittorioso.
«è stata lei a baciarmi…» provò a giustificarsi
«e tu sei rimasto fermo come un cretino non è vero?»
«ehi, guarda che è la verità!» continuò furioso Rio.
«che strano eppure non mi sembri poi tanto dispiaciuto…»
«perché dovrei dispiacermi per qualcosa che non ho fatto?»
«Giusto! Dimenticavo,  il grande Rio non chiede mai scusa. Vado via tanto qui mi sembra di essere di troppo!» concluse uscendo di corsa dal camerino. Rio fece per seguirla ma fu bloccato da JJ.
«è la verità?» gli chiese serio.
«certo che lo è!»
«forse è meglio se provo a parlarci io. Al momento non mi sembra molto disposta ad ascoltarti».
«Qui il suo ragazzo sono io e non mi interessa se è disposta o meno ad ascoltarmi, io devo parlarle. Ora togliti di mezzo JJ, questi non sono affari che ti riguardano.» il più giovane si spostò lasciandolo passare. Rio era davvero fuori di sé.
Yori aveva raggiunto la sua macchina. Vi salì rapida, mise la cintura e inserì le chiavi, era pronta a partire quanto lo sportello dal lato passeggero fu spalancato all’improvviso. Rio entrò prepotentemente, senza chiederle il permesso.
«ti ho detto che non voglio più parlarne…»
«non mi interessa quello che vuoi o non vuoi… tu devi ascoltarmi… non puoi scappare e lasciarmi così»
«bene, se vuoi parlare parla pure…» lo invitò irritata Yori staccando le chiavi e incrociando le braccia.
«quando fai così ti comporti proprio come una bambina. La tua gelosia è davvero priva di senso. Sai benissimo che il mio lavoro mi obbliga ad avere a che fare con persone che pensano di poter fare sempre quello che vogliono…»
«il tuo lavoro? Il tuo lavoro non ti obbliga mica a baciare le ragazze in camerino!»obbiettò infuriata come non mai.
«ancora con questa storia? Ti ho già detto che non sono stato io a baciarla. Perché pensi che la ragione debba essere sempre e solo dalla tua parte? Sei proprio ottusa! Ti ho già detto che non è come pensi!»
«sarei io ora quella ottusa? Ma guardati, non sei capace neanche di dire un semplice “mi dispiace”»
«se te lo dicessi cambierebbe qualcosa? Tu non mi vuoi credere! È questa la verità! non vuoi fidarti delle mie parole. A che serve continuare così! Che tu lo voglia o meno questo è il mio lavoro. Avrò spesso a che fare con modelle e con fuori onda come quello e tu non puoi reagire in questo modo ogni volta »
«tutto si risolverebbe se rendessimo pubblica la nostra storia…»
«ma sei impazzita? Si scatenerebbe l’inferno. Tu non ne hai la minima idea!»
«perché dovrebbe essere un cosa così grave se due persone stanno insieme?»
«lo sai che io non sono una persona come le altre e neanche tu ormai.»
“Povera sciocca, non capisce che si farebbe carico dell’odio di tutte le ragazze fanatiche del mio fan club? Le tirerebbero addosso fango su fango. Perché deve essere sempre così ingenua? È solo all’inizio della sua carriera e già vuole comprometterla in questo modo!”
Yori aveva uno sguardo sostenuto e sicuro di sé.
«Questo non significa che puoi fare quello che vuoi! Te l’ho già detto una volta, non sono una di quelle ragazze che puoi prendere e buttare via quando ti pare e piace. Se davvero pensi che questa situazione non possa cambiare allo finiamola qui…»
“Non posso averlo detto sul serio!” Yori si pentì,  nell'istante stesso in cui quelle parole uscirono dalla sua bocca. Non voleva che Rio la lasciasse. Lei lo amava e sapeva che aveva ragione e in fondo al cuore voleva credergli. A parlare era stato il suo orgoglio ferito.
«come vuoi, visto che sei tu a lasciarmi non potrai dire che sono stato io a buttarti via…»
Rio uscì sbattendo lo sportello dell’auto. Fuori aveva iniziato a piovigginare.  
“Forse è meglio così. Meglio stare distanti. Non voglio vederla soffrire. A causa della nostra storia in molti la chiamerebbero approfittatrice buttandole solo fango su fango e non voglio nemmeno immaginare cos'altro le urlerebbero contro. Direbbero che è arrivata dov'è solo per merito mio e io non voglio che accada. Ha davvero troppo talento e non posso permetterle di sprecarlo in questo modo. La proteggerò, proprio come mi ha chiesto il direttore, anche se questo vorrà dire allontanarla. Anche se lei non capirà, è la soluzione migliore… per lei…”
Yori lo vide allontanarsi sotto la leggera foschia invernale.  La pioggia come un velo avvolgeva la sagoma ormai lontana di Rio.
La ragazza da i lunghi capelli castani era ancora nella sua macchina.
“Lo odio! Dice che sono l’unica eppure lascia che tra noi finisca in questo modo!”.
JJ la raggiunse dopo pochi minuti. Aveva atteso pazientemente che la loro discussione finisse. A seguito dello scontro avuto con Rio pochi minuti prima, aveva preso la saggia decisione di mantenere le distanze.  Ultimamente quei due si azzuffavano per ogni minima sciocchezza e tutto per la superficialità di Rio e l’eccessiva irritabilità di Yori. Aprì lo sportello ed entrò.
La ragazza seduta davanti al volante stava piangendo silenziosamente con lo sguardo fisso e vitreo sulla strada davanti a sè, appena notò l’amico al suo fianco,  si asciugò rapida con i palmi delle mani le lacrime.
«Yori va tutto bene?» improvvisò.
«Secondo te? Certo che non va bene! Quello stupido non capisce nulla di ragazze eppure dice di volerne una. Gli avevo detto che tra noi sarebbe stata difficile eppure ha voluto continuare. È solo un bugiardo e un codardo!»
«perché dici così?»
«Abbiamo appena rotto e solo per colpa sua. Che me ne faccio di un ragazzo insensibile, arrogante e presuntuoso come lui? Non è capace di dire nemmeno un semplice “mi dispiace”!
Starò meglio adesso senza averlo qui a crearmi preoccupazioni inutili. Lo dimenticherò puoi starne certo.»
«Yori, perché non ci ripensi? Sono andato a cercare quella modella e le ho chiesto se era stata lei a baciarlo o meno..» Yori tornò a fissarlo colta di sorpresa. I suoi occhi aspettavano impazienti una risposta che nel profondo già conoscevano.
«Rio ti ha detto la verità a quanto pare. Forse dovresti scusarti con lui.»
Ed eccola qui, la verità che il suo orgoglio malato non le aveva permesso di accettare.
«scusarmi? Stai scherzando? Anche se è stata quella modella a baciarlo, non cambia il fatto che lui, per tutto questo tempo, non ha fatto altro che mettermi da parte come se non contassi nulla. Non capisce che il mio unico desiderio è quello di poter essere libera di dire in giro che sono la sua ragazza? In questo modo si eviterebbero tutti questi continui fraintendimenti.. e invece per lui non se ne parla proprio. Non devo essere importante tanto quanto la sua carriera.  Probabilmente non sono la ragazza giusta per lui. Alla fine non è disposto ad accettare qualche stupida critica giornalistica per me…»
JJ iniziava a capirci finalmente qualcosa. Ironicamente poteva comprendere Rio più di quanto fosse mai accaduto in passato e non poteva biasimarlo per come aveva reagito. Quasi certamente nella sua stessa posizione avrebbe fatto altrettanto. Per una volta era dalla sua parte.
«Yori, ricordi cosa dicesti ad Akiko?»
«ad Akiko?»
«si, la prima volta che vi incontraste. Le dicesti di comprendermi, perché se avevo reagito in quel modo era stato solo per difenderla. Non credi possa essere la stessa cosa per Rio?»
«non è certo la stessa cosa! Io non ho paura di quello che potrebbero dire i giornali. Non mi importa…»
«Pensi che, in quel momento, gliene importasse qualcosa anche ad Akiko? Eppure io mi sono preoccupato ugualmente per lei. Forse Rio vuole solo difenderti. Non sai quante fan fanatiche ci sono in giro. Credo abbia provato la stessa paura che ho avuto io quel giorno. Ero spaventato che qualcuno di molto importante per me soffrire per colpa della mia imprudenza. Sono convinto che ci tenga a te più di quanto credi.»
“e se JJ avesse ragione? Avrò davvero esagerato?”
Yori lo guardava perplessa. In cuor suo aveva davvero paura di aver sbagliato, ma il suo orgoglio , ancora una volta, non le permetteva di ammettere l’errore e tornare indietro su i suoi passi.
Dopo pochi minuti furono raggiunti da Andrea. I tre in silenzio si allontanarono dallo studio.
 
 
 
 
 
ITALIA
 
 
Mary era con Eichi, giù in cantina mentre cercava di far mente locale della situazione. Era l'8 Dicembre e come da tradizione in casa Carducci si preparava l’albero di Natale.
«Allora vediamo un po’, le palline ci sono, l’albero pure, i fiocchi anche. Direi che siamo apposto, carichiamoci di buona volontà e portiamo su tutti questi scatoloni» spronò Eichi, entusiasta come non mai. Quello sentva che sarebbe stato un Natale molto speciale per tutti. Come se sancisse una rinascita interiore per tutti e tre.
Lui l’aiutò e alla fine portarono tutti quei scatoloni in casa.
Erano nel salotto, vicino il divano del loro primo incontro.
Luigi sarebbe arrivato a momenti era uscito a fare un po’ di spesa, ma aveva promesso che sarebbe tornato per tempo. Voleva assolutamente preparare l’albero quell'anno.
Dall'arrivo di Eichi molte cose erano cambiate, o più semplicemente tutti in quella casa, avevano riconquistato parte di quello che erano in passato. 
Luigi era molto più presente e il fatto che volesse partecipare alla preparazione dell’albero era una testimonianza più che lampante del suo repentino cambiamento. I ricordi dolorosi e i rimpianti erano spariti, e al loro posto adesso era rimasto l’amore.
Quell’amore che aiuta a comprendere e sà perdonare.
Allo stesso tempo Mary e Eichi continuavano a portare avanti la loro storia segreta amandosi ogni giorno con  sempre maggiore intensità.  Entrambi avevano, finalmente ripreso il controllo sulle loro vite: Eichi ricominciando a comporre con convinzione e Mary riconquistando la fiducia in se stessa e nelle sue capacità artistiche.
Eichi spesso suonava per lei facendole compagnia mentre dipingeva a Villa Rosa. Il problema alle tubazioni era stato risolto e per Mary fu possibile farci ritorno senza alcun problema. In moto, ogni pomeriggio o quasi, i due ragazzi tornavano in quel posto in cui si erano scambiati il loro primo bacio.  Mary aveva deciso di realizzare lì il suo quadro per la mostra. In quel posto poteva avvertire la presenza di sua madre e il suo ricordo la incoraggiava e motivava. Inoltre Eichi, con il suo amore e la sua musica, sapeva infondergli quell'incoraggiamento indispensabile per ripartire.  
 Anche se il giovane cantante aveva insistito per poter osservare in anteprima il suo dipinto Mary era stata categorica: lo avrebbe visionato solo ad opera conclusa. Era davvero molto curioso. Gli gli aveva assicurato che ci avrebbe messo tutta la sua anima. Doveva essere molto speciale, lo poteva intuire dalla  concentrazione e dall'attenzione con cui muoveva il pennello intriso di colore su quell'enorme tela. Eichi iniziava ad abituarsi agli odori intensi e all'atmosfera rilassata di quei momenti. Vedere Mary dipingere era così bello che alle volte interrompeva di suonare per contemplarla in ammirazione. Era evidente che amasse dipingere più di ogni altra cosa e lui era felice che avesse ripreso a farlo. 
 
Subito dopo la fine dell’estate Mary aveva ricominciato a frequentare le lezioni, perciò Eichi rimaneva spesso solo a casa. Qualche volta usciva e faceva un giro nel quartiere. Rifletteva e prendeva appunti. Stava ancora lavorando al testo della canzone che aveva composto per Mary. Come lei, anche lui stava mettendo tutto se stesso in quel brano musicale.
Nonostante il tempo stringesse, Mary non aveva ancora preso una decisione.  Partire con lui o dovergli dire addio per sempre.
 
Il campanello suonò un paio di volte. Era Luigi.
I tre iniziarono ad addobbare l’albero. Fuori la neve cambiava il paesaggio rivestendolo di un manto soffice e immacolato. Non sembrava esserci anima viva in giro. Il freddo era pungente e la natura in letargo accompagnava silenziosa l’inverno rigido di quell'anno.
 
 
 
 
GIAPPONE
 
 
Yori era a casa dei suoi nonni per il weekend. Da quando era iniziata la sua formazione presso la Kings Record era stata sempre molto impegnata. Finalmente dopo tre mesi di duro lavoro, il signor Ostuki le aveva concesso un giorno libero e così era tornata a casa dai suoi nonni. Doveva aver intuito che qualcosa non andava. Il suo pessimo umore aveva iniziato a influire negativamente anche sul suo rendimento, e a breve avrebbe lanciato sul mercato musicale il nuovo album da solista. Non potevano rischiare un fallimento.
Era passata una settimana da quando aveva rotto con Rio. Da quel giorno entrambi avevano fatto di tutto per non incontrarsi. JJ aveva incominciato a fare da sponda tra i due, senza alcun risultato. Si erano rivelati entrambi testardi e orgogliosi. Nessuno dei due era disposto a fare il primo passo.
 Yori era nella sua vecchia stanza, la stessa che aveva dovuto abbandonare, a  malincuore, per realizzare il suo sogno. La pioggia inondava i vetri impedendole di avere una visione chiara e nitida della gente che si muoveva per la strada. Era pomeriggio inoltrato e sotto i loro ombrelli la gente si muoveva di ritorno dalle scuole o dal lavoro. Davanti ai suoi occhi quelle sagome indistinte si spostavano come tante macchie colorate.  Dopo un primo periodo difficile era riuscita ad ottenere quello che voleva,  eppure questo non l'aveva resa felice come si aspettava. C’era qualcosa che le mancava incredibilmente.
https://www.youtube.com/watch?v=wXwAUvEqLUs
Era ritornata ad essere sola. Le mancava Rio con il suo pessimo carattere, il suo sguardo fiero e pomposo, la sua aria arrogante. Ironicamente le mancavano  anche i loro continui litigi. Ma più di tutto le mancava la sensazione di quelle esili braccia intorno al suo corpo. La sensazione dei suoi baci era ancora impressa come un marchio a fuoco sulle sue labbra. Le mancava non potersi prendere più cura di lui. Era così tremendamente curiosa di sapere se stava bene e se mangiava abbastanza. Non poteva evitare di preoccuparsi. Aveva promesso a se stessa che sarebbe stata bene anche senza di lui, ma dopo una settimana non era riuscita a trasformare quella bugia in realtà.
 Vedere in televisione il nuovo video di Rio le faceva sempre uno strano effetto. Ricordava il giorno del loro ultimo litigio e non riusciva ancora a perdonare  a se stessa il suo temperamento impulsivo. Forse non tutto era perso, forse poteva ancora scusarsi con lui. Eppure qualcosa le impediva di farlo.
Qualcuno bussò alla sua porta, Yori si girò verso di essa. Sapeva già chi era venuto a trovarla.
«entra pure JJ»
Il ragazzo fece il suo ingresso.
«ciao Yori.» esordì chiudendo delicatamente la porta.
«se sei venuto per convincermi ancora una volta a chiedere ammenda a quel pomposo pallone gonfiato, allora ci tengo a ricordarti che stai perdendo solo il tuo tempo…» lo riprese voltandogli ennesimamente le spalle e tornando a perdersi nel paesaggio sfumato e privo di sostanza di quella triste finestra.
«in realtà non sono venuto per questo» la rassicurò il ragazzo con le orecchie a sventola e quei capelli neri come l’inchiostro. Yori si voltò sorpresa.
“se non è venuto per questo… allora per cosai? Non sarà successo qualcosa a Rio?”
«cosa è successo?» chiese preoccupata.
«il direttor Ostuki ha provato a contattarti ma non ci è riuscito, inizialmente aveva chiesto a Rio ma lui ha demandato questo compito a me»
“che schifoso vigliacco… adesso non ha nemmeno il coraggio di farsi vedere?”
«mi dispiace, ho spento il telefono, volevo staccare  per due giorni la spina, ma a quanto pare non mi è possibile. Beh, se hai qualcosa da dirmi fa pure» lo invitò prendendo posto sul suo letto.
«dice che lunedì inizierai le riprese del tuo singolo…»
«come lunedì? Non era programmato per il mese prossimo?»
«in realtà credo voglia anticipare i tempi, ormai sia Rio che Hiro hanno debuttato con i loro singoli e credo serva qualcun’altro che funga da distrazione per la stampa. Ormai facendo parte della nostra famiglia conosci tutta la storia e capisci bene che per il momento abbiamo bisogno di distogliere l'attenzione da Eichi. Ti prego aiutaci. Almeno fino al suo ritorno. Fallo per me. Non potrei sopportare un ennesimo attacco a mio fratello. Tu sei la nostra unica speranza… » la supplicò prendendo posto sulla sedia vicino la scrivania. Il suo sguardo preoccupato colpì profondamente Yori. JJ era il primo vero amico che avesse avuto nella sua vita. Il suo rapporto era diverso da quello che aveva con Nana. Con lui non riusciva ad avere segreti. Riusciva sempre a capire cosa gli passasse per la mente, in fondo erano molto simili.
Il suo affetto per Eichi lei lo ammirava molto. Anche lei avrebbe fatto la stessa cosa per sua sorella se fosse stata ancora in vita. L’amore tra fratelli e sorelle era qualcosa che lei comprendeva molto più di altri. Aveva perso tutta la sua famiglia in quell’orribile incendio tanti anni prima e vedersi strappare via gli affetti più cari è qualcosa che ti cambia nel profondo. Anche se non si sentiva ancora pronta avrebbe corso il rischio per JJ in onore di quel dono prezioso chiamato amore fraterno.
«e va bene!» sospirò rassegnata
«lo farai davvero?» esultò euforico saltandole addosso elettrizzato.
«certo che lo farò! E poi come potrei dirti di no?»
«grazie mille, non dimenticherò mai quello che stai facendo per Eichi…»
«non esageriamo, in fondo non è poi un granché»
«comunque grazie ancora…» le prese le mani commosso.
«adesso finiscila mi metti in imbarazzo…»
«comunque per quanto riguarda Rio…»
«ti prego non parlarmi di lui, sto cercando di dimenticarlo. Quindi se non ti dispiace…» lo supplicò allontanandosi malinconica. I suoi occhi rossi e umidi lavarono via ogni dubbio dalla mente di JJ. Sicuramente era rimasta ancora una volta sveglia tutta la notte a piangere. Nonostante facesse di tutto per non farlo notare, continuava a pensarlo e sicuramente i suoi sentimenti non era cambiati. “Ma perché è così testarda da non volerlo ammettere?”
«Va bene, non insisterò più parlando di lui. Adesso però scendiamo, ho una sorpresa per te»
«una sorpresa per me?» ripeté stupita.
«si, seguimi…» le ordinò prendendola per mano e trascinandola al piano di sotto.
Non poteva crederci. C’erano proprio tutti: i suoi nonni, Nana, Andrea, Daisuke, Akiko, Hiro e... Mettendosi sulle punte provò a cercare qualcuno dietro le sagome dei suoi amici. Ma...
«Oggi è il tuo compleanno, dico bene?» le domandò JJ  richiamando la sua attenzione.
«il mio compleanno?» continuò sovrappensiero
«certo che lo è» si frappose tra loro suo nonno.
«nonno ma cosa significa?»
«mi sembravi così triste e sola che non ho proprio resistito. Così quando JJ mi ha proposto la sua idea non ho potuto proprio dirgli di no. Ho pensato che sarebbe stato molto più divertente se avessimo festeggiato tutti insieme…»
«io.. io.. non so davvero cosa dire»
«non dire nulla allora!» la interruppe  JJ compiaciuto. Vedere finalmente un cenno del suo solito sorriso non aveva prezzo. Era un vero peccato che Rio non fosse presente per vederlo.
«bene, allora che ne dite di festeggiare?» li esortò sua nonna con tanto di cappellino a cono multicolore in testa e un vassoio fumante tra le mani. Un odore intenso di biscotti allo zenzero appena sfornati riempì la stanza. Yori acconsentì sorridendo «Grazie a tutti!!» completò felice.
Finalmente aveva trovato degli amici sinceri. Era  molto felice di festeggiare con loro il suo compleanno. Eppure a quella atmosfera idilliaca mancava ancora qualcosa o meglio qualcuno. Rio non si era unito a loro. Allontanò quei pensieri tristi e si accomodò sul divano insieme agli altri.
L’atmosfera era diventata calda e accogliente quasi immediatamente. Era bastato unire poche persone intorno a un vassoio di biscotti perché tutto cambiasse.
Fuori la pioggia continuava battente. A bordo di una moto nera un ragazzo con indosso ancora il suo casco scuro e un giubbotto di pelle silenziosamente osservava quel viale e quella porta a pochi metri di distanza. Dopo cinque minuti riaccese la moto e ripartì. Avrebbe voluto fare quel passo in più per raggiungerla ma non voleva comportarsi da egoista. Con il cuore distrutto riprese la via di casa, rincuorato del fatto che almeno lei non sarebbe stata sola quella sera.
Erano arrivate le undici passate e la festa era arrivata alla fine. Akiko si era addormentata sul divano. Andrea era da poco andato via con Daisuke. Hiro gentilmente si era offerto di accompagnare Nana. Mentre i nonni, a causa dell’età si erano ritirati per primi nelle loro stanze. Alla fine erano rimasti ancora una volta JJ e Yori.
«beh, ti ha mandato qualcosa?» chiese a bruciapelo JJ.
«di chi parli?» fece finta di niente Yori mentre sciacquava le stoviglie.
«sai benissimo di chi sto parlando» la riprese mentre l’aiutava a mettere in ordine in giro.
«stasera non facevi altro che controllare il telefonino…»
Yori iniziò a lavare i piatti nervosamente «non dire sciocchezze, perché dovrei aspettarmi un messaggio da parte sua? È del tutto inutile. Come vedi si è completamente dimenticato anche del mio compleanno…»
“È qui che ti sbagli. Se non fosse stato per lui oggi non ci sarebbe stata alcuna sorpresa. È  stato proprio quello scemo a organizzare tutto questo per te. Che odio non potertelo dire. E alla fine non si è fatto neanche vivo.”
«sicuramente avrà avuto una motivazione più che valida, magari era impegnato al lavoro…»
«si, certo, come no…»
«Yori, cambiando discorso,  volevo chiederti una cosa. In  camera tua ho notato dei fogli sparsi. Non starai lavorando a qualche canzone…?»
“Come ho fatto a dimenticare di toglierli di mezzo?”
«no, ti sbagli…» provò a giustificare.
«che peccato questo sembra proprio il testo di una canzone. Non sarà mica il brano che il direttore sta aspettando da te già da due settimane?» proseguì sventolandogli i fogli sotto il naso con aria divertita.
«ehi, chi ti ha dato il permesso di prenderli?» lo rimproverò mentre cercava di riprenderseli.
«è bella e soprattutto è finita. Perché non l’hai ancora consegnata al signor Ostuki?»
Yori riprese i fogli dalla mano dell’amico, infilandoseli rapida nella tasca dei pantaloni.
«non dirmi che l’hai letta…» gli domandò preoccupata
«mi dispiace, ma ero troppo curioso…»
«non fraintendere quel testo non centra nulla con Rio»
«e chi mai ha detto questo…»
«guarda che è la verità..»
«e perché allora non l’hai ancora consegnata…?»
«semplicemente non ne sono ancora molto convinta. Tutto qui.»
«Siete proprio due testoni. Comunque se hai bisogno di consigli sai dove trovarmi». JJ diede un rapido sguardo al suo orologio da polso «Ora devo proprio accompagnare Akiko a casa. Non oso immaginare che polemica potrebbe farle sua madre se non la riporto per tempo. Devi credermi, alle volte quella donna non mi sembra nemmeno umana» detto questo si congedò da Yori, sollevando dolcemente Akiko e sistemandosela a cavalcioni sulla sua esile schiena. Uscì lasciando ancora una volta Yori da sola con i suoi mille pensieri.  La giovane festeggiata riprese tra le mani quei fogli accartocciati. Era incredibile come JJ riuscisse a leggergli dentro. In quella canzone c’erano proprio tutte le parole che avrebbe voluto dire ma che a causa del suo orgoglio non aveva ancora trovato il coraggio di fare uscire dalle sue labbra.  Forse non era troppo tardi, forse poteva ancora dirgli quello che provava…
 
Rio era a casa sua che osservava la pioggia battente offuscare le chiare luci della città. In cielo neppure una stella impreziosiva quella fredda visione. Improvvisamente il telefono nella sua tasca vibrò. Il suo cuore sobbalzò al pensiero che potesse trattarsi di Yori. Lo prese notando, deluso, che si trattava di un messaggio di JJ.
 
Da: Piccoletto
Rio, volevo solo dirti che stasera è andato tutto bene. Yori ha ricominciato a sorridere come prima. Tu però potevi mandarle almeno un messaggio!
Comunque il motivo per cui ti scrivo è che volevo tenerti informato. Domani Yori registrerà il suo video. Se ti va di passare e dare un’occhiata sai dove trovarci. Fammi sapere. Io sarò lì con Andrea.
 
Rio, sorrise risentito,  riponendo il cellulare nella tasca dei pantaloni.
“Ma tu senti quel piccoletto, ha addirittura il coraggio di dirmi cosa fare. Cosa può saperne di quello che provo! È dura anche per me. Lei non è l’unica a soffrire. Voglio proteggerla e per farlo devo allontanarla. Lui non ha la più pallida idea di quanto questo mi distrugga!
Se continuassimo a stare insieme continuerebbe a soffrire e non posso sopportarlo. Se poi venisse fuori la nostra storia sarebbe anche peggio. Devo proteggerla, non importa cosa penserà di me e se dovrò farmi odiare per riuscirci. È ironico anche questa volta sono costretto a rinunciare alla donna che amo per il suo bene.”
Il telefono riprese a vibrare per una seconda volta.
“cos’altro diavolo vuole adesso?”
Lo riprese, ma contro ogni previsione il messaggio non era da parte di JJ ma da Yori.
«…scendi sono in macchina. Ho bisogno di parlarti»
“cosa? Non le avrà detto qualcosa quello stupido?”
Preso un impermeabile e aggiustati alla meglio i capelli scese. Sapeva che non poteva cedere. L’avrebbe allontanata definitivamente questa volta. Non le doveva dare nemmeno il tempo di parlare, sapeva che sarebbe bastata una sola parola per far crollare tutte le sue buone intenzioni.
 
Yori era in macchina. La pioggia era tornata a farle compagnia come il giorno in cui tutto era iniziato. Se ci pensava quelle avide gocce avevano fatto da cornice ad ogni momento importante della loro storia. Il primo bacio Rio glielo aveva dato la sera che si era inzuppata per trovargli una farmacia aperta. Anche il giorno in cui si erano lasciati stava piovendo e anche adesso la pioggia era tornata. Magari questa volta avrebbe lavato via i malumori e riportato finalmente la pace tra di loro. Aveva capito che non poteva continuare così. Lo amava troppo per lasciare che la loro storia finisse in quel modo.
Dopo che JJ era andato via, aveva ripreso tra le mani il testo di quella canzone. Era stata più sincera in quel testo che in tutta la sua vita. Aveva capito che non poteva perderlo, non se lo sarebbe mai perdonato.
Dopo averci pensato su, aveva preso la sua decisione. Avrebbe chiarito le cose con lui una volta per tutte. Dopo dieci minuti vide Rio andargli in contro con un impermeabile chiaro e la sua solita capigliatura ordinata. Il suo cuore era in fibrillazione. Rivederlo le fece venire le palpitazioni. Entrò in macchina e senza guardarla in faccia rimase in silenzio in attesa. Yori era pronta a parlare quando lui la interruppe prima che potesse iniziare il suo discorso.
« è un bene che tu sia venuta. È il momento di mettere in chiaro le cose. Questa è la fine»
«la fine?» Yori non voleva credere a quelle parole.
«fino ad ora hai fatto sembrare la mia vita così indecente. Se pensi che io non sia giusto per te allora dovremmo fermarci qui…»
Yori non voleva crederci. Lei era andata da lui con il cuore in mano e invece lui senza neanche ascoltarla lo aveva  preso e buttato via.
«io…» cercò di avvicinarsi a lui sfiorandogli dolcemente un braccio.
«Basta!» si allontanò voltandosi verso di lei infuriato come non mai. Yori ne rimase paralizzata. Aveva paura che insistendo avrebbe peggiorato le cose.  Però allo stesso tempo non voleva perderlo, doveva tentare.
«Mi comporterò meglio» le uscì in sussurro disperato
“Yori finiscila, non rendere le cose più complicate ti prego…”
«No, questa è la fine. Non riesci a vedere? Non possiamo andare avanti così. Lo vuoi capire o no che mi hai stufato? Adesso esci fuori dalla mia via!»
“Stufato?” Yori a stento trattenne  le lacrime. Rio aprì lo sportello ed uscì. Lei lo seguì ma il dolore misto a una dose rincarata di orgoglio le impedirono di raggiungerlo. Una lacrima scese sul suo viso disperdendosi tra le gocce di quella pioggia fredda e indifferente che martellante infieriva sul suo corpo inerme. Tornò in macchina, chiuse lo sportello e ripartì. Non gli avrebbe concesso anche il lusso di vederla piangere. Non avrebbe fatto più alcun passo verso di lui. Era finita. Con quelle parole aveva buttato via il suo amore e questo non glielo avrebbe mai perdonato.
Rio la vide andar via, nel petto il peso di quella menzogna iniziava a fargli male. Non sarebbe stato semplice d’ora in avanti trattarla con distacco, però era anche l’unica cosa che poteva fare per lei. Non voleva trascinarla in quell’inferno, che lui fino a quel momento aveva chiamato vita. Non lei che amava più di se stesso, più di quella vita miserabile, più del suo orgoglio. Per lei avrebbe sofferto in  silenzio ancora una volta.  
“Povera Sciocca non capisci che la verità è che non voglio trascinarti in questa mia vita indecente. Non voglio vederti soffrire per colpa mia. So che mi odierai ma questo è l’unico modo. Mi dispiace”.
 
 
 
 
ITALIA
 
Il sole era ormai tramontato oltre l’orizzonte e Luigi non era ancora rientrato. Eichi era sdraiato con la testa sulle gambe di Mary in silenzio ammirava la sua bellezza, mentre lei le accarezzava i capelli scuri, sdraiati sul divano nel soggiorno.
Quei ritagli di tempo in cui potevano comportarsi senza sentirsi osservati erano davvero rari.
«Mary..» la richiamò dolcemente lui.
«dimmi…» lo spronò lei.
Eichi non faceva che ripensare al momento in cui avrebbe dovuto dirle addio. Il tempo era inesorabilmente giunto al termine.
«ti ho già detto che sei bellissima?» le domandò accarezzandole dolcemente il viso.
«non dovresti viziarmi con complimenti di questo tipo. Una ragazza si abitua a questo genere di trattamento sai!?» lo riprese divertita.
Lui si sollevò. Era a pochi centimetri dal suo viso quando prese a guardarla intensamente negli occhi. Quando faceva così gli faceva salire il cuore in gola.
«cosa c’è adesso? perché mi guardi così?» improvvisò impacciata, erano passati sei mesi, ma quegli occhi sottili e intensi non avevano smesso di farla sentire in soggezione.
Eichi, sorrise soddisfatto, ritornano seduto.
«niente, è solo che fai sempre quella faccia…»
«che faccia scusa?»
«lasciamo perdere…» la punzecchiò divertito alzandosi dal divano e dirigendosi verso la sua stanza.
«Ehi! dove credi di andare?» lo inseguì Mary.
Prima che potesse rendersene conto era già entrata nella stanza di suo fratello. Adesso era nel buio più totale. La porta alle sue spalle fu chiusa improvvisamente.
«Eichi, dove sei? » Mary si muoveva esitando in cerca di un interruttore ma quello che trovò invece furono le braccia di Eichi che l’avvolsero  alle spalle.
«visto? anche al buio riesco a trovarti..»
Lentamente la voltò nella sua direzione. Mary poteva percepire distintamente il caldo  respiro di Eichi sfiorare la sua pelle… si stava avvicinando al suo viso… i loro nasi si sfiorarono…
«…cosa…»
troppo tardi. Eichi aveva bloccato le sue labbra prima che le stesse potessero aggiungere altro.
Finirono senza neanche sapere come sul letto. Mary era sdraiata mentre Eichi su di lei continuava a baciarle il collo. La sua pelle morbida e liscia era un invito troppo irresistibile. Era tutto così strano. Mary per un momento lasciò andare tutti i pensieri. In quella stanza a fare loro compagnia c’era solamente il loro amore e nient’altro. Il suono stridulo del campanello di casa sopraggiunse a interromperli. Mary si sollevò di scatto quasi scaraventando Eichi sul pavimento. Aprì la porta ed uscì. Si guardò allo specchio nel corridoio. Aveva i capelli tutti arruffati e la camicia stropicciata.
“Mary ma insomma cosa stavi per fare? Non puoi farti prendere così alla sprovvista un’altra volta”
 Aggiustò alla meglio il suo aspetto prima di correre ad aprire la porta a suo padre.
“Eichi, stupido, stupido Eichi. Perché non riesci a resisterle?”
 
 
 
 
GIAPPONE
 
 
Yori aveva delle grosse borse sotto gli occhi. Grazie ai truccatori era stato rimosso ogni segno delle tante lacrime versate la sera prima. Era pronta per registrare. A darle sostegno c’erano Andrea e JJ. Almeno per non far accrescere in loro degli inutili sospetti aveva deciso di mostrarsi allegra come se nulla fosse accaduto.
Era pronta. Raggiunse il set. Ad attenderla c’erano il resista, il giovane assistente, JJ e un altro ragazzo.
“Lui deve essere la comparsa con cui reciterò. Tutto sommato non è proprio da buttare. Direi che è anche molto carino!” notò raggiungendo il gruppo.
«finalmente la nostra giovane stella musicale è arrivata!» esordì compiaciuto il regista. Un uomo sulla cinquantina basso e tozzo, con un viso tondo e simpatico.
«si, scusate a quanto pare i truccatori avevano molto su cui lavorare.»
«non può essere assolutamente così, ti ho vista dal vivo molte volte e devo dire che sei bella anche senza un filo di trucco» esordì l’ignoto ragazzo «devi sapere che sono un tuo grande fan..» le chiarì notando il suo sguardo perplesso.
«tu saresti?» gli domandò Yori.
«il mio nome è Mark. È la prima volta che una ragazza mi fa questa domanda! Possibile che tu non mi riconosca?»
«mi dispiace…» continuò afflitta Yori. Per quanto si sforzasse il suo volto non le ricordava proprio nulla. Andrea si avvicinò per fornirle qualche delucidazione sull’argomento. Ormai aveva preso l’abitudine di prendere informazioni su chiunque venisse a contatto per questioni lavorative con la casa discografica. Era diventato diligente nel suo lavoro anche per non dover aggiunger ulteriori preoccupazioni al signor Marini.
«Come puoi non conoscerlo, è un famoso attore. Non sorprenderti troppo per il suo nome straniero. È americano da parte di madre, dico bene?» chiese conferma rivolgendosi all’aitante ragazzo davanti ai loro occhi. Aveva dei capelli neri lucenti e un fisico muscoloso e ben definito.
«Beh, che dire, questo è quello che sono, anche se  inizio a dubitare della mia fama, se addirittura la famosa Yori non riconosce il mio volto.  Forse dovrei iniziare a preoccuparmi …»
«no, la colpa è solo mia… In realtà non vedo molta televisione. Ultimamente sto cercando di evitarla in verità» continuò malinconica, ogni volta che accendeva la tv, compariva quell'odioso video a tormenterla. “Possibile che ogni cosa mi riporti alla mente quell’antipatico caprone viziato?”.
«bene ragazzi, direi che possiamo iniziare con le riprese». Li incoraggiò il regista prendendo posto sulla sua sedia.
Mark era molto dolce e disponibile, Yori ne fu subito affascinata. Il suo sorriso era luminoso e confortante.  E poi aveva un fascino limpido e sincero,  molto diverso da quello arrogante ed egocentrico di RIO. Era molto professionale nel suo lavoro. Più volte si era rivelato disponibile e  generoso dispensandole molti consigli utili. Se non fosse stato per lui, registrare quel video sarebbe stata un’operazione molto difficile. Sicuramente ci avrebbero messo il doppio del tempo.
JJ, in un angolo, osservava Yori e quel ragazzo parlare amichevolmente, anche troppo per certi versi. Più ci pensava e più si convinceva che stava dimenticando qualcosa d’importante.
“Cosa caspita mi sta sfuggendo? Quel ragazzo lo ricordo, ma non so per quale motivo.
 Chissà perché, ma ho un cattivo presentimento!”.
 Mandò un messaggio a Rio. Chissà magari lui si ricordava qualcosa. Non ebbe alcuna risposta.
Dopo due ore, vevano finalmente terminato le riprese all’interno del finto appartamento. La canzone parlava di una coppia male assortita in cui i caratteri opposti non facevano che portare a continui litigi. Yori aveva ricevuto quella canzone dal Direttore come per la prima, si meravigliò di quanto ricalcasse appieno la sua situazione con Rio. Forse anche per questo motivo non era euforica all’idea di registrare il video così presto.
Dopo le prime scene la giovane stella musicale dovette occuparsi della parte coreografata.
Uscì per l’ennesimo cambio d’abito, quando JJ vide fare il suo ingresso Rio, agitato come non mai. Fece per raggiungerlo ma fu anticipato da Mark.
“Cosa cavolo? Quei due si conoscono?”
«Ehi Rio, anche tu da queste parti? Ne è passato di tempo da quando ce la siamo spassata l’ultima volta. Se non ricordo male erano due modelle straniere dico bene…?»
«ciao Mark, vedo che il lupo perde il pelo ma non il vizio…»
«beh, potrei dire la stessa cosa di te o sbaglio?»
«non saprei, comunque se non ti dispiace vorrei fare due chiacchiere con te…»
«che ne dici di aspettare solo altri due minuti, sono curioso di vedere questa ragazzina come uscirà vestita. Sembra avere un bel corpo, sai me la sto lavorando per bene. Se tutto va secondo i miei piani questa sera me la porto al solito posto e me la faccio. Ti dispiacerebbe reggermi il gioco come hai vecchi tempi?» gli fece un occhiolino d’intesa.
“cosa ha intenzione di fare sto deficiente?”
stava per riprenderlo duramente quando  giunse Yori.
«Mark, cosa ne pensi di questo costume? mi sta bene?».
Rio rimase immobile ad osservare la scena senza poter far nulla. Yori indossava un costumino succinto che  mostrava tutte le sue molteplici curve. Stava appiccicata a quel casanova come una vera oca.
«sei molto carina…» si complimentò Mark sorridendole sornione, pregustando il momento in cui l’avrebbe fatta sua.
Rio stringeva i pugni, contendo a fatica la rabbia. Yori sorrise soddisfatta. Il suo intento era fin troppo chiaro: voleva vendicarsi per il modo rude con cui l’aveva trattata la sera prima. Così cercava di ingelosirlo usando Mark. Ma non poteva sapere quale grande errore fosse.
“Questa sciocca non sa che a giocare con il fuoco ci si brucia? È meglio che fermi la cosa prima che sia troppo tardi”.
«Yori, è ora di iniziare» la richiamò il regista. Lei salutò calorosamente Mark con un bacio su una guancia,  rivolgendo invece a Rio un rapido sguardo seccato.
«se non ti dispiace vado a godermi lo spettacolo. Penso proprio che me la spasserò stasera. Non vedo l’ora di scoprire come le piace farlo..»
Rio  stava per scattare e spaccargli letteralmente quella abominevole faccia di plastica, quando JJ lo raggiunse interrompendolo.
«Rio, che ci fai qui? Non avevi detto che non volevi ved…» rapido il ragazzo in tenuta sofisticata lo fermò coprendogli con una mano la bocca. Mark li squadrò perplesso prima di allontanarsi e raggiungere il regista.
«cosa caspita ti prende?» gli domandò JJ sorpreso quando Rio lo ebbe liberato dalla sua morsa soffocante.
«ma dove hai la testa?»
«io?»
«si, tu! Come fai a non ricordarti di un tipo come lui?»
JJ lo scrutava interrogativo, non capiva dove volesse arrivare.
«avresti dovuto metterla in guardia. Mark è un donnaiolo della peggiore specie. Ho paura che potrebbe farle del male. Quella stupida non sa davvero con chi ha a che fare…»
«aspetta una attimo, era lui il tipo con cui gareggiavi…? No, aspetta un attimo ti stai preoccupando di Yori adesso?» Rio distolse lo sguardo ignorando la seconda osservazione di JJ.
«si,è trattato di tanto tempo fa. Il nostro gioco era davvero stupido e immaturo, e a quanto pare io sono l’unico ad aver smesso di giocare…»
«vuoi dire che… »
«si, voglio dire che la sua prossima preda è proprio Yori».
I due simultaneamente si voltarono verso il set dove la giovane star della King Records con il gruppo di ballo, si stava preparando per le riprese.
Dopo pochi minuti la musica partì. Era pronta per iniziare.  Aveva  notato lo sguardo severo di Rio e la cosa stranamente la divertiva anche molto.
“Adesso ti farò rimpiangere di avermi trattato come un vecchio straccio. Se non ti importa più nulla di me allora non ci saranno problemi se mi interesso ad altri ragazzi!”
Quello sguardo di sfida preoccupava Rio molto più dei falsi sorrisi di Mark. Una donna se furiosa è capace di fare cose anche molto stupide.
Yori iniziò a cantare il suo brano muovendosi sensualmente. Sembrava volerlo provocare con il suo atteggiamento.   
Per il modo in cui l’aveva trattata doveva fargliela pagare. Gli aveva già detto una volta che lei non era come tutte le altre ragazze. Non poteva prenderla e poi buttarla come se niente fosse. Era arrivato il momento di ricordarglielo.
https://www.youtube.com/watch?v=yzRCucOhj9o&feature=youtu.be
 
Le riprese si conclusero con successo. Rio non ebbe la possibilità di parlare con Mark . Andò a cercarlo in costumeria ma invece di imbattersi in lui si scontrò con Yori. Lei cercò di ignorarlo passandogli oltre, ma Rio la fermò prendendola per un braccio.
«non c’è bisogno che ti impegni così per farmi ingelosire, sai che non sono il tipo»
«..credi davvero che il mio intento sia farti ingelosire? Ho fatto solo quello che mi ha detto il regista. Il mondo non ruota solo intorno a te. Inoltre ormai ci siamo lasciati, quindi queste cose non dovrebbero toccati o sbaglio?»
«…non uscire con Mark. Lui non è il ragazzo giusto…»
“che sia geloso?”
«Ma chi ti credi di essere? Mi lasci senza darmi la possibilità di dire neanche una parola e adesso pretendi anche di dirmi con chi dovrei o non dovrei uscire? La tua prepotenza non conosce limiti.. »
“Questa stupida, è davvero così ottusa alle volte!”
Rio stava per riprenderla, ma Mark li raggiunse, facendogli morire le parole in gola. Il suo sguardo malizioso era davvero troppoesplicito per Rio, che conosceva già i suoi loschi intenti.
«Ehi Rio, che ci fai qui?» in quel momento notò la mano di lui stringere il braccio di Yori.
«non ditemi che voi due vi conoscete?». Rio si allontanò con uno scatto fulmineo dalla giovane al suo fianco.
«in realtà facciamo parte della stessa casa discografica. Niente di più.» ci tenne a precisare. Yori non poteva credere alle sue orecchie. Adesso faceva addirittura finta di essere solo un semplice conoscente.
Mark conosceva troppo bene Rio per credere a quelle scuse male elaborate. Aveva intuito, già da molto prima che tra quei due c’era qualcosa. Rio per lui era un diario aperto. Entrambi si erano conosciuti all’inizio delle loro carriere. La voglia di divertirsi senza impegni li portò a divenire molto vicini. Erano stati da sempre in gara per contendersi la ragazza più bella di ogni serata. Puntualmente Mark faceva di tutto per conquistare le preferite di Rio era un modo come un altro per mettergli i bastoni tra le ruote, la cosa sembrava divertirlo anche parecchio. A Rio non era mai importato un granché, per lui una ragazza valeva l’altra, ma questa volta era diverso. Non si trattava di una modella qualsiasi, questa volta in ballo c’era la ragazza che amava.
Non poteva assolutamente fargli capire quanto profondi fossero i suoi sentimenti per Yori. In quel caso sarebbe stata la fine.
«Ero passato solo per comunicarle un messaggio da parte del nostro direttore. Stavo giusto per andare via.» mentì prima di salutare entrambi con un leggero inchino della testa. Yori lo vide allontanarsi. Ad ogni suo passo cresceva in lei la consapevolezza che il loro rapporto non sarebbe stato più lo stesso.
“Questa allora è proprio la fine. Non ti importa davvero più niente di me. Da questo momento in poi ci saluteremo come semplici conoscenti e ognuno andrà per la propria strada.. Proprio come se nulla fosse mai accaduto...come se quello che abbiamo provato non fosse mai esistito. Andremo avanti così.  Ti va davvero bene questo? E a me, va davvero bene che finisca in questo modo?”
Mark osservava lo sguardo malinconico di Yori. Quello era il momento di cogliere la palla al balzo. Le ragazze tristi vogliono sempre essere consolate e lui era lì proprio per questo.
«Ehi, Yori ti andrebbe di festeggiare la fine delle riprese? C’è un posto davvero speciale dove vorrei portarti…»
Yori ritornò a confrontarsi con il dolce sorriso di Mark. Il suo umore era davvero pessimo. Forse accettando il suo  invito sarebbe riuscita a calmare quel dolore che aveva dentro.
«d’accordo, avviso Andrea ,JJ e andiamo» Mark la bloccò per un braccio.
«non ce né bisogno, l’ho già fatto io per te. Dicono che ci raggiungeranno più tardi.»
«ah davvero? beh, d’accordo. Allora dove andiamo?»
«questa è una sorpresa…» le sorrise con occhi sinceri.
“OH Mark, ce ne fossero di più di ragazzi come te in giro! Altro che quel antipatico pallone gonfiato, sono sicura che non tratteresti mai male una ragazza facendola sentire usata e inutile, come invece ha fatto Rio con me!
 
Andrea e JJ avevano appena finito di parlare con il regista. Era arrivato il momento di andare via. Di Yori nessuna traccia. Era passata più di mezz’ora da quando l’avevano vista andare nella costumeria. Anche Rio era sparito subito dopo di lei. Il giovane assistente li aveva cercati ovunque senza alcun successo.
«Andrea non preoccuparti è molto probabile che quei due se ne siano andati insieme. Forse si sono decisi a fare pace dopotutto.»
«Non saprei, sarebbe meglio chiamare e averne conferma.»
«Come vuoi, adesso provo a chiamare Yori»,
JJ tirò fuori il suo cellulare di ultima generazione. Il numero era già memorizzato nelle ultime chiamate. Spinse il tasto di avvio e attese.
«…il cliente da lei chiamato potrebbe avere il telefono spento o non raggiungibile..» riattaccò deluso.
«ha, il telefono spento…»
«prova a Rio…» in Andrea iniziava a crescere la preoccupazione. Era insolito che nessuno dei due lo avesse avvisato. Non era da Yori o da Rio comportarsi in quel modo.
Dopo una breve attesa il più anziano dei BB5 rispose.
«cosa vuoi JJ?» era chiaramente spazientito.
«come cosa voglio? tu e Yori ve ne siete andati senza neanche avvisare? Adesso passamela!»
«passartela?»
«non è lì con te?»
«no… »
JJ scambiò con Andrea uno sguardo visibilmente preoccupato. Se non era con Rio con chi diamine era andata via? «dove può essere andata? non è venuta neanche con la sua macchia…» continuò preoccupato il più giovane della band, portandosi una mano dietro la nuca.
Rio dall’altra parte del telefono in silenzio meditava sulla faccenda.
«JJ, Mark è ancora li?» lo richiamò dall’altro capo del telefono.
«no, ora che ci penso, è andato via anche lui…».
I suoi presentimenti erano fondati.
«JJ raggiungimi il prima possibile. Se le sue abitudini non sono cambiate credo l’abbia portata al solito posto. Conosci il Royal Hotel?»
«si certo che lo conosco. Ti raggiungo!»
«fai in fretta…»
 
Il Porsche Panamera bianco correva rapido per le strade di Tokyo. Yori pensierosa osservava il paesaggio scintillante che mutava in sinuose linee luminose. Dopo quindici minuti erano arrivati.
«Dove siamo?» chiese tornando a fare i conti con la realtà
«Scusami, ti dispiace se prima di andare ci fermiamo un attimo qui? Mi cambio e ti porto subito nel posto che ti avevo promesso»
«d’accordo» acconsentì Yori.
Scesero dalla vettura ed entrarono nell’albergo. Presero l’ascensore e raggiunsero la stanza 601. L’affabile ragazzo fece strada a Yori nella sua suite.
Entrò subito dopo di lei e silenziosamente chiuse la porta a chiave.
«mettiti comoda, io mi cambio e ti raggiungo. Fa come se fossi a casa tua.». La invitò sorridendole cortese. Yori prese posto sull’enorme letto al centro dell’imponente stanza. Visto che non poteva fare altro, nell’attesa iniziò a osservare ogni dettaglio intorno a lei. In giro non c’era molto. Nemmeno una valigia. La cosa era davvero insolita, se era qui che dimorava come mai non c’erano i suoi bagagli sparsi per la camera?
L’arredamento era molto raffinato. Chissà quanto costava pernottare in una suite come quella?
Un orologio elettronico sul comodino segnava le nove e quindici minuti.
Forse  dovrei avvisare JJ. Meglio non far preoccupare ne lui ne Andrea inutilmente.”
 Tirò fuori il telefono dalla borsa. Era spento. Lo accese e in pochi secondi fu assalita dalle chiamate perse.
Erano tutte da parte di JJ. Stava per richiamarlo quando si sentì sfilare inaspettatamente il telefono dalle mani. Era stato Mark, il ragazzo era a petto nudo. La situazione stava diventando insolita.
«cosa cavolo fai?» iniziò a osservarlo allarmata.
«mi dispiace…»
"perchè queste parole mi spaventano così tanto adesso?"
«ti dispiace? cosa significa che ti dispiace?»
Senza darle risposta si buttò su di lei bloccandola per i polsi. Yori era sprofondata nel materasso.
“Cosa vuole fare?”
Iniziò lentamente a baciarle il collo.
«lasciami!!»
«non fare resistenza. Vedrai che alla fine ti piacerà!»
«ti ho detto di lasciarmi andare. Non voglio!»
«urlare non ti servirà a niente. Faremo presto non temere…»
Yori non poteva credere di essere stata così superficiale nel giudicarlo. Se ora ci pensava Rio infondo l’aveva avvertita su di lui, eppure in quel momento aveva preferito non dargli retta. Perché? L’orgoglio!!! Quello stupido orgoglio ferito, l’aveva resa oltre che muta anche ceca.
 Il ragazzo iniziò a sbottonarle la camicetta. Yori cercava in tutti i modi di rendergli l’operazione difficile. Lo colpiva ripetutamente, ma i suoi colpi non sembravano dare l’effetto desiderato. Ad ogni pugno in più che dava sentiva le forze venirgli meno.
“Non può essere così. La mia prima volta non doveva andare in questo modo.”
Le lacrime iniziarono a comparire a rivoli sul viso.  
Aveva voluto che Rio le dicesse le parole “Mi dispiace”che Mark aveva appena pronunciato. Non credeva che quelle parole l’avrebbero fatta sentire così male un giorno. Ne che le avrebbero fatta sentire così debole e indifesa. Era stata davvero una stupida! Le parole non contano molto se le persone che le dicono non sono sincere. Finalmente l’aveva capito. Ma cosa poteva fare ormai? Se solo qualcuno potesse sentire le sue urla e correre in suo soccorso! Se solo ci fosse Rio…
«Aiuto! Qualcuno mi aiuti! Mark ti prego finiscila...» il ragazzo, però, sembrava aver smesso di prestarle ascolto.
Yori era sull’orlo della disperazione. Si sentita sperduta inerme e vulnerabile come mai in vita sua.  «aiuto, aiuto… Rio… Rioooo». In quell’ultimo urlo disperato raccolse tutte le sue forze. Distrutta perse i sensi, crollando sull'enorme materasso a due piazze.
La porta fu spalancata improvvisamente da Rio. Mark si voltò verso di essa sorpreso. Era arrivato appena in tempo.
Il più anziano dei BB5 aveva aspettato il loro arrivo fuori dall’albergo, a bordo della sua solita moto nera. Quando li aveva visti entrare, prese la sua decisione. Non voleva essere lui a intervenire, avrebbe preferito fosse JJ a tirarla fuori da quella situazione. Non voleva lei sospettasse dei suoi veri sentimenti. Purtroppo ne Andrea ne JJ era ancora arrivati. Così decise di mandare al diavolo le sue prime intenzioni e di seguirli all’interno dell’albergo. Li perse nei lunghi e svariati corridoi. Fu proprio l’ultimo urlo di Yori a indicargli la camera giusta. Spinse più volte contro la porta finché ad un tratto la stessa cedette.
Quando finalmente fu dentro, notò  Yori stesa sul letto, priva di sensi, con la gonna sollevata e la camicetta sbottonata. Fortunatamente indossava ancora la sua biancheria intima. A quella visione la sua rabbia esplose senza controllo. Allontanò con una spinta decisa Mark dal corpo di Yori, facendolo rotolare sul pavimento. Gli fu subito sopra. Iniziò a picchiarlo con tutte le sue forze. La sua inferiorità fisica era evidente, ma questo non bastò a fermarlo.
Erano ancora sul pavimento quando nella stanza entrarono Andrea e JJ. I due allontanarono Rio dal pavimento. Mark a quel punto, cogliendo la palla al balzo si rialzò cercando di recuperare qualche metro di distanza.
«..si può sapere cosa ti prende?» disse scostandosi un ciuffo dai capelli
«…cosa cazzo le hai fatto? Come diavolo ti sei permesso!»
«stai scherzando?» Mark sogghignò provocante mentre con il dorso della mano prese ad asciugarsi due rivoli di sangue ai lati della bocca.
«Cosa hai da sorridere? Ti sembra un gioco la vita di una ragazza?» continuò furioso liberandosi dalla stretta dei suoi due amici.
«Rio che ti succede? Adesso ti interessa cosa pensano o vogliono davvero le ragazze? In passato non sembrava interessarti più di tanto! Inoltre non mi sembra la prima volta che ti soffio la preda sotto gli occhi. Cos’è? non sai stare più al gioco?»
“Questo idiota..”
«Io, non ho mai costretto nessuno a far ciò che non voleva…»
«E’ qui che ti sbagli, non l’ho mica trascinata  qui di forza, c’è venuta di sua spontanea volontà, e poi a vederla meglio adesso non è poi un granché. Non sa come ci si diverte»
«Brutto bastardo, come ti permetti…» JJ scattò fermando in tempo Rio.
«Ora basta!» insorse Andrea, insinuandosi di forza nella loro discussione. Poi tornando a rivolgersi in tono severo verso Mark proseguì «…forse è meglio se te ne vai…» lo invitò in tono risolutivo.
«…ma cos…» provò a obbiettare Rio. Andrea però lo freddò con lo sguardo irremovibile di chi sa perfettamente cosa fa. In quel momento il più anziano dei BB5 si sentì per la prima volta come un bambino ripreso per una marachella che non aveva nemmeno commesso.
Mark doveva pagarla e invece Andrea gli stava offrendo un lasciapassare privo di alcuna ripercussione.
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte. Raccolse la sua roba e uscì dalla stanza. JJ corse a chiudere la porta.
Rio era troppo fuori di sé.
«perché gli ha permesso di andar via in quel modo, non avevo ancora finito con lui…».
Andrea si avvicinò a Yori, delicatamente le ricompose i vestiti.
«…JJ prendi un asciugamano bagnalo e portamelo…» Rio aspettava ancora una risposta.
«Rio, ti sei visto allo specchio?»
«cosa centra adesso questo?»
«è vero che gliene hai date, ma ne hai anche ricevute parecchie. Cosa pensi sarebbe successo se vi avessi permesso di continuare ad azzuffarvi come due incoscienti? Il torto lo avresti fatto più a te stesso che a lui. Tra pochi giorni dovete partecipare al festival musicale e non posso permettere che il tuo volto sia pieno di ematomi per colpa sua…» lo ammonì il giovane manager. Rio era lì pronto a obbiettare quando Andrea lo anticipò prevedendo le sue lamentele.
«Non credere che gliela lascerò passare liscia. Quello che ha subito Yori glielo farò rivivere mille volte sulla sua stessa pelle. Gli farò passare la voglia di approfittarsi delle ragazze in questo modo squallido. La pagherà, non temere, per il momento però non possiamo fare altro. Stai pur certo che al momento giusto e con i giusti mezzi lo ripagheremo della stessa moneta. Fidati di me».
Rio acconsentì rassegnato. A cosa serviva continuare?
 «Adesso esco un attimo. Restale vicino finché non ritorno. Devo mettere a tacere questa storia una volta per tutte, non possiamo rischiare che esca fuori qualcosa su quanto accaduto qui stasera. Meglio garantirci il silenzio del personale e di chi ha visto la scena» detto questo uscì sbattendo la porta. Doveva essere anche lui fuori di sé, ma nonostante questo aveva mantenuto una calma e una fermezza davvero invidiabile.
Rio invece, al contrario, aveva perso tutto il suo autocontrollo lo stesso che era sempre riuscito a mantenere nella sua vita. Ma in quel momento la rabbia lo aveva completamente accecato. Doveva ammettere che quel ragazzino italiano era cambiato molto. Non era più immaturo e impacciato come ai primi tempi. Adesso sapeva bene come e quando intervenire con soluzioni efficaci.
 Ora che aveva recuperato un po’ di raziocinio quella decisione effettivamente, era l’unica che avrebbe evitato i maggiori danni per tutti. Andrea aveva fatto bene a intervenire, nonostante tutto.
Lentamente Rio si sedette sul letto accanto a Yori che nel frattempo respirava a fatica. Dolcemente le scostò i capelli bagnati dal viso. Chissà come si era sentita persa, sola e smarrita. Quella visione gli spezzò il cuore.
«Mi dispiace» disse in un sussurro prendendo tra le sue la mano di Yori, «Credevo che standoti lontana la mia vita avrebbe smesso di ferirti. Alla fine anche lo starti lontana non è servito.». JJ era appena uscito dal bagno e osservava la scena da una certa distanza. Come sospettava, Rio non aveva smesso di amarla. Yori, si mosse lentamente rannicchiandosi sul letto, stava sognando «…Rio, do…dove sei?» aveva ancora gli occhi semichiusi. Lui le teneva ancora stretta la mano.
 Le sue nocche erano arrossate e recavano evidenti i segni dei colpi inferti a Mark. Poteva percepire chiaramente la mano fragile di lei tremava fievolmente tra le sue.
«sono qui…»le sussurrò,avvicinandosi al suo viso, accarezzandola dolcemente.
Forse stava riprendendo conoscenza.
«io, non volevo…»
«lo so, non pensarci. Adesso riposa.» così dicendo Yori si rilassò abbandonandosi ancora una volta su quelle lenzuola bagnate.
«JJ, occupati di lei…»ordinò al più giovane dopo averle dato un rapido bacio sulla fronte.
«Andrea ha detto…»
«lo so cosa ha detto, ma io non posso farmi trovare qui da lei…»
« Vi amate! Perché siete entrambi così testardi?»
«JJ, tu non capisci, al momento io non posso darle quello che desidera. Le farei comunque del male se ci rimettessimo insieme, credimi è meglio così. La soluzione è stare lontani…»
“è inutile insistere, ha la testa più dura della mia…”
«cosa dovrei dirle quando si risveglia?»
«prenditi tutto il merito…»
«come tutto il merito?»
«non dirle che sono stato io a irrompere nella stanza. Tanto dubito che anche raccontandoglielo ci crederebbe. Pensa che di lei non mi importi più nulla e forse è meglio che continui a pensarla in questo modo».
“Questo ragazzo è incredibile! Cosa gli fa credere che continuerò a mentire per lui?”
«..ti prego JJ.» i suoi occhi lo supplicavano disperati.
«va bene, ma non so ancora per quanto tempo manterrò il segreto…».
Afflitto il più giovane dei due si sedette accanto a Yori tamponandole il viso con l’asciugamano umido. «Grazie…» completò Rio. Aprì la porta. Stava per uscire e invece le parole del più giovane lo trattennero ancora una volta.
«Rio, ti ho ascoltato poco fa, so che le hai detto il tuo rpimo "MI DISPIACE” poco fa. Sei proprio sicuro di non volere che lei lo sappia?»
Senza senza aggiungere altro, Rio uscì richiudendosi la porta alle spalle.
Dopo due ore Yori riaprì gli occhi,, erano le undici e mezza di notte. Accanto a sé ritrovò JJ che le tamponava il viso, con espressione preoccupata. Con uno scatto fulmineo si mise seduta sul letto. Era ancora in quella tremenda camera d’albergo. Quello che era successo era ancora poco nitido nei suoi ricordi ovattati. Ciononostante c’era qualcosa nei suoi vaghi ricordi a risultarle indiscutibilmente chiaro: era la voce di Rio che la rassicurava. Si sollevò e iniziò a cercare in giro, nel bagno e nei corridoi. JJ la seguiva cercando di ravvederla, forse non era ancora in sé per l’episodio avvenuto con Mark.
«che cosa fai?»
«dov’è andato?»
«di chi stai parlando?»
«di Rio, sono sicura di aver sentito la sua voce, JJ dimmi la verità è venuto lui a.. beh hai capito..»
«di cosa stai parlando? Sono stato io a venire in tuo soccorso. Rio non sa nulla di questa storia. Dopo aver visto che non rispondevi al cellulare mi sono preoccupato. Ho dovuto lottare con quel energumeno e dopotutto questo devo anche sentirmi dire che è stato un’altro a salvarti! Non credi sia un po’ crudele da parte tua? Non merito nemmeno un grazie?»
“Perdonami ma ho promesso di non dirti la verità..”
Yori, era ancora titubante. La versione che le aveva dato JJ funzionava, ma solo per metà. Se davvero aveva lottato con Mark allora doveva riportare qualche segno di colluttazione, invece il suo viso era immacolato come sempre. La sua storia non reggeva per niente.
«JJ, è stato lui a chiederti di mentire non è vero?»
«di cosa parli?» cercò di far finta di nulla,
«puoi dirmi la verità ti garantisco che non dirò nulla a Rio, ma ho bisogno di sapere cosa è realmente successo. Ti prego…» il suo sguardo supplichevole fece cedere JJ.
«e va bene, è stato Rio.»
Yori prese posto sul letto al centro della suite. Lo sapeva ma la conferma di quel suo presentimento la fece sprofondare nella confusione più totale. “Allora mi ama ancora. Mi ha mentito per tutto questo tempo?”
JJ gli fu subito accanto.
«... nonostante lui voglia negarlo in realtà non ha mai smesso di amarti…»
Due lacrime silenziose scesero sul volto di Yori.
«.. siamo proprio due testoni non è vero JJ?…» continuò asciugandosele.
«adesso che farai? Tornerai da lui?»
«no, non posso … »
«ma perché?»
«non fraintendere JJ non ho intenzione di rinunciare a lui. So che mi ama e so che non sta rendendo pubblica la nostra storia solo per proteggermi, o almeno questa è l’unica soluzione plausibile. Però d’altro canto come potrei convincerlo? Anche se lo supplicassi lui non tornerebbe mai da me. C’ho già provato una volta ed è stato inutile. Non mi ha dato la possibilità nemmeno di parlare.»
«cosa pensi di fare?»
«Se lui non vuole ascoltarmi allora lo costringerò. Una volta riuscì a commuoverlo con la mia voce, forse con una canzone riuscirò a dirgli quello che provo e a convincerlo a rischiare. Non può prendersi sempre la responsabilità di tutto solo sulle sue spalle. Non è solo lui ad amare anche io ho imparato cosa vuol dire provare questi sentimenti per una persona. E non ho intenzione di rinunciare a lui per nulla al mondo…»
«Quando dici che ci riuscirai con una canzone, parli forse del brano che stavi scrivendo a casa dei tuoi nonni non è vero?»
«si, ho deciso che la canterò al live della prossima settimana. Ci sarà anche lui e così dovrà ascoltarla per forza.»
«spero davvero che  la tua musica lo faccia tornare in sé..»
«lo spero anche io..»

https://www.youtube.com/watch?v=Ao7f8hE9vvQ&feature=youtu.be

   
ITALIA
 
 
Mary era appena ritornata a casa, quel giorno aveva sostenuto il suo ultimo esame. Era finalmente arrivata alla fine o quasi del suo percorso di studi. Dopo quell’ultimo scoglio si sentiva già più libera. Le mancava solo la tesi.
Il quadro per la mostra era quasi finito, Eichi ancora non lo sapeva ma quel quadro sarebbe stato il suo regalo di Natale.
Se ci rifletteva la sua vita aveva ripreso a un ritmo quasi esagerato. In pochi mesi le sembrava di aver recuperato molto di quello che aveva perso nell’intero anno passato.  Si gettò distrutta sul divano. Era quasi mezzogiorno. In casa non c’era nessuno. Si rilassò a tal punto da crollare esausta.
 
Eichi era in giro per il centro commerciale.
Stava cercando il regalo giusto. Voleva che quel natale fosse speciale, probabilmente sarebbe stato  l’ultimo che avrebbero trascorso insieme.
Era più di mezz’ora che girava in cerca di un’idea. Dopo tanto girovagare in una vetrina trovò qualcosa che attirò subito la sua attenzione.
Era il ciondolo che gli aveva regalato Mary. La memoria di quel momento era saldamente impressa nei suoi ricordi. L’aveva davvero stupito. Voleva fare altrettanto per lei.
«Posso esserti d’aiuto?» chiese una commessa uscita per mettere ordine nella vetrina. «si, in realtà mi interesserebbe vedere qualcosa di carino per una ragazza. Lei è una persona a cui non piace mettersi molto in mostra quindi non sto cercando nulla di troppo sfarzoso. A dire il vero è la prima volta che faccio un regalo importante come questo quindi non so proprio da cosa incominciare. Pensavo a una collana…».
La commessa gli sorrise comprensiva.
«è per una ragazza speciale?»
«diciamo di si»
«se tu potessi descriverla con una parola come la descriveresti. Questo potrebbe aiutarmi…»
«credo sia il mio fiore di loto…»
«un fiore di loto?»
«si, nonostante la sua fragilità è stata capace di rimettere ordine nella mia vita. In realtà è molto più complicato di così… comunque in definitiva direi che per me è come un fiore prezioso.»
 
«beh, credo di avere la cosa giusta per te. Vieni accomodati pure» gli fece segno di entrare. Eichi la seguì.
La giovane commessa tirò fuori un piccolo rotolo di stoffa. Lo srotolò aprendolo con cura. All’interno c’erano molte collanine.
«Nella nuova collezione hanno deciso di riadattare molti soggetti floreali. Magari troviamo il fiore che cerchi. Eccolo, questo dovrebbe essere un fiore di loto» gli mostrò entusiasta il ciondolo. Era meraviglioso.



Era perfetta. In quel momento pensò che con quel regalo, sia nel bene che nel male, ognuno avrebbe custodito con se il ricordo dell’altro. Quel ciondolo a forma di fiore di loto e la stella attaccata alla sua chitarra erano la testimonianza evidente che ognuno conosceva la verità nascosta nel cuore dell’altro. Erano la prova della loro sincerità reciproca. La stella era un ricordo legato a Clara la madre di Mary e il fiore di loto un ricordo di suo padre. Era quasi ironico che la memoria di due persone così lontane li avesse fatti avvicinare.  Più osservava quel ciondolo e più si convinceva che fosse il regalo perfetto. Se lui era per Mary  la stella che aveva illuminato la sua vita dall’altra lei era il suo fiore di loto, il fiore che aveva rimesso luce e ordine nel suo caos.
 La sua ricerca poteva dirsi conclusa.
«è perfetta…» le confermò soddisfatto.
«che faccio Eichi, lo impacchetto» gli fece la commessa mostrandogli un occhiolino d’intesa.
“Come fa a conoscere il mio nome?”
«ti ho riconosciuto sai. Sono una tua grande fan. Non credevo mi sarebbe capitato di incontrarti in questo modo.»
«ah, si? »
«Posso chiederti un autografo?»
«certo! In cambio devo pregarti di tenere per te il nostro incontro…»
«non temere sarò muta come un pesce» lo rassicurò soddisfatta.
Eichi iniziò a scriverle su un foglio  una dedica.
“Marco allora aveva ragione. Non pensavo che i BB5 fossero diventati così famosi anche qui, in Italia”.
«Sai Eichi, ti sta bene il nuovo taglio di capelli. Lo hai fatto da poco?»
«da poco?» “che mi abbia già notato prima di oggi?”
«beh, fino a due settimane fa eri in televisione ancora con il tuo taglio lungo e biondastro. E’ da poco che sei qui in Italia?»
Da poco? Due settimane fa ero in televisione?Com’è possibile?”
«sai non vedo l’ora di ascoltare il tuo nuovo singolo. Dopo quelli di JJ, Daisuke, Rio e Hiro manchi solo tu all’appello. Come mai quella faccia? Sembra quasi, che tu non ne sapessi nulla!»
Eichi, era a dir poco disorientato. Cos’era quella storia? Come faceva ad essere comparso in televisione se erano quasi sei mesi che si trovava in Italia? Qualcuno doveva aver preso il suo posto. Quella era senza dubbio l’unica spiegazione plausibile.
«tieni pure il resto, adesso devo proprio scappare. Grazie di tutto!!»si congedò lasciandole i soldi sul bancone e  uscendo frettolosamente dal negozio. Doveva capire cosa diamine stava succedendo in Giappone.
In meno di venti minuti era a casa. Mary andò ad aprirgli ancora mezza addormentata, con i capelli arruffati e un’aria poco sveglia. A stento  riusciva a tenere gli occhi aperti. Eichi non aveva il tempo di farla riprendere, ne tantomeno di spiegarle la situazione per intero. La prese per mano e la strattonò in camera sua. Mary era l’unica a possedere un computer.  Doveva assolutamente accedere al sito della casa discografica da lì sarebbe potuto risalire alle ultime news. Dietro l’ansia e la preoccupazione si nascondeva il presentimento che il suo tempo con Mary era ormai giunto al termine.
«Eichi cos’hai? E’ successo qualcosa?» domandò ancora frastornata, una volta che furono nella sua stanza.
«Ho bisogno di usare il tuo computer…» le spiegò sintetico con un viso pallido e impensierito. Mary aveva capito che doveva essere successo qualcosa di grave. Senza aggiungere altro si sedette alla scrivania e lo accese. In silenzio attesero l’avvio del sistema operativo. Mary inserì la password e aprì il programma di navigazione.
«cosa devo cercare?» gli chiese diretta.
«Ho bisogno che accedi al sito della Kings Record…»
«Come al sito della Kings Record? Non avevi detto che per tutta la tua permanenza volevi tenerti lontano da… beh, insomma, hai capito. Come mai adesso vuoi controllare il sito della tua casa discografica? Non sarà successo qualcosa!» Mary aveva troppa paura. Paura che se fosse successo qualcosa in Giappone Eichi sarebbe dovuto partire immediatamente. L’idea la terrorizzava. Non aveva ancora preso una decisione e inevitabilmente sentiva che il momento per compiere la sua scelta era ormai prossimo.
« Ho la sensazione che in Giappone la situazione si stia complicando per causa mia…»
«complicando?». Mary sentiva la sua mano tremare guidare titubante il mouse, il cursore era fermo sul collegamento al sito ufficiale. Quella sarebbe stata la fine di tutto. Era un presentimento troppo evidente per poter far finta di nulla. Con un click quel bel sogno sarebbe sfumato.  Tentennò per pochi secondi ancora. Poi infine si decise ad aprire la pagine web.
In primo piano c’era proprio la notizia che interessava Eichi.
Il giovane cantante giapponese sfilò il mouse dalla mano incerta di Mary e iniziò a scorrere i vari articoli, in apprensione.
Non è possibile allora è proprio come pensavo. In attesa del mio ritorno gli altri sono usciti con dei singoli per ingannare l’attesa. Si sono impegnanti per tutto questo tempo in modo da coprire la mia assenza.” Il pensiero del duro lavoro che avevano dovuto sopportare per colpa sua lo fece sentire colpevole ed egoista come mai prima.
“Perché Roberto non mi ha detto nulla? Avevo il diritto di essere informato di questa storia…”
«Eichi tutto bene?» chiese Mary interrogativa, osservando il suo volto preoccupato. Ovviamente l’articolo era scritto in ideogrammi giapponesi e per lei era impossibile decifrarlo. Dalla sua espressione ansiosa era chiaro che fosse successo qualcosa di poco piacevole in Giappone.
Eichi non le rispose, ma riprese a scorrere le varie notizie dal sito internet. Dopo aver esaminato da cima a fondo le news, fece partire un video. Risaliva a poco dopo la sua partenza, la data era riportata in basso a destra. Fu l’unico dettaglio che Mary fu capace di decifrare. Era una conferenza stampa. I BB5 erano al completo, cosa insolita visto che lui in Giappone non c’era. Allora chi era quel ragazzo che aveva preso il suo posto?
Mary rinunciando a una risposta iniziò ad esaminare il video insieme con Eichi. Quelli dovevano essere i BB5 al completo. Grazie alla descrizione che le aveva fatto Eichi non fu troppo difficile riconoscerli. C’era Rio, Daisuke, JJ e Hiro.  Ma come era possibile che ci fosse anche Eichi tra loro? Lui in quel periodo era in Italia. Forse era per questo che Eichi era preoccupato?
«.. cosa diamine significa?» sbottò alla fine Eichi.
Al centro un ragazzo con le sue stesse fattezze se ne stava in silenzio con un enorme paio di occhiali scuri sul viso, mentre Rio e Daisuke rispondevano diligentemente alle domande dei giornalisti. L’unica cosa che non passava inosservata di quel ragazzo taciturno era un leggero tic nervoso. Non faceva che battere  ripetutamente le dita sul tavolo della sala stampa.
«…ma quello… no, non è possibile!» Eppure quel movimento per Mary era fin troppo famigliare.
«cosa non è possibile?» chiese Eichi interrompendo il suo silenzio meditativo.
«niente è solo che quel tic è lo stesso che ha mio fratello quando è sotto stress. Ma alla fine sono solo mie stupide supposizioni. Non penso possa essere lui..  me lo avrebbe detto… tra di noi non ci sono segreti.»
«..c’è un solo modo per scoprirlo..» Mary tornò a confrontarsi con quegli occhi tristi e preoccupati.
«Mary, io devo tornare in Giappone…»
Eccolo il momento tanto demandato era arrivato.
 
 
Mary era in camera sua. Il cuscino nel quale affondava il suo viso era ormai fradicio delle sue lacrime. Eichi aveva già fatto i biglietti per entrambi, nel caso lei avesse cambiato idea. Con o senza di Mary sarebbe partito dopo sei giorni.
“Cosa devo fare? Forse posso davvero andare in Giappone con lui…”. Mary si sollevò rimettendosi seduta. Aprì il primo cassetto del suo comodino e tirò fuori un passaporto nuovo di zecca. Lo aveva fatto senza dir nulla ne a suo padre ne a Eichi.
Se decideva di partire avrebbe dovuto rinunciare a molte cose. Non si sarebbe potuta laureare, non avrebbe partecipato alla mostra e avrebbe lasciato non solo suo padre ma anche tutti i suoi amici. Il suo cuore e la sua mente seguivano direzioni opposte. Voleva davvero agire senza pensare alle conseguenze ma non ci riusciva. Poteva davvero pensare di andar via proprio quando la sua vita aveva ripreso a funzionare?
Eppure in cuor suo sapeva che se aveva trovato la forza per ripartire era grazie a Eichi.
Chissà se sarebbe riuscita ad andare avanti anche senza di lui.
Il pensiero di non poterlo avere più vicino a se la confondeva e intimoriva.
Qualcuno bussò alla sua porta. Nascose il passaporto sotto il cuscino.
«avanti…»
Ad entrare fu Luigi. Tra le mani stringeva un enorme pacco.
«Mary è arrivato questo per te…» le disse lasciandoglielo sul letto.
«Grazie…» l’uomo le sorrise muovendosi verso la porta.
«Papà, posso parlarti?» l’imponente e barbuta figura di Luigi, si voltò verso di lei accondiscendente, come se già intuisse quali fossero le preoccupazioni della figlia.
«certo..» le si sedette accanto.
«…papà, io devo confessarti una cosa…» iniziò evitando il suo sguardo imbarazzata.
«…so già tutto.»
«come sai già tutto?»
«sarò anche vecchio, ma non sono poi così rimbambito!»
«…la colpa è solo mia, Eichi voleva dirtelo ma ho insistito io perché non lo facesse.. avevo paura che tutti si abituassero all’idea di noi come coppia e non volevo che una volta partito, tutti iniziaste a preoccuparvi per me… la cosa mi avrebbe solo fatto sentire peggio… spero tu possa capire e perdonarmi..» confessò con gli occhi lucidi.
«immagino quindi che tu non lo abbia detto nemmeno ad Angela…»
« ne a lei ne a Marco…»
«Ormai sei abbastanza matura per compiere le tue scelte, e un genitore in fondo non giudica mai i propri figli. Tutto quello che può fare è offrirgli i propri consigli, poi la scelta spetta a loro. Quello che voglio dirti è che per esperienza mentire non porta mai a nulla di buono… chi ti vuole bene avrebbe capito le tue motivazioni proprio come sto facendo io in questo momento. Non avresti dovuto nascondere la vostra storia ad Angela e a Marco. Le menzogne anche se dette a fin di bene posso ferire i sentimenti della gente…»
«perché mi dici questo?» gli domandò confusa
Luigi prese il pacco e glielo passò. Il mittente era Marco.
«Credo che qualcuno abbia nascosto quello che prova per troppo tempo… ora credo sia arrivato il momento di dirgli la verità…» Mary osservò quella scatola sospesa davanti ai suoi occhi. Era davvero molto confusa.
«Papà, io…» Mary incrociò gli occhi impazienti del padre.
Come gli dico che voglio partire con lui? Che anche sua figlia vuole abbandonarlo?”
«cosa c’è?» la spronò con dolcezza.
«…nulla. Solo, cercherò di fare come mi hai detto.»
Luigi le sorrise scompigliandogli premuroso i capelli. Dopo uscì lasciandola sola.
Mary riprese il passaporto dal sotto il suo cuscino.
“Non credo troverò mai il coraggio di andare via da qui…”
 
Luigi era fermo davanti quella porta.
“Mary ti ho già detto che non sono un vecchio bacucco. So già quali sono le tue vere intenzioni, ma non ce la faccio proprio. Se ti confessassi che ho capito anche questo, sarei costretto a lasciarti andare e francamente non penso di sopportare anche la tua partenza. Mi dispiace, figlia mia, hai un padre egoista che non vuole perderti.”
 
Eichi uscì proprio in quel momento dalla sua stanza. Luigi capì che non aveva altre soluzioni. L’unico su cui poteva fare pressioni era Eichi.
«Ragazzo possiamo parlare?» lo richiamò
«certo» il più anziano gli fece segno di seguirlo.
Erano nel suo piccolo studio. Alle pareti erano appese molte foto di Mary e Andrea.
«scusami, so che sei impegnato con i preparativi per la tua partenza…»
«si figuri, per parlare con lei ho sempre tempo» lo rassicurò guardandosi intorno curioso. La sua attenzione cadde proprio su una foto di famiglia. Sembrava recente.
«quelli siamo noi un anno fa…» gli spiegò Luigi avvicinandosi al quadro.
«Mary assomiglia molto a sua madre» notò incuriosito il più giovane.
«si lo so…» gli occhi di Luigi per pochi istanti si tinsero di nostalgia. subito dopo cercò di cambiare discorso.
«Eichi in realtà ti ho chiamato proprio per parlare di Mary…»
«ah, si?»
«so tutto della vostra storia, non posso dire che la cosa mi abbia reso molto felice.»
«mi dispiace so che avrei dovuto chiederle il permesso…»
«non è per questo che la cosa mi ha rattristato.  La verità è che immaginando che prima o poi il  momento della partenza sarebbe arrivato, mi sono preoccupato che Mary potesse soffrirne.»
«Io non ho mai voluto far soffrire Mary. In un certo senso ci siamo preparati a questo momento, quindi non si deve preoccupare..»continuò Eichi ostentando una sicurezza poco convincente.
«proprio come pensavo, alla fine l’incosciente non è solo mia figlia.»
«cosa?»
«Eichi, so che mia figlia vuole seguirti in Giappone. Non chiedermi come ho fatto a scoprirlo. Conosco bene Mary. Sai benissimo che non posso impedirglielo. Non è più una bambina. Per questo voglio chiarire due cose con te prima di lasciarla andare. Sei consapevole che venendo con te in Giappone lei si ritroverebbe spaesata in un posto dove non conosce nessuno e in cui tutti parlano una lingua a lei sconosciuta?»
«non sarebbe sola ci sarei io a prendermi cura di lei…»
«anche quando sarai in tournée o in giro per qualche promozione?»
«la porterei con me»
«e così le precluderesti ogni possibilità di coronare anche i suoi di sogni? Laurearsi, avere un lavoro e realizzarsi? La lasceresti diventare solo l’ombra dietro la tua luce?»
«questo non accadrebbe mai…»
«ne sei sicuro? Dovresti sapere meglio di me che il tuo mondo è complicato. Tua madre ha sofferto proprio a causa delle pressioni dettate dalla vita che tuo padre conduceva in Giappone sei sicuro che non feriresti nello stesso modo anche Mary?»
«Io non sono come mio padre non l’abbandonerei mai…»
«Sono convinto che neanche lui volesse abbandonare tua madre, eppure è stato costretto a farlo. Sai che non è di te che dubito ma di quello che sei per gli altri nel tuo paese. Vuoi davvero che lei prenda distanza dai suoi affetti solo per un tuo capriccio, le lasceresti dire addio alla sua vita senza neanche aver pensato prima ad abbandonare tu la tua?»
«io…io..» Eichi tentennava.
Come ho fatto a pensare che la vita di Mary fosse l’unica sacrificabile. Perché non ho pensato minimamente al fatto che avrei potuto fare anche io lo stesso? Come ho potuto essere così egoista?”
Luigi aveva ragione.
«Come vedi, non sei tu che non puoi abbandonare la tua vita ma la tua vita che non può abbandonare te. Hai troppe persone che contano sul tuo lavoro. Ti capisco e per questo non posso biasimarti.»
«Mi sta chiedendo di dissuadere Mary dal venire con me in Giappone?»
«Eichi, mi dispiace ma non voglio che mia figlia soffra più di quanto non abbia già fatto qui..»
«capisco…»
 
 
 
 
GIAPPONE
 
 
Dietro le quinte i truccatori e tutto lo staff si davano un gran da fare, spostandosi caoticamente da una parte all’altra dello studio televisivo. Yori li osservava muoversi con sicurezza compiendo azioni pressoché ripetitive come automi inespressivi. La seriosità delle loro espressioni non lasciava trasparire ne stanchezza ne nervosismo. Si muovevano con passo sicuro da un artista all’altro. Era seduta in un angolo e a breve sarebbe stato il suo turno. Stringeva nervosamente le mani a pugno cercando di mascherare l’ansia.
Era una sensazione nuova. No che non avesse mai cantato prima di allora ma quella era la prima volta che si esibiva con un pezzo scritto interamente di suo pugno. Quelle parole venivano direttamente dal suo cuore e condividerle in quel modo era come rendere pubblico qualcosa di intimo e personale, stava per confessare tra le righe di quella canzone il suo amore per Rio. Se lui non era capace di fare un passo nella sua direzione lei ne avrebbe fatti due per entrambi. Non poteva rinunciare a lui. Nella sua vita aveva sempre lottato fino all’estremo e anche questa volta non sarebbe stato diverso. Sapeva che anche lui provava lo stesso sentimento che la dilaniava giorno dopo giorno, e doveva solo fargli capire che lei lo sapeva e che non si sarebbe mai arresa.  Si portò tremante una mano al petto per  rassicurarsi nella solitudine dei suoi pensieri. Il suo sguardo si fece carico di una sicurezza nuova.
Nel profondo sperava davvero che anche questa volta la sua voce potesse toccargli il cuore come  quel giorno nello studio del signor Otzuki. 
Yori sapeva che Rio stava mantenendo le distanze per difenderla ma lei non aveva bisogno di essere difesa se questo voleva dire rinunciare all’unico amore della sua vita.  Rio nella sua vita aveva rinunciato a molte cose pensando al bene degli altri chiudendosi nella solitudine di una vita fredda e priva di calore. Se Rio era stato abituato a rinunciare lei invece aveva imparato a lottare, era per questo che non poteva rinunciare a lui così facilmente. Insieme avrebbero affrontato le conseguenze della loro storia. Yori era pronta a tutto, ora spettava a lui decidere se rinunciare anche questa volta o lottare affrontando le conseguenze dettate dai suoi sentimenti. Finalmente aveva l’occasione di dirgli ciò che aveva trattenuto quella sera sotto la fitta pioggia invernale. Il vero amore non conosce orgoglio e Yori finalmente lo aveva capito. Non importava quanto stupida sarebbe sembrata insistendo ancora una volta. Avrebbe continuato anche se lui continuava a calpestarla lei si sarebbe rialzata e avrebbe continuato a lottare. Lei doveva provarci ancora una volta.
I suoi pensieri furono distolti da una voce che la richiamava a distanza. Si girò in quella direzione e vide JJ andargli in contro. Con lui c’erano tutti compreso Andrea travestito da Eichi. erano tuttimo molto eleganti. L’unico in ritardo era Rio. Yori lanciò uno sguardo malinconico al gruppo prima di salutarli calorosamente.
«Beh, come ti senti? Alla fine ti sei decisa a cantare quella canzone?» le domandò leggermente preoccupato JJ.
«si…» proseguì laconica Yori, mentre continuava a guardarsi intorno.
«Rio, era con il signor Marini tra poco dovrebbe raggiungerci…» intervenne Daisuke cercando di rassicurare la ragazza.
«capisco…»
«Yori, va tutto bene? Sei così pallida!» intervenne Andrea avvicinandosi premuroso alla giovane cantante, aiutandola a prendere posto su una sedia li vicino.
«a dire il vero sono un po’ agitata.. è la prima volta che canterò da sola e poi oltretutto un pezzo scritto per intero da me… non so se piacerà…»
«vedrai che andrà benissimo…» la rassicurò anche Hiro, porgendole un bicchier d’acqua, preso da una di quelle macchinette da ufficio.
«grazie ragazzi, le vostre parole mi fanno sentire molto meglio, anzi a proposito Hiro quando tornerà Misako? Non ho avuto ancora il piacere di incontrarla…»
«tra quattro giorni…» le rispose conciso mentre tornava a isolarsi dal gruppo. Hiro era fatto così. Ogni volta che si parlava di Misako si chiudeva in se stesso. Yori aveva capito che le cose tra loro erano molto più complicate di quanto potessero sembrare.
Accerchiata dai quattro ragazzi Yori non poté notare Rio e il signor Marini avanzare nella loro direzione.
«Bene ragazzi, devo comunicarvi un breve cambio di programma…» intervenne il manager del gruppo richiamando l’attenzione del piccolo gruppetto.
Yori a quella voce sobbalzò sollevandosi di scatto, mentre gli altri quattro componenti si voltarono verso il Signor Marini. In quel momento Yori incrociò impacciata per pochi istanti lo sguardo sostenuto di Rio. Lo stesso trattenne quello scambio solo per pochi secondi poi tornò a ignorarla.
«Zio cosa vuol dire?» chiese sconcertato JJ.
«Il direttore vuole che cantiate un medley dei vostri brani migliori e che con voi canti anche Yori…»
«cosa…?» Yori era a dir poco sconvolta. «ma non conosco le coreografie…» improvvisò in ansia.
«per quella ti basterà imparare qualche semplice mosse per il resto seguirai quello che fanno loro… per i testi immagino tu li conosca..» la rassicurò uno stanco signor Marini.
«io…» provò ad insistere.
«mi dispiace piccola ma sono direttive che vengono da su. Preparati, dopo la tua performance, ti esibirai con loro…» concluse il signor Marini prima di allontanarsi dal gruppo era pallido e sembrava invecchiato di 10 anni in un sol colpo. Andrea guardava la stremata figura del loro manager allontanarsi lentamente quasi trascinandosi fino ai bagni.
Daisuke si avvicinò premuroso a Yori posandole amichevolmente una mano sulla spalla «non preoccuparti c’è ancora tempo prima che abbia inizio la tua esibizione ti mostrerò pochi passi e vedrai che saranno così semplici che li imparerai in un baleno…» la consolò Daisuke.
«grazie…» continuò malinconica.
«questa è la scaletta…»intervenne Rio mostrando l’elenco dei brani al gruppo. Yori l’osservava taciturna cercando di leggere nei suoi occhi scuri e indifferenti qualche segno di incertezza e debolezza. Qualcosa che potesse dare speranza. Il ricordo di quella notte era limpido nella sua mente, quel bacio e quelle carezze non se le era sognate. Se era corso da lei in quel modo era perché l’amava e allora perché insisteva col dimostrarle il contrario?
In quel momento notò un piccolo cerotto sulla sua fronte e le nocche della sua mano destra leggermente arrossate. Per lui che ci teneva molto alla perfezione vedere il suo corpo ridotto in quella maniera era qualcosa che cozzava con il suo carattere, serio e posato. Il presentimento che fosse stato causato dalla colluttazione di quella sera la raggiunse immediatamente. Rio sembrò leggere nei pensieri della ragazza quella incerta intuizione così decise di allontanarsi con una scusa. Yori fece per raggiungerlo ma fu bloccata da Daisuke. Prima di andare dovevano preparare i passi della coreografia e avevano davvero pochissimo tempo.
Rio era uscito per fumare una sigaretta, non che lui fosse un fumatore incallito, fatto sta che la nicotina era diventata un facile rimedio contro l’ansia. Un membro dello staff gliene aveva passata una senza troppe storie.
Dei passi rapidi alle sue spalle lo fecero risalire. Era JJ lo aveva raggiunto per comunicargli l’inizio delle riprese. Ma lui per il momento non aveva alcuna voglia di raggiungere il gruppo. Vedere Yori ogni volta gli procurava un dolore immenso. Se poteva rimanergli lontano tanto meglio.
«Rio, credo che dovresti venire di là adesso, tra poco sarà il turno di Yori.»
«un motivo in più per rimanere qui…» disse gettando la cicca della sigaretta per terra calpestandola energicamente con il suo mocassino nero tirato a lucido.
«perché devi comportarti in questo modo? Non capisci quanto importante sia questa canzone per lei? Ha bisogno di sapere che tu sarai lì ad ascoltarla. Perché il tuo orgoglio deve spingersi così lontano?»
«..JJ lasciami in pace, non ho proprio voglia di discutere con te»
«e invece adesso discutiamo… hai davvero intenzione di lasciar andare anche lei senza lottare?»
«…cosa vuoi dire con “anche lei”?» lo squadrò incerto il più grande.
«Rio, so di quello che hai sempre provato per Misako…»
«cosa?» era la prima volta che JJ vedeva lo sguardo sconvolto di Rio. In quel momento il dubbio di aver esagerato lo assalì sconvolgendolo. Tanto valeva confessare tutto ormai.
«…ricordi dopo il nostro concerto a Osaka? Bevemmo tutti come delle spugne per festeggiare il nostro successo. In quella occasione confesso di aver fatto finta di bere. Così mentre tutti erano crollati esausti, tu ti appartasti sul divano accanto a me e diventasti improvvisamente malinconico così tanto che iniziai a preoccuparmi fu in quel momento che confessasti tutto alla persona più vicina che guarda caso ero io… in realtà in quel momento ho odiato la falsità con cui nascondevi i tuoi veri sentimenti a Eichi… un vero amico non dovrebbe avere segreti di quel tipo… dopo però ho compreso che se avevi lasciato perdere era perché la tua amicizia per mio fratello era davvero sincera.
Allora cercai di comprenderti proprio come ho fatto all’inizio del tuo litigio con Yori ma adesso vedendo come ti comporti credo che a sbagliare sia solo tu.
Sai qual è la cosa che capisco meno di tutte? Il perché tu stia rinunciando anche a Yori nello stesso modo con cui hai rinunciato a Misako. Non sarà che adesso come allora l’unica persona che non vuoi ferire, in realtà, è te stesso?»
Rio senza aggiungere nulla alle parole dell’amico lo superò incollerito. JJ lo fermò appena in tempo. La sua mano era ferma mentre teneva stretto il ragazzo altro e slanciato con giacca e papillon.
«non scapperai dai tuoi sentimenti anche questa volta Rio. Perché in questo caso il tuo comportamento non ferirà solo te stesso ma anche Yori e io non posso permettere che accada…». Rio si divincolò dalla presa dell’amico.
«Pensavo che avessi capito che sto facendo tutto questo solo per proteggerla…»
«proteggerla un corno… queste sono solo scuse e tu lo sai bene»
«pensavo che vista la tua storia con Akiko tu avresti capito quanto dura sia la vita per chi decidiamo di amare… »
«proprio perché lo capisco mi sento in dovere di ricordarti che in entrambi i casi, sia che tu torni da lei che se deciderai di lasciarla per sempre, lei soffrirà ugualmente. L’unica cosa che devi decidere adesso è se vuoi comportarti da codardo e lasciarla soffrire da sola o comportarti da uomo e starle vicino anche se questo vorrà dire vederla soffrire e soffrire con lei. Io ho preso la mia decisione, ora sta a te scegliere che strada intraprendere… quella di una codarda ma confortante solitudine o quella più rischiosa e imprevedibile dell’amore….»
«Parli proprio come lei… non pensate a quello che succederebbe se venissimo scoperti?»
«Rio è questo il tuo problema, pensi troppo… certe volte bisogna vivere d’istinto. E’ per questo che non siamo mai andati d’accordo!»
«JJ è inutile che insisti ho già preso la mia decisione» Rio si mosse una seconda volta per allontanarsi da quelle verità troppo scomode da accettare. JJ non poteva lasciarlo andare così. Doveva convincerlo a fare un passo verso Yori. Sapeva che a entrambi bastava poco per riavvicinarsi. Così le sue parole tornarono a bloccare la ritirata dell’amico.
«la verità è che hai paura di avvicinare le persone perché hai il terrore che prima o poi ti lascino solo… anche se i tuoi genitori non hanno accettato le tue scelte e se hai perso il tuo primo amore non vuol dire che tutto il mondo ti volterà le spalle. Dalle una possibilità e questa volta ascolta cosa ha da dirti. Non scappare come quella sera in macchina, dai una possibilità alla vostra storia. So che lo vuoi anche tu, altrimenti non l’avresti mai baciata. Combatti per lei e con lei non lasciarla da sola mentre canta al mondo intero quanto è sincero il suo cuore…»
Rio senza raggiungere altro finalmente si rifilò.
JJ sconfitto raggiunse Daisuke. Yori era con lui.
«dov’è…?» chiese la ragazza  con occhi disperati.
«mi dispiace Yori..» proferì sintetico.
La ragazza chinò il capo delusa. Come aveva fatto a sperare che lui le sarebbe rimasto vicino in quel momento?
Daisuke poggiando delicatamente le sue mani forti e confortanti sulle esili spalle di lei, la richiamò dolcemente.
«Yori, non pensarci. Dai il meglio di te su quel palco, noi saremo qui a tifare per te…» le sorrise solare come sempre.
La giovane cantante ricambiò poco convinta prima di allontanarsi.
Le luci su quel palco erano davvero accecanti. Le speaker la stavano già presentando. La traccia strumentale partì all’improvviso. Qualcuno la invitò ad avanzare. Era al centro della pista. Per un attimo la voce le morì in gola. Tanto che i tecnici furono costretti a interrompere l’esecuzione della base.  
“Adesso che faccio?”
Yori era nel panico. Voleva solo scappare. Si sentiva persa e sola.
Aveva bisogno di vederlo e sapere che era lì per lei. Doveva cantare ma per la prima volte non ci riusciva.
“Cosa mi succede?”
Come per cercare una via di uscita si guardò intorno e proprio verso le quinte lo vide. Rio era in piedi immobile con uno sguardo severo e impassibile proprio come quel giorno nello studio del Signor Otzuki, con un impercettibile movimento della testa la incoraggiò ad iniziare. In quel momento una lacrima scese sul candido e incredulo viso di Yori, era tornato non l’aveva lasciata sola. Più sicura raccolse tutte le sue forze e chiedendo scusa al pubblico ripartì.  Lanciò un ultimo sguardo a Rio poi la base riprese e iniziò a cantare.
 
  Adesso non poteva fallire Rio aveva fatto il suo passo verso di lei adesso toccava a lei raggiungerlo con la sua musica.
http://www.youtube.com/watch?v=UNtG_7HBnaU
La canzone aveva un ritmo lento e malinconico. Le parole le uscirono limpide e profonde. Rio più la guardava e più le sembrava bellissima. Sotto le luci di quei riflettori brillava ancora più luminosa. Era la prima volta che la vedeva versare lacrime e per di più per colpa sua. Dopo quanto aveva visto non poteva lasciarla soffrire ancora in quel modo.
Cosa devo fare con te? Ti lascio sola per poco e guarda cosa mi combini! Forse ha ragione JJ devo smetterla di pensare e provare ad agire per una volta nella mia vita, senza pensare troppo alle conseguenze.”
Rio sorrise tacitamente. In quel momento aveva preso la sua decisione: non avrebbe rinunciato all’amore una seconda volta.
Non si sarebbe arreso anche questa volta.  
 
La canzone si era conclusa. Yori corse dietro le quinte ma di Rio non c’era più alcuna traccia. Una costumista la trascinò nel camerino e le fece cambiare l’abito. I suoi capelli erano stati smossi in linee curve e vaporose e l’abito che indossava sostituito con uno bianco davvero molto sensuale. Si sentiva completamente a disagio conciata a quel modo. Poi finalmente qualcuno la venne a richiamare. Era pronta.
I componenti  erano tutti riuniti ma ancora una volta mancava Rio.
«Ma dove diavolo è finito?» si lamentava JJ.
«Non avrai mica esagerata come al solito?» lo riprese Daisuke.
«…non dire sciocchezze io non esagero mai!»
«Ragazzi vado a cercarlo nel caso non sia ancora di ritorno iniziate l’esibizione senza di me…»
«non puoi andare via anche tu…» Daisuke non riuscì a trattenere con le sue parole il giovane aspirante manager che nel frattempo si era già rifilato allontanandosi dal gruppo in apprensione.
Erano rimasti in quattro: Hiro, Daisuke, JJ e Yori che li aveva appena raggiunti.
Una voce in lontananza catturò poco dopo la loro attenzione.
“Questa canzone è dedicata a una persona molto importante. Lei capirà.”
I quattro senza dirsi nulla si sporsero oltre le quinte. Sul palco c’era Rio.
«Ma cosa cavolo sta facendo?» si meravigliò Daisuke.
Alle spalle li raggiunse il signor Marini.
«scusate il ritardo ma Rio mi ha chiesto un favore che non mi sono potuto rifiutare»
«e quale sarebbe?» chiese il più giovane.
«tra poco lo scoprirete.»
Yori rimase immobile ad osservarlo mentre serio si muoveva sotto i riflettori dello show televisivo. Che ci faceva Rio sul palco da solo? Non aveva dato loro una scaletta da seguire? Perché improvvisamente aveva stravolto tutto? E poi cos’era quella canzone? Non l’aveva mai sentita prima. Che l’avesse scritta quando si erano lasciati?
Man mano le note si susseguivano in un ritmo vorticoso, con esse le parole di quel brano le mozzarono il fiato. Erano per lei. Le stava confessando il suo amore. Allora era vero, aveva mentito per tutto questo tempo e come lei aveva sofferto in silenzio. Adesso finalmente era tutto chiaro. Rio non aveva mai smesso di amarla.
Rio cantava ed era la prima volta che metteva quello che realmente sentiva in una canzone.
Era stanco di andare avanti in quel modo. Tenendo tutto dentro senza mai trovare il coraggio di reagire.
Aveva deciso di amarla e di confessare il loro amore al mondo intero, le conseguenze le avrebbero affrontate insieme. Quella promessa fatta al signor Otzuki l’avrebbe mantenuta ma a modo suo.
Avrebbe protetto Yori standole vicino e non a distanza come aveva provato a fare per il suo bene. Era arrivato il momento di prendersi la responsabilità dei suoi sentimenti una volta per tutte. Questa volta non sarebbe stato un codardo, non poteva lasciarle provare il sapore della solitudine una seconda volta.
Le parole esprimevano tutto il dolore per la sua scelta e le imploravano perdono. Quando la musica cessò Rio, si voltò stremato verso le quinte. Incrociò serio il volto commosso Yori e il dolce sorriso sul suo volto.
 «perdonami…» furono le sue ultime parole prima di uscire dal lato opposto del palco.
Yori provò ad andargli incontro ma venne bloccata dal signor Marini.
«adesso c’è la vostra esibizione…parlerete dopo» le spiegò comprensivo.
Yori acconsentì. La traccia musicale iniziò e insieme con essa fecero il loro ingresso sul palco Daisuke e Yori. L’esibizione poteva così incominciare. Ognuno dei membri aveva un breve estratto da cantare in duetto con Yori. Dopo Daisuke fu il turno di JJ. Alla fine mancava solo Rio. Yori non sapeva ancora cosa aspettarsi. Era la prima volta che duettavano insieme e soprattutto non aveva la più pallida idea di quali sarebbero stato l’esito del loro incontro, l’unica cosa certa era che i loro sguardi non sarebbero stato più oscurati da mezze verità ma limpidi dei loro veri sentimenti.
Yori attendeva al centro della pista l’arrivo dell’ultimo dei BB5. Rio fece il suo ingresso uscendo attraverso una piattaforma dal basso. Avanzò sicuro nella sua direzione mentre la musica continuava ovattata nelle orecchie di Yori che aveva occhi solo per lui. Avrebbe voluto dirgli tante cose ma le uniche parole a uscirle fuori erano quelle della canzone in scaletta. Contro ogni preavviso la musica fu abbassata. Yori non avendo provato nulla ovviamente era costretta a seguire quello che succedeva senza alcun copione. In quel momento la soluzione che reputò più giusta, a quel cambio di scena, era rimanere immobile. Rio prese ad avanzare nella sua direzione. Il cuore quasi le esplodeva nel petto. Le girò intorno un paio di volte soppesando meditativo e divertito quale sarebbe stata la sua mossa successiva. A Yori non rimaneva altra scelta che lasciare libero spazio a Rio. Così rimase ferma al centro della pista. Rio concluso il suo secondo giro si avvicinò alla giovane cantante cincendole il viso con le sue mani.
“Cosa ha intenzione di fare adesso?”
Quel contatto le fece ribattere il cuore a un ritmo irrequieto. Non aveva la più pallida idea delle sue intenzioni.
Prima che lo stesso potesse recuperare un ritmo regolare avvertì la pressione delle mani di Rio che guidavano con delicatezza il suo viso. In meno di un secondo le loro labbra si incontrarono in un bacio del tutto fuori programma.
“Yori questo è per ringraziarti di non aver rinunciato ad amarmi” Rio le sorrise prima di allontanarla. Yori ricambiò felice.
“questa è la tua risposta. Alla fine hai deciso di rischiare il tutto per tutto per me”.
Completarono l’esibizione sotto gli scatti avidi dei giornalisti intervenuti.

https://www.youtube.com/watch?v=POgT0C0ib9g&feature=youtu.be
Rapidi tornarono dietro le quinte.
Il signor Marini era lì  ad attenderli.
Era serio e preoccupato come non mai.
«Rio, dobbiamo parlare» concluse sintetico quando vide i ragazzi venirgli in contro.
Rio lanciò un ultimo sguardo verso Yori, era evidente che fosse preoccupata per lui. A causa di quel fuori onda adesso si sarebbe creato uno scandalo giornalistico di dimensioni colossali. E tutto perché Rio aveva voluto accontentare una sua richiesta.
Si sentiva colpevole. Rio però con un solo sguardo cercò di rincuorarla prima di allontanarsi in disparte con il loro manager.
JJ notando l’amica preoccupata corse subito verso di lei.
«non preoccuparti Rio sa sempre quello che fa. Avrà soppesato con calma le sue azioni.»
«devo andare a spiegare che tutta questa situazione è solo colpa mia…» spiegò prima di correre da Rio.
JJ non fece in tempo a fermarla.
 
Il signor Marini era serio e preoccupato. Era in una stanza chiusa al pubblico. Dovevano discutere privatamente della questione per evitare che voci sbagliate iniziassero a girare.
«Rio, questa da te non me l’aspettavo proprio. Adesso chi lo spiegherà al direttore?»
Yori nel frattempo aveva avvertito le loro voci. Con cautela si avvicinò alla porta che era appena socchiusa. Stava per entrare e spiegare tutto quando le parole di Rio la fecero esitare ancora una volta.
«Non ci sarà bisogno di spiegare nulla al signor Otzuki.»
«Cosa vuoi dire? era tutto programmato?» domandò sconvolto il signor Marini.
«Aveva bisogno di uno scoop per la stampa e io ho pensato di offrirglielo su un piatto di argento. In fondo Yori è entrata alla Kings Record per questo motivo… »
«quindi il signor Otzuki ti ha chiesto di smentire la cosa e presentare l’episodio come una performance?»
«questo è quello che mi ha chiesto di fare…»
Non poteva credere alle sue orecchie.
Per Rio allora era stata solo questione di lavoro e niente di più. E lei che si era illusa che ci fosse qualcos’altro. Come avevo potuto credere che sarebbe cambiato per lei.
“e pensare che mi sono anche commossa alla sua canzone e che gli ho sorriso come una stupida. Chissà come avrà riso della mia stupida ingenuità!!”
Yori si allontanò in lacrime, voleva solo tornare a casa sua e dimenticare tutto, o forse no. Prima le rimaneva un’altra cosa da fare.
 
Tra il manager e l’anziano membro dei BB5 la discussione non era ancora volta al termine.
«…Zio in realtà non ho intenzione di smentire un bel nulla»
«Rio allora il bacio non era solo finzione?»
«Credo che il signor Otzuki non si arrabbierà più di tanto. dopotutto abbiamo ottenuto  entrambi quello che volevamo. Il signor Otzuki avrà il suo scoop e io potrò riavere al mio fianco la donna che amo. In realtà non vedo l’ora di andare da lei. Quindi, mi dispiace interrompere la nostra conversazione, ma ho una ragazza che mi aspetta.» il signor Marini gli sorrise commosso.
« Sono felice che tu abbia deciso di abbandonare la tua autocondanna alla solitudine. Non sapevo per quanto tempo ancora ti saresti punito per quella omissione. Yori è una brava ragazza e sono convinto che ti ami davvero molto. Solo, non dimenticare che adesso dovrai lottare per entrambi. »
«Non sono mai stato più pronto di così nella mia vita. Difenderò quello che ho conquistato con i denti e le unghie questa volta.» si congedò con un inchino prima di uscire. Era così euforico da non poter ancora credere che tutto fosse reale. Doveva vedere Yori. Ad attenderlo invece trovò JJ.
Con uno sguardo compiaciuto lo salutò. L’altro invece rimase  rigido come un tronco.
«JJ, hai visto Yori?»
Senza degnarlo di una risposta gli mollò un cazzotto dritto in faccia.
Rio cadde sul pavimento.
«non ti azzardare ad avvicinarti più a lei!» lo minacciò furente.
Rio si risollevò dolorante «ehi, ma cosa cazzo ti prende! ti sei forse fumato qualcosa?» si stava ancora massaggiando la guancia dolorante, quando JJ gli voltò le spalle allontanandosi irritato.
Rio lo seguì e lo fermò.
«cosa significa? Non sei stato tu a dirmi di prendere una decisione?»
«ho visto che bella decisione hai preso!        Le mie parole sono state solo fiato sprecato! Pretendi anche che ti dica dov’è! Hai scelto di trattarla come una pedina.  L’hai illusa per ridere di lei e dei suoi sentimenti alle sue spalle come hai fatto con tutte le ragazze venute dopo Misako. Dimmi la verità ti diverte così tanto prenderti gioco dei suoi sentimenti?  Ed è inutile che trovi scuse inutili questa volta! ti ha sentito mentre parlavi con lo Zio»
«quale parte ha sentito?»
«come quale parte?»
«Avrebbe dovuto ascoltare il discorso per intero. Perché deve sempre fraintendere tutto?»
«cosa c’era da fraintendere? a me è sembrato tutto fin troppo chiaro stando a quello che mi ha riferito»
«scusa JJ devo chiarire con lei prima che sia troppo tardi dov’è andata?»
«perché dovrei dirtelo?»
«perché quel bacio non era finto! Non ho alcuna intenzione di smentire i miei sentimenti ancora un volta. Io la amo. Ti prego dimmi dov’è andata»
JJ era ancora abbastanza perplesso.
«cosa devo fare con voi due?» sospirò «credo sia andata alla Kings Record. Credo volesse parlare con il signor Otzuki»
«Grazie!» fece per allontanarsi, ma si bloccò «questo te lo restituirò un giorno!!» disse indicando la sua guancia arrossata. Dopo corse allontanandosi. All’esterno un gruppo di giornalisti lo accerchiarono.
“Perfetto questo era proprio quello che volevo”
 
Il signor Otzuki era nel suo ufficio alla kings Record. Era stato appena trasmessa la diretta del bacio tra Rio e Yori.
“Quel ragazzo… ”
Non completò i suoi pensieri, interrotti da due colpi precisi e sicuri alla sua porta.
«avanti» esordì quasi sovrappensiero.
Yori fece il suo ingresso nella stanza.
«cosa ci fai qui?» le domandò sorpreso il direttore.
«ho un paio di cose da chiarire con lei» le spiegò sintetica richiudendosi la porta alle spalle.
«sentiamo pure…»
«primo io non sono e non sarò mai il burattino di nessuno. Qualsiasi cosa avevate in mente lei e Rio io non ci sto…»
«credimi ciò che avevo in mente io non ha nulla a che fare con ciò che aveva in mente Rio. E’ stato così fin dall’inizio dopotutto.  »
«cosa sta dicendo?»
«Qunado ti chiesi se avevi delle preferenze nel cantare in duetto con uno dei BB5 l'ho fatto per verificare se tra voi ci fosse davvero qualcosa. In quel momento credevo avresti scelto Rio e invece non lo hai fatto. Così ho pensato di aver interpretato male l'interessamento di Rio e così ho continuato a credere che tra voi non ci fosse nulla. Almeno fino a questo momento. Yori, devi sapere che quando gli illustrai la mia intenzione di usarti per intrattenere la stampa lui provò a dissuadermi in ogni modo e alla fine ha cercato di proteggerti come meglio poteva, penso tu sappia benissimo ormai il motivo per cui ha deciso di allontanarti. Francamente allora non avevo capito quanto ti amasse. Ma oggi disobbedendo per la prima volta ai miei ordini credo lo abbia dimostrato ad entrambi… Se non ci credi guarda tu stessa…»
«cosa vuole dire con disobbedire? L’ho sentito con le mie orecchie che quel bacio era stato progettato da entrambi… »
«forse il bacio si, lo era,  ma non questa dichiarazione…»
Così dicendo l’uomo in giacca e cravatta dietro la scrivani fece partire un video sullo schermo del suo pc, ruotandolo in direzione di Yori.
«questo video ormai è già diffuso su tutta la rete, credo sia opportuno che tu lo veda…»
 
Su quello schermo c’era Rio. In primo piano le mani di almeno una dozzina di giornalisti che reggevano avidi e bramosi i loro microfoni. Ogni tanto il volto di Rio diventava pallido per via dei flash delle macchine fotogeniche.
«Ci dica quel bacio era solo una performance televisiva o qualcosa di diverso? La canzone fuori programma ha forse un’attinenza con quello che è accaduto?»Era la voce di un giornalista fuori campo.
Rio serio e autoritario come sempre era ormai allenato a quel genere di pressione mediatica, e sembrava gestire con controllo e moderazione le domande insistenti dei giornalisti. Prese un respiro profondo. In quel momento intorno a lui tutto si fece silenzio a dispetto dei click delle macchine fotografiche insistettero indiscrete.
«Voglio essere chiaro una volta per tutte. Quello che è successo non era una performance, ne uno spettacolo per intrattenere degli spettatori smaniosi. Quello che abbiamo esibito è la sincerità dei nostri sentimenti. So che è stato impulsivo da parte mia agire in quel modo, e per questo motivo chiedo scusa alla mia casa discografica e a chi mi ha dato fiducia per tutto questo tempo, e chiedo scusa ancora di più alle mie fan per aver tenuto nascosta la nostra storia, non avrei mai voluto che  il successo di Yori fosse condizionato dalla mia fama. Mi auguro che questo episodio non crei disagi a nessuno e che le nostre fan continuino a seguirci con affetto ed entusiasmo, come hanno sempre fatto. Questo ci renderebbe molto felici. So che quanto ho fatto potrebbe scatenare situazioni poco piacevoli a chi amo  ma avevo bisogno di dimostrare a Yori quanto l’amo.  Mi auguro che lei vorrà perdonarmi, ho agito senza chiederle il ben che minimo consenso e per questo sono profondamente mortificato.  Yori se mi stai vedendo vorrei poterti dire grazie, grazie perché per merito tuo la mia vita è cambiata. Mi hai insegnato che chiedere scusa alle volte è la cosa più difficile ma anche il regalo più bello che si possa fare, ho imparato che un bacio ha un valore profondo. Grazie a te ho compreso che la solitudine può fare male molto di più quando si ama davvero qualcuno, ho capito che i sentimenti non sono mai scontati e che per noi che amiamo la musica una canzone dovrebbe essere sempre lo specchio dei nostri sentimenti e non delle nostre apparenze. Ma, cosa più importante di tutte, ho finalmente appreso quanto stupido sia stato da parte mia credere di poter andare avanti senza di te. Yori se mi stai ascoltando, voglio che tu sappia che Ti amo, sinceramente, con tutto il mio cuore...». Detto questo si allontanò dai giornalisti che ancora pieni di domande iniziarono a seguirlo. Inserito il casco nero salì sulla sua moto allontanandosi rapido da quella folle inferocita.
«cosa…» a Yori le parole le morirono in gola.
«Yori, come vedi io e Rio avevamo intenzioni diverse fin dall’inizio. Ti ama tanto da sfidare me e mettere a rischio la sua stessa carriera. Dopo questa  dichiarazione possiamo dire che il gioco è stato aperto e le pedine volendo o dolendo dovranno scendere in campo. Sarà dura lottare contro la stampa e tutti coloro che vorranno affondarvi. Farò il possibile perché questo non accada.»
Yori non aggiunse nulla alle parole del direttore era ancora visibilmente risentita nei suoi confronti perché le aveva mentito e soprattutto perché per colpa sua si era sentita manipolata. Semplicemente aprì la porta ed uscì.
“Quella ragazza mi odierà per molto immagino…” furono i pensieri del signor Otzuki prima di tornare a riflettere su quello che avrebbe dovuto fare per rimediare al fuori onda di Rio.
 
“Quello scemo come si permette di fare certe dichiarazioni in diretta televisiva!!! grrrrr…. se lo prendo giuro…giuro… giuro…”
Yori era ormai fuori dalla Kings Record. stava per attraversare la strada e raggiungere l’altro lato della carreggiata quando si sentì tirare da un braccio tanto improvvisamente che a momenti non perdeva l’equilibrio. Una macchina le passò a pochissimi centimetri di distanza, se non si fosse scansata l’avrebbe sicuramente presa in pieno. Ora che osservava bene il semaforo pedonale era rosso. Come aveva fatto a non notarlo.
“Tutta colpa di quello stupido…”
«si può sapere dove hai la testa?» quella voce l’avrebbe riconosciuta tra un milione.
«io? senti chi parla!!!» disse voltandosi verso Rio liberandosi dalla sua presa ancora una volta salvifica.
«Non imparerai mai..» stava per ribattere ma le parole le morirono in gola ancora una volta.
I due rimasero in silenzio. Yori faceva l’impossibile per evitare il suo sguardo. Se ripensava alle  parole che aveva usato in quell’intervista e al fatto che tutti in Giappone l’avessero sentite sprofondava nell’imbarazzo più totale.
«Yori perché sei scappata?»
«Ho sentito quello che hai detto ai giornalisti…» continuò in imbarazzo, come se non avesse fatto caso alla domanda di Rio.
Lo stesso sogghignò compiaciuto.
«Visto che adesso non scappi immagino ti sia piaciuto il mio intervento…»
«piaciuto? Tu sei proprio fuori di zucca… con che faccia potrò mai risalire sul palco…».
«Si sono pazzo e sono diventato così per colpa tua. Quindi adesso mettiti una mano sulla coscienza quello che è successo è stato causato anche da te… cos’era quella canzone…?»
Yori non poteva credere alle sue orecchie. Adesso la colpa era sua? E poi perché adesso tirava in ballo quella canzone? Era stata umiliata già a sufficienza per quella sera. Doveva proprio infierire in quel modo?
Stava per ribattere ma Rio la bloccò tirandola a se e baciandola avidamente. Dopo un tempo che Yori reputò indefinito riconquistarono in imbarazzo le distanze.
«Non dire niente no ribattere come al tuo solito… dimmi soltanto che mi ami e io sarò tuo a qualsiasi costo.»
Yori era così felice di sentirsi dire quelle parole. Con un movimento lento ma sicuro gli sfiorò una guancia.
«Rio promettimi che non ci lasceremo mai. Che resisteremo a tutto…»
«te lo prometto…» completò Rio e cingendole il capo con le sue mani avvicinò il viso di lei al suo. Erano a pochi centimetri l’uno dall’altro. Le punte dei loro nasi si sfiorarono dolcemente.
«Yori ti amo… MI DISPIACE per tut..» Yori mosse un dito sulle sue labbra zittendolo.
« Zitto! Adesso parlo io… credo tu abbia parlato anche troppo per questa sera.» le sorrise. Rio acconsentì ricambiando a sua volta quel sorriso luminoso.
« Prima di conoscerti credevo di poter andare avanti da sola. Che vivere così mi andasse bene. Ma da quando sei arrivato la mia vita è cambiata. Non so come l’hai riempita. Quando sei andato via credevo  sarei tornata a stare bene come un tempo ma non è stato così. Mi hai lasciato un vuoto troppo grande e qualsiasi cosa facessi non riuscivo a colmarlo. Sò benissimo di aver sbagliato di essere stata troppo egoista… purtroppo ho imparato a mie spese cosa vuol dire fare questo lavoro e ritrovarsi introno persone che pensano di poter fare di te quello che vogliono. Quello che volveo dirti è... GRAZIE… di aver ascoltato quello che il mio cuore aveva da dire… adesso non ho più paura dei miei sentimenti. RIO... TI AMO e non voglio più vivere senza di te anche se sei un brutto e antipatico pallone gonfiato…». Riole sorrise tirandola a se e avvolgendola stretta tra le sue braccia.
«anche io TI AMO piccola e imbranata cacciatrice di guai»
Ecco ancora una volta l’amore aveva cambiato due persone. 
https://www.youtube.com/watch?v=NXF-kQVLbyE&feature=youtu.be
   
 
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