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Autore: scImMIA    01/09/2008    7 recensioni
Dall'alto della navicella non potevo nemmeno lontanamente immaginare che le cose sarebbero andate diversamente ...
Dopo i tre anni di attesa ero tornato per aiutarti a combattere i cyborg, per conoscerti, per scoprire chi eri per la mamma e cosa saresti diventato per me ... per me, che non ti avevo mai avuto al mio fianco ...
Ma le cose sono cambiate così tanto e così all'improvviso ... Papà, nel mondo in cui vivi, io non sono mai nato.
Adesso basta ciondolare e seguitemi! Mi raccomando, leggete e recensite! Vi sfido ad arrivare alla fine! XD Un bacione a tutti da scImMIA.
E' STATO INSERITO UN NUOVO CAPITOLO, IL N°88!
Genere: Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bulma, Trunks, Vegeta
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ciao! Purtroppo oggi non ho il tempo per salutarvi uno ad uno quindi sarò costretta ad essere sbrigativa ... sorry.
Ringrazio coloro che hanno recensito il capitolo scorso ovvero:

Vegeta4ever; folg_89; Rory_Kaulitz; Angelo Azzurro; Juu_nana; Anim Skywalker; ka93; Pepesale.


In una recensione ricevuta mi è stato comunicato che la mia storia stà diventanto pesante da leggere ... la cosa mi e dispiaciuta molto perché non volevo ciò. In ogni capitolo ogni pezzo serio l'ho sempre intervallato con uno più leggero (nello scorso ad esempio il pezzo di Bulma non era alleggerito dalla baruffa tra Goku/Chichi e Vegeta?) in tal caso è ovvio che non posso scrivere sempre e solo stupidaggini perché altrimenti mi metterei a fare una fic dememziale ... Forse ho utilizzato troppo spesso giri di parole ma c'è una cosa che mi ha lasciato il male più grande: se era una cosa che si notava da parecchio, perché nessuno mi ha detto niente al momento giusto? Se avessi saputo avrei alleggerito facendo meno fatica e sicuramente ottenendo un risultato migliore.
Le recensioni servono anche per dare consigli (come questo) quindi non abbiate timore di crearmi dei dispiaceri: se è per aiutarmi a scrivere meglio tutto è ben acetto ma preferirei che fosse detto anche subito.

Vi lascio al capito sperando che vi piaccia anche se è quello che è. Domani (02-09) è il compleanno mio e di mia sorella Bea (che nel sito ora è sotto il nome di "LostieBosti_") ... Pretendiamo gli auguri U.U ............ XD

Un bacio a tutti e grazie per il continuo sostegno.
scImMIA

 

 

 

 

CAPITOLO 70
- LEZIONE DI VOLO -


Mentre Chichi era alla Capsule Corporation, a casa Son il momento era alquanto di stallo direi: Goten zompettava da una parte all'altra della casa, io rimanevo seduto sul divano ad aspettare chissà cosa mentre anche Gohan aspettava qualcosa (o qualcuno) mentre osservava al di là della finestra del piccolo soggiorno.
Il Son più piccolo all'improvviso, ma comunque dopo aver marchiato l'intera casa con le improntine dei piedi, si buttò a peso morto sul divano dove stavo rischiando di colpirmi con le gambe. Ficcò con prepotenza la testa con i capelli scompigliati in mezzo ai cuscini dello schienale e sbuffò un paio do volte « Fratellone io mi annoio! ».
Gohan, che sembrava poco interessato al fratellino, gli disse semplicemente di trovarsi un qualche svago purché non arrecasse danni alla casa già sporca perché in seguito, quando la madre avrebbe visto quel purpurrì di orrori sotto il suo tetto, avrebbe sgridato maggiormente il primogenito del secondo poiché stava al primo tenere maggiormente d'occhio il più piccolo. Goten però continuò a lagnarsi e nel mentre osservavo le sue gambette che si muovevano agitate perché guidate da un senso di scocciatura tremendo: niente è peggio della noia secondo me.
Poi, di colpo, come un fulmine a ciel sereno, mi balenò in mente un'idea che poteva essere sfruttata per fare passare un po' il tempo. Mi voltai verso il mio "quasi" coetaneo e riuscii ad attirare la sua attenzione con un richiamo « Stai aspettando quella ragazza vero? ». Gohan perse immediatamente quell'aria seria che l'aveva caratterizzato per tutto il tempo in cui era rimasto ad osservare il paesaggio in attesa che intravedesse il fantomatico elicottero giallo e iniziò a sorridere impacciato mentre con una mano si grattava la nuca ... azione vista già parecchie volte « Beh, sì. Videl deve venire per le lezioni di volo che le devo impartire. Te ne avevo parlato no? ».
Annuii ricordando perfettamente ciò che mi aveva detto un po' di tempo prima. Voltai lo sguardo verso Goten che era ancora posizionato come uno struzzo sopra a quel divano ed afferrai con una mano la sua caviglia sinistra. Tirai un poco il braccio facendo in modo che la testa imbucata uscisse allo scoperto dopodiché lo lasciai libero. Il bimbetto mi osservò stranito ma ancora poggiato a peso morto su di quel supporto chiaro e morbidoso ...
« Hei Goten ... » iniziai con un sorriso sul volto « ... Visto che Gohan starà con Videl perché le deve insegnare a volare, ti andrebbe che ti insegnassi io la tecnica del volo? ».
Il bimbo si mise seduto non staccandomi gli occhi di dosso mentre la bocca aperta sembrava una perfetta pista d'atterraggio per i piccoli insetti. Passarono pochi istanti nei quali le piccole labbra si piegarono in un largo sorriso, i pugni si chiusero ermeticamente mentre la piccola ma già potente aura sayan iniziava già a scatenarsi in quell'esserino « SI'! Voglio imparare! » gridò all'improvviso spinto da una forza irrefrenabile: saltò in piedi sul divano e alzò il pugno chiuso destro verso il cielo come in segno di vittoria mentre gli occhi assumevano la forma ad archetto che vedevo perennemente sugli occhi di nonna. Il bimbo saltò poi giù iniziando poi ad esultare e a saltellare attorno al fratello come se questo non fosse stato altro che un totem da adorazione. Gohan osservò perplesso il fratellino che ogni secondo gridava "Imparerò a volare"/"Saprò volare anch'io" e soltanto quando il piccolo cambiò area di salto mi espose il suo leggero disappunto: « Goten è un bambino difficile da gestire sai? Non se ne stà fermo un secondo ... Sei sicuro di volergli fare da maestro Trunks? ».
Mi alzai in piedi e mi stirai le braccia tirandole appena verso l'alto « Non ti preoccupare, so quello che faccio e poi sarà anche un modo per conoscerlo meglio ».
Il moro alto posò le mani ai fianchi e si voltò completamente verso di me « Guarda che mentre faccio da insegnante a Videl potrei aiutare anche Goten ... »
« Sì, e io rimango impalato come un baccalà ... » replicai infine non capendo il perché delle preoccupazioni del Son nei miei confronti anche se, alla lunga, mi apparivano come mera diffidenza nei miei modi di fare « ... Non ti preoccupare e fammi almeno provare ... ».
Gohan annuì « D'accordo, ma perché ci tieni tanto? » disse poi voltandosi a guardare il fratellino che correva come un matto attorno alla tavola aspettando che le lezioni iniziassero.
Sorrisi dicendo all'amico la curiosità che mi era venuta alla mente dal primo istante in cui avevo visto il piccolo Goten « Se a quest'ora fossi nato avrei poco più della sua età ... E sento che saremmo stati due amici inseparabili ... ».

Goten, dopo il millesimo giro molto probabilmente, mi si avvicinò e mi si aggrappò alla camicia che, grazie ad un singolo strattone, venne completamente tirata fuori dai pantaloni e si strappò anche un pochino. Osservai il danno ma non ci diedi peso, il bimbo si scusò abbastanza frettolosamente (poiché pensava ad altro) mentre Gohan mi guardava con una faccia che diceva da sola "Te l'avevo detto".
« E' uno strappo grosso? ... » mi chiese il Son maggiore sperando vivamente il contrario « ... Se vuoi quando torna chiedo alla mamma se te la può aggiustare ».
« Non ti preoccupare sai, non è successo nulla di grave » disse tranquillo poiché, sinceramente, degli abiti firmati o meno me ne è sempre importato molto poco e lo stesso vale ancora tutt'oggi.
Gohan si allontanò indirizzandosi verso le scale che avrebbero portato alle loro stanze « Però non puoi allenare Goten vestito così, ti presterò una delle mie tute da combattimento ... ».
Prima che potesse salire il quarto scalino riuscii a fermarlo « Guarda che non ce né bisogno, ne ho una con me, devo solo andarla a prendere in macchina ». A dire la verità la mia era paura pura: paura che mi rifilasse la sua divisa da Great Sayaman che aveva in più ...
Il fratello di Goten scese un paio di scalini con le sopracciglia corrucciare e poi, poiché assorto in una profonda e improvvisa meditazione, incrociò le braccia al petto « Macchina? ».
« Massì, l'auto nera con cui sono venuto, quella di cui ti ho dato le chiavi ... » mi voltai verso Goten che mi guardava stranito: « Io non ho visto nessuna macchina a parte la nostra ... ».
Che mi stessi sbagliando? Impossibile ...
Gohan incominciò a ridere ricordando finalmente « Hahh, quella macchina ... Sì-sì, adesso ricordo ».
L'espressione del mio volto tornò nuovamente rilassata e istintivamente posai una mano sul petto, all'altezza del cuore « Fiuu, bene, allora dammi le chiavi dai » dissi poi allungando il palmo della stessa mano destra in sua direzione.
Il moro rise ancora sempre più impacciato « Non le ho se devo essere sincero ... »
« COSA?! E dove sono?! » urlai quasi.
« Penso che siano rimaste attaccate alla macchina ... ».
« Va bene, d'accordo ... » mormorai poi passandomi una mano in mezzo ai capelli come se grazie a quel gesto potesse riacquistare tutta la mia calma di sempre « ... Dov'è la macchina? ».
Gohan fece il segno del pollice e si indicò con esso alle spalle mentre con i piedi rimaneva ancora fisso sullo stesso scalino « E' sul retro, vicino all'albero ... ». Annuii e mi indirizzai verso la porta d'uscita. Stranamente i due fratelli mi seguirono a ruota: Gohan non sò perché, Goten perché era curioso come un gatto ...
Calpestai l'erba fresca attorno a casa Son fino ad intravedere l'albero e la macchina ... per poco non caddi a terra per il collasso emozionale: il cofano era completamente sfondato e in ogni luogo c'erano botte e graffi, il parabrezza era a pezzi e sopra i sedili gli scoiattoli sembravano averci già fatto la loro casetta e in più la macchina non era proprio a fianco dell'enorme tronco, diciamo che vi era quasi perfettamente nel centro dal gran che era accartocciata su sé stessa ...
Senza parole osservavo quello scenario mentre un Gohan terrorizzato dalle mie possibili azioni future a causa di quello spettacolo, mi si avvicinò quatto-quatto e mi posò una mano sulla spalla come per infondermi forza « Scusa, ma papà ha insistito tanto per provarla ... ». Quelle parole mi bastarono per comprendere ogni cosa.
Le chiavi che cercavo si erano incastrate a mi ci vollero parecchi minuti per disincastrarle da dov'erano mentre nel frattanto Gohan camminava da una parte all'altra del giardino in attesa di Videl mentre Goten ogni tanto saltava senza un motivo vero e proprio e solo in un secondo momento capii che in realtà stava cercando di catturare delle farfalle ... in ogni caso nessuno dei due mi dava una mano, bella roba! Quando riuscii nel mio intento, ovvero dopo molto e dopo aver procurato altrettanti strappi alla camicia anche se non per colpa del bambino, mi misi seduto sullo schienale posteriore e con un gesto aprii la piccola scatolotta nera che serviva per attivare o disattivare l'antifurto. Dall'interno estrassi una piccolissima chiave che poi, dopo aver reclinato lo schienale su cui sedevo, infilai in una piccola serratura che entrava all'interno del telaio dell'auto, in una parte che stava a metà tra i seggiolini e il portabagagli. Solo allora Gohan parve nuovamente interessato alla mia macchina ... « Cos'è? ».
Senza scostare gli occhi su di quello che stavo facendo risposi al mio amico « E' uno scompartimento segreto che ho fatto per le capsule particolari, tra le quali quella che contiene la macchina del tempo ... ». Aprii lo sportellino nero e da esso ne estrassi la piccola scatola bianca e azzurra delle capsule. Saltai fuori dalla vettura e iniziai a scrutare l'interno della valigetta in miniatura.
« Non è pericoloso tenere lì dentro la macchina del tempo? Cioè, se l'auto và in fiamme la macchina si distruggerà con essa ... ».
Estrassi la capsula segnata da un bordino verde e la lanciai a terra dopo aver attivato il solito meccanismo di esplosione « No, questa valigetta è fatta di un materiale indistruttibile. Il problema incombe se per caso qualcuno ruba l'auto con le cose dentro ... » mormorai con gli occhi socchiusi facendogli capire che non avrebbe dovuto lasciare le chiavi attaccate alla macchina « ... Anche se poi qualcuno trovasse la macchina accadrebbe un bel macello, non credi? ».
Gohan annuì e parve un po' dispiaciuto « Non ti preoccupare Gohan, d'ora in poi le terrò vicine » mi abbassai verso la serie di valigie che erano apparse in mezzo al prato e ne aprii una di un rosso amaranto. Vedendo che il contenuto era quello che cercavo afferrai le cose che mi servivano e mi rialzai in piedi dopo aver ripristinato tutto al livello di capsula.

Uscii dal caldo bagno e mi indirizzai verso il salotto, luogo dove avevo abbandonato un'intrepidante Goten e un Gohan che attendeva impaziente la sua "bella" anche se non lo avrebbe mai ammesso nemmeno a se stesso. Appena scesi l'ultimo scalino il piccolo bimbo tornò ad assalirmi con la sua insistenza e a spintonarmi per farmi uscire dalla porta. Gohan osservò la mia divisa: una tuta di un color turchese scuro accompagnato da delle polsiere ed una cintura di un cadmio arancio (il nome di questo colore lo sono dovuto andare a vedere però U.U), ai piedi indossavo i miei vecchi scarponcini, quelli che avevo utilizzato per combattere tutte le mie battaglie ... Il Son rimase silenzioso quando Goten mi trascinò oltre la soglia con la porta scura.
« Dai, dai, andiamo! » strepitò il monello dopo essersi staccato da me.
« Arrivo, non scappo mica ... » mi voltai verso Gohan che nel frattempo era anch'egli uscito dalla casa e si era poggiato allo stipite della porta con la schiena e si teneva le braccia l'una nell'altra « ... Gohan, tu che fai? ».
Il Son sorrise vedendo l'eccitazione del fratellino « Io rimango quì finché Videl non arriva. Voi trovatevi un posto tranquillo dove iniziare a fare pratica ». Feci un cenno affermativo con il capo e mi rivoltai verso il piccolo « Goten, guidami tu verso un posto adatto ».
« SI'! » il bimbo scattò in avanti a grande velocità aprendo le braccia come se fosse stato un aereo. Mi voltai indietro un'ultima volta per salutare Gohan dopodiché inseguii l'altro prima che lo potessi perdere di vista.

Non era faticoso seguire il piccoletto anche se spesse volte, nel tentativo di farmi rallentare o comunque mettermi in difficoltà, si addentrava all'interno di piccoli boschetti nei quali i piccoli arbusti potevano intralciare la corsa. All'uscita di proprio uno di questi lo raggiunsi riuscendo a rimanere al suo fianco ... Goten voltò il viso verso destra facendo incontrare il suo sguardo con il mio e sorrise raggiante « Il mio fratellone mi aveva detto che eri forte! Ma sei anche velocissimo! ».
« Heh, grazie! Ma anche tu sei davvero uno schizzo, non me lo aspettavo sai? » dissi al bimbo pienamente convinto e lui, in risposta, riuscì ad aumentare ancora il sorriso.
Dopo un paio di minuti trovammo un posto tranquillo, l'ideale per una lezione in santa pace, e pertanto ci fermammo. Mi portai davanti al piccolo che mi osservava silenzioso, in attesa di imparare per diventare più forte.
Incrociai le braccia al petto e con un soffio verso l'alto spostai un dispettoso ciuffo di capelli che mi andava sugli occhi « Allora, per prima cosa mi piacerebbe sapere perché ne Goku ne Gohan ti abbiano insegnato a volare ».
Il piccolo si grattò la testa con una mano dopodiché iniziò ad intrecciare le dita tra loro « Il mio papà diceva tempo fa che ero troppo piccolo per imparare il volo e che mi sarei dovuto allenare maggiormente con la forza dell'aura ... » iniziò Goten con lo sguardo basso come se ci tenesse a vedere le proprie scarpe « ... Io mi sono allenato da solo perché Gohan era a scuola e papà era sempre in giro ma dopo nessuno mi ha mai insegnato ... ».
Sorrisi tra me e me pensando che alla fine Goku non lo faceva apposta a sparire chissà dove magari seguito da mio padre ... lo spirito sayan puro è davvero particolare « Tranquillo, ci sono io anche per questo ». Il piccolo alzò lo sguardo nuovamente pronto a raccogliere la sfida contro se stesso ed annuì quando capì che stavo per ricominciare un nuovo discorso « Allora, fammi vedere un po' qual è il tuo livello di energia. Giusto per incominciare falla alzare un pochino, poi vedremo ».
« Sì » il piccolo si mise in meditazione, stinse i pugni e concentrò le sue forze facendo aumentare sempre più l'aura e facendola brillare attorno a sè. Attesi qualche istante ma vedendo che la forza aumentava gli porsi una domanda che mi frullava da un po' « Goten, qual è la tua forza massima? La conosci? ».
Il piccolo tornò ancora silente ma dopo un mio nuovo appello mi rispose un poco titubante « Beh, papà e Gohan non lo sanno ma mi posso trasformare in Super Sayan come loro ... ».
« Eh? Davvero? ... » ero sbalordito come non mai « ... E perché non lo sanno? » gli chiesi non capendo il perché di quel mistero.
Goten fece calare le sue energie inaspettatamente « Mia mamma mi ha visto ma mi ha implorato di non dirlo a Gohan e soprattutto a papà, ha detto che se lui lo avesse saputo io sarei diventato la sua nuova arma ... »
« Arma? Spiegati meglio »
Il bimbo alzò gli occhi e piegò la testa da un lato « Nel senso che mi avrebbe allenato per poi mandarmi su di un campo a combattere un giorno rischiando la vita, come è successo anni fa con Gohan ... ».
Scrollai un poco la testa da un lato e mi abbassai al suo capezzale « Chichi si preoccupa tanto ma non è colpa di Goku se i nemici pullulano. Io penso che sia meglio allenarsi per essere pronti per dare una mano nel caso ci fosse bisogno ».
« Sì » la testolina dai capelli buffi si mosse dall'alto verso il basso e io mi rialzai in piedi.
« Ok, la trasformazione la vediamo dopo che avrai imparato il volo così sarà più divertente confrontarsi ... » iniziai mettendo una pulce nell'orecchio del bambino « ... Hai la minima idea di come si possa spiccare in volo? ».
« No, nessuna a dire la verità » disse spiccio il bimbo senza nemmeno pensarci un istante.
« Non ti ho chiesto a caso di aumentare la tua energia spirituale ... pensaci un attimo ... » lo ammonii per nulla arrabbiato.
Goten si portò il dito indice della mano destra al mento e fece almeno finta di riflettere poiché la risposta era già stata data « Hemm ... Si usa l'energia spirituale? La forza che è dentro di noi? ».
« Esattamente ... » iniziai annuendo appena e mantenendo le braccia incrociate « ... Adesso prova ad immaginare in che modo la potresti usare ».
Il bambino si accigliò e puntò i piedi a terra « Non lo sò, perché non me lo dici te?! » mi disse con aria seccata, come se l'interrogatorio perdurasse da anni ... In quell'attimo mi parve ancora più un bambino e quindi non nascosi il mio disappunto riguardo il suo atteggiamento: assottigliai anch'io gli occhi e feci per un attimo sparire il mio sorriso « Sono quì per aiutarti, per insegnarti e quindi se ti faccio una domanda non te la faccio per niente: mi piacerebbe che tu ci arrivassi con la tua testa. Se incominci a ragionare sulle piccole cose, come questa, ti verrà poi sempre più facile trovare le soluzioni per risolvere problemi più grandi ... » Goten sembrò annichilirsi « ... Non voglio essere e nemmeno sembrarti cattivo o severo perché davvero, non lo sono affatto. Se ti dicessi come fare, in quattro e quattrotto, si perderebbe quella parte riguardante la scoperta, quell'emozione di riuscire da soli ... Avanti adesso, prova a dirmi come si potrebbe utilizzare la propria energia per librare in aria ».
Il piccolo bambino mi chiese scusa e abbassò gli occhi iniziando seriamente ad impegnarsi ... Non era affatto il mio obiettivo essere cattivo con lui ma ci tenevo che provasse con le proprie forze, così come anch'io, quando Gohan era venuto a mancarmi, mi sono dovuto arrangiare per diventare più forte. Ci tenevo fortemente che riuscisse da solo per sentirsi anche maggiormente appagato quando avrebbe mostrato poi le sue abilità agli altri ... Di certo Goku e Gohan sarebbero stati maggiormente felici.
Goten rialzò gli occhi ed osservò i miei « Io non lo so ... Dammi un aiuto Trunks ... » guardandolo notai che quelle palline scure erano lucide. Sorrisi capendo che avevo chiesto tanto « D'accordo, ti do un'aiutino: se devi spiccare un salto, dove concentri la forza? ».
Il bambino sbatté gli occhi un paio di volte dopodiché iniziò a saltellare sul posto andando sempre più in alto. Non sapevo che dire ... « Hei, hei! Ma che fai? » gli chiesi poi interdetto.
Il piccolo si fermò e mi sorrise « La forza si concentra nelle gambe. Forse si fa lo stesso anche per volare! » esultò poi stringendo forte i pugni e alzandoli al cielo. Piegai la testa da un lato e continuai ad osservarlo ancora un po' perplesso se devo essere sincero « Beh, è esatto ... » iniziai per poi sciogliere le braccia tra loro ed avvicinarmi di più al bambino « ... ma per volare devi concentrare lo spirito in un punto preciso ... » con l'indice della mano sinistra indicai il terreno e pertanto Goten tornò nuovamente a guardarsi le piccole scarpine blu.
« Nei piedi? » chiese il sayan minore alzando poi i piedini ed osservandoli da ogni singola angolazione non capendo che vi fosse di speciale.
Attirai la sua attenzione « Goten, guarda come faccio ». Concentrai la mia aura nella pianta dei piedi e la feci aumentare un poco: l'erbetta attorno iniziò a muoversi in un moto circolare, forte vicina a me ma poi sempre minore andando verso l'esterno, come le increspature dell'acqua. Mentre Goten mi osservava con attenzione mi sollevai di una decina di centimetri e rimasi sospeso aumentando lo sprigionamento dell'aura rendendo maggiormente l'effetto sull'erba. Dopo un minuto completo spensi di botto tutti i miei poteri ed atterrai rigido a terra, incrociai nuovamente le braccia e mi sporsi in avanti, verso lo scricciolo, con un sorriso soddisfatto sul volto « Allora, imparato niente? ».
Goten annuì tre volte consecutivamente e si mise rigido come se fosse stato un soldato aspettando un mio ordine che poi, come tale nel vero senso della parola, non sarebbe mai arrivato « Non stare così rigido, devi essere rilassato ... ». Presto detto presto fatto: le sue spalle sembrarono sciogliersi quando le abbassò appena.
« Ora inizia a concentrare le tue forze ma non esagerare, l'avrai sentito anche tu quanto poco basti per sollevarsi ... » feci un passo indietro per lasciare al bambino un po' più di spazio per lasciarlo fare.
Goten chiuse maggiormente i pugni ed abbassò gli occhi facendo apparire sul volto uno sguardo da vero guerriero ...
Attesi pazientemente ma nulla sembrava arrivare. Eppure esteriormente il piccolo sembrava concentrarsi ...
Attesi ancora del tempo, reclinai addirittura la testa da una parte. Stavo per chiedere spiegazioni quando uno strano suono mi spiegò l'intera faccenda ...
PROT
Sgranai gli occhi « GOTEN! »
Il bimbo iniziò a ridere come un matto e a grattarsi la nuca energicamente « Scusa, mi scappava ... ».
Scoppiai a ridere anch'io e per poco non mi trattenni la pancia con le mani « Ma dai, e ti sembra il momento di fare le puzzette?! ... » poi intrasentii il risultato di quell'azione all'altezza del mio naso e iniziai a farmi aria con entrambi le mani « ... WOAH! Ma che hai sganciato?! Puzzetta è troppo riduttivo, credimi! ». Il bambino continuò a ridere come un matto, felice che non fossi arrabbiato con lui per quella piccola distrazione.
Alcuni minuti più tardi Goten trovò la concentrazione giusta e iniziò a scatenarla come e dove doveva: pian piano l'erba iniziò a piegarsi e le piccole gittate di vento si allontanavano andando poi a sparire lontane perdendo tutto il loro effetto. Strabiliante: al primo tentativo riuscì a sollevarsi di almeno mezzo metro!
Preso dall'emozione il piccolo iniziò a dimenarsi in cielo ricordando vagamente un nuotatore dilettante e rideva, rideva come un matto. Rimasi a fissarlo mentre con azioni rocambolesche cercava di svolazzarmi attorno eseguendo però una rotta zigzagante tutt'altro che sicura e infatti quando mi fu nuovamente sotto gli occhi, dopo un giro completo di campo, gli gridai all'improvviso contro un versaccio e lui, sconcentrato dal mio attacco a sorpresa, cadde a terra come una pera matura sbattendo il mento.
Si portò le mani alla parte lesa e la massaggiò accuratamente « Hai ... Ma perché lo hai fatto scusa? ».
Mi piegai con le ginocchia e posai le mani su di esse « L'ho fatto apposta ».
Goten si alzò in piedi osservandomi da un'altezza che in quel momento era al pari della mia e si poggiò una mano sulla nuca « E perché? ».
Alzai la mano destra e con l'indice pungolai una volta il petto del bambino « Se eri davvero concentrato non saresti mai caduto ... » spiegai semplicemente e in modo che mi capisse a pieno « ... Piano piano riuscirai a svolazzare senza nemmeno pensarci ma all'inizio devi prestare maggiore attenzione a quello che fai: prova ad immaginare se ti avessi attaccato al posto dell'urlo ... Non saresti riuscito ad evitarlo ».
Goten abbassò il braccio « Sì, hai ragione ». Rimasi abbassato e lo invitai a riprovare.

Trascorse un'ora da quel momento e istante dopo istante il piccolino diventava sempre più bravo ed io, dandolo a vedere apertamente essendo diverso da mio padre, ero davvero orgoglioso dei suoi progressi: creava piroette complesse, tagliava le nuvole come se fossero state di burro e realizzava delle ampie ruote, il tutto alla giusta concentrazione.
« GOTEN ... » lo chiamai da lontano attirando il suo sguardo che, dopo una rullata in cielo, si posò su di me che ero ancora a terra « ... PROVIAMO A FARE UN PICCOLO ESERCIZIO? » gli chiesi sapendo che avrebbe accettato (cosa che infatti fu).
Alzai i palmi delle mani verso il ragazzino e concentrai in essi le mie energie facendole brillare come se fossero state due piccole stelle lucenti. Dieci piccole sfere si formarono sulle punte delle dita e Goten iniziò ad osservarmi perplesso forse però capendo cosa avevo per la testa ... « SCHIVA OGNI COLPO CHE PUOI! TE LI MANDERO' A VELOCITA' CRESCENTE E MI RACCOMANDO, NON CONTRATTACCARE SE NON TI SENTI IN GRADO! ». Urlai con forza mentre le piccole onde si iniziarono a staccare dal loro punto di partenza per poi schizzare verso il loro obiettivo: il piccolo sayan iniziò a muoversi da una parte all'altra del cielo sempre più velocemente schivando ogni colpo con un'agilità che andava di pari passo con la mia velocità.
Volendo metterlo alla prova iniziai addirittura a creare dei colpi ad effetto ma il piccolino era in gamba per davvero e anche quelli venivano schivati (anche se con minore facilità se devo essere sincero).
Dopo tempo, svariato tempo, una piccola onda lo colpì e il piccolo iniziò a subire. Non volevo essere cattivo, tantomeno crudele, ma volevo insegnargli qualcosa e pertanto continuai a colpirlo senza perderlo un secondo ed incitandolo a liberarsi da quell'ingarbuglio « AVANTI GOTEN! REAGISCI IN QUALCHE MODO, NON SUBIRE! ».
Le piccole braccia vennero messe davanti al volto e le ondine andarono ad infrangersi su quel tessuto blu che le ricoprivano interamente. Goten concentrò le sue forze e le fece esplodere attorno a sé facendo di conseguenza schizzare lontani tutti i miei colpi che gli erano addosso e che lo stavano raggiungendo: i capelli biondi rizzi verso l'alto e gli occhi cerulei segnalavano la sua trasformazione in super sayan.
Mi fermai sorridendogli come mio solito e mormorai tra un me e me un "Fantastico ...". Alzai una mano e gli feci cenno di discendere. Goten arrivò in un attimo e mi si fermò davanti con ancora la trasformazione attiva che però non riusciva a cancellare il suo aspetto bambinesco e perciò rimasi felicemente sorpreso per lui « Sei davvero bravo ... Non me la aspettavo tutta questa potenza sai? ».
Il bimbo mi sorrise raggiante mostrandomi bene tutti i denti bianchi mentre si portava entrambe le mani dietro la nuca.
Voltai la testa verso sinistra, in una direzione precisa e rimasi fisso su di quel punto pochi secondi prima di tornare a vedere negli occhi il piccoletto « Sento che Gohan è nei paraggi e quindi penso che Videl sia arrivata da un po' ... Sei per caso stanco Goten? ». Il bimbo scosse la testa da una parte all'altra e affermò che invece aveva ancora energie da vendere.
« Molto bene ... » iniziai poggiando le mani ai fianchi « ... Vuoi provare a fare un po' di lotta con me? ».
« Certo! » esclamò Goten entusiasta prima di fare un balzo indietro e mettersi in una posa da combattimento nella quale uno dei due pugni rimaneva davanti al petto mentre l'altro era posto in avanti, verso di me. Rimasi immobile sul posto lasciando le braccia lungo il corpo « Avanti, sono pronto, attaccami quando vuoi » dissi poi in direzione del piccolo per invogliarlo ad iniziare lo scontro.
Goten scattò in avanti e cercò di colpirmi con un diretto che però andò a vuoto poiché io, facendomi per tempo da parte, riuscii a schivarlo. Mentre mi era ancora dinanzi alla mia figura alzai una mano verso l'alto e lo colpii in piena schiena. Goten stramazzò a terra ma appena toccò il suolo fece due salti all'indietro per tornarmi distante. Urlò a pieni polmoni facendo aumentare ancora l'energia e scattò nuovamente verso di me: alzai la mano destra ponendola di taglio davanti al mio volto e prima che il sayan mi raggiungesse lo colpii in pieno volto con un sonoro ceffone. Goten cadde ancora e rotolò su sé stesso un paio di volte prima di rialzarsi. Il piccolo sbuffò ma non si diede per vinto: saltò in alto, molto in alto, e si mise in picchiata come un proiettile per colpirmi con la sua testa dura. Prevedendo ancora una volta le sue mosse feci per tempo un passo indietro e appena la sua testa si trovò all'altezza delle mie spalle lo colpii con violenza alla nuca con un pugno secco e deciso. Il piccolo cadde ancora sbattendo forte il naso e perdendo la trasformazione.
Si rialzò un po' fiacco con una gocciolina di sangue che gli colava dal nasino. Tirò sù mentre incrociavo serio le braccia « Usa la testa quando combatti. Non credere che la forza bruta possa funzionare sempre ». Mi guardò perplesso negli occhi e da lì capii che voleva conoscere un'altro mezzo per riuscire nel combattimento, proseguii « Tu sei piccolo Goten, piccolo ma allo stesso tempo con un grandissimo potenziale ... » i suoi occhietti scuri sembrarono riempirsi di orgoglio « ... Però, nonostante questo, non sei in grado di sostenere un combattimento contro un avversario più forte di te perché sei inesperto: prima sono riuscito a colpirti due volte consecutivamente con una mano. Chiunque, anche solo dopo il primo attacco, avrebbe capito che non era il caso di tentare un'ulteriore attacco frontale e avrebbe reagito diversamente. Per escogitare queste cose bisogna usare la testa ... ».
Goten abbassò gli occhi mortificato credendo che io fossi deluso di lui ma appena mi accorsi di ciò mi abbassai al suo capezzale e gli afferrai entrambe le spalle con le mani. Le strinsi appena e lo obbligai a guardarmi negli occhi « Cosa c'è? ».
Il piccolo si pulì il naso con una delle maniche blu e rimase triste in volto « Mi hai detto che sono stupido ... ».
Spalancai gli occhi e d'istinto strinsi ancora di più le mani « Non ho mai detto nulla di simile! Levatelo dalla testa! ... » il piccolo finalmente mi guardò negli occhi « ... Non è colpa tua se sei poco esperto, se non hai avuto la possibilità di esercitarti con qualcuno che ti potesse insegnare. Io sono quì per questo Goten, per aiutarti, per farti diventare più forte ... Non sei affatto stupido, ti manca soltanto quell'esperienza che ti aiuta a gestire la situazione e a variare le azioni in base a chi ti ritrovi davanti come nemico, e questa la raccimolerai con il tempo, piano piano ... » il piccolo si passò ancora una mano sotto al naso per asciugarsi un'altra goccia di sangue che prepotentemente gli fuoriusciva dal nasino « ... Le domande che ti facevo prima sul volo non erano altro se non gli stessi e identici interrogativi che un guerriero si deve porre durante il combattimento sai? "Come faccio per - ?" ... Il mio era soltanto un metodo per fare in modo che domande simili ti si pongano in mentre per tempo durante gli scontri ma non richiedevo che tu le riuscissi a mettere in pratica al 100% per poi sconfiggermi. A parte il fatto che non ne sei ancora in grado e poi che figura ci farei con mio padre se mi facessi sconfiggere? » terminai sorridente scatenando anche in Goten un senso di maggiore leggerezza.
Mi alzai in piedi staccandogli le mani di dosso ed allontanandomi di un passo « Torniamo un attimo a casa così ti sistemi il naso, non ti puoi pulire ogni cinque secondi ... » ammisi vedendo che il bimbo si strofinava con il medesimo pezzo di stoffa « ... e beviamo anche un sorso d'acqua già che ci siamo. Poi dopo facciamo altro esercizio ».
« Sì » disse il bimbo accettando e scattando come una saetta in mezzo alla boscaglia.
« HEI! ... » urlai per fermare la sua corsa. Goten si bloccò all'improvviso e si voltò a guardarmi non capendo che avesse fatto di male quella volta. Mi avvicinai svelto a lui « ... Hai imparato adesso, torniamo a casa volando » gli dissi tranquillo.
Il bimbetto annuì sollevato e dopo un istante io e lui eravamo di ritorno verso la piccola casa Son.

Con calma sorvolammo le lande verdi che costituivano la conformazione dei monti Paoz: io, davanti al piccolo Goten, volavo piano per permettere al mio amico di stare al passo con la mia velocità anche se, di tanto in tanto, era proprio quello scricciolo ad andare più spiccio pensando di essere già un fenomeno. Aveva ancora tanto da imparare e soltanto quel poco tempo a disposizione mi avrebbe concesso di insegnargli tutto ciò che poteva essergli d’aiuto. Quando arrivammo la signora Chichi era già in casa a lavare le stoviglie ma, per non farla preoccupare inutilmente, entrai io nell'abitazione a recuperare ciò che dovevo lasciando il bambino all'esterno assieme ad una piccola nuvola d'oro che era rimasta parcheggiata da una parte a riposare ... nelle ultime ore aveva fatto parecchi viaggi.
All'esterno aiutai Goten ad infilarsi un piccolo tampone nella giusta narice e mi bevvi un sorso d'acqua dopo aver poggiato le mie labbra al collo di una bottiglia di vetro.
Il destino volle che in quell'attimo facessero ritorno a casa anche il resto della famiglia: Gohan accompagnato da una Videl affaticata e Goku affiancato da mio padre che aveva un'aria tutt'altro che tranquilla.
Mi alzai in piedi e andai incontro a loro « Ciao! Dove eravate? » porsi quella domanda generica a tutti e quattro ma fu Gohan il primo a rispondere « Io e Videl ... » iniziò indicando la ragazza che si era seduta a terra vicino al fratellino Son « ... eravamo poco lontano a fare lezione. Ci siamo dovuti fermare perché non ce la faceva più ».
« Procede tutto bene? »
« A meraviglia secondo me: Videl non è in grado di utilizzare la sua aura e quindi prima di insegnargli il volo le ho dovuto spiegare come utilizzare le proprie forze. In poco tempo ha già capito come funziona il meccanismo anche se dovrà fare pratica ... » terminò infine sorridente, felice per la sua cara amica.
Mi voltai verso un'altro personaggio « Papà, voi che facevate? » chiesi facendo finta di non vedere le divise dei due guerrieri ridotte a brandelli. Vegeta digrignò i denti furioso come non mai spaventando persino la povera ragazza che, a detta di Gohan, era coraggiosa e spavalda come un leone « Tzk! Io e Kaharoth ci dovevamo sfidare seriamente e invece lui alla fine si è messo a fare i giochi con la mia Camera Gravitazionale ignorandomi quasi completamente!! » urlò indicando con entrambe le mani un Goku spaesato, con la testa altrove.
Il Son però, anche quella volta, ignorò mio padre venendomi incontro « Urca Trunks! Hai costruito una camera stupefacente! Me ne fai una anche a me? ».
« FOSSE MATTO!! » sbraitò papà a pieni polmoni in faccia al Son poiché messosi proprio in mezzo a noi due.
« Calma papà ... » dissi nel tentativo di fare tranquillizzare Vegeta, cosa che non ebbe il minimo effetto comunque « ... Ma perché eravate là dentro? Con tutto lo spazio che c'è quì fuori ... ».
« Kaharoth ha insistito per trovare un posto sicuro in cui non ci poteva essere nessuno. Abbiamo sorvolato quasi mezzo mondo e alla fine l'ho trascinato nella stanza così che potessimo incominciare il nostro scontro! » mi rispose Vegeta stringendo i pugni con forza.
« Ah, e chi ha vinto? » chiesi con una curiosità pazzesca mentre anche i figli di Goku ascoltavano con attenzione.
Mio padre sbuffò e trasformò il suo volto in una e vera smorfia di seccatura « Umpf, alla fine non ha fatto altro che giocherellare con i guerrieri oscuri e a fare girare le palle ... Mai una volta che faccia le cose seriamente, tipico di una terza classe » terminò poi andandosi a poggiare con la schiena contro la parete della piccola casa.
« Sempre scorbutico ... » si lagnò Goku prima di vedere da una parte la nuvoletta Kinton e sedervici sopra come se fosse stata una comune panchetta da giardino pubblico.
Fissai con interesse quella massa dorata e pertanto mi avvicinai ad essa. Goku mi osservò e comprese il mio interesse « Questa nuvolina ce l'ho da tanti anni e mi ha accompagnato in tante avventure. Una delle sue particolarità è che può portare su di sé solo le persone dal cuore puro ».
Alzai le sopracciglia sorpreso « Solo quelle dal cuore puro?! ... » guardando capii che il Son era una di quelle poiché la nuvola lo teneva perfettamente sospeso per aria. L'eroe passato della terra scese dal supporto con un balzo « Avanti, prova a salire ».
« Io? Ma ne è sicuro? »
« Ma certamente! » mi disse Goku dopodiché mi spinse sopra alla nuvola con una sonora pacca sulla spalla. Poggiai i piedi su Kinton e rimasi immobile mentre questa iniziava a sollevarsi in alto staccandosi da terra fino a mezzo metro d'altezza. Sorrisi come un bambino e sentendomi gli occhi addosso esultai « Non ci posso credere! Papà, guarda! ». Vegeta mi osservava stranito. Mi si avvicinò e si sollevò in aria sotto gli occhi increduli di Videl che stava iniziando a non capire tra che razza di gente si trovasse.
« Avanti, scendi subito » mi ordinò papà serio. Non replicai e con un salto fui a terra. Da "laggiù" vidi Vegeta poggiare i piedi sulla nuvola e rimanervi ...
Il piccolo Goten saltò in piedi improvvisamente « Vegeta ha il cuore puro?! Incredibile ... ».
Una risata sprezzante riecheggiò per l'intera valle « Certo! Il mio cuore è intriso di pura malvagità ... ».
« Papà ... » mio padre l'aveva data a bere solo al piccolino e alla ragazza « ... non volare, sennò non ha senso ».
Vegeta spense la sua azione di galleggiamento ed atterrò di peso a terra ... per poco non scoppiai a ridere vedendolo con la nuvola all'altezza della cintola che pareva fargli da adorabile gonnella da tutù ...
« Tzk! Smettetela allora con queste stupidaggini! » disse poi papà tornando dov'era in precedenza con le gote lievemente arrossate. Sorrisi teneramente. Senza volerlo forse, mio padre stava cambiando ...

« Hei Gohan ... » mormorò Videl al ragazzo « ... parteciperai poi al torneo oppure no? ».

 

 

 

 

 

... Continua ...

  
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