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Autore: Skull D Rix    15/07/2014    1 recensioni
Salve! Sono Jack, un normale ragazzo che viveva nella cittadina di Whitechapel assieme a suo fratello, fino a quando siamo stati accusati di aver ucciso 69 persone! Mio fratello è morto, ma adesso viaggio assieme ad un gruppo di strani ragazzi, capeggiato da Yoru. Inizialmente ero assetato di sangue, ma gli insegnamenti dell'ordine dei Killer mi hanno aiutato a guarire. O quasi...
Dal cap. 5: -Io posso ingannare la mente, ma anche la realtà: creare cose che non esistono, distruggere città in un batter d’occhio. E’ come se fossi sempre in un sogno.- Yoru
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Morte. Mana era appena uscita dalla foresta e quello che vide davanti a lei fu questo: un immenso deserto.
Yoru si era già svegliato, e aprendo gli occhi disse: << Il deserto della morte. E’ così che lo chiamano. >>.
Mana era preoccupata: alle spalle aveva un muro di fuoco, quindi avrebbe dovuto affrontare quell’enorme deserto a piedi con Yoru sulle spalle. Ci pensò su, poi disse: << Ehi, non basterebbe che dormissi un po’? Così torneresti in forze e potresti usare i tuoi poteri per farci volare via da qui! >>.
<< Mana… non riesco a dormire. Sto male, credo mi abbiano avvelenato. >> disse Yoru. Stava sudando e soffriva, ma cercava di non farlo notare: aveva gli occhi chiusi, però sembrava calmo e impassibile come al solito.
<< Che cosa posso fare? Come posso trasportarti sulle spalle per tutto il deserto? E sei anche avvelenato! >>. Mana era agitatissima, stava quasi per mettersi a piangere.
Yoru aprì gli occhi a fatica e disse: << Mana, ascoltami: sono certo che puoi riuscirci. >>.
Mana si era calmata. Non disse una parola e cominciò a camminare nel deserto, sulla sabbia rovente, attraverso le altissime dune.
Yoru non riusciva proprio ad addormentarsi. Iniziava a tossire sangue e respirava a fatica.
Camminavano da parecchio tempo e si erano allontanati molto dalla foresta, ma il deserto era così grande che non si vedeva la fine.
Mana era davvero esausta: non era allenata a trasportare un’altra persona. Yoru in realtà non pesava molto, ma il caldo del deserto era insopportabile.
La ragazza si fermò alla base di un’alta duna, appoggiò l’amico a terra e si sedette. Era stanchissima. Sapeva di non potercela fare, e quindi era lì, seduta sulla sabbia rovente, a piangere con la testa appoggiata sulle ginocchia. Yoru era affianco a lei, sdraiato a guardare il sole, con gli occhi socchiusi e la stessa espressione calma di sempre.
<< Come mai stai piangendo? >> disse lui, con la bocca sporca di sangue.
Mana alzò la testa guardandolo, e, singhiozzando, gli rispose: << Non sono riuscita a salvarti! Tu sei l’unica persona che conosco al mondo, l’unico amico che ho, e non sono riuscita a salvarti! >>.
<< Non ha senso piangere. Devi lottare fino alla fine, costi quel che costi, per raggiungere un obbiettivo. E se tutto è perduto, ormai è successo. Non ha proprio senso piangere. >>.
Mana lo guardò sorpresa, smettendo per un momento di singhiozzare. Fissò la sabbia. E decise: era pronta a ripartire, a costo della vita avrebbe portato in salvo Yoru.
Lo caricò di nuovo in spalla e, fissando il tramonto all’orizzonte, riprese a camminare.
Poco dopo erano a terra, quasi morti. Ormai erano spacciati.
Guardavano il cielo notturno e stellato. Non riuscivano neanche a parlare, quando videro una stella cadente. Mana sorrise.
La stella cadente si avvicinava a loro, e si schiantò a pochi passi. Dal cratere… uscì Luke Reeds, che creò un meteorite su cui ripartì insieme ai due ragazzi.
<< Siete salvi! >>.
  
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