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Autore: mirandas    16/07/2014    4 recensioni
"Beh, Beatrice mi ha detto, che Lucia le ha detto che la Madonna le ha detto di dirle mentre era con Rachele…sì, insomma, mi manda Beatrice!" (Estratto dal capitolo 2)
Chi, leggendo la Divina Commedia, non ha mai pensato che gli svenimenti del nostro amato fiorentino fossero leggermente fittizzi? Per Dante, Beatrice passa in secondo piano di fronte alla fascinosa guida, anche se ci vorrà un po' di tempo: esattamente la durata di un periglioso tour fra inferno, purgatorio e paradiso. Buona lettura a tutti!
Genere: Comico, Parodia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dante Alighieri, Un po' tutti, Virgilio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti ragazzi! Eccoci giunti al capitolo 31 di questa storia. Prima di augurarvi una buona lettura, ho alcune comunicazioni da fare.
1) Se qualcuno di voi è sardo o conosce il dialetto, non è che potrebbe correggere la frase che abbiamo inserito? (Frase, sono due parole xD)
2) La reazione di Dante verrà spiegata nel prossimo canto che sarà con il suo punto di vista.
3) La pubblicazione del prossimo capitolo sarà in ritardo di due settimane perchè domani parto per la Scozia e tornerò il 31 luglio. Scusatemi tanto ragazzi ma non ce l'abbiamo fatta a preparare altri due canti :(
Ok, le comunicazioni sono concluse, vi auguro una buona lettura (scusate se il canto è corto).


Canto XXXI
 
Virgilio
 
Ohcazzoohcazzoohcazzoohcazzoohcazzooooh!!!E adesso che cosa faccio!?
Io, Publius Virgilius Maro, poeta latino di magna eloquentia, autore dei sommi poemi, che in un mio lampo di genialità vanno in ordine crescente di epicità (Cosa volete? L’Eneide è un poema epico, in tutti i sensi!), per la prima volta nella mia vita…
Ma stai zitto, che ti sei bloccato più volte tu nelle ultime due ore di Windows Vista in un giorno!
…non sapevo che cosa fare.
Come avrei risposto alla domanda di Dante? Se avessi nuovamente tentato di cambiare argomento prendendomi gioco di lui, con buone probabilità il fiorentino non mi avrebbe mai più rivolto la parola.
Non posso continuare a giocare con lui in eterno...
Le mie possibilità di conquistare il suo cuore sarebbero scese a zero.
...l' eternità non ci è concessa.
D’altra parte, ero veramente pronto a rivelargli ciò che provavo per lui?
Quello che temevo era un rifiuto da parte sua…e preferivo mantenermi in questo limbo, specchio interiore della mia dimora eterna, e crogiolarmi nella dolce sofferenza degli amanti infelici, piuttosto che affrontare la realtà e cercare una risposta ai miei dubbi, per paura che questa fosse negativa.
MA SEI SCEMO!? Come puoi pensare ancora che Dante non provi niente per te? Che ti possa rifiutare, soprattutto dopo averti chiesto lui stesso che cosa provi veramente?
ZITTA! Tu non capisci niente! Sei solo una vocina pervertita che non pensa ad altro che al sesso!
Almeno sono più sveglia di te!
Stupida! Tu sei ME!
Non voglio essere associata ad una persona così ritardata!
Mi hai appena dato del ritardato?!
Sì! Perché è impossibile che tu ancora non ti sia accorto della scia di bava che Dante ti lascia dietro!
Realizzai con sorpresa che aveva ragione. Perché mi ostinavo a negare l'evidenza? I suoi sguardi celati, i suoi fremiti ad ogni contatto con il mio corpo, la paura di deludermi...potevano significare una cosa sola. Alla fine, dopo le centinaia di pippe mentali che mi ero fatto, i miei dubbi erano stati risolti proprio dalla mia impertinente vocina e non trovavo in me nessun argomento che potesse contestarla.
Guardai Dante, che ancora mi fissava speranzoso, e mi resi conto che il momento era giunto.
Grazie, vocina, per avermi aperto gli occhi.
Inspirai, liberando la mente da ogni pensiero.
“Dante.” Dissi con pathos, fissando il mio sguardo nel suo, senza esitare, senza temere, non più.
Percepii un brivido scuotere leggermente il bel bussolano. Il tono studiato aveva avuto un certo effetto.
“Sì…?” domandò speranzoso.
“Devi sapere che io…”
“Sì??”
“Che io ti…”
VUVUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!!!!
Il suono improvviso di un corno squarciò prepotentemente quell’aria, quel silenzio che volevano fare da sfondo alla mia dichiarazione, facendomi perdere in un unico istante tutto il coraggio guadagnato con tanto sforzo, nonché l’attenzione del fiorentino, che si era voltato di scatto nella direzione da cui proveniva il suono.
Maledetto corno!!! Che poi non è nemmeno un corno! È una maledetta vuvuzela da stadio!!!
L’atteso momento era stato rovinato e tutto per colpa di un suono!
E adesso che faccio? Dante vorrà sicuramente una risposta ed io non me la sento più di dargliela…
Ma il mio protetto era pieno di sorprese. “Ehm, maestro, che città è questa?” chiese, indicando una torre: fonte del suono della molesta vuvuzela.
Cosa? Non mi fa pressioni? Tutto qui?
Per nascondere l’imbarazzo e l’incredulità, reagii in modo forse troppo acido. “Ma scusa, è evidente! Guarda meglio!” Poi, rendendomi conto di aver esagerato, addolcii il mio tono. “Quelle in realtà non sono torri, ma giganti, che stanno, dall’ombelico in giù, attorno alla parete del pozzo in cui ci troviamo.”
Vidi Dante strizzare gli occhi nel tentativo di mettere a fuoco  mentre si avvicinava all’orlo del pozzo e subito dopo impallidire.
Se ora sviene anche, questo girone vince il titolo di girone più brutto in cui sia mai stato.
Seguii il suo sguardo fino al gigante che aveva visto. La sua faccia somigliava ad una pigna; braccia e gambe erano proporzionate a essa.
“Burriccu Rafiele!” esclamò rivolto a noi in una lingua oscura.
“Se non sai come sfogarti, continua a suonare la tua vuvuzela e smettila di urlarci dietro in sardo!” gridai irato.
Poi mi voltai verso Dante. “Quel mastodontico idiota è Nembròt, capo della stirpe di Cam e primo re di Babilonia, nonché compositore dei più famosi cori da stadio ed esperto suonatore di Vuvuzela. Fu il principale responsabile della costruzione della Torre di Babele, cui seguirono la mescolanza e la confusione delle lingue. Infatti parla una lingua che solo lui capisce e non comprende quella umana.”
Senza dirci altro, proseguimmo per il percorso più lungo, a sinistra, fino a raggiungere un gigante con il braccio sinistro legato davanti e il destro dietro.
“Vedi, Dante, questa è la punizione per aver sfidato Giove! Il suo nome è Fialte, e con Oto sfidò gli dei, impilando due monti per raggiungere il cielo, quando i giganti vollero oltraggiare gli olimpi. Ebbe inizio così la guerra di Flegra, e queste braccia che sollevarono montagne ora sono immobili per l'eternità.” Dissi, sperando di sembrare più disinvolto di quanto non fossi. Mi era difficile riuscire a concentrarmi sul mio ruolo di guida dopo la mia confessione mancata.
“Maestro, possiamo andare a vedere Briareo?” mi chiese tentando di simulare curiosità, ma mancava del solito entusiasmo.
“Prima andiamo a vedere Anteo, che è sciolto dalle catene e sa parlare, e che ci farà da ascensore. Dopo potrai vedere Briareo, che tanto è uguale, solo più incazzato.”
Proprio in quel momento, Fialte si mosse, provocando un terremoto. Noi, spaventati, corremmo in avanti e giungemmo da Anteo.
“Oh, tu, altissimo, levissimo e purissimo -si fa per dire- gigante, che hai compiuto tantissime gesta degne di nota, così grandi che non son degne di essere nominate- e infatti non le nominerò- ... se non ti fa troppo schifo, potresti, per favore, calarci giù? Non farci andare da Tizio e Caio, per favore. Se ci cali giù, Dante porterà la tua fama nel mondo!”
Il gigante subito stese le mani e mi prese. Inutile dire quanto me la feci addosso quando mi vidi quei cosi enormi stringersi intorno a me. Ma non potevo mostrare la mia paura, rischiando di condizionare Dante, altrimenti non saremmo più scesi da lì. “Vieni, Dante, avvicinati, così ti prendo.”
Il fiorentino si avvicinò esitante ma alla fine si lasciò mettere le mie braccia attorno alla vita. Lo sentii irrigidirsi non appena lo strinsi a me per aiutarlo a salire.
A quel punto il gigante ci fece scendere.
Sentii il mio protetto tremare per tutta la discesa, il poveretto era terrorizzato dal gigante e probabilmente dall’altezza che ci separava dal suolo. Arrivati al suolo, ci accorgemmo di essere arrivati in un luogo orribile.
  
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