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Autore: taty_dearjack    16/07/2014    1 recensioni
C: Adesso mi lascerai, vero?
A: No, non lo farò.
C: Lo dicono tutti, sempre.
A: Ma io non sono 'tutti', io sono io e tu sei mia. Non ti lascerò andare.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Alessandro's pov
<< Ti chiamo dopo, ora sto parcheggiando. Sì vado a mettere il cartello. Sì, il cartello con scritto che oggi sono chiuso. Sì sì. Sarò a casa tra pochi minuti, massimo quindici. A tra poco. Ciao. >> 
<< Dove ho messo le chiavi adesso? Ah, eccole! >> pensai tra me e me mentre chiudevo la macchina.
Non accessi neanche le luci e cercai un foglio. << Trovato, bene. E ora cerchiamo una penna. >> pensai. Mi voltai e vidi una ragazza che vagava per il negozio come se avesse perso qualcosa. Non era molto alta, forse sarà stata un metro e settanta centimetri circa. Aveva i capelli castani e riccioli che le scendevano sulle spalle e che le arrivavano quasi a metà schiena. Aveva un delizioso vestitino azzurro, molto estivo che le slanciava la figura. Sulla spalla sinistra aveva una borsa che si intonava molto bene al vestito e aveva dei sandali marrone chiaro. Mentre la guardavo mi ricordai del motivo per cui ero venuto in negozio. Dovevo tornare a casa, ma mica potevo cacciarla dal negozio. Non sarei stato di certo carino. Mi avvicinai e cercai di dirle qualcosa, ma lei si girò di scatto, di sicuro era immersa nei suoi pensieri da disturbatrice e non si aspettava di trovarmi dietro di lei.
<< Scusami, non volevo. Sono il padrone del negozio, hai bisogno di qualcosa? >> le avevo parlato in modo parecchio veloce e mi ero mangiato le parole. Credo che lei non capì subito, infatti mi guardò un po' stralunata. Poi si decise a rispondere.
<< Sì grazie, stavo guardando delle medagliette per il mio gattino rosso, ma sono indecisa su quale prendere. Potresti consigliarmi? >> parlava con scioltezza, ma nonostante questo era arrossita e sembrava un tantino imbarazzata.
<< Certo. Ho questo modello che è molto, come dire, "simpatico". >> ma che cavolo di risposta le avevo dato? Ma che vuol dire modello simpatico? Non ti dice mica le barzellette del giorno. Mi stava guardando come se non avessi finito quello che dovevo dire, eppure quello che dovevo dirle l'avevo detto, ma sembrava che lei volesse sapere qualche altra cosa. << E' a pelo lungo o corto? >> ma che domanda stupida che le avevo fatto, che cosa me ne poteva importare di come aveva il pelo il suo gatto, lei era qui per la medaglietta, mica perché volesse che le lavassi il gatto.
<< Lungo. >> bene, adesso che cosa le rispondevo. Per un attimo mi persi nei suoi occhi. Erano verdi, con qualche sfumatura di grigio. Lei mi stava “esaminando” da quando le avevo rivolto parola. Sinceramente non era niente male.
<< Dev'essere un bel gattino, me lo immagino. I gatti rossi non si trovano facilmente, figuriamoci poi se si trovano a pelo lungo. >> mentre le parlavo mi fermai di colpo e le diedi un'altra occhiata. L'avevo già vista, c’avrei scommesso, le cose erano due, o avevo visto lei, o lei aveva una sorella gemella che abitava qui a Roma. Mi accorsi che mi stava fissando con gli occhi di chi si aspetta chissà cosa. Sentii la medaglietta che ciondolava dal collare sbattere delicatamente sulla mia mano.
<< Sei per caso di qui? >> aspettai che mi rispondesse. Sembrava che stesse passando un secolo, invece passarono alcuni secondi e mi rispose un po' dubbiosa.
<< No, mi sono trasferita ieri con delle mie amiche, non sono ancora tanto esperta del posto, perché? >> 
<< Perché mi ricordi un volto famigliare, che ho visto di recente.
>> che strano però, ero sicurissimo di averla vista, ma non riuscivo a ricordami dove. << Sei proprio sicura di non essere qui da più tempo? >> sembrava perplessa dal modo in cui mi guardava.
<< Certo. >> restò in silenzio per qualche minuto, poi continuò. << L'unico posto in cui avresti potuto vedermi è stato o al supermercato qui vicino o ieri sera alla gelateria vicino alla fontana. >>
<< Ora ricordo! >> la guardai meglio, sembrava strano, non poteva essere lei, sembrava così diversa dalla sera precedente. << Alla gelateria, ero con altri miei amici, e te eri con altre tre ragazze se non sbaglio, vero? >> speravo tanto che mi rispondesse di sì, sennò avrei fatto una figuraccia enorme con una perfetta sconosciuta. 
<< Allora eravate voi che ci siete venuti dietro e che poi vi siete fermati sotto casa nostra! >> era passata dalla ragazza stralunata alla ragazza infuriata. Sembrava quasi che volesse darmi un ceffone.
<< Sì, scusaci tanto ma... >> proprio in quel momento mi cascò la medaglietta, per fortuna perché non sapevo più che cosa dirle. Mi chinai per raccoglierla e vidi che anche lei si stava chinando. Ad un tratto le nostre mani si sfiorarono e non feci a meno di guardarla di nuovo negli occhi e lei ricambiò. Iniziò ad arrossire. Ora si era calmata, forse.
<< Comunque questa è perfetta. >> non mi aspettavo che mi dicesse qualcosa e mi fece sobbalzare.
<< Perfetto, ti serve qualche altra cosa? >> speravo che la risposta fosse un'affermazione.
<< Potresti farmi vedere qualche collare per favore? >>
<< Certo, vieni da questa parte. >> Le indicai con la mano dove doveva dirigersi. << A proposito, mi chiamo Alessandro. >>
<< Piacere, Crissy. >> Crissy? Era diverso ma carino allo stesso tempo. Le strinsi la mano e le mostrai i vari collari.
<< Mi hai detto che ti sei trasferita qui da poco, vero? >>
<< Sì, proprio ieri. Non sono tanto esperta del posto ancora, anzi... >>
si zittì per un po' e guardò per strada. Io mi girai per sistemare alcune cose. <>
<< Certo! Non è molto distante da qui, ci si può arrivare benissimo a piedi. Ci vuole circa una decina di minuti. Io ci vado spesso. Ti consiglierei di farci un salto qualche volta. >> 

<< E' in quella direzione? >> indicò con il dito verso un gruppo di turisti che stavano andando giusto nella direzione della spiaggia muniti di ombrelloni e teli.
<< Sì, oggi sarebbe la giornata perfetta per andarci. Se ci dovresti andare ti consiglio di essere sempre in compagnia, perché da soli non è il massimo. >> le dissi in tono disinvolto.
<< Me lo immagino. >> aveva risposto tranquillamente, chissà se sarebbe venuta in spiaggia.
Guardai l'orologio e mi accorsi che era passata quasi un'ora. Per fortuna che a Riccardo gli avevo detto che tornavo in dieci minuti, cavolo!
<< E' tutto? >> dentro di me speravo che non se ne andasse, ma una piccola parte di me voleva il contrario.
<< Sì grazie. >>
<< Bene, allora buona giornata. >>
presi una penna e il foglio che avevo trovato prima e scrissi Oggi chiuso per mare e andati ad attaccarlo al vetro.
Presi il cellulare e proprio in quel momento mi arrivò una chiamata da Riccardo.
<< Ric! >> cercai di rispondergli in modo tranquillo e disinvolto, ma credo che non ci riuscii.
<< Ma dove cavolo sei? Avevi detto che tornavi subito! E' un'ora che sei via, ma quanto ci metti a scrivere un cartello! Lo sai che cosa vuol dire subito? >> 
<< Calmati. Ho conosciuto una delle ragazze di ieri sera. >> con quello che gli avevo appena detto sperai che si calmasse.
<< Sul serio? >> fortunatamente si era calmato come avevo previsto e sperato. << Quella bionda? >>
<< No, quella castana ricciola. Forse oggi vengono tutte e quattro in spiaggia, ma non ti prometto niente. >>
<< Ma bravo il nostro Ale! Hai fatto bene a restare tutto questo tempo in negozio allora. >>
<< Ora parto, arrivo e vi racconto tutto! >>

<< Non vedo l'ora! >>
Gli riattaccai, presi le chiavi e mi diressi verso la porta per uscire. Non vedevo l'ora di andare in spiaggia per vedere se lei sarebbe venuta. Ma certo che sarebbe venuta, l’avevo completamente convinta. Di sicuro non l'avrei lasciata sola nel pomeriggio, tanto sarebbe venuta.
   
 
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