ATTENZIONE! non ci sarò nemmeno la prossima settimana (già). Chiedo umilmente scusa, sarò a un camp della scuola circense che frequento.  :'(  perdonatemi.
Pubblicherò comunque qualcosa prima di sabato.

CAP 17

La barca si allontanava lenta, scivolando sull’acqua. Elden trattenne un singhiozzo, e impacciato Gimli le accarezzò il braccio. Quando la barca scomparve dalla loro vista,  Aragorn si fece avanti –Dobbiamo inseguire gli Uruk-hai- scrutò assorto le impronte lasciate sul terreno da calzature grossolane. –Si sono diretti a Isengard, dobbiamo essere veloci se vogliamo rivedere gli Hobbit. Correremo finchè non li avremo raggiunti -Gimli le sfiorò il braccio. –Ragazza, dobbiamo andare ora…-
-Voi partite, io vi raggiungerò dopo-
-Ma…-
-Ha detto che ci raggiungerà.- lo interruppe Legolas -Io mi fido di lei- si voltò verso Aragorn –Ora andiamo- Rivolse un’ultima occhiata ad Elden e si mise a correre, presto seguito da tutti gli atri.
Elden rimase da sola in riva al fiume, ad osservare il punto in cui la barca era sparita alla vista.
Boromir se ne era andato per sempre, su quella barca. Che ragioni aveva per continuare la missione se lui era morto? Era entrata a far parte della Compagnia dell’Anello sapendo che sarebbero successe cose del genere ma…ora che era accaduto non aveva più la forza né la voglia di continuare. Perché mai avrebbe dovuto? Per soffrire di nuovo? No, grazie. Quel viaggio era stato un errore sin da principio. Gimli sarebbe riuscito ad arrivare fino alla fine, era forte, ma lei? Era crollata troppe volte durante il loro cammino, non era in grado di continuare, era meglio lasciarsi alle spalle Azur, un fratello che non aveva mai conosciuto, un Anello che avrebbero badato altri a distruggerlo, e un Elfo che le aveva fatto battere il cuore per giorni.
Ma tu hai fatto un giuramento, hai promesso. Devi prestare servizio con le tue asce, ricordi? Non puoi abbandonare la missione.
Ma Boromir è...morto.
Boromir non desidera la tua arrendevolezza. Voleva fossi tu a portare la notizia della sua morte a Faramir, suofratello, no? Devi continuare, per lui.
Ma…
No. Lui vuole che continui, che ti faccia forza.
Elden sospirò, sconfitta. Guardò un’ultima volta il fiume, si voltò e s’incamminò.
Non voleva più provareun dolore simile.

Nei giorni successivi alla morte di Boromir, Elden relegò il dolore in un angolo recondito nel cuore, ignorando così facendo ogni emozione che provava, da quelle scatenate per la perdita dell’amico a quelle che in un normale contesto avrebbe provato per Legolas, che la guardava sempre più preoccupato.
Elden correva al loro fianco, mangiava insieme a loro, e all’occorrente scrutava con la sua vista elfica le terre che avrebbero dovuto attraversare. Ma non pronunciò nemmeno una parola, se non per annunciare cosa vedeva davanti a sé. Si era chiusa in un'apatia che Legolas e Gimli avevano spesso cercato di annientare, tentando di attirare la sua attenzione, ma mai ci erano riusciti. Si erano avvicinati in quei giorni, avevano instaurato uno strano legame di amicizia, causato dalla preoccupazione di entrambi per Elden. Ma lei, troppo chiusa nell’apatia che aveva il solo scopo di nascondere il dolore, non lo aveva nemmeno notato.
Era come un fantasma.
 
Giunti nelle terre di Rohan alcuni cavalieri li circondarono, Elden si limitò a stringere le asce, in caso di un attacco da parte degli Uomini. Ma quando uno dei cavalieri schernì Gimli, Elden sentì la rabbia crescerle nel petto come una fiamma. Nemmeno si accorse di puntargli la lama dell’ascia al collo fino a quando un fulmineo movimento alla sua destra la fece tornare in sé. Si voltò: Legolas le stava puntando una freccia contro. Istintivamente, allungò una mano sulla coscia, dove sapeva essere fissato un pugnale, ma si fermò quando s’accorse che la furia di Legolas non era destinata a lei, bensì allo stesso Uomo che anche lei minacciava. E sembrarono capirlo pure i soldati, che puntarono immediatamente contro di loro le proprie armi.
Fu grazie alle parole di Aragorn che i cavalieri li lasciarono andare, illesi, e donarono loro pure alcune cavalcature. Ma nel frattempo Elden era ripiombata nella sua fredda apatia.
Si diressero verso un’ampia prateria, al limitare di una foresta conosciuta in tutta la Terra di Mezzo per i terribili pericoli che si diceva nascondesse:  Fangorn.
Si misero subito a cercare tracce degli Hobbit tra i cadaveri carbonizzati degli Uruk-Hai, uccisi dai cavalieri che poco prima avevano schernito Gimli. Non trovarono nulla. Nella disperazione Elden alzò lo sguardo e vide una nuvola, che sembrava una volpe. Subito le venne in mente Pipino, quel piccolo Hobbit tanto simile ad un animaletto selvatico. Distolse subito lo sguardo dal cielo, impedendo al dolore di colpirla ancora più profondamente e tornò a cercare. Poco lontano da lei, Aragorn lanciò un’esclamazione: aveva trovato le loro tracce, non erano morti. Dentro Elden, montò la speranza.
Erano passate ore da quando si erano addentrati nella foresta, e ancora non li avevano trovati. Poi un’intensa luce bianca li investì, e una voce parlò. Una voce dannatamente famigliare.



TUBATURA (ringrazio ile223 per avermi suggerito una parola così fantastica!)

Direi che le prima parole che devo scrivere sono "ciao" e "scusatemi".
Ciao perchè... cavolo, era da tanto che non aggiornavo! Voi come state?
Scusa perché... lo so che ho pubblicato con un giorno di ritardo, e mi scuso, davvero. Pubblicherò comunque qualcosa in questi giorni, dato che sarò in giro anche la settimana prossimama, con la scuola circense che frequento (sì, lo so,è strano).,
Ringrazio alice frost, dollyvally, leila91, chia_retta94, _Veronica95_, ile223, zaynlove2999 e Paw (dopo rispondo alla recensione ;) )per aver recensito lo scorso capitolo, ringrazio anche cristal nishimoto per aver inserito la storia tra le preferite, haryalculie per averla messa tra le ricordate e kimera77, Colibri_ e Jordan Jordan per averla inserita tra le seguite.
Grazie di cuore, davvero.
Morgan_