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Autore: Monijoy1990    18/07/2014    1 recensioni
Mary è una ragazza di 22 anni. A seguito della scomparsa prematura di sua madre si ritrova a gestire le continue assenze di suo padre dilaniato dal dolore, oltre che fare i conti con le nuove responsabilità.
La sua unica ancora di salvezza è Andrea, suo fratello minore.
La sua vita, ormai giunta a un punto morto, cambia inesorabilmente con la partenza di suo fratello per il Giappone. Un insolito scambio, catapulterà un giovane e aitante ragazzo orientale in casa sua, sconvolgendo la sua vita ormai ordinaria.
Riuscirà Mary a gestire quest’altro uragano nella sua vita? E quell’insolito e misterioso ragazzo, quali segreti avrà in serbo per lei?
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Hyunjoong
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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CAPITOLO 13
UNO SPORCO RICATTO

 
 
 
 
 
ITALIA
 
 
Erano le dieci del mattino e Mary, davanti allo specchio della sua camera, osservava silenziosa quella ragazza immobile riflessa davanti a se. Quasi non si riconosceva più. Proprio quando era pronta a prendere la decisione più difficile della sua vita arrivava l’ennesimo tornado a cambiare i suoi piani. Tra le mani un vestito che conosceva fin troppo bene.
“Cosa faccio adesso? Allora a Marco piaccio io… e ora che faccio? ”.
Mary prese il vestito con i decori floreali e ripiegandolo con cura lo ripose nella scatola in cui gli era stato consegnato. Era davvero molto bello ma non poteva indossarlo. Per Marco aveva un significato particolare e lei non poteva continuare ad illuderlo in quel modo. Doveva dirgli la verità. Purtoppo nel suo cuore c’era già un’altra persona. Riprese la lettera. La riaprì quasi sperando di aver letto male, e invece ebbe l'ennesima conferma che la sua vista funzionava perfettamente. La data dell’inaugurazione del nuovo ipermercato del padre di Marco si sarebbe tenuta la notte del 24, mentre Eichi sarebbe partito la mattina del 25 Dicembre. “Cosa faccio? volevo trascorrere la vigilia a casa con Eichi, però allo stesso tempo non posso dire di no a Marco. Lasciarlo andare da solo senza accompagnatrice mi farebbe sentire più in colpa di quanto già non mi senta… però è anche la mia ultima sera con Eichi… cosa faccio?
Ecco Mary adesso devi scegliere tra Marco e Eichi prima o poi avresti dovuto farlo comunque… amore o amicizia cos’è più importante?”
si gettò sul letto scomposta arrotolandosi intorno il piumone.
“che faccio? se non vado Marco mi odierà a morte. Se non come sua ragazza potrei almeno andare li come sua amica… si ma Eichi cosa ne penserà? Non voglio fraintenda i miei intenti…” Mary si rotolò ancora di più nel piumone.
“sono proprio una frana in queste cose…”.
Sbadigliò, le si chiusero gli occhi e il sonno venne a mitigare i suoi pensieri.
 
 
SOGNANDO….
 
“Dove mi trovo? Perché sono qui? come ci sono arrivata? ”
Mi muovo sempre più inquieta. C’è troppa oscurità. Il panico mi assale e così inizio ad accelerare il passo nella ricerca disperata di un po’ di luce. Ma è uno spazio troppo grande, non sembra avere mai fine. Non si vede nulla è tutto troppo scuro intorno a me. Inizio a temere di non uscirne mai. Non esistono pareti, soffitti o pavimenti; è davvero impossibile riuscire ad orientarsi.  Intorno c’è solo vuoto e oscurità.
 “Non riesco a vedere neanche le  mie mani. Ma come è possibile…?”
Mi rannicchio sul pavimento. Il mio mento preme con forza sulle ginocchia.
“Mamma mi ripetevi che quando non riuscivo a trovare la strada giusta e mi sentivo presa dallo sconforto dovevo fermarmi e prendere un grande respiro, solo allora l’avrei trovata… eppure adesso sono ferma e non vedo niente… ”. Le mani mi tremano e il respiro si fa più veloce. Porto una mano sul petto cercando di riacquistare un po’ di calma.
In quello stesso momento proprio sotto i miei piedi si materializza una macchia di vernice luminosa color oro. Provo a toccarla ma la stessa scivola dalle mie mani senza macchiarle.  Mi rimetto in piedi per osservarla dall’alto. La macchia si prolunga allungandosi fino a formare un sentiero luminoso.
Mi muovo incerta seguendola.
“dove mi porterà?”
Dopo un tempo indefinito il sentiero mobile interrompe la sua avanzata. Mi guardo intorno incerta. Poi lo stesso  si ritira in un’unica enorme pozzanghera che si solleva modellandosi nell’aria. Davanti ai miei occhi la stessa muta in due sagome plastiche ben definite che lentamente riscendono al suolo.
“Ma cosa significa? Quelli sono Eichi e Marco... ” avanzo nella loro direzione attratta dalla loro luce abbagliante.
Sono a pochissimi centimetri da loro. Hanno una consistenza quasi eterea.
“cos’hanno? sembrano così tristi!”. La mia mano, quasi si muovesse in piena autonomia, si avvicina al volto di Eichi. In quello stesso momento una voce famigliare interrompe quei movimenti.
«Maria Elisa…»
“Mamma?”
Mi fermo appena in tempo. Il cuore mi batte forte. Non posso credere che sia proprio la sua voce.
«dove sei? Mamma ti prego fatti vedere… ho così bisogno di te…»
«figlia mia devi andare avanti, senza guardarti indietro con disperazione. »
«Non posso farcela ti prego…»
«certo che puoi farcela, sei stata così brava fino ad ora e poi ricorda anche se non potrò essere lì con te fisicamente potrai sempre trovarmi nel tuo cuore quando vorrai…»
«Ti prego lascia che ti veda … non voglio perdere il ricordo del tuo viso. Lascia che io ti abbracci solo un’altra volta…» le lacrime calde scendono senza contegno. Non riesco e non voglio fermarle.
«So che non mi dimenticherai. Non accadrà ne sono sicura. Quindi non avere paura. Come le stelle che incontrano il mare di notte così io posso incontrare te nei sogni… ma proprio come le stelle e il mare io non posso sfiorarti che così… mi dispiace figlia mia»
A malincuore asciugo le lacrime con il dorso della mano.
«perché mi hai portato qui?»
«sei tu ad essere arrivata sin qui. E’ stato il tuo cuore a farti arrivare in questo posto…»
«vuoi dirmi che quella vernice dorata è il mio cuore?»
«si…»
«perché è mutato in questo modo?»
«quelle che vedi sono le tue paure più grandi…»
«ma sono Eichi e Marco.»
«lo so»
«ma perché sono così tristi e spenti? cosa vuol dire?»
«Maria davvero non conosci la risposta?»
«mamma cosa dovrei fare? non voglio vederli ridotti così!»
«lo so, è per questo che il tuo cuore te li ha mostrati… devi prendere una decisione non puoi salvarli entrambi… »
«ma io non voglio che soffra nessuno dei due… come posso fare?»
«non credo sia possibile… se non prenderai una decisione entrambi soffriranno…»
«ma cosa dovrei fare? se scelgo di seguire Eichi Marco ne soffrirà se invece decido di rimanere qui con Marco Eichi ne soffrirà… se decidessi di allontanare entrambi allora entrambi soffrirebbero cosa devo fare?»
«conosci già la risposta dentro di te»
«come posso scegliere?»
«tanti anni fa fui costretta a prendere la tua stessa decisione. Allora fui egoista e sbagliai. Commisi un errore madornale. Non mi fidai dell’amicizia e decisi di appoggiarmi solo all’amore. Non volevo perdere un amico ma allo stesso tempo neanche il mio grande amore… purtroppo compresi di aver sbagliato troppo tardi e alla fine uno dei due soffrì»
«mamma continuo a non capire… »
«la tua sincerità porterà dolore ma se detta in tempo potrà salvare chi ami da un dolore più grande…»
«…mamma cosa significa? qualsiasi sia la mia decisione soffriranno entrambi?»
«…soffrirai anche tu… se non penderai la decisione giusta in quel momento…»
«quale momento?»
«lo capirai quando ci rivedremo, per allora cerca di compiere la tua scelta con giudizio… io mi fido di te, so che non commetterai il mio stesso errore…»
«mamma…mamma mamma!!!»
Quel buio opprimente calò nuovamente su Mary, mentre le statue si disperdevano come fumo nell'aria. Tutto fu inghiottito nuovamente dall’oscurità.
Mary si risvegliò in un bagno di sudore, aveva il viso freddo e umido. Era quasi mezzogiorno, si era appisolata per ben due ore. Tra le mani l’invito all’inaugurazione. Ai piedi del letto quella scatola aperta. Aveva deciso; sarebbe andata da Marco quella sera, ma non indossando quel vestito. Gli avrebbe spiegato tutto, rivelandogli che la sua intenzione era partire con Eichi per il Giappone. Come amico l’avrebbe capita, ne era sicura.
 
 
Eichi era in camera sua. In seguito a tanto tergiversare, il fatidico giorno della partenza, dopo averlo rincorso per mesi, era riuscito a raggiungerlo. Il pensiero più doloro era per Mary. Non voleva lasciarla. Questa volta non per puro egoismo Si preoccupava davvero per lei. Si domandava se sarebbe stata bene senza di lui e se sarebbe riuscita ad andare avanti nella sua vita senza più arrendersi al dolore.
“Ce la farà. Adesso ha Luigi, e poi credo abbia recuperato finalmente la propria autostima. Giunti a questo punto non posso permetterle di partire. Non posso lasciarle buttare al vento tutto quello che è riuscita a riconquistare in questi duri mesi.”
In quel momento gli ritornarono alla mente le parole di lei. Quella notte sulla spiaggia sfiorati dal vento gelido che adesso non gli sembrava più così tremendo si ritrovarono stretti in un abbraccio, che Eichi sperava allora, potesse tenerli uniti per sempre.
 
Ho finalmente compreso il motivo per cui non puoi rimanere ancora qui in Italia. Hai così tanta gente che ti aspetta. JJ, Rio, tua madre e il signor Marini saranno tutti preoccupati per te. Per non parlare di tutte quelle persone che per anni si sono affidati alla tua musica, non sarebbe giusto abbandonarli in questo modo senza alcuna spiegazione. Hai un dono che probabilmente avrà aiutato molte persone ed è giusto che tu torni in Giappone. Il tuo talento non deve andare sprecato, anche se vorrei davvero legarti a me e non lasciarti partire…
 
Mary aveva ragione. Anche lui non poteva lasciarle buttare al vento i suoi sogni. Alla fine le loro vite si erano incontrate per un breve e inaspettato momento, ma proprio così come si erano incontrate adesso si sarebbero dovute dividere. Entrambi erano cambiati grazie a quell’incontro fortuito. Il tempo non aspetta nessuno ma scorre rapido. Non lo si può fermare, al massimo lo si può inseguire disperatamente come si insegue una speranza riposta in un angolo del cuore. E così  era andato avanti Eichi, sperando che il  momento di quell’abbraccio durasse per sempre.
Eichi era sdraiato sul letto di Andrea. Davanti ai suoi occhi quella collana oscillava insistentemente, spostandosi da sinistra a destra a ritmo regolare.
La nascose alla vista stringendola forte nella mano destra chiusa a pugno. Sentiva quel ciondolo, a fiore di loto, premere contro la sua pelle.
La prima volta che vide Mary parlare di arte le era sembrata bella e affascinante proprio come un fiore luminoso, però ancora incapace di aprirsi al mondo. Aveva notato quanto amasse l’arte, quanto amasse la sua famiglia e quanto aver perso tutto questo la facesse soffrire. Ciononostante aveva deciso di abbandonare ciò a cui teneva di più al mondo pur di seguirlo in Giappone. Ancora una volta gli aveva dimostrato che amore ed egoismo non possono coesistere. Proprio per questo lui non poteva permetterle di partire con lui. Probabilmente non avrebbe mai visto quel fiore sbocciare e mostrare la bellezza dei suoi colori al mondo intero, ma allo stesso tempo non poteva privare il mondo intero della sua bellezza per egoismo e lasciarlo appassire tra le sue mani. Non avrebbe mai commesso lo stresso errore di suo padre. Questo non poteva farlo perché l’amava davvero. Quel giorno aveva chiesto alla grande quercia di proteggerla e renderla felice anche senza di lui.   Forse non sarebbe riuscito a vederla sbocciare però nel profondo avrebbe vissuto rincuorato dal pensiero che se non lui almeno il resto del mondo l’avrebbe vista risplendere. Convinto dei suoi intenti si sollevò sicuro dal letto. Aprì il cassetto del comodino accanto al letto. Prese il suo blocchetto. Il testo per la canzone di Mary era finito. Era la prima volta che si sentiva così legato a un brano musicale. Prese il foglio con il testo lo strappò dal block notes  lo ripiegò in quattro e lo ripose in una busta da lettere. Mentre compieva l’operazione notò un altro pezzo di carta tra gli slip e i calzini. Lo recuperò. Era la foto di Misako, si era quasi dimenticato di averla riposta in quel cassetto. La guardò per un momento.
“Non ho più paura di amare qualcuno, non sarò più egoista e penserò prima di tutto al bene di quella persona. Mi dispiace non essere riuscito a fare lo stesso per te. Troverò il modo di scusarmi per non essere stato sincero con il mio cuore e averti fatto soffrire. Si dice che il destino ci mette davanti tanti amori sbagliati così quando troveremo quello giusto sapremo riconoscerlo. Grazie per essere stata il mio amore sbagliato, se non ci fossi stata tu adesso non avrei riconosciuto il vero amore…” Eichi sorrise amaramente, dopo l’accartocciò e con un lancio preciso la buttò nel cestino vicino la scrivania. Era finalmente pronto, sapeva perfettamente cosa avrebbe fatto una volta tornato in Giappone.
Guardò l’orologio-sveglia sul comodino. Erano le quattro del pomeriggio. Mary era uscita. Quella sarebbe stata la loro ultima sera insieme. Nel profondo sperava sarebbe tornata il prima possibile, non voleva sprecare neanche un solo secondo.
 
 
Mary era davanti l’enorme cancello in ghisa della residenza estiva di Marco. Tra le mani stringeva nervosamente la busta con il vestito che gli aveva fatto recapitare. Sapeva benissimo quale significato ci fosse dietro quel gesto e proprio per questo doveva mettere in chiaro la situazione. Non poteva continuare così incrementando inutilmente le sue illusioni. Suonò un paio di volte senza riceve risposa. Non poteva perdere troppo tempo. Aveva promesso ad Eichi che sarebbe tornata presto. Quella sera erano stati invitati dai suoi nonni per trascorrere la notte della vigilia da loro. Dopotutto era anche l’ultima sera prima della partenza del loro unico nipote era giusto che dividesse Eichi anche con loro. 
Mary iniziava a spazientirsi, non voleva fare tardi. Provò a chiamare Marco inutilmente. Squillava ma nessuno dall’altra parte si decideva a rispondere.
“Che strano eppure sono sicura che il posto sia proprio questo”. Ricontrollò la targhetta con il nome della famiglia Mastro. Proprio in quel momento il cancello si aprì. Un mercedes nero uscì lentamente dalla villa. Si arrestò improvvisamente proprio davanti a lei. Il vetro oscurato del sedile posteriore si abbassò. All’interno c’era Francesco Mastro il padre di Marco. La squadrò perplesso.
«Mary cosa ci fai qui? Sai che la festa inizierà tra due ore?»
«si lo so stavo solo cercando Marco, devo parlargli. Sono venuta qui per restituirgli questo» le indicò la busta con il vestito «lei sa dove si trova? Non risponde nemmeno ai miei messaggi...» confessò in preoccupata.
«ma quello non è il vestito per la serata?» chiese. Era a conoscenza dei piani del figlio. Lo aveva fatto seguire per giorni.
“Come avevo immaginato quel ragazzino è un vero fallito. Come al solito devo intervenire io per risolvere la situazione… ho fatto bene a non fidarmi”
«si, infatti. Non credo di poter venire questa sera..»
«Capisco. Beh, Stavo proprio andando da lui in ufficio. Se vuoi venire ti do un passaggio».
“finalmente un po’ di fortuna” sospirò sollevata Mary, «si grazie» entrò  in macchina incurante di quello che l’attendeva.
 
Marco era in brodo di giuggiole. Non vedeva l’ora di vedere Mary. Da un lato aveva paura che sarebbe stato respinto. Scosse la testa, tornando subito dopo  a confrontarsi con la sua immagine riflessa allo specchio. Era appena uscito dalla doccia.
“Non devo scoraggiarmi… se mi rifiuterà farò l’impossibile per riconquistarla… non importa quanto sembrerò ridicolo e stupido provandoci e riprovandoci. Lei sarà mia ad ogni costo…”
 Più convinto tornò in camera sua e iniziò a prepararsi per la serata. Sulla scrivania il suo cellulare aveva appena smesso di vibrare ma preso dai suoi pensieri non si rese accorto di nulla.
 
Mary era nell’ufficio del signor Mastro.
«quando arriverà Marco?» domandò in apprensione. Era davvero molto tardi.
Francesco seduto alla sua poltrona osservava Mary  proprio come un giocatore di scacchi che medita sulla prossima mossa per fare scacco matto al suo avversario.
 Mary era caduta nella sua trappola anche se ancora non lo sapeva.
«Mary, cosa provi per mio figlio?» chiese a bruciapelo, lasciando la giovane seduta dinanzi a sé del tutto impreparata.
«cosa provo dice? siamo amici… anzi, é il mio migliore amico… è quasi come un fratello per me»
«basta non continuare!!!!» le urlò cambiando improvvisamente tono di voce. Mary, quasi sobbalzò dalla sedia colta di sorpresa da quell'improvviso cambio di tono. Non capiva proprio cosa avesse detto di così sbagliato, per averlo alterato in quel modo.
«a cosa serve essere amici? non dirmi che anche tu sei così stupida da non aver capito cosa prova mio figlio per te…»
Mary non poteva negare di sentirsi a disagio. Parlare di cose così intime non era qualcosa che era pronta a fare nemmeno con i suoi amici, figuriamoci se avrebbe potuto farlo con il padre di Marco.
«So cosa prova Marco, ma il mio cuore è già di un altro… non posso provare lo stesso sentimento per due persone. Oggi sono venuta per dirglielo e restituirgli questo» e indicò la busta con l’abito elegante che Marco aveva scelto con lei quel giorno nella Boutique. «non credo sarebbe giusto partecipare all’evento a questo punto… non mi sembrerebbe corretto nei confronti di Marco».
Francesco aveva un’aria irrequieta, e a giudicare dalla sua faccia irritata sembrava pronto a perdere le staffe da un momento all’altro.
«non permetterò anche a te di far soffrire mio figlio come fece tua madre con me…» affermò con gli occhi carichi di rancore.
“Mia madre? Cosa centra mia madre adesso?”
Mary assunse un’aria interrogativa e interessata.
«non sarà che lei…»
«si, hai capito bene, io amavo tua madre più di chiunque altro, ma quella stupida ha preferito tuo padre a me… e sappiamo entrambi com’è andata a finire…»
«quello che è successo non centra nulla con mio padre. E poi si sbaglia, non si può scegliere chi amare ne tanto meno si può scegliere di smettere di amare qualcuno a comando. Non funziona così, l’ho capito a mie spese. Forse è vero, mia madre deve essersi trovata in una situazione simile alla mia. Per questo posso capirla. Aver rifiutato il suo amore deve essere stata una decisione molto sofferta. Probabilmente sperava nella sua comprensione, quella di un vero amico, ma lei allontanandola ha commesso l’errore più grande. Amare qualcuno non è mai una colpa! Amare qualcuno non è una scelta è qualcosa che accade e basta! Non può incolpare mia madre per questo. La verità è che l’unico a non aver rispettato davvero l’altro è stato lei. Non ha provato nemmeno a capirla, è così ovvio, oggi come allora il suo risentimento  non è diminuito, ed è quello a farla sentire giorno dopo giorno sempre più miserabile. Dico bene?»
Il padre di Marco non riuscì a reggere oltre le parole della giovane e con un movimento rapido le mollò uno schiaffo.
Mary sentì il colpo farle vibrare la mandibola. Il dolore fu insopportabile. Ma non bastò quel gesto a fermare le sue parole.
« L’unico che dovrebbe rimproverare è se stesso. Mia madre sapeva che rifiutandola avrebbe perso un amico ma anche una persona molto importante, ne sono sicura, eppure nonostante questo è stata sincera con lei…»
«smettila!! Tu non sai nulla… che me ne facevo della sua sincerità quando è arrivata troppo tardi alle mie orecchie? E’ stata lei che non si è fidata di me, tenendomi all’oscuro di tutto e facendomi sentire un idiota!!» le urlò furioso allontanandosi dalla scrivania.
«mio padre mi ha sempre detto che nella vita ci possono essere situazioni simili ma questo non le rende uguali le une alle altre. Non veda tra me e Marco la stessa storia che c'è stata tra lei e mia madre. Io sono convinta che Marco mi capirà e una volta chiarito tutto torneremo amici come prima!!!»
«sei solo una piccola scema egoista… io non ti permetterò di spezzare il cuore di mio figlio. Hai detto che non si può scegliere di amare o smettere di amare a comando. Ti dimostrerò quanto ti sbagli… » disse sporgendosi con fare minaccioso su Mary, che mascherava sicurezza quando nel profondo tremava dalla paura.
Mary leggeva in quegli occhi bramosi un’aria di vittoria malvagia e crudele. In quel momento il presentimento che tutto intorno a lei potesse tornare ad affondarla nell’oscurità come in passato, la colpì facendole mancare l'aria nei polmoni. Sentiva che quelle sagome nell’ombra della sua solitudine erano pronte a tornare a inseguirla come nei suoi incubi passati. Sarebbe tornata a soffrire in silenzio ancora una volta.  
 
Eichi era con Luigi e i suoi nonni. Erano arrivate le sette ma di Mary ancora nessuna traccia. Al telefono non rispondeva e la cosa aveva iniziato a preoccupare un po’ tutti. Luigi aveva provato a contattare Angela e Marco, ma entrambi non rispondevano al telefono. Dopo circa mezz’ora ricevettero una chiamata da parte di Angela.
«Ehi, Eichi dimmi, mi hai chiamato giusto?»
«si, scusa se ti disturbo, ma mi chiedevo se Mary fosse lì da te. Doveva essere di ritorno per le sei e invece è in ritardo di un’ora.» le chiese in tono preoccupato.
«ho sentito ieri Marco e lui mi ha detto che questa sera Mary sarebbe andata da lui per festeggiare l’apertura del nuovo centro commerciale. Possibile che ti abbia detto che sarebbe tornata per le sei? Era proprio l’ora di inizio della festa! Ma scusami, non sapevi nulla?»
Eichi non poteva credere che Mary gli avesse omesso una cosa del genere. E poi per quale motivo avrebbe dovuto farlo? Il cuore iniziò ad affondare in una paura più grande… possibile che la storia si stesse ripetendo una seconda volta? prima  Misako e adesso anche Mary?
«…forse ci sono!!»esultò Angela dall’altro capo del telefono «è probabile che sia andata da lui per dirgli che non avrebbe preso parte all’evento. Sicuramente è andata a restituirgli quel vestito…» continuò quasi parlando a se stessa.
«che vestito?» chiese Eichi interessato.
«Marco le aveva comprato un abito per la serata.  Non conosco bene i particolari. Comunque non preoccuparti, sono sicura che Mary sia andata da lui per restituirglielo… Ti ama troppo per fare una cosa del genere… »
«Angela, dove si trova la villa di Marco? Devo raggiungerla» Eichi aveva un brutto presentimento. Se era andata via solo per questo motivo come mai non aveva fatto ancora ritorno?
 
 
Mary non poteva credere ai suoi occhi. Cos’era quella lettera?
«come vedi… ci sono volte in cui anche l’amore può essere comprato…»
«cosa ha intenzione di fare ai nonni di Eichi?» chiese spaventata all'uomo alto e con aria sofisticata seduto dietro la scrivania.
l’uomo in giacca e cravatta sogghignò seduto a quella poltrona, di fronte a lui Mary agitata e preoccupata stringeva nervosamente tra le sue mani tremanti la lettera che il nonno di Eichi aveva scritto.
Quella era proprio la reazione che Francesco si aspettava di ottenere. 
«Dipende da quello che sceglierai di fare.» sorrise compiaciuto «Ehi, ragazzina! Pensi ancora che non si possa scegliere di amare qualcuno?»
«mia madre fece bene a rifiutarla tanto tempo fa… è così disgustoso… se mio padre venisse a saperlo…» proseguì Mary trattenendo le lacrime.
«tuo padre dici? Ma, guarda che tuo padre sapeva tutto già dall’inizio!»
«cosa?» la voce di Mary si incrinò. Non poteva credere che suo padre fosse a conoscenza di tutto e che glielo avesse tenuto nascosto. Come aveva potuto? Il mondo tornò a crollarle addosso ancora una volta.
«Ma quello stupido, sono sicuro fosse sul punto di rifiutare la mia proposta. Perdere il lavoro e tutto per una ragazzina così egoista! Che spreco! »
«perdere il lavoro?» domandò sconvolta.
«avevo trovato dei modi per convincere tuo padre a spingerti tra le braccia di mio figlio, ma a quanto pare non è bastato minacciare il suo lavoro per ottenere quello che volevo. Quello stupido deve desiderare davvero molto la tua felicità… proprio come io tengo molto a quella di Marco. In questo senso non posso biasimarlo...»
«si sbaglia, lei non tiene alla felicità di suo figlio altrimenti non farebbe tutto questo. L’unica felicità a cui tiene è la sua! Qui l’unico egoista che vedo è lei!» lo sfidò con sguardo sostenuto, sollevandosi adirata dalla sedia.  Francesco sorrise,schernendola. Mary lo ignorò e a  passo spedito si allontanò da lui. Giunta dinanzi la porta si arrestò. Gli bastava girare la maniglia e si sarebbe buttata alle spalle tutti quei problemi. In quel momento pensò che la realtà facesse paura molto più dei suoi incubi.
«Cosa hai intenzione di fare? Sei davvero disposta a inseguire il tuo amore pur sapendo che questa tua scelta distruggerà la vita delle persone che ami? In quel caso sai bene che non resterei più l’unico egoista sulla scena, dico bene?»
Mary era con le spalle al muro. Non poteva permettere a quell’uomo di distruggere la vita di suo padre e quella dei nonni di Eichi. Non poteva lasciarglielo fare.
«d’accordo, cosa vuole che faccia?»
«per prima cosa credo dovresti indossare quel vestito. La festa dovrebbe essere iniziata già da un po’. Marco ti starà aspettando.»
 
 
Eichi era su night. Il vento picchiava avido su tutto il suo corpo. Andare in moto d’inverno non era il massimo, in più il giubbotto di pelle non bastava a ripararlo dal gelido clima invernale. Purtroppo il freddo di quella sera era l’ultimo dei suoi problemi, doveva raggiungerla il prima possibile la villa di Marco, aveva anche iniziato a piovere. Nel profondo sentiva una strana sensazione attanagliargli il cuore, come se qualcosa di brutto stesse succedendo proprio in quel momento. 
 
 
 
Mary era appena arrivata in compagnia del signor Mastro alla loro residenza estiva. Francesco aveva sequestrato il suo telefono insieme ai suoi vestiti, come garanzia per la buona riuscita della serata. Mary li avrebbe riavuti indietro solo al termine dei festeggiamenti.
In cambio, lei aveva avanzato un'unica e sola richiesta a Francesco, quella di avvisare almeno suo padre che lei non avrebbe potuto partecipare alla vigilia a casa dei nonni di Eichi. Non voleva si preoccupasse per il suo ritardo.
Non sapeva ancora come comportarsi. Francesco l’aveva messa nella condizione di fare quello che lei si era ripromessa di evitare ad ogni costo. Mentire. Solo in quel momento si rese conto che, a seguito degli avvenimenti imprevedibili di quella serata, non sarebbe più potuta partire con Eichi. Quella decisione le era costata tanta fatica e adesso doveva rinunciare a causa di uno sporco ricatto. Era così ingiusto.
Fece il suo ingresso scortata dal signor Mastro. Finalmente giunsero nell’immensa sala da ballo della residenza addobbata per l'occasione.  Al centro Marco conversava interessato con un gruppo di invitati. Ogni tanto si guardava intorno come per cercare qualcuno tra la folla. Mary pensava che era ancora in tempo per girare i tacchi e scappare, ma proprio in quel momento gli occhi verdi dell’amico incontrarono i suoi. Mary vi lesse una felicità, che presto sapeva avrebbe dovuto tingere di menzogne. Poteva davvero fingere di amarlo per salvare le persone che amava? Ci sarebbe davvero riuscita?
Prese un grosso respiro ed avanzò nella sua direzione. Francesco la bloccò per un momento sussurrandole un ultimo avvertimento.
«non pensare neanche per un secondo di tirarti indietro. Sai benissimo cosa succederà in quel caso: tuo padre perderà il suo lavoro, i nonni il loro adorato negozio e le foto del tuo amato Eichi finiranno nelle mani di una testata giornalistica giapponese in cerca di scoop succulenti. Quindi non fare scherzi ragazzina… e tutto filerà liscio »
Mary acconsentì, mentre una lacrima silenziosa scivolava sola e triste come lei, sulla sua guancia.
Adesso avrebbe dovuto indossare una maschera davvero pesante. Ma lo avrebbe fatto solo per proteggerli.
Marco l’aveva quasi raggiunta muovendosi tra i molti invitati e i camerieri con vassoi pieni di calici di champagne tra le mani.
«sei venuta…» costatò sollevato dopo averla raggiunta.
«si, sono qui…» gli sorrise forzatamente.
«mi fa davvero piace…» proseguì squadrando il suo abbigliamento. «questo vestito ti sta davvero molto bene» osservò compiaciuto.
«scusatemi vado ad accogliere i miei ospiti…con permesso» li interruppe Francesco prima di congedarsi dai due ragazzi con un lieve inchino.
Marco era in brodo di giuggiole. Prese Mary per mano presentandola ai molti invitati pervenuti. Mary lo seguiva diligentemente, nonostante nel profondo, volesse solo scappare via. Era a disagio. Non voleva prendere in giro Marco. Ogni tanto lo osservava con occhi colpevoli. Erano passati all'ennesimo gruppo d'invitati quando  improvvisamente la sala fu predisposta per il ballo. Una canzone di sottofondo e il cantante con la sua band dal vivo, invitò Marco a prendere posto al centro della sala per il primo ballo con la sua accompagnatrice. 
Mary era circondata da un sacco di occhi attenti e intransigenti. Marco le cinse i fianchi con le sue mani.
«Non guardarti intorno. Pensa che siamo solo noi due. Cosi sarà più facile…» la incoraggiò comprensivo. Mary non era abituata a stare al centro dell’attenzione.
 La musica iniziò con un crescendo graduale. Il brano Mary lo conosceva molto bene. Era You’re beautiful di James Blunt.
https://www.youtube.com/watch?v=z56U3_cZXto
Marco aveva occhi solo per lei.
«conosci il significato di questa canzone… se non ricordo male era una delle tue preferite. Scegli tu se l’angelo ricambierà l’amore di quel passante innamorato… »
Mary sentiva le gambe cedergli e il cuore esplodergli nel petto. Marco era così dolce, come poteva mentirgli in quel modo?
L'amico, leggendo l’imbarazzo nei suoi occhi  si apprestò ad aggiungere  
«non devi darmi una risposta subito. Sono davvero felice che tu sia venuta stasera, per me questo significa davvero molto..» scostandole dolcemente una ciocca di capelli dal viso
 
Eichi era appena arrivato. All'ingresso della Villa due bodyguard controllavano le macchine che accedevano dall'ingresso principale . Lui non aveva alcun invito quindi entrare in quel modo era impensabile.
Doveva trovare un modo per avere accesso alla festa. In quel momento si ricordò della sorellina di Marco. Aveva il suo numero. Poteva provare a contattarla.
In pochi minuti Mina si precipitò fuori da lui. Fece passare Eichi come suo accompagnatore e lo scortò fino alla sala.
«si può sapere cosa ci fai qui? Non che la cosa mi dispiaccia, è chiaro!»
«sono venuto per prendere Mary…»
«è successo qualcosa?» domandò preoccupata
«è quello che mi sto chiedendo anche io!».
I due si stavano avvicinando alla sala da ballo. La musica di sottofondo si faceva sempre più forte.
Eichi entrò nella sala facendosi spazio tra gli invitati. Era completamente fradicio tanto da goggiolare sulla moquette rossa della sala. Il suo abbigliamento poco consono non lo faceva passare di certo inosservato.   Tutti i presenti al suo passaggio si spostavano sorpresi. Come i margini del mare così gli invitati con sguardo di disapprovazione e sconcerto, si ritiravano, lasciando passare indisturbato Eichi che così si aprì un rapido varco verso il centro della pista. Poi alla fine li vide.
Marco e Mary stretti a ballare. Soli in mezzo a quella pista.
Mary incrociò il suo sguardo e ne rimase folgorata.
Subito prese le distanze da Marco. La musica si interruppe.
«Eichi, non è…» provò a giustificarsi.
«non dire niente, ti prego…» le intimò serio zittendola prima ancora che con le parole con il suo sguardo freddo. Poi dopo aver lanciato uno sguardo di sfida verso Marco prese Mary per un polso trascinandola via in mezzo a tutta quella gente sorpresa e scioccata. Marco li rincorse fin nel corridoio esterno.
«Eichi fermati!» lo intimò.
Mary fece segno a Eichi di fermarsi, voltandosi verso Marco, con sguardo colpevole.
Si mosse lentamente verso di lui. Con una mano gli sfiorò il viso. Una lacrima scese...
«Marco, solo per questa sera... ti prego perdonami…» Marco, non capiva. Cosa doveva perdonarle?
Poi Mary gli voltò le spalle correndo verso Eichi.
«ti prego portami via… non voglio più stare in questo posto. Non posso vedere la sua faccia…»
«va bene andiamo» la consolò Eichi prendendola per mano e trascinandola lontano.
Marco stringeva i pugni contenendo a stento la sua rabbia.
«Un giorno tornerà da me, ne sono sicuro e quando lo farà non le permetterò di lasciarmi una seconda volta in questo modo…» proseguì parlando a se stesso. Mina era alle sue spalle. Ora era tutto chiaro. Mary ed Eichi avevano una storia e suo fratello si trovava nel bel mezzo di un triangolo amoroso. Per la prima volta provò pena per suo fratello. Lo stesso recuperato un pò di contegno fece retromarcia. Mentre si avviava verso la sala  da ballo, incrociò lo sguardo dispiaciuto e impietosito di sua sorella.
«non guardarmi anche tu in quel modo. Non ho bisogno anche della tua pietà questa sera.» completò risentito, superarla per tornare alla festa. Aveva ancora i pugni serrati mentre rifletteva su quanto male gli avesse fatto quella carezza,  più simile a una taglio profondo che a un dolce segno di affetto.  Così Mary con quel gesto gli stava chiedendo di perdonarla quando dentro soffriva come un cane.  Nonostante fosse un tipo abbastanza orgoglioso non avrebbe mai ceduto alla tentazione di dirle addio solo per colpa del suo ego ferito. No, non avrebbe rinunciato a lei per niente al mondo. Domani Eichi sarebbe partito e probabilmente sarebbe sparito dalla sua vita per sempre. Avrebbe concesso a Eichi una sola e inutile notte, tanto a lui sarebbe spettata l'intera vita da trascorrere con lei.
 
 
Mary era ormai fradicia dalla testa ai piedi. Il vestito era diventato pesante e appiccicaticcio. La moto si muoveva rapida per la strada. Finché Eichi si rese conto di essere a corto di carburante.
L’unica soluzione era raggiungere Villa Rosa. Era a pochissimi chilometri dalla residenza di Marco. Fece una deviazione e in pochi minuti arrivarono a destinazione. La pioggia li aveva bagnati completamente. Messa a riparo la moto. Corsero per proteggersi dalla pioggia insistente di quella sera. Mary recuperò il doppione delle chiavi nascoste dietro una fessura nella parete rocciosa. Aprirono ed entrarono rapidi all’interno.
Eichi si tolse il giubbotto di pelle e la maglietta bagnata dopo aver acceso la luce.  Mary rimase immobile con il viso rivolto al pavimento mentre si stringeva su se stessa tremante.
«dovresti cambiarti. Con quelle robe addosso potresti prenderti un raffreddore…» le fece notare in tono di rimprovero, mentre prendeva posto sul divano. Aveva addosso solo i suoi jeans e una maglia bianca.
Mary, in silenzio, si mosse verso il bagno recuperò un asciugamano per Eichi, glielo diede e dopo aver preso anche una camicia dall’armadio del padre entrò in bagno chiudendosi la porta alle spalle. Aveva il cuore a mille. Cosa poteva inventarsi adesso?
Scivolando lentamente appoggiata alla porta, raggiunse rannicchiata il pavimento, e per la prima volta quella sera scoppiò in un pianto disperato.
Dopo venti minuti uscì con solo una enorme camicia bianca. Silenziosamente, a testa bassa, prese posto accanto ad Eichi.
«non devi giustificarti… so perché lo hai fatto…» esordì rompendo il silenzio l'altro.
«non volevi lasciarlo solo… lo capisco»
"scusa Eichi, ma non posso dirti la verità... " «ero andata per restituirgli il vestito, ma lui mi ha detto che anche come amica sarei potuta stare al suo fianco e allora non sono riuscita a dirgli di no. E’ pur sempre uno dei miei migliori amici. Mi dispiace non averti avvisato, ma ero convinta di poter risolvere la cosa da sola e invece alla fine ho combinato un macello. Mi dispiace... »
Eichi, si girò tirandola a sè e stringendola forte tra le sue braccia.
«non tenermi nascosto più nulla, chiaro? la prossima volta potrei non sopportarlo»
«prossima volta?» domandò lei allontanandolo.
«hai sentito bene. Ho intenzione di ritornare da te… questo non è un addio. Io lotterò per riprenderti ad ogni costo. Tu aspettami…»
Mary sentiva davvero il cuore diviso in due dalla follia di quelle parole, piacevoli e dolorose allo stesso tempo. Prima di quella sera l’avrebbero resa felicissima, ma adesso in vece le facevano davvero male. Quando lui sarebbe tornato probabilmente lei avrebbe già iniziato a stare con Marco. Avrebbe preferito non doverlo ferire in quel modo.
« voglio farti sentire una cosa, ti va?» le chiese sorridendo prendendola per mano, cancellando con quel modo di fare ogni traccia dell'evento spiacevole avvenuto quella sera. Mary accennò un si timido con la testa.
Eichi la trascinò vicino il camino. Sollevò un lenzuolo bianco e da sotto quella bianca copertura, comparve il pianoforte di Clara. Era stato messo a nuovo completamente.
Mary non poteva credere ai suoi occhi.
«mi dispiace, doveva essere una sorpresa comunque ormai questa serata è andata tutta al contrario quindi perché no… ecco qui parte del tuo regalo di natale…»
“Giusto i regali di Natale!”
«anche io ho un regalo per te proprio qui» gli sorrise felice Mary prendendolo per mano a sua volta lo allontanò dal pianoforte. Per un attimo decise di mettere da parte i cattivi pensieri e concentrarsi su quell’ultimo momento di felicità che avrebbero potuto godersi prima della fine.
Eichi la frenò bruscamente, «prima però lascia che ti mostri il mio secondo regalo di natale» disse infine liberandosi dalla stretta di Mary, prendendo posto vicino il pianoforte. Dalla tasca uscì un foglio di carta ripiegato. Lo aprì stirandolo alla meglio, poggiandolo sul registro. Era scritto da un lato in giapponese e nell’atro lato in italiano. Le parole erano quasi tutte sbiadite a causa della pioggia.
Mary rimase in piedi dietro Eichi.
« il giorno che questa canzone ti troverà una seconda volta insieme ad essa troverai anche me… per allora custodiscine le parole…»
Mary acconsentì con un movimento convinto della testa.
La musica partì e con essa le parole di quella canzone.
Mary era completamente assorta nell'ascolto di quelle piacevoli note musicali, il suono della sua voce era cosi caldo e piacevole. Osservava Eichi suonare e cantare per lei quel brano con così tanto amore. In quell’istante si ritrovò a pensare che avrebbe preferito non averlo mai incontrato, almeno a soffrire sarebbe stata solo lei. Adesso invece avrebbero condiviso anche quel dolore.
Strinse i pugni e inghiottì le lacrime.
Eichi aveva quasi finito di cantare quando Mary lo abbracciò alle spalle.
«grazie…» gli sussurrò ad un orecchio.
Eichi sollevatosi dalla seduta vicino la pianola tornò a confrontarsi con lo sguardo lucido e commosso di lei.
«ti amo…» disse infine stringendola a se.
Senza alcun preavviso iniziò a baciarla dolcemente. Trasportati dai loro movimenti finirono in camera da letto. Mary non poteva rinunciare a quel momento. Voleva dargli tutto prima che fosse troppo tardi. Prima che la sua testa dicesse di no al suo cuore. Dolcemente fece scivolare la camicia.
Eichi la guardò sorpreso.
«sei sicura che è quello che vuoi?» le domandò preoccupato.
«si, non sono mai stata più sicura di così» Eichi dolcemente le prese le mani e una volta seduta al suo fianco ricominciarono a baciarsi con trasporto. Il resto del mondo poteva continuare ad andare avanti e indietro a proprio piacimento ma per loro il tempo si era fermato a quel momento di assoluta perfezione. Le mani di lui seguirono i suoi morbidi fianchi fino ai sensi e a quelle labbra dolci e carnose. Mary avvertiva il tatto sicuro e delicato di Eichi che le faceva rabbrividire tutto il corpo. Era delicato e dolce proprio come immaginava sarebbe stato. Poteva avvertire la leggera pressione del corpo di Eichi farsi spazio tra le sue gambe. Il loro corpi divennero un tutt'uno per la prima volta quella sera.
La pioggia continuava a scivolare sulle finestre.
Mary era tra le braccia di Eichi e dormiva tranquilla senza incubi. Le lenzuola li avvolgevano come un’enorme nuvola vaporosa. Fuori la pioggia aveva smesso di scendere.
Eichi, la osservava in silenzio. Era davvero bellissima. Lasciarla adesso era ancora più difficile. Le scostò dolcemente i capelli scuri dal viso sereno. Se avesse tentennato oltre non ci sarebbe riuscito. Facendo attenzione sfilò il braccio da dietro la nuca di Mary. Scese dal letto e recuperati i vestiti si ricompose per uscire. Nella tasca dei pantaloni aveva ancora quella collana. Prese la busta da lettere e recuperato il foglio con il testo della canzone lo rigirò per scrivere un breve e ultimo messaggio a Mary. Dopo si avvicinò ancora un ultima volta al suo viso. Rimase per pochi secondi ancora ad osservarla mentre riposava serena. Per un momento aveva vissuto la vita che aveva sempre sognato. Svegliarsi con accanto la persona che amava era il coronamento di quel sogno perfetto. Dolcemente le porse un ultimo bacio sulla fronte.  Adesso doveva tornare alla realtà. Uscì chiudendosi delicatamente la porta alle spalle.
Stava per andare via quando  qualcosa attirò la sua attenzione. Sapeva che non doveva farlo ma la curiosità era troppa. Entrò nella stanzetta ormai adibita a sala di pittura. dentro c’era il quadro di Mary per la mostra. Tolse lenzuolo bianco e finalmente lo vide.



Era un fiore di loto aperto su uno specchio d’acqua in cui si riflettevano milioni di stelle iridescenti.
Ora che osservava quel quadro si rendeva conto di quanto fosse improbabile una unione di quel tipo. Proprio come quella tra lui e Mary. Il fiore di loto che schiude la sua corolla al mattino non avrebbe mai potuto vedere le stelle risplendere nel cielo notturno, così come le stelle non avrebbero  potuto ammirare gli splendidi colori di quel fiore acquatico bagnato dai caldi raggi del mattino.
 Convinto delle sue intenzioni riposizionò il drappo sul dipinto. Un giorno, proprio come in quel quadro, la stella sarebbe tornata da quel fiore e finalmente si sarebbero ritrovati per non perdersi mai più. Stava facendo retro font, quando inciampò in un blocco da disegno. Lo raccolse e iniziò a sfogliarlo. Era pieno di suoi ritratti. Non si era mai  reso conto di quanto forte fosse l’amore di Mary per lui, se non fino a quel momento. Due lacrime caddero dai suoi occhi bagnando i fogli che aveva tra le mani. Riposizionò il blocco sul pavimento, chiuse la stanza ed uscì. Mary si sollevò pigramente dal letto. Erano le otto del mattino. Si stiracchiò, dopo si voltò alla sua sinistra. sorpresa si ritrovò completamente sola in quel enorme letto. Per un attimo pensò di aver sognato tutto poi qualcosa sul comodino attirò la sua attenzione.
Era una collana con un ciondolo a forma di fiore di loto. Prese il foglietto e ancora mezza addormentata lo lesse.

Ti lascio l’ultimo mio regalo. Come ben sai, mio padre tempo fa se ne andò lasciando a mia madre quello stesso fiore. Io non commetterò il suo stesso errore. Custodiscila fino al mio ritorno. Perché io tornerò da te. Costi quel che costi. La tua stella brillerà così forte da rispendere anche di giorno, quindi abbi pazienza e attendi il mio ritorno.
                                                                                                                                                                                                                       
Con amore infinito, Eichi.


In quel momento Mary scattò in piedi, in evidente stato d'ansia.
“E’ andato via e non ho potuto nemmeno dirgli addio… no non può essere vero! Non gli ho mostrato nemmeno il mio dipinto…”
Corse fuori con solo la camicia bianca addosso, non le importava del freddo. Night era ancora lì ferma immobile come un relitto affondato nelle profondità marine. Eichi, doveva aver preso un taxi.
Tornò dentro e dopo aver preso coscienza della realtà, crollò in ginocchio sul pavimento freddo. Stringendosi con una mano il petto, ricominciò a piangere a singhiozzi. 
Era tutto finito.  Quella notte sarebbe stata l’ultima per entrambi, ma solo Mary avrebbe custodito quell'amaro segreto nel cuore.
 
 
 
 GIAPPONE
 
 
JJ, Hiro, Rio, Daisuke, Andrea, Yori e Akiko erano riuniti nella studio del signor Otzuki.
«Si può sapere cosa hanno da dirci oggi di così importante? Io e Akiko eravamo nel bel mezzo di una uscita romantica. Che balle» si lamentò il più giovane dei BB5 stiracchiandosi sul divano rosso.
«JJ non sei mica l’unico ad aver messo da parte i propri impegni. Anche io e Yori abbiamo abbandonato in anticipo una conferenza stampa molto importante, quindi non lamentarti in continuazione…» lo ammonì Rio.
Hiro e Misako erano in disparte in silenzio, non inclini a sollevare obiezioni. Dopotutto erano gli unici a non aver abbandonato impegni troppo importanti quella mattina. Misako era appena tornata dal suo ultimo viaggio di lavoro, mentre Hiro era rimasto alla Kings Record a finire di lavorare ad alcune tracce strumentali, quindi si trovava già sul posto.
Dopo una mezz’ora abbondante, quella straziante attesa fu interrotta. La porta fu spalancata e in un istante tutti si voltarono sorpresi verso di essa.
«Sono tornatoi!» efece la sua comparsa Eichi.
Tutti rimasero bloccati nelle loro posizioni, come statue di cera in un museo freddo e asettico. Infine JJ ruppe quell’immobilità sollevandosi dal divano rosso. Correndo verso suo fratello gli saltandogli al collo, fuori di sè dalla contentezza. 
«SEI TORNATO!» urlò eccitato.
«Si sono tornato, e ho bisogno di parlare con tutti voi…» ammise con una nota malinconica nella voce.
JJ si allontanò da lui suo malgrado, ricomponendosi.
«scussate, sono stato io a chiedere al signor Marini di riunirvi tutti qui, tirandovi via di forza dai vostri impegni. Devo parlarvi con una certa urgenza. Con il signor Otzuki ho già discusso allungo sull’argomento.»
«prima però fatti salutare…» si avvicinò a lui Rio.
«certamente» i due si scambiarono con una stretta di mano, che sotto la spinta del più grande si tramutò presto in un abbraccio caloroso.
Hiro e Misako li osservavano in un angolo. Certo la loro situazione era diversa da quella di JJ e Rio. Non sarebbero mai potuti andare da Eichi e salutarlo come se nulla fosse mai accaduto.
Il giovane leader si staccò dalla salda stretta del amico e convinto si avvicinò alla coppia in disparte.
A pochi passi da loro si arrestò.
«state insieme?» chiese diretto spostando lo sguardo dall'uno all'altra con interesse investigativo.
«si» rispose convinto Hiro, stringendo forte la mano di Misako. 
Proprio mentre Misako stava per distogliere lo sguardo, Il volto serio di Eichi si illuminò di un insolito sorriso. I suoi occhi si staccarono da quelli di Misako tornando sull'amico.
«Hiro, amala e proteggila più di quanto sia riuscito a fare io. So che il tuo amore sarà meno egoista del mio.» gli porse una mano come segno di riconciliazione. Hiro titubando incerto alla fine la strinse sotto gli occhi scettici dei presenti. Poi tornò a rivolgersi a Misako.
«Mi spiace averti presa in giro per tutto questo tempo. Non sono mai stato realmente innamorato di te, me ne sono reso conto solo dopo averti persa. Quella che provavo, credo fosse solo pura ammirazione. Quindi non provare più alcuna colpa, a questo punto sono io che dovrei chiederti scusa. Finiamola qui e ritorniamo amici come prima.»
Misako non poteva credere alle sue orecchie. Perché quelle parole le facevano così male?
Eichi diceva di non averla mai amata. Sentirsi dire quello avrebbe forse dovuto farla sentire meno colpevole eppure dentro si sentiva morire.  
Rassegnata ma ancora ferita ricambiò quel sorriso.
Si abbracciarono per pochi secondi. Poi Eichi volse il suo sguardo alle due new entry nella stanza.
JJ si avvicinò gonfio di orgoglio verso Akiko.
«fratello, lei è Akiko..» disse presentandola «è la mia ragazza» aggiunse compiaciuto.
Eichi sorrise felice.
«piacere di conoscerti Akiko. Dimmi la verità sei proprio sicura di voler stare con un eterno bambinone come lui?» aggiunse avvicinandosi a quella ragazza timida e impacciata. Akiko arrossì portandosi un ciuffo di capelli dietro l’orecchio.
«eterno bambino a chi?» lo riprese risentito JJ.  Eichi scompigliò raggiante i capelli ormai scuri del fratello.
 «Anche se è difficile ammetterlo, devo dire che JJ non è più il bambino che ricordi Eichi, anzi se non fosse stato per lui probabilmente adesso non potrei presentarti una delle persone più importante della mia vita.» Era stato Rio a interromperli. JJ non poteva credere alle sue orecchie.
«ah si? è cresciuto così tanto il mio fratellino durante la mia assenza?» chiese conferma rivolgendosi a lui con sguardo sorpreso e commosso. Si poteva leggere chiaramente quanto lo avesse fatto soffrire stare lontano da lui.
«Eichi, voglio presentarti Yori» completò Rio riportando su di sé l’attenzione.
Eichi si avvicinò alla nuova star della Kings Record.
«so già chi sei.» le confermò raggiante.
«mi conosci?» chiese l'altra stupita.
«come potrei non riconoscere la nuova star della casa discografica. Grazie, per quello che hai fatto. Mi spiace che tu sia stata usata come mezzo d’intrattenimento per la stampa» la squadrò con occhi colpevoli.
«non devi ringraziarmi, se non fosse stato per questo probabilmente adesso non sarei qui con tutti voi. Direi che visto come sono andate le cose dovrei essere io quella a ringraziarti.» Eichi acconsentì sollevato senza ribattere ulteriormente sull'argomento.
Voltandosi notò altre due persone che lo attendevano in un angolo.Uno dei due era muscoloso con un'alta cresta, l'altro gracilino e biondastro. Il più minuto dei due lo riconobbe non proprio immediatamente. Dopo una seconda analisi più attenta capì che si trattava di Andrea, il fratello di Mary. Era cambiato davvero molto e non solo nel fisico, ma anche nell'atteggiamento. I suoi capelli scuri erano stati tinti di biondo, e mostrava un portamento serio e sostenuto completamente diverso da quello turbato e inesperto che aveva esibito in quel video di sei mesi prima. Accanto a lui Daisuke con un ampio sorriso ricambiava lo sguardo curioso e interessato dell'amico.
«Eichi, tu forse non sai tutto, Andrea è stato quello a impegnarsi più di tutti per salvare la tua immagine e anche la nostra.»
«lo so benissimo invece. Tua sorella ha salvato la mia vita in Italia e tu invece hai salvato la mia vita e anche quella di chi amo qui in Giappone. Sarò sempre  grato a entrambi per questo.»
«tua sorella?..» si voltò stupito Daisuke verso Andrea.
«si tutto questo tempo sono stato ospite a casa sua… » chiarì sintetico Eichi.
«Hai detto che mia sorella ha salvato la tua vita, cosa intendi?» precisò poco convinto Andrea, squadrandolo con sospetto.
«questo è un segreto tra me e lei, mi dispiace… » concluse Eichi sorridendogli.
«a proposito di segreti, Eichi devo dirti una cosa importante..» ammise Daisuke frapponendosi tra i due.
«dimmi..» lo spronò Eichi. Daisuke prese la mano di Andrea stringendola forte, davanti gli occhi stupiti di Eichi.
«io e Andrea stiamo insieme…» confessç tutto di getto.
Eichi per un secondo credette di aver sentito male poi finalmente tutti i pezzi del puzzle nella sua mente si ricomposero.
«allora sei tu la Yoko Ono di cui mi parlava sempre Mary…» concluse rivolgendosi a Daisuke sorpreso ma anche compiaciuto. Andra si portò avanti, interrompendo Daisuke.
«si è lui, qui mi hanno impedito di dirle tutta la verità così non sono riuscito a raccontarle la nostra storia per intero» confessò come per giustificarsi.
«capisco, mi spiace averti provocato così  tanti problemi» ammise dispiaciuto.
«l’importante è che tu ora sia tornato. Giuro che recitare nei tuoi panni non è facile come sembra!» tutti scoppiarono a ridere distendendo l'aria tesa e a tratti sostenuta di quell'incontro.
Almeno per pochi istanti l’atmosfera tornò leggera e spensierata come quella di un tempo.
«Ragazzi devo parlarvi.» tornò serio il leader del gruppo. Tutti o quasi presero posto un po’ sul divano, un po’  appoggiati alle pareti, accanto a qualche poster e a qualce locandina cinematografica.  Eichi, dinanzi a quel gruppo da poco ricostituito, si preparava a tenere il discorso più importante della sua vita.
 
 
ITALIA
 
Mary era ritornata davanti a quel cancello in ghisa che era stato l’inizio di tutto. Erano passati già due giorni da quando Eichi era partito. Era andato via senza lasciarle nemmeno un recapito telefonico. Non c’erano modi per venire in contatto, se non confessando tutto ad Andrea, ma quella sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbe fatto. Sopratutto adesso. Da un lato pensò, che fosse meglio così. Almeno non avrebbe dovuto resistere a inutili tentazioni. Prese un grosso respiro, strinse con forza il ciondolo appeso alla sua collana e suonò. Da quel momento tutto sarebbe cambiato.
Mary era nel salone della villa. Seduta sul grande divano al centro della stanza.
Dopo pochi secondi una figura slanciata con sguardo fiero e sostenuto la raggiunse facendo il suo ingresso nella sala.
Era pronta. Avrebbe chiarito tutto una volta per tutte. Quello sarebbe stato il discorso più importante e difficile della sua vita.
L’uomo prese posto sulla poltrona di fronte a lei.
«l’ultima volta hai commesso un errore molto grave…» esordì accendendosi una sigaretta.
«non scapperò più in quel modo sono tornata per non andare più via.»
«hai intenzione di sposare mio figlio allora?» chiese compiaciuto l’uomo gettandole il fumo in faccia con altezzosità. Mary trattenne due copi di tosse.
Si portò una mano sulla bocca, dopo che il fumo si fu disperso riprese il discorso.
«Si, ma devo chiederle un favore…» continuò sostenendo coraggiosamente il tono di quella conversazione allontanando il fumo con le mani.
«parla…» la invitò l’uomo in tono risoluto.
«voglio laurearmi e trovare un lavoro prima di sposarmi con Marco. Spero mi vorrà concedere almeno questo…»
«tutto qui?» chiese sollevato Francesco scaricando la cenere della sigaretta in un contenitore, appoggiato sul tavolino al centro della stanza.
«in realtà non è solo questo, vorrei fosse messo per iscritto che lei non toccherà in alcun modo i nonni, mio padre e voglio avere indietro le foto di Eichi.»
«va bene per i cari nonnini e per tuo padre, ma le foto di Eichi le riavrai solo dopo il matrimonio. Non puoi pensare che io sia così stupido da concederti anche quelle»
«va bene.» sentenziò alla fine Mary. Dopotutto non poteva ottenere più di così. L'uomo si rilassò ancora una volta sul divano aspirando dalla sua Merit bianca. Si rigirò con aria contemplativa la sigaretta tra le dita. 
«Marco non deve sospettare nulla. Deve credere che tu abbia scelto di tua spontanea volontà di amarlo» precisò infine Francesco spegnendola nel portacenere. 
«A quanto pare devo ricordarle che io non sto "scegliendo" di amare Marco ma "scelgo" di fingere amore per lui. C’è una grande differenza e voglio che lei ne sia consapevole.  Anche se sposerò suo figlio lo farò sempre e solo per il mio vero amore. Non si illuda che questo sentimento possa cambiare nel tempo… alla fine entrambi vivremo con la colpa di aver macchiato di false verità l’amore e la fiducia limpida e trasparente di una persona… » chiarito anche questo punto, Mary si sollevò e sicura uscì dal salotto. Non poteva immaginare che dietro la porta ci fosse stata Mina per tutto il tempo. La sorellina di Marco fece in tempo a nascondersi prima che lei uscisse. Non poteva credere alle sue orecchie. Cosa doveva fare?
Dopotutto sarebbe andata bene anche così. Suo fratello avrebbe avuto Mary al suo fianco comunque. Cosa importava se si trattava di finzione?
Almeno in questo modo non avrebbe dovuto più soffrire come quella sera.  Mina in quel momento decise di divenire la terza custode illegittima, di quel segreto scavato nella menzogna.
Mary era appena uscita dal cancello quando incrociò Marco.
Era arrivato il momento di tenere fede alle sue parole. Strinse forte ancora una volta il ciondolo a forma di loto e  si avvicinò a lui più sicura che mai. L’angelo avrebbe finto di amare quell’ignaro passante.  
 
 
 
GIAPPONE
 
Eichi era pronto.
« Sapete, John Lennon era solito dire che “Essere onesti può non farti avere tanti amici, ma ti farà avere quelli giusti” per questo ho deciso di essere sincero con voi. So che capirete le mie scelte. Prima di tutto vorrei ringraziarvi per esservi impegnati a mantenere il segreto della mia partenza per tutto questo tempo. Prima di tutto ringrazio te Misako per avermi scagionato dalle accuse dicendo quelle cose in diretta televisiva. Grazie anche a te Rio, per aver gestito la difficile situazione in cui vi ho lasciato. Grazie fratellino per essere stato vicino a nostra madre, sono orgoglioso di te. Daisuke grazie di esserti preso cura del gruppo e aver aiutato  Andrea. Ovviamente Andrea ti sarò sempre riconoscente per aver aiutato me e anche l’intero gruppo e per aver mantenuto il mio segreto. Ancora, Hiro per aver accettato di aiutarli nella creazione dei singoli. E poi infine vorrei ringraziare te, Yori, per essere stata il capro  espiatorio per la stampa e  te Akiko per aver aiutato mio fratello. Grazie a tutti. »
«non devi ringraziarci. E’ il minimo dopo tutto quello che hai fatto per noi in questi anni…» lo interruppe JJ. Eichi lo zittì con un movimento della mano.
«Mi dispiace dover ammetterlo solo adesso ma non è proprio così.  JJ la verità è che non ho fatto tutto fino ad oggi solo per voi ma più che altro per me stesso. Ho lavorato sodo trascurando chi avevo vicino solo per puro egoismo.» scambiò con Misako uno sguardo d’intesa « Volevo dimostrare a qualcuno, di essere capace di andare avanti da solo. O meglio volevo dimostrargli che sarei potuto andare avanti anche senza il suo aiuto. Ma una persona mi ha fatto capire che non si può andare avanti in questo modo. Per questo ho deciso di abbandonare il mio ruolo di leader. ».
Tutti, o quasi,  rimasero sconvolti da quelle parole. 
«… eravamo pronti a questa possibilità.» lo interrupe Rio con autorità, «se questa è la tua decisione noi ti seguiremo fino alla fine…».
«no, non voglio che anche voi rinunciate… non posso permettervelo.»
«non dire sciocchezze, noi avevamo già deciso di seguirti qualsiasi cosa avresti scelto di fare. I BB5 senza il loro leader non sarebbero più gli stessi!» lo rassicurò Daisuke.
«so cosa avevate deciso ma io non posso permettere che anche voi diciate addio ai vostri sogni e a un lavoro che amate solo per colpa mia…»
«cosa dovremmo fare secondo te?» intervenne JJ incollerito.
«Ho già discusso con il signor Otzuki, per il momento ho intenzione di uscire anche io con dei singoli come voi. Dopo aver portato a termine il nostro tour mondiale ho intenzione di rinunciare alla mia carriera di cantante. Dopotutto c’è una persona che non voglio deludere. Se andrò avanti questa volta sarà solo per lei. Non canterò per me stesso ma per qualcun altro ma sarà anche l’ultima volta che lo farò. Perché se continuassi so che potrei perderla. »
«sei cambiato davvero molto Eichi» lo interruppe Misako. «in passato nulla si sarebbe potuto intromettere tra te e la musica… deve essere davvero molto importante questa persona per te» ammise a tratti delusa.
«mi spiace Misako. Ho trovato la persona della mia vita e non ho intenzione di lasciarmela scappare per niente al mondo».
Tutti rimasero in silenzio.
«TU NON PUOI!» sbottò fubondo JJ.
« JJ calmati…» tentò di trattenerlo Daisuke
«rinunciare così non è da te… che farai? andrai via di nuovo?» gli occhi del più piccolo si riempirono in pochi istanti di collera, tutto per mascherare una paura disarmante. 
«mi spiace, ho promesso che sarei tornato da lei» confessò con occhi colpevoli.
«va bene, va pure… ma poi non venire a piangere da noi quando scoprirai che ha smesso di aspettarti…» lo superò JJ uscendo dalla stanza, sbattendo la porta rumorosamente. Akiko lo seguì.  Eichi avvertì una mano poggiarsi sulla sua spalla destra.
«non farci caso è solo preoccupato che tu possa sparire ancora una volta. Gli sei mancato molto. Conosci JJ si mette sulla difensiva per non mostrare il suo lato debole,» lo rincuorò Daisuke.
«lo so»
«Quindi questo sarà il nostro ultimo tour, dico bene?» chiese conferma Rio.
«Si.» confermò laconico Eichi.
«Questo vuol dire che dovremo lavorare duro per renderlo memorabile! Se i BB5 devono uscire di scena, lo faranno, ma in grande stile!» lo incoraggiò il compagno sorridendogli rassicurante.
«Metteremo su uno show mai visto prima» si aggiunse anche Hiro.
«Grazie per aver capito»
«i veri amici fanno questo.» completò Misako. Il gruppo si era finalmente riunito. Andrea era così felice che la situazione si fosse finalmente risolta. Non vedeva l'ora di dare la bella notizia al signor Marini.
In quel momento un telefono squillò. Era il suo.
Tutti si voltarono verso il nuovo manager interessati.  Lo stesso sollecitato dai loro sguardi, si apprestò a rispondere.
«Pronto?Cosa? In ospedale? Vi raggiungiamo subito!»
tutti osservavano Andrea preoccupati.
«dobbiamo andare in ospedale. Roberto è stato ricoverato d’urgenza…»

   
 
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