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Autore: Maryleescence    18/07/2014    1 recensioni
[Tom Odell]
[Tom Odell][Tom Odell] Lavinia Marika Emberson, è un'avvincente cassiera di ventidue anni che sta per diventare la moglie di James Odell, il fratello di Tom Peter Odell, un famoso cantante britannico. La ragazza, si trasferisce nella lussuosa villa di campagna della famiglia Odell, per accogliere i primi ospiti. Proprio lì, Tom e Lavinia si conoscono per la prima volta e dal loro incontro nascerà un amore travolgente, passionale, ma soprattutto clandestino a un passo dalla cerimonia nuziale, riportando alla mente l'astio presente tra i due fratelli, poiché James era stato l'amante di Jane, l'ex fidanzata di Tom, all'epoca in cui stavano insieme. Ciò porterà alla gelosia sfrenata, ma soprattutto alla pazzia.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo 20°: Vuoto.
 
Lavinia.

 

Tre soli giorni e sarei diventata la moglie di James Odell, non che fratello del mio amante. Quel dì, sapevo sarebbe stato il decisivo. Avrei detto al mio futuro sposo che non avevo intenzione di condividere in futuro la mia vita con lui. Speravo solo che capisse e che non facesse troppe domande.
Indossai un vestito rosa molto chiaro e i miei soliti tacchi neri, lasciando poi i miei capelli sciolti e che quella mattina erano stranamente ondulati. Mi avvicinai alla finestra notando i bellissimi raggi del sole illuminare quel giardino incantato. Sfavillanti farfalle di colore bianco saltavano da un fiore all’altro e mentre le fissavo, quasi commovendomi, le invidiavo. Loro erano libere d’intrecciarsi tra quei petali delicati, mentre io sembravo imprigionata tra le mura del mio cuore e della mia mente.
Numerose frasi e parole sembravano incastonarsi su quello che era il mio sistema nervoso. Erano scuse, abbastanza convincenti, per far sì che questa storia potesse concludersi in meglio. Davanti a quello specchio c’ero io, Lavinia Marika Emberson, in carne e d’ossa. Osservavo ogni particolare di me e in ogni istante mi chiedevo se ero davvero io.
L’ansia stava prendendo il sopravvento su di me, tanto che le mani mi si gelarono mentre ancora erano sudate. Non avevo buoni presentimenti, ma per Tom, avrei fatto questo e altro.
Oh, se solo pensavo alla sua dolcezza, e non che alla sua estimabile bellezza, mi sentivo crogiolare proprio su quel pavimento freddo, su cui avrei voluto sprofondare per non affrontare James.
Aprì la porta e davanti a me vidi quella famosa scalinata. Per la prima volta fui contenta di attraversarla semplicemente perché sapevo che forse sarebbe stata l’ultima volta che l’avrei fatto. Sì, dopo aver messo fine a questo strazio me ne sarei andata da quella villa. Avrei probabilmente visto Tom fuori da quella casa di orrori che mi aveva regalato anche preziose emozioni che avrei stretto a me con molto affetto.
Giunsi nel salone e vidi le decorazioni già tutte pronte. Il pianoforte era già stato montato proprio al centro della grande stanza e molti addobbi floreali erano stati applicati lungo i colonnati e che sostenevano le lussuose scale.
Il vuoto pervase ogni parte di me.
Sarei stata un disonore per tutti, ma non potevo sposare un uomo che non amavo. Io volevo Tom più di qualsiasi altra cosa al mondo e probabilmente l’avrei amato per sempre, perché quello era l’amore vero di cui tutti mi parlavano e non quello futile che avevo provato fino a pochi giorni prima di trasferirmi nella villa, con James.
Già udivo le future e false accuse tutte puntate su di me, come grandi riflettori, pronti a divorare ogni cosa che di buono c’era in me. Forse l’unico appoggio che avrei ottenuto sarebbe stato quello dei miei genitori e di Tom, almeno che i suoi parenti non l’avessero sviato nelle sue scelte. Erano tutti bravi a recitare i ruoli degli attori di un grande teatrino, ma io, invece, mi rifiutavo. Non volevo che il mio matrimonio diventasse una futile finzione.
No, non doveva essere assolutamente così.
Arrivai nel soggiorno e tutti erano seduti accanto al tavolo. Mi fissavano come se fosse appena giunta una dea a illuminare le loro giornate, ma io avevo paura che nei miei occhi potessero scrutare la verità che mi portavo celata nel mio cuore. Tom era lì, che mi fissava con gli occhi lucidi simili a quelli di un bambino, mentre cercava di essere il più disinvolto possibile. Fui attraversata da un fremito che mi fece respirare ancora più forte, come se il panico prendesse il sopravvento. Ma come avrei fatto a guardare ancora quei visi dolci dopo aver mandato tutto in fumo? Che razza di mostro ero?
<< Mia cara, potresti aggiungerti a noi invece di rimanere impalata davanti all’ingresso… >> disse Cornelia.
In quel momento scrutai gli sguardi di tutti, impaurita di incontrare quello di James, ma fortunatamente non c’era.
<< Sì, scusate… >> risposi.
Ormai la maggior parte dei parenti della famiglia Odell era seduta a quel tavolo, ma c’era un’anziana signora tra loro che non avevo ancora conosciuto.
<< Ah Lavinia, lascia che ti presenti nonna Peggy… >> disse Tom.
Le strinsi la mano e lei mi mostrò un sorriso vero. Aveva i capelli grigi, mentre la sua pelle chiara era già deturpata da numerose rughe che si estendevano dalla fronte fino al mento. Eppure, nonostante la sua brillante età di ottantacinque anni, indossava abiti eleganti come una qualsiasi donna che si rispetti.
Improvvisamente notai spuntare dalla camicia di Tom una fascia bianca, poggiata sul braccio. Lui se ne accorse e cercò di nasconderla a tutti i costi. Io lo guardai sorpresa, ma allo stesso tempo delusa da quel suo comportamento: era chiaro che stava celando qualcosa al suo interno.
Presto finimmo la colazione e nel soggiorno rimanemmo sedute solo io e Peggy, la quale, si apprestò lentamente a sedersi accanto a me.
<< Tu sei la donna che mio nipote James deve sposare vero? >> chiese fissandomi.
<< Sì, è proprio così… >> risposi, sentendomi quasi sprofondare.
<< Oh cara mia, ho notato come tu e mio nipote Tom vi guardate… È così evidente che vi amate… >>.
Rimasi sorpresa da quell’affermazione. La mia paura più grande che qualcuno potesse scrutare la verità nei miei occhi, si era avverata.
<< Nono, la prego, lasci che le spieghi… >>.
<< No Lavinia cara, non c’è bisogno che tu dica nulla… Sono ottantacinque anni che aspettavo di vedere un amore così vero. Tra voi basta uno sguardo per traspirare passione… Volevo solo consigliarti una cosa… >> disse prendendo un bel respiro e afferrandomi la mano. << Prendi coraggio e dì ciò che pensi a James. Segui il tuo cuore e vedrai che andrà tutto per il meglio… Tu e Tom, meritate di stare in pace… Lui ti ama e farebbe qualsiasi cosa per te Lavinia, ricordalo… >> continuò.
Si alzò in piedi e si allontanò. Feci tesoro delle parole di nonna Peggy e mi chiesi più volte come aveva fatto a leggere così profondamente nel mio cuore. Ciò mi aveva portato a nutrire per lei una certa simpatia che non avevo sentito neanche per la madre di Tom.
Respirai profondamente e in seguito mi recai al piano superiore. Aspettai inerme davanti a quella porta bianca della camera di James. Avevo paura di aprirla, ma ben presto lo feci, radunando tutto il mio coraggio.
Lui era lì, seduto alla scrivania che guardava vecchie foto. Non si era neanche accorto della mia presenza, o almeno faceva finta che non ci fossi.
<< Ciao… >> dissi sedendomi sul suo letto.
Lui si voltò sulla sedia girevole e mi guardò dritta negli occhi, come non aveva mai fatto. Potevo scrutare un dolore forte e vivido che scorreva dentro di lui. Era così strano, ma James, non sembrava più la persona di una settimana prima. Pareva ancora più tenebroso e orribile.
<< Perché sei qui? >> chiese.
<< James, il nostro rapporto è cambiato… Io lo sento… Non ci salutiamo più la mattina e non mi dedichi neanche un po’ del tuo tempo come facevi prima… Purtroppo non possiamo andare avanti così, lo dobbiamo ammettere… >>.
Il silenzio piombò su di noi e con sé portò anche un’aria gelida, ma che sembrava contesa solo tra me e James, unici nemici in quella stanza diventata così tetra e oscura. Mi sentì completamente in imbarazzo, poiché quella situazione appariva per lo più come una gara a chi guardava più intensamente e minacciosamente l’altro.
<< Mi stai lasciando Lavinia? >>.
Il suo tono di voce si fece più freddo e possente, quasi in grado di creare dentro di me uno stato di paura.
<< Sì James, è così. Io sono stanca di questo stile di vita, per non parlare poi dei tuoi tradimenti che ho scoperto e della tua dipendenza dalla cocaina, che io stessa ho gettato per le sensazioni schifose che mi provocava solo a guardarla… >> dissi alzandomi in piedi << Sì, tra noi è finita e non intendo trascorrere un minuto di più in tua compagnia… >> conclusi, indirizzandomi verso la porta.
Cercai di aprirla, ma lui la rischiuse con uno scatto fulmineo. Improvvisamente avvertì qualcosa di freddo appoggiarsi sulla mia fronte e quando mi voltai, mi accorsi che era una pistola.
<< Non andrai da nessuna parte, Lavinia… >> disse.
Il sangue mi si gelò nelle vene, mentre rimanevo inerme in balia della paura e del panico che stava divorando ogni parte della mia pelle.
Aspettavo solo che qualcuno bussasse a quella porta; Aspettavo solo che qualcuno mi venisse a salvare dalle mani di un folle assassino.

   
 
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