Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: x_Heart Attack_x    20/07/2014    3 recensioni
"Ma guarda guarda. Pensavo che solo nei film ci si ritrovassero ragazze sconosciute nel letto, con una scatola di preservativi in mano... "
Morgana ci mette qualche secondo a recepire il messaggio, troppo presa ad ammir... osservare il ragazzo che ha di fronte. Alto, fisico muscoloso sottolineato dalla maglietta volutamente aderente, un sorriso da far invidia alla Mentadent; capelli biondi-occhi verdi è il connubio che però le fa fare due più due: la famiglia di Francesco non è molto variegata da questo punto di vista. E se Luca, Elisa e Francesco li ha ben presenti... quello lì davanti non può che essere l'unico della famiglia Petrelli che Morgana non conosce, alias... il proprietario della camera. E del letto. Ah, e della scatola di preservativi XXL che Morgana stringe in una mano.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Vorrei ringraziare le persone che hanno recensito, che hanno messo tra i preferiti questa storia, che continuano a leggerla in silenzio. Non nascondo che mi piacerebbe che quei tanti silenzi si tramutassero in parole, perché è solo grazie a chi mi ha incoraggiata ad andare avanti che ho trovato il coraggio di continuare a scrivere. Perché io dopotutto ho vent’anni e ancora tutto da dimostrare, e forse per mettermi in gioco ho bisogno ancora di qualche spintarella.
 
 

Dell’uso improprio di macchine infernali

 
E’ venerdì pomeriggio e Morgana sa che dovrebbe studiare, ma fa caldo e il giorno dopo è sabato. Okay, sa che non sono buone scuse per non studiare, ma la sua coscienza viene prudentemente messa a tacere. Sta aspettando Bea e Gabriele, che, come al solito, si fanno attendere. Annoiata, si lascia trascinare dai pensieri. La settimana scorsa è finita decisamente male, sia per lei che per il suo orgoglio, maltrattato ingiustamente dal pezzo di manzo.  La cosa le fa rabbia, perché le è parso che il ragazzo ci godesse, a girare il dito nella piaga. Il punto è che lei c’è cascata con tutte le scarpe, ma non può fare a meno di pensare che in effetti lei sente di dover dimostrare qualcosa a se stessa. Sente di essere in grado di conquistare il mondo, ma pensa che il mondo non sia d’accordo con lei. Crede di poter dare tanto, ma ha paura di mettersi alla prova, perché se non riuscisse nell’intento sarebbe una delusione troppo grande, per lei. Si è detta che se non è in grado di dimostrare qualcosa ad un bellimbusto a caso, allora non può nemmeno farlo col mondo intero, quindi perché non partire da lui? Il problema che il metodo da lui proposto non ha minimamente senso. Come si dimostra ad una persona di essere maturi andandoci a letto insieme?

« Che… che cosa? » lo guarda stupita. Ha bevuto mezza birra, quindi sicuramente non è brilla; il problema allora devono essere le sue orecchie. « Ho detto, vieni a letto con me. » A quanto pare non deve dire a sua madre di prenotare urgentemente una visita dall’otorino. « E in che modo questo dimostrerebbe quanto io sia matura? »  « Il sesso può dire più cose di quanto tu immagini, ragazzina. » « Nemmeno morta! » esclama, sconvolta. « Sai, non è l’atto in sé. E’ il mettersi in gioco, fare cose che non ti aspetteresti mai di fare. Hai l’aria da la-do-solo-a-chi-mi-ama, sei così pudica, così frenata. Inizia a lasciarti andare, vedrai che coglierai più aspetti di ciò che ti circonda.» Morgana arrossisce, ma non può fare a meno di pensare che lui ci ha visto lungo. E’ vero che è frenata, ma semplicemente per la sua fottuta paura di mettersi in gioco. Ma ciò non toglie che non ha mai rimpianto il fatto di essere frenata dal non andare al letto con il primo che capita. « So cosa pensi. Che l’andare a letto con uno a caso ti farebbe catalogare come poco di buono o cose del genere. Ma anche questo è sintomo di immaturità, vi lasciate troppo condizionare dalle vostre stupide categorie. Devi ascoltare te stessa e decidere cosa vuoi dalla tua vita.» « Quello che so è che non ho intenzione di venire a letto con te. Posso dimostrarti di essere una persona matura anche in un altro modo. »  « Beh, non sai che ti perdi  - occhiata maliziosa - ma…  vedremo. » «Vedremo. »  dice, determinata e con tutte le migliori intenzioni. 


Bea e Gabri arrivano ad interrompere il suo flusso di pensieri. « Ciao Morg! » la saluta Bea, mentre Gabriele le porge il pugno, che lei unisce al suo. Si siedono, Bea e Morgana accendono una Lucky Strike, mentre Gabriele gira un drummino.  « Che dite? Non ci vediamo da sabato sera, sembra una vita! » esclama il ragazzo.
« A proposito! » e Bea guarda Morgana, in attesa. « Ehm… cosa? Sì, lo so, ho i pantaloni blu e la maglia marroncina a strisce verdi, so che non so abbinare i colori, ma non mi andava di mettermi a svuotare l’armadio per cercare qualcosa di… » « Frena, frena, frena! Non stavo parlando del tuo pessimo accostamento di colori – e sì, è decisamente orribile- ma di sabato. Dov’è che sei sparita per metà serata? » e Bea la guarda ammiccando. « No, no, bella, non mi freghi. Dove sei sparita tu! Sempre se sei in grado di ricordarlo, mi ha detto qualcuno che hai di nuovo perso alla gara di shot » e Morgana dà una gomitata complice a Gabriele, che le guarda sorridendo.  « Hey, non ero così brilla da dimenticare cosa ho fatto!»  « Perfetto. Cosa hai fatto? » e Bea alza le spalle noncurante: « Sono stata un po’ fuori con Simone.»  « E chi è Simone? » chiede Gabriele, sorpreso. « Il tizio che mi ha sfasciato la macchina.» « Quello? E quanto gli hai urlato contro? Capirai, era pure brilla! » ghigna Gabriele, che ben conosce la sua amica e sa quanto parla quando beve. «Veramente quasi per niente. Abbiamo parlato. »  Stavolta è Morgana ad essere sorpresa, alza un sopracciglio mentre con un dito punzecchia il braccio dell’amica. « Dove per parlato si intende che hai detto sproloqui su sproloqui, vero, vero, vero? »
Bea accende un’altra sigaretta.  « No. Abbiamo parlato e basta. » Morgana e Gabriele si guardano perplessi.
« Quindi, ricapitoliamo. Tu, Beatrice Claudia Donati, la donna-che-urla-sempre, hai passato la serata a chiacchierare amichevolmente con il tizio – e che tizio! – che ti ha sfasciato la macchina, ti ha allegramente preso in giro e per di più ti ha condannato ad una gara di urla con tuo padre? » « Esattamente. E poi “passato la serata”. Sarà stata una mezzora! » Morgana si alza con fare teatrale (e ovviamente ribalta la sedia), le punta il dito contro e con voce cospiratrice sussurra: « Bella, tu non me la racconti giusta. Ma io e Watson scopriremo cosa hai nella tua testolina bionda! Vero Watson? … Watson? Ci sei, Watson? » e dà una gomitata potente e abbastanza dolorosa all’amico Gabriele, che non aveva ben capito di star vivendo in Baker Street, 221B. « Ahi! Sì, ho capito Sherlock, ora siediti che ti stanno guardando tutti! » e la ragazza, soddisfatta, raccoglie la sedia e si risiede. « Comunque mi sono segnata in palestra! » dice. E non riesce a capire perché Beatrice e Gabriele sembrano divertirsi tanto a questa prospettiva. « Ma che vi ridete?»  domanda, ma non ottiene risposta dai suoi amici.
 
 
Qualche ora dopo, crede di aver risolto il quesito. Sono le sei di sera, è solo mezzora che è in palestra e ha già collezionato una serie esorbitanti di episodi imbarazzanti. E’ la prima volta in vita sua che si segna ad una palestra, quindi si sente quanto meno giustificata. In fondo è comprensibile che, una volta salita sul tapis roulant, non sapesse quali pulsanti premere, quindi, ovviamente, li ha premuti tutti. Che ne poteva sapere che avrebbe impostato la velocità direttamente al livello sette? La caduta disastrosa è stata quindi inevitabile. E poi, vogliamo parlare della macchina infernale? Ma per Morgana sono tutte macchine infernali. Non sa minimamente a cosa servano, quindi si è limitata a prendere un bilanciere con qualche chilo sopra, che qualcuno aveva lasciato per terra. E il qualche chilo si era rivelato un po’ troppo, quindi aveva deliberatamente lasciato cadere il tutto. Sul suo piede destro. Ed è per questo che ora si trova nell’infermeria della palestra, con del ghiaccio sul suo povero piede e una ragazzo che sghignazza da oltre cinque minuti e della cui presenza non ha ancora capito l’utilità.  « Forse la prossima volta è meglio che tu ti faccia seguire dal personal trainer, sai?» le dice, tra una risata e l’altra. « Grazie del consiglio, ma dubito fortemente che ci sarà una prossima volta. » « Ma dai, hai già pagato il mese? » « Sì, ma meglio perdere quaranta euro che la vita, non credi? » 
« Eh, come sei drastica! Vedrai che seguita dal personal trainer andrà meglio!»  Morgana sbuffa, senza nemmeno curarsi di nascondere il suo disappunto. Chi diamine è questa spina nel fianco che continua a blaterare? « E comunque io non ho visto nessun personal trainer, ecco perché ho deciso di fare da sola. » 
«Beh, ovvio che non lo hai visto. » e la Spina Nel Fianco mette su un’aria quasi fiera. « Perché dovrebbe essere così ovvio? » « Perché oggi è venerdì, e il venerdì c’è Nicole. » «Cos’è, un’altra persona trainer? » 
« Magari, magari. » Morgana non sta seguendo il filo del discorso. O è il dolore al piede che le impedisce di capire? Fatto sta che non le interessa e non vuole dare motivo alla spina nel fianco di parlare ancora. Ma la suddetta Spina sembra essere intenzionata a spiegarle ogni dettaglio, e quindi, dopo aver atteso invano che la ragazza facesse qualche domanda, continua imperterrito.
« Nicole è una gran, gran, gran gnocca. Quindi, diciamo che ogni tanto… ecco, il personal trainer si lascia un po’ trascinare, e hai presente la stanzetta accanto all’entrata? Quella dove si va a pagare la rata mensile? Ecco, ogni tanto si sentono certe urla! Sembra ci sappia fare! Fossi io al suo posto, con quella figa! » Morgana è basita. Prima di tutto, perché il tipo ha utilizzato un tono fin troppo entusiasta, toccando acuti a cui nemmeno Freddie Mercury avrebbe potuto aspirare; poi perché sinceramente avrebbe voluto evitare di sapere che sulla stessa scrivania dove lei aveva firmato il modulo di iscrizione… aah, non ci vuole nemmeno pensare; e infine… lei ha rischiato la vita per ben due volte in meno di mezzora e l’unico che avrebbe potuto impedirglielo… era a darsi da fare con la “gran, gran, gran gnocca”? « Questa palestra fa schifo e il vostro personal trainer non sa fare il suo lavoro, allora. » sentenzia, incrociando le braccia con rabbia. « Ma no, perché? E’ bravissimo! Aspetta che lo vado a chiamare, così saprai chi è e quando tornerai eviterai di fare di testa tua, perché, lasciatelo dire, sei proprio un disastro! » e si allontana velocemente, lasciando la porta dell’infermeria aperta. « Ma dove sono capitata? » ha solo voglia di mangiare un kebab e mandare al diavolo la palestra e i buoni propositi. Chi se ne frega dei chili in più, meglio loro che questa tortura!
« Allora, te la sei fatta di nuovo, eh!? » sente la voce acuta della Spina provenire da fuori la stanzetta;  evidentemente il soggetto a cui si sta rivolgendo non risponde a voce, ma fa qualche gesto eloquente, perché la Spina ride sommessamente.
 
« Sei un grande! Comunque c’è una ragazza –o forse dovrei dire un disastro ambulante – che ti aspetta in infermeria che si è fatta cadere dieci chili su un piede! » «Cazzo, dieci chili! » sente rispondere una voce. Una voce abbastanza familiare, ma Morgana non se ne cura, perché in fondo… chi se ne frega è la tag line della sua giornata. Per questo quando il personal trainer entra, lei sta fissando tristemente il suo piede gonfio e il suo problema maggiore è se nel kebab mettere solo la salsa yogurt e la maionese o anche il ketchup. E per questo, quando sente la risata divertita e maledettamente familiare del suddetto personal trainer, alza gli occhi allucinata ed esclama: « ancora tu!? » E non può fare a meno di pensare che nemmeno un kebab potrà risollevarle quella orribile giornata. Non dopo che David, ancora una volta, è lì a presenziare nella sua imbarazzante vita.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: x_Heart Attack_x