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Autore: shywr1ter    20/07/2014    1 recensioni
Due omicidi, entrambi di ex SEAL, riuniscono due cugini a un continente di distanza.
Crossover tra la prima serie di Dark Angel e NCIS. Ambientato intorno all’anno 2020 nel mondo di Dark Angel. Max/Logan.
ATTENZIONE: questa storia è stata scritta nel 2006.
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Logan 'Eyes Only' Cale, Max Guevara
Note: Cross-over, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Traduzione a cura di: AryYuna
Betato da: Serpentina


   L’originale di questa storia può essere trovato qui .

   DISCLAIMER: Prego guardare I capitoli precedenti. Tutti.
   
   

Mangiare, parlare


   
   SEATTLE, WASHINGTON. 10 febbraio 2020, 8:45 pm.
   Settore Nove. Appartamento di Bling.

   
   Max seguì Bling al suo appartamento, guardandosi intorno interessata. Non lo aveva ancora visto da quando Bling ci si era trasferito qualche settimana prima. « Carino » decise. « Deve essere meglio del tuo vecchio appartamento vicino all’ospedale ».
   Nonostante le proteste di tutti, Bling aveva assicurato che il breve tragitto fino al suo appartamento sarebbe stato tanto sicuro sulla moto con Max quanto in macchina con Logan; per evitare di fare troppo tardi e finire per cenare a notte fonda, alla fine i tre si arresero, e Max diede a Bling un viaggio in moto tranquillo e quasi del tutto privo di sobbalzi fino all’appartamento, mentre Logan e Tony passavano per casa Cale a prendere la cena.
   « Prima di avere la macchina era comodo » rifletté lui. « Lavorare per Logan ha decisamente i suoi vantaggi - e lui ha un sacco di contatti. Una macchina funzionante e un meccanico… » ridacchiò. « Così posso stare lontano dalla parte caotica della città ».
   Bling indicò a Max la strada per il salotto, e la ragazza fece qualche passo incerto per sbirciare in cucina e nel corridoio che si stendeva nell’altra direzione. Dopo un momento, però, tornò da lui. « Mostrami dov’è il caffè, così posso prepararlo. Tu… » indicò il salotto e ordinò « prenditela comoda. Dopotutto non possiamo essere tutti transgenici ». Bling era chiaramente a disagio a essere quello di cui prendersi cura, e lei la buttò sullo scherzo per metterlo a suo agio.
   « Non c’è bisogno, sai… Sto bene » insistette Bling fuori dalla cucina mentre osservava Max portare la caffettiera al lavello, ma si irrigidì un poco quando dovette muovere il braccio per togliersi la giacca. Max se ne accorse e gli si avvicinò per aiutarlo.
   « Lo so, è ovvio che stai bene. Perché sei testardo quanto Logan. Mi chiedo chi dei due abbia insegnato all’altro ». Gli sfilò gentilmente la manica liberando il braccio buono e la spalla ferita e posò la giacca su una sedia della cucina. « E poi… voglio aiutare, se posso ». La sua voce si fece più bassa e la ragazza alzò lo sguardo grata. « Ti sei preso cura sia di Logan che di me nell’ultimo anno… e voglio ricambiare il favore. E ora come ora sarebbe ancora più facile per me prenderti a calci, quindi ti suggerisco di metterti comodo ».
   Bling vide il sorriso sul viso di lei e scosse la testa, consapevole che non c’era altro che poteva dire. Non lo avrebbe mai ammesso né mostrato, ma sentiva la stanchezza e il fastidio che sapeva essere normali dati la ferita, l’essere stato operato di recente e la guarigione in corso. Si avvicinò alla dispensa e ne tirò fuori un piccolo barattolo. « Qui c’è la roba buona. È una festa, dopotutto ».
   Max alzò lo sguardo interrogativa, aprì il barattolo e annusò l’aroma ricco del caffè, accigliandosi. « Oh, Bling… sei sicuro di volere usare questo? Conservalo per te e Sandra… »
   « No, Max, va bene. Uno dei miei pazienti riesce a procurarselo facilmente, ultimamente riesco persino a procurarlo io per Logan ». Sorrise improvvisamente, divertito. « È bello potere essere io la fonte, per una volta ».
   « So cosa intendi » rise lei. « Non è un tipo facile da superare. Ma ora che mi hai mostrato dov’è il caffè… » Sollevò le sopracciglia indicandogli di nuovo di rilassarsi. Stavolta Bling non obiettò e andò in salotto, accendendo un paio di lampade lungo il tragitto; la stanza si riempì di luce delicata. I muscoli della spalla e della schiena si erano intorpiditi, probabilmente nello sforzo inconsapevole di tenerli più protetti, e si sedette piano e con cautela sulla poltrona reclinabile. Aveva davvero esagerato, Max aveva ragione: si era comportato in modo testardo proprio come il suo difficile cliente e paziente, quello che proprio in quel momento stava andando a casa a prendere la cena per portarla da lui.
   Erano passati solo un paio di minuti quando Max comparve nel soggiorno dov’era steso Bling. Gli si avvicinò e lo osservò. « Posso portarti qualcosa? Vuoi altro oltre al caffè, mentre aspettiamo? »
   « No, Max, grazie… ma se tu vuoi qualcosa dai pure un’occhiata al frigo. Non sono un bravo padrone di casa » si scusò.
   Max scosse la testa. « Sono a posto. Hai sentito Logan: non sei un padrone di casa, sei un paziente. E pare che finalmente tu lo stia capendo ». Si diresse al divano di fronte alla poltrona e si sedette.
   « Sai come sta andando con Parks, Max? »
   La voce di Bling si era fatta più bassa; l’uomo sentiva ancora il senso di colpa per non aver trovato un modo migliore per salvare il figlio del suo compagno di squadra. « No, non ho saputo pi nulla dopo che Tony andato alla stazione di polizia, oggi; che io sappia doveva incontrarli entrambi, Gayle nel pomeriggio. Spero ci aggiornerà a cena ». Come amica, Max osservò Bling preoccupata: capì che l’uomo doveva sentirsi riguardo ai suoi compagni di squadra come lei riguardo alla sua famiglia; il legame forgiato in addestramento e in battaglia è un legame speciale, come la famiglia e i legami di sangue. Ma da soldato a soldato, a Max non venne proprio in mente di addolcire la pillola: i fatti erano i fatti, e in questo Zack aveva ragione a disprezzare i sentimentalismi. La conoscenza era sempre meglio delle pacche sulle spalle.
   Bling annuì, silenzioso. Non distolse lo sguardo, ma disse « Max, grazie per il tuo aiuto, sulla Quay. Se avessi cercato di andare da solo non so come sarebbe andata a finire ».
   « In realtà ha fatto quasi tutto Tony, quando è arrivato » minimizzò la ragazza.
   « Lo so. Ma tu non potevi sapere che sarebbe venuto. E se non ci fosse stato… con te avrei avuto più possibilità di salvare il ragazzo senza che nessuno si facesse male che se fossi andato da solo. Non volevo che nessuno venisse con me… ma sapevo che avrei avuto più possibilità con te ». Fece una pausa e sorrise lievemente. « E sapevo che mi avresti trovato tu, prima che lasciassi la città ». Lei fece spallucce e lui proseguì « Sapevo di non avere molto tempo prima che tu capissi che avrei fatto affidamento al mio addestramento - proprio come avresti fatto tu ».
   « Ho tirato a indovinare sul chi avresti chiamato » ammise lei. « Sapevo che Tony avrebbe ragionato da poliziotto e Logan da… beh, da Logan » ridacchiò. « Qualcuno doveva pensare alla strategia militare ».
   « Lo terrò a mente per la prossima volta ». Il sorriso di Bling ora era più rilassato, mentre si lasciava alle spalle la “missione”, un pezzo alla volta.
   Notandolo, Max gli offrì un altro pezzo del puzzle. « Sai che è stata Gayle - la madre - a spararti dalla platea? »
   Bling annuì. « Logan lo ha accennato. E credo di averlo sentito, alla Quay ».
   « Tony sperava di parlare con entrambi prima che mettessero di mezzo un avvocato. E ci sono sia l’FBI sia l’NCIS a lavorare dalla Florida e dal Maryland e a Houston e Indianapolis per mettere insieme più prove possibili e connettere i tre incidenti ».
   Bling sospirò e aggrottò la fronte. « Parka era chiaramente psicotico, quando lo abbiamo trovato… ma qual era il ruolo della madre? Era lì per aiutarlo a scappare? »
   « Aveva un’arma anche lei - era il rinforzo, a quanto pare ».
   « Un guardiamarina che usa mammina come rinforzo? » Bling scosse la testa sconcertato. « E una persona che cerca una vendetta personale non si porta i rinforzi, no? È per questo che si chiama vendetta “personale” ».
   Max ridacchiò di fronte alla gentile ironia di Bling. « Beh, magari Tony è arrivato a qualcosa. Ho la sensazione che sarebbe capace anche di far splendere il sole a comando ».
   Bling si fece più serio. « Devi stare più attenta intorno a lui, Max. So che è il cugino di Logan e onestamente un brav’uomo. Ma è anche un agente federale ed è brillante. Se avesse qualche ragione di sospettare che sei sulla lista nera delle operazioni segrete del governo, potrebbe mettere prima i doveri verso il paese che quelli verso la famiglia… »
   « Non voglio che debba scegliere. Non voglio sapere cosa ne sarebbe di Logan » ammise la ragazza a bassa voce. « Me ne ricorderò. È difficile, però, con Tony; è così… » esitò; non sapeva quale fosse la parola giusta.
   « Affascinante? Sì, lo è. E credo lo faccia senza malizia, con noi, almeno. Ma credo che abbia imparato da un bel po’ che funziona non solo con le donne e la famiglia, ma anche come strumento per un interrogatorio - e lo abbia usato di conseguenza ».
   « Tipo “acchiappi più mosche col miele”? » suggerì Max.
   « Qualcosa del genere » sorrise Bling lasciando chiudere gli occhi, cogliendo il momento per concentrare il respiro sul dolore come insegnavano le antiche tecniche che ormai erano come una seconda natura per lui. Rilassarsi aiutava, ma portava la sua attenzione sulle ferite e sull’incapacità di tenere a bada il dolore.
   Max notò la sottile ruga lungo la fronte e comprese. Si alzò e disse « Almeno stasera sono preparata: maglia a collo alto » rise indicandosi l’aderente maglioncino rosso fuoco. « Credo che il caffè sia pronto. Lo vado a prendere ». Andò a passo sicuro in cucina, muovendosi lentamente per dargli tempo di riprendersi. Bling magari si sarebbe assopito, e Max non voleva tenerlo sveglio per forza. Tony e Logan avrebbero fatto la doccia dopo la partita, quindi pur essendo abbastanza vicini da non dover attraversare checkpoint non sarebbero arrivati prima delle nove e mezzo. Un sonnellino avrebbe fatto bene a Bling…
   L’uomo aveva ragione, ovviamente, su Tony, rifletté Max prendendo due tazze per il caffè. E sapeva di non potersi fidare di niente - e nessuno - al primo impatto. Ma aveva l’impressione che Tony avesse più rispetto per le persone e per ciò che era giusto che per la burocrazia o il governo. Forse era per i geni che condivideva con Logan, insieme agli occhi verdi e al sorriso abbagliante- Max doveva sempre rammentare a se stessa con chi si trovava - ma la ragazza non riusciva a convincersi che fosse una minaccia. Le conseguenze su Logan, se si fosse rivelato tale, sarebbero state troppo dolorose per pensarci.
   Trafficò inutilmente per qualche minuto ed entrò finalmente in salotto a passo leggero in caso Bling si fosse addormentato. Ma quando entrò lui si sollevò aprendo gli occhi. « Grazie » rispose quando lei gli porse una tazza. La guardò tornare al suo angolo del divano e disse « Logan mi ha raccontato che il vostro weekend al capanno è andato bene ».
   « Sì… hai parlato con lui dopo che siamo tornati? » Max sentì la curiosità salire. Era accaduto prima o dopo che era passata da lui?
   
Bling annuì. « È passato in ospedale stamattina, e quando ha scoperto che me n’ero andato è venuto qua a casa, a quanto pare a sgridarmi per essermi fatto dimettere così presto ». Il sorriso di Bling era divertito all’idea di quello scambio di ruoli. « Ha detto che avete passato un bel fine-settimana ».
   « È così » confermò Max lasciando cadere il discorso. Poi, come per fare conversazione, chiese fingendo nonchalance « Ha detto qualcosa di… specifico? »
   L’espressione di Bling non cambiò, ma i suoi occhi brillarono dello sguardo di chi la sa lunga. Curioso di vedere come si sarebbe evoluta la cosa, Bling decide di scegliere il percorso più sicuro « Non ce n’era bisogno. So già che si sta godendo un mondo il fatto di avere Tony qui, ma non era quello il punto. E so che non parlava di Bennett. Il grande Solo Occhi non ha la faccia da poker quando si parla di alcune cose della sua vita, Max, e ormai lo avrai notato: sei una di queste cose. È successo qualcosa tra voi due, durante il week-end, vero? »
   La bella di Manticore arrossì, apparentemente incapace di nascondere emozioni che i suoi creatori non avevano programmato di farle mai provare. « Come? Con altre tre persone lì… » prese tempo.
   « Uh-uh ». Bling aveva avuto la sua risposta, almeno in parte - la parte importante. « Senti, non sono proprio affari miei - almeno non del tutto » scherzò, « ma come spettatore del corteggiamento più lento del mondo sono… interessato, capisci? »
   « Lo vedo » rispose lei alzando gli occhi al cielo.
   « Senti, Max… sai cosa penso di voi due - o almeno dovresti, a questo punto. Sono contento di sapere che siete entrambi ancora interessati, che uno di voi non sta fantasticando su cose che l’altro non avrebbe mai preso in considerazione ».
   La ragazza rimase in silenzio per un momento, fissando il pavimento, il labbro inferiore spinto in fuori mentre pensava. « Quando avete parlato? »
   « Dopo pranzo, forse verso la mezza… perché? »
   Dopo che lei aveva interrotto la fisioterapia, quindi. Impaziente di scoprire se Logan avesse detto qualcosa e troppo presa dagli ovvi vantaggi dell’avere di fronte a lei l’uomo che lo conosceva meglio di tutti, disse diretta « Beh, non so le sue fantasie… ma l’ultima volta che l’ho visto prima della partita l’ho baciato. Sta a lui, ora ».
   Non aveva mai visto Bling preso così di sorpresa. « Max! » sorrise deliziato.
   « Forse sua permalosità non era così emozionato se non ha nemmeno accennato… »
   « Max » la rassicurò Bling ancora ridendo, « credi davvero che Logan Cale ammetterebbe quello che è successo senza prima aver avuto la possibilità di analizzarlo in sei modi diversi, fare ricerche e ripetere la stessa cosa altre tre volte per essere certo che il tuo interesse sia continuo e nel frattempo convincersi che non sia ami accaduto? » La vide sorridere riluttante e fu contento. « Una volta che avrà attraversato tutta la trafila, però… capirà che eri seria. Sarebbe importante per chiunque, Max, ma per Logan… » Bling scosse la testa, « è il filtro d’amore più potente che potessi dargli ».
   Lei arrossì di nuovo: per quanto la riguardava, la visione di Bling era vangelo. « Non l’avevo pianificato; è solo… successo » ammise.
   « Va bene così. E forse, per te, è un modo per scoprire che effetto ti fa lui ».
   Max alzò lo sguardo su quegli occhi saggi e si scoprì a sorridere. « Lo sapevo già… » disse a bassa voce.
   « Sì, ma… ricordarlo fa bene » insistette Bling. « Max… tu non hai nessun dubbio che lui tenga a te allo stesso modo, vero? »
   La domanda - no, la risposta - era spinosa. Max aggrottò la fronte, riflettendo. « Credo… che se non ci fosse mai stata l’Onda… se lui non dovesse salvare l’universo… se non fosse rimasto ferito e se avessimo la stessa età, sì, avremmo una possibilità ». Scosse la testa. « Non so come lottare contro queste cose, Bling ».
   « Sì, invece: lo stai facendo. Pensa ai problemi come strati di kevlar, Max. Lui ha steso tutti questi motivi, uno per volta, per giustificare perché le cose non funzioneranno tra voi e ci si è avvolto stretto e sicuro. Così, se qualcosa non va, può dare la colpa a una di quelle ragione, non a te… o a se stesso ». Bling vide gli occhi castani luccicare di lacrime e si affrettò ad aggiungere « Restagli vicino… dagli una spintarella… dagli quel bacio… » sorrise ironico, « e uno a uno questi strati si dissolveranno. Ha costruito queste barriere nel corso di tanti anni e con grande fatica. Ci potrà volere un po’ a superarle, ma ci stai arrivando ».
   Max sentì gli occhi annebbiarsi e deglutì; aprì la bocca per parlare, ma prima di poterlo fare sentirono un rumore dall’ingresso. Sbattendo le palpebre per eliminare le lacrime saltò in piedi. « A quanto pare la cena è arrivata ». Andò verso la porta e ordinò « Tu resta lì - ci pensiamo noi » ma si fermò per poggiargli una mano sulla spalla guardandolo negli occhi. « Grazie, Bling » sussurrò baciandogli la testa pelata. « Ne meritavi uno anche tu » disse arrossendo cercando di giustificare la propria reazione emotiva.
   Mentre saltellava via, Bling sorrise allegro tra sé. Aggiustò la propria posizione per alzarsi e, nonostante gli ordini di Max, raggiungere gli altri in cucina. Forse ci sarebbe stato un lieto fine per quei due, pensò. Se solo fosse riuscito a farveli arrivare prima che invecchiassero tanto da non sapere più cosa farsene…
   
   SEATTLE, WASHINGTON. 10 febbraio 2020, 9:25 pm.
   Settore Nove. Appartamento di Bling.

   
   « Bling, che ci fai in piedi? Vai a stenderti o qualcosa del genere ». Tony aveva alzato lo sguardo dalla scatola che portava, piena della roba di Logan, e sorrise apertamente nonostante le parole.
   « Ci avete messo un bel po’ » disse Bling ignorandolo, ma gli restituì il sorriso. « Il caffè è pronto ». Guardò Logan, nelle retrovie con uno scatolo più piccolo in grembo. « Che ti serve, Logan, scodelle, piatti o cosa? »
   « Uhm… probabilmente solo le posate; possiamo usare le vaschette in cui la roba è già. Una scodella per il chili e per l’insalata e piatti per pane e formaggio? »
   Bling si mosse verso la credenza, ma riuscì appena ad aprirne lo sportello prima che una minuta figura femminile si frappose tra lui e il bancone. « No. Credevo di averti detto di rilassarti. Mettiti comodo, ci occupiamo noi delle cose qui ».
   « Per fortuna non mi faccio i problemi di Logan riguardo agli estranei in cucina » mormorò Blong malizioso. Guardò il suo paziente, il quale commentò solo con un sorrisetto. « L’argenteria è qui, la roba per servire qui… scodelle e piatti con Max, lì, birre e altre bevande fredde in frigo » illustrò agli altri. Aprendo un altro cassetto, il fisioterapista ne prese il contenuto e lo sollevò per mostrarlo. « Io mi occupo di tovaglia e tovaglioli ». Andò in sala da pranzo lasciando la cucina agli invasori.
   « Che mi dici di Sandra, Bling? Tornerà in tempo per la cena? » gli chiese Logan da una stanza all’altra.
   « Non lo so. Ha chiamato, dice che è stata trattenuta per dei problemi sui fondi ». Tornò all’arco della porta della cucina e vi si appoggiò. « I rappresentanti degli investitori sono a scuola stasera, e stanno quasi venendo alle mani ». Logan ridacchiò e Bling fu colpito dal cambiamento fisico che gli ultimi giorni avevano provocato in Cale: le sue guance erano più rosee, i cerchi scuri intorno agli occhi erano quasi spariti… la sua fronte era quasi distesa. Bling non aveva mai conosciuto Logan prima di Solo Occhi e lo aveva a stento incontrato prima della sparatoria, ma si chiese se non fosse una parte di ciò che avrebbe potuto essere Logan senza tutto il dolore e le responsabilità… o forse stava solo vedendo un uomo tormentato che iniziava finalmente a credere di poter raggiungere un sogno. « Ok. Abbiamo il chili, l’insalata, la focaccia di mais… » stava annunciando Logan.
   « Focaccia di mais? » canticchiò Max. « È una cosa nuova? »
   Bling ridacchiò. « In realtà è una cosa molto vecchia… le culture antiche avevano un pane simile. E sta benissimo col chili ».
   « Già, il Famoso Antico Chili Inca di Logan, immagino » disse Tony togliendo la pesante pentola dalla scatola e mettendola sul fornello, poi si voltò verso il cugino. « Maestro (*), devo metterla a scaldare? »
   Logan alzò gli occhi al cielo ma rispose deciso « Solo un po’, se pensi che sia il caso ». Osservò Tony prendere un lungo cucchiaio di legno e uno da tavola dai cassetti. Logan sorrise soddisfatto. « Ah, sei ben addomesticato » disse con l’aria di chi la sa lunga.
   Gli occhi di Tony scintillarono. « Ho imparato a mie spese ». Curiosi, Max e Bling osservarono Tony mescolare il contenuto della pentola col cucchiaio di legno, metterlo da parte e assaggiare con l’altro. « Va bene, per ora » annunciò, « ma magari è meglio scaldarla un po’ ».
   Bling si allontanò dalla porta per avvicinarsi e accendere il fornello, divertito. « Quindi è vero che la capacità di cucinare è una cosa di famiglia ».
   « Ne subito. Tutto quello che so è quello che mi è stato marchiato a fuoco - letteralmente - durante qualche appuntamento » rispose Tony mettendo il cucchiaio nel lavello e tornando a rivolgersi al cugino. « L’insalata? »
   « Oh. A tavola, Bling? » suggerì Logan.
   « D’accordo ». Tony prese l’insalatiera e la portò nell’altra stanza; Bling fissò Logan.
   « Che c’è? » disse di nuovo quest’ultimo, come durante la partita.
   Bling si strinse nelle spalle - nella spalla - e scosse la testa. « Niente. Stavo riflettendo su come tutto questo potrebbe essere inserito in un programma di terapia ». Le guance di Logan si colorarono, ancora di più quanto vide gli occhi di Max passare da Bling a lui per valutarne la reazione. Quando la ragazza distolse lo sguardo, sorridendo, Logan si chiese se la propria faccia non fosse ormai rossa come il maglione di lei.
   Sapeva di essere stato smascherato, sapeva che Bling sapeva leggere la sua mente - e a quanto pareva essere stato ferito e operato non impediva allo swami (**) di vedergli attraverso. Ma anche se il solito Logan imbronciato che era in lui voleva lamentarsi con loro, era semplicemente troppo contento per il week-end - per tutti loro - per sapere da dove iniziare. Si arrese e sorrise, senza smettere di guardare Bling negli occhi. « È tutto pronto, manca solo il chili nelle scodelle. Max, tu e Tony volete iniziare? » I due si misero a distribuire il cibo nei piatti, mentre Logan non si mosse, gli occhi ancora in quelli di Bling; nessuno dei due distolse lo sguardo. Dopo lunghi momenti, Logan ridacchiò arrendendosi. « Uno di questo giorni ti dovrai sbagliare su qualcosa » disse a voce bassa. Bling comprese a cosa si riferisse e fu toccato per ciò che significava per Logan. « Quando quel giorno arriverà… non te lo farò mai dimenticare ».
   « Credi che arriverà? » lo sfidò Bling.
   Logan rise; la sua risata era finalmente genuina, felice, tranquilla, mancava da tanto tempo. « Non ci scommetterei dei soldi… »
   
    … continua…
   
   Nota della traduttrice: Oh, God. Sono in ritardo, eh? *ride imbarazzata*
   Devo smettere di fare promesse, non posso mantenerle. Se siete ancora lì vi ringrazio a nome mio e dell’autrice.
   Due note:
   (*) in originale questa parola è in italiano. Nella traduzione ovviamente si perde, perciò l’ho messa in corsivo. In NCIS è capitato spesso che Tony abbia detto qualcosa in italiano (e credetemi, Michael ha un accento profondamente americano… ma noi gli perdoniamo tutto, vero?) ma purtroppo questo si è perso nell’adattamento. Vale la pena di cercarlo su internet, però, fidatevi ;)
   (**) insegnante indù.
    Qualsiasi recensione verrà tradotta ed inviata all’autrice, e se ci saranno risposte ve le posterò tramite il servizio di replica di efp.

   
   
   
 
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