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Autore: Molly182    21/07/2014    3 recensioni
«Perché non mi hai mai detto che il tuo vero nome è Thomas?»
«Perché non me l'hai mai chiesto…»
«Spiegami perché avrei mai dovuto chiederti se quello fosse il tuo vero nome?»
«Perché pensavo che mi avessi riconosciuto»
«È piuttosto difficile vedere chi ho davanti, sai?», mi disse mentre stava riempendo due tazze di caffè caldo. «Soprattutto se il locale ha luci basse e quello che mi sta davanti ha un maledetto cappello che gli copre metà volto»
«Hai ragione», le dissi ridendo e appoggiando il cappello sul ripiano.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom DeLonge
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chapter seven.
I made a mess today but I’m alright.
 
«Bene!», dissi sedendomi in auto. «Siccome avevi così tanta voglia di parlarmi, avanti…».
«Mi dispiace»
«Per cosa? Per avermi baciato o per esserti improvvisato barista?»
«Per tutto», sospirò.
«Thomas, non ti devi preoccupare, davvero», gli dissi cercando di chiudere per sempre questa storia. «So che sei già fidanzato e se temi che lo vada a raccontare in giro ti sbagli, non ho il diritto di incasinare la tua carriera musicale».
Non rispose subito. Si limitò a sorridere semplicemente continuando a guardare la strada davanti a sé. «Non è solo la faccenda dei media…»
«Non ti devi preoccupare neppure che Jasmine lo venga a scoprire».
«Jennifer»
«Come?»
«Lei si chiama Jennifer»
«Sì, giusto… beh non è successo niente tra di noi quindi non c’è nulla di cui preoccuparsi, si è semplicemente trattato di un bacio di poco valore», dissi slacciandomi la cintura. «Grazie per il passaggio, ci vediamo!»
«Cassie…», mi voltai a guardarlo curiosa di cosa lo tormentasse ancora.
«Cosa c’è?»
«Mi offri un caffè?», disse portando i suoi occhi oltre il parabrezza.
«Davvero?»
«Ho solo bisogno di parlare un po’ con te e non ho voglia di tornare a casa»
«Mi spiegherai in modo definitivo cos’è che ti tormenta?»
«Penso che mi farebbe bene»
«Andiamo…», proferii alla fine aprendo la portiera e frugando nella borsa alla ricerca delle chiavi. Oltrepassammo il portoncino di ferro battuto e attraversammo la piazzola con la fontana. In lontananza si sentiva qualche schiamazzo di ragazzi che si tuffavano nella piscina scoperta del residence. Il bello di San Diego era esattamente il clima. Potevi farti un bagno in piscina alle tre di notte e non avere il minimo freddo. Attraversammo il cortile fino ai primi edifici con le abitazioni e salimmo i cinque gradini prima di entrare all’interno degli appartamenti.
«Forse prendere un caffè adesso non è esattamente la migliore delle idee, sempre che tu voglia passare la notte in bianco», gli dissi andando verso i fornelli. Mi seguì e si sedette sullo sgabello che aveva occupato la sera prima, con le braccia appoggiate al piano e non distogliendo lo sguardo da me.
«Hai una birra?»
«Ecco…», gli porsi una bottiglia dal vetro color ocra, appena stappata, e ne presi una anch’io. «Eccoci qui… quindi…», esitai. «Di cosa volevi parlare?»
«Come hai saputo di Jennifer?»
«Ho i miei informatori…», scherzai. «A quanto pare la sorella maggiore di Sarah è andata alla stessa università della tua ragazza…»
«Capisco…», disse facendo cadere il silenzio tra di noi. «Non avrei dovuto baciarti ieri sera…»
«Tom, ne abbiamo già parlato, ti prego non torniamo di nuovo sull'argomento»
«Intendo dire che non avrei dovuto ma l'ho fatto ugualmente perché volevo farlo. Cassie, tu mi piaci però la mia vita ultimamente è un casino e non voglio incasinare anche la tua…»
«Non devi darmi giustificazioni», dissi bevendo un sorso di birra. «Cosa ti sta accadendo in questo periodo?», gli chiesi. «So che probabilmente non sono affari miei, ma visto che sei qui…».
«Si tratta di un paio di cose...», sospirò rigirandosi la bottiglia quasi vuota tra le mani. Si alzò e iniziò a camminare per la stanza finché non si sedette sul divano a guardare un punto indefinito davanti a se. «Ultimamente ho un po’ di problemi a casa, c’è dell’attrito tra me e Jennifer. Stiamo insieme ormai da troppo tempo, saranno otto anni… non so più che fare, davvero. Ogni volta che torno a casa finiamo con il litigare, ogni buon pretesto è quello giusto. Questo mi uccide!»
«Tu la ami ancora?»
«Onestamente?», chiese alzando finalmente la testa e guardandomi. Mi avvicinai con un altro paio di bottiglie e mi sedetti di fianco a lui. «Non più di quanto possa amare questa situazione», sospirò. «Ormai mi risulta difficile descrivere cosa provo per quella pazza furiosa. So solo che non è la stessa ragazza di cui mi ero innamorata parecchi anni fa»
«Magari è solo un periodo un po’ così… capita a tutti»
«Cassie, ne sono più che sicuro: io non la amo più!»
«Allora penso che sia inutile continuare a stare insieme con qualcuno se tutto quello che il vostro rapporto produce sono urla e liti».
«Quindi mi stai dicendo di lasciarla?»
«Lo devi sentire tu. Se vuoi lasciare qualcuno ne devi essere sicuro perché sai che la perderai per sempre. Nella maggior parte delle volte succede così», dichiarai. «Questo è quello che rovina le famiglie… e le persone»
«Sai, non so praticamente nulla di te, mentre tu sai ormai fin troppo di me…».
«Se volessi sapere qualcosa su di te, mi basterebbe andare su internet!».
«Touché», rise. «Però sono serio, finora abbiamo parlato di me e non voglio deprimere la tua serata con le mie inutili paranoie»
«Non saprei cosa dirti… sai che mi chiamo Cassandra, che ho ventidue anni, e che lavoro al “The Space”. Cosa posso aggiungere?», dissi appoggiando la testa sul divano e guardando il soffitto bianco. «Sono del Maryland, Baltimora»
«Questo non lo sapevo… cosa sei venuta a fare a San Diego?»
«Volevo dare una svolta alla mia vita»
«Dovevo capirlo dalla tua abbronzatura inesistente», disse ridendo. «E sta funzionando?»
«Diciamo che per il momento sono ancora in prova», gli sorrisi. «Sono qui da troppo poco tempo per dire se sta funzionando davvero o meno. La mia idea era quella di trovare un ottimo lavoro, una bella casa e magari mettere su una famiglia, ma per ora mi sono ritrovata a fare lo stesso lavoro che facevo a Baltimora, la casa è in affitto ma per fortuna non la devo più condividere con il mio migliore amico e per quanto riguarda la famiglia penso che sia decisamente un pensiero fin troppo affrettato. Quando inizierò ad avere trent’anni forse penserò a ciò, ora voglio solo evitare che la mia vita sia un fallimento».
«Sei piuttosto matura per la tua età»
«E tu non lo sei abbastanza!», dichiarai bevendo un sorso dalla mia bottiglia, compiaciuta della mia frecciatina.
In fondo era piuttosto piacevole stara lì seduta sul divano a parlare con lui. Era incredibile come si fosse aperto nonostante non mi conoscesse, nonostante non sapesse nulla di me. Era la prima volta che mi capitava di essere in una situazione del genere, ma penso che sia lui a farmi questo effetto. Era così dannatamente sexy e così dannatamente disperato. Avevo sempre avuto un debole per le storie complicate e lui me ne stava offrendo una su un piatto d’argento. Sapevo che i suoi occhi continuavano a essere una calamita per me e che il suo sorriso faceva perdere un battito al mio cuore ogni volta che le sue labbra s’incurvavano. Quel ragazzo era totalmente sbagliato eppure era come se mi dicesse di finire insieme a lui in quel casino.
Sapevo che pensare a tutto questo era un enorme passo, ma dalla direzione sbagliata.
E così lo baciai.
Totalmente incapace di controllare le mie azioni, mi lasciai trasportare dalle mie emozioni e dai suoi gesti che sapevano come farmi venire i brividi semplicemente con il suo tocco esperto. E fu in un attimo che lo condussi verso la mia camera. Continuammo a baciarci e mi spinse sul letto. I nostri vestiti erano già ben che distesi sul pavimento e il suo corpo si muoveva sopra il mio. Senza dire niente, faceva tutto lui. Sapeva come muoversi, sapeva dove mettere le mani, sapeva cosa fare grazie, probabilmente, agli anni di esperienza in più che c’erano tra di noi, ma questo non m’importava.
La sua disinvoltura mi metteva un po’ a disagio e il fatto che fosse già fidanzato iniziava a turbarmi, ma fu una questione di pochi secondi che mi lasciai abbandonare alle sue attenzioni.
Avevo fatto un errore, ma mi sentivo bene.

N/A: Ehilà! Sono arrivata al capitolo 7 e "finalmente" tra Cassie e Tom è successo quello che probabilmente non dovrebbe succedere, ma che doveva succedere perchè infondo lui è Tom DeLonge e chi non resisterebbe a tenere gli ormoni a bada quando hai un sexy Thomas Matthew DeLonge Jr davanti a te?
Ok, sono pessima! 
Comunque grazie per essere arrivati fin qui a leggere, qualche recensione è sempre gradita, almeno per sapere se vi piace la storia o se è meglio che mi do alla pesca d'altura.
Un saluto :)
-Molly
   
 
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