Chains
Era una notte fredda e buia, quella. Gelida.
Miriadi diamanti lucenti erano incastonati nel manto notturno, mille piccoli occhi di ghiaccio che si riflettevano sinistri sulla superficie scura e increspata del lago.
Selene non era neppure sorta.
Draco Malfoy sorseggiò il proprio bicchiere di vino, scrutando il cielo.
Gli occhi d’argento catturarono le stelle, una a una.
Ma appena le iridi si spostavano su un diamante, quello precedente si liberava dalle proprie catene.
[Loro, erano liberi]
Il vento ululava solitario, fischiando tra le fronde della foresta lì vicino.
Draco inspirò profondamente, continuando imperterrito a osservare il manto notturno oltre l’ampia vetrata. Era un salone grande quello in cui si trovava, fiocamente illuminato da lampadari di cristallo e argento. Ombre venivano proiettate sinistre sulle pareti di marmo bianco, rilucenti a quella tenue luce, forme chiaroscuri che si muovevano irrequiete in un vano tentativo di riemergere.
Malfoy Manor poteva ospitare un numero indefinito di persone, e così era quella sera.
Una festa come tante altre, passate e future.
[Inneggiamenti all’ipocrisia perfettamente riconosciuta come tale]
Malfoy abbassò lentamente le palpebre, cercando di non ascoltare altro che non fosse il proprio battito cardiaco.
Non voleva sentire tutte quelle parole [vane parole cariche di disprezzo e di odio], tutte quelle braccia levate a brindare al loro signore [macchiate di nero da una convinzione troppo antica per essere cancellata], la musica suonata dal vivo [stridente alle sue orecchie], il tintinnio dei bicchieri [in quell’aria satura di menzogne e promesse infrante].
Tutta quella ricchezza, tutto quel prestigio, tutto quel potere.
[Catene, catene e catene che si aggiungevano ad altre catene]
Draco rialzò improvvisamente le palpebre, le iridi ora plumbee.
Era un bravo attore, lui, [doveva], e conosceva bene il copione di quella [squallida] festa [messinscena].
Ma ora era stanco [di tutto ciò].
Immerso in quel mondo [di sangue e violenza] da troppo tempo [platinato d’oro].
Osservò le stelle scemare pian piano, con [esasperante] lentezza.
L’aurora era vicina [lo sperava].
Un raggio di sole avrebbe trafitto il cielo, spezzando [qualcuna delle sue infinite catene] la notte.
[In ogni caso, il buio sarebbe sempre rimasto impresso a fuoco sulla sua pelle]
- Draco? –
Malfoy non si voltò, rimanendo girato verso l’ampia vetrata.
- Gli ospiti se ne stanno andando –
Il suo volto rimase impassibile, [doveva], come scolpito nel ghiaccio.
[Una catena come tante altre]
Gli occhi plumbei brillarono alla fioca luce soffusa.
- Arrivo –
Sussurrò in un bisbiglio alla madre, inspirando profondamente e finendo in un [forse ultimo] sorso il vino color rubino, rilucente di mille sfumature sanguigne a quella luce.
Una goccia [di sangue] cadde dal labbro inferiore, frammentandosi in mille schegge vermiglie al suolo. Non se ne curò. [Avrebbe dovuto?]
Appoggiò il bicchiere di cristallo ormai vuoto [d’anima] su un tavolino d’ebano lì accanto.
Era veramente stanco [di tutte quelle catene].
Dopo tutte quelle [infinite] ore a parlare e scherzare [con macerata abilità forgiata nel tempo] con persone che non conosceva [poteva?], si era permesso un istante di [falsa e utopistica] pace.
Draco osservò un’ultima volta il nero della notte, prima di voltarsi con un movimento elegante e dirigersi verso il portone d’ingresso.
Fu con un pugnale di luce che elios sorse alle sue spalle.
[Spezzando qualcuna delle sue infinite catene]
A est, il cielo si arrossò, sanguinante.
Avanzando con passo lento e strascicato, Draco Malfoy pensò a tutto ciò che aveva [ricchezza, marchio, prestigio, potere], e si ritrovò a scuotere impercettibilmente la testa, in una malinconica ammissione.
[Tutte quelle catene, se le era imposte da solo].
***
Questa fic era stata pubblicata tempo addietro, ma non mi aveva mai convinto troppo.
Stasera ho deciso di cancellarla e riproporla in questa nuova stesura.
Grazie a tutti per la lettura.