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Autore: lenina blu    22/07/2014    1 recensioni
-non credere di potertene andare così semplicemente!- disse la giovane estraendo la spada.
-sia tu che tua sorella avete un problema. Vi attaccate troppo alle persone, e quindi poi vi stupite perchè queste vi deludono...- disse lui. Anna , la tenente si cominciò ad avvicinare.
-Tenente non si muova- disse perentorio il Capitano. La giovane tenente strinse i pugni e si bloccò.
Non potevano arrestarci in territorio alleato?
-Esiste solo una persona di cui ti puoi fidare veramente, e quella persona è te stesso. Fammi il favore di dirlo anche a tua sorella.- disse lui.
Booktrailer disponibile qui : https://www.youtube.com/watch?v=tATvV9_MXC4
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La maledizione dei Jano'
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Erano passati 2 giorni ormai. Jason, era il figlio del sindaco della città. In effetti non avevo ancora ben capito come funzionasse la gestione della città, ma per ora mi accontentavo di quello che sapevo. Niente. Stavo mangiando un pezzo di pane. Mi trovavo a casa del sindaco ormai da una settimana e lo stavo aspettando in cucina. Gli avrei chiesto di trovarmi un lavoro, perchè non mi sembrava corrette vivere a scrocco. Entrò in cucina anche Jason. Quel bambino andava in giro vestito di stracci, quando veniva da una delle famiglie più ricche della città.

-Marika dammene un pezzo- disse lui sedendosi al mio fianco. Gli sorrisi e divisi il pezzo di pane con lui. Era un bambino vispo e allegro.

-Brava, è così che si deve fare quando sei a scroccare da qualcun altro- mi disse lui prendendomi in giro. Si divertiva a stuzzicarmi e io ovviamente mi divertivo a rispondergli.

-ma se non ci fossi io a scroccare, tu diventeresti ciccione e rotondo come un barile!- gli dissi io scherzando. I suoi occhioni blu brillarono e scattò subito in piedi.

-io ciccione? Ma ti sei vista te?!- esclamò lui.

-oh certo, non ho un filo di grasso- gli dissi io facendogli l'occhiolino.

Stava per rispondere quando in quel momento entrò sua madre, la signora Ginevra. Lavorava al porto e gestiva i commerci con coloro che volevano venedere nella piazza principale. Aveva dei lunghi capelli rosso fuoco, ed era una donna molto decisa e intraprendente. Con me era stata sempre gentile e dolce.

-dai che ragazzi, che si mangia- disse Ginevra. Anche se avevo passato poco tempo in quella casa era bello. Era bello vedere come funzionasse una vera famiglia. Un po' invidiavo Jason, era così fortunato e non se ne rendeva nemmeno conto.

Mi alzai dalla sedia e diedi una mano ad apparecchiare. Jason, da bravo bambino ci guardava pigramente senza aiutarci.

-Jason dai una mano- disse Ginevra.

-ma che noia- disse lui, continuando a rimanere seduto. Sorrisi. Ogni momento che passavo in quella casa sapeva di famiglia. Come mi sarebbe piaciuto farne parte. Mi avevano accolto preoccupati per la mia salute, e insieme ogni giorno cercavamo di scoprire qualcosa di più. Io mi sforzavo, ma non riuscivo a ricordare niente, e non solo, ogni volta che provavo mi veniva un forte mal di testa. In quel momento entrò il padre di Jason, Marcus. Era un uomo molto alto, sulla quarantina dai profondi occhi blu. Era da lui che li aveva presi Jason.

-Ciao Ragazzi, tutto bene?- chiese lui allentandosi la cravatta.

-Papà!- esclamò Jason sorridente. Gli corse incontro e lo abbracciò.

-ehi piccolo!- disse Marcus amorevole abbracciandolo.

-ma non sono piccolo!- esclamò lui offeso. Stavo sorridendo vedendo la scena, quando Marcus alzò gli occhi su di me.

-ho un po' di novità Marika- mi disse sorridente. Annuì. Meglio ritornare alla realtà. Io ero una ragazza naufragata su quell'isola stranissima. In effetti Wafter Island era un mistero per me. Era un isola in fondo al mare, ma una grande ampolla di vetro permetteva agli abitanti di vivere sott'acqua. Chissà come era iniziato il tutto. Da quanto avevo capito per entrare sull'isola, bisognava passare per una specie di ascensore d'acqua. Grazie alle correnti le navi potevano scendere e risalire. Wafter Island era conosciuta per i suoi bravi ingegneri e per il commercio. Viveva di commercio infatti. Solo qui nascevano alcuni tipi di piante e vi erano degli animali completamente diversi.

-seguimi- disse lui facendomi cenno di seguirlo in salotto. Feci come mi aveva detto, e andai in salotto. Arrivata nella stanza notai che c'erano altre due persone: un uomo adulto e un bambino.

L'uomo aveva folti capelli neri e due occhi scuri, a differenza del bambino, che aveva una folta chioma di riccioli d'oro. Sul viso poi, gli spuntavano due occhioni azzurri, curiosi e allegri. Teneva una mano stretta saldamente a quella dell'uomo e si guardava in giro.

-Questi sono Liam e Richard- disse Marcus. Liam era l'uomo adulto, mentre il ragazzino biondo era Richard.

-piacere, io sono Marika- dissi loro sorridente.

-sono un medico, Marcus mi ha raccontato quanto successo. Mi sono preoccupato fin da subito ed ecco perchè sono qui. Volevo accertarmene di persona- disse l'uomo serio. Cominciavo a preoccuparmi, che cosa mi era capitato?

Spuntò da dietro di me Jason: guardava il bambino con aria interrogativa.

-chi sei? L'altra volta c'era una bambina!- disse Jason sospettoso.

-che memoria Jason, ti ricordi di Angelica?- disse il medico. Sorrideva gentile. Probabilmente era un caro amico di Marcus. Il bambino però non disse niente, si limitò a fissarlo con i suoi occhioni blu.

-mia sorella è dalla zia- disse il bambino ad un tratto. Dunque erano fratelli. Richard doveva essere il figlio di Liam, tuttavia non si assomigliavano per niente.

-dai ragazzi andate a giocare, Jason vai a giocare con Richard.- disse Marcus spingendo Jason leggermente verso il bambino.

-solo perchè mi sembri un debole. Tsk, andiamo- disse Jason trascinando il ragazzino per il polso. Richard non disse niente, si limitava a guardare in giro.

-okay, adesso possiamo parlare, accomodati Liam- disse Marcus facendo cenno di sedersi sul divano. Ci sedemmo e io guardai il medico. Sembrava un tipo tranquillo.

-Grazie. Innanzitutto, Marika, descrivimi i sintomi che hai quando provi a ricordare- disse il dottore.

-non ricordo niente, nonostante io mi sforzi. Ho un vuoto. Un momento prima ero sul Gley e un momento dopo sono sulla spiaggia di quest'isola...Mi viene...un forte fitta, qui- dissi indicandomi le tempie.

-e ti ricordi che giorno era, quando ti trovavi sul Gley?-

-un lunedì...però...- dissi sforzandomi. Non avevo raccontato nei dettagli però cosa ci facevo sul Gley e chi ero in realtà. Non me lo avevano chiesto e non lo avevo detto. Finora avevo nascosto tutto quello che mi ricordavo, non perchè non mi fidassi, ma perchè non ne avevo avuto occasione.

-Prima di dire tutto, volevo spiegarvi la mia storia, magari può aiutare...-

-certo Marika- annuì Marcus.

-ecco io vengo da quella che tutti chiamano Isla de Fortaleza.- entrambi rimasero sorpresi.

-è lontanissima da qui!- esclamò il medico.

-se sei partita di lunedì, e tu sei qui da due giorni, con il Gley sei partita come minimo una settimana fa...- disse ragionando Marcus. Era passata una settimana e non ricordavo niente.

-vai pure avanti- disse il medico, sedendosi meglio sul divano.

-si. Ecco, io in realtà facevo parte di una delle tribù della grandissima foresta che si estende per tutta l'isola. Un giorno sono arrivati un gruppo di mercenari e mi hanno portato via con loro, inizialmente volevano farmi del male, ma poi vedendo che ero in grado di utilizzare il Jano- dissi estraendolo dagli stivaletti. Loro mi guardavano attenti e io continuai. -...ci hanno ripensato e mi hanno presa con loro. Mi hanno fatto anche un tatuaggio, con il loro simbolo...ricordo che siamo rimasti alcuni giorni e poi siamo partiti. Da lì in poi non ricordo più nulla. Mi sono risvegliata sulla spiaggia due giorni fa- conclusi e abbassai la testa. Questa era tutto quello che sapevo.

-E' strano. Posso vedere il coltello?- chiese Liam. Annuì e lo appoggiai tra le sue mani. Lui lo studiò attentamente, se lo ripassò tra le mani.

-si è un originale. Ma non solo- disse il medico. Mi restituì il pugnale e tirò fuori un altro pugnale:

-anche tu hai un Jano?- esclamai io. Da quanto avevo capito, non tutti potevano maneggiarli, e solo coloro che avevano sangue reale.

-si. Questo è il Jano delle Illusioni. Il suo potere è molto particolare, tuttavia faccio veramente fatica a controllarlo. E' complicatissimo per me. Sono fatti nella stessa maniera se noti, Marcus tira fuori anche il tuo- disse Liam sorridendo complice all'amico. Ma dove ero finita? Tutti avevano un Jano? Ogni minuto che passavo ero sempre più sconcertata. Marcus gli sorrise di rimando, si alzò, si avvicinò a una vetrinetta. Prese un piccolo scrigno e lo appoggiò sul tavolino in mezzo a noi. Lo aprì. Al suo interno c'era un altro Jano. Non avevo mai visto cosi tanti pugnali maledetti nella stessa stanza.

-Come noti, sull'elsa c'è un inciso un simbolo...- disse Marcus, prendendo in mano il suo.

-si, sul mio...sembra... c'è un leone- dissi prendendo tra le mani e osservandolo. Mi concentrai per capire come era fatto. Era di una pietra marrone scura, che si confondeva con l'elsa nera del pugnale. Anche quella di Michael era così.

Michael. Da quanto tempo non lo vedevo. Non sapevo perchè, non riuscivo a capire i miei sentimenti, ma da quando mi ero svegliata sulla spiaggia e avevo pensato a lui, avevo sempre avuto la sensazione che lo avrei rivisto. E ogni volta che pensavo a lui, non riuscivo a spiegarlo, ma mi sentivo riconoscente nei suoi confronti. Il motivo probabilmente era in quello che era successo, ma che non ricordavo.

-il Leone, è il Jano della Metamorfosi. Significa che tu sei l'erede della tua tribù- sentenziò Liam. Metamorfosi? Non sapevo in effetti quali erano i veri poteri di quel pugnale. Di quel poco che ricordavo, mi ero allenata solo sul combattimento corpo a corpo, non tanto sull'utilizzo del pugnale.

-come fai esserne sicuro? Anche tu...-disse Marcus preoccupato nella sua direzione. Cosa nascondeva? Liam mi guardò sorridente.

-vedi io, faccio molta fatica a utilizzarlo il Jano perchè...non sono il suo padrone al 100%... lo tengo in custodia,diciamo così.-

-ma in teoria non saresti in grado di utilizzarlo...-dissi io guardandolo.

-nelle mie vene scorre il sangue reale. Purtroppo però il Jano non è destinato a me. Ma non importa. Ciò che è importante è che verranno a cercarti, chiunque ti ha lasciata qui- disse Liam preoccupato.

-perchè?- dissi io confusa.

-il tuo è un Jano molto particolare. Quando ti sei risvegliata, lo hai trovato subito con te?- chiese sorridendomi gentile. Pensai.

-In effetti inizialmente mi era parso un semplice pezzo di legno, da lontano, poi però lo ho raccolto e...-

-ed era il tuo Jano. Giusto?- concluse al posto mio Liam.

-è un caso di Sarne!- esclamò Marcus sorpreso.

-esattamente. -disse Liam, riprendendo subito a spiegare -sarne è una parola antica, che significa trasmigrazione. Significa che l'anima del Jano, si sposta e segue il suo possessore. In poche parole, quando ti hanno abbandonato sulla spiaggia, quasi di sicuro ti avevano portato via il Jano. Adesso tra le loro mani, avranno semplicemente un pezzo di legno, e niente di più. Verranno alla ricerca di te per prenderlo di nuovo. Molto probabilmente non sapevano di questa maledizione antica, che è una caratteristica unica al tuo Jano. E' l'unico tra i 12 pugnali che non può essere rubato.- disse Liam. Quindi lo avrei rivisto. Ma avrei rivisto anche Cheyenne, Ariadne e tutti gli altri. Un po' ero felice, ma d'altra parte mi avevano scaricato su una spiaggia e ciao. Non sapevo se essere arrabbiata o meno. Non ricordare niente era così frustrante!

-però questo ne parliamo dopo- disse Liam lanciando un occhiata a Marcus, che annuì. Era gentili e sinceri. Mi fidavo di loro, mi sembrava brave persone.

-ritornando a noi. Mi hai detto che ti fanno male le tempie vero? Una specie di fitta?- chiese lui preoccupato.

-esatto!- fitta era la parola più esatta per descrivere il dolore. Durava qualche secondo, ma era molto intenso.

-Bene. Si tratta di un Rubens.- sentenziò Liam.

-Rubens?- questa parola l'avevo già sentita. Ne ero più che sicura. Improvvisamente sentii la fitta alle tempie. Durò per qualche secondo e poi alzai gli occhi. Se mi era venuta la fitta, significava che nei ricordi cancellati, avevo avuto a che fare con questo “Rubens”.

-Cosa è?- chiesi io, avida di sapere.

-Un anello. Sono anelli molto particolari, ce ne sono di almeno 100 tipi diversi e tutti li possono usare. Sono anelli che conferiscono un determinato potere. In questo caso, quello che è stato utilizzato su di te ha la capacità di sigillare. - disse Liam guardando Marcus.

-Quindi non hai perso la memoria. Diciamo che non puoi accedere coscientemente ai tuoi ricordi, perchè sono stati sigillati. Devo ammettere che è un'abilità interessante- concluse Marcus.

Abbassai lo sguardo. Quindi mi avevano scaricato di proposito, avevano tentato di rubarmi il Jano e di cancellarmi i ricordi.

-Pian piano riuscirai a ricordare, il potere dei Rubens è forte all'inizio, poi via via che passa il tempo, spariscono gli effetti. Tu per ora non sforzarti troppo nel ricordare.- disse Liam sorridendomi. Beh dai, quindi un giorno sarei potuta ritornare a ricordami cosa era successo.

-per quanto riguarda adesso invece...- Liam girò la testa verso Marcus nuovamente.

-si esatto- disse lui come scosso all'improvviso. -non te lo ho mai detto prima Marika perchè non mi era sembrato utile. Comunque, come ben sai, sono il sindaco di quest'isola, ma non solo. Jason ti avrà detto credo, lo dice a tutti- disse sorridendo amorevole -che sono il capo di una certa “organizzazione” -

Annuì. Ricordai il momento in cui Jason me lo aveva detto. Lui non si era spaventato di me, proprio perchè il suo papà era il figlio dell'organizzazione.

-bene. In realtà io sono uno dei tre membri del consiglio dell'Organizzazione. Ci occupiamo di recuperare, di addestrare e di istruire tutti coloro che possiedono un Jano, dei Rubens particolari, e di formare i Tovenaar-

-Tovenaar?- chiesi io.

-sono coloro che hanno studiato le antiche scritture e hanno imparato a utilizzare le Stellair, delle chiavi particolari, che permettono di aprire portali e di evocare qualsiasi cosa. Comunque ritornando a noi, io mi occupo della sezione dei possessori del Jano. In questa maniera li addestriamo a non utilizzare i propri poteri per cattivi scopi e manteniamo la pace. Idem vale per le altre due categorie. Si tratta della più grande Organizzazione di tutto il mondo conosciuto. Siamo gli unici infatti che riuniamo, Jano, Rubens e Stellair, per un unico obbiettivo, la pace.- disse Marcus sorridente. Era un uomo molto positivo e altruista. Ma non capivo dove volesse andare a parare.

-ma...quindi...io?- dissi indicandomi un po' spaesata.

-se ti va Marika, potresti entrare a far parte dell'organizzazione. Ti insegneremo a utilizzare i tuoi poteri, e poi partirai insieme agli altri membri, alla ricerca degli altri detentori del Jano.- concluse Marcus. In effetti mi sembrava una buona idea. Non sapevo che farmene della mia vita aquel punto, e l'idea di aiutare altri come me non mi sembrava poi così male, quindi annuì convinta.

-bene, da domani sarai un membro ufficiale allora- disse Marcus sorridente.

 

 

Fine Capitolo

 

Ragazzi scusate per il ritardo! Non ci sono scusanti!

Mi ero bloccata perchè avevo intenzione di concentrarmi più su Eris, e al termine di riprendere questa fic, però mi sono resa conto che Eris durerà ancora un po' quindi ho deciso di riprendere in mano anche Femmina Alfa! Scusate ancora, non ho proprio giustificazioni!

Ringrazio coloro che continueranno a seguirmi nonostante questo piccolo disguido D:

Volevo avvertirvi che Angelica, la vera saga, di cui questa fic è il prequel, è stato pubblicato ed è disponibile sia in formato cartaceo che in formato ebook!

Basta scrivere su google “Elena Lucia Zumerle Angelica” e vi vengono fuori una caterva di siti dove potete dare un occhiata ;) oppure cliccate qui

 

https://www.facebook.com/Angelicaelenaluciazumerle?ref=hl

 

Grazie a tutti per l'attenzione!Siete fantastici :) :)

Elena

 

 

   
 
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