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Autore: Lily Liddell    23/07/2014    1 recensioni
Una serie di one shot Hayffie (Haymitch/Effie).
Ne leggo molte sui siti di fanfiction inglesi e ho pensato di cominciare una raccolta in italiano.
Le trame possono essere prompt che trovo su tumblr o idee che mi passano per la testa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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A/N: Questa one-shot si svolge 23 anni dopo la ribellione. Sono presenti due personaggi che avevo già creato e di cui avevo già trattato: Pan e Sophia.
Inoltre ho deciso di non scriverla in prima persona, ma in terza, tratta sempre Hayffie, anche se non è incentrata subito su quello, ma per questo motivo l’ho inserita qui. Dal momento che è così diversa se preferite posso creare un’altra raccolta con la loro famiglia…
 
Trama: è il tredicesimo compleanno di Sophia e per festeggiarlo la famiglia raggiunge Annie e Finn al Distretto 4.



Birthday in Four

 
Il sole baciava la sabbia bianchissima del Distretto 4, gli unici suoni udibili erano i versi dei gabbiani e l’infrangersi delle onde dell’Oceano contro gli scogli.
La casa di Annie era abbastanza isolata dal resto delle abitazioni del Villaggio dei Vincitori e solo due di queste si affacciavano direttamente sul mare.
La donna in quel momento stava sistemando delle tovaglie bianche su dei tavolini improvvisati che erano stati sistemati sulla spiaggia sotto un gazebo; era la terza volta che ci provava, ogni volta il vento li portava via.
Quando finì di sistemare l’ultima, sollevò la testa e con lo sguardò cominciò a cercare suo figlio finché non lo trovò, come al solito in costume da bagno e in compagnia dell’inseparabile compagno di malefatte, circondati da uno stormo di ragazze civettanti.
« Finn! Pan! Venite a darmi una mano! » Cominciò a sbracciare finché non venne notata.
I due ragazzi si separarono dal gruppo e raggiunsero Annie, il primo a rivolgersi a lei fu il figlio. « Che succede? »
La donna allargò le braccia ad indicare il lavoro appena finito, poi portò le mani sui fianchi. « È da questa mattina che rincorro tovaglie, raccogliete delle grosse conchiglie e mettetele come centrotavola, per favore. »
Prima che i due potessero controbattere, Annie era già rientrata in casa, lasciandoli all’indegno compito di andare a caccia di conchiglie.
Portandosi una mano nei capelli dorati, Finn cominciò a guardarsi intorno. « Qui c’è solo sabbia, fra gli scogli magari troviamo qualcosa… » Suggerì, sapendo che non poteva fare altro se non assecondare sua madre.
Pan annuì e sollevò la testa per fissare il cielo, coprendosi gli occhi con la mano. « Sì, prima che si alzi di nuovo il vento. »
Il cielo era limpido e sereno, di un celeste intenso, macchiato sporadicamente dal bianco di qualche nuvola passeggera. La sabbia sotto i piedi nudi dei due ragazzi era calda ma non fastidiosa.
Pan e Finn si conoscevano fin da bambini e da subito avevano stretto una salda amicizia, nonostante la lontananza si poteva dire che fossero cresciuti insieme e anche quando passavano lunghi periodi di tempo senza vedersi, quando poi si rincontravano, era come se non fosse passato nemmeno un giorno dall’ultimo incontro.
Dopo aver camminato per un po’ in direzione di una parete rocciosa, si sentirono entrambi chiamare da una voce femminile proveniente dalle loro spalle; si voltarono insieme per vedere che una figura si stava avvicinando piuttosto velocemente.
Con il sole negli occhi e da quella distanza, poteva sembrare Annie, ma quando fu abbastanza vicina, i due amici si resero conto che non si trattava di lei, ma di Johanna.
La donna sorrise ad entrambi i ragazzi con una smorfia compiaciuta. « Se fossi in voi non andrei da quella parte, ragazzoni… » Disse, mettendosi fra loro due e passando un braccio attorno alle spalle di entrambi, costringendoli a cambiare direzione.
« Stiamo cercando conchiglie per mia madre. » Spiegò Finn, senza però sottrarsi alla presa di Johanna, che continuò ad avanzare, senza togliersi quel sorrisetto dalle labbra.
« Mi ringrazierete, è pericoloso laggiù… »
Pan trattenne a stento una risata, scuotendo la testa. « Oh, andiamo Zia Jo… siamo uomini ormai. » Fece con tono spavaldo.
Questa volta fu il turno della donna di ridere. « Non lo metto in dubbio, ma non troppo tempo fa ho visto i tuoi genitori appartarsi da quelle parti. »
« Oh. » Fu l’unica cosa che riuscì ad uscire dalla bocca del ragazzo.
« Ehw… » Il commento di Finn non fu poi troppo diverso, dal momento che considerava i genitori di Pan un po’ i suoi secondi genitori.
Johanna li lasciò andare, con una pacca sulla spalla per ciascuno, quando in lontananza si vedeva di nuovo la casa di Annie e i due ragazzi decisero di setacciare la riva del mare, evitando esplicitamente di parlare di quello che era appena successo.
Non ci volle molto per capire che nemmeno lì avrebbero trovato nulla, fortunatamente il vento era ancora tranquillo.
Pan era con la testa china a studiare la sabbia compatta e bagnata sotto i suoi piedi, nella speranza che una conchiglia qualsiasi si materializzasse sotto i suoi occhi, quando una voce lo fece sussultare. « Ehi… che fate? » Sollevò la testa per vedere che sua sorella era a pochi passi da lui e da Finn. Non si sorprese più di tanto, fin da piccola non perdeva occasione di stare dietro ad entrambi, il più delle volte finendo per essere cacciata.
Sophia indossava un vestitino leggerissimo, di una stoffa estremamente strana. Era di un color acquamarina, che le faceva risaltare gli occhi. I lunghi capelli biondi erano raccolti in una complicata treccia fissata poi alla testa della ragazzina con un grosso fermaglio argentato.
Sulle labbra di Pan si disegnò un sorrisetto divertito alla vista di com’era conciata sua sorella. « Cerchiamo conchiglie per Zia Annie… che ti è successo? »
La ragazzina si grattò la testa, probabilmente infastidita da un prurito. « Mamma… »
Finn si avvicinò a lei e afferrandola per le spalle le fece fare un giro su se stessa, Sophia portò gli occhi al cielo, ma stette al gioco. « Sembri una delle decorazioni dello Zio Peeta. »
A quel commento, la ragazzina si liberò dalla presa di Finn e incrociò le braccia al petto, indispettita. « Se vi servono conchiglie, ne ho viste un sacco sul retro della casa. » Fece con tono scontroso, poi si voltò per andarsene.
Prima che potesse farlo, però, i due ragazzi si scambiarono un rapidissimo sguardo d’intesa e Finn si allungò per riafferrarle le spalle.
« Ehi! » Provò a ribellarsi lei, ma il fratello le fermò i piedi. « No! » Cominciò ad urlare, quando intuì cosa sarebbe successo di lì a poco.
« Al tre? » Chiese Pan e Finn annuì consenziente.
Contarono insieme, facendo dondolare la ragazzina che continuava a dimenarsi, ma ormai le sue proteste erano completamente sopraffatte dalle risate dei due ragazzi, che sul tre fecero fare un volo di tre metri a Sophia, facendola finire con un sonoro splash in acqua, per poi correre immediatamente via vero casa.
Riemergendo dopo pochi istanti e respirando a pieni polmoni, Sophia sbraitò nervosamente dando diverse bracciate per raggiungere la riva.
Provò a sollevare lo sguardo per vedere se suo fratello e Finn fossero ancora nei paraggi, ma li vide già lontani, ormai rincorrerli era inutile.
Si toccò i capelli per constatare l’entità del danno e si rese conto di aver perso il fermaglio. Fortunatamente le scarpe erano ancora ai piedi.
Quando cominciò a strizzarsi i capelli con le mani, per eliminare tutta l’acqua in eccesso, la voce squillante di sua madre la fece trasalire.
« Sophia! » Effie stava marciando dritta verso di lei, seguita da Haymitch. Per un attimo Sophia si chiese da dove potessero venire, visto che in quella direzione non c’era niente, ma i suoi pensieri furono completamente spazzati via quando sua madre la raggiunse e le prese il viso fra le mani, rivoltandolo e studiandolo come faceva quando era piccola. « Posso sapere per quale ragione sei completamente fradicia? »
« Forse aveva caldo. » Suggerì sarcasticamente Haymitch e Sophia non riuscì a trattenere un sorriso divertito, ma lo sguardo di Effie fece chinare la testa ad entrambi.
Quando la rialzò, Sophia aveva negli occhi il suo sguardo migliore, quello da cucciolo bastonato. « Pan e Finn mi hanno buttata in acqua. Hanno detto che somigliavo ad una delle decorazioni di Zio Peeta. » Non le interessava veramente né del vestito, né dei capelli, voleva solo farla pagare a quei due.
Effie la lasciò subito andare, per portare le mani sui fianchi e guardare in direzione della casa assottigliando le labbra.
« Non avevano tutti i torti… »
« Haymitch! » Effie si voltò verso di lui, portando poi un braccio attorno alle spalle di Sophia. « Mia figlia aveva scelto questo vestito con cura e l’avevamo fatto arrivare direttamente dalla Capitale e tuo figlio l’ha rovinato! »
Ad essere del tutto onesti, Sophia aveva scelto quel vestito perché non ne poteva più di sfogliare cataloghi e di imparare i nomi di colori di cui non sapeva nemmeno l’esistenza, ma annuì comunque alle parole della madre.
Haymitch sospirò, squadrando di traverso l’adolescente e evitando deliberatamente lo sguardo della moglie. Tutti e tre sapevano che erano in due contro uno. Sbuffò e afferrò Sophia per un braccio, non era mai stato delicato ma le sue prese erano accuratamente studiate per essere salde e sicure, poi cominciò ad avanzare verso la casa e Sophia non perse l’occasione di farsi trascinare.
Effie rimase indietro di qualche passo, osservandoli mentre si allontanavano. Non poté fare a meno di notare che un tempo Haymitch se la sarebbe issata sulla spalla invece che trascinata di peso.
La loro bambina stava crescendo, quel giorno compiva tredici anni e a lei sembrava ieri che la teneva in braccio per la prima volta. Questo pensiero fu immediatamente accompagnato dall’idea che lei ed Haymitch stavano inevitabilmente invecchiando e nonostante per lui questo non sembrasse essere minimamente un problema – anzi, ne sembrava quasi contento – per lei la cosa era un problema eccome.
Ormai si era abituata all’idea di essere chiamata nonna da Rye e Willow, ma guardava Pan, che era quasi un uomo ormai e Finn, ogni giorno più identico a suo padre e la cosa per lei era inaccettabile. Invecchiare era inaccettabile…
Prima che il suo umore peggiorasse ulteriormente, si decise a muoversi e a raggiungere la sua famiglia.
Incontrò Annie e Johanna sulla spiaggia di fronte casa, Annie stava portando dei bicchieri di vetro per poggiarli sui tavolini, Johanna invece era seduta comodamente su una sdraio e osservava l’amica lavorare come un mulo.
Gli occhi di Effie si fermarono sui centrotavola e fece una smorfia. « Conchiglie? Non è un po’ antigienico? »
Annie sembrava decisamente stanca, si portò una mano dietro la schiena, incurvandola all
’indietro e poi scambiò uno sguardo veloce con Johanna, che fece finta di niente e chiuse gli occhi, poggiando la testa allo schienale. « Credo che ti abbiano chiamato, Effie. » Se ne uscì Annie alla fine, senza suonare scortese.
In un’altra occasione sarebbe rimasta, ma con un’emergenza guardaroba in atto, non poteva indugiare oltre. Sollevò le mani in segno di resa ed entrò in casa; nell’atrio non c’era nessuno, così salì al primo piano e in corridoio vi trovò Haymitch e Sophia, che adesso era avvolta dalla testa ai piedi in un asciugamano.
« Tutta tua. » Esordì Haymitch, lasciando sole le sue due donne, per poi scendere al piano di sotto.
Dopo neanche un passo si ritrovò di fronte Pan e Finn, intenti a svignarsela dal retro con delle tavole da surf sotto le braccia. « Dove pensate di andare? » I due si immobilizzarono e si voltarono lentamente.
Haymitch riusciva a leggere la colpevolezza dipinta sui loro volti, avanzò pericolosamente verso loro due, che istintivamente infossarono la testa nelle spalle, pronti a ricevere una tirata d’orecchio, ma lui si limitò a sottrargli le tavole e a indicare con un cenno di capo la porta che dava sulla spiaggia. « Andate ad aiutare Annie a sistemare tutto. Adesso. »
Pan annuì e si mosse per primo, senza aspettarsi la tavolata che lo colpì sul sedere, non abbastanza forte da fargli male, ma abbastanza da far rumore e da fargli accelerare il passo; Finn lo seguì immediatamente, con uno scatto di velocità per evitare di ricevere lo stesso trattamento.
Quando i due uscirono, Haymitch sistemò le tavole accanto al muro e fu distratto da dei rumori provenienti dalla porta d’ingresso. Si voltò per vedere che finalmente erano arrivati anche Katniss e Peeta.
Lei portava due grosse borse, una poggiata alla spalla e l’altra che penzolava dall’avambraccio, mentre l’altro braccio era occupato dal piccolo Rye, un ometto di quattro anni che non appena intravide Haymitch si divincolò dalle braccia della madre per essere messo a terra e correre verso di lui.
« Nonno! » Saltellò contento, abbracciandogli una coscia con le braccia paffute. Haymitch si sforzò di chinarsi, sentendo le ginocchia lamentarsi rumorosamente, per prenderlo in braccio.
Katniss lo salutò con un sorriso. « Ti prego, dimmi che ci siamo persi la solita crisi di nervi di Effie… »
« Prova a chiederlo a Pan e Finn. » Fu la sua risposta, mentre la donna portava gli occhi al cielo e s’incamminava verso il piano superiore, per poter poggiare tutto quello che stava portando.
In quel momento Peeta entrò seguito come al solito da Willow. « Haymitch. » Lo salutò Peeta, cordialmente. In situazioni normali lo avrebbe salutato con un abbraccio, ma in quel momento stava reggendo un’enorme scatola che certamente conteneva la torta di compleanno per sua figlia.
Annie li raggiunse e dopo un rapido giro di saluti, durante il quale per poco Peeta non veniva schiacciato sotto il peso della torta, finalmente poté andare a poggiarla in cucina.
Adesso anche Willow e Rye stavano aiutando ad apparecchiare e quando fu tutto pronto, cominciarono i festeggiamenti.
Dopo pochi minuti, Effie e Sophia finalmente li raggiunsero, la ragazzina era stata messa a nuovo e Haymitch non poté fare a meno di notare che ora il suo abbigliamento era molto più semplice e i suoi capelli erano sciolti.
Dubitava che quella fosse stata tutta una messa in scena architettata, ma era sicuro che Pan e Finn le avessero solo fatto un favore…
Sophia andò a salutare i nuovi arrivati, mentre Effie rimase accanto a lui sulla soglia. Istintivamente Haymitch le passò un braccio attorno alla vita e lei poggiò la testa alla sua spalla.
« Ha tredici anni… » Constatò Effie, senza spostarsi. « Sta crescendo. »
Haymitch si limitò ad annuire.
« Sto invecchiando… »
Era sicuro che sarebbe andata a parare lì. Ormai era il centro di ogni conversazione, ma a lui non importava più di tanto. Era innegabile, stavano invecchiando entrambi, ma se doveva essere sincero, anni prima non avrebbe mai immaginato che la sua vita avrebbe preso questa piega, probabilmente non avrebbe mai immaginato di poter arrivare all’età che aveva, quindi, tutto sommato, era contento. « Non puoi fermare il tempo, dolcezza. »
Effie sospirò a quell’affermazione e Haymitch temette per un attimo che potesse di nuovo cominciare a proporre assurdi interventi di ringiovanimento, che avevano causato diversi scontri fra i due, ma fortunatamente Effie non disse nulla.
Lui restò in silenzio ancora per un po’, osservando la sua famiglia in una delle poche occasioni dove tutti andavano d’accordo con tutti. Decise di imprimere bene quell’immagine nella sua memoria e di godersi pienamente quel momento, perché era sicuro che non sarebbe durato a lungo… la pace non durava mai a lungo quando erano tutti insieme.
Prima o poi Johanna avrebbe cominciato a prendere in giro Effie, lei avrebbe cercato supporto da parte sua, che sicuramente invece avrebbe dato corda all’amica…
Da lì si sarebbe scatenata una reazione a catena di discussioni cercando di tirare in ballo anche Katniss, che se ne sarebbe lavata le mani, finché Peeta o Annie sarebbero riusciti a calmare le acque, il tutto mentre i ragazzi si sarebbero goduti la scena… come sempre.


A/N 2: Salve, era una VITA che non aggiornavo e spero che questa one-shot familiare sia stata soddisfacente! Come ho già detto prima, se pensate che dovrei creare una sezione diversa per questo tipo di storie, fatemelo sapere!
Nell’immagine ho dovuto necessariamente cambiare gli attori per Effie, Haymitch ed Annie, perché tutti crescono e 23 anni si devono far sentire… spero non vi sia dispiaciuto.
Alla prossima!
 

x Lily
   
 
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