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Autore: Inquisitor95    24/07/2014    2 recensioni
"Mi svegliai sobbalzando visto lo strano sogno che avevo fatto: delle creature spaventose correvano contro di me, avevano sete del mio sangue. Io continuavo a correre cercando di scappare visto che non avevo una spada con cui difendermi; se nel sogno fossi stata armata, sicuramente le cose sarebbero andate diversamente. Fortunatamente però era stato solo un terribile incubo, non avevo mai lasciato la mia stanza nel castello di Altura Perenne. Non avevo mai lasciato il mio letto e per tutto il tempo ero rimasta tra le braccia possenti del mio cavaliere. Ero ancora abbracciata a lui in effetti, la testa appoggiata sul suo petto forte e caldo, il fatto che mi fossi svegliata sobbalzando però aveva condizionato anche il fatto che lui si svegliasse. Lo trovai con i suoi occhi brillanti come smeraldi che mi fissavano, allungai una mano percorrendo il suo corpo fino al viso e salendo fino ai capelli morbidi, rossi come le fiamme e leggermente sudati per via del caldo estivo."
Questa è la storia che più volte è stata raccontata, in molti hanno aggiunto dettagli, ma solo io conosco la verità e sono qui per raccontarla: di come il Quinto Flagello si è concluso prima che devastasse il Thedas.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alistair Therin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Leggende del Thedas'
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CAPITOLO SECONDO
I COUSLAND DI ALTURA PERENNE

Un piacevole calore entrava dalla finestra spalancata, tuttavia mi trovai imprigionata tra le coperte e con il corpo sudato, durante la notte doveva esserci stata una pesante ondata di calore. Probabilmente dopo che Roderick era andato via. Non mi resi subito conto di cosa mi avrebbe aspettato quel giorno; mi alzai dal letto e indossai una veste di seta che legai in vita tramite un fiocco, sistemai i capelli spettinati allo specchio e mi versai un po' di acqua in viso per svegliarmi meglio. Osservai il pavimento e rimasi meravigliata dal non aver trovato il mio fedele segugio magari, il mio Drawgnar. Il mio fedele animale da guerra... si dice che queste creature restino fedeli per tutta a vita al loro padrone, all'epoca pensavo semplicemente al bene che gli volevo, non a quanto egli mi fosse fedele o quanto potesse essere utile in combattimento. Ricordo che ero una bambina quando mio padre pensò di regalarmelo, non capii mai perché lo fece, forse perché in cuor suo sapeva che volevo qualcosa di cui occuparmi. Pensandoci adesso, sono molto diversa da quando ero bambina e da quel giorno lontano nel tempo di anni. Quel giorno in cui avrei compiuto vent'anni e nella quale sarebbe stato ufficiale il mio fidanzamento con Dairren. Ma altre cose erano destinate ad accadere contro la mia volontà. Ricordo che passai tutta la mattina preparandomi, non solo avrei dovuto vedere Dairren e sua madre, avrei anche dovuto salutare Fergus che partiva per la battaglia ad Ostagar, ma non capivo cosa dovesse combattere, le mie preoccupazioni non dovevano essere le guerre a detta di mia madre. Perciò lasciai che le domestiche mi preparassero un trucco violaceo leggero e che passassero un velo di rosso sulle mie guance e sulle mia labbra. Indossai poi un bel vestito ornato e ricamato in oro, una veste elegantissima con una fascia sotto il seno, volevano legare i miei capelli in un complesso chignon ma negai loro di farlo perché ci tenevo a lasciarli liberi e fluenti. Fu così che la mattina volò e io non ebbi modo di vedere qualunque persona al castello. Per il mio ventesimo compleanno tutti i domestici mi facevano gli auguri mentre camminavo per i corridoi e le guardie si fermavano fissandomi come se non avessero mai visto una bella donna. Perché lo ero... all'epoca ero bellissima e dalla pelle rosea come le foglie degli alberi di Orlais.
Mi fu concesso un pranzo abbastanza scarso visto che dovevo restare in linea per l'incontro con il mio promesso sposo, ci saremmo visti quel giorno ma immagino che per ufficializzare il fidanzamento avremmo potuto aspettare qualche giorno vista l'assenza di mio fratello; la cerimonia sarebbe avvenuta al castello di Altura Perenne perciò loro sarebbero stati ospiti personali del Teyrn Bryce Cousland. Mio padre era favorevole al matrimonio anche se spesso lo vidi contrario a certi discorsi di mia madre, in me vedeva una figlia guerriera che avrebbe condotto un esercito con la sua volontà, ma non si sarebbe mai opposto al volere di mia madre né mi avrebbe mai permesso di muovermi in battaglia. Dopo pranzo fui immediatamente convocata nella sala principale del castello, la sala era contornata di stendardi magnifici e arazzi che rappresentavano le meravigliose e tragiche avventure dei Cousland, battaglie che erano state combattute anni fa da mio nonno e dal gerarca della famiglia Howe. Quando entrai, mio padre parlava con un nuovo dall'aspetto arcigno, l'espressione corrugata con i capelli argentei e gli occhi scuri come il carbone. Rendon Howe era nostro alleato da anni e anni, inoltre era anche l'Arle della città di Amaranthine, una cittadina distante qualche settimana da noi che si trovava a nord di Denerim, la bellissima e radiosa capitale del Ferelden in cui si trovava il re.
I due uomini stavano parlando tra loro prima della mia interruzione, mi avvicinai a mio padre e salutai i due uomini con un inchino, sollevai leggermente la gonna e flessi le gambe in avanti. « Padre. Mi avevate fatta chiamare? » chiesi con dolcezza.
« Myalee che bello vedervi figlia mia. Vi ricordate di Rendon Howe? » chiese l'uomo rivolto facendo un gesto verso l'altro. Ovvio che me lo ricordavo, ricordo pure che non mi era mai piaciuto, quei suoi occhi scuri e quell'espressione mi ricordavano molto un serpente pronto all'agguato. Ma dovevo esternare questi miei pensieri.
« Arle Howe, che piacere vedervi! Vostro figlio Nathaniel sta bene? » chiesi carica di melassa nella voce. Ero così stucchevole quando facevo così! L'unico uomo con cui mi comportavo in quel modo era Roderick e capirete il perché.
« Sì, sta benissimo » rispose Howe in tono amichevole e sorridendo, una serpe che mostrava i suoi denti carichi di veleno. « Parla spesso di te... immagino che dovrei portarlo qui qualche volta » quella frase mi diede fastidio e non riuscii a trattenermi.
« Mi domando: a che pro ciò che dite? Mi pare che la mia testa sia già stata promessa a qualcun altro. A cosa servirebbe un incontro con vostro figlio? » vi assicuro che se fosse stato per il tono, un ascoltatore distratto avrebbe pensato che gli avrei potuto fare un complimento! I due uomini parvero straniti dalla mia risposta, mio padre però vedeva una vena di divertimento in tutto questo. « Se però vi farà piacere, portatelo pure. Altura Perenne non rifiuta nessuno... »
« Myalee... non essere impertinente » mi riprese mio padre, non lo faceva mai e quando lo faceva metteva sempre una nota sviolinante sulla frase, come per trattenere il fatto che fosse fiero della mia risposta. « Comunque sì... ti avevo convocata perché volevo affidarti il castello domani. Come sai, io e tuo fratello partiremo per combattere a Ostagar... » fu allora che Howe intervenne.
« Come sapete le mie truppe sono in marcia ma mi dispiace dirvi che non arriveranno prima di qualche giorno » sembrava realmente dispiaciuto, eppure io non lo avevo neanche considerato, era un mascheramento.
« Non fa nulla. Voglio che vi occupiate del castello durante la nostra assenza. Ci sarebbe il fidanzamento da organizzare... ma la battaglia infuria a sud e sono sicuro che la situazione possa essere compresa! » mi spiegò. Che potevo dire? Sono sicura che avesse capito quando volevo andare con lui e Fergus, partecipare alla battaglia, tuttavia non potevo dirgli di no. « Vorrei anche che andiate da Fergus... siete sua sorella minore, sicuramente ci terrà a salutarvi! »
« Va bene padre. Starò da guardia al castello e farò in modo che esso sia più forte di come lo avete lasciato! » non significava nulla, eppure sapevo che Ostagar era veramente distante da Altura Perenne, ci sarebbero volute settimane prima del suo ritorno, tutto ciò poteva solo farmi piacere visto che avremmo ritardato un fidanzamento che non mi andava per niente a genio. Stavo per parlare ancora quando qualcuno entrò nella stanza bloccando il mio respiro: un uomo alto e dall'aspetto piuttosto trasandato, i suoi capelli erano lunghi e legati come meglio poteva, aveva la barba ispida e un bellissimo paio di occhi, tutti questi dettagli furono catturati dalla mia attenzione per il colore nero così lucido e ben diverso dagli occhi di Howe. Avanzava verso di noi muovendo leggermente la sua veste, bloccata dall'armatura pesante che indossava e vidi subito la spada e la daga che aveva in due foderi alle spalle. Al petto aveva uno stemma che rappresentava un bellissimo grifone; restai meravigliata dalla fiducia che quell'uomo era riuscito ad ispirarmi con un solo sguardo.
« Perdonatemi. Spero di non aver interrotto nulla di importante » disse l'uomo arrivando davanti a noi. L'espressione di Howe era impagabile: era basito, incredulo della figura che si ergeva davanti a lui. Io non capivo ancora.
« Un Custode Grigio? Non sapevo che avremmo ricevuto un ospite di tale rilevanza... » ammise l'uomo con freddezza. « Immagino che le procedure possano essere saltate » Un Custode Grigio. Quell'uomo era colui che mi avrebbe portato via Roderick, probabilmente lo avrebbe preso con sé visto che era qui ad Altura Perenne proprio per cercare una recluta. Qualcuno da portare con sé ma per andare dove?
« Duncan è venuto qui in cerca di reclute. Sono certo che troverai molto interessante il nostro miglior soldato, Roderick Gilmore » disse mio padre prima rivolto a Howe e poi volgendosi al Custode di nome Duncan. Quest'ultimo si voltò verso di me.
« Anche vostra figlia è un'ottima candidata. Sento l'energia che ella sprigiona, avete allevato un'ottima guerriera, Teyrn Bryce » forse stavo sognando, nel giorno del mio compleanno avevo ricevuto un regalo: la possibilità di essere scelta come Custode Grigio e fuggire da Altura Perenne, ovviamente con me sarebbe anche venuto Roderick visto che lui era migliore di me. Non potei non notare lo sguardo freddo che mio padre rivolse al Custode.
« Non ho tutti questi figli da poter mandare in guerra. Ella non è ammissibile! Non vi permetterò di portarla via a meno che non ricorriate al Diritto di Costrizione » ecco che mio padre mi bloccava la fuga. Non potevo dire nient'altro, la sua parola era legge e non avrei di certo pregato quel Duncan perché lo facesse.
« Sono interessata ai Custodi Grigi... ma se la volontà di mio padre è questa, allora vorrei solo limitarmi a saperne di più » era la cosa giusta da fare. « Duncan, giusto? » mi rivolsi all'uomo. « Mi piacerebbe parlarne con voi direttamente. Magari domani? » l'uomo fece un grande sorriso che rivelò dei denti color avorio, un sorriso che mi rese tranquilla. Quell'uomo non aveva cattive intenzioni!
« Sarò qui anche domani. Avremo tutto il tempo che volete per poter parlare... » si limitò a dire. « Ora scusateci, ma credo che noi tre dobbiamo parlare della strategia da adottare nella battaglia imminente... » annuii e me ne andai via dal salone.
Appena varca la soglia della stanza, qualcuno mi prese per il braccio e mi spinse dietro una grande colonna che mi nascose nell'ombra, un uomo mi strinse a sé e cominciò a baciarmi con passione direttamente nella labbra. Riconobbi subito il sapore delle labbra di Roderick, ricambiai il bacio ma lo allontanai quasi subito per paura che qualcuno mi potesse vedere in intimità con lui. Si mise composto sistemandosi l'armatura e io sistemai il mio vestito un po' spiegazzato.
« Sir Gilmore. È un piacere vedervi. Sapete che un Custode Grigio è venuto al castello? » chiesi cercando di essere più superiore possibile. Era così che io dovevo rivolgermi ai soldati del castello e ai domestici in generale. Un altro comportamento doveva essere adottato con gli elfi invece, loro erano schiavi. Lui annuii e mi seguii mentre mi allontanavo verso altri corridoi per cercare Fergus.
« Vi stavo cercando per un grave problema nelle cucine! » mi voltai verso di lui stranita. Cosa potevo mai c'entrare io con le cucine? « Il vostro mabari sta seminando caos e Nan minaccia di andarsene » Nan era la cuoca del castello, spesso aveva ripetuto quella frase, che se ne sarebbe andata via, ma non l'aveva mai fatto. Forse perché quando ero bambina era stata la mia balia e non aveva la forza di lasciarmi sola, perché lei mi venerava praticamente. Sospirai e cambiai direzione rivolta ai corridoi occidentali del castello.
« Drawgnar sa apprezzare il buon cibo! » dissi a mo' di scusa per proteggere il mio segugio, ciò non cambiava il fatto che avesse sbagliato. Ovviamente Nan si sarebbe arrabbiata anche con me.
Quando arrivammo alle cucine non sembravano esserci gravi problemi, il mio segugio era seduto tranquillamente al nostro arrivo, appena mi vide saltello verso di me abbaiando a denti stretti, scodinzolava la coda feliccemente e solo allora notai che tra le fauci aveva qualcosa di grosso e nero, ne contai cinque, erano cinque topi orripilanti. Quasi mi misi ad urlare per lo schifo che quelle cose mi facevano, me li porse ai piedi e gli accarezzai il muso facendogli qualche moina. Nan fu chiaramente contraria al fatto che lodassi il mio mabari, in parte perché aveva anche spaventato i due servitori elfi che lavoravano con lei. Mi scusai comunque per il disagio e poi uscii insieme a Drawgnar e Roderick. Ripresi così a marciare per i corridoi per salire nella stanza di mio fratello Fergus dove ero sicura di trovarlo, ma il caso volle che io non ci arrivassi subito, perché il destino è cattivo, ormai l'ho imparato.
« Figlia mia, ma che bello vederti! Sir Gilmore... non avete mansioni da svolgere? » chiese mia madre non appena ci vide, i suoi occhi si posarono anche sul mio segugio. « Avete finalmente finito di tormentare Nan con Drawgnar? » magari fosse stata da sola! Purtroppo era in compagnia: insieme a lei c'era una raggiante donna con capelli lunghi fino alla vita e chiari, una donna che avevo avuto modo di vedere solo una volta. Lady Landra e suo figlio, Dairren, un giovanotto più grande di due anni rispetto a me, dai capelli ricci e ribelli, di un rossiccio sbiadito simile a una carota, gli occhi chiari e molto simili al caramello.
« Perdonatemi signora. Accompagnavo vostra figlia da suo fratello Fergus... » fece un inchino per ogni persona presente e poi dovette andarsene. Restai con il mio segugio.
Gli occhi degli altri tre puntati su di me, quelli di Dairren mi divoravano, come se avesse messo gli occhi su un piatto delizioso, un dolce. Non so cosa potesse pensare di me, probabilmente lo stesso che pensava Roderick o gli altri uomini del castello: io ero oggetto di desiderio, ma in quel momento ero certa che non l'avrei mai neanche sfiorato con un dito. « Drawgnar ha salvato la cucina dai topi. A meno che non avevate intenzione di servirli per cena... » commentai con sarcasmo facendo un inchino delizioso. I due nobili risero, in particolare notai quando Dairren fosse preso dalla battuta che era tutt'altro che fatta per spirito.
« Sempre impertinente... perdonate mia figlia; è un maschiaccio. Vi ricordate di Lady Landra e Dairren immagino? Saranno nostri ospiti nei prossimi giorni... finché la battaglia non sarà finita e la nostra famiglia non sarà riunita. Allora ufficializzeremo il fidanzamento »
« È bello rivedervi così solare e splendente, dolce Myalee » Dairren si avvicinò a me e dovetti porgergli la mano, si chinò appena scostando il suo mantello bianco e scintillante e prese la mia mano, le diede un bacio e sentii persino il suo succhiare orripilante della mia pelle. Cercai di non ritrarmi per il disgusto. « Sapete... speravo di poter parlare con voi più tardi... magari dopo cena! »
« Parlare di cosa? » dissi avvicinandomi a lui, lasciai che il vestito mi scivolasse con tranquillità mentre mi avvicinavo a lui, per quanto provassi ribrezzo per quel ragazzo, dovevo recitare la mia parte visto che con tutte le probabilità del mondo sarei stata sua moglie e avrei dovuto dargli dei figli! Il solo pensiero mi faceva pensare al suicidio: uno di quelli veloci e indolore, almeno tutto sarebbe finito.
« Non so... del nostro fidanzamento. Magari in camera vostra... con la tranquillità che la notte porta. Non è forse vero che le stelle portano consiglio? » rispose lui. Stavo per replicare, non ricordo esattamente cosa volessi dirgli, ricordo solo che sarei stata cattiva. Mia madre però mi interruppe prima che parlassi.
« La trovo un'idea splendida. Magari potreste già pensare di darci un'erede... » commento scherzando e tutti i presenti risero bellamente tranne me. No, per favore ammazzatemi! Non posso ancora accettarlo. Non quello, non farò sesso con lui prima del matrimonio. « Lady Landra non sarebbe bello? Magari tutto ciò permetterebbe di anticipare le nozze... »
Voglia di fuggire. Scappare via con quel Custode, anche in pasto a un drago, ovunque, non sarei potuta rimanere in quel castello. Avrebbero soffocato qualunque mio pensiero o idea, inoltre già parlare di figli... io non ero pronta per avere dei figli! Il mio spirito materno stava sotto le scarpe che indossavo. Mi limitai a tacere mentre Dairren si metteva d'accordo con una me immaginaria, nella sua mente avremmo non solo parlato, ma mi sarei dovuta concedere a lui e lo capii della frase: “Sapete mi piacciono molto i libri che parlano dell'amor profano, li trovo stimolanti; potremmo commentarne qualcuno insieme?”... ma quale idiota potrebbe mai dire ad una ragazza una frase del genere!? Sarebbe stato meglio se mi avesse detto chiaramente le sue intenzioni. Chissà, magari si sarebbe aspettato che fossi anche vergine, non potevo e non volevo sapere cosa passasse per la sua mente. Corsi quindi verso la camera di mio fratello, pregando che quella notte che arrivasse mai e che qualcosa sarebbe dovuto accadere per impedirlo. Se ci penso mi mordo ancora le unghia a sangue, sono stata una stupida a pensarlo, ma il destino è a noi avverso e non mi stancherò mai di ripeterlo a me e agli altri, o almeno la maggior parte delle volte mi è stato avverso. Quando entrai nella stanza di mio fratello, l'ambiente era strano: c'era lui, bello e alto, così simile a me e non solo per il viso o per i capelli o la forma degli occhi, Fergus era praticamente una Myalee al maschile, io ero il suo specchio perfetto e lo riflettevo. Stava salutando la dolce e apprensiva Oriana e il figlio, Oren. Mio nipote vedeva il mio mondo con innocenza, non capiva ancora come andasse il mondo vista la giovanissima età. A lui sarebbe toccato il regno di Altura Perenne dopo mio fratello. Mi avvicinai a loro dimenticandomi dei miei problemi. Fergus mi notò subito nella stanza e si separò dai familiari per venirmi contro.
« Ecco la mia amata sorellina. Fai attenzione al castello e a nostra madre, per favore... » mi disse, non sapevo cosa dire, volevo parlargli di Dairren, di ciò che si aspettava da parte mia. Ma alla fine rimasi in silenzio e sorrisi.
« Non preoccuparti. E poi tornerai presto ad Altura Perenne... uccidine qualcuno anche da parte mia mi raccomando! » che potevo dirgli? La mia mente era preoccupata a ben altro, si avvicinò e mi abbracciò, una stretta forte che mi sollevò il morale, oltre Roderick, era l'unico a riuscire a farmi sentire come se fossi aggrappata ad una roccia e fossi sospesa su un precipizio.
« Non pensare a Dairren. E poi farò in modo che lui ti segua quando ti sposerai... » il mio dolce fratellone... voleva sempre proteggermi, sempre disposto a coprirmi. Lo ringraziai e dovetti dirgli della possibilità che gli sarebbe stata offerta dal Custode. « Non preoccuparti ti ho già detto! » mi ripeté, appena in tempo prima che i nostri genitori entrassero in camera per dirgli addio, in fondo non era neanche un vero addio... o almeno questo era quello che pensavo in quel momento.

***

Fumo. Urla. Rumori di spade. Questi suoni popolavano i miei sogni, poi un rumore vicino di qualcosa che andava in frantumi, ancora urla disperate e fu allora che balzai in piedi con il cuore in gola, qualcuno accanto a me si destò, mi resi conto che alla fine era successo: avevo dovuto sorbire la tortura di andare a letto con Dairren. Si alzò e sfuggì dalle coperte di seta del mio letto senza preoccuparsi di mostrarmi le sue nudità, mi guardò preoccupato ma io ero ancora scossa e fissavo il vuoto. Ripensai in pochi istanti a quelle ultime ore: a quando Dairren era venuto in camera mia con il solo intento di parlare, le sue mani sulla mia vestaglia che scendevano verso il basso, il suo corpo nudo e freddo contro il mio che andava in fiamme per la disperazione, mi gettava sul letto e lui si gettava addosso a me, il suo fiato fastidioso che sfiorava la mia pelle quasi come se la sfregassi contro una roccia, le lacrime che mi scorrevano per gli occhi, non perché mi facesse male (anche se era piuttosto impacciato), quanto per il tradimento che stavo compiendo, mi immaginavo il volto di Roderick che mi fissava durante tutto l'atto. Alla fine avevamo però concordato che era meglio evitare di rischiare di avere figli in quel momento, parve contrario visto che ciò significava non poter giostrare la cosa a suo piacimento; restammo a letto e lui si addormentò quasi subito per la stanchezza, io lo seguii cercando di non far rumore con i singhiozzi. Lo sbalzo alla realtà fu drastico: la porta di spalancò e una guardia entrò con una spada sguainata, vidi la lama fuoriuscire dalla schiena di Dairren e il sangue che bagnava il pavimento, il ragazzo fu scaraventato via con forza mentre il pavimento si riempiva di un lago di sangue.
Ebbi subito la prontezza di agire: mi mossi velocemente verso la rastrelliera con la mia spada, la estrassi dal suo fodero e presi lo scudo tondo che stava accanto ad essa; non mi importava nulla di essere nuda e combattere, vidi che un'altra guardia raggiunse quella già presente, non venivano solo per Dairren, cercavano me! Mi spostai contro di loro e mi difesi con lo scudo da una freccia, caricai la guardia con la spada e la feci scontrare contro il muro, lo disarmai con un colpo di scudo e poi cominciai ad infierire sul suo corpo con la mia fedele spada. Ero già pronta per l'altro combattimento ma fui piacevolmente sorpresa nel vedere Drawgnar che strappava letteralmente la faccia dell'arciere. Il segugio mi raggiunse e mi chiusi in camera. Fare mente locale era la priorità, un attacco al castello ovvio, Dairren morto con il suo sangue che bagnava il mio pavimento, i suoi occhi spalancati per l'orrore. Potrà sembrare orrendo... ma ero felice di essermi liberata di lui, avevo ritrovato la mia felicità e non sapevo chi ringraziare. Ringraziare... quel termine era stupido, il nostro castello era sotto attacco e non mi era stato fatto un favore! Misi gli indumenti intimi e poi indossai la mia armatura leggera: la corazza, gli stivali e i guanti. Sistemai poi la spada e lo scudo e uscii dalla stanza.
Gettai quasi un urlo appena vidi una nuova figura davanti a me, quella figura armata era una donna e indossava un arco nella schiena. Fu solo vedendo i suoi capelli argentei e i suoi occhi chiari come i miei che riconobbi mia madre. « Myalee! Sei salva meno male... »
« Madre che succede? Quegli uomini hanno ucciso Dairren e hanno... » non mi lasciò tempo per parlare, mi interruppe e mi spiegò tutto.
« Hai visto i loro scudi? Si tratta degli uomini di Howe, quel bastardo ci ha traditi e attaccati ora che il nostro esercito è lontano. Dobbiamo andare via, c'è un passaggio nelle cucine. Spero che tuo padre si sia diretto lì... » i suoi occhi si tinsero di lacrime e divennero rossi come il fuoco. « Hanno ucciso Oriana e Oren... che quel demonio bruci all'inferno! » ed ecco che fui sbalzata realmente nella realtà: non poteva essere vero. Era un incubo; doveva esserlo, non poteva essere reale la morte di mia cognata e mio nipote, era tutto un'elaborato scherzo della mia mente, uno scherzo malato nato dal desiderio di fuggire via da Dairren.
Mia madre era sconvolta, aveva visto la morte del nipote e ciò l'aveva distrutta, ma nulla sarebbe potuto essere confrontabile con il fatto che io avessi perso il mio “amato” Dairren. Lei scomparì un attimo in una stanza, le vidi estrarre una chiave ed entrare nella porta, uscì dalla stanza con una lunghissima spada robusta e dal fodero diamantato e uno scudo bellissimo e più grande del mio con un bellissimo disegno, due ali azzurre e piumate, il simbolo dei Cousland. Me li affido tra le mani e mi spinse via da quel corridoio lasciando le mie precedenti armi a terra, sfuggimmo più volte alla morte durante il nostro percorso: dovevamo arrivare alle cucine dove era presente un passaggio segreto che ci avrebbe fatte fuggire, dovevamo prima trovare nostro padre che ancora era al castello. Ci trovammo a combattere contro alcun guardie che immaginai fossero riusciti ad entrare da qualche parte; non mi sarei aspettata di vedere mia madre combattere, era molto brava e immagino che le mie doti da guerriera non siano solo derivate dall'allenamento di mio padre.
« Madre... quand'è che avete imparato a combattere così? » chiesi mentre correvamo attraverso i corridoi del castello, era ormai chiaro che le guardie di Howe erano penetrati nel castello ma in minima parte, la maggior parte dei traditori doveva essere bloccata al salone principale, andammo lì solo per vedere se c'era mio padre, nel frattempo ebbi modo di usare la spada donatami da mia madre e lo scudo.
« Anni e anni fa. Mica ti aspettavi che non sapessi i fondamenti del combattimento? Tu piuttosto... » rifletté pochi istanti. « Mi raccomando Myalee: impugna con orgoglio la nostra spada e lo scudo dei Cousland! » la vidi pensierosa, il modo stesso in cui aveva parlato era strano, come se fosse una di quelle frasi d'addio.
Il salone era tranquillo, silenzioso e c'erano alcuni cadaveri per terra, la maggior parte di loro erano guardie di Howe che riconobbi dai loro scudi e dal loro fregio, cercai qualunque indizio che mi mostrasse che mio padre era vivo, poi pensai subito a Roderick, allora lo vidi: era in piedi e mi dava le spalle insieme ad alcune guardie dall'altro lato del salone, tenevano ferma la porta a cui arrivavano scosse, stavano cercando di abbatterla. Avrei dovuto combattere insieme a loro ma le cose non andarono come mi aspettavo, stavo per avvicinarmi a Roderick, mia madre però mi trascino via e fu aiutata dalle guardie. L'ultima cosa che vidi del salone furono solo le guardie e Roderick che continuava a darmi le spalle nonostante lo chiamassi. Ed ecco che tutto era infine venuto a galla ma mia madre non disse nulla. Ci dirigemmo verso le cucine in silenzio e con una scorta di guardie molto limitata, quattro guardie che furono poi separate da noi da altre guardie di Howe, infine ci chiudemmo dentro le cucine e avanzammo verso la dispensa dove trovammo due uomini.
« Bryce! » urlò mia madre vedendo con orrore il suo corpo insanguinato, la sua spada messa di lato, la pelle bianca per l'eccesso di sangue perso, il respiro affannato. « Creatore ti prego salvaci! » chiese pietosamente. L'altro uomo era il Custode Grigio di nome Duncan, continuava a fissare i miei genitori che piangevano insieme per l'orrore commesso da Howe, dentro di me ribollivo di rabbia.
« Dovete andare via... io non ho più forze. Vi rallenterei e morirei prima di riuscire ad uscire dal castello. Per favore... salvatevi voi; Duncan amico mio, potrai aiutare le mie donne a salvarsi? » vidi i suoi occhi balenare su di me e capii subito ciò che stava per chiedere, ciò che avrebbe voluto chiedere in tutta la giornata ma che non si era permesso a fare visto che avrebbe dovuto invocare il Diritto di Costrizione.
« Lo farò. Ma in cambio voglio che vostra figlia si arruoli nei Custodi Grigi! » usò queste parole con durezza, era come se per lui fosse una richiesta normale, come il castello non fosse neanche nelle condizioni dell'assalto.
« Va bene lo farò! » dissi prima che mio padre potesse rispondere, ormai non importava cosa dicesse, lui sarebbe morto e già il mio cuore piangeva. « Ora dobbiamo andare via, madre... » solo in quell'istante mi resi conto del nodo che mi si era formato alla gola, appena cercavo di parlare mi doleva.
« Io resto qui; il mio posto è con mio marito. In vita e in morte... vi farò prendere del tempo! » mi rispose lei, fu allora che tutto finì: la magia che avevo vissuto in quei venti anni, abbattuta proprio come la porta principale del salone.
« Hanno sfondato la porta. Dobbiamo andare via! » disse Duncan avvicinandosi a me velocemente, il mondo mi crollò addosso e cominciai a urlare ai miei genitori che non li avrei lasciati, che volevo loro bene, cercai di gettarmi addosso a loro ma fui bloccata dalle braccia forti del Custode, fui spinta via contro una porta nascosta da un'enorme scaffale.
L'ultimo ricordo che ho del castello è proprio quello: i miei genitori vicini in un lago di sangue, mio padre che aspettava la morte e mia madre che lo accompagnava come fosse una traghettatrice, pronta ad accogliere la morte anche lei. Ricordo le ultime parole di mio padre prima che scomparissi nel passaggio segreto. « Siamo fieri di te, Myalee. Sappiamo che vivrai una vita lunga e che lascerai il segno in tutto il Thedas! » non potevo comprendere la verità di quelle parole, solo poco tempo dopo avrei capito cosa il mondo si sarebbe aspettato da me, non solo perché sarei diventata un Custode Grigio. Ma perché mi sarei trovata a combattere la Prole Oscura nel Ferelden.










Angolo Autore:
Eccomi a voi come un umile servo che posto un altro capitolo della mia ff. Non so se posto velocemente ma è un periodo in cui sono abbastanza preso e non vorrei che il periodo cessasse, meglio quindi che io vada veloce così da non lasciarvi amaro in bocca per capitoli futuri.

Voglio cominciare a dire un paio di cose: so che nel dialogo iniziale, Rendon Howe non parla del figlio Nathaniel ma di Thomas, ho preferito però farlo riferire al primo nome visto che ritengo sia un personaggio più conosciuto (per chi ha giocato il DLC-Awakening); essendo il mio PG una donna ho preferito eliminare Iona dalla scena, così come ho modificato alcuni dialoghi perché sarebbero stati uguali al gioco, noiosi e quindi inutili. Ho cercato di fare un minestrone con tutti. Per quanto riguarda la mia prima giocata... be' le origini sono molto lineari. All'epoca ci rimasi malissimo quando vidi il mio PG lasciare i suoi genitori, tuttavia ero felicissimo di entrare nei ranghi dei Custodi e inoltre avrei potuto parlare con Fergus. Da allora ho chiaramente odiato Howe (ovvio il motivo)! Che altro dire... le origini sono molto lineari e non c'è molto di cui discutere, ho quasi sempre agito con gentilezza verso le persone.

Chiudo l'Angolo ringraziando la carissima Alithea che mi ha recensito e che spero continui a farlo! Spero che molti altri commentino e siano rapiti dalla storia e che altri commentino i capitoli facendomi sapere come procede la storia. A presto con il prossimo capitolo!
  
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