Film > L'incantesimo del Lago
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Autore: Clara_Oswin    24/07/2014    2 recensioni
La storia è ambientata durante il percorso di crescita dei protagonisti, che vuole in qualche modo giustificare quell'innamoramento in maniera più graduale e non durante 6 secondi di clip.
TRAMA: Odette all'età di quindici anni viene a conoscenza del patto stipulato da suo padre Re Guglielmo e la regina Uberta e che per il bene dei loro regni dovrà sposare quel bambino smorfioso con cui è costretta a trascorrere tutte le estati. Poco a poco i due cambieranno il loro modo di vedersi e cresceranno insieme, non mancheranno i litigi e le incomprensioni e perché no... anche una terza figura che metterà alla prova il vero amore dei due con un triangolo d'amore per nulla scontato!
Spero di avervi incuriosito un pò ;)
AGGIUNTI NUOVI CAPITOLI COME ATTI .5 INTERMEDI
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek, Odette
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Insieme - Atto 16

Odette era rimasta sulla soglia della porta, osservando il lungo corridoio da cui avrebbe dovuto vedere arrivare Derek. Passarono i minuti e di lui nemmeno l’ombra.

- forse ho fatto una stupidaggine! - si portò le mani alla testa – potrebbero averlo effettivamente visto e catturato, io volevo solo dargli una possibilità… - sospirò fra sè e sè.

Una mano le si posò leggera sulla bocca, per trattenere un grido involontario, lentamente scivolarono all’indietro all’interno della stanza e poi chiusero la porta a chiave facendo scattare la serratura.

La sua bocca fu di nuovo libera,

- ho dovuto fare attenzione, sono aumentate le guardie nel castello -

Odette si girò e gli si strinse forte contro. Per tutto quel tempo non aveva desiderato altro, e dopo parecchi giorni in cui non si erano visti lei si era resa conto di quanto lui le mancasse.

L’abbracciò con una stretta forte quasi da far male, aveva temuto per la sua vita, aveva avuto paura che non avrebbe più avuto la possibilità di abbracciarlo, e tutto perché lei era stata così…stupida. Derek combatté con se stesso, una parte di lui voleva abbracciarla forte stringerla con la stessa intensità, ma l’altra parte era ancora arrabbiata e ferita e proprio quando decise di riabbracciarla lei sciolse il contatto e lui perse quella possibilità.

- è colpa mia, ho detto che c’era un intruso per fargli lasciare la guardia alla mia stanza. – si giustificò lei col fiato corto, si ritrovò esitante davanti a lui, fragile e insicura, Derek le sembrava freddo e distaccato e quell’abbraccio seppur partito con le buone intenzioni le sembrò meccanico e quasi innaturale; eppure qualche istante fa avrebbe potuto giurare di averlo visto felice.

Era malconcio e stanco si vedeva chiaramente e Odette si sentì in colpa nel vederlo così e a fare tutti quei pensieri egoistici sul perché o meno non l’avesse abbracciata.

- siediti, riposati un po’ mentre prendo qualcosa per medicarti le ferite - gli disse indicandogli lo scrittoio lì accanto.

Derek si sedette in silenzio ad aspettarla, era parecchio stanco aveva cavalcato tutta la notte, per non parlare della battaglia la sera prima e il lunghissimo viaggio che l’aveva condotto in molti paesini prima di ritrovare una sua traccia e rivederla. Come un cacciatore aveva seguito la scia di indizi seppur pochi che lasciava, fino ad averla ritrovata durante la notte dell’assedio.

La ragazza bionda ritornò dal bagno con una scodella piena di acqua calda e diverse fasce bianche, Derek non si era accorto che lei aveva indosso ancora le vesti da notte.

Abbassò lo sguardo vergognandosi poco prima di rimproverarla, in tanti anni che si conoscevano non l’aveva mai vista in quello stato. – Odette ma ti pareva il caso di aprirmi in queste condizioni?! -

La ragazza lo ignorò, inzuppò una benda nell’acqua calda e gli sollevò il viso, tamponandogli la guancia, portando i loro occhi sullo stesso livello. –Non è certo cambiandomi un vestito che si può giudicare quanto tu sia rispettoso nei miei confronti…-  lo fissò a lungo mentre con piccole carezze gli ripuliva il volto.

Il sangue incrostato iniziò a sciogliersi lasciando vedere i graffi, la benda bianca si tinse di rosso mentre il volto del ragazzo ritornava candido.

- sai che non è consono che un uomo veda una donna così prima del matrimonio. E potrei non essere io a portarti all’altare. - la guardò intensamente senza mostrare il minimo segno di cedimento, la ragazza percorse tutto il volto del castano fino ad averlo definitivamente medicato, abbassò quindi lo sguardo passando al suo braccio.

-  io vorrei fossi ancora tu. - disse a voce talmente bassa che Derek fu convinto di esserselo sognato.

Il ragazzo non le rispose, si limitava a guardarla in attesa che facesse o dicesse qualunque cosa che confermasse ciò che aveva appena udito.

- io… - iniziò lei con tutte le buone intenzioni di portare avanti un discorso, fece un grosso colossale errore, alzò lo sguardo su di lui, venendo travolta da due severi occhi blu che la fissavano come a volerla incatenare per sempre ai propri, che la guardavano con aria severa, per un attimo colse lo stesso sguardo di suo padre.  Il suo piano era miseramente naufragato, e adesso non aveva la minima idea di cosa dire.

- mi dispiace - disse solo stordita da quel contatto visivo poco prima di riabbassare il capo verso il pavimento, verso la sua salvezza.

Derek era confuso, lei era scappata aveva cercato il conforto di un altro ed ora? Ora diceva semplicemente un mi dispiace?

- non sarà un tuo mi dispiace a sistemare le cose… - le rispose duramente con il cuore martellante in petto.

Se prima aveva qualche dubbio nel vedere la sua esitazione nell’abbracciarla adesso le sue paure diventavano concretezze, ora che lei aveva capito quale strada intraprendere Derek non l’avrebbe più aspettata, e quelle sue dure parole la colpivano in pieno petto.

- ho fatto delle cose che non avrei dovuto fare… - iniziò a ripensare a tutto quello che le era successo in quelle ultime settimane, cercando di rimediare in qualche modo con le parole.

- scappare via in quel modo, cacciarmi in un guaio dopo l’altro, ma forse queste sono le cose minori; - come un flashback le vennero in mente tutte le azioni che l’avevano portata ad essere lì, davanti a lui adesso. Quest’esperienza le era servita molto più che dello studio sui libri, aveva avuto modo di maturare quanto le sue scelte influenzassero il corso degli eventi attorno a lei, e per la prima volta si rese conto dell’importanza del compito cui la sua nascita l’aveva destinata. Era una principessa, un punto di riferimento per tutti, un esempio da seguire, la sua parola era legge, scappare via e fuggire dalle responsabilità aveva messo solo in cattiva luce il suo disprezzo verso quel fardello che invece avrebbe dovuto portare con onore.

Teneva lo sguardo basso e con esso anche la voce, i capelli biondi le coprivano il viso.

-  aver perso la fiducia del mio popolo… aver perso la tua e averti spezzato il cuore, sono queste le cose per cui ti chiedo scusa. - sussultò arrivata alla fine.

Derek l’osservava accuratamente, durante tutto il viaggio non vedeva l’ora di rivederla, di poterle parlare e nella parte più nascosta di se, stringerla forte fra le sue braccia e baciarla. Com’era ironico il destino, una volta ritrovatasela davanti era stato incapace di muovere un solo dito, forse era convinto di vivere in un sogno e di potersi risvegliare da un momento all’altro nel suo letto, a palazzo, e scoprire che Odette non c’era.

- sei così sicura di avermi spezzato il cuore? - Quelle parole gli uscirono così spontaneamente che una volta resosi conto di ciò che aveva detto se ne pentì amaramente.

Odette alzò di scatto il volto, e solo allora Derek potè vedere che i suoi occhi azzurri erano divenuti umidi, lei stava piangendo e probabilmente a causa delle sue parole.

- ma…?-  Odette ripensò alle parole di Bromley a come l’aveva descritto, non era possibile che mentisse, le era sembrato davvero preoccupato.

- dopotutto, sono solo affari giusto…? – continuò lui

- …solo affari? - Odette abbandonò la benda nella tinozza d’acqua, sconvolta si alzò avvicinandosi alla finestra, portandosi le braccia al petto - non sono solo affari Derek, non lo sono mai stati!-  gli disse quasi urlando.

– io ho sbagliato e me ne rendo conto, quindi capirò perfettamente se tu vorrai definitivamente chiudere i nostri rapporti, ma non sono mai stati solo affari!-  strinse la mano sul cuore, mancava qualcosa ma non sapeva bene cosa…

Un altro flashback la colse d’improvviso, il ciondolo che portava sempre al collo donatole da Derek per il suo primo compleanno, il ciondolo raffigurante un cigno simbolo d’eleganza e onore era rimasto a palazzo, lì dove l’aveva volutamente abbandonato prima di partire, gettandolo nel cestino. Scossa dal pensiero di non avere più con se quel pegno d’amore con riluttanza dopo alcune incertezze gli si avvicinò nuovamente, e ricominciò a medicargli il braccio avvolgendogli la mano in quel silenzio diventato ormai troppo pesante persino per lei.

- mi ferisce pensare che per te lo siano stati …-  disse tentando di controllare le sue emozioni.

- affari e sentimenti non vanno sempre d’accordo… -

Odette sollevò il viso guardandolo sconvolta, erano le stesse parole che aveva detto quel re che la teneva rinchiusa lì, Derek sarebbe diventato come lui o forse lo era già?

- come puoi dire questo !-  strinse la benda pulita con cui avrebbe dovuto medicargli l’altro braccio.

- tutti hanno dei problemi, e se ci si ama si può risolvere qualunque cosa! - fece una pausa e poi si sedette sul tappeto portandosi una mano fra i capelli. – ma forse questa è solo una mia idea. Forse tu la pensi in modo diverso, beh se è davvero così ti devo fare i miei complimenti perché ci ho creduto davvero, questo è stato il tuo miglior scherzo Derek. Farmi innamorare di te. –

Derek si alzò dalla sedia e si avvicinò alla finestra, massaggiandosi la mano da poco medicata. –i sentimenti sono un grosso guaio… grosso davvero; senza di essi probabilmente si vivrebbe meglio – bisbigliò tra sè e sè

- o non si vivrebbe affatto…- completò lei.

Derek si girò per guardarla, era ancora più bella di quel che ricordasse, e cosa ancora più importante aveva detto di essersi innamorata di lui. Certo, aveva anche aggiunto che pensava fosse tutto un ennesimo scherzo, un gioco, ma lui l’avrebbe fatta ricredere, le avrebbe dimostrato che questa volta faceva sul serio.

- Credi ancora che tutto questo sia un gioco per me? – cercò i suoi occhi e li trovò, da quel momento sarebbe stata sua prigioniera, non l’avrebbe lasciata andare fino a che non avesse finito. - Tu non puoi immaginare neanche lontanamente quello che ho passato, e sto passando tutt’ora! - disse quasi giustificando le sue precedenti parole.

- e tutto per causa tua. -  le disse in tono rassegnato.

Odette si sentì morire in quel momento, lui potè vedere il suo sguardo mutare espressione, se lei non fosse stata già sul pavimento sarebbe caduta di certo. Non si sarebbe mai aspettata di sentirselo dire così di schietto in faccia.

- Sei scappata via, con un altro. Ed io non ho saputo più nulla di te. Improvvisamente da un giorno all’altro te ne sei andata, e l’unica cosa che sapevo era che la mia vita non era più la stessa senza di te, era come se fossi stato svuotato di una parte di me. -  strinse un pugno lungo i fianchi, ricordare quel periodo buio fu veramente dura per lui.

- come credi mi sia sentito sapendo che sei fuggita con un altro uomo? -  le dita gli si conficcarono nei palmi strette in una morsa sempre più dura. – sapendo che io non ti bastavo – fu troppo anche per lui, dirle quelle cose non abbandonando il suo sguardo fu quanto di più difficile avesse mai fatto. Abbassò il volto tentando di calmarsi. Nelle ultime settimane si era tormentato con miliardi di pensieri, ma specialmente quell’ultimo era quello che lo faceva stare più male.

Odette si alzò incespicando nei propri passi, si avvicinò lentamente con le lacrime agli occhi. – Derek – gli sfiorò la mano, aveva paura e quasi tremava al solo pensiero di sfiorarlo, - non c’è mai stato nessun altro – si fece coraggio e gli prese la mano, era calda e poteva sentire il suo sangue pulsare. – Non posso rinnegare di essere scappata, ma non voglio che ci siano altre incomprensioni tra di noi, voglio avere almeno l’opportunità di spiegarti, la decisione dopo spetterà solo a te, -

Con lo sguardo indicò la porta – una volta varcata quella soglia non ci legherà più niente, e così come sei arrivato, potrai tornare indietro… magari dicendo di non avermi trovata. -

Derek la guardò attentamente, Odette si sentì scrutare fino al profondo dell’anima.

- Risponderò a qualunque cosa tu vorrai - disse lei lasciandogli andare la mano ancora stretta in un pugno.

Derek avrebbe voluto tempestarla di domande, ma avrebbe solo peggiorato le cose, si limitò a fare la domanda da cui avevano origine tutti gli altri eventi.

- tu lo ami? -  

- mi aspettavo che chiedessi il motivo per cui fossi scappata… - rispose imbarazzata lei.

-  se lo ami, la domanda sul perché sei scappata è inutile, non credi? - le disse seriamente

- si hai ragione…-  asserì lei

- quindi lo ami?-

-  No Derek, te lo ripeterò quante volte vorrai sentirlo, mai io non amo Roran. Non sono fuggita via con lui. Sono scappata da sola, la mattina della partenza – gli disse stringendosi nelle spalle asciugandosi le lacrime in vano, ne ebbe solo la percezione, ma le sembrò di vedere tirare a Derek un sospiro di sollievo.

- allora perché sei scappata? Credevo fossi fuggita con lui. – il suo pugno lentamente si sciolse, il sangue tornò a circolare nelle nocche diventate bianche – Credevo…- prese un respiro – che tu ne fossi innamorata –

- io…ero confusa e spaventata. Avevo fatto una cosa terribile. –

Il ragazzo la guardò, quello che lei le stava raccontando era del tutto diverso da quello che lui si era immaginato.

-Avevo tentato di rompere il nostro fidanzamento ma come conseguenza mio padre aveva deciso che non ci saremmo più rivisiti sino a quel giorno. Non volevo che le cose andassero in quel modo… avrei voluto solo le tue scuse ma poi è andato tutto storto e quindi sono scappata. –

-certo… un ragionamento logico indubbiamente. – la guardò confuso Derek.

- Derek io ero offesa a morte con te, -  lo guardò lei onde evitare equivoci.

- con me…?! Se solo mi avessi lasciato il tempo di parlarti… volevo chiederti scusa per aver detto quelle cose e volevo spiegarti la situazione per cui tu te l’eri presa tanto con Bromley e me senza motivo, ma poi scopro che sei scappata e che casualmente anche uno dei nostri stallieri con cui tu hai avuto un avventura ha deciso di andarsene.-

- avventura!? – quasi gli urlò - Ti avevo detto che non era successo niente! - gridò arrabbiata lei.

- infatti certo… perché oggi giorno si va in giro baciando tutti !-  ironizzò lui poco prima di vedere Odette avvampare.

- tu… - il suo tono di voce si abbassò – sei uno stupido. –

Derek tacque, la guardava tremare in attesa che continuasse.

Odette si avvicinò al letto e si sedette, poi con un fazzoletto si asciugò gli occhi e decise di raccontargli cosa fosse avvenuto quella sera di un tempo che le sembrava molto lontano ormai.

- Ero tornata nelle stalle al castello, ero zuppa d’acqua e non potevo certo passare per la porta principale perché tutti mi avrebbero vista. Stavo piangendo perché ancora una volta mi avevi presa in giro. Era stato tutto perfetto fino a quando Bromley non aveva parlato e allora io avevo capito tutto. – Derek si avvicinò e si mise davanti a lei.

- non avevi capito proprio niente. – le disse invece. – avevo organizzato tutto è vero, ma non per prenderti in giro o baciarti. Quello non l’avevo affatto programmato. Volevo dichiararmi a te.

La bionda perse il respiro, non aveva mai pensato a una cosa del genere, eppure Derek era proprio davanti a lei e tutto quello era davvero reale.

Il ragazzo le scostò una ciocca di capelli dal viso e la accompagnò dietro l’orecchio.

- Quando quella sera sei scappata via da me… durante il temporale… non sai quanto ti ho cercato. – Odette guardò i suoi occhi, sembravano zaffiri liquidi.

- ero solo inciampata in un gradino mentre lui mi riaccompagnava nelle mie stanze, era buio e gli sono finita addosso, ma non è successo altro.  – si sentì in dovere di continuare - Anche se lui può aver detto in quel modo, ai miei occhi quello non è stato un bacio. -  le sue gote si tinsero di rosso, poi approfondì – non come quello che c’era stato tra di noi. -

Il suo tono era basso e addolorato, ricordava bene quanto era stata male quel giorno, quanto aveva sofferto per lui.

- potevamo parlarne prima, non c’era bisogno di scappare…-  concluse lui.

- è proprio questo il problema. Noi non parliamo, le cose ci vengono imposte da altri, noi non prendiamo mai nessuna decisione, scappando volevo avere l’opportunità di scegliere; tornare a casa mia e non vederti fino al matrimonio non avrebbe risolto le cose. -  si alzò in piedi lei.

- perché invece scappare e cacciarsi in un guaio dopo l’altro le ha risolte le cose, vero..? - Quella conversazione non stava portando proprio a niente, Derek era riuscito a scoprire finalmente che nonostante lei fosse fuggita da palazzo e mandato a monte il fidanzamento non amava un altro e ciò gli alleggerì notevolmente il cuore da quel macigno che gli si era insinuato dentro chiamatosi Dubbio.

- Derek, siamo solo due ragazzi… - Parlò la giovane con tono più dimesso come a volersi giustificare in parte per tutto quello che aveva fatto.

- Odette dimentichi che abbiamo dei doveri - La riportò con i piedi per terra lui.

- abbiamo un regno da governare, e non abbiamo spazio per incertezze o dubbi!-  rimbeccò.

- ma non sarebbe splendido poter scegliere? - i suoi occhi luccicavano, mai parole di Derek erano più vere, loro avevano dei doveri, ma anche avere dei sogni faceva parte dei doveri verso loro stessi.

Il ragazzo non parlava, non poteva controbattere, sarebbe stato bellissimo poter scegliere ma … -  non pensiamo a quello che non possiamo avere…-  riuscì solo a dirle.

-  a me le cose stavano bene anche in quel modo…-  continuò lui

- lasciando gli altri a decidere chi dobbiamo sposare?! - gridò lei.

-  si!! A me andava bene sposarti! -

Odette sollevò lo sguardo basita.

-  perché mi sono innamorato di te, stupida! - le gridò al limite dell’esasperazione, quanto poteva essere tonta quella biondina davanti a lui!

- come puoi non averlo capito!? Sarei ancora qui se non fosse che ti amo?! - si scompigliò nervosamente i capelli, adesso il dado era tratto, lui aveva fatto la sua mossa, quale sarebbe stata la sua?

 mi sono innamorato di te” queste parole le rimbombavano in testa, era a conoscenza dei sentimenti di Derek, in un modo o nell’altro aveva capito di non essergli del tutto indifferente o comunque, il rapporto che li legava non era sancito solo dagli affari; ma aveva usato il presente, non le aveva detto io mi ero innamorato  ma aveva detto mi sono innamorato questo stava a significare che l’amava nonostante tutto. L’ennesima conferma le giunse con la sua ultima frase che le ribadiva che lui era lì solo perché l’amava.

- Non si può smettere di amare qualcuno solo perché l’altro non ricambia o ha cambiato idea. È un dato di fatto e basta. Non so come né quando ma è successo anche a me. -  alzò le spalle lui.

- non si sceglie di amare… capita e basta -

Come se avesse intuito i suoi pensieri Derek le aveva risposto in maniera esaustiva, ma ancora non poteva crederci, le sembrava impossibile.

-  se tu mi vuoi ancora, sono qui. - le disse accennando un sorriso.

- ma non perché la nostra unione avrà dei vantaggi politici o altro, ma semplicemente perché mi ami. - sorrise, forse un sorriso amaro, in tutto quel tempo era cresciuto, la solitudine l’aveva fatto maturare e riflettere su quello che era giusto fare e quello che si doveva fare.

- Non sono venuto a cercarti perché tu fossi una principessa o per doveri politici o altro. Sono venuto a cercarti perché ti amo e anche se mi ci è voluto un po’ di tempo ho capito che nonostante ti amassi non ti potevo lasciare libera così come avevo creduto all’inizio. – fece un passo verso di lei. – lo so, penserai che sono un egoista ma… -

Odette non pensava affatto che lui fosse egoista. Era così felice che lui fosse lì.

- Se tu non mi vorrai, ti aiuterò io stesso a scappare, a ricominciare una nuova vita in un altro posto se è questo che desideri, poi uscirò per sempre dalla tua vita. – un altro passo verso di lei e adesso si ritrovarono alla distanza di un respiro.

- ma se così non dovesse essere, prendi la tua decisione in base a quello che senti e non perché gli affari ce lo impongono. -

“Amare voleva anche saper dire lasciare andare qualcuno, adesso lo sapeva anche lui, ma non l’avrebbe lasciata andare senza prima combattere per lei, senza tentare il tutto per tutto. E per quanto gli costasse prometterle di aiutarla ad allontanarsi il più possibile dal suo regno, sapeva che se lei lo desiderava lui non doveva esserle d’intralcio anzi l’avrebbe sostenuta…”

- ma quindi tu mi ami ancora…?-  Odette era senza parole. Lo amava, era certa dei suoi sentimenti, ma non poteva credere che dopo tutto quello che fosse successo anche lui teneva ancora a lei.

- cosa vorresti dire con ancora? - le sorrise lui scherzoso, da quando aveva sentito dalla bocca di Odette pronunciare le parole che dichiaravano il suo non coinvolgimento sentimentale con Roran si sentiva meglio, più leggero, come se finalmente il fardello che si portava d’appresso da tempo si fosse sciolto come neve al sole.

 – non ho mai smesso- Le disse serio.

Odette si portò una mano sulle labbra commossa e stupefatta allo stesso tempo, avrebbe volentieri pianto di gioia, si portò il volto tra le mani per nascondersi, stava effettivamente piangendo come una bambina.

- c…che hai? - le chiese preoccupato il ragazzo dagli occhi blu vedendola singhiozzare.

- nulla... - disse lei – solo che ti tirerei volentieri un pugno! – gli disse tra i singhiozzi. – se solo mi avessi fermata quel giorno… se solo mi avessi detto queste cose… - Odette alzò lo sguardo. – Io non sarei mai scappata. -

Derek le posò una mano sulla guancia asciugandole con il pollice qualche lacrima che ancora scendeva – mi dispiace, sono un po’ in ritardo. -

La guardò con occhi speranzosi –… non dovresti dirmi qualcosa? – l’esortò lui.

– vuoi ancora sposarmi? - chiese titubante lei.

- lo stai chiedendo alla persona sbagliata. – le sorrise con il cuore colmo di gioia.

- Derek-  Odette si avvicinò poggiando lentamente le sue mani sul suo ampio torace. Il ragazzo la guardava con l’irresistibile voglia di poter toccare ancora le sue labbra, doveva attendere che lei finisse di parlare o almeno provarci.

- io ti am…-  le sue labbra non finirono di proferir parola che vennero sigillate da quelle di lui. Derek non era riuscito a fermarsi, era troppo felice e inoltre aveva troppa voglia di sentirla ancora sulla sua pelle, di farla sua, di inebriarsi del suo sapore e perdere i suoi confini in quelli di lei. L’abbracciò e la strinse forse a sé, l’aveva desiderata per così tanto che avrebbe voluto recuperare tutto il tempo in cui non aveva potuto sentirla sulla sua bocca con un unico bacio. Lei lo amava e lui amava lei. Il resto non contava.

I confini del tempo e dello spazio si dilatarono, i due ragazzi non sentivano altro che le loro labbra le loro braccia e i loro corpi intrecciati, emozioni così forti che nessuno dei due aveva provato, così forte da lasciarli storditi dalla felicità.

Quando il respiro iniziò a mancare dovettero separarsi, mai quella separazione gli sembrò così sbagliata.

Odette stava riprendendo fiato mentre si reggeva ancora a Derek, se lui l’avesse lasciata andare era sicura che le gambe non l’avrebbero sorretta. Il cuore le martellava in petto, sentiva il sangue scorrere in ogni parte del suo corpo, sulle labbra sentiva ancora il suo sapore. A pochi centimetri dalle sue labbra gli bisbigliò un rimprovero

– cosa credevi volessi dirti? -

Sulle labbra di Derek spuntò un sorriso, Odette era lì tra le sue braccia, ed era quello il suo posto, – che mi ami – dopodiché si chinò ancora sulle sua labbra e le rubò un baciò leggero.

- non lo saprai mai… magari era ti am-miro, o Ti am-mazzo-  lo guardò con aria scherzosa lei ancora provata dalle turbolente emozioni provate poco prima.

Derek la guardò titubante – ne dubito fortemente – le accarezzò una guancia e si beò di quel contatto.

Nessuno, ne era certo, avrebbe amato Odette più di lui.  

Le scostò una ciocca di capelli dall’orecchio e le sussurrò suadente – non sei brava a mentire -

Odette avvampò, risollevò lo sguardo per inchiodarsi agli occhi di lui che come mai erano stati fissi su di lei. Si avvicinò al suo volto alzandosi con le punte dei piedi, adesso si trovava ad un respiro da lui, lo poteva sentire respirare e da quell’angolazione vedeva meglio anche le sue labbra. - Forse non con te -  

E le loro labbra si unirono in un altro bacio, Odette aveva incrociato le braccia dietro la testa di lui, Derek la teneva saldamente per la vita, deciso più che mai a prolungare quel momento il più possibile.

Ad un tratto si udì bussare alla porta – Principessa Odette, Aprite presto! - gridavano le guardie da dietro la pesante porta di legno chiusa a chiave.

Subito quel dolce contatto si ruppe, e sul volto di Odette fece largo un sentimento di terrore. – presto, ti devi nascondere! - gli disse a bassa voce,

Derek si avvicinò all’armadio – no qui sarà il primo posto dove guarderanno! - Odette gli fece cenno di andare sotto il letto ma Derek scosse in capo con veemenza.

- Sono in veste da camera, non posso aprire - gridò lei avvicinandosi alla porta.

- è stato visto uno sconosciuto entrare in questa camera, dobbiamo perquisirla. - detto questo la serratura scattò.

  
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