Ciao carissimi! Anche oggi ho poco tempo quindi sarò sbrigativa ^^
Nion: Mi fa piacere rivederdi e mi rende ancora più felice sapere che la storia continui a piacerti ^^ mi leggi amche questo capitolo? Thanks Un bacio
Vegeta4ever: Spero che il pc ricominci ad andare sennò ti mando Freezer che risistema un po' tutto a modo suo ... XD ... Un bacione pazza! ^^ ps:grazie per il regalo :*
Pepesale: Su Gohan hai perfettamente ragione anche se ti sei motivata alla grande, e anche io ^^ Spero che anche questo capitolo ti piaccia! Un bacio e grazie per il bel dono :*
Angelo Azzurro: Non esageriamo con Vegeta e Goku, mi raccomando U.U ... Per Trunks invece possiamo tranquillamente dire che come insegnate è troppo buono ^^ Mi fa piacere che ti piaccia come scrivo (che brutto gioca di parole =_=) dimmi se anche questo chappy te gusta se hai tempo e voglia. Un bacio
Rory_Kaulitz: Le risposte su Light le avrai in questo capitolo ... Grazie per i complimenti, sei troppo buona ^^ Beso
folg_89: Mi impegno per fare in modo che il tutto assomigli al Toriyama style e sono lieta che tutti i pezzi per il mmomento combacino a dovere. Dimmi se anche questo capitolo ti piace ^^ Beso
stellina86: Spero che la voglia di leggere ce ne sia ancora perché la storia è tutt'altro che agli sgoccioli (anche se siamo entrati nella seconda e ultima parte). Fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo e grazie per gli auguri! Bacio
Premetto che questo capitolo non è lunghissimo (anzi) ma con il compleanno e il resto non avevo mola voglia di scrivere se devo essere sincera ... In ogni caso perso che il risultato sia abbastanza buono.
Io vi saluto, a presto/lunedì ^^
Un bacio a tutti
scImMIA
CAPITOLO 71
- IL PRIMO VERO AMICO -
Dopo la innocente domanda della figlia di Mister Satan, Videl,
posta al mio amico Gohan nessuno proferì parola poiché ciascuno
troppo interessato all'argomento in corso. Peccato che anche il figlio di
Goku non sapesse che dire e il suo silenzio duraturo, di all'incirca tre minuti
se non ricordo male, fece innervosire la ragazza vestita con quella maglietta
bianca e quei pantaloncini neri:
« Insomma Gohan! Ti decidi?! Vieni o no al torneo? » sbraitò
la moretta in direzione del sayan non temendo, e conoscendo, i reali poteri
del mio amico compagno di razza anche se Gohan, proprio come me e Goten, si
discostava parecchio dall'atteggiamento standard di un Vero sayan: il giovane
alzò appena le mani in direzione di lei come per tenerla a distanza
e parlò titubante mentre una goccia di sudore gli scendeva lungo la
guancia « Beh, non lo sò ancora, ci devo pensare Videl. Me ne
hai parlato soltanto mezz'ora fa ... E poi se voglio partecipare mi devo allenare
seriamente ma la scuola è un problema e ... » il sayan si morse
la lingua e sbuffò sconsolato « ... Proprio non lo sò
ma non credo che ci sarò ».
« CHE COSA?!?! ... » si intromise senza ritegno il padre di Gohan
con la mascella che gli si stava slogando dal gran che era discesa per lo
stupore « ... M-Ma Gohan, non vuoi partecipare?! » terminò
poi ancora più stralunato e incredulo mentre per poco non gli si aggrappava
addosso per farlo rinsavire da quello stato di evidente pigrizia. Mio padre
ne approfittò per dire la sua ovviamente: « Tzk! Te l'avevo detto
Kaharoth che tuo figlio si stà rammollendo ... ».
Ci pensò Videl però a rendere la vita di Gohan un inferno e
una pacchia quella del padre ... La ragazza incrociò le braccia seria
ed assottigliò gli occhi « Che accampa scuse che sei! Sei il
migliore della classe e per questo se salterai un paio di lezioni i professori
non diranno nulla ... » iniziò del tutto convinta di ciò
che diceva e pensava « ... In ogni caso se non parteciperai al torneo
dirò a tutti quanti che in realtà sei Great Sayaman! Non hai
scampo Gohan, devi accettare! » concluse poi squadrando il coetaneo
con rabbia mentre in mezzo ai due un piccolo Goten li osservava confuso.
« Ma Videl! Questo è un ricatto bello e buono! » esclamò
il sayan alquanto irritato poiché era stato colpito in basso ... In
senso figurato ovviamente.
La ragazza si alzò in piedi e posò le mani ai fianchi mentre
un sorrisetto furbo gli stava comparendo sul viso « Allora parteciperai?
» chiese poi sapendo già la risposta. Gohan si alzò a
sua volta in piedi, si massaggiò il copetto con una mano e guardò
ciascuno di noi in volto ... Non trovando traccia di sostenimento in nessuno,
tantomeno da suo padre che aveva già evidenziato il suo interesse per
il torneo, sbuffò ed abbassò le spalle schiacciato da una forza
invisibile « E va bene, parteciperò al torneo ». Videl
si fece da sola un piccolo applauso ed iniziò a sorridere raggiante
... Si voltò per un attimo verso di me. Mi guardò negli occhi
... Tutt'oggi non ne comprendo bene il motivo per cui in quell'attimo lei
si mise quieta mentre osservava imbarazzata il terreno ...
Ricordo bene che in quell'istante mi sentivo gli occhi addosso e, voltando
appena lo sguardo alla mia destra, trovai Gohan che mi squadrava severo. Per
un istante ebbi il timore di aver fatto qualcosa di sbagliato ...
Il signor Goku non riusciva più a starsene fermo e con un balzo salì
sulla piccola nuvoletta Kinton che si aggirava nei dintorni « Un nuovo
torneo Tenkaichi! Non vedo l'ora che incominci! » iniziò a dire
con gli occhi luccicanti in direzione del grande e infinito cielo azzurro. Non
c'era proprio nulla da fare: Goku non riusciva a resistere ad una nuova sfida.
Il Son più "adulto" si rigirò più e più
volte sulla nuvola, facendola sobbalzare in maniera evidente, ma poi, dopo il
decimo saltello, si fermò e ci osservò tutti se non uno in particolare:
« Vegeta, parteciperai anche tu al torneo? Io ci voglio andare! ».
Mio padre digrignò i denti e si strinse maggiormente nelle spalle mostrando
a tutti il suo perpetuo menefreghismo « Umpf, non me ne importa un fico
secco delle vostre baggianate terrestri! Te fai quello che ti pare Kaharoth
ma non contare su di me » Vegeta si girò verso la sua destra, appoggiò
la medesima spalla alla parete della casa e ci diede la schiena.
« Suvvia Vegeta! Non fare l'associale adesso! » piagnucolò
Goku in direzione del suo principe non riuscendo però nemmeno ad attirare
la sua attenzione e il Son poi, vedendo che con mio padre era un vicolo cieco,
provò con me « E tu Trunks? Tu ci sei vero? ».
Rimasi un attimo in silenzio per riflettere dopodiché abbassai lo sguardo
notando che c'era qualcosa che mi impediva di accettare all'istante «
Dipende, quando c'è questo torneo? » chiesi poi rialzando lo sguardo
ed incrociandolo con quello di Videl che, ancora una volta, mi sfuggì.
Goten, che ne sapeva qualcosina della questione poiché mentre papà
era alle prese con Goku il suo fratellone gliene aveva spiegato un pò,
rispose al posto della ragazza: « Gohan mi ha detto che è tra una
settimana esatta ».
Tornai serio e incrociai le braccia al petto. Mi incamminai verso la parete
unica della casetta e mi appoggiai ad essa con le natiche ricordando esageratamente
una delle posizioni in cui mio padre spesso si metteva. Chiusi gli occhi iniziando
a fare mente locale ...
Quando li riaprii la mia risposta c'era anche se incerta « Non potrei
stare quì così tanto tempo ... » mormorai poi osservando
un punto lontano dell'orizzonte mentre un leggero venticello cercava di farmi
distrarre con uno spostamento dispettoso dei miei capelli lilla. Nessuno fiatò
per parecchio tempo forse perché delusi della mia risposta ma cosa ci
potevo fare se nel mio futuro avevano ancora bisogno del mio aiuto?
All'improvviso Goten si alzò in piedi e corricchiò in mia direzione
fermandosi proprio sotto il mio naso ed io, non essendo indifferente come qualcun'altro,
abbassai gli occhi osservando colui che voleva discutere con me. Il piccolino
afferrò con le mani la stoffa arancione della tuta da combattimento all'altezza
delle gambe e mi osservò con due occhioni che avrebbero messo tenerezza
a tanti « Per favore Trunks, rimani un po' di più ... » mi
supplicò il piccolo Son con voce flebile e poco udibile. Mi si strinse
il cuore nel percepire quel caloroso affetto nelle sue parole ... E pensare
che qualche ora prima non sapeva nemmeno chi fossi ...
« Goten, è una cosa seria ... Ci penserò sù, d'accordo?
». Il piccolino annuì dopodiché, saltellante come un grillo
se ne tornò al suo posticino e si infilò un pezzetto di cotone
nella piccola narice anche se l'operazione non era più necessaria perché
il flusso del sangue si era già fermato da tempo. In ogni caso non trattenni
un sorriso nato da una sorta di tenerezza. Fortuna che papà era ancora
di spalle, altrimenti mi avrebbe guardato in malo modo per colpa del mio atteggiamento
debole ...
Son Goku scese dalla nuvoletta e la fece congedare, si grattò la nuca
con aria assorta « Humm, gli altri li avvertirò dopo del torneo
... Spero che tutti vengano, è da tanto che non vedo alcuni di loro ...
». Il figlio maggiore si voltò verso il padre « Beh, non
credo che Piccolo si tirerà indietro e lo stesso varrà per Crillin
immagino. Da quello che sò però Tienshinhan e Jaozi stanno dirigendo
una piccola palestra sui monti natii e non sono sicuro che si uniranno per abbandonare
i loro allievi anche perché la palestra è anche una sorta di orfanotrofio
... ». Goku incrociò le braccia ed arricciò le labbra «
Mah, chissà ... Anche Yamcha poi è un soggetto ad incognita ...
». Goten si intromise nuovamente mentre si voltava pancia a terra ed iniziava
ad accarezzare i piccoli ciuffetti d'erba con entrambe le manine: « Yamcha
non si allena mai, ogni volta che sono andato a casa di Light per giocare lui
era sempre a fare delle chiacchiere con qualche signorina ... » iniziò
facendo attirare negativamente l'attenzione dei presenti « ... Se parteciperà
non sarà di certo forte » concluse sicuro che molto probabilmente,
se si fosse applicato con serietà, persino lui sarebbe riuscito a battere
quel moscerino.
Voltai lo sguardo verso il piccolino « Ho capito che tu Goten parteciperai,
da come ne parli ... Ti troverai contro Light allora. Sono proprio curioso di
vedere com'è ... » dissi generando però al diretto interessato
uno moto di rabbia alquanto evidente nel quale le piccole mani, invece di accarezzare
i piccoli ciuffi d'erba, avevano iniziato a strapparli con forza.
« Non parteciperà ... » iniziò determinato e un po'
arrabbiato Goten poiché nel profondo sperava di dargliene quattro a quel
briccone « ... Non è capace di praticare le arti marziali perché
si è rifiutato di imparare. Il suo papà poi, dopo il primo "no"
ricevuto ha lasciato perdere tutto e si è dedicato ad altro. Light passa
intere giornate attaccato ai videogiochi ... Anche le prime volte, quando la
mamma mi chiedeva di andare da lui per diventare suo amico, giocava da solo
lasciandomi da parte ».
Chinai la testa da un lato capendo che il tasto che avevo premuto era ancora
dolente. Mi staccai dalla parete e mi misi a fianco del bimbo « Hei Goten
... » lo chiamai calmo ed attesi che lui mi guardasse in volto prima di
proseguire « ... Vuoi che andiamo a continuare un po'? ».
« Sì! » esultò lui scattando immediatamente in piedi
e chiudendo i pugni verso il cielo. Mi avvicinai a Gohan e gli posai una mano
sulla spalla « Tu e Videl vi unite a noi? Tanto all'inizio a Goten gli
farò fare ancora qualche esercizietto di volo ... ».
Il Son mi osservò improvvisamente con uno sguardo bieco che non riuscii
a comprendere nemmeno quella volta « No, grazie. Non vorrei che Videl
si distraesse troppo ... » disse assottigliando gli poi occhi come un
gatto.
Annuii facendo finta di capire, mi affiancai al piccolo sayan ed insieme ci
dirigemmo nuovamente verso il luogo in cui ci eravamo allenati poco prima.
Dopo essersi ripreso Gohan si affiancò al genitore « Hei papà,
come mai siete usciti dalla camera gravitazionale e siete venuti poi quì?
».
Goku sorrise raggiante mentre osservava il punto in cui era scomparso il secondogenito
« Io me lo sentivo che Goten fosse già in grado di trasformarsi
in Super Sayan ... E' davvero fantastico ».
Volai a bassa velocità per risparmiare le energie e quando intravidi
dall'alto il pezzo di terra sul quale ci eravamo posti poco tempo prima per
effettuare gli allenamenti scendemmo di quota atterrando poi. Scossi un poco
la testa per scostare un ciuffo di capelli da davanti agli occhi mentre il piccolino,
dopo aver toccato il suolo con le scarpine, zompettò rapido verso un
mucchio di rocce e buttandosi poi in mezzo ad esse. Lo guardai perplesso e mi
incamminai anche io nelle vicinanze di quelle piccole montagnole ... Quando
però fui nei pressi delle rocce non trovai più Goten. Sembrava
essersi volatilizzato e anche affinare i sensi per percepire la sua aura fu
inutile.
Voltai la testa da una parte all'altra « GOTEN! DOVE TI SEI ANDATO A CACCIARE?!
». Lo chiamai più volte ma non ricevetti nessuna risposta, soltanto
il venticello flebile sembrava parlarmi con la sua voce inudibile ...
« GOTEN!! » urlai ancora più forte mentre mi incamminavo
in una diversa direzione per vedere se il bambino si era allontanato. Affinai
nuovamente i sensi ma non riuscii a percepire l'aura di Goten da nessuna parte
forse perché la teneva azzerata. Dopo che lo ebbi chiamato altre tre
volte incominciai a credere che il sayan, per chissà quale motivo, si
fosse defilato anche se non riuscivo a spiegarmene il perché. Mi sedetti
pesantemente a terra, mi sfilai le polsiere arancioni e mi massaggiai i polsi
anche se non mi dolevano minimamente. Sbuffai appena guardando davanti a me
il nulla più totale anche se il terreno iniziò stranamente a tremare
...
« TRUUUNKS!! GUARDA CHE BELLO!!! » una voce alle spalle mi fece
sobbalzare e mi voltai di scatto rimanendo imbambolato come un accollo nell'osservare
quello spettacolo: il piccolo Goten aggrappato alla coda di un gigantesco tirannosauro
dai colori rossastri che però, vedendo lo scricciolo attaccato a sé,
sembrò sorridere quasi disinteressato alla cosa. Quando però vidi
che il mostro gigantesco iniziò a muovere la coda andando terribilmente
vicino alle rocce precedenti iniziai a preoccuparmi ... « GOTEN! VIENI
VIA SUBITO! PUO' ESSERE PERICOLOSO! » urlai a pieni polmoni mentre con
fretta mi rinfilavo le polsiere.
Il piccolo birbante se la rideva nella grossa mentre il dinosauro lo spostava
da una parte all'altra con forza e velocità sempre maggiore. Mi avvicinai
al mostro a spiccando un balzo gli fui proprio davanti al grosso muso, lo guardai
in malo modo e gli ordinai di lasciare andare il bambino ma la bestia, ovviamente,
non comprese affatto e perciò proseguì con i suoi movimenti. Ad
un tratto Goten perse la presa e iniziò a cadere a terra spinto dalla
forza gravitazionale mentre il tirannosauro, che anche se non lo dava a vedere
era interessato a mangiarsi il piccolo boccone, iniziò a voltarsi su
sé stesso con piccoli passi che bastarono però per fare scuotere
mezzo globo.
« NON TE LO PERMETTERO'!! » urlai a gran voce mentre con uno scatto
fulmineo mi posizionai davanti al Son: la bestia era proprio davanti a me, a
pochi metri di distanza e con la bocca spalancata dalla quale le fauci facevano
la loro figura e l'alito metteva il voltastomaco. Assottigliai gli occhi mentre
i polsi di entrambe le mani si affiancavano tra loro, i palmi rivolti verso
la creatura e su di essi una grande sfera luminosa iniziò a prendere
forma ...
« ALLONTANATI MOSTRO!! » vedendo però che il nemico con se
ne voleva andare sprigionai l'aura. I capelli lilla iniziarono a svolazzare
in più direzioni sospinti dal mio spirito mentre Goten, silenzioso, si
era messo a galleggiare alle mie spalle mettendosi in una posizione dalla quale
gli era facilitata la visione dello scontro. Il tirannosauro si avvicinò
ancora e lì mi scatenai: l'onda venne scagliata dalle mie mani con una
forza strepitosa ed andò ad investire in pieno l'animale preistorico.
Terminato l'attacco mi ricomposi e con le mani libere mi pettinai nuovamente
i capelli ... quel giorno non volevano lasciarmi in pace! Nel frattanto Goten,
ben sorvegliato quella volta, era atterrato e si era avvicinato al cadavere
del grosso animale. Atterrai anch'io e proseguii a comprendere gli atteggiamenti
del ragazzino: girava in tondo attorno alla bestia toccandola un poco con il
dito indice e la annusava ... Rimasi agghiacciato quando lo vidi avvicinarsi
ad una delle zampe posteriori e strappagliela di netto iniziandola poi a mangiare
con gusto ...
« Humm ... Che buona! Bravissimo Trunks! Lo hai cotto benissimo!! »
mi elogiò Goten prima di addentare nuovamente quella carne rossa. Lo
lasciai mangiare con calma alquanto contrariato perché spesse volte il
piccolo si ritrovava a battersi il petto con forza perché qualche boccone
gli stava andando di traverso ... Proprio dopo uno di quei momenti mi arrivò
la proposta a favorire. Alzai una mano in direzione del sayan e la mossi da
destra verso sinistra e viceversa « No, grazie. Ma non magiare troppo
sennò stasera non ceni e Chichi si arrabbia poi » gli dissi per
farlo smettere di ingozzarsi.
Goten alzò gli occhi al cielo riflettendo un poco dopodiché si
passò una mano sulla piccola bocca « Sì, meglio smettere
altrimenti mamma si arrabbia per davvero ... » il piccolo si alzò
in piedi e si staccò i pantaloni dalle gambe che, con la seduta, si erano
incollati alla pelle « ... Peccato però, era davvero buono. Dovresti
portarlo a casa dopo sai? » mi confessò poi.
Ridacchiai un poco mentre incrociavo le braccia al petto « Già,
papà ne sarà davvero contento! ».
Memorizzai il luogo in cui era deposta la carcassa del regalo per Vegeta e
mi diressi assieme al birbante al luogo dell'allenamento. Dissi lui di mettersi
a distanza « Bene, ora alzati in volo » gli ordinai per iniziare
con gli esercizi. Il piccolo non fiatò e con l'ausilio di una scarsa
quantità d'energia staccò i piccoli piedi dall'erba morbida che,
sotto le sferzare di vento create dall'energia sayan, si piegava e delicatamente
verso un punto lontano e indefinito. Sotto mia richiesta Goten iniziò
a volare nel cielo azzurro anche se un velo di noia era evidente sul suo volto
e ciò, oltre a mettermi un certo disagio, obbligava al bambino a sbadigliare
a ripetizione mentre le mani non si degnavano di spostarsi e posizionarsi davanti
alla bocca quando ciò accadeva.
"Così non và" pensai convinto che il sonno non lo avrebbe
mai aiutato a migliorarsi.
All'improvvisamente gli apparvi davanti e il Son sembrò svegliarsi all'improvviso.
Con le braccia ancora incrociate lo osservai un po' serio « Mettici più
impegno Goten! Prova a volare più veloce che puoi! ».
Il piccolo annuì, si voltò sul fianco sinistro e sfrecciò
nel cielo come una saetta generando anche una piccola scia in essa con i colori
della sua appariscente divisa. Quando sembrò giungere al massimo della
sua rapidità si trasformò in Super Sayan sotto mio comando sparendo
così alla vista di qualsiasi essere umano che sarebbe passato di lì
per caso. Dal canto mio gli occhi azzurri lo seguivano senza fatica spostandosi
da una parte all'altra con una velocità elevata. Dopo alcuni scatti da
destra verso sinistra Goten mi volò a fianco sfiorandomi la tuta e facendo
in modo che i capelli, al suo passaggio rapidissimo, sbattessero da una parte
come se fossero state le code di un particolare frustino. Sapendo ciò
che stava per accadere non mi voltai.
Prevedendo i movimenti del ragazzino scostai lievemente la testa verso la mia
sinistra evitando il colpo alle spalle, sciolsi le braccia e con entrambe le
mani afferrai con forza il piccolo braccio destro. Con un movimento rapido tirai
Goten davanti a me per poi lanciarlo verso il suolo duro. Il piccolo viaggiò
a velocità elevatissima andandosi a schiantare al terreno e deformandolo
realizzando una conca di piccole dimensioni. Il Son si rialzò in piedi
mentre gli atterrai proprio davanti. Sorrisi ed egli ricambiò felice
« Possiamo combattere un po' Trunks? » mi chiese poi implorante.
« Certo ... » gli dissi mentre mi mettevo in posa di combattimento
« ... però, per il tuo bene e visto che tu sia forte per il torneo,
non ti lascerò tanto spazio ». Goten annuì accompagnato
da un "Sì" prima di scattare verso di me con le braccia tirate
appena indietro, come se fosse pronto a colpire con entrambe.
Lo attesi e quando lo vidi far sfrecciare il pugno destro mi parai il petto
con l'incrocio delle braccia impedendogli così il primo colpo. Il piccolo
non si arrese e sospeso a mezz'aria iniziò a tempestarmi di colpi nella
speranza che la mia barriera s'infrangesse ma poi, capendo era non sarebbe riuscito
nell'impresa, tornò lontano alzando un poco di polvere quando i suoi
piedi strofinarono con il terreno. Continuò ad osservarmi con quegli
occhi verde turchese mentre con passo veloce mi girava attorno rimanendomi però
alla stessa distanza. Quando mi fu giunto al fianco mi saltò nuovamente
addosso rifacendo ad egual modo l'azione precedente. Senza mollare la difesa
gli feci qualche osservazione « Devi variare le azioni Goten, non avere
paura di sbagliare! ».
Dopo quelle parole il piccolo si staccò all'istante, si allontanò
di corsa di una decina di metri e saltò in alto fermandosi poi a mezz'aria.
Da terra lo osservai portare entrambe le mani ad un fianco e ad urlare «
KAME ... HAME ... » e poi « ... HA!!!!! ». Un'onda dai colori
azzurri si generò dalle piccole mani e volò a rapidità
sorprendente in mia direzione. Alzai le mani verso di essa e la bloccai impedendo
di colpirmi il resto del corpo.
Goten si volatilizzò dal punto in cui aveva lanciato l'onda e mi guizzò
al fianco scoperto colpendolo poi con un calcio che andò a beccare le
costole del lato destro. Digrignai i denti, con la mano sinistra scacciai la
piccola onda mentre con l'altra colpii il piccolo in piena nuca con un pugno
chiuso facendolo toccare terra.
Goten si rialzò immediatamente raspando un poco con le mani e cercò
di colpirmi lo stomaco con un pugno deciso. Non ci riuscii poiché trovò
nuovamente le mie mani sul suo cammino: con entrambi i palmi bloccai i suoi
piccoli pugni, spalancai le braccia e lo colpii alla fronte con una sonora testata.
Il piccolo annaspò e si portò le mani alla fronte appena ne ebbe
l'occasione.
Urlò a gran voce e tornò all'attacco come una belva inferocita:
ad un metro di distanza dalla mia figura fece un balzò in alto e con
una gamba tesa cercò di colpirmi in volto. Essendo piccolo mi era abbastanza
facile anticiparlo: afferrai la sua caviglia e lo lanciai lontano. Prima che
potesse andare a schiantarsi contro qualcosa gli lanciai una sfera di energia
che non evitò e pertanto, con una parte di abiti fumante, sembrò
collassare a terra. Mi avvicinai e mi piegai verso di lui ... Non vedendolo
muoversi però iniziai a pormi delle domande: « Che io abbia esagerato?
Ma non mi sembrava di aver usato tanta forza ... ». Mi inginocchiai e
presi il piccolo tra le braccia commettendo un errore terribile: Goten, che
aveva soltanto finto di essere stato messo al tappeto, caricò un pugno
e riuscì a colpirmi in piena faccia. Allargai le braccia facendo cadere
il sayan a terra come un sacco di patate e mi portai le mani al naso mentre
il piccolo demonio iniziava a ridersela nella grossa.
« GOTEN! » lo sgridai poco serio mentre con una mano continuavo
a massaggiarmi la faccia. Il piccolo smise di ridere e mi fece uno sguardo da
falso angioletto « Si? ».
Assottigliai gli occhi e poggiai le braccia ai fianchi « Ti sembra il
modo di attaccare un nemico questo? ».
« Tu mi avevi detto di variare le azioni ... » disse il bimbo con
tono innocente e iniziando ad attorcigliare i fili d'erba con le dita.
Mi sedetti anch'io a terra ma a quella azione il Son mi guardò triste
« Abbiamo già finito l'allenamento? ».
« Certo che no! ... » dissi gonfiando istintivamente il petto mentre
le mani si poggiavano alle ginocchia delle gambe che erano posizionate a farfalla
« ... Siediti bene, rimani trasformato in Super Sayan e tieni fisso il
tuo livello di energia ».
Il piccolo piegò la testa « E perché? ».
Rapido risposi « Lo stato di Super Sayan consuma parecchia energia, questo
è da considerarsi come un esercizio di resistenza » conclusi poi
invitandolo a fare come gli avevo chiesto. Il bimbo eseguì la richiesta
e mi fissò nuovamente « Ma adesso ce ne stiamo quì fermi
a fare nulla? Mi annoio di già ... ».
« Potremmo conoscerci meglio, non credi? ».
Dopo un'ora di esercizio e chiacchiere Goten pareva iniziare a sentire la stanchezza.
Gli dissi che poteva abbandonare la trasformazione ed egli, immediatamente,
fece ridivenire mori i capelli biondi cadendo nel frattempo schiena a terra.
In quel lungo arco di tempo io gli avevo parlato di me e lui di sé, del
suo rapporto con gli altri e sopratutto quello con il figlio di Bulma e Yamcha:
a scuola non era popolare anche perché evitava di mostrare la sua vera
forza per non mettere in crisi la situazione già precaria della sua famiglia
in società, non aveva amici poiché, vivendo lontanissimo, nessuno
dei suoi compagni accettava il suo invito di giocare a casa Son e nemmeno lo
invitavano credendo che dopo per lui sarebbe stato impossibile fare ritorno
alla sua abitazione. Light era l'unico che fosse a conoscenza delle doti della
famiglia e che potesse avvicinarglisi senza problemi però, il caratteraccio
carico d'astio che lo faceva conoscere in giro, riusciva ad impedire con Goten
anche il più piccolo legame. Il Son, con difficoltà sempre maggiore,
mi aveva raccontato che fin da piccolo Chichi lo aveva spronato a diventare
amico con il figlio di Bulma sperando che i due divenissero inseparabili. Il
loro primissimo incontro, all'età di quattro anni del figlio di Goku,
fu disastroso: Light era intrattabile e poiché il sayan non era ancora
in grado di combattere, il primo ne approfittava per essere arrogante e borioso.
Goten mi elencò una lista di giocattoli che per colpa di quel demonio
furono stati cestinati poiché distrutti ... Io lo avevo ascoltato prestando
attenzione anche al più piccolo cambio di voce.
Gli anni a seguire erano stati poi peggiori a suo avviso: per strada e per scuola
lo sminuiva e lo umiliava in ogni modo ridicolizzando lui e i membri della sua
famiglia mentre le offese riguardanti la stirpe delle scimmie le faceva in linea
privata in modo che terzi incomodi non si interessassero di faccende che non
gli riguardavano. Con una parlantina ereditata da parte della madre era riuscito
a coalizzare contro di lui una piccola cerchia di compagni che, nonostante il
Son fosse di una classe differente ed anche quando Light stesso non era presente,
svolgevano egregiamente il loro lavoro senza paura alcuna per i maestri che,
anche se chiamati all'ordine più di una volta, non erano mai in grado
di risolvere la questione alla radice.
Per me era difficile porgergli delle domande: ogni volta temevo di farlo rabbuiare
più di quanto era già ... Gli chiesi se aveva provato a convincerlo
a fare qualcosa assieme ma il piccolo mi rispose che ogni volta lui faceva finta
che accanto a lui non ci fosse nessuno, si sedeva da qualche parte e giocava
con i videogiochi. Goten poi mi confessò di aver cercato più volte
a convincerlo a fare arti marziali per poi batterlo mettendolo in ridicolo rifacendosi
ai suoi occhi ma ogni volta, il piccolo impiastro di un anno più grande,
riusciva a dirgli di no esponendogli qualche congettura complessa che metteva
l'altro soltanto in crisi e che lo faceva apparire nuovamente in ridicolo ...
Light, oltre ad avere la lingua lunga come Bulma, ce l'aveva anche parecchio
tagliente e riusciva a sfornare cattiverie su cattiverie.
Goten, da parte sua, non riusciva a controbattere perché troppo abituato
a non reagire a tono e se diceva qualcosa veniva o mortificato poiché
la sua tesi appariva estremamente debole o, in caso contrario, l'aggressione
verbale era rabbiosa e violenta ... Con quasi le lacrime agli occhi il piccolo
mi aveva detto che spesso era rimasto impietrito davanti a lui senza riuscire
a reagire.
Dopo quella lunga chiacchierata avevo capito che razza di persona era Light:
un bimbo cattivo e prepotente perché fortemente geloso. Geloso perché
gli altri avevano una famiglia normale, una vita normale ... Goten, forse per
colpa della madre, gli era apparso come quel ragazzino quasi perfetto che non
sarebbe mai divenuto poiché gli mancavano delle solide fondamenta da
cui partire e pertanto utilizzava la sua rabbia, in modo errato, per sovrastare
gli altri, per schiacciarli e sentirsi più grande di quello che era in
realtà. Se poi, così come ben immaginavo, nemmeno lui aveva degli
amici era perché, per colpa della sua smania di grandezza acquisita,
non considerava nessuno degno della sua attenzione mentre il rifiuto dell'apprendimento
delle arti marziali mi era ancora in parte ignoto ... Una parte era che forse
la trovava inutile poiché parlare gli sarebbe stato sufficiente, una
parte era sicuramente la pigrizia paterna mentre per il resto non sapevo se
c'erano altre motivazioni.
Goten, sdraiato a terra e con la pancia all'aria, sembrava essere stato svuotato
di qualsiasi sostanza e gli occhi chiusi mi confermarono il suo stato dormiente.
Mi avvicinai e lo presi tra le braccia facendo in modo che con la guanciotta
sinistra si appoggiasse alla mia spalla destra. Si svegliò un poco ma
rimase fermò dove era non uscendo da quello stato di dormi-veglia.
Lo chiamai piano e lui per risposta mi mugolò piano stringendo un poco
la mia tuta con le mani.
Strinsi un poco anch'io l'abbraccio « Goten, rimarrò, parteciperò
al torneo ... sei contento? ».
La risposta non arrivò. Solo un flebile ronzio sostituiva le parole ...
Dal primo istante che l'avevo visto avevo deciso che sarei stato suo compagno
di allenamenti.
Dopo il racconto avevo capito che sarei stato il suo primo e vero amico.
...Continua...