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Autore: Cloud394    24/07/2014    1 recensioni
Durante i meravigliosi anni '60, Eleanor è sola come tanti giovani ragazzi di quell'epoca, vuole essere indipendente, cerca la libertà così dalla romantica Parigi migra a Londra in cerca di libertà, uguaglianza ma soprattutto di sé stessa.
**Avviso**
La storia non è originale, ho fatto un errore. Questa è una fanfiction sui Beatles, spero che non mi segnaliate la storia e spero anche che se c'è qualche fan dei Beatles potesse leggerla. Grazie mille
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I suoi occhi sono così vicini ai miei da poter notare la sfumatura verde intorno alle pupille, le ciglia così lunghe e folte, e le sue labbra piccole e non troppo carnose, hanno sempre lo stesso sapore chitarra, fogli e marijuana. È da qualche settimana  che ha iniziato a fumare erba, ma questo sembra non averlo turbato o cambiato, pur fumando insieme canne sembriamo sempre più in sintonia, forse per l'assassinio di Louis che mi ha letteralmente spezzato il cuore, ora ci ritroviamo ogni sera io e lui, con una sigaretta in una mano e un boccale di birra nell'altra. Gli mordo un labbro, ci prendo sempre più gusto e inizio a leccargli le labbra per finire in un bacio appassionato, non riesco a staccarmi da lui, sono completamente soggiogata, mi sembra di essere persa senza di lui, si stacca da me e mi fa vedere un libro
-Il Giovane Holden? L'ho letto quando avevo 11 anni..-dico sorridendogli
-è il libro preferito di John, l'ho letto anch'io ma non mi ha appassionato, mi ha consigliato di rileggerlo..- dice spolverando la copertina
-quando dici "consigliato da John'' intendi "mi ha costretto a rileggerlo perché temo per la salvezza della mia vita"..- dico prendendogli il libro. Si mette dietro di me e iniziamo a sfogliare la prima pagina, leggiamo la prima pagina del primo capitolo, la seconda invece non viene presa in considerazione, il suo respiro è fiondato sul mio collo. Sprofonda il naso nel mio collo aprendomi la camicia, che pian piano mi sbottona. Non riesco in altro che essergli succube, rieccomi, sono in reggiseno di fronte a lui, ancora una volta sento la sua pelle dietro la schiena che si stringe nella mia. Sento il reggiseno staccato, la delicatezza dei suoi baci sul collo, le sue mani che scivolano sul seno per scendere sulle costole e accarezzandomi la pancia, rieccole le sue mani nei miei pantaloni. Rieccoci io e lui soli, pur rimanendo vicini, ascoltanto il respiro sinuoso e quasi affannoso dell'altro, pur avendo bisogno di lui , rimaniamo soli nella nostra solitudine, anche se lo sento nella mia pelle, anche se lo sento dentro di me, dentro la mia anima, parte di me.  Anche sentendomi con lui ancora una persona sola, rimaniamo rinchiusi nella nostra sofferenza, nella nostra solitudine.
Rimaniamo abbracciati sotto le lenzuola leggere sulla pelle, le sue braccia mi stringono con delicatezza sulla schiena, mi accarezza i capelli fissandomi con estrema dolcezza. Sento all'improvviso una strana tristezza nel suo sguardo, la pesantezza del suo modo di guardarmi mi turba
-Cosa c'è McCartney?- dico accarezandogli il viso e sorridendogli, Paul mi stringe a lui, un abbraccio così forte da riuscire a sentire il battito irrequieto del suo giovane cuore, la sua pelle calda e morbida, il suo odore, per me una seconda droga.
-Eleanor..è tanto tempo io e Jane ..- sono confusa, non so se essere felice o triste, le sue parole mi confondono, il mio cuore balza da una parte all'altra come la inesattezza della sua frase non ancora terminata che scaturisce in me emozioni contrastanti e un flusso infinito di pensieri.
-i giornalisti ci chiedono quando io e lei be ecco..ci sposassimo..ci fanno complimenti, il problema è che siamo così contrastanti e terribilmente diversi- dice Paul con voce tremante ma piena di convinzione. Sentire Paul McCartney insicuro è irreale e impossibile.
-cosa vorresti dirmi?- dico serenamente
-il fatto è che stavo pensando di farlo.. non sicuramente, ci ho pensato, l'ho ritenuta come possibilitá..- dice con lo sguardo basso
-è normale..bè stai con lei da tanto tempo..io non ti ho mai vietato di stare con lei..non ti ho mai chiesto di stare con me..- ho lo sguardo basso, il cuore mi batte forte. No non voglio, ma infondo non gliel'ho mai chiesto.. a noi andava bene, a me andava bene...a quanto pare no ...
-meglio che mi vesto- dice alzandosi dal letto. Si veste, mi bacia e va via.
Passano cinque minuti e sono a piangere e urlare
-Cogliona! Deficiente! Tu ci tieni a lui! Tu lo vuoi per te! Tu lo vuoi al tuo fianco! Odio Jane Asher! Vaffanculo!- piango e urlo più che posso, non riesco a controllarmi, mi alzo e dò un pugno alla porta, sfondo il vetro della finestra  dove mi sono rintananta a piangere. Alla vista del sangue perdo il controllo, un solo nome nella mia mente 'Louis' ricomincio a strillare, Dan entra mi e abbraccia, ma mi dimeno e lo picchio, mi prende in braccio, mi agito. Mi porta in bagno, inizio a picchiarlo, a urlare e strillare come un'ossessa, mi posa con delicatezza nella vasca da bagno e inizio a graffiarlo, sono impazzita, Dan prende la doccia e mi getta addosso l'acqua ghiacciata. Sono zuppa
-Scusami..- dice Dan con il soffione della doccia gocciolante puntato su di me, ha fatto la cosa più giusta  e intelligente dell'ultima ora.
-Hai fatto più che bene..- dico, lui si aggiusta il ciuffo che gli cade sugli occhi
-di nuovo coso?- fa lui -giá, ti trovi sempre al momento giusto- dico ridendo. 
-Be diciamo che non ti gira sempre nel verso giusto..- dice bevendo l'ultimo sorso di thè che gli ho preparato -Nemmeno a te visto che sei stato lasciato dopo la quarta ragazza che chiedi di sposarla, hai provato con gli uomini?- chiedo ridacchiando
-Tu ridi, ma ci ho provato anche con loro. Sono bisex- dice Dan
-E come ti è andata?- dico sorseggiando -bene ma ti ricordo che non posso sposare un uomo.-dice guardando in basso -se lo ami puoi convivere. Perché c'è qualcuno che ti piace?-
-Smettila con quegli occhi sbrilluccicanti, si ma io voglio sposarmi..-
-Semplice vai in America.-
-In america c'è la segregazione razziale e io devo sposare lì un uomo?! Immagina-
-Non ci sará più una segregazione, e un giorno ci sará un presidente degli USA nero, stanne certo-
-Si certo come no..Martin Luther King è un grande, ma non può fare miracoli..-
-Scommettiamo?- dico con sfida
-Cosa vuoi scommettere?-
-Mm..Se ci sará prima di morire tu devi offrirmi ogni sera una birra, se perdo io devi farlo tu.-
-d'accordo, ma se uno di noi muore prima dell'altro?-
-a quel punto al vincitore morto l'altro vivo gli porterá un pacco di marshmellows, se quello vivo vince, be dai figli si farà dare qualcosa- gli stringo la mano -affare fatto-
-Eleanor vai da un medico è da un po' che stai così male-
-Penny io sto bene- dico tra i conati di vomito
-Va bene chiamami Penny, fatti vedere sei tutta rossa. Senti ti porto io-dice Penny. Siamo all'improvviso al medico di Penny, mi invita ad entrare e titubante entro nella stanza.
-Allora che hai?!- mi chiede Penny -Niente- dico mentendole -ho solo un po' di intossicazione alimentare-
-Bevi troppo.-
-Si devo ridurre- anzi eliminarle..penso finendo la frase
-stasera devo vedermi con Maxwell, accompagnami a casa-
-okay-

Ore 20:00
Abbraccio Maxwell
-Non ci vediamo da un po eh?- dico
-già, da quando mi hai chiamato e sono venuto a prenderti a Parigi, dopo tutto quello che è successo..come stai?- dice Maxwell
-Bene anche se oggi sono andata dal medico- non lo dovevo dire..
-cos'hai?-
-intossicazione alimentare..-ci sediamo in un ristorante e iniziamo a discutere di tutto. Quando arriva al dolce Maxwell mi prende le mani e un porta anello
-lo so che ami Paul, ma lo sai che non durerá e su questo non voglio biasimare le tue scelte, non ti giudicherò se dovessi rifiutare- finisce con gli occhi illuminati e che gli trapelano di emozioni. La sua voce è tremante.
-Rifiutare cosa?- dico fingendo di far finta di niente
-Eleanor, mi vuoi sposare?- dice Maxwell. Ripenso a Paul, la persona che amo, inarrivabile. Ripenso al percorso che ho fatto da quando sono arrivata a Londra, sono quasi 4 anni, ne ho passate tante. Amo Paul, ma Paul deve sposare la persona che ama, so che quella non sono io, o forse si, ma lui è pieno di dubbi e di incertezze anche se non lo vuole dar a vedere. Adesso io ho bisogno di certezze e sicurezza, adesso devo pensare al mio futuro. Senza pensarci due volte gli rispondo
-.-

___spazio autrice___
Misteri risolti, alcuni no.. secondo voi cosa succederà? Scrivetemelo nelle recensioni, il capitolo è preso dalla canzone 'In my Life' dei Beatles! Ringrazio Jennifer_Mockingjay per la correzione e ci vediamo nel capitolo 23. Recensite e buona lettura!

  
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