Ed eccoci all’ultimo capitolo! Ringrazio tutti
quelli che hanno letto e recensito e poi
un grazie speciale va a Ros che mi ha spinto
con appena una frase a riflettere e cambiare quasi completamente il mio finale.
Che parole sono? Eccole:
“E lei cosa vuole dalla vita? Davvero, intendo.”
Non ho ancora capito se quelle parole fossero
per me o per Kelsi, ma poco importa!
Vi aspetto con i vostri graditissimi commenti!
Un bacio grande,
Temperance
***
Vedrai, tesoro mio, che
un giorno l’uomo giusto arriverà anche per te e allora niente sarà più come
prima.
Non so a cosa stesse pensando mia madre quando
mi ha detto queste parole, né quale futuro avesse in mente per me, ma non posso
fare altro che constatare che aveva ragione da vendere.
Sono qui, stasera come tutte le sere, sulla
solita strada vicino al solito lampione e chiacchiero con le solite ragazze che
sono diventate allo stesso tempo le mie migliori amiche e le mie peggiori
rivali.
Forse qualcuno di voi si starà chiedendo che
cosa è cambiato… Beh, la risposta è presto detta: io sono cambiata. Diane è
morta quella sera nella penthouse di un palazzo super lussuoso.
Non ho più stivali di vernice nera, mamma, ma
un paio di ballerine belle e comode. Non sono di marca, anche se Ryan mi avrebbe
volentieri comprato anche l’intera boutique di Prada. No, io le ho volute
prendere all’outlet della scarpa, quello appena fuori città dove mi portavi
sempre da bambina, perché sono le più comode del New Mexico e io ora le scarpe
le tengo addosso molto più di prima.
Anche il mio vestito è cambiato, anzi, cambia
quasi ogni sera ma non è mai sopra al ginocchio. Diciamo che, ora che non sono
più costretta ad indossarle, ho sviluppato una specie di allergia alle
minigonne.
Forse ti vizierà anche
più del necessario, o forse sarà un taciturno un po’scontroso ma tanto, tanto
dolce, o ancora un insopportabile logorroico che ti sfinirà con le sue
chiacchiere. Di una cosa soltanto sono sicura: ti amerà come e più di se stesso
e giocherà carte false per passare anche solo un minuto con te.
Sai, mamma, non so bene a quale categoria
appartenga Ryan.
Di certo cerca in ogni modo di viziarmi, dato
che può permetterselo e, a volte, mi mette persino in imbarazzo, ma non importa
poi così tanto. E’ un chiacchierone che è capace di farmi venire il mal di
testa in cinque minuti, ma ha anche quei momenti che sono solo suoi e nei quali
nessuno può entrare, quando se ne sta seduto davanti alla finestra a guardare
il traffico che sfila sulla Main Street senza proferir parola.
Sicuramente, in ogni caso, mi ama e molto,
perché ogni sera, che sia la pioggia o le stelle, lui è qui da me a salvarmi
dalla mia stessa vita, con la sua macchina arancione fiammante che è l’invidia
di tutte le altre ragazze.
In città gira voce che sia diventato protettore
di qualche puttana e…beh, non si può dire che siano infondate anche se, forse,
io definirei il nostro rapporto con parole un po’ più romantico.
E, ultimo ma non meno
importante, figlia mia, non passare la vita ad aspettarlo, perché lui arriverà
nella notte più buia della tua esistenza, quando ogni luce sembrerà essere
scomparsa. Non sarà un uomo comune, il tuo piccolo sole personale, perché tu
stessa sei speciale.
Ma questa è solo l’opinione
di una madre che sarà sempre fiera di sua figlia.
E ora potrai davvero essere fiera di me, forse
per la prima volta da quando te ne sei andata. Ho fatto una scelta, mamma, la
prima non dettata dalla paura, ma dall’amore.
L’amore per la musica, quello che mi ha sempre
sostenuta, anche quando lo credevo morto e sepolto.
Insegnerò ai bambini a suonare il pianoforte
nella piccola scuola che ha aperto una vecchia professoressa di Ryan, miss
Darbus e lascerò la strada per sempre.
Andrò a vivere con Ryan, con il mio piccolo
sole, come lo chiameresti tu. Con lui e con la mia gattina Virgola, che mi ha
adottata alla vigilia di Natale.
I due…anzi, i tre grandi amori della mia vita.
Non lo so, mamma, se tutto questo è vero o se è
solo un bel sogno che finirà improvvisamente come è iniziato.
Vedremo.
Se c’è una cosa che gli anni passati sulla
strada mi hanno insegnato che bisogna sempre sperare che la vita vada per il
meglio ma aspettarsi il peggio.
Adesso come adesso la mia unica certezza è
quella macchina bassa e sportiva laccata in un colore che difficilmente passa
inosservato, perché so che, fino a che la vedrò comparire all’inizio della
strada, il mio sole continuerà a splendere.
E questo è molto, molto di più di quanto
abbiano tutte le altre ragazze.
“Tu, tu che sei diverso
Almeno tu nell’universo
Un punto sei
Che non ruota mai intorno a me
Un sole
Che splende per me soltanto
Come un diamante in mezzo al cuore.”
(Mia Martini, Almeno tu nell’universo)
Fine
Ok, lo so che è corto, ma mi suonava giusto così…
Sapete, prima di parlare con Ros ero decisa a chiudere con un finale
dolceamaro, che lasciasse aperte più possibilità, ma da quella semplice domanda
ho capito che Kelsi doveva fare una scelta, che non sarebbe stato giusto
lasciarla in sospeso, quindi, dato che tutto è impostato come una fiaba, le ho
regalato, per una volta, un bel lietofine che spero non vi abbia deluso, pur
nella sua brevità.
Un bacio grande
Temperance