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Autore: MaryMatrix    05/09/2008    4 recensioni
In passato li abbiamo visti lottare per le loro vite.
In passato li abbiamo visti compiere azioni rocambolesche.
In passato li abbiamo visti sorridere. Combattere. Uccidere.
Adesso è il passato che li vuole.
Perché forse
le loro azioni
non sono state
quello che sembravano.
ANNA, la ragazza forte e orgogliosa.
GEREMIA, il bellissimo ragazzo che ha rischiato la vita per farla ricca
STUB, il killer che l'ha salvata.
E' il passato che li pretende.
E' il passato che li chiama.
E' il passato che li avrà.
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 13

O Fortuna

      ... and a bottle of rum!

 

Capitolo 13:
Fast and Furious

Stub era appoggiato sul ponte della nave, con gli occhi puntati verso il forte. Lo vedeva bruciare, sentiva gli spari. Si chiese quanti di quelli erano contro sua madre, quanti contro i suoi amici e quanti contro i soldati di Rogers. Automaticamente fece andare la sua mano sulla pistola, e si sarebbe buttato in acqua dalla nave per raggiungere il forte se non fosse stato per due parole che lo raggiunsero in quel momento.

- Stub no. - era la voce di Anna.

Stub non si voltò nemmeno verso di lei. - Come potete chiedermi di stare qui fermo a non far nulla? -.

- Sei ancora debole. - gli ricordò Anna. - Moriresti. Lo so che non è una cosa che ti spaventa. Ma tua madre vuole rivederti. Non avrebbe senso che tu morissi. -.

- Questo è quello che pensa Antonella. -.

- E ha ragione. - confermò lei. - Tua cugina non è una stupida Stub. -.

Stub finalmente si voltò a guardarla. - Secondo te dovrei restare qui con le mani in mano? -.

- Secondo me dovresti farla meno drammatica killer. Hai sempre fatto tutto di testa tua. Da quando chiedi il mio parere? -.

E fu una frazione di secondo. Stub si gettò in acqua. Anna ci rimase di sasso. Non era quello che si aspettava. Perché quel dannato killer doveva sempre complicare le cose? Perché doveva sempre fare di testa sua? E sopratutto perché lei si sentiva sempre in dovere di seguirlo?

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Isabella nel frattempo stava correndo verso la carrozza che la aspettava. Non si era stupita di conoscere Tom ed Allison... Geremia le aveva detto che Stub era diventato un killer. All'inizio Isabella non poteva credere che il suo bambino fosse diventato un killer. Il migliore oltretutto. Di conseguenza il peggiore in senso umanitario.
Poi si era detta che lui era un killer... però lei era una pirata... insomma, da che pulpito arrivava la predica? Una pirata che considera amorale esercitare la professione di killer.

Geremia la condusse sana e salva fino alla carrozza. Patrick la salutò con un gesto della mano, prima che Geremia la spingesse dentro. Isabella si ritrovò accanto a Bonn. 

- Bonn! - esclamò gioiosa.

- Isabella! - Bonn l'abbracciò calorosamente. - Non sai che piacere rivederti sana e salva. -.

Patrick nel frattempo aveva rimesso in moto la carrozza. Geremia era seduto accanto a lui, il suo compito era quello di controllare che nessuno si avvicinasse. Si sporse un po' all'indietro per assicurarsi che nessuno li stesse inseguendo. Magra speranza purtroppo. Un reggimento era dietro di loro. Quegli uomini in uniforme erano sempre più vicini. Rogers aveva mobilitato un bel po' di truppe quella notte per non far fuggire la prigioniera... supponeva che glielo avesse suggerito Lavinia, sapendo bene che sarebbero arrivati rinforzi dal futuro.
Disse a Patrick quello che aveva visto. Patrick lo guardò. - Secondo te ce la facciamo ad arrivare alla nave? -.

- No. - rispose il biondo. - Anche perché non sappiamo dove siano gli altri. Anche se riuscissimo ad arrivare alla nave dovremmo partire subito lasciando degli uomini  a terra. -.

Patrick sapeva che quello che diceva il ragazzo non era un discorso stupido. - Sai condurre questi cavalli? -.

- Sì. - rispose Geremia. Patrick saltò giù, sfoderando spada e pistola. Bonn lo vide attraverso il finestrino. A quel punto sapeva che quasi tutto era nelle mani di Sveva.

- Sveva! Aspetta che la carrozza si sia allontanata un po' e poi tu e Isabella saltate giù. I soldati seguiranno la carrozza, Geremia sa già quello che deve fare. Io e Patrick adesso cercheremo di trattenerli. -.

Sveva si sentì gelare il sangue nelle vene a quelle parole. In quel caso forse lei avrebbe dovuto combattere...

Bonn saltò fuori prima che lei potesse dire qualcosa, seguendo l'esempio di Patrick. Sorrise beffardamente non appena vide il reggimento.

- Gliela facciamo vedere noi, eh Rick? -.

- Certamente. - Patrick fece roteare la spada elegantemente. Era proprio un damerino.

Furono raggiunti dal reggimento. Non ci fu il tempo di discutere. Di sapere se la donna e l'uomo davanti a loro erano pirati o ignari passanti che si trovavano nel luogo sbagliato al momento sbagliato. Gli uomini attaccarono. E i nostri due eroi fecero altrettanto.
Bonn sparava con la mano sinistra su chiunque le capitasse a tiro, si serviva invece della mano destra per brandire la spada contro coloro che le si avvicinavano troppo. Movendosi velocemente riusciva ad evitare i colpi di pistola, ma sapeva che per quanto forte potessero essere lei e Rick non avrebbero mai vinto.
Dicono che quando si sta per morire tutta la vita passi davanti agli occhi.
Bonn mentre combatteva ripassava mentalmente tutta la sua vita, rendendosi conto che non si pentiva di quello che aveva fatto fino a quel momento, pensando che la sua vita era esattamente la vita che almeno una volta sognano tutti. Nel suo caso era realtà.

Guardò Rick, che stava dimostrando di essere un vero pirata a discapito del suo aspetto da gentiluomo. Si chiese se anche lui stava pensando le stesse cose. Se anche lui sapeva che quella sarebbe stata la loro ultima impresa. Forse sì.

Più probabilmente no. Infatti Bonn non aveva fatto i conti con i suoi nuovi amici venuti dal futuro. Ci furono dei colpi di pistola, velocissimi, a ripetizione, che non sbagliarono mai bersaglio. Provenienti da una pistola maneggiata da mano cosciente di quel che faceva. Da una mano da professionisti.

Le pistole di Antonella fumavano ancora quando tutti si voltarono verso di lei. Fu proprio a quel punto che Masky e Maurice cominciarono a lanciare granate dall'altro lato. Ci fu il putiferio.
Il combattimento ricominciò più furioso di prima, più veloce di prima. Armi antiche si alternavano ad armi moderne, troppo moderne per ricevere un contrattacco. Antonella e Bonn sembravano due furie: si abbattevano sui loro nemici con la forza di un ciclone: Bonn ci metteva tutta la passione che una pirata poteva mettere per salvarsi la vita, un furioso disperato tentativo di sopravvivere. Antonella invece agiva freddamente, calcolatrice, andando a ricercare le posizioni da cui avrebbe potuto colpire più uomini in meno tempo. In quel momento Antonella non era una persona, ma una macchina micidiale da cui conveniva stare lontani.

E se Maurice si difendeva nervosamente e di malavoglia, in quanto non era nella sua mentalità uccidere, nemmeno per difendersi, Masky era tranquillo e guardava tutto lo spettacolo come se fosse stato un telefilm noioso alla tv. Stava pensando a quanto erano sprovveduti quei soldati... grandi e grossi si facevano battere da 5 persone: 2 donne, 1 bambino, 1 damerino e 1 scienziato pazzo... roba dell'altro mondo...
Qualcuno dei nemici riuscì a inseguire la carrozza, non visto. Alcuni morirono. Gli altri si diedero alla fuga. 

- Che codardi. - commentò Masky alla fine.

Rick li guardava riconoscente. - Come mai siete qui? -.

- Volevamo fare un po' di confusione al forte in realtà. - rispose Maurice. - Ma poi abbiamo pensato che forse avevate bisogno d'aiuto. -.

- Ottima intuizione. - confermò Bonn.

Antonella stava guardando verso il mare. - Torniamo alla nave. -.

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Sveva e Isabella avevano fatto quello che Bonn aveva detto loro e si erano rifugiate in una via un po' nascosta, in attesa che le acque si calmassero prima di tornare alla nave. Sveva sperava in quel modo di evitare qualsiasi tipo di combattimento... aveva con sé i bracciali ma non la voglia di usarli.

Isabella nel frattempo si stava chiedendo quale tipo di rapporto avesse Stub con quella ragazza che sembrava avere molta paura. Di sicuro non era una killer. Sapeva solamente che il suo nome era Sveva, poi la ragazza non le aveva rivolto più la parola... sembrava che temesse che il minimo respiro avrebbe fatto notare ai soldati la loro presenza. Se ne stavano quindi in silenzio, avvolte nell'ombra.

Ma non bastò quello a proteggerle... evidentemente Rogers aveva previsto che la prigioniera riuscisse a fuggire, quindi aveva ordinato alle guardie di controllare in qualsiasi via della città. Sfortunatamente per le due fuggiasche i soldati non avevano abboccato all'inganno della carrozza... quindi si erano messe a cercarle per bene. Isabella riusciva chiaramente a sentire i passi di almeno 10 persone che si avvicinavano.

- Oh, no. - gemette Sveva, sentendoli. - Oddio... e adesso che facciamo? -.

Isabella la guardò sorpresa. - Tu non sai che fare? -.

- Io ho solo paura. -.

- Non hai delle armi? - domandò la madre di Stub.

Sveva improvvisamente si ricordò dei bracciali. Li mise in funzione. Isabella nel frattempo sembrava aver deciso che se fossero rimaste in quel vicolo cieco per loro sarebbe stata la fine. Quindi uscirono allo scoperto.
Le guardie le videro. Sveva fu percossa da dei brividi di paura quando vide che stavano per far fuoco su di loro. Guardò immediatamente le sue braccia al titanio mentre la sua testa pensava senza mai smettere "Sveva devi fare qualcosa, Sveva devi fare qualcosa, Sveva devi fare qualcosa". Ma cosa? 
Ci mise troppo a pensare, i soldati cominciarono a far fuoco su di loro. Fortunatamente Isabella era pronta di riflessi, afferrò Sveva per la vita e si buttò di lato, rotolando per terra, trascinando con sé la ragazza. Rotolarono per qualche metro. 

Quell'azione fece calmare i battiti nel cuore di Sveva che aveva preso a pulsare troppo velocemente. Il tempo di pensare era finito. Quello di agire era giunto.
Stese il braccio destro e col sinistro attivò il razzo. Cercò di concentrarsi prendendo la mira e quando lo ritenne opportuno lo sparò. Il razzo finì in mezzo a 6 di loro e li fece esplodere.

Sveva non poteva e non voleva credere a quello che aveva appena fatto. Aveva ucciso un uomo... anzi a dire la verità 6. Si sentì sporca, vile, indegna. Spaventata. Persa. Eppure sapeva che non era finita. Ne rimanevano 4 e Isabella era disarmata. Forse fu il pensiero che quella donna era la madre di Stub, forse fu il pensiero che era costretta a farlo per salvarsi la vita, forse fu il puro e semplice pensiero di Stub che la spinse a gettarsi contro gli altri uomini rimanenti.
Cominciò tirando un cazzotto in faccia al primo che le capitò sottomano. Quello provò a spararle, ma aveva il giubbotto antiproiettile. Indietreggiò, perché il pugno di titanio gli aveva fatto saltare qualche dente.
Poi Sveva fece ricoprire le braccia con gli spunzoni. Tirò qualche pugno con quelli, sfigurando la faccia dei malcapitati. Era veloce nei movimenti ed era accecata dalla furia di salvarsi la vita. Uno di loro provò ad affrontarla con la spada. Riuscì a ferirla su una guancia. Sveva lanciò un urlo allucinante, facendo indietreggiare l'uomo, l'unico rimasto vivo. Isabella decise di intervenire e prima gli pestò il piede, poi lo infilzò con la stessa spada dell'uomo.

La bionda Sveva però non faceva altro che passarsi la mano sulla guancia, continuando a urlare. Le bruciava da morire. Ma più di quello era la paura. Avrebbe potuto farle più male. Avrebbe potuto tagliarle la gola. Avrebbe potuto ucciderla. Scoppiò a piangere come una bambina.
Lei non voleva rischiare la vita in quel modo. Ci teneva troppo.
Inoltre non riusciva a credere a quello che aveva fatto. Aveva ucciso. Quella notte ci sarebbero stati delle vedove e degli orfani per causa sua. Solamente perché lei era stata così egoista dal non voler morire al posto dei mariti.
Aveva sempre sentito dire che l'istinto di sopravvivenza era molto forte nell'uomo... ma non immaginava che lei avrebbe potuto arrivare a quei livelli.

Isabella provò a dirle qualcosa per consolarla, ma non ebbe molto successo. Sveva non voleva parlare con lei. Non voleva parlare non nessuno. Si guardò le punte dei capelli... erano diventate bianche.

Fu in quelle condizioni che tornò alla nave. Federico la stava aspettando. - Sveva! - esclamò non appena la vide.
Lei ancora in lacrime gli si gettò tra le braccia. - Ho ucciso, Fede! Ho ucciso! - era una fontana a ruota libera. Era sconvolta.

- Non piangere Sveva. - cercava di rassicurarla lui. - Lo hai fatto solo per difenderti. -.

- Non è giusto! Non è giusto. - tirò su col naso, mentre le lacrime si mischiavano al sangue che usciva dalla sua guancia.

Lui la scostò un po' da sé per guardarla. - Io invece lo trovo giustissimo. - sorrise con aria da mascalzone. - In fondo cosa me ne può importare di loro? Preferisco mille volte avere te. -.

Fu un attimo: Federico le stampò un bacio su quella bocca rossa, un po' per il colore naturale, un po' per il sangue. Sveva era rimasta senza parole... e senza più lacrime, con un'espressione talmente interrogativa in fronte che Federico non poté far altro che scoppiare a ridere.

Le sue risate echeggiarono nella notte. Ma furono improvvisamente interrotte da Isabella che era appena tornata sul ponte dopo essere stata nella stanza di Mary e Bonn. 

- Dov'è mio figlio? -.

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- Non so se sei più idiota tu che sei saltato di sotto o io che ti ho seguito. - stava protestando Anna, mentre col killer si dirigeva verso il forte.

- Tu. - rispose Stub, senza nessuna incertezza.

Anna non rispose nulla... probabilmente sapeva che il killer per una volta aveva ragione. Si stava pentendo si averlo seguito. Non aveva senso quello che stavano facendo. Poi lei ripensò quando mai aveva avuto un senso quello che avevano fatto fino a quel momento.
Che fosse il loro destino fare cose senza senso?

Silenziosi come ombre nella confusione causata dall'esplosione provocata da Noah e Mary riuscirono ad entrare nel forte.

- Dove vuoi arrivare? - domandò a Stub, mentre salivano per le scale.

- All'ufficio di Rogers. - le disse lui.

- Che cosa? -.

Stub non si fermava nemmeno per parlare, saliva le scale di corsa, mentre Anna continuava a protestare. - Si può sapere cosa ti sei messo in testa? Vuoi farti prendere? Vuoi che tua madre non ti riveda? -.

- Voglio vederci chiaro nella faccenda di Lavinia. Se c'è qualcosa sono sicuro che si nasconde nel suo ufficio. -.

- Lascia perdere mia cugina. - sbottò lei. - Tua madre probabilmente a quest'ora è già sulla nave. -.

- Non ne sono sicuro. Per questo dopo aver trovato quello che cerco voglio fare un po' di rumore... per creare un diversivo. -.

Anna scosse la testa contrariata. Era completamente inutile parlare ragionevolmente con Stub quando si metteva in testa una cosa. Non c'era riuscita Antonella figurarsi se poteva riuscirci lei.
Si diede dell'idiota perché non solo non l'aveva fermato ma si era anche lasciata coinvolgere. Al diavolo il bacio che si erano dati, quell'essere rimaneva il solito, inutile, irragionevole, stupido killer!
La cosa incredibile è che era Anna a guidarlo... lei sapeva dove si trovava l'ufficio: l'aveva visto solamente dall'esterno, era vero, ma il suo senso dell'orientamento non era niente male.

Poco dopo lo raggiunsero. E furono sorpresi di trovare Noah. Forse non quanto Noah si sorprese di vedere lì loro due. - Che ci fate voi qui? - domandò.

- Lui. - Anna indicò Stub.

Il Lui in questione spiegò quello che aveva intenzione di fare. - La stessa cosa che sta facendo Mary. - replicò Noah. Stub se lo aspettava. Era normale che una donna come lei pensasse a cose del genere.
In fondo la cosa non stupì nemmeno Anna.

Stub fece per proseguire, ma Noah lo bloccò. - No. Lascia fare a Mary. - gli stava stringendo il braccio. - Aiutami a fare la guardia. -.

Proprio in quel momento sentirono dei passi. Tutti e tre sfoderarono le spade, pronti all'ennesimo combattimento.

Comparvero i soldati. Con loro c'era Rogers.

- Fatelo passare. - ordinò Noah a voce bassa. - E quando vedrete prendere fuoco la porta dell'ufficio potremo andar via. E' il segnale. -.

Infatti Mary era stata chiara con lui. Rogers era suo.

In quel corridoio si abbatté la furia dei soldati che si erano lasciati sfuggire la prigioniera e in quel momento reclamavano vendetta, per loro, per i loro compagni morti, per il loro governatore. Era un loro dovere proteggere la città da quei pirati e lo sentivano tantissimo. Senza contare che avrebbero ricevuto onori che non osavano nemmeno immaginare se ci fossero riusciti... ognuno di loro sognava di essere il nuovo Maynard.
Ma forse il sogno dei tre che gli si pararono davanti era più forte del loro: restare in vita.
Noah non poteva morire perché doveva proteggere Mary.
Stub non poteva morire perché doveva riabbracciare sua madre.
Anna non poteva morire perché doveva tornare nel futuro a fare kite almeno un'ultima volta.

Nella confusione che ne seguì, tra rumori di spade e urla di uomini, Rogers riuscì a passare. Lui non voleva quelle che ai suoi occhi erano 3 mezzecartucce. Lui voleva lei. Lui voleva Mary.

La nostra pirata intanto stava frugando tra la roba di Rogers. Nei cassetti della scrivania, in alcuni doppifondi aveva trovato delle lettere indirizzate a Lavinia. Le aveva prese velocemente e le aveva messe al sicuro, tra la camicia e la sua pelle. Aveva buttato all'aria anche una buona parte della libreria, nel tentativo di scoprire altro. Il suo piano era quello di prendere e di dar fuoco a tutto. Era da molto tempo che voleva fare una sorpresa del genere al caro Rogers.
Proprio in quel momento sentì la porta dell'ufficio aprirsi. Non fu affatto sorpresa di vedere Woodes richiudere la porta dietro di sé.

- Ah, sei tu. - disse solamente.

- Sì. Sono io. -.

Il governatore delle Bahamas aveva i capelli neri e gli occhi dello stesso colore... non molto alto, con l'aria a signorotto. Tuttavia, nella sua eleganza, Mary non faticava a vedere in lui l'ombra del pirata che era stato.

- Sei in trappola Mary. Che cosa hai intenzione di fare? -.

Mary sfoderò la spada. - Ucciderti a dire la verità. -.

Rogers sfoderò la sua.

Le loro lame si incrociarono più di una volta. - Avevo sentito parlare della tua bravura Mary. D'altronde cos'altro potevo aspettarmi da una donna che ha combattuto nella battaglia delle Fiandre? -.

Gli occhi di Mary a quelle parole si ridussero a fessure. - Il mio passato non è cosa che ti riguarda. -.

Ancora una volta con le lame incrociate. - Eppure tu hai avuto un passato così emozionante. -.

- Anche tu a quanto mi ricordo. - Mary lo spinse via. - Corsaro intorno al mondo. Poi ti sei venduto e sei diventato un governatore. - lo attaccò.

Lui indietreggiò di ben 5 passi. - Io ho sempre lavorato... -.

- ... per altri. - concluse lei. - Uno sporco corsaro, solo questo sei stato. -.

- Io almeno non ho tradito. Non sono mai stato un fuori legge. -.

Mary scoppiò a ridere. - Il mio passato, Rogers, è stato glorioso, come il tuo non potrà mai esserlo. Io prima combattevo per la mia patria e ne vado fiera tutt'ora. Tu invece eri solo un aspirante pirata troppo codardo per fare i tuoi arrembaggi non protetto da qualche altro governatore. Adesso tu sei qui solamente per la tua codardia. Io sono qui per quello che valgo: sono riuscita a fare quello che tu mai hai osato fare. Unirmi ad un vero pirata. -.

Quella volta fu il turno del governatore di ridere. - Calico Jack non è mai stato un vero pirata. E' solo un incosciente che presto pagherà per non aver accettato l'amnistia. -.

Mary posò la spada, sorridendo con lo sguardo di chi vuol far arrabbiare qualcuno e si diverte nel farlo. - Ammettilo Rogers. Dai la caccia ai pirati solamente perché fanno quello che tu non hai mai avuto le palle per fare. In particolare insegui noi perché te la facciamo sempre e perché hai paura che qualcuno possa prenderci prima di te. E' già successo in fondo no? 2 anni fa se non ricordo male Barbanera ha rifiutato l'amnistia... ma non sei stato tu a prenderlo... te lo sei fatto soffiare da quel vigliacco di Maynard e da Alexander Spotwood... un governatore molto migliore di te da questo punto di vista a quanto si dice. - ammiccò. - Ha compiuto la cattura del secolo. -.

A quelle parole Rogers si fece più feroce che mai... non gli piaceva la storia dell'amnistia che Edward Teach aveva rifiutato. Avrebbe voluto essere lui a prenderlo.
Mary sapeva perfettamente che quella storia gli bruciava parecchio.

Ormai sapevano entrambi che non c'era nulla da dire: Mary sapeva di averlo fatto infuriare abbastanza. Rogers sapeva che qualsiasi cosa avesse detto con lei non avrebbe attaccato.
Furono le spade a parlare per loro. Rogers si difendeva bene e attaccava con maestria, ma lui era stato solamente un corsaro. Mary aveva militato nell'esercito e la sua bravura era pressoché imbattibile.

Lei prese una fiaccola e appiccò il fuoco nella catasta di libri che aveva consultato alla ricerca di qualcosa.

Lui tentò un affondo, accecato dall'ira, cercando di colpire le gambe di lei, ma Mary fu più veloce e saltò sulla scrivania, ormai in fiamme. Il fuoco era divampato velocemente e li abbracciava ballando la danza mistica dell'odio.
Mary saltò giù dalla scrivania e ricominciò il corpo a corpo: le spade cozzavano fra loro con forte impeto, scontrandosi sempre più selvaggiamente. I loro passi si susseguivano senza mai fermarsi, avanti e indietro, avanti e indietro.
Mary fece una giravolta, ma la spada di Rogers fu pronta ad attenderla. Lei si abbassò, evitando che con un colpo lui le tagliasse la testa e contemporaneamente lo ferì ad una gamba. La pirata sapeva perfettamente che non era sufficiente... Codardo o no, era pur sempre stato un corsaro.
Rogers non emise un solo gemito e tornò a combattere ancora più arrabbiato di prima, mentre le fiamme li circondavano.
Per Mary la faccenda si stava facendo troppo calda... aveva trovato quello che voleva, aveva bruciato il resto. Non era riuscita ad uccidere l'origine dei loro mali, ma poco importava.

Velocissima salì sulla finestra e di lì saltò addosso a Rogers conficcandogli la spada appena sotto la spalla sinistra. Estrasse la spada e lui cadde in ginocchio davanti a lei, ansimante. - Questo è quello che meriti. - caricò la sua voce di disprezzo. - Addio Rogers. -.

Risalì sulla finestra e saltò giù. Atterrò senza farsi male. E poi corse via, nella notte, di ritorno alla nave.

 

 

 

 

L'angolo della Matrix

Hello!!
Mi dispiace un sacco per il ritardo ma questo è un periodo un po' così così... spero in ogni modo che questo capitolo vi sia piaciuto. In questo modo si conclude la missione per liberare Isabella. Ma non la fan fiction, non temete.

Vorrei ripetere inoltre che le storie di Mary ed Anne saranno raccontate in uno dei prossimi capitoli. In quanto alla faccenda di Barbanera e di Maynard, beh, mi piace pensare che Rogers non abbia mai digerito il fatto che Teach non solo non abbia accettato l'amnistia ma sia anche riuscito a sfuggirgli. Probabilmente in realtà a Rogers non importava un bel nulla di Barbanera.

Adesso passiamo ai ringraziamenti

  • myki: hai appena visto Sveva all'opera... in ogni senso xD. Ho cercato di renderla meno eroina possibile... in fondo è la natura del suo carattere quella di avere paura. Sono contenta che ti sia piaciuta la scena di Geremia xD. Quanto a Stub, come hai visto, riesce sempre a fare quello che vuole... come si può pretendere che se ne stia con le mani in mano? E' un po' come te... Bacione!!

  • BabyzQueeny: sono davvero contenta che ti siano piaciuti i due scorsi capitoli. Spero che ti sia piaciuto anche questo :) Bacione!!

  • DamaArwen88: ok, tranquilla... alla fine ti mando tutte le armi xD. Sono inoltre contenta che ti sia piaciuta la scena tra Anna e Stub, come sai, ho fatto fatica a scriverla. Quanto a Geremia non credo che lo dica a Nelly... Allison, si è una pazza... e come te proprio per questo l'adoro. Per Tom dovrai aspettare un po'... spero che tu abbia gradito anche questo chap... Bacione!!

  • Lallix: sì, è matta... ricordiamoci che è una caricatura... e non scordiamoci di chi è la caricatura xD. Quanto al fatto dell'essere improbabile... non se l'hai notato ma la maggior parte delle cose che accadono in questa storia sono, come dire, improbabili xD E sopratutto loro sono professionisti... abituati a cose ben peggiori. Isabella finalmente è libera. Aspetto di sapere che ne pensi di questo. Bacione!!

A presto (spero)

@matrix@


  
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