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Autore: Juls18    25/07/2014    3 recensioni
una lettera misteriosa giunge nelle mani di un uomo. il giorno stesso la morte misteriosa di una donna sembra confermare la veridicità della lettera... un mistero sconosciuto, tranne che a pochi, sta per irrompere nelle vite dei blaider, anche con l'arrivo di una squadra tutta al femminile. riusciranno le ragazze a scoprire l'intreccio dei fili che avvolgono le loro vite?
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hilary, Julia Fernandez, Kei Hiwatari, Mao, Mariam
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Primi Allenamenti

Primi Allenamenti

 

 

-Abbiamo il nome presidente!-

-Bene, l’avete deciso-

-Si, e mi creda, non è stato facile. Alla fine, però, ci siamo trovate d’accordo tutte-

-Bene bene bene. Dimmi allora, con chi ho l’onore di parlare?-

Hilary aveva sorriso prima di rispondere.

-Wisteria. Siamo il wisteria team-

Daitenji era impallidito.

-Hilary hai detto… Wisteria? Come il…-

-Il fiore esatto. È il nome perfetto presidente. Il glicine ha un significato preciso nel linguaggio dei fiori, lo conosce?-

-Amicizia…-

-Esatto. Per questo l’abbiamo trovato perfetto. L’amicizia è la cosa che ci lega l’una alle altre, come la passione per il bey, ovvio-

Non appena fu sicuro che Hilary se ne era andata e dopo aver dato ordine che nessuno entrasse nel suo ufficio, Daitenji aprì la cassaforte. Erano nove anni che non riprendeva  in mano quella lettera. Pur di dimenticarla l’aveva nascosta sotto strati e strati di fogli e documenti, eppure ne ricordava ancora perfettamente le parole. Era come se l’avesse letta tutti i giorni per nove anni. Soprattutto, ricordava il profumo di quella lettera. Non era stato intenzionale, Daitenji questo l’aveva capito subito. Quando l’aveva aperta per la prima volta, oltre alla lettera, era caduto anche altro dalla busta, qualcosa d’inaspettato e totalmente estraneo. Era stato quel corpo estraneo a lasciare quel profumo. Dopo nove anni, ormai, il profumo era quasi svanito, ma se si stava attenti si poteva ancora sentire qualche traccia di esso. Era un profumo particolare che in quel momento al presidente fece accapponare la pelle. Troppe, troppe coincidenze, pensò, mentre prendeva in mano quel piccolo fiore. Ormai si era completamente seccato, ma ancora si poteva distinguere qualche traccia del suo colore originale. Glicine. Quello che in mano teneva il presidente Daitenji era un fiore di glicine.

 

(dal capitolo precedente)

 

************************************************************

 

Erano poche le volte in cui Daichi decideva di stare zitto. Se non avesse sentito la litigata tra i due ragazzi la sera prima, non avrebbe perso tempo a prendere in giro Takao per il fatto che aveva permesso ad una “ochetta smorfiosa” di lasciarli una specie di tatuaggio sulla guancia a forma di mano. Invece aveva visto e, soprattutto, aveva sentito tutto. Hilary era andata via piangendo e sembrava distrutta. Il fatto che poi Takao non avesse detto una parola per tutta la sera, e che fosse andato a letto senza nemmeno mangiare, la diceva lunga. Quella non era una semplice litigata, quello non era un battibecco tra amici, quella sembrava la fine di un’amicizia. Le cose erano peggiorate quando la mattina dopo, di Takao non c’era traccia in tutta la casa. Quando aveva chiesto a nonno Jey dove fosse, la risposta era stata molto semplice

-È uscito-

Tutto questo non prometteva niente di buono. Ma Daichi non perse tempo.

-Sarà meglio iniziare ad allenarsi un po’-

 

Takao era al Belvedere. Non era riuscito a rimanere al dojo quella mattina. Non voleva pensare alla discussione che aveva avuto con Hilary. E ancora, Takao non ci voleva credere. Doveva essere stato tutto un sogno, anche se il segno sulla sua guancia ancora bruciava. Hilary non poteva avere parlato sul serio… lei una blaider, ma figuriamoci! Avrebbe solo fatto una figuraccia e basta. Perché poi voleva fare una cosa simile? Ok, avrebbe passato un sacco di tempo con le sue amiche, questo lo poteva capire, ma perché essere una blaider? Non le bastava stare in squadra con lui a fare il tifo? A quello era brava… era una buona manager, perché doveva umiliarsi facendo una cosa che non sapeva fare, davanti a milioni di persone? Perché improvvisamente stare con lui non gli stava più bene? Takao si mise le mani nei capelli, spettinandoli.

-Non ci capisco niente!-

-Finalmente hai capito quanto tu sia stupido?-

Takao si voltò di scatto, pronto a litigare con chi aveva osato dirgli una cosa simile. Ma appena vide chi aveva di fronte, non poté non trattenere un sorriso.

-Kai!-

Il russo gli fece un cenno con la testa. Si appoggiò alla balaustra del Belvedere, guardando il panorama.

-Allora… cos’è che non capisci?-

Takao si appoggiò anche lui alla balaustra, ma dando le spalle al panorama.

-Si tratta di Hilary…-

Il russo sollevò un sopracciglio.

-No, non è quello che pensi-

-Ora sai anche quello che penso?-

Takao gli lanciò un’occhiataccia. Rimasero in silenzio per alcuni minuti. Alla fine, Takao, incapace di restare in silenzio, disse tutto quanto a Kai.

-Hilary se n’è andata-

Kai lo guardò stupito.

-Si, esatto. Se n’è andata…-

-Dove?-

-Vuole essere una blaider. Ha formato un team con le ragazze e… se ne è andata-

-Una blaider?-

-Si, esatto. Ma cosa le sarà passato per la testa? Insomma, lei non è una blaider… non ha mai nemmeno lanciato un bey. E poi, cioè, insomma, non ne è in grado-

-E questo come fai a saperlo?-

Takao lo fissò come se fosse un alieno.

-Andiamo Kai… Hilary non ha mai, e ripeto, MAI, lanciato un bey. Come pensi possa essere una blaider?-

Kai lo fissò, poi spostò lo sguardo verso il panorama.

-Solo perché non ha mai tirato un bey, non vuol dire che non sia in grado di imparare-

-Può anche imparare come si lancia, ma addirittura gareggiare? Andiamo Kai, questa è follia-

Kai non gli rispose. Rimasero in silenzio per un lungo periodo, ognuno perso nei suoi pensieri. D’un tratto, Kai prese dalla tasca dei suoi pantaloni Dranzer, il suo bey, compagno di mille scontri, ed iniziò ad incamminarsi. Quando era già lontano da Takao si girò improvvisamente

-Solo perché non hai mai visto una persona fare una cosa, non vuol dire che non ne sia in grado. Non la sottovalutare… Hilary ha dato prova di essere molto tenace. Se vuole duellare, ce la farà-

Takao fissò allibito il suo amico andare via. Quando di Kai ormai non si vedeva più traccia, ritrovò l’uso della parola

-Da quando tu parli così tanto? -

 Urlò al nulla. Alla fine si avviò anche lui verso casa.

-Hilary… una blaider… non ce la farà mai!-

 

 

************************************************************

 

-Non ce la farò mai!-

Urlò Hilary verso le sue amiche. Era la ventesima volta che provava a lanciare un bey, e per la ventesima volta il bey si era rifiutato di girare. In quel momento Hilary provava solo una cosa, frustrazione.

-Dai Hilary… non ti abbattere. Basta solo fare pratica! Vedrai che…-

-Venti volte Mao! Ci ho provato per venti volte e il risultato è sempre stato lo stesso!-

Dalle ragazze non venne nessun’altra risposta. Erano in una palestra della BBA che il professor Daitenji aveva messo loro a disposizione. Si stavano allenando da più di un’ora, e il risultato era sempre stato lo stesso. Il bey di Hilary si rifiutava di ruotare.

-Ci hai messo la giusta dose di forza nel lancio?-

Le chiese per la milionesima volta Miriam. Hilary alzò gli occhi al cielo

-Ho fatto tutto come mi avete detto. Gambe larghe, pugno stretto, tirare indietro con tutta la forza che si ha… ho fatto tutto, ma quel coso di rifiuta di ruotare-

Nella voce di Hilary era percepibile tutta la sua frustrazione e disperazione. Mao e Mariam si guardarono, indecise su cosa dire, o fare. Proprio quando Mao stava per dirle qualcosa, dal fondo della sala si levò chiara e forte la voce della spagnola

-Primero, define nunca un bey “eso”, como deja nunca se ir a la frustración y tercio, nos quiere pasión para lanzar un bey, y tú pasión has! Tira la fuera(#)-

(#)Primo, mai definire un bey “coso”, secondo mai lasciarsi andare alla frustrazione e terzo, ci vuole passione per lanciare un bey, e tu passione ne hai! Tirala fuori.

Hilary guardò Julia.

-Io ci provo a tirarla fuori, ma non è facile!-

-Devi sforzarti. Nada pasión, nada deporte(#)! Non vorrai dare ragione a Takao, verdadero?(*)-

(#)niente passione, niente sport! (*)vero?

-Certo che non voglio dargli ragione! Solo che… non ne posso più! Ci sto provando da quando, un’ora? E ancora niente. Non chiedo molto, voglio solo che giri!-

-Ti sembra che sia sufficiente? Sai per quante ora io e le altre ci siamo allenate? Pensi che un’ora ti possa trasformare in una blaider?-

Hilary guardò Julia.

-Certo che so che un’ora non basta…-

-Allora smettila di lamentarti e continua a lanciare-

Le due ragazze continuarono a fissarsi per alcuni minuti. Alla fine fu Hilary a distogliere lo sguardo. Si avviò lentamente al centro della pista di bey e raccolse Nemesis. Poi si rimise in posizione davanti alla pista, caricatore stretto in mano.

-Ok. Pronti... Lancio!-

Hilary lanciò con tutte le sue forze. Per un attimo sembrò che, questa volta, ci fosse riuscita. Invece, appena toccato terra, Nemesis iniziò a rotolare fino a quando non si fermò, di nuovo per la ventunesima volta, al centro della pista. Hilary lanciò un urlo.

-Ora basta! Cosa devo fare?-

Le ragazze si guardarono una ad una. Sarebbe stata una lunga giornata.

-Ok, Hilary, provaci di nuovo-

Disse Mao, cercando di infondere coraggio alla sua amica. Hilary annuì.

-Va bene, ci riprovo-

-Pensa a quando noi lanciamo i bey. Prova a rifare i nostri stessi movimenti-

-Ok, ok, ci provo. 3…2…1, pronti… lancio!-

Ma come le ventuno volte precedenti, Nemesis si afflosciò sul terreno.

-Aquí nos quiere una intervención divino, se lo digo yo...-

(#)Qui ci vuole un intervento divino, ve lo dico io…

Tutte e tre le ragazze fissarono Julia, e per la prima volta da quando quella giornata era iniziata, scoppiarono a ridere.

-Che c’è, ho solo detto la verità!-

-Julia, lasciatelo dire! Se non ci fossi, dovrebbero inventarti!-

-Èste es verdadero! Como yo, no hay nadie!

(#)Questo è vero! Come me, non c’è nessuno!

Dopo quella frase, le ragazze risero ancora di più, accompagnate, questa volta, anche dalla loro amica spagnola.

-Ragazze, per fortuna che ci siete voi. Se fossi da sola credo che sarei impazzita-

Mao si avvicinò ad Hilary, e le appoggiò una mano sulla spalla.

-Ce la farai Hilary, fidati. Devi solo fare pratica, una volta capito il movimento giusto, vedrai che ti verrà naturale-

Hilary annuì. Si rimise in posizione, caricatore stretto in mano, quando ad un tratto si voltò verso la sua amica dai capelli rosa.

-Non è che però mi fareste rivedere come si fa? Così, per sicurezza-

Mao sfoderò uno dei suoi sorrisi più abbaglianti.

-Certo! Ora ti faccio vedere come si fa-

Ma prima che potesse lanciare, arrivò davanti a lei Julia, Thunder Pegasus già in mano

-Se devi vedere, almeno che ti faccia vedere una brava blaider-

-Stai insinuando che non sono brava?-

-Sto solo dicendo, rosa, che qui ci vuole una professionista. E tra le due, quella sono io-

-Ma chi credi di essere! Io sono brava quanto te! E se c’è qualcuna che può far vedere ad Hilary come si fa, quella sono io!-

-Questa la devo proprio vedere. Se solo tu capissi…-

Ma Julia non riuscì a finire la frase, che un bey stava ruotando, perfettamente stabile, al centro della pista. Si trattava del bey di Miriam, Sharkrush. Sia Julia che Mao si voltarono verso Mariam, che non aveva detto ancora una parola.

-Invece di litigare come delle bambine per una caramella, dovreste pensare ad aiutare Hilary e basta. Quindi ora niente più discussioni inutili. Sono stata chiara?-

Tutte e tre annuirono, incapaci di dire qualcosa.

-Bene! Ora Hilary, in posizione. Non ci muoveremo da qui fino a quando non farai ruotare Nemesis-

Hilary si mise in posizione, di nuovo, e lanciò. Come le volte precedenti, Nemesis rimbalzò sulla pista prima di fermarsi, senza avere ruotato nemmeno una volta.

-Sarà una lunga giornata… almeno per pranzo possiamo uscire o dobbiamo stare qui?-

-Julia!!!-

Julia alzò le mani in segno di resa.

-Ok, ok, scusate. Chiedevo solo…-

Sarebbe stata veramente una lunga giornata.

 

 

************************************************************

 

Quando Kai entrò nella sede della BBA era tarda sera. Il presidente Daitenji gli aveva chiesto di passare da lui senza specificarne il motivo. Appena arrivato davanti allo studio, si fermò. Da dietro la porta si distinguevano delle voci, una era quella del presidente, mentre l’altra, era quella di Takao.

-Deve fermare questa follia!-

-Takao, ascoltami…-

-No, mi ascolti lei! Deve fermare le ragazze prima che sia troppo tardi. Insomma, non possono gareggiare, soprattutto non può farlo Hilary-

-Perché non lo può fare?-

-Perché non ne è in grado. Mi sono fermato giù in palestra prima, e Hilary non è nemmeno in grado di lanciare un bey! Deve impedirglielo-

-Devi dargli fiducia Takao. Sono sicuro che Hilary ce la farà-

-Ma l’ha vista? Non è capace!-

-Ora basta Takao. Ho preso la mia decisione, e le ragazze gareggeranno. Hanno accettato la mia proposta, e l’unico modo per non farle gareggiare è che le ragazze stesse vogliano ritirarsi, e questo lo credo improbabile. E con questo è tutto, buona serata Takao-

-Ma presidente…-

-Buona serata!-

Seguirono alcuni secondi di silenzio. Poi il rumore di passi che si avvicinavano alla porta indicavano che il blaider se ne stava andando. Quando la porta si aprì, Kai vide Takao furioso. Non fece nemmeno un cenno a Kai, se ne andò e basta. Kai guardò il suo amico andare via, poi si girò verso lo studio. Daitenji era voltato verso le finestre del suo ufficio, e stava guardando Tokio. Dal tredicesimo piano la vista era incredibile. Era il tramonto, e tutta la città era illuminata da una luce arancione. Il fiume sembrava una striscia d’oro fuso che scorreva in mezzo alla città.

-Certe volte vedere lo spettacolo della natura mi lascia sempre stupito. Sono più di vent’anni che ho questo ufficio, e tutte le volte mi stupisco ancora della vista. Credo di stare invecchiando…-

Kai entrò dentro, e si sedette nelle sedia davanti alla scrivania. Daitenji si voltò lentamente e anche lui prese posto alla sua scrivania.

-Voleva vedermi, giusto?-

-Esatto. Anzi, scusa se ti ho chiamato così senza preavviso-

-Nessun problema-

-Bene-

Daitenji guardò Kai poi spostò il suo sguardo verso una parete laterale, verso un quadro che raffigurava un paesaggio di campagna.

-Kai, toglimi una curiosità. Con chi hai intenzione di gareggiare in questo torneo?-

-Intende con quale squadra?-

Daitenji annuì.

-Con i Bladebreakers-

Daitenji guardò sempre il quadro.

-Formerete la squadra come il primo anno di torneo?-

Kai annuì.

-Si, saremo io, Takao, Rei e Max-

-Bene-

-Voleva sapere solo questo?-

Daitenji fece un cenno negativo con la testo. Si voltò verso Kai, una leggera preoccupazione negli occhi.

-Kai, quello che ti devo chiedere… so che non ne parli molto volentieri. Ma vorrei che tu mi rispondessi sinceramente-

Kai fissò l’uomo davanti a lui e lentamente annuì.

-Cosa sai di tuo nonno?-

Kai fu preso alla sprovvista. Tutto si aspettava, tranne che quella domanda.

-Non te lo chiederei se non fosse importante-

Il blaider voltò lo sguardo verso la finestra. La luce ormai era cambiata, il cielo era diventato scuro e si potevano vedere le luci della città.

-È in prigione-

-Ne sei sicuro?-

Kai annuì, senza guardare il presidente.

-Bene. E di Vorkov?-

Questa domanda sorprese ancora di più il russo.

-Nessuno sa più niente di lui. Ha perso tutto dopo la sconfitta della BEGA. Non è stato visto da nessuna parte-

Daitenji annuì con il capo.

-Sono sollevato di sentire questo-

Kai si voltò verso il presidente.

-Perché lo vuole sapere adesso? E perché da me?-

Daitenji guardò Kai.

-Non è niente di cui preoccuparsi Kai. Volevo solo essere sicuro che quest’anno non ci saranno problemi, tutto qui-

-Ne è sicuro?-

Prima di rispondergli, il presidente fece un profondo sospiro.

-A dire la verità sono un po’ preoccupato per le ragazze. Le ho messe in una brutta situazione… questa mattina ho dovuto subire le ire di due fratelli molto arrabbiati perché le loro sorelle li avevano abbandonati, e poi Takao…-

Kai annuì con la testa.

-Mio nonno non dovrebbe causare altri problemi a lei o alla BBA-

-Grazie Kai. Ora ti lascio, sono sicuro che vorrai tornare a casa-

-Arrivederci presidente-

-Arrivederci-

Kai lasciò lo studio in silenzio. Quella chiacchierata l’aveva lasciato senza parole. C’era qualcosa che non gli quadrava in testa. Quelle domande su Vorkov e su suo nonno l’avevano colto di sorpresa. Possibile che il presidente pensasse che uno dei due volesse fare qualcosa durante il torneo? Impossibile. Suo nonno era rinchiuso in un carcere in Russia, lontano da tutti e Vorkov aveva perso ogni sostenitore l’anno prima. Loro non potevano essere un problema. Poi quella preoccupazione per le ragazze… se Daitenji temeva per il torneo, perché aveva creato quella squadra? Kai era talmente preso dai suoi pensieri che non si rese conto nemmeno di avere sbagliato piano con l’ascensore. Invece di premere per il piano terra si era ritrovato al secondo piano, il piano delle palestre. Stava per uscire, quando una luce proveniente da un corridoio lo fece fermare. Quel corridoio portava alle palestre della BBA, ma a quell’ora dovevano essere chiuse. Si diresse verso la luce, e quando fu arrivato davanti alla porta, si fermò di colpo. C’era una ragazza dentro, e lui quella ragazza la conosceva. Hilary stava provando a lanciare un bey, ma i risultati erano penosi. Il bey non faceva che toccare terra e poi fermarsi.

-Stupido bey, vuoi deciderti a ruotare?-

-Ci metti troppa forza nel lancio. Troppa forza vuol dire troppa velocità di rotazione, così quando tocca il pavimento non ha aderenza e stabilità, quindi finisce con il cadere-

Hilary si voltò di scatto. Era stupita di vedere Kai lì.

-Kai? Che ci fai qui?-

Kai non le rispose, si incamminò verso di lei e le arrivò davanti.

-Girati, forza-

Hilary lo guardò stupita.

-Cosa?-

Kai alzò gli occhi al cielo, sbuffando. Mise le mani sulle spalle di Hilary e la fece voltare.

-Ehi, piano. Sono capace di farlo anche da sola-

-Allora perché non l’hai fatto subito?-

-Si può sapere cosa vuoi fare?-

Kai era dietro di lei. Sulle guance della ragazza si era creato un leggero strato di rossore.

-Ti insegno a lanciare-

Hilary lo guardò.

-Stai scherzando?-

-No-

-Perché lo fai?-

Kai la guardò. Erano in una posizione strana, lei che gli dava le spalle e lui subito dietro di lei.

-Diciamo che lo faccio per Takao…-

-Takao?-

Kai annuì.

-Per quello che ti ha detto. Non doveva, non aveva nessun diritto di dirti che non ne saresti stata in grado. Diciamo che lo faccio per fargli vedere quanto è stupido-

Hilary guardò stupefatta il ragazzo. Poi scoppiò a ridere. Kai la fissò sollevando un sopracciglio, cosa che non fece altro che aumentare la risata della ragazza.

-Scusa, non volevo ridere di te. Solo… in un certo senso è la cosa più carina che tu mi abbia mai detto. E credo anche la più lunga. Sono sorpresa-

Questa volta fu il turno di Kai di arrossire. Le diede un piccolo colpo sulla testa.

-Ahi… e questo per che cos’era?-

-Concentrati. Vuoi imparare o no?-

Hilary fece un cenno affermativo con il capo.

-Bene. Ora ti faccio vedere-

Kai allungò una mano e prese quella di Hilary.

-Kai ma che…-

-Concentrati. Stringi di più il dispositivo di lancio, esatto, così. E adesso-

Kai le prese l’altra mano.

-Ecco, ora devi tirare. Non troppo forte e nemmeno troppo piano. Devi trovare la giusta misura-

-E come faccio?-

-Provando. Sai che ora ce ne metti troppa, cerca di ridurla-

La ragazza annuì.

-Ok, ci provo-

E Hilary lanciò, ma come le volte precedenti, non ci fu un buon risultato. Kai si avviò a riprendere il bey.

-Ci hai messo troppa forza-

-Ma se ho tirato meno del solito-

-È troppa lo stesso. Riprova-

Hilary sbuffò, ma si rimise in posizione.

-Ok, pronti… lancio!-

Questa volta il bey non arrivò nemmeno alla pista.

-No, non dirlo. Troppa poca, vero?-

Kai annuì.

-Riprova-

Provarono per altri dieci minuti, ma ancora non c’era stato nessun risultato.

-Basta, non ne posso più. Non ci riesco-

Hilary si accasciò per terra. Dalla frustrazione che provava, dagli occhi iniziarono a scendere delle lacrime. Kai si sedette di fianco a lei, in silenzio. Teneva tra le mani Nemesis, il bey della ragazza, e lo stava esaminado.

-Non è male come bey… è un peccato rinunciare così-

Hilary si voltò verso di lui.

-Sarà anche un buon bey, ma se non riesco nemmeno a lanciarlo è inutile-

-Devi solo provarci di nuovo-

-Provarci? È tutta la giornata che ci provo, e niente. Non ce la faccio. È come se… come se non volesse che lo lanciassi-

Kai guardò la ragazza.

-Che vuoi dire?-

-Non so come spiegartelo… è come se… è come se quel bey non fosse giusto per me, come se non mi volesse-

-Impossibile. Nessun bey non vuole essere lanciato-

Kai guardò prima lei poi il beyblade. Fu solo in quel momento che si rese conto che sul bey era disegnato un cigno, come se quel bey avesse…

-Come si chiama?-

Hilary lo guardò un attimo sorpresa.

-Il bey, come si chiama?-

-Nemesis. Come fai a sapere che ha un nome?-

Kai le indicò il disegno.

-Deve avere per forza un nome. Ha un bit power-

Hilary lo guardò sconvolta.

-Un… un bit power?-

Kai annuì.

-No… io non posso…-

-Perché no?-

-Non so nemmeno lanciare!-

-Ora hai un motivo valido per imparare-

Hilary guardò a bocca aperta il suo amico.

-Tu sei pazzo…-

Ma mentre lo diceva, si era alzata, e aveva impugnato il dispositivo di lancio. Prese dalle mani di Kai il suo bey e si mise in posizione. Dopo avere fatto due bei respiri, lanciò. Il bey questa volta, appena toccata terra, ruotò un po’ su se stesso, poi si fermò. Hilary guardò sconvolta il bey e poi Kai.

-Ce l’ho fatta!-

-Non male come inizio-

Hilary guardò Kai, leggermente arrabbiata, e con una mano su un fianco.

-Un po’ d’incoraggiamento non fa male, sai?-

Kai la fissò.

-Ti sto aiutando… non basta?-

Hilary lo guardò male, poi gli fece un sorriso.

-Direi che, per essere te, mi basta-

Ora anche Kai aveva un accenno di sorriso sul volto. Poi il ragazzo, senza aggiungere niente altro, prese la via della porta.

-Kai… ma dove vai?-

Kai si fermò, ma non si voltò verso la ragazza.

-Non ti dimenticare come hai fatto a lanciare prima. Continua così, vedrai che tra altri due o tre lanci, riuscirai a farlo rimanere in piedi stabilmente-

E senza aggiungere altro, se ne andò. Hilary rimase a fissare la porta dove il ragazzo era sparito per alcuni minuti, poi si lanciò di corsa dietro al ragazzo.

-Kai, aspetta, volevo dirti...-

Ma del ragazzo non c’era già più traccia. L’ascensore indicava che era a piano terra.

-..Grazie-

Disse Hilary, al vuoto.

-La prossima volta che lo vedo lo ringrazio come si deve. E ora, al lavoro-

E la castana si voltò di nuovo verso la palestra, Nemesis sempre stretta in pugno.

-Se c’è veramente un bit power, sarà meglio che io impari in fretta come farti funzionare, no? Un’altra ora di allenamento ci vuole!-

E Hilary tornò a fare i suoi lanci.

 

 

************************************************************

 

-No es posible! ¿Pero como has hecho?(#)-

(#)Non è possibile! Ma come hai fatto?

Julia guardava sbalordita il piccolo bey azzurro di Hilary che stava perfettamente ruotando al centro della pista. Il sorriso di Hilary era abbagliante. Si vedeva che aveva dormito poco, aveva delle profondo occhiaie scure sotto gli occhi, e aveva anche le mani tutte rovinate.

-Non mi dire che ti sei allenata per tutta la notte?-

Hilary scosse il capo.

-No, non per tutta la notte… ma ci sono andata vicina!-

Le sue amiche la fissarono allibita. Quando quella mattina Hilary le aveva chiamate per dire loro che le voleva vedere tutte e tre alla BBA, avevano pensato che volesse riprendere l’allenamento che avevano fatto ieri. Invece avevano assistito ad un lancio perfetto da parte della castana, e ora guardavano Nemesis ruotare, perfettamente stabile, al centro della pista. Le tre ebbero tre reazioni completamente diverse. Miriam si limitò a fare un sorriso enorme alla sua amica, Mao, invece, si buttò addosso ad Hilary, stritolandola in un abbraccio e Julia lanciò un grido di trionfo.

-Sei stata fenomenale!-

-Lo sapevo che ci saresti riuscita-

-Che ti avevo detto? Bastava allenarsi, e ce l’avresti fatta!-

Hilary ricambiò l’entusiasmo delle sue amiche.

-Che dite, me la merito una ricompensa?-

Le sue amiche si scambiarono prima uno sguardo, poi la fissarono.

-Non penserai, vero, che questo faccia di te una blaider, giusto? Lanciare è il primo passo-

Hilary annuì.

-Lo so, non vi preoccupate. Però sono stata brava-

-Su questo nulla da ridire. Ma prima di ricevere una ricompensa ne hai ancora di strada da fare!-

Hilary guardò Miriam preoccupata.

-Che vuoi dire?-

-Che ora inizia la parte difficile… oggi Hilary impari a duellare-

-Subito?-

-Si, subito. Non c’è molto tempo prima del torneo. Devi imparare a duellare-

Hilary fissò una ad una le sue amiche. Poi, con una grande determinazione, si mise davanti alla pista, pronta per la sua prima sfida.

-Allora, chi è la prima?-

Mao si portò dall’altra parte della pista, caricatore già in mano.

-Non pensare che ci andrò piano solo perché sei la mia migliore amica-

-Non me lo aspetto-

-Bene!-

Miriam si mise dall’altro lato, a fare da giudice.

-Bene ragazze, in posizione. Uno, due, tre, pronte… Lancio!-

Il primo scontro di Hilary iniziò. Non durò nemmeno due secondi. Appena Nemesis e Galux si scontrarono al centro della pista, il bey di Hilary fu spazzato via.

-Vince Mao-

Hilary guardò sconvolta la sua amica.

-D’accordo che non ci devi andare piano, ma almeno lasciami provare-

Mao sfoderò un sorriso sarcastico.

-Pensi che il tuo avversario si dimostrerà più gentile? Devi essere preparata, sempre-

Hilary annuì.

-Il primo impatto è il momento decisivo. È il momento in cui il duello può finire subito, perché tutti mirano alla stessa cosa, vincere. Devi stare attentissima-

-E come posso fare?-

Fu Julia a risponderle.

-Devi credere nel tuo bey-

-Credere in Nemesis?-

-Esatto. Devi pensare che niente lo possa buttare fuori. Devi crederci, e lui non ti deluderà-

Hilary guardò Julia.

-Devo credere nel mio bey…-

-Esatto!-

-Julia ha ragione. Devi crederci-

Hilary riprese in mano il suo bey e lo guardò.

-Ok, riproviamo-

-Bene. Tre, due, uno, pronti… lancio!-

Questa volta, il primo impatto tra i due bey non fu fatale per Hilary. Nemesis resistette all’impatto, e si fermò ad una certa distanza da Galux.

-Bene Hilary, molto bene-

-E adesso che cosa devo fare?-

Mao sfoderò il suo migliore sorriso.

-Ora, si fa sul serio. Galux, vai-

Galux partì all’attacco di Nemesis. Hilary non si era aspettata un attacco così rapido, e non sapendo bene cosa fare, seguì il suo istinto.

-Nemesis!-

Il bey, come se avesse sentito il grido della sua proprietaria, schivò all’ultimo secondo il bey di Mao, che si avvicinò pericolosamente al bordo della pista, ma quando sembrava che stesse per uscire, la corsa di Galux si arrestò, e tornò al centro. Hilary guardò sconvolta prima Nemesis, poi il bey di Mao, infine si voltò verso Mariam.

-L’ho schivato!-

Mariam le sorrise.

-Ben fatto-

-Non pensare che basti così poco per vincere. Galux-

Questa volta Galux non mancò il suo bersaglio. Hilary, troppo distratta dall’avere resistito al primo attacco, si trovò totalmente presa in contropiede. Galux centrò Nemesis, e il bey di Hilary venne sbalzato fuori dalla pista. Atterrò vicino alla sua proprietaria.

-No te tienes que distraer nunca, chica. Un solo error, y seis fuera. Pero no mal, como primero tentativa(#)-

(#)Non ti devi mai distrarre, ragazza. Un solo errore, e sei fuori. Però non male come primo tentativo.

Hilary annuì.

-Riproviamo. Mao, ti va?-

-Puoi contarci-

-Bene. Hilary, Mao in posizione. Hilary questa volta cerca di attaccare anche tu, e non ti distrarre. Rimani concentrata sul bey, e metti tutta la tua forza nel lancio e anche nello scontro. Il bey dipende da te come tu dipendi da lui per la vittoria. Pronta?-

Hilary annuì.

-Sono pronta-

-Forza Hilary! Haces ver al chino quien es que el mejor!(#)-

(#)Fai vedere alla cinese chi è la migliore.

Hilary si voltò verso Julia.

-Puoi scommetterci. E poi batterò anche te-

Julia la fissò con uno sguardo sarcastico.

-Questo lo vedremo-

-Ora basta Julia. Hilary, concentrati, riprendiamo. Tre, due, uno…-

-Pronti… lancio!-

 

Le ragazze si allenarono per tutta la giornata. Alla fine, Hilary era riuscita a fronteggiare abbastanza bene gli scontri, anche se non era riuscita a buttare fuori, nemmeno una volta, Galux. Aveva provato ad attaccare, e in alcuni momenti Mao aveva veramente pensato che riuscisse a buttare fuori il suo bey, ma alla fine la cinese era sempre riuscita a battere la giapponese. Tuttavia era stato palese che scontro dopo scontro, Hilary stava migliorando. Imparava con una velocità sorprendente ed aveva un talento naturale. L’unica cosa che la frenava era il fatto che non credeva ancora abbastanza in se stessa, e, di conseguenza, anche il suo bey ne risentiva. Hilary doveva solo pensare che ce la poteva fare, che aveva tutte le carte in regola per potercela fare, e una volta che avrebbe capito questo, sarebbe diventata una blaider eccezionale.                                                                 Finita la giornata, le ragazze avevano deciso di andare a mangiare qualcosa tutte insieme, cioè, si erano auto invitate a casa di Hilary.

-Sei l’unica che abita qui… quindi chica, sei la sola che possa ospitarci-

Non era che Hilary non volesse le sue amiche a casa a mangiare, ma sapeva quello che sarebbe seguito poi. Sicuramente le altre avrebbero finito per fermarsi a dormire a casa sua. Infatti, finito di mangiare, le altre si erano installate in camera sua, e non c’era stato nessun verso di farle andare via.

-Andiamo Hila… l’altra sera avete dormito da me, stasera tocca a te. Dopo tutto siamo compagne di squadra!-

-E siamo migliori amiche. Hilary, non ti puoi rifiutare-

-Esatto chica. Esta noche te pasado, no puedes rellenar nada(#)-

(#)Stasera ti tocca, non puoi farci niente.

Così Hilary ora guardava le sue amiche dormire tranquillamente sul suo letto. Cioè, Mao e Mariam si erano impossessate del letto, Julia era stata costretta a dormire per terra, sopra strati di coperte. Anche Hilary voleva dormire, ma si sentiva troppa adrenalina in corpo per farlo. Così se ne era andata fuori, nel balcone della sua camera, a pensare. Aveva duellato. Per la prima volta nella sua vita aveva duellato e le era piaciuto. Sapeva di non essere ancora pronta, non era stata in grado di sconfiggere Mao nemmeno una volta, ma aveva sentito dentro di se la voglia di continuare a provare e di non arrendersi. Quelle sensazioni per lei erano strane e nuove, mai si sarebbe aspettata di provare cose simili solo lanciando un bey. Eppure, vedere quella piccola trottola azzurra ruotare, perfettamente stabile, e cercare di tenere testa a Galux l’aveva riempita d’orgoglio. Ci era riuscita. Avrebbe fatto vedere a Takao cosa era in grado di fare. Pensare a Takao la fece stare male. Quando era riuscita a lanciare correttamente un bey, il suo primo pensiero era stato quello di telefonare al suo amico e farglielo sapere. Poi si era ricordata di quello che era successo, e un’immediata tristezza aveva offuscato il suo momento di gioia. Se pensava a tutte le volte che lei aveva esultato per lui… possibile che lui proprio non capisse? Non chiedeva niente di particolare, solo un appoggio da parte di un amico. Persino Kai l’aveva aiutata… già, il freddo Kai l’aveva aiutata, chissà poi per quale motivo.

- Diciamo che lo faccio per fargli vedere quanto è stupido-

Hilary si ritrovò a sorridere. Chi se lo sarebbe mai aspetto da Kai? Ora che ci pensava, non aveva ancora avuto modo di ringraziarlo per bene. Dopo tutto, era stato per merito suo se aveva capito come doveva fare per lanciare e per rendere stabile il suo bey.

-Si, appena lo rivedo, lo ringrazio-

-Ringrazi chi?-

Hilary si voltò stupita. Si era affacciata sul balcone anche Mariam.

-Credevo tu stessi dormendo…-

-Mao ha l’abitudine di dare calci quando dorme. Mi ha svegliata-

Hilary ridacchiò, meritandosi un’occhiataccia da parte della ragazza.

-Guarda che non c’è niente da ridere… mi ha fatto male-

Hilary rise ancora più forte. Poi alzò le mani in segno di resa.

-Scusa, non volevo ridere di te. Solo che è buffa come cosa…-

Mariam la guardò ancora male, prima di voltarsi dall’altra parte.

-Allora… chi devi ringraziare?-

-Kai-

-Kai?-

Hilary annuì.

-E perché lo devi ringraziare?-

-Perché mi ha aiutata ieri sera. Mi ha trovato mentre ero in palestra ad allenarmi, dopo che voi ve n’eravate andate. Mi ha fatto capire dove stavo sbagliando nel lanciare il bey. Mi ha fatto vedere come dovevo fare e… ci sono riuscita-

Mariam era stupita.

-Aspetta, stiamo parlando dello stesso Kai? Il freddo, distaccato, asociale Kai Hiwatari?-

Hilary annuì.

-Lo so, sono rimasta sorpresa anche io. Chi se lo sarebbe mai aspettato un aiuto da parte di Kai? Eppure l’ha fatto, per questo lo voglio ringraziare-

Mariam continuò a guardarla con un’espressione stupita. Poi fece una mezza risata, e si voltò verso il panorama.

-Poi, ieri sera, mi ha anche detto un’altra cosa…-

-Ha pure parlato?-

Le due ragazze si guardarono, poi scoppiarono a ridere. Hilary, poi, diede un piccolo schiaffo sulla mano di Mariam.

-Cosa ti ha detto poi Kai? Mi hai incuriosita… una volta che Kai dice qualcosa, deve essere importante-

-Ha detto una cosa a proposito del mio bey…-

-A proposito di Nemesis?-

Hilary annuì.

-Cosa ha detto?-

-Che c’è un bit power dentro-

Mariam fissò sconvolta Hilary.

-Un… un bit power?-

-Esatto. Anche io ero sconvolta quando me lo ha detto-

-Ma non ha senso!-

-Lo so, sono rimasta sconvolta anche io. Ma credo che abbia ragione…-

-Che vuoi dire?-

Hilary tirò fuori Nemesis dalla tasca, poi lo mostrò alla sua amica.

-Non so come spiegartelo ma… sento che dentro c’è qualcosa. Credo che Nemesis sia un bit power…-

Mariam prese in mano Nemesi e lo guardò attentamente. Stava quasi per ridarlo a Hilary, quando lo vide. Un bagliore proveniente dal disegno del cigno. Mariam guardò stupita Hilary.

-Credo tu abbia proprio ragione…-

Hilary si riprese il suo bey.

-Ma io non sono in grado di…-

-Non dirlo, non lo puoi sapere. Stai migliorando tantissimo Hilary, solo questa mattina non sapevi nemmeno duellare e oggi pomeriggio hai quasi tenuto testa a Mao. Ce la puoi fare-

-Ma sono i bit power a scegliere il giocatore, non il contrario, giusto?-

Mariam la guardò intensamente.

-Io credo che Nemesis ti abbia scelta dal primo momento. Ti ricordi che hai detto il suo nome prima ancora che Daitenji te lo dicesse?-

Hilary fissò intensamente Nemesis. Poi, lentamente annuì.

-Non sappiamo tutto sui bit power Hilary, nemmeno noi degli scudi sacri sappiamo tutto. Molte delle antiche tradizioni sono state dimenticare e perdute, ma di una cosa sono certa. Credi in Nemesis, vi siete scelti dal primo momento. Credici e sarai in gradi di evocarlo. Io ho fiducia in te-

Le due ragazze rimasero in silenzio per molto tempo, ognuna persa nei propri pensieri. Mariam aveva lo sguardo rivolto verso il cielo, mentre Hilary non faceva che guardare il suo beyblade. Si erano scelti… lei e Nemesis. Era vero, lei era stata in grado di dire come si chiamasse il bey prima che qualsiasi persona glielo dicesse. Non si ricordava nemmeno come era stato possibile, ma era successo. Aveva stretto il bey nella sua mano e il nome gli era apparso magicamente in testa.

-Sai Mariam… quando ho preso in mano Nemesis per la prima volta è stato come…-

Hilary fece un piccolo movimento con la mano.

-Come una sorta di deja vu?-

Hilary guardò la sua amica. Poi annuì.

-Si, esatto. Avevo avuto l’impressione di averla già visto-

-Averla?-

Hilary arrossì leggermente.

-Si, lo so che è stupida come cosa ma … ho come l’impressione che Nemesis sia una femmina-

Mariam scoppiò a ridere.

-Credo che questa sia la prima volta che sento dire che un bit power è femmina-

-Perché? Non potrebbe essere?-

-Certo, tutto è possibile. Ma credo che tu ora debba dormire. Domani ti aspetta una giornata ancora più dura di quella di oggi-

Hilary sorrise.

-D’accordo capitano. Andiamo a dormire!-

Mariam la fissò per un attimo.

-Capitano?-

La castana annuì.

-Si, capitano. Chi meglio di te può esserlo?-

-Io non sono un capitano-

-Guarda che non c’è niente di male. E poi scusa, chi è che oggi si è messa a dare ordini e dire cosa dovevamo fare? Tu. Sei perfetta per il ruolo-

-Io non sono mai stata un capitano…-

Hilary le sorrise.

-C’è sempre una prima volta, no? Se dovessi scegliere io, ti nominerei subito capitano delle Wisteria. Per me saresti perfetta nel ruolo-

Hilary si incamminò verso l’interno della camera. Quando ormai era sparita nel buoi della stanza si voltò verso il balcone, dove Mariam era rimasta.

-Tu non vieni a dormire?-

-No, rimango ancora un po’ qui. Mi piace vedere il cielo di notte-

-Ok allora. Buona notte-

-Notte-

Mariam si sedette per terra, con le spalle alla ringhiera a fissare il cielo stellato. Quella sera il cielo era particolarmente limpido, e si vedevano chiaramente le stelle e le costellazioni. Era da quando aveva lasciato il villaggio, ormai da due settimane, che non fissava il cielo. Le piaceva guardare le stelle, lo trovava estremamente rilassante. Diciamo che le piaceva, in generale, osservare, ma guardare la volta celeste la calmava proprio. Le faceva dimenticare i problemi, e le piaceva pensare che anche se il mondo era cambiato attraverso i secoli, le stelle erano rimaste sempre le stesse, e lei vedeva quello che vedevano anche mille anni fa. Questo la faceva sentire parte di un tutto, e la cosa la rassicurava. Senza nemmeno rendersene conto, si ritrovò a stringere in mano Sharkrush.

-Io capitano… no, non posso esserlo-

Come a confermare quelle parole, dal bey venne un piccolo bagliore, segno che Sharkrush era lì con lei.

-Insomma… io non ho le doti per potere capitanare un team… non ne sono in grado. Vero?-

Ma dal bey non venne più nessun bagliore. Mariam sospirò, poi si alzò e si avviò verso la camera.

-Meglio farsi una bella dormita….-

Ma quando entrò in camera, scoprì che il suo posto sul letto era stato preso da Hilary. Guardandosi intorno, capì che l’unico modo per potere dormire era sdraiarsi a fianco della spagnola, per terra.

-Giuro Hilary che questa me la paghi-

Se Mao scalciava la notte, Julia era un vero e proprio terremoto. Sembrava che l’esuberanza che caratterizzava la castana durante il giorno, fosse presente anche durante il suo sonno, con le conseguenze che si rotolava nel letto praticamente sempre, non stava mai ferma, e, se dormiva nel letto con qualcuno, si avvinghiava alla povera creatura che era distesa al suo fianco. Se avesse dovuto scegliere, Mariam avrebbe preferito tornare a dormire a fianco alla cinese. Mentre si sdraiava sullo strato di coperte che doveva fungerle da letto, Mariam sospirò di nuovo.

-Questa notte non chiuderò occhio-

E come a farlo apposta, in quel preciso momento, Julia rotolò addosso alla ragazza, avvinghiandola in un’abbraccio.

-Hilary, giuro che domani ti uccido-

 

 

************************************************************

 

La mattina successiva, Takao si stava allenando con Daichi dentro il dojo, o, per meglio dire, stava, letteralmente, distruggendo Daichi.

-Ehi Takao, vacci piano-

-Piano? Vuoi allenarti per il torneo o no?-

-Certo che mi voglio allenare! Ma vorrei che Gaia Dragoon ci arrivasse intatto al torneo-

-Vuoi dirmi che hai paura? Ora ti faccio vedere io come ci si allena! Dragoon… vai!-

Proprio quando Dragoon stava per scontrarsi con Gaia Dragoon, nella pista apparve un altro bey, che fece sbalzare fuori Dragoon.

-Cosa? Chi è stato? Fatti vedere, codardo!-

Daichi stava osservando il bey che all’improvviso era intervenuto, e lo riconobbe subito.

-Quello è Dranzer-

-Dranzer?-

Takao si voltò, e dietro di se vide il ragazzo dell’aquila rossa. Silenziosamente come era arrivato, Kai richiamò il suo bey, e si avvicinò a Takao.

-Cercare di distruggere qualsiasi cosa ti capiti davanti non è un buon modo per risolvere i tuoi problemi-

-Non so di cosa tu stia parlando-

-Io credo, invece, di si-

Kai fissò Takao negli occhi. Il giapponese per un po’ sostenne il suo sguardo, poi lo abbassò.

-Pulce, lasciaci soli. Devo parlare con Kai-

-Chi hai chiamato pulce?-

Ma Kai lanciò un’occhiataccia a Daichi, e questo bastò a farlo desistere da ulteriori proteste.

-Va bene, me ne vado. Ma me la pagherai Takao per l’offesa-

Kai e Takao guardarono Daichi andare via. Poi, Kai si mise di fronte a Takao, dall’altra parte della pista, dispositivo di lancio in mano. Bastò uno sguardo tra i due amici, e i bey si trovarono a fronteggiarsi in un duello.

-Se volevi combattere, bastava dirlo-

-Se devi sfogarti con qualcuno, fallo con chi può competere con te-

Kai fissò il giapponese.

-Si può sapere perché ce l’hai con Hilary?-

Takao fissò il russo.

-Tu non capisci…-

Dranzer si lanciò contro Dragoon a tutta forza, e quasi riuscì a buttare fuori Dragoon.

-Spiegami-

Takao si scagliò contro Dranzer, cercando di buttare fuori il bey dal ring.

-Non mi va di parlarne-

-Evitare il problema non lo farà scomparire-

Takao fissò con astio Kai.

-Che ne sai tu? Non ne voglio parlare, quindi non ne parlo-

-Se ti batto, me lo dirai-

-Se ti batto io smetteremo di parlarne-

Per cinque minuti i due blaider si scagliarono l’uno contro l’altro, ma la situazione era in stallo.

-Facciamola finita-

Urlò ad un tratto Takao.

-Dragoon!-

Dal blaider di Takao venne fuori il drago azzurro. Nello stesso istante, la fenice rossa fece la sua apparizione. I due bit power si  osservarono per alcuni secondo, prima di lanciarsi l’uno contro l’altro. Alla fine, solo un bey rimase in movimento, mentre l’altro giaceva fuori dal ring.

-Vinto-

Disse semplicemente Kai. Era, infatti, l’aquila rossa ad essere rimasta in movimento, mentre dragoon era stato sbalzato via. Takao fissò allibito il suo bey, poi spostò lo sguardo sul suo amico, e infine sospirò.

-Non ho proprio la testa per combattere…-

-Cosa è successo tra te e Hilary?-

Takao diede le spalle al russo, e strinse i pugni.

-Se ne è andata-

-Tutto qui?-

-Come sarebbe a dire tutto qui? Se ne è andata, non è abbastanza?-

-Non è sparita. Ha solo voluto fare una cosa nuova-

-Ma non con me!-

Kai lo fissò allibito.

-Ti piace Hilary?-

Takao guardò il suo amico, e sorrise.

-Non essere stupido-

-Ma…-

-Le voglio bene, questo si, ma non come pensi tu-

Il russo lo guardò, sollevando un sopracciglio.

-Le voglio bene come se fosse mia sorella-

-Sorella?-

-Non ti ho mai raccontato niente? Di me e di Hilary intendo-

Il russo fece un cenno negativo con la testa.

-È una storia lunga…-

-Ho tempo-

Takao si sedette nel portico, mentre Kai rimase in piedi, appoggiato ad una colonna.

-Va bene, ti racconterò ogni cosa-

E Takao iniziò a raccontare la sua lunga storia sulla sua lunga amicizia con Hilary.

 

 

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Ciao a tutti!!

Eccomi tornata, abbastanza presto, con un nuovo capitolo. Non mi odiate, ma il capitolo si era fatto molto lungo, e non potevo anche mettermi a raccontare la storia di Takao e Hilary, per quella dovrete aspettare il prossimo capitolo! Si, ok, sono un po’ cattiva, ma la suspence ci vuole in una storia!

Chiedo scusa, invece, se le parti dei duelli non li avete trovati ben scritti… è la prima volta che mi metto a scrivere di queste cose, e nella mia testa l’idea c’è, scriverla, a volte, non è facile. Quindi chiedo un po’ di pazienza, tendo a migliorare con la pratica, quindi… portate pazienza, con me ci vuole!!!

Come sempre, voglio dire che io spagnolo non l’ho studiato, mi faccio aiutare da un’amica che l’ha studiato al liceo, ma se qualcuno vede degli errori, fatemelo sapere, provvederò a sistemarli! Noi ci proviamo a scrivere le frasi in modo corretto, non sapete quanta paranoia metta alla mia amica, ma l’errore può sempre esserci, quindi, segnalate pure!! Non mi offendo, anzi, se posso migliorare la storia, tanto meglio!

Allora, grazie a tutti quelli che hanno letto anche questo capitolo, e, come sempre, chi vuole lasciare una recensione, è il benvenuto.

Volevo poi ringraziare specialmente New Red Eyes, grazie ancora per quello che hai detto!! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!

Un bacio a tutti, dalla vostra

Juls

  
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