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Autore: SandrinaWriter    25/07/2014    2 recensioni
Come sarebbe andata se Marissa non fosse morta? Se lei fosse riuscita a sopravvivere a quell'incidente? Come sarebbe continuata la sua storia con Ryan? Cosa sarebbe successo a Seth e Summer? Ecco come io immagino la mia quarta stagione di The O.C., ecco come avrei voluto che andasse. Perché Ryan e Marissa erano destinati a stare insieme. Perché Seth e Summer avevano un futuro davanti a sé. Perché i Fantastici Quattro sarebbero ancora stati Fantastici.
Genere: Commedia, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marissa Cooper, Ryan Atwood, Seth Cohen, Summer Roberts, Un po' tutti | Coppie: Marissa Cooper/Ryan Atwood, Ryan Atwood/Taylor Townsend, Seth Cohen/Summer Roberts
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Una nuova giornata iniziava a Newporth Beach, ma non era come le altre. Era una giornata speciale che avrebbe in qualche modo cambiato le vite di tutti, soprattutto dei quattro amici. Era il giorno in cui finiva definitivamente l'estate e dava il via ad una nuova era: l'era dell'università. Già, perchè mancava solamente un giorno all'inizio di questa nuova avventura. Ryan doveva prepararsi per andare alla Berkley, mentre Seth all'Accademia vicino alla Brown. L'aveva scelta per la sua passione, ma soprattutto per stare il più vicino possibile a Summer. Da quella decisione però, le cose erano cambiate. Marissa aveva rinunciato all'università per seguire il padre a Parigi, per "cambiare vita", mentre Summer aveva cambiato idea per stare con Juan. Ecco però poi che le cose erano cambiate di nuovo. E chissà che non sarebbe tornato tutto all'origine.

Quel giorno però era importante anche per ben altro: Ryan e Seth sarebbero andati a casa di Marissa e Summer. Avevano deciso che era il momento di dire la verità, di dichiarare il loro amore. Di essere finalmente sinceri con sè stessi e con le donne che realmente amavano. Nessuno dei due aveva dormito quella notte. Non erano riusciti a chiudere occhio, colpa dell'emozione. Erano eccitati, agitati, all'idea che sarebbe successo. Si sarebbero incontrati di nuovo, ma questa volta con gli occhi dell'amore. Non si erano preparati un discorso, non sapevano esattamente cosa dire. Sapevano solamente che sarebbero andati lì con il cuore in mano. Le parole sarebbero arrivate in quel momento stesso. E che importa come avrebbero reagito. Erano pronti a qualsiasi cosa. Pronti a ricevere un sì, un no. Una lacrima, un sorriso, un bacio, uno schiaffo. 

Stranamente quella mattina era Ryan a svegliare Seth, o meglio a bussare alla porta della sua camera. Quando entrò, trovò Seth già vestito e preparato, seduto sul suo letto a parlare con Capitan Avena, il suo storico migliore amico e il suo primo confidente.

"Potrei essere geloso.." esclamò con sarcasmo Ryan.

"Di Capitan Avena? Bè, in effetti.. Guarda che zoccoli, tu te li sogni!"

"E' sì. Pronto?"

"Non lo so"

"Come non lo sai? Sei già vestito, pettinato e improfumato per bene. A proposito ma che profumo usi? E' orrendo!"

"Sono i campioncini che ti regalano al supermercato, reparto cosmetici"

"Ecco perchè.."

"E' così male? Vado a lavarmi?"

"No, no. Dai, non c'è tempo"

"Ryan... e se va male?"

"E se va male ce ne torniamo a casa e ci facciamo una partita ai videogiochi"

"Era un modo per dirmi che andrà bene?"

"Sì, se non l'avevi capito"

"Tu cosa le dirai?"

"Non lo so. Non molto. Sai com'è.. Non sono bravo con le parole"

"Credo che questa volta ti dovrai sforzare.."

"Lo stavo pensando anch'io.. Quello che sentirò le dirò. E tu?"

"Idem. Sono pronto a subire uno dei suoi attacchi di rabbia"

"In bocca al lupo!"

"In culo alla balena"

"Dai, ci andiamo a riprendere le nostre donne?"

"Andiamo"

Un cinque di conforto e poi uscirono di casa. Durante il tragitto parlarono come se niente fosse, come se non fossero andando da loro, da Summer e Marissa. Non avevano più paura, non erano più ansiosi. Ce l'avrebbero fatta. Già, perchè insieme erano più forti.

 

 

Summer e Marissa erano in casa, si erano da poco svegliate. Marissa aveva una strana sensazione allo stomaco. Era preoccupata, sapeva che da un momento all'altro poteva ricevere i risultati delle sue analisi del sangue. E poi non ce la faceva più a tenere nascosto questo suo stato d'animo alla madre. Julie la vedeva strana, sentiva che la figlia aveva qualcosa che non andava. Ma non le voleva chiedere nulla. Non voleva rovinare quel meraviglioso rapporto che si era finalmente creato tra di loro. Non voleva tornare al passato, quando Marissa non la considerava. Voleva poter essere una consolazione per lei, non un tormento. Così si limitò solamente a starle accanto, a modo suo. E Marissa si sentiva in colpa per non averle dato quella fiducia che meritava. 

"Coop!" Summer entrò in camera sua.

"Che c'è?"

"Puoi prestarmi la tua gonna bianca?"

"Quella corta o lunga?"

"Corta!"

"Te la presto, ma solo se mi dici dove stai andando.."

"Da nessuna parte"

"Summer! Ti conosco.. ti sei truccata, fatta i capelli.. dove devi andare?"

"E va bene, va bene. Mi ha chiamato Juan"

"Come Juan?"

"Sì, mi ha chiesto se lo raggiungo al pontile.."

"Summer.. ti prego, ti supplico.. non.."

"No, ma che hai capito. Deve solo ridarmi delle cose che ho lasciato a casa sua"

"E non poteva portartele quì? Siamo vicini di casa!"

"Magari vorrà parlarmi, non lo so. Ma non me la sento di dirgli di no dopo che l'ho lasciato così.."

"In effetti.. Vabbè, vado a farmi una doccia, ma non metterti nei guai come al tuo solito!"

"Promesso!"

"Terzo cassetto in basso"

"Grazie Coop!" e diede un bacio all'amica.

Sicuramente Summer non voleva rimettersi con Juan, ormai la loro storia era archiviata. Aveva capito chi amava davvero. Era il Cohen il suo grande amore. 

 

 

Quella strada non gli era mai sembrata così lunga. Seth e Ryan erano ancora in macchina, stereo acceso e finestrini abbassati. Erano impazienti di arrivare  e il tragitto sembrava essersi allungato dall'ultima volta che l'avevano percorso. Quando finalmente si cominciò a intravedere casa di Marissa e Summer, Ryan sembrava essersi fermato. Aveva paura. L'emozione lo stava bloccando. Seth gli diede una pacca sulla spalla che gli bastò per riprendersi. Parcheggiarono la macchina e scesero. Seth si sistemava la camicia e i capelli, mentre Ryan cercava di fare dei respiri profondi. Era arrivato il momento.

Andarono a suonare il citofono e gli aprì la cameriera che li accompagnò al piano di sopra. Ryan vide la porta della camera di Marissa aperta ed entrò, mentre Seth andò a bussare a quella di Summer. Ryan sentiva il rumore dell'acqua e capì che Marissa stava facendo la doccia. Lei si accorse della presenza di qualcuno in camera, così si mise l'accappatoio ed uscì. Rimase sconvolta nel vedere Ryan lì, di nuovo lì, dopo tanto tempo. Chissà quant'era che non succedeva, quanto tempo che i suoi piedi non camminavano su quel pavimento, il profumo di lui, il suo lui, nella sua stanza. Lui era lì. E il suo cuore sembrava scoppiare.

"Ryan.." disse Marissa senza parole.

"Marissa.. scusa se..."

"Scusate se vi disturbo.." Seth li interruppe.

"Ciao Seth" Marissa lo salutò.

"Seth non è il momento.." stava sussurrando Ryan.

"Cerco Summer, sai dov'è?" chiese Seth a Marissa.

"Sì, è andata al pontile con..."

"Grazie, grazie. Vado lì. Vi saluto!" urlò Seth andando via.

"Credo che.. Vabbè, niente. Come mai quì?"

"Volevo parlarti"

"Ah... Ti dispiace se vado a vestirmi? Sto morendo di freddo"

"No, no. Vai, ti aspetto quì"

Marissa prese dei vestiti dall'armadio e andò in bagno a vestirsi. Ryan rimase lì e si mise a guardare le loro vecchie fotografie che Marissa aveva ancora lasciato incorniciate sulla sua scrivania. Ryan le guardava e ricordava ogni singolo momento, ogni singola emozione. Quanto amore in quelle foto. Quanta vita passata insieme a lei e quanta ancora ne voleva vivere. Improvvisamente sentì vibrare la scrivania e successivamente partì una suoneria. Il cellulare di Marissa stava squillando.

"Marissa... ti sta squillando il cellulare!" urlò Ryan.

"Puoi rispondere tu? Grazie!" rispose lei.

Ryan, come lei gli aveva chiesto, prese il cellulare e accettò la chiamata.

"Sì?" 

"Salve signorina Cooper. E' il laboratorio analisi. I risultati del test della gravidanza sono pronti, quando desidera può venire a ritirarli"

Ryan rimase in ascolto senza dire una parola. Non riusciva neanche ad attaccare.

"Pronto? Signorina Cooper?" chiese l'infermiera al telefono.

"Ryan? Tutto okay? E' successo qualcosa?" chiese Marissa uscita dal bagno vedendo la faccia di Ryan sconvolta.

"Sei incinta?" chiese lui riagganciando.

"Cosa?"

"Rispondi Marissa. Sei incinta?"

"Non lo so. Credo di sì"

"E... e quando aspettavi a dirmelo?"

"Non è una cosa che ti riguarda"

"A no? Potrei diventare padre e non mi riguarda?"

"Non è detto"

"Che vuoi dire?"

"Voglio dire che... che non è detto che sia tu il padre"

"Come.. con... con chi..."

"Mark"

"Ci sei andata a letto?"

"Sì, che dovevo fare?"

"Come che dovevi fare.."

"E poi non aggredirmi così. Sei l'ultimo a poter parlare.. Ti ricordo che hai avuto una storia con Linsday"

"E che dovevo fare? Aspettarti come tu hai aspettato me quando sono andato via con Teresa?"

"Ma che vuol dire! Eri disperato.."

"Bè tu non tanto a quanto sembra.."

"E che differenza fa?"

"La differenza è che io con Linsday non ci sono andato a letto"

"Ma.. ma come no?"

"NO. No, Marissa. E sai perchè? Perchè ogni volta che ci provavo, ogni volta che eravamo sul punto di farlo.. io... io vedevo te. E non potevo. Non volevo" disse Ryan ad alta voce prima di andare via e chiudere la porta sbattendola forte.

Marissa rimase in piedi in camera senza saper cosa fare, incredula di ciò che era successo. Incredula della fedeltà di Ryan, nonostante non fossero fidanzati. 

Lui l'amava, l'amava davvero. 

 

 

Nel frattempo Seth era a casa, nella sua camera, sdraiato sul letto a fissare il vuoto. Stava per piangere, voleva piangere dopo quello che era successo. Chiuse gli occhi cercando di dormire e riposarsi un pò, ma l'immagine di ciò che aveva visto non gli permetteva di distrarsi. Era uscito da casa di Summer e Marissa correndo, aveva guidato in fretta e furia per raggiungere Summer al pontile. Lei era lì e lui doveva fare in tempo, doveva baciarla, doveva prenderle la mano e non lasciarla mai più. Così quando era sceso dalla macchina, corse più che poteva alla ricerca del suo volto, dei suoi lunghi capelli scuri, tra tutta la gente che era lì. Poi improvvisamente la vide. Gonna corta bianca, scarpe e maglietta rosa, giacchettino bianco. Era lei, la sua Summer. E non era da sola. Vide un uomo alto proprio accanto a lei. Era Juan. Non poteva crederci, non poteva vederla insieme a lui. Non poteva sopportarlo. Pensò che allora il destino gli stava facendo capire che non era aria, che non era la cosa giusta da fare. Aveva sbagliato a seguire il cuore. Doveva essere più razionale. 

E come al solito aveva frainteso la situazione.

Così era tornato a casa e senza dire nulla a nessuno, si era rinchiuso in camera. Non sopportava più l'idea di rimanere a Newporth. Decise quindi di anticipare la sua partenza per l'Accademia e cominciò a prepare i bagagli. Sarebbe tornato a salutare i suoi genitori, ma ora voleva solamente scappare. Via, via, via da lì.

"Seth non puoi capire che.. Ma che stai facendo?" Ryan era tornato a casa e lo aveva raggiunto.

"I bagagli Ryan. Voglio andarmene, voglio andare via"

"Non è andata bene vero?"

"No, per niente. Era con quello lì..."

"Bè.. poteva andarti peggio. Poteva essere incinta di un altro!"

"Marissa è incinta?"

"Già.. E non di me"

"Questo sì che è peggio. Ryan... dammi retta. Andiamocene. Anticipiamo la partenza. Oggi vieni con me e domani parti per Berkley. Poi torniamo solo per salutare i nostri. Al diavolo quelle due"

"Per una volta ti dò ragione. Andiamocene"

Ormai avevano deciso. Se ne sarebbero andati quel giorno stesso. Mentre Seth andava a spiegare la situazione a Kirsten e Sandy, Ryan andò nella casetta in piscina a preparare la borsa. Non si portarono via molto, il giusto per pochi giorni, poi sarebbero tornati per prendere il resto. Avevano solamente bisogno di evadere da quella vita sentimentale che gli stava distruggendo il cuore.

 

 

Le lacrime di Marissa non riuscivano a terminare. Lei era seduta sul suo letto, rannicchiata, con la testa nascosta, anche a costo di non respirare. Non riusciva a guardare oltre, non riusciva a stare bene. Piangeva, piangeva e piangeva. Aveva distrutto la sua vita. Aveva rovinato tutto ciò che aveva costruito. Si era persa e non riusciva a trovare la via giusta per uscirne. Voleva rimediare, voleva Ryan accanto a lei. Ma lo aveva perso e forse per sempre.

Summer rientrò in casa con l'umore alle stelle. Lei e Juan avevano parlato tanto, si erano del tutto chiariti e finalmente anche lui l'aveva capita del tutto. Aveva saputo accettare il fatto che la sua ballerina amava un altro, amava il suo primo vero amore. E forse era giusto così. 

Salì le scale per andare in camera sua, quando sentì i singhiozzi di Marissa. Senza pensarci un attimo, entrò nella sua stanza e si mise seduta accanto a lei.

"Coop... che.."

"E' finita. E' finita Summer. E' finita per sempre"

"Ma che è successo? Spiegati"

"Ryan sa che sono incinta, sa che sono stata a letto con Mark e.. e ha reagito di schifo. Se ne è andato arrabbiato e..."

"Calmati Coop"

"Ah.. e... E tu Seh l'hai beccato?"

"Cohen? Che c'entra Cohen?"

"Sì.. è venuto al pontile per raggiungerti.."

"Oh porca miseria! Aspetta.. Lo chiamo a casa.."

Mentre Marissa continuava a piangere, Summer compose il numero di casa Cohen e attese.

"Pronto?"

"Kirsten? Sono Summer.. C'è Cohen?"

"Summer.. Seth è andato all'aeroporto.."

"All'aeroporto? Come all'aeroporto?"

"Sì.. lui e Ryan partono per l'università.."

"Oh porca miseria di nuovo! Grazie Kirsten!" e agganciò.

"Coop sbrigati. Alzati"

"Cosa? Perchè?"

"Alzati e muovi il culo!"

"Dove andiamo?"

"All'aeroporto"

"Aspetta.. Mi squilla il telefono"

"Oddio.. e ora chi è?"

"Il laboratorio analisi, di nuovo. Saranno i risultati"

"Merda"

 

 

Incredibile come quel giorno l'aeroporto fosse quasi vuoto. Seth e Ryan avevano preso un taxi e, una volta arrivati, erano andati a fare i biglietti. Forse per una volta avevano avuto fortuna. Non c'era molta fila e c'erano dei posti liberi per il prossimo volo per Providence. Mentre Seth andava a fare acquisti di alcuni numeri di fumetti che gli mancavano, Ryan aveva l'incarico di prenotare il volo. Mentre faceva la fila si sentiva strano, come se non fosse convinto di quello che stava facendo. Forse stava sbagliando, forse no. Ma lui non voleva rimanere a Newporth, non senza Marissa. 

Seth stava ancora decidendo quale fumetto prendere, li avrebbe voluti comprare tutti per affogare la sua depressione lì dentro. Ma poi scelse di comprarne solamente due. Uno per lui e uno per Ryan. Era sicuro che anche l'Atwood dalla disperazione li avrebbe letti. Così pagò e cominciò a leggerne uno mentre camminava.

"Ops, mi scusi" Seth era andato addosso a qualcuno senza vederlo. Poi alzò lo sguardo.

"Summer..."

"Cohen, finalmente"

"Ma... ma..."

"Ti sei sbagliato, come sempre, scemo che non sei altro. Io e Juan eravamo al pontile insieme solo perchè doveva ridarmi delle cose.."

"Sì, ma.. ma te li poteva anche portare a casa. Che bisogno c'era di incontrarvi al pontile eh? E poi tu eri lì, vestita così.. Insomma tutta bella, con i capelli perfetti e lui ti guardava con gli occhi da pesce lesso, fradicio, marcio e.."

"E basta parlare Cohen!" Summer lo zittì con un bacio.

"Oh.. Bè..."

"Quanto parli Cohen!"

Scoppiarono entrambi a ridere e ritornarono con le loro labbra a contatto. Un lungo bacio appassionato li unì di nuovo. Ed era come se non si fossero mai baciati. Era l'emozione della prima volta, con l'amore di sempre.

 

 

Ryan, non consapevole di quello che stava accadendo all'amico, continuava la fila per i biglietti. Stava per andarsene, per lasciare la fila e andare a prendere un taxi, quando la sua parte razionale gli consigliò di non cambiare idea. Doveva partire. Doveva andarsene. Doveva cambiare aria. Era la cosa migliore.

"Non ho intenzione di rinunciare a te, neanche oggi" urlò Marissa comparendo poco più lontano da lui.

"Marissa. Che vuoi?" disse Ryan uscendo dalla fila e avvicinandosi a lei.

"Voglio te. Voglio te. Voglio solo te. E so che anche tu mi vuoi. Lo so, non negarlo. So che eri venuto a casa per parlarmi e so anche cosa volevi dirmi"

"Sì, ma poi..."

"Ma poi cosa? Ti spaventa il fatto di poter diventare padre?"

"No, non mi spaventa. Starei accanto a te e al bambino anche se non fosse mio. Mi spaventa il fatto che tu possa formare una famiglia con Mark"

"Di questo non devi averne paura.."

"Perchè sono io a diventare padre?"

"No. Perchè neanche io diventerò madre"

"Come? Cosa?"

"Già. Non sono incinta, era un falso allarme, me l'hanno comunicato per telefono"

"Questo cambia le cose.."

"Ryan, andiamo! Non prendiamoci in giro. Non può finire così!"

"No, ma.."

"Niente ma. Mi basta solo sapere una cosa. Io ti amo. Ti amo da morire, come la prima volta che te l'ho detto. E... e tu? Tu mi ami?"

Ryan non rispose. Non ne aveva il coraggio. Aveva di nuovo paura a dire quelle paroline, proprio come quattro anni prima. Così, senza dirle nulla, si avvicinò a lei, le prese la mano, le accarezzò il viso e appoggiò le sue labbra su quelle di lei. Un dolce bacio che diede inizio ad un nuovo incontro delle loro lingue. 

Poi lui si staccò e la guardò negli occhi. Lei era preoccupata e felice allo stesso tempo.

"Sì, ti amo" disse lui.

"Grazie" rispose lei.

E tornarono a baciarsi di nuovo, forse come mai avevano fatto prima.

 

 

Il sole era tramontato, l'aereo per Providence era partito con due posti in meno e i fantastici quattro erano tornati ad essere fantastici. Perchè si sa, l'amore vero vince su tutto.

 

(Continua con la quinta stagione)

 
  
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