Fanfic su artisti musicali > SCANDAL
Segui la storia  |       
Autore: AlyTae    27/07/2014    1 recensioni
[SCANDAL]Haruna non è una ragazza come le altre: non pensa con la testa degli altri, ma con la sua. Non vuole studiare, e non vuole seguire le orme dei genitori. Vuole solo suonare la sua chitarra, e trovare qualcuno con cui formare una band. Ma Haruna è da sola. Esaudirà i suoi sogni?
**Storia ISPIRATA alla vera storia delle SCANDAL; sono presenti alcuni fatti imprecisato e/o inventati**
Genere: Avventura, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 2, Brand New Wave
'Quando si innalza la tua voce
Il domani cambia
Ho asciugato via le mie lacrime
È una nuova onda!'
 



Luglio 2006 , ore 9:43 Osaka (Giappone)

Il rumore dei freni che stridono sulle rotaie le ferirono le orecchie, creando una specie di ponte tra la realtà e il mondo dei sogni. Sbatté le palpebre, e in quel movimento la luce riuscì a penetrarle nei bulbi oculari, ferendole parecchio gli occhi. Dovette stropicciarseli prima di rendersi conto che ormai doveva essere arrivata a destinazione. Sbadigliò, si stiracchiò e finalmente riuscì ad alzarsi e scendere dal treno.
La stazione di Osaka era già popolata e piena di un movimento di cui Haruna non era per niente abituata. Non poteva crederci. Aveva organizzato tutto minimi dettagli, era pronta per la sua nuova vita in quella città, ma, nel suo profondo, non credeva che si sarebbe realizzato. Si aspettava la reazione dei genitori (soprattutto quella di suo padre), ma si aspettava anche che l’avrebbero trattenuta a forza, incatenata e impacchettata e spedita a Tokyo senza problemi. E invece era lì. Il destino voleva questo, e l’avrebbe condotta verso un grande futuro, ne era sicura.
Si sistemò la chitarra in spalla, e solo in quel momento si rese conto che la notte prima aveva fatto la valigia in fretta e furia, terribilmente in ansia per la notizia che stava per dare ai genitori, e non aveva controllato bene di avere tutto. Si sistemò nella prima panchina che trovò liberà e aprì leggermente la sua valigia. Sembrava non mancasse niente. L’aprì ancora di più, per essere sicura di  non aver dimenticato nulla. In quel momento uno spiffero di vento spinse via un pacco di  fogli che erano al suo interno.
Oh merda…
Haruna scattò immediatamente in piedi, cercando di recuperare i fogli, che ormai erano nuvole di carte sparpagliate per il pavimento sporco della stazione. Spintonando la gente, riuscì a recuperarne un paio. Vide che gli altri si erano depositati ai piedi di un ragazzo dai capelli castani e con uno zaino in spalla abbastanza grande. Quest’ultimo li raccolse subito, nonostante il peso del suo zaino lo fece piegare in modo piuttosto goffa.
- Sono miei..- disse ad alta voce Haruna, cercando a fatica di avvicinarsi a lui, cercando di farsi strada tra il via-vai di gente.
Il ragazzo glieli allungò, molto gentilmente. Mentre di avvicinava, Haruna notò che gli occhi scuri del ragazza per un momento si abbassarono, come se volesse sbirciare ciò che era scritto sui quei fogli. La ragazza sentì gelarsi il sangue, provando una leggera punta di panico salirle dal petto fino ala gola. Con uno scatto glieli strappò di mano. Il ragazzo rimase spiazzato da quella reazione così brusca.
- Grazie!- balbettò Haruna cercando di farlo più gentilmente possibile, ma quella che le uscì fu una voce tremante e ansiosa, piuttosto antipatica ad orecchie esterne, perché il ragazzo si limitò a fissarla basito per poi abbassare il capo ed andarsene senza proferire parole. Haruna si sentì avvampare di vergogna, e pregò che quel tipo non avesse letto il contenuto dei suoi fogli.
In quel momento sentì una vibrazione nei suoi pantaloni. Le era arrivato un messaggio. Era la ragazza con la quale avrebbe dovuto condividere l’appartamento. Aveva messo l’annuncio su internet qualche mese prima, il quale diceva che cercava un coinquilino. Aveva la sua stessa età e avrebbe dovuto frequentare la sua stesse scuola. Insomma, era perfetta. Lei e Haruna avevano chattato parecchio durante l’estate e alla ragazza sembrava molto simpatica. Nel messaggio le chiedeva semplicemente se era già arrivata. In effetti le aveva già detto che sarebbe sbarcata per quell’ora. Haruna le rispose velocemente, dicendo che era arrivata e che prendeva in quel momento l’autobus che l’avrebbe portata al condominio. Poi si ficcò il telefono in tasca e corse verso la fermata del bus. Strinse al petto i suoi fogli. Non voleva più metterli in valigia, tenerli in mano la faceva sentire più sicura.
 

L’indirizzo era decisamente quello. Era arrivato. L’edificio non era molto diverso dalla foto: un po’ più vecchio rispetto agli altri palazzi moderni di Osaka, ma quello era ciò che si poteva permettere. Quasi tutti gli appartamenti inoltre erano stati affittati da ragazzi giovani ancora in cerca di lavoro o di vecchi disoccupati. Più o meno era quindi adatto alla sua situazione attuale. E in più, avere già una coinquilina era una fortuna, così avrebbero potuto dividere i prezzi.
Il suo appartamento, se non ricordava male, era al 10 piano. Prese l’ascensore e raggiunse il suo piano. Bussò alla porta, e sentì dei brividi percorrerle la schiena. Era emozionata. Ancora non ci poteva credere di essere lì. Sentì un rumore di chiavi all’interno. Non fece nemmeno n tempo a deglutire che subito si ritrovò stritolata da un paio di braccia minute, e gli occhi e la bocca coperte da un caschetto di capelli castani.
- Haru- chaaaaan!! Che bello vederti di persona.-
Perfetto. Ora era sicura di non aver sbagliato appartamento. Quella era decisamente la ragazza che aveva conosciuto su internet. Persino i suoi messaggi erano stravaganti. Haruna sorrise timidamente e rispose all’abbraccio.
- Ehm.. anche io sono felice di conoscerti.. ehm…-  in quel momento si rese conto di non sapere il suo nome. Su internet il suo nickname era RINAX , ma escluse completamente che quello potesse essere il suo vero nome.
La ragazza smise di stritolarla: - Ops, hai ragione scusa! Io sono Rina Suzuki. –
Finalmente Haruna riuscì a guardarle il viso: sembrava più giovane di lei, forse di un anno. I capelli erano di un castano molto scuro, che si avvicinava molto al nero pece dei capelli di Haruna. Il viso era ancora quello di una bambina, e i suoi occhi a mandorla aveva la stessa espressione dolce e spensierata di una gioiosa gioventù che Haruna non aveva mai visto, né provato.
- Io sono Haruna Ono..-
- Non vedevo l’ora che arrivassi, Haruna!- Rina le prese la valigia molto gentilmente – Su, entra. Non fare complimenti. In fondo questa sarà casa tua, da oggi in poi.-
 


L’appartamento, come poteva immaginare, non era nulla di speciale: un piccolo soggiorno con un divano e una TV,  una cucina, due camere  talmente piccole che a stento contenevano un letto, un armadio e una scrivania, e un bagno minuscolo. Ma ad Haruna non importava. La felicità di essere lì, in quel momento, le bastava. E quella semplicità, condita con l’entusiasmo di Rina, appariva come la cosa più sensazionale che avesse mai visto.
- Là in fondo c’è la tua camera, se poi vuoi sistemare le tue cose…- le diceva Rina, indicandole le varie stanze.
Haruna appoggiò la chitarra al muro. L’aveva tenuta in spalla per tutto il viaggio in autobus, e cominciava e pesarle. Si rilassò sul divano.
- E così…- iniziò a dire – Anche tu andrai alla Scuola d’Arte di Osaka?-
- Sì!- ripose spumeggiante Rina – Che fortuna averti trovata. Certo che ti sei scelta una scuola parecchio lontana dal tuo paese!-
Rina si sedette vicino a lei. Haruna sospirò:- Lo so, nemmeno i miei genitori erano d’accordo.-
- Li hai convinti, alla fine?-
- Più o meno. Diciamo che.. sono praticamente scappata di casa.-
Rina spalancò la bocca, tirando un grande sospiro di sorpresa:- Veramente? Oh mio Dio.. ma non chiameranno la polizia?-
- No tranquilla. Credo che abbiano capito, alla fine. E tu invece? Mi hai detto che vieni da Tokyo, quindi…-
- Sì bhè.. anche per me è stato difficile convincere i miei. Ho frequentato una scuola femminile a Tokyo, prima di venire qui.-
- Una scuola femminile? Oh Dio ma… è terribile!-
- Lo so! Ma alla fine i miei hanno accettato a farmi venire qui. Ho trovato questo appartamento un mese fa, e ho pensato fosse un vero affare. Non costa molto. Ma da sola iniziava ad essere troppo anche per me. Per questo ho messo l’annuncio per trovare un coinquilino.-
- Lavori?-
- Sì. Part-time. In un bar qui vicino. Faccio la cameriera.-
Haruna annuì. Rina, in effetti, era perfetta per un lavoro del genere. Chi lavora tra la gente deve anche amare la gente, e la gente deve amare te. Rina, con il suo carattere stravagante e il suo viso gentile e carino, avrebbe fatto impazzire chiunque. Haruna dubitava di poter lavorare in un ambiente del genere.
- Devo trovarmi un lavoro…- mormorò.
- Lo troverai, tranquilla. Per me è stato semplice.- le disse Rina – A quali corsi ti sei iscritta, a scuola? Musica?- indicò la sua chitarra appoggiata al muro – Sei hai quella, immagino di sì.-
Haruna scosse la testa:- A dire il vero, mi sono iscritta a quello di canto e danza. Il mio sogno è quello di diventare ballerina. Ma..- alzò la testa, e guardò la sua chitarra – mi piacerebbe molto migliorare a suonare. Vorrei trovare un corso di musica pomeridiano.-
- Wow! Devi proprio farmi sentire qualcosa- strillò Rina con voce eccitata.
Haruna arrossì:- Meglio di no, per ora. Non sono molto brava.- cambiò discorso velocemente – E tu invece che corsi fai?-
- I miei insistevano per farmi continuare con i corsi di disegno. Tutti e due sono degli artisti.- sbuffò – Ma non ho dato loro retta. Ho detto loro che il disegno non è la mia strada. Dovresti vedermi, sono negata! Non riesco nemmeno a tracciare una linea. Così mi sono iscritta al corso di musica… senza che loro lo sapessero.-
- Ma dai! Ho fatto una cosa del genere anch’io- esclamò Haruna. Poi i suoi occhi si illuminarono – Aspetta… musica? Quindi sai suonare uno strumento?-
- Oh, sì! Vieni..- Rina la tirò da un braccio e la portò in camera sua. Haruna notò subito che la maggior parte della stanza era occupata da un enorme, splendido, lucente… pianoforte.
- Wow!- Haruna lo guardò da più vicino. Era straordinario. – E lo sai suonare?-
Rina sorrise, e per tutta risposta, si sedette e cominciò a suonare. Era uno di quei pezzi classici, di Mozart o Beethoven, che Haruna non aveva mai apprezzato più di tanto. Ma vedere le dita di Rina muoversi svelte e abili su quei tasti bianchi e neri l’affascinava tantissimo. La musica era bella, rilassante… e Rina era bravissima. Non potè fare a meno di applaudire.
- Sei formidabile!- le disse.
- Grazie. Lo suono da quando ero piccolissima. La musica è sempre stata una delle mie passioni più grandi. Vorrei tanto diventare una pianista.-
- Con dei livelli del genere, sono sicura che lo diventerai…-
Poi Haruna si bloccò. Come se un lampo l’avesse appena colpita.
E se… bhe, perché no? Avrebbe potuto chiederglielo. Magari avrebbe persino accettato. Rina le stava già simpatica dopo nemmeno dieci minuti che la conosceva. E poi, suonava davvero benissimo. Era una professionista. Perfetta, insomma.
- Rina..- iniziò, leggermente titubante.
- Sì?- rispose lei, rivolgendole un sorriso smagliante.
- Io… so già che nella nostra scuola ci saranno tantissimi studenti che suonano, e io pensavo di formare una band.-
Gli occhi luminosi di Rina, a quelle parole, si oscurarono di un velo di cupa malinconia. Ma Haruna non ci fece caso, e continuò:- Io vorrei esercitarmi meglio con la chitarra, e essere la chitarrista. Per quanto riguarda il resto, bhe, pensavo al solito: un cantante, un bassista e un batterista. Ma tu sei davvero brava e…- prese fiato – ti andrebbe di provare? Una tastierista serve comunque in una rock band.-
Rina abbassa lo sguardo. In quel momento, finalmente, Haruna si rende conto che qualcosa non va. Si era già abituata alla vivacità della sua coinquilina, e vederla improvvisamente pensierosa la prese totalmente di sorpresa.
Ma Rina alza subito lo sguardo, ed stampato sul volto il suo solito sorriso.
- Sei gentile a propormelo – dice – ma non mi va di accettare, mi dispiace. Il fatto è che… non ho mai pensato di far parte di una band. Tanto meno rock. Preferisco la musica classica.-
Haruna non nascose la sua delusione. Ma poi alzò le spalle e sospirò: - D’accordo. Mi sarebbe piaciuto, ma fa’ niente.-
- Coraggio!- Rina sorrise radiosa e si alza in piedi – Comincio ad avere una gran fame! Per festeggiare il tuo arrivo, andiamo a mangiare fuori! Offro io!-
Haruna avrebbe voluto dire che era stanca per il viaggio, ma Rina non volle sentire scuse e la spinse fuori dalla sua stanza. Solo in quel momento Haruna si accorse che, vicino al letto di Rina, c’era un grande poster. Una foto, di un musicista, forse. Ma Rina spense velocemente la luce, e Haruna non fece in tempo a capire chi fosse.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > SCANDAL / Vai alla pagina dell'autore: AlyTae