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Autore: Inquisitor95    28/07/2014    2 recensioni
"Mi svegliai sobbalzando visto lo strano sogno che avevo fatto: delle creature spaventose correvano contro di me, avevano sete del mio sangue. Io continuavo a correre cercando di scappare visto che non avevo una spada con cui difendermi; se nel sogno fossi stata armata, sicuramente le cose sarebbero andate diversamente. Fortunatamente però era stato solo un terribile incubo, non avevo mai lasciato la mia stanza nel castello di Altura Perenne. Non avevo mai lasciato il mio letto e per tutto il tempo ero rimasta tra le braccia possenti del mio cavaliere. Ero ancora abbracciata a lui in effetti, la testa appoggiata sul suo petto forte e caldo, il fatto che mi fossi svegliata sobbalzando però aveva condizionato anche il fatto che lui si svegliasse. Lo trovai con i suoi occhi brillanti come smeraldi che mi fissavano, allungai una mano percorrendo il suo corpo fino al viso e salendo fino ai capelli morbidi, rossi come le fiamme e leggermente sudati per via del caldo estivo."
Questa è la storia che più volte è stata raccontata, in molti hanno aggiunto dettagli, ma solo io conosco la verità e sono qui per raccontarla: di come il Quinto Flagello si è concluso prima che devastasse il Thedas.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alistair Therin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Leggende del Thedas'
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CAPITOLO QUARTO
LA BATTAGLIA DI OSTAGAR


La donna avanzò verso di me avvicinandosi sempre di più, il suo corpo compiva dei movimenti delicati e ammetto che provai tanta invidia per la bellezza delle sue forme e del suo corpo. Aveva uno sguardo truce, non mi lasciai distrarre ancora e riflettei sulla sua domanda, cercai di carpire il senso delle sue parole: i trattati non si trovavano più qui? Li aveva portati via lei? Li aveva rubati...
« Fate attenzione! Potrebbe essere una Chasind! » mi sussurrò Alistair venendomi a fianco, quasi saltai per lo spavento della sua presenza. Aveva ragione magari, era anche vero che i Chasind erano ormai scomparsi. No, quella donna non faceva parte di una tribù di barbari ormai morta. Lei sentì le parole di Alistair e sbuffò con disprezzo nei confronti del ragazzo e dell'affermazione.
« Una Chasind? Certo, adesso dei barbari si caleranno dal cielo e vi faranno a pezzi! » alzò le mani al cielo mostrando un sorriso perfetto e i denti bianchi e brillanti. Alistair non abbassò la guardia e sbuffò anche lui.
« Certo, essere fatti a pezzi non è poi tanto male no? » ci fu un intenso sguardo d'odio tra la donna e Alistair, lei con i suoi bellissimi occhi dorati, lui con i suoi altrettanto bei occhi castano scuro. C'era molta tensione nell'aria quando sia Daveth che Jory cominciarono a frignare come fossero bambine.
« È una Strega delle Selve! Ci trasformerà in rospi e ci metterà nel pentolone! » e poi la donna ero io? Quella ragazza faceva più paura per la sua immonda bellezza, sono certa che potesse essere una forza incontrastabile, ma quello lo scoprì solo mesi dopo.
« Ma per favore... voi ragazzi avete la fantasia di un marmocchio di cinque anni » infine rivolse il suo sguardo a me. « E voi? Siete una donna, la vostra mente è senza dubbio più aperta della loro... ditemi il vostro nome e ciò che pensate di me, io farò lo stesso con voi... » eravamo quattro contro una, una sua mossa sbagliata le sarebbe potuta costare cara, inoltre ero sempre più certa che fosse una strega o una maga, ma tra di noi avevamo un iniziato a Templare.
« Mi chiamo Myalee. Stiamo cercando dei trattati molto importanti... è possibile che li abbiate presi per errore? Ci servirebbero... » dissi tranquillamente e mantenendo la guardia. Lei parve incredibilmente stupita dal mio saluto, forse troppo educato.
« Il mio nome è Morrigan... » disse passandomi accanto e dirigendosi tra alcune fenditure tra gli alberi. « Per quanto riguarda i trattati... »
Non ebbe tempo di parlare che Alistair si fece in avanti con la spada sguainata contro Morrigan e lo scudo impugnato per difendersi, pochi metri li separavano e automaticamente ebbi l'istinto di difendere Alistair, il ragazzo non sapeva con chi aveva a che fare, se davvero era una strega, non sarebbe stato più saggio evitare di insultarla o di minacciarla? « Dacci subito i trattari, sporca ladra-maga... » Alistair cercò di arrancare con qualche insulto; ero convinta che Morrigan avrebbe usato qualche magia potente, la sua reazione fu quella di scoppiare a ridere.
« Questo è il meglio che sai fare? » non posso descrivere con parole la risata di Morrigan, un risata che somigliava più a uno strumento delicato che veniva suonato. Lei continuò a parlare. « Nomina qualunque nome di Custode che ti venga in mente. Qui non ha più valore... » si voltò verso di me ignorando Alistair che la minacciava.
Mi feci in avanti e misi una mano sulla spalla di Alistair, lui arretrò come se seguisse il mio ordine. « Lascia che ci pensi io! » gli sussurrai con un respiro all'orecchio. Si fece indietro e io avanzai. « Chi ha i trattati allora? Tu? »
« Mia madre in effetti. Potrei portarvi da lei... se lo desiderate! » i tre ragazzi dietro di me cominciarono a fremere, la cosa non li convinceva ma sapevo che quei trattati erano davvero importanti, ci servivano.
« Puoi portarci da lei allora? » chiesi con garbo e gentilezza posando le armi al loro posto, Morrigan fece un ghigno e poi annuì. Ci fece segno di seguirla e ci addentrammo tra le fitte foreste delle Selve.
Se ero convinta? No, per niente. Sentivo che fidarci di quella donna non era un bene, non potevo essere sicura che fosse una cosa sicura, era pur sempre una strega; non conoscevo molti maghi (anzi nessuno fatta eccezione di Wynne che avevo conosciuto un'ora o due prima), non sapevo come si comportavano fuori dal Circolo, Morrigan non faceva parte di alcun Circolo però, questo era chiaro, immaginai si potesse definire un'eretica, una fuggitiva. Finché ci aiutava, non eravamo in condizioni di contraddirla; fu un viaggio silenzioso e infine arrivammo di fronte una grande capanna, ben costruita e chissà, magari teneva in piedi grazie alla magia. Davanti ad essa c'era una donna anziana, molto diversa dall'anziana Wynne, quella donna era sì vecchia, ma le sue rughe erano appena accennate, il viso era chiaro e molto simile a quello di Morrigan, sia per il mento che per le guance, ma soprattutto anche le aveva due splendidi occhi dorati, le labbra scure che risaltavano sul viso chiaro e lunghi e mossi capelli bianchi, indossava un vestito complesso e rosso, poco adatto a una signora della sua età, le risaltava il corpo facendola sembrare molto giovane. Le sue attenzioni furono distratte dal nostro arrivo.
« Oh mia dolce Morrigan, vedo che mi porti ospiti? Si fermano per cena o ne fanno parte? » chiese lei scoppiando a ridere. Sono cerca che avesse subito notato i nostri sguardi pronti all'assalto. Si corresse. « Non prendetemi sul serio. Sono solo una vecchia donna ormai stanca a cui è rimasto molto spirito... avete conosciuto la mia Morrigan? Immagino in qualche suo bel balletto tra gli alberi, oh vedeste com'è bella sotto la candida luce lunare... » continuò bellamente a ridere e io mi voltai verso Alistair che aveva portato una mano davanti la bocca e cercava di trattenersi dallo scoppiare dal ridere.
« Madre state zitta per favore. Sono Custodi Grigi, vengono qui per i trattati non per... le tue assurde visioni inesistenti! » si difese Morrigan diventando rossa in viso, forse per l'imbarazzo e per la rabbia.
« I trattati... certo! » la donna schioccò le dita rivolgendole a una finestra della camera, era chiusa ma si aprì da sola e qualcosa volò dritta tra le sue braccia, erano delle pergamene arrotolate con dei nastri, c'era anche un anello dorato che segnava che un tempo ci fosse stato un lucchetto. Quello non era però presente. « Prima che mi urliate contro, voglio dirvi che ho salvato i vostri trattati; il sigillo era corroso e vecchio di secoli fa. Io li ho protetti prima che il tempo divorasse anche la pergamena... » ci spiegò, mi feci io in avanti e li strinsi, toccai appena le mani della donna, mani morbide e delicate.
« E questa sarebbe una Strega delle Selve? » chiese Daveth all'orecchio di Jory, faticai molto a carpire quella frase, l'anziana donna invece parve coglierla al volo.
« Strega delle Selve? Non io! Morrigan si sarà inventata questa storiella... a lei piacciono molto le favole di streghe... ma qui non c'è nessuno! » scoccai un'occhiataccia ai due cavalieri, non era il caso di irritarla! Ma ero l'unica con un po' di buon senso accidenti!
« Non so come ringraziarvi. Grazie per aver reso i trattati... » lei scosse il viso quasi offesa dalle mie parole per quanto gentili potessero essere.
« Non dirmi grazie. Quei trattati sono importanti. Il Flagello è alle porte e noi tutti sappiamo quanto essi potranno essere utili nel futuro! » si voltò verso Morrigan. « Ora che hanno i loro trattati, puoi accompagnarli al loro accampamento! » disse autoritaria e la ragazza non poté rifiutarsi. « Buon viaggio, Custodi! » quella non sarebbe stata l'ultima volta che avremmo visto quella donna.


L'accampamento era quasi desolato al nostro ritorno, il sole era calato tra le montagne già da un bel po' e le ombre notturne riempivano tutto, era quasi spettrale e tutto mi incuteva paura. Andammo direttamente da Duncan ma ciò mi diede lo stesso la possibilità di guardare Ostagar con quella nuova luce: le alte colonne e i templi erano oscurati, come se le ombre avessero divorato tutto intorno a noi. Gli alberi erano sinistri e i loro rami erano più somiglianti a lunghi artigli che attentavano a noi; eravamo tra i pochi ancora svegli, molti soldati si erano probabilmente ritirati nelle loro tende, in lontananza vidi Wynne parlare con un altro mago, vidi anche alcuni cavalieri, tra cui una donna dai capelli arancioni che colpì la mia attenzione, non mi soffermai a quelle persone visto che Duncan ci attendeva accanto al falò, sembrava parecchio arrabbiato visto il nostro ritardo, ci mettemmo di fronte ai suoi occhi e ci guardò distrattamente annuendo quando gli porsi le tre fiale di sangue di Prole Oscura e quanto gli consegnai le pergamene dei Custodi.
« Ottimo lavoro. Direi però di cominciare subito con il rito... pare che la Prole Oscura avanzi sempre più in fretta, domani sera saranno qui a Ostagar! » ci avvertì Duncan, e così mancavano solo ventiquattro ore? Così poco tempo ci separava dalla battaglia, avrei tanto voluto cercare Fergus per dirgli dei nostri familiari, magari ne avrei avuto il tempo l'indomani. « Alistair, accompagnali fino all'antico tempio. Io preparo il Calice dell'Unione... »
Calice? Non so perché ma non mi sentivo più tanto tranquilla, cominciavo ad aver paura di quell'Unione, Alistair ci accompagnò attraversando l'accampamento e nascondendoci tra i boschi, non mi sentivo più tranquilla e cominciavo ad avere paura, in fondo ero l'unica donna e un po' di compagnia femminile non mi avrebbe fatto male. Ci piazzammo al centro del pavimento di pietra scura e io mi misi accanto ad Alistair, era comunque un Custode Grigio e lui avrebbe potuto tirarmi su il morale. Cercare di farmi dimenticare la paura.
« Ho paura, che cosa mi accadrà se non dovessi superare l'Unione? » Alistair mi guardò di sfuggita, i suoi occhi erano puntati contro gli altri due, troppo distanti da noi perché i suoi sussurri potessero essere sentito.
« Non dovrei dirvelo. Duncan vi farà bere il sangue dei Prole Oscura che avete raccolto. Se resisterete alla corruzione diventerete un Custode; in caso contrario... » morirò! Alistair non riuscì a dirmelo ma era chiaro che fosse quello il destino del fallimento, cominciai a smaniare e cercai di reggermi in piedi visto che mi sentivo male.
« Non mi sento bene! Alistair io non voglio morire! » dissi cercando di trattenere la paura e qualunque altro sentimento, era bello parlare liberamente con Alistair, ci conoscevamo da poche ore ma in lui avevo trovato un buon amico e ascoltatore. Mi si avvicinò di più e mi strinse al suo fianco mettendomi una mano attorno alla vita, istintivamente mi scostai e lo fissai stranita, che cosa cercava di fare?
« Non era mia intenzione fare ciò che state pensando! » disse portandosi le mani in avanti e scuotendole. Si era allontanato di alcuni passi. « Volevo solo farvi da supporto, non avete una bella cera... » volevo rispondergli per dirgli grazie del fatto che mi supportasse, non ne ebbi occasione visto che Duncan arrivò proprio in quell'istante.
Tra le mani stringeva un piccolo calice d'argento, dentro di esso c'era un miscuglio di liquidi rossastri e neri, lo stesso colore del sangue dei Prole Oscura; Duncan si mosse oltre di noi e ci mettemmo davanti a lui per ascoltare le sue parole: in definitiva ciò che mi aveva detto Alistair era vero, avremmo bevuto il sangue dei Prole Oscura per far accedere la corruzione nel nostro corpo, avremmo compiuto quel sacrificio così da poter avvertire la corruzione che si avvicinava e così da poterli battere. Ecco come Duncan sapeva che l'orda di Prole Oscura era in avvicinamento, perché i Custodi Grigi lo percepivano, questo significava che anche Alistair l'aveva sentito, forse però lui era ancora un novello per comprenderlo. Duncan si perse in spiegazioni quali la natura del Flagello e del fatto che noi l'avremmo combattuto e fermato lì, poi si rivolse ad Alistair con un cenno e Daveth si posizionò davanti Duncan che gli passava il calice con il sangue.
« Prima del rituale diciamo alcune parole: “Unitevi a noi, fratelli e sorelle. Unitevi a noi nelle ombre in cui ci ergiamo vigili. Unitevi a noi che portiamo il dovere che non può essere rinnegato. Se perirete sappiate che il vostro sacrificio non verrà dimenticato e che un giorno vi raggiungeremo”... » Alistair guardò me per tutto il tempo in cui aveva recitato quelle parole, i suoi occhi la dicevano lunga: era chiaro che si fosse affezionato a me e che sperava con tutto il cuore che io passassi l'Unione. Demmo il via al rituale: Daveth prese alcuni sorsi del sangue, la sua espressione mutò, digrignò i denti e sembrava che si strozzasse, che gli mancasse il fiato, si voltò verso di me cercando aiuto e poi i suoi occhi divennero vitrei, l'attimo dopo cadde a terra morto. Duncan si voltò con il calice verso Jory.
« Io ho una moglie, un figlio a Redcliffe. Non morirò qui per voi... io devo tornare da loro... lontano da me bastardo! » disse alzando la voce e sguainando la grande spada puntandola contro Duncan. L'uomo posò il calice per terra e si avvicinò con le sua armi al cavaliere, incrociarono le lame e l'incontro finì subito: Jory si lasciò disarmare con due colpi veloci e Duncan infilzò la sua daga nel ventre dell'uomo, il sangue cominciò a sgorgare a fiumi sia dalla ferita che dalla bocca, i suoi occhi cercarono me disperatamente, non riuscii a comprendere se mi diceva di scappare via o di aiutarlo, sta di fatto che spirò pochi istanti dopo; il Custode si pulì le armi, prese il calice e si avvicinò a me lentamente.
« Tocca a te. Sei chiamata a ergerti contro la Prole Oscura... accetta la corruzione e vivi per combattere... » quelle parole erano dette da un assassino, Duncan aveva esagerato, ero incredula: aveva ucciso Jory a sangue freddo senza il minimo ripensamento, non potevo capire quanto l'Unione fosse segreta, solo più tardi compresi che era stato giusto. Bevvi alcuni sorsi del sangue, il suo sapore era disgustoso e metallico, come assaggiare una lama, mi sentii bene con mia grande sorpresa: il mio corpo percepì il mondo intorno a lui in modo diverso, vidi l'orda dei Prole Oscura avanzare tra le Selve, rivolta con gli sguardi lontani verso Ostagar, poi la scena cambiò e mi resi conto di avere una visione, vidi un gigantesco drago dall'aspetto abominevole, allora compresi che quella era la forma dell'arcidemone. Ricordo solo che svenni, fortunatamente però ci furono le forti braccia di Alistair a evitare la mia caduta sulla fredda pietra.


La mattina seguente il sole era alto nel cielo, splendente tra le nubi giallastre che ricoprivano il cielo, mi alzai dolcemente nella mia tenda e restai seduta cercando di fare mente locale di ciò che stava accadendo. Io ero ancora viva! Non riuscivo a crederci, ero riuscita a superare la corruzione della Prole Oscura, ero ufficialmente un Custode Grigio. Uscii dalla mia tenda e mi trovai nel mezzo di quelle che avevo già visto, quelle dove avevo incontrato Wynne. Attorno a me c'erano molti soldati che uscivano dalle loro tende con le armature, solo allora mi ricordai di fare attenzione a cosa avevo nel corpo, fortunatamente indossavo ancora la mia armatura e ciò significava che non ero stata spogliata per la notte! Qualcuno si avvicinò dietro di me e mi voltai trovando i capelli brillanti di Alistair, i suoi occhi castani immobili su di me, un sorriso amichevole stampato sul viso.
« Buongiorno Myalee, spero che abbiate passato una buona notte... le prime sere ho avuto tremendi incubi. Avete visto l'arcidemone? » chiese. Non so per quale disgrazia ma inciampai su una pietra e gli caddi tra le braccia, il mio viso fu schiacciato contro la fredda armatura. « Fate attenzione, non vorrete svenire di nuovo. Succede spesso in mia presenza. È a causa del mio odore? » chiese in tono innocente.
Non potei evitare di sbuffargli a ridere in viso, lui rise dopo di me, non riuscii a fermarmi e niente mi avrebbe potuto fermare. « No, Alistair. Tu hai un buon odore anzi... » dissi, ma perché!? Cosa mi andava di dire per la mente. Lui fece un ghigno e poi mi distaccai da lui. Guardai il sole alto nel cielo. « Che ore sono? Per quanto ho dormito? » chiesi preoccupata. Quella sera avremmo affrontato l'orda.
« È mezzogiorno passato. Siete proprio una dormigliona sapete? Io sono sveglio dalle sei. Vi sono venuto più volte a trovare... » disse rivelando un alone di rosso tra le guance, gli feci un sorriso di sfuggita mentre mi voltavo dandogli le spalle.
« Perché? Mica scappavo! Sono un Custode Grigio adesso no? » chiesi ondeggiando con il corpo, mi spostai in avanti per uscire dalla marea di tende. Più volte scostai qualche soldato, sentivo che Alistair mi veniva dietro come fosse il mio Drawgnar, immaginai che fosse ancora con Duncan. Improvvisamente un soldato ci fermò quando ci avvicinammo alla parte superiore dell'accampamento dove c'era chi pranzava e chi guariva dei feriti, quell'uomo era lo stesso da cui mi aveva difesa l'anziana Wynne quando mi aveva dato della puttana.
« Alistair perché ti tieni quel bel culetto tutto per te? » chiese al ragazzo, chiaramente era rivolto a me, quell'uomo aveva appena insinuato che io fossi andata a letto con Alistair! Estrassi la spada e la puntai alla gola dell'uomo che cominciò ad imprecare dalla paura, lo fissai con odio mentre Alistair mi poggiò le sue mani su quella che impugnava l'arma cercando di calmarmi.
« Non ne vale la pena! È un verme. Ignoratelo per favore... » cercava in tutti i modi di calmarmi, ovviamente uno scontro mortale non era mio interesse, volevo solo infierire sul suo corpo fino a renderlo un puntaspilli.
« Prova a ripeterlo: di ancora che sono una puttana. Dillo e affronta la morte da uomo! » ruggì contro di lui, cadde indietro e i suoi compari lo aiutarono ad alzarsi. Si fecero indietro e noi andammo ai tavoli da pranzo. Rinfoderai l'arma e mi sedetti.
« Quello è Egnar. È un pezzo grosso... un cavaliere della cenere o qualcosa del genere! » Alistair e io fummo serviti all'istante con una strana brodaglia, il ragazzo prese del formaggio da una ciotola e lo divorò per intero, mi rivolse uno sguardo perché sapeva che lo fissavo. « Che avete da guardare? Io adoro il formaggio e dovreste mangiare anche voi così... »
Forse fu il mix di quella scena, unita all'orrenda e poco saporita brodaglia, magari anche per colpa del sangue di Prole Oscura, che spostai il mio piatto disgustata. « Mi è passata persino la fame... » mi guardai intorno in cerca di una persona. Mi alzai poi dalla tavola e lascia là Alistair. « Cerco mio fratello Fergus. Ci vediamo più tardi... » dentro di me però avevo paura di non riuscire a vedere il mio amico prima della battaglia.
Ciò non accadde fortunatamente, così come non accadde il ritrovare Fergus, mi aspettavo di trovarlo là per il pranzo, ma non riuscii a cercarlo da nessuna parte, inoltre sentivo che Egnar e i suoi compari erano ovunque, pronti a tendermi l'agguato al minimo angolo che giravo. Cercai di stare lontana dai luoghi isolati per paura di trovarmelo davanti e di dover combattere da sola. Vidi ancora una volta la donna dai capelli arancioni e molti altri soldati che avevo visto il giorno prima. Nessuna traccia di Fergus prima del crepuscolo, ero riuscita a origliare che una riunione si sarebbe tenuta prima della battaglia, pochi istanti dopo incrociai Wynne che mi disse che Duncan mi stava cercando davanti al falò, mi diressi per la direzione indicata e trovai il Custode accompagnato da qualcun altro, Alistair era anche presente a quell'incontro. La luna era ormai prossima alla sua apparizione e per l'accampamento era sceso lo strano alone di tenebre della sera prima. Mi fermai davanti ai due uomini.
« Che succede? » chiesi, anche Alistair voleva chiaramente sapere il motivo della nostra convocazione, Duncan non trovò facile dirci ciò che ci stava per dire, dovette utilizzare parole che avremmo potuto accettare, o almeno io le compresi. « Il Re vuole che due Custodi Grigi salgano sulla Torre di Ishaal e accendano il falò che darà il segnale all'esercito di Loghain. Quei due Custodi siete voi. Nessuna lamentela! »
Ma Alistair si rifiutò di capire, si trovò ad insistere e ammetto che ero molto grintosa per la battaglia. Che avrei voluto combattere, perché sì: andare su quella torre significava non trovare combattimenti, stare a guardare la battaglia dall'alto fino alla sua fine. Non avremmo avuto merito alcuno. « Da quando il re può dirmi se scendere in battaglia o no? » lo sguardo di Duncan lo fece però ricredere. « Va bene... ma se il re dovesse chiedermi di ballare il remigold per combattere la Prole Oscura, si troverà veramente deluso! » disse sarcastico. Quell'immagine mi fece quasi scoppiare a ridere nonostante fosse quasi guerra.
« Non mi dispiacerebbe poterti vedere, Alistair... » dissi pensierosa e sorridendogli. Contraccambiò la mia espressione e aggiunse qualcosa che mi colpì.
« Per voi potrei anche farlo... questo e altro! » l'ultima frase che mi rivolse prima di andare via, dovemmo preparaci per lo scontro anche se avremmo assistito dal ponte.


La luce lunare brillava forte, ma nulla era paragonabile alle torce e alle fiamme che venivano trasportate dall'esercito di Prole Oscura che si ergeva di fronte ai nostri occhi, più che di fronte, dovrei dire sotto i nostri occhi; io e Alistar eravamo gli unici rimasti nell'accampamento, eravamo rimasti sul ponte insieme agli arcieri e al resto di coloro che dovevano colpire dall'altro, rimasi senza parole quando lo scontro inizio: fu violento e distruttivo, eravamo chiaramente in vantaggio visto che molte delle loro forze erano già cadute grazie alle frecce e ai blocchi infiammati lanciati dalle catapulte, i nostri segugi magari erano infine andati all'attacco per un'ulteriore decimazione prima dello scontro vero e proprio, a quell'altezza non riuscivo a trovare il mio Drawgnar, sperai solo che non si trovasse lì o che riuscisse a sentire i miei pensieri; fuggi via per le Selve, il più lontano possibile da questo luogo infernale! E ancora non sapevo cosa sarebbe accaduto poco più tardi. Lo scontro iniziò: i nostri eserciti, quello di Altura Perenne, quello del re, i Custodi Grigi e chissà quanti altri, erano uniti nella battaglia che infuriava a decine e decine di metri da noi. Quello era il nostro momento: Alistair mi rivolse uno sguardo e io acconsentì. Ci muovevamo veloci nel vento, perché non potevamo perdere un secondo, tutto poteva essere prezioso e decisivo per quella battaglia; lo Torre di Ishaal non distava molto da noi, dovevamo attraversare il ponte che più volte fu sotto attacco dagli attacchi aerei dei Prole Oscuri, un'enorme masso infuocato riuscì a scuoterci e il fragore fu così forte che ci fece cadere a terra e per un intero minuto rimasi nel silenzio più totale, temevo che il colpo mi avesse resa sorda, ma Alistair fungeva da mio punto di riferimento e corremmo per la strada e per l'accampamento cercando di arrivare in fretta alla Torre, il problema era che da essa sembravano uscire altri Prole Oscura. Ciò voleva dire che avevano trovato un modo per arrivare fino alla torre e adesso avrebbero dovuto scontrarsi con noi. Gli scontri che desideravamo tanto; ci facemmo largo tra i morti della torre e cercando di reclutare tutti i sopravvissuti all'attacco a sorpresa. Arrivammo all'enorme voragine che stava accanto il vano delle scale che ci avrebbe permesso di salire. Sentivo un fetore pestilenziale, non ci azzardammo a guardare tra le ombre per paura di essere attanagliate al loro interno.
« Continuiamo a salire. Non manca molto e dobbiamo dare il segnale... » dissi ricordando il reale obiettivo della missione, difficile da scordare, soprattutto quando ormai mi trovavo coperta di sangue dei Prole Oscura!
La salita per la torre fu dura, piena di pericoli e soprattutto cosparsa di cadaveri, morti ovunque che mi fecero diventare il cuore minuscolo, finalmente però salimmo l'ultima rampa di scale a ci trovammo nella gigantesca stanza circolare, buia e cosparsa di sangue appiccicoso che faceva scivolare gli stivali, quasi rabbrividivo al solo pensiero di ciò che pestavo; ma nulla era paragonabile all'enorme montagna che si trovava di fronte ai nostri occhi: un bestione gigantesco, l'espressione stupida e l'aria arrabbiata, furioso mentre divorava dei cadaveri di nostri soldati, le labbra e i denti bagnati dal sangue ormai freddo. Il solo odore era nauseabondo, la puzza era pestilenziale e cercai di tenermi tutto dentro nonostante lo stomaco balzasse in aria, il bestione fiutò qualcosa di nuovo, l'odore di carne ancora viva, la nostra carne. Si voltò verso di noi e ci stringemmo in modo compatto, Alistair più avanti di me e con scudo e spada sguainati e pronti all'attacco. Ricordo che tremavo, ma dovevamo riuscirci perché da noi dipendevano delle vite. Lo scontro cominciò violentemente e ad opera di quel gigantesco ogre, la creatura si spostò verso di noi, io e Alistair ci gettammo di lato e lo stesso fecero alcuni dei soldati che avevamo radunato, gli altri furono schiacciati dalla furia del mostro; cominciammo ad attaccarlo ai piedi cercando di fargli perdere l'equilibrio, la creatura era però molto forte quanto stupida, avrebbe potuto prenderci a calci vista la sua altezza, non rifletté su quello e riuscii a recidergli parte del polpaccio, il sangue mi si verso addosso e restai confusa dall'improvviso rossore, Alistair agì in fretta recidendo l'altro polpaccio della creatura, lui fu però sbalzato via da un pugno, vidi il mio amico volare in aria e scontrarsi contro la parete di pietra; istintivamente ignorai l'ogre e andai a soccorrerlo, temevo che fosse morto, avevo paura di ciò che poteva essergli capitato ma si rialzò subito mentre mi avvicinavo.
« Alistair stai bene!? » chiesi preoccupata, non ricordo quando fu l'ultima volta che avevo mai avuto una paura così grande di perdere una persona. Forse mi capitò solo con Alistair visto che ormai faceva parte della mia nuova vita. Lui annuì.
« Vi preoccupate troppo per me. Avreste dovuto infliggergli il colpo di grazia... » disse dolorante e senza essere troppo duro. Mi sentivo offesa: in fondo mi ero preoccupata per lui, ma in guerra era normale che qualcuno venisse ferito o ucciso e Alistair non aveva neanche un graffio perciò le mie preoccupazioni erano inutili!
Ritornammo a fissare l'ogre che aveva ormai ucciso i nostri alleati, eravamo rimasti solo io e Alistair e i nuovi cadaveri dei soldati; agimmo in fretta per poter avere successo: ci lanciammo contro di lui attaccandolo su entrambi i lati in modo che fosse confuso e non capisse su chi agire per primo. Non durò molto visto che si spostò verso Alistair, il ragazzo riuscì ad infilzargli la spada dritta nel ginocchio e la creatura vacillò cercando di stare in piedi, io sfruttai quell'occasione per salirgli addosso e per infilzargli la spada direttamente nel cuore, infierì più e più volte fino a che l'ogre non cadde indietro morto. Un ultimo sguardo con Alistair e poi ci avvicinammo al falò.
Non ricordo esattamente cosa accadde, ancora oggi ho dei frammenti confusi di ciò che successe quella sera; ricordo il fuoco che brillava in un bastone tra le mie mani, il falò che veniva acceso e quindi il segnale era stato dato, l'esercito di Loghain avrebbe avuto la meglio e avremmo fermato il Flagello proprio sul suo nascere. Ricordo poi un rumore alle nostre spalle, i Prole Oscura che camminavano contro di noi e che assalivano Alistair facendolo crollare a terra, io che lo seguivo sbattendo la testa a terra e poi un ruggito, un urlo che mi ricordava molto un drago. Poi le ombre e il silenzio mi presero nello stesso istante.








Angolo Autore:
Ta-ta-ta-tan! Un nuovo capitoloooo non è grandioso? Essendoci stato il sabato e la domenica non ho avuto molto tempo per scrivere ma finalmente eccoci ancora una volta qui e ora commentiamo questo nuovo capitolo.

Cominciamo con le spiegazioni: preferisco centomila volta la Flemeth di Dragon Age 2, si vede chiaramente che sprizza potere da tutti i pori, non come in Origins dove sembra una povera vecchietta sul punto di morire! Spero che abbiate capito che riferendomi alla guerriera dai capelli arancioni mi riferissi ad Aveline; in fondo lei era ad Ostagar viene detto nel 2 e mi sono sentito di aggiungerla. Non potevo non riportare le parole dell'Unione visto che sarebbe stato un crimine non farlo e... dolce Alistair :D nel gioco l'ho sempre visto così, protettivo e dolce come il miele e mi sarebbe piaciuto che avesse ceduto e rivelato qualcosa. Per quanto riguarda la mia prima partita: Ostagar è abbastanza semplice e anche longeva, ho realmente odiato Duncan per la sua freddezza nell'uccidere Jory anche se posso capirlo, avrebbe rivelato il segreto dell'Unione. E infine la battaglia... sconvolto per la morte così sciocca di Cailan e arrabbiato per la sua noncuranza... perché è sceso in campo T.T!? E poi anche Duncan... e Loghain... “bastardo fetente riuscirò ad ucciderti!” sono le parole esatte che gli ho lanciato.

Come sempre: grazie ad Alithea che ancora una volta commenta e grazie a tutti coloro che leggono e seguono la mia storia, spero di leggere anche i vostri commenti ^^ A presto con il prossimo capitolo della storia.
  
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