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Autore: Wellknower    28/07/2014    0 recensioni
E' una storia biografica, a tratti reale e a tratti edulcorata, capace di far sorridere chi vive il liceo o chi ne è uscito, sia da poco che da anni. Un ragazzino alle prese col quarto ginnasio, le prime materie nuove, le prime ragazze, le prime delusioni con gli amici ma tutto in chiavi piuttosto comica e sarcastica, non senza lo spazio su profonde riflessione sulla vita di un teenager che, a tutta macchina, si avvicina all'età adulta senza rendersene conto.
Genere: Comico, Demenziale, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Al tempo, il mio stomaco era sottoposto a una lenta ma vivace cottura di dolore e amarezza. Passai un periodo che, senza remora, posso assolutamente definire di merda. Cambiai banco, tornai al mio amato e rassicurante ultimo banco, sebbene avessi contro l'opinione di tutto il corpo docenti e mi chiusi in un'enorme esistenza fatta di feste, amici, divertimenti, distrazione e... depressione. Qualsiasi cosa tentassi di fare non riuscivo a non pensarla, al non pensare a tutto quello che avevo fatto per lei, che provavo per lei e al fatto che non apparteneva più alla mia quotidianità, alla mia vita... Cercavo di apparire indifferente, insofferente e distaccato, e mi convincevo d'aver successo nelle mie azioni ma, chiaramente, sapevo che in fondo così non era. Cercavo di attirare l'attenzione su di me, in qualsiasi modo, comportamenti assurdi e figure di merda erano, e tutt'ora sono, la mia specialità. Mi sembrava tutto così assurdo ed inutile ma, qualche volta, vedevo che mi guardava e che, a seconda di quel che facevo, rideva o sorrideva per le mie stranezze e capivo, guardandola negli occhi, che le mancavo... Arrivò, e per la prima volta in vita mia la maledissi, l'estate e, con questa, il mio solito appuntamento estivo coi debiti formativi. Un'estate passata a studiare e a sognare il momento in cui l'avrei rivista, con qualche sporadico messaggio per telefono, soprattutto verso la fine di agosto e l'inizio di settembre, fino a quando arrivarono i giorni degli esami. Greco e latino furono i miei più grandi incubi estivi ginnasiali, grazie a quell'eccelso professor Passarella. In uno dei pochi messaggi, con tutta la voglia che avevo di rivederla, le chiesi di venire a vedere i miei esami di riparazione; non venne, aveva la febbre. Solo un anno e mezzo dopo scoprii il vero motivo. Non aveva la febbre, tutt'altro; l'eterna infame preferì uscire con una sua amica per fare una passeggiata o dello shopping, perché? Ufficialmente si vergognava e non pensava esser giusto presentarsi dopo l'amara delusione arrecatami tre mesi prima. Quanto m'incazzai, quando lo venni a sapere, solo Dio lo sa. Passai gli esami, ovviamente per il rotto della cuffia, a quel professore bastava rovinarti l'estate e non darti nemmeno la soddisfazione di dirti che, almeno nell'estate passata sui libri, ti eri impegnato a dovere ed era totalmente merito tuo l'aver riparato le lacune della materia, e venne il quinto ginnasio.
  
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