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Autore: saccuz    30/07/2014    1 recensioni
Due uomini legati l'uno all'altro da un passato sconosciuto, un universo in cui la scienza e la magia coesistono, una caccia spietata...
Dalla storia:
"A quella stella era stato portato via il nucleo risonante. L’unica cosa mai scoperta nella galassia ad essere connessa sia con la materia che con la magia. Da tempo si sapeva che le stelle erano i fulcri del passaggio della Corrente Metafisica, e la scoperta di quei nuclei era stata una prova fondamentale per quella teoria. C’era soltanto una “persona” in grado di estirparlo, mettendo a repentaglio l’intero equilibrio della galassia. Una persona che non dava notizie di se da molto, molto tempo."
Storia in fase di correzione (solo il prologo modificato per ora)
Genere: Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Universo Inquieto'
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Cap IV
 
I due occhi erano inquieti, vagavano sulla plancia di comando, tracciavano rotte, ingaggiavano combattimenti, viaggiavano per migliaia di parsec, e poi tornavano sempre a fissare quel punto, il punto, il riferimento di tutte le coordinate galattiche, l’origine, l’unica stella che, pur provandoci, non erano riusciti a pescare, il Sole. Ricordavano ancora tutto alla perfezione, i raggi di disgregatori che si abbattevano sugli scudi, rimbalzando inerti, le armi che aprivano il fuoco, facendo scempio degli incrociatori avversari; l’ inarrestabile marcia verso la stella, e poi, all’improvviso, quella nave, sbucata dal nulla, come per magia, che colpiva la Relios con raggi di enorme potenza, aprendo falle sullo scafo, massacrando i circuiti interni, ferendola profondamente. Ricordavano di aver risposto al fuoco, con ogni arma a disposizione, ma era inutile, quegli scudi erano impenetrabili, erano quasi vivi, si modificavano a seconda delle necessità; ricordavano la cruenta battaglia, i raggi che illuminavano lo spazio, che facevano splendere di mille riflessi lo scafo della Relios, ricordavano quella specie di fastidioso insetto che vi ronzava intorno, provocando alla nave mille piccoli tagli, mille piccole ferite da cui guarire; ricordavano quello scontro fra titani, quasi alla pari, erano anni che non vivevano uno scontro simile, erano anni che non brillavano di divertimento, mentre cercavano di eliminare quell’ostacolo; e poi, cambiò tutto… da quella nave partì un’onda, un’onda trasparente, che investì in pieno la Relios, e in quel momento, per la prima volta nella loro vita, sentirono la maledizione che li colpiva, che li imbrigliava, che li costringeva in quella forma, che li mutava profondamente, per sempre. Ricordavano come, con le loro ultime riserve di energia, erano riusciti ad attivare la propulsione, scomparendo all’orizzonte, al sicuro. Dopo, gli occhi ricordavano solo di essersi riaperti, ancora una volta, volgendo il loro sguardo famelico per tutta la galassia, alla ricerca di nuove stelle, di nuova energia. Dopo, ricordavano solo di essere diventati il pescatore.
 Ora quelle stesse iridi marroni vagavano per la mappa della galassia, alla ricerca di nuovo nutrimento, di nuove sfide, la mano era protesa sul pad, pronta a far scomparire nuovamente la nave, ma improvvisamente ricadde, gli occhi si concentrarono su una spia, su una piccola lucina che si accendeva a intermittenza, gli occhi si incresparono di una luce misteriosa, un insieme di divertimento, di furia sanguinaria e di desiderio. Sapevano che li aveva trovati, alla fine, non aveva senso scappare, l’assorbimento era ormai completo, la nave pulsava di energia, potevano permettersi di attenderlo.
 
***
 
Il volto grigio di Quinn sorrideva, l’aveva trovata, era quella giusta, finalmente l’aveva localizzata; c’erano voluti due giorni di continue ricerche, di scansioni con i sensori interni e di incantesimi di ricerca per isolare la traccia giusta. Doveva ammetterlo, con il passare del tempo Lui era migliorato, la sua nave era molto più difficile da trovare adesso, doveva aver imparato la lezione. Chiuse gli occhi, si concentrò su quella scia, sentì pian piano la mente abbandonare il suo corpo, uscire dalla nave, raggiungere quella striscia azzurrina, l’unica traccia della direzione presa dalla Sua nave, la seguì, percorse con la mente miliardi di chilometri, fino a raggiungere il suo obiettivo. Questa volta voleva essere sicuro di non sbagliare. Infine, accertatosi di aver trovato la scia giusta, tornò indietro. Sapeva di essere stato individuato, ma poco importava, era riposato e con le riserve di essenze piene, era pronto, proprio come lo era Lui.
   
 
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