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Autore: Inquisitor95    30/07/2014    2 recensioni
"Mi svegliai sobbalzando visto lo strano sogno che avevo fatto: delle creature spaventose correvano contro di me, avevano sete del mio sangue. Io continuavo a correre cercando di scappare visto che non avevo una spada con cui difendermi; se nel sogno fossi stata armata, sicuramente le cose sarebbero andate diversamente. Fortunatamente però era stato solo un terribile incubo, non avevo mai lasciato la mia stanza nel castello di Altura Perenne. Non avevo mai lasciato il mio letto e per tutto il tempo ero rimasta tra le braccia possenti del mio cavaliere. Ero ancora abbracciata a lui in effetti, la testa appoggiata sul suo petto forte e caldo, il fatto che mi fossi svegliata sobbalzando però aveva condizionato anche il fatto che lui si svegliasse. Lo trovai con i suoi occhi brillanti come smeraldi che mi fissavano, allungai una mano percorrendo il suo corpo fino al viso e salendo fino ai capelli morbidi, rossi come le fiamme e leggermente sudati per via del caldo estivo."
Questa è la storia che più volte è stata raccontata, in molti hanno aggiunto dettagli, ma solo io conosco la verità e sono qui per raccontarla: di come il Quinto Flagello si è concluso prima che devastasse il Thedas.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alistair Therin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Leggende del Thedas'
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CAPITOLO QUINTO
LOTHERING


Una luce soffusa entrava nella stanza, una finestra con delle ante leggermente aperte affinché quel poco mi bastasse e non mi desse fastidio. Mi trovavo in una stanza grande e in un letto morbido, qualcuno stava sistemando qualcosa di metallo e faceva rumore, ero infastidita da quei suoni che echeggiavano nella mia mente. Poi la mia mente realizzò l'impossibilità di ciò che stava accadendo: io non potevo essere in una stanza, non potevo dormire su quel letto. Questo perché l'ultimo ricordo che avevo era la Torre di Ishaal, il segnale acceso e i Prole Oscura che lottavano contro me e Alistair, ci sopraffacevano e svenivamo. Adesso però era tutto diverso; ero forse in paradiso? No, a giudicare dal posto misero, un'abitazione modesta in una foresta visto che sentivo rumori sinistri dall'esterno. Qualcuno si mosse accanto a me e sbuffò.
« Finalmente ti sei svegliata anche tu! Temevo che il tuo amico sarebbe impazzito se non ti fossi più svegliata! » disse una voce suadente, mi voltai per trovarmi addosso gli occhi dorati e la pelle perfetta di una ragazza già vista, Morrigan.
« Che ci fai qui? » chiesi istintivamente. Fu allora che compresi di essere nella sua capanna, che eravamo nelle Selve e che ero viva. « Dov'è Alistair!? » chiesi in preda al panico, sentii il mio respiro affannoso e ansioso. Non poteva essere morto!
« Non mi hai sentita? Sta bene visto che ha abbastanza energie per preoccuparsi per te. A meno che non sia stupido come credo e ciò spiegherebbe molto... » commentò con acidità, mi diede le spalle e ignorò in un primo momento la mia domanda. « Mia madre vi ha salvati da quella torre... »
« Tua madre? » chiesi confusa e intorpidita, stavo riacquistando la sensibilità dei miei arti e mi resi conto di essere nuda tra quelle lenzuola. Che significava che sua madre ci aveva salvati? Quella donna anziana rivelava davvero un potere nascosto...
« Sì. A te e a quel tuo amico... piuttosto, ti prego di andare da lui e dirgli di non lagnarsi ancora o giuro che lo friggo con un fulmine! » commentò ancora con il tono freddo e distaccato. Era chiaro che non mi avrebbe detto nulla di più.
« Grazie di tutto... » dissi. La sua espressione fu impagabile: i suoi occhi duri si tinsero di dolcezza e imbarazzo. Il suo viso divenne ancora più bello di prima e la invidiai come non mai, perché Morrigan era bella, e ammetto di esserne gelosa.
Feci più in fretta che potevo, mi rimisi gli indumenti intimi per poi indossare i vari pezzi della mia armatura, la ragazza li aveva puliti e lucidati, curati con chissà quale incantesimo e sembravano persino più resistenti e forti. Indossai gli stivali e i guanti come ultima cosa e poi rimisi la spada con il fodero in vita e lo scudo alle spalle. Non c'erano altre parole che avrei potuto dire a Morrigan così uscii dalla casa cercando di non perdermi tra i corridoi lugubri e le stanze oscure, alla fine arrivai alla porta d'ingresso che riconobbi perché era uguale sia all'interno che all'esterno. L'anziana donna vestita di rosso fissava la porta da cui ero appena uscita, le sfuggì un sorriso e mi fece cenno verso Alistair, vestito con la sua armatura, le sue spalle rivolte verso di me mi impedivano di vedere i suoi occhi. In quell'istante mi si tinsero di lacrime, la gola mi bruciò come se mi avessero infilato un tizzone incandescente in essa; il ragazzo si voltò con l'espressione distrutta, gli occhi castani bagnati come i miei e felici nel rivedermi viva; capì che la battaglia era andata male dalla sua espressione e dal fatto che scuoteva il viso incredulo, sentii un disperato bisogno di lui, di averlo accanto e realizzai che Alistair era diventato il mio ossigeno, che senza di lui non avrei potuto continuare a vivere; che cosa pensereste se vi dicessi che senza aria non potete vivere? Che è una cosa normale, ma non per questo siete attratti dall'aria, ebbene Alistair per me era quello: era aria pulita e ossigeno puro che mi entrava nei polmoni e che mi salvava. Perché qualunque cosa io pensassi prima di Ostagar era svanito, Alistair era attraente, ma in quell'istante vedevo solo un'ancora di salvataggio a cui ero appesa con tutte le mie forze.
Istintivamente corsi contro di lui e lo abbracciai, mi strinse forte a sé, così forte che sentii persino un po' di dolore ma non mi importava, sicuramente era per le ferite fresche ma lui non avrebbe potuto uccidermi visto che era il mio ossigeno. « Credevo foste morta... » disse lui al mio orecchio, cercai di trattenere le lacrime ma fallii. « Pensavo... di essere rimasto solo. Ma eccovi qui... » era come se sognasse, non poteva credere al fatto che fossi realmente viva.
« Cos'è successo? Dimmelo! » gli dissi cercando di cacciare le lacrime indietro, ma ormai era tardi ed esse rigavano il mio viso. Sciogliemmo il nostro abbraccio e lui continuò a parlare.
« La madre di Morrigan ci ha salvati... si è trasformata in un drago e ci ha portati via dalla torre... » divenne duro in volto e continuò. « Loghain ci ha traditi. Il suo esercito si è ritirato e Cailan è morto... insieme a Duncan e agli altri Custodi Grigi! »
« Alistair... mi dispiace! » Duncan era morto? No... chiaramente quello era un incubo. Era ovvio che stavo sognando, che avevo immaginato tutto. Ma i dolori fisici erano troppo reali. « Come ti senti? » chiesi asciugandomi gli occhi.
« Non dovete farlo per forza. Capisco che per voi, Duncan non era lo stesso che era per me... » i suoi occhi la dicevano lunga, era distrutto e la madre di Morrigan parve allontanarsi di pochi metri da noi per lasciarci da soli pochi istanti. « Vorrei... trovare il suo corpo, seppellirlo... dargli una degna sepoltura quando tutto sarà finito! »
« È vero, non conoscevo Duncan come voi, ma non significa che anch'io non pianga la sua scomparsa... di dov'era? » chiesi, i suoi occhi balenano ancora su di me e trovò difficile rispondermi.
« Altura Perenne! » disse infine con un unico sussurro.
Ecco perché il motivo della risposta dura, perché Altura Perenne era ancora casa mia, lo era stata per vent'anni e Howe aveva distrutto quel bellissimo sogno. Tutto è relativo se penso al fatto che avrei dovuto sposarmi con Dairren e condannarmi con lui in una vita da regina triste. Forse è stato meglio così... « Verrò con te allora. Quando tutto sarà finito... se saremo ancora vivi! » lui annuì e preferì cambiare argomento, comprensibile ovviamente. Si rivolse alla madre di Morrigan.
« Non potremo mai esservi riconoscenti abbastanza... ma come dovremmo chiamarvi per ringraziarvi? » chiese il ragazzo, la donna ritornò accanto a noi e ci scrutò con occhiate diverse dall'ultima volta. Non sembrava più la donna pazza che aveva consegnato i trattati, forse il sapere che era tanto potente da mutarsi in un drago influenzava il mio modo di vederla!
« La maggior parte delle persone mi nomina semplicemente come “Strega delle Selve”; gli elfi dalish mi conoscono con il nome di Asha'bellanar; per i Chasind e quindi anche per voi, mi chiamo Flemeth » Flemeth, una Strega delle Selve, numerose leggende erano state scritte su di lei, e io ne sapevo qualcosa. « Ma non voglio parlare di me. Mi pare che abbiate dei trattati da usare per degli aiuti... » disse prima che Alistair aprisse bocca. Controllai ancora di avere i trattari nel mio zaino.
Documenti antichissimi e scritti in lingue quasi incomprensibili, riconobbi però alcune scritte, alcuni nomi e i protagonisti degli accordi con i Custodi Grigi erano tre: i maghi del Circolo, i nani di Orzammar e gli elfi dalish, nascosti in chissà quale antro della Foresta Brecilian. « Ci saranno altri a cui chiedere aiuto... »
« Arle Eamon, l'Arle di Redcliffe, sono certo che lui possa darci il suo appoggio in quanto zio di Cailan! Ci sosterrà sicuramente contro Loghain se a chiederlo sarò io... » mi rispose lui illuminandosi, di colpo sembrava che le tenebre fossero scomparse sia dal mio che dal suo cuore, avevamo una speranza.
« Maghi, elfi, nani, l'esercito dell'Arle... parlate di un esercito potente che combatterà la Prole Oscura. Avete scelto il vostro fato, Custodi Grigi? » chiese la vecchia Flemeth rivolta ad entrambi. Annuimmo. « Molto bene. Morrigan! » urlò la donna e la ragazza uscì quasi correndo temendo forse di essere sgridata dalla madre per qualcosa che aveva fatto. Ci raggiunse e si mise accanto a me.
« I nostri ospiti si fermano per cena, madre? » chiese la ragazza spostando il suo sguardo da me e Alistair alla madre. Quella scosse il viso in segno di negazione.
« No. Stanno partendo, e tu andrai con loro! » si rivolse a noi con sguardo freddo e glaciale. « Questo è il prezzo per l'aiuto che vi ho dato. Portate la mia Morrigan per il mondo, in fondo vi servirà il suo aiuto! » ero abbastanza contrariata, e lo stesso si poteva dire di Alistair, ma era vero, dovevamo prendere la ragazza e sdebitarci con Flemeth per l'aiuto che ci aveva donato. Tacemmo e annuimmo.
« Madre non sono pronta per andare via. Volevo farlo ma non così in fretta... » provò a dire la ragazza, evidentemente non provava pena per il lasciare la madre da sola quando più per il fatto che la sua partenza fosse improvvisa. « E poi la cena... »
« Tranquilla. Eviterò che il fuoco inghiotta la capanna, sempre che al tuo ritorno non trovi il tutto, compresa me, inghiottito dalla Prole Oscura! » era stata cattiva, mia madre non mi avrebbe mai rivolto una frase del genere per quanto potessimo essere discordi, Morrigan chinò il capo. « Cerca di divertirti lo stesso, cara! » Flemeth aggiunse quella frase con dolcezza senza mutare il suo viso freddo e duro.


Morrigan ci mise pochi minuti prima di tornare, non portò molto con sé ad eccezione del suo bastone incantato e di uno zaino piccolo che mise alle spalle. Nel frattempo Flemeth mi fece un ulteriore dono: scomparse qualche istante e poi tornò da noi accompagnata da un enorme cane, una creatura che riconobbi per il complesso disegno sul suo dorso, era il mio Drawgnar; l'unica cosa che mi era rimasta dalla mia famiglia ad eccezione della spada e dello scudo, l'ultima cosa che rappresentava la mia vita prima di essere un Custode Grigio. Cominciò così il nostro viaggio, un viaggio che ci avrebbe condotti a Lothering, il villaggio da cui eravamo passati io e Duncan poche settimane fa; perché sì: io e Alistair eravamo stati per una settimana immobili a casa di Flemeth, oscillando tra la vita e la morte, alla fine avevamo lottavo per sopravvivere; una settimana di viaggio ci aveva condotti al villaggio nel silenzio più totale, Alistair si stava chiaramente riorganizzando e stava cercando di mettere da parte Duncan e la sua vita prima della battaglia, Morrigan non mancava di farlo notare anche se era la sola a condividere il suo acidume. Io avevo Drawgnar con cui parlare e sfogarmi, perché in quella battaglia anch'io avevo perso delle persone, conoscenti di un giorno come la dolce Wynne, persone come Duncan e inoltre non sapevo se mio fratello Fergus era riuscito a sfuggire. Ciò che era sicuro era che tutti i Custodi Grigi erano morti là, o almeno tutti quelli che avevano combattuto ad Ostagar, se eravamo in cinque in tutto il Ferelden era davvero tanto!
Lothering apparve nella metà dell'autunno, splendente come la rappresentavano i dipinti che avevo visto al castello, i suoi alberi spenti e morti, simbolo che la Prole Oscura stava per arrivare anche in quel posto apparentemente incontaminato dal male; attraversammo la Gran Via Imperiale e la trovammo sbarrata in più punti dai suoi resti crollanti. Avevamo intenzione di entrare in nel villaggio in cerca di erbe mediche e di altri beni che potessero accompagnarci nel viaggio fino alla prossima destinazione; prima di poter entrare nelle vaste campagne che si affacciavano sul fiume Drakon, trovammo un ingorgo di mezzi abbattuti, tra di essi delle persone che frugavano tra dei cadaveri, saccheggiatori!
« Ben arrivati a Lothering, ci dispiace dovervi fermare, ma capirete che stiamo raccogliendo denaro per poter restaurare la nostra bellissima Via Imperiale. Potete capire... cinquanta pezzi d'argento basteranno! » disse un uomo dall'aspetto del capo banda. Divenni furiosa e credo che Alistair e Morrigan avessero la stessa opinione per la prima volta. Fui io a parlare però.
« Dazi? Non mi pare che i soldi raccolti stiano andando spesi bene... la Gran Via Imperiale è ancora distrutta! » cercai di apparire più calma possibile, volevo evitare di usare subito violenza o li avrei ridotti a pezzi così piccoli da renderli irriconoscibili.
« Ehm già! » disse il ladro in difficoltà. « Ma prima di cominciare i lavori dobbiamo raccogliere i soldi. Anche dai poveri caduti che arrivano in difficoltà qui... » stava continuando a blaterare sciocchezze quando persi le staffe e cominciare ad urlare.
« Vi sembro una stupida? O una comune viaggiatrice!? » sguainai la spada e la puntai alla gola dell'uomo che tremò di paura e divenne bianco come il latte. « Ditemi che tipo di dazio state applicando. Il furto alle persone? Come lo chiamate? »
« Noi non vogliamo rubare ai poveri! Cerchiamo solo di farci un po' di bella vita prima che il Flagello arrivi anche qui... non manca molto! » cercò di scusarsi inutilmente. Ciò non fece altro che farmi infuriare di più.
« Parassiti schifosi! Sparite dalla mia vista all'istante prima che vi uccida uno per uno! » dissi urlandogli contro, erano circa sette e cominciarono a scappare via correndo contro la direzione da cui arrivavamo.
« Non oserei mai mettermi contro di voi... » disse Alistair mentre mi superava e si avvicinava alla discesa che portava alle campagne del villaggio. Morrigan cominciò a punzecchiarlo e la cosa mi diede d subito fastidio.
« Finalmente sei tornato tra di noi? Hai lasciato il tuo dolore lungo la strada? Perché mi sarei accorta della striscia di idiozia che abbandonava il tuo corpo. Forse c'è rimasto qualcosa dentro ancora... » disse con la più fredda cattiveria possibile.
« Non avete mai perduto un amico a cui tenevate? Mai perso qualche caro? Cosa avresti provato se tua madre fosse morta? » le abbaiò lui, mi avvicinai ai due litiganti e osservai le campagne del villaggio, il sole quasi al tramonto che crollava tra le montagne e le foreste lontane.
« Prima o dopo aver smesso di ridere? » chiese lei, non volli stare a sentire quella discussione ancora per molto, soprattutto visto quello che avevo appena passato.
« Morrigan ti prego ti piantarla! » le dissi freddamente. Non reagireste anche voi così se qualcuno sporcasse l'aria che respirate? « Dobbiamo decidere la prossima mossa. Abbiamo quattro luoghi da visitare no? Voi cosa proponete? » chiesi a entrambi.
« Andare direttamente da Loghain e reclamare la sua testa! » disse Morrigan, mossa da escludere, ma pare che ragionare con Morrigan fosse impossibile vista la sua testardaggine su alcuni punti e la sua sconsideratezza.
« Arle Eamon. Ecco... » Alistair sembrava trovarsi in difficoltà per qualcosa che doveva dire. « Sono un bastardo. Nel senso che non conosco mio padre... mia madre lavorava però al castello di Redcliffe; per Eamon sono come un figlio visto che mi accolse tra le sue grazie » terminò con un sussurro. La cosa era piuttosto confusa: perché quella rivelazione? E perché Arle Eamon lo aveva mandato a seguire gli studi per diventare templare allora?
« Che è successo? E che significa che non sai chi sia vostro padre? E tutto il resto...» ancora una volta parve trovarsi in difficoltà, nonostante quell'imbarazzo, continuò a parlare con tranquillità come se ci fossi solo io.
« Mia madre lavorava al castello dell'Arle, fu sedotta da qualcuno, un pezzo grosso credo... Arle Eamon mi accolse come suo figlio; ma la gente vociferava e Lady Isolde, la nuova moglie dell'Arle, volle spedirmi via! » tutto quello gli faceva chiaramente male a parlarne. « Mi chiusero in un monastero. Ero arrabbiato e lui smise di farmi visita dopo qualche tempo vista la mia freddezza nei suoi confronti! » pensò a qualcos'altro. « Avevo un amuleto di mia madre... ricordo che lo gettai contro un muro al castello di Redcliffe quando seppi che sarei stato cacciato... »
« Mi dispiace... » era meglio cambiare argomento, Alistair aveva faticato a dimenticare Duncan e altri ricordi tristi non facevano per niente al nostro caso. « Andremo a Redcliffe allora. Vedremo com'è la situazione lì e cercheremo l'aiuto di Arle Eamon! » annunciai, i miei due compagni dovettero essere d'accorgo con me e annuirono. Scendemmo e camminammo tra le campagne che ci separavano dal villaggio stesso, era un piccolo agglomerato, Lothering era infatti composto più da terreni incolti o da piccole abitazioni di campagna più che da case, il centro del villaggio era più popolato anche per la vicinanza alla chiesa e la presenza della locanda dall'altro lato rispetto a noi. « Direi di separarci per prendere le cose che ci servono! Alistair, puoi pensare tu ai viveri per il viaggio? Morrigan, tu penserai ad eventuali infusi curativi e veleni, abbiamo bisogno di tutto l'immaginabile... » Drawgnar sarebbe andato con Alistair e io mi sarei occupata di altri rifornimenti in generale, magari qualche arma migliore di quelle che possedevamo anche se ne dubitavo vista la situazione del villaggio e soprattutto informazioni.
Non so perché ma mi rimasi ferma, il mio corpo era comandato da una forza superiore, vidi Alistair, Morrigan e Drawgnar andare via e disperdersi in cerca di ciò che avevo chiesto da loro; mi guardai intorno, come se qualcosa in lontananza mi chiamasse, una voce lontana che mi diceva di camminare verso una piccola campagna, un piccolo spiazzo di terra accanto a una casetta. Sembrava non esserci nessuno là dentro, voltai quindi dietro la casa cercando quella voce che mi chiamava, che invocava il mio nome. Ma non c'era nessuna voce che mi chiamava, trovai invece un ragazzo, probabilmente della mia età, con i capelli castani, e gli occhi quasi dorati, brillanti meno di quelli di Morrigan, il fisico asciutto e alto quanto Alistair, non potrei dirlo con certezza se non mi fossi avvicinata a lui. Il ragazzo stava giocherellando con le piante del piccolo giardino, agitava la mano distrattamente dando fuoco all'erbaccia e poi spegnendole con lo stesso trucchetto: non avevo visto mai dei maghi all'opera, ma sapevo riconoscere la magia quando la vedevo. Quel ragazzo era un eretico sfuggito al Circolo dei Maghi e ai templari.
« Chi sei? » chiese all'erta quando percepì la mia presenza, la sua voce era piuttosto acuto per un ragazzo, una voce quasi angelica, i suoi movimenti erano fluidi e molto simili a quelli di una ragazza più che ad un ragazzo; mi avvicinai a lui lentamente e lui si alzò in piedi, chiaramente confuso e all'erta, forse per paura che potessi denunciarlo ai templari; si mise in posa difensiva.
« Mi chiamo Myalee Cousland... » dissi. Era ovvio che dovevo conquistarmi la sua fiducia, quel ragazzo era buono all'apparenza e magari avrebbe scelto di seguirci, non avevamo bisogno di tutto l'aiuto possibile? Ma cosa mai poteva fare con la sola magia... non sembrava un combattente « Ti dico un segreto se tu mi dici il tuo... » dissi indicando le piante bruciate. Lui si fissò le mani girandole con un movimento delicato, esse brillarono tra nuove fiamme senza che si bruciasse.
« Sono un eretico. Hai intenzione di denunciarmi ai templari adesso? » chiese sempre all'erta, ovviamente neanche io mi sarei fidata del primo che avessi incontrato, soprattutto perché noi Custodi eravamo stati accusati di tradimento a detta di Morrigan, me lo aveva accennato durante il viaggio.
« Io sono un Custode Grigio. Ma nessuno nel villaggio lo deve sapere; manterrò il tuo segreto se tu manterrai il mio... » dissi stringendo segretamente un accordo tra due perfetti sconosciuti, allungai la mano compiendo i pochi metri che ci separavano. Vidi un sorriso formarsi sul suo viso e annuì stringendo la mia mano.
« Mio fratello minore ha combattuto a Ostagar. È uno dei pochi che è riuscito a tornare indietro... » inutile chiedergli il nome visto che non conoscevo poi tanti nomi lì all'accampamento. « Perché sei qui? » chiese infine quel ragazzo.
« Voglio combattere il Flagello. Cerco nuovi compagni e alcuni miei amici sono già in città per cercare provviste per il viaggio... » voi vi fidereste di qualcuno di appena conosciuto? Non l'avrei mai fatto, ma qualcosa mi spingeva a dirgli tutto ciò che potevo sapere e lui sembrava fare lo stesso.
« No, intendevo qui a parlare con me! » chiese ridendo. Feci spallucce. Non lo sapevo neanche io. « Vuoi reclutarmi? » cercò di strapparmi le parole di bocca.
« No! Ho sentito una voce che mi chiamava... sentivo il bisogno di venire qui... e ho trovato te stranamente. » che collegamento poteva mai avere quel ragazzo di compagna con me? Un mago sì, ma non un combattente, non avrei potuto condannargli la vita con così tanta semplicità.
« Strano... comunque non mi sono presentato! » prese un respiro e parlò guardandomi con i suoi splendenti occhi dorati e due occhi ammiccanti, per ragazzo non aveva il solito comportamento di un ragazzo, forse aveva più di un segreto... ma mi avrebbe rivelato un dettaglio così importante della sua vita. « Enyalis Hawke » mi disse il suo nome e in quel momento non potevo saperlo, ma avevo appena conosciuto qualcuno che avrei rivisto a distanza di anni, qualcuno che avrei incontrato in circostanze e in vesti diverse, con lui avrei condiviso un fato diverso persino da quello mio e di Alistair.
Ormai ne avevo la certezza, il destino mi aveva condotta fin lì per conoscere quel ragazzo in un primo momento. « Enyalis... la Prole Oscura arriverà presto qui a Lothering. Prendi la tua famiglia se ce l'hai e portala via, scappa dal Ferelden prima che sia troppo tardi... » erano parole dette dal cuore a un perfetto sconosciuto.
Il ragazzo mi fissò stranito dal mio avvertimento. « Ti ringrazio... ma qui ho troppo a cui dire addio! Però rifletterò su ciò hai detto... » chiaramente non si riferiva solo alla terra o alla famiglia, forse un amore, un ragazzo che gli stava a cuore; sembrava convinto di ciò che diceva così dovetti annuire.
« Allora ti auguro ogni bene. E che il Creatore possa vegliare su di te, Enyalis... » non ho mai detto una frase del genere neanche a madre Mallor nella chiesa del castello di Altura Perenne, mi sentivo di farlo. Lui parve riempirsi di gioia con quell'augurio.
« Che il Creatore benedica la terra su cui cammini, Custode! » gli diedi le spalle e mi voltai, avevo un compito ed era giunto il momento di tornare a svolgerlo. Il tempo stringeva e noi dovevamo andare via da Lothering.





Angolo Autore:
Eccomi di nuovo ^^ come sempre torno a rompervi le uova nel paniere con un nuovo piccolo, simpatico e interessante capitolo (Lothering non è poi così grande e ho preferito dividerla perché avrei formato un capitolo troppo lungo a mio parere).

Che dolci Myalee e Alistair *-* sono stati davvero teneri, mi pare ovvio che entrambi vedano nell'altro la speranza e che si vogliano bene; e poi il paragone con l'aria... personalmente l'ho adorato u.u (forse perché l'ho scritto io?) Tra i molti nomi di Flemeth, io preferisco chiamarla Asha'bellanar, forse per l'accento che viene usato in Dragon Age 2 dagli elfi; alcuni discorsi e frasi le ho così adorate da sentirmi in obbligo da metterle nel capitolo. Alla prima giocata ho deciso di uccidere i ladri sulla Gran Via Imperiale e ho trovato realmente odiosa la figura di Morrigan nonostante sia comunque un bellissimo personaggio, troppo stronza nei confronti di Alistair. Andiamo... una persona così dolce come la si può trattare così male!? E poi l'entrata in gioco di Hawke... essendo a Lothering ho trovato ovvio il fatto che Grey Warden e Champion dovessero incontrarsi xD!

Ancora una volta nomino la cara Alithea che mi lascia sempre dei commenti, grazie di cuore e spero di non deludere mai le tue aspettative ^^ grazie a tutti coloro che leggono e seguono la storia. A presto con il prossimo capitolo.
  
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