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Autore: Lachiaretta    31/07/2014    15 recensioni
Cosa sarebbe successo se dopo l'esplosione che portò via a Katniss una delle poche persone che realmente amava invece di essere salvata dalle forze della ribellione fosse stata catturata dai pacificatori. Quale sorte poteva riservare per lei il presidente Snow.
Katniss ora vive una vita tranquilla insieme alla sua nuova famiglia. Ignara di tutto ciò che era successo a Capitol City. Nessun ricordo degli Hunger Games. Della morte di Prim. Ma qualcuno non vuole rinunciare a lei e farà di tutto per ritrovarla.
DAL CAPITOLO 17: IO PEETA MELLARK PRENDO TE KATNISS EVERDEEN COME MIA LEGITTIMA SPOSA...
DAL CAPITOLO 10: mi lascio sfuggire due parole che non pensavo avrei mai potuto dire a nessuno. “TI AMO”.
Sono Katniss Everdeen, la ragazza in fiamme, e ora sto bruciando di passione e amore per il mio ragazzo del pane. Katniss Everdeen ama Peeta Mellark.
ATTENZIONE! SPOILER!!
Genere: Romantico, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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ANGOLO AUTRICE
LEGGIMI SONO IMPORTANTE
 
Grazie grazie grazie a tutti/e.
Sapere che mi piacerebbe proprio capire se tra voi c’è anche qualche maschietto. Non so perché ma nella mia testolina siete tutte donne.
Grazie grazie grazie. Vi ringrazio ancora una volta per tutte le recensioni che mi lasciate e anche per aggiungere la mia storia ai preferiti o tra le seguite.
Ovviamente anche a tutti voi che leggete, siete veramente tantissimi. Vedere numeri così elevati di persone che mi seguono è bellissimo.
Oggi ringrazio in particolare chi aggiunge la mia storia alle preferite perché grazie a voi che adesso siete ben 54 mi sono accorta che la mia storia ha fatto capolino tra le storie più popolari della sezione Hunger Games.. è l’ultima, ma vi giuro che non pensavo minimamente che di poterci rientrare..
Quindi grazie..
Non credevo di riuscire ad aggiornare ma ahimè mi è venuto un attacco di febbre e otite e quindi sono segregata in casa.. sia mai che non guarisco entro lunedì!!! 
Un abbraccio a tutti/e e buone vacanze a chi sta per partire come me. Mi mancherete  tantissimo, sia voi che EFP.
Vi lascio anche il mio contatto FB! Sono La Chiaretta! Chiedetemi l’amicizia!!! E se anche voi scrivete storie indicatemele.. ho sempre piacere a leggere nuove ff!!
Vi lascio al capitolo adesso!!

 
 
 
 
 
Ben fatto Everdeen. Decisamente un’entrata d’effetto.”
 
 
 
 
Capitolo 22.
 
 
Guardo con la coda dell’occhio il mio amico, sicura di averlo condotto in una trappola che potrebbe costarci la vita. Siamo io e lui, contro Delly, il presidente Snow e quattro pacificatori armati di pistole e fucili a pompa che potrebbero staccarmi la testa dal corpo con un solo colpo.
Incocco una freccia indecisa su chi puntarla. Non che abbia senso. Potrei uccidere uno di loro facilmente, con la stessa facilità con cui gli altri riuscirebbero ad uccidere me. Forse non dovrei sprecare la mia freccia, forse dovrei voltarmi e indirizzarla immediatamente al mio vero nemico e uccidere Snow prima che sia troppo tardi. La mia vita sarebbe il giusto prezzo da pagare per ottenere la libertà di tutte le persone che amo.
 
E lasceresti solo Peeta?
 
Senza di me forse potrebbe essere veramente felice.
 
E non pensi a vostro figlio?
 
Che vita avrebbe così? Morirei comunque e lui? Se anche vivesse sarebbe costretto a vivere la nostra stessa agonia.
 
Potresti trovare un modo per uccidere Snow e salvare te e tuo figlio.
 
Come posso fare sola contro tutti?
 
Non sei sola! C’è Gale con te. Solo poche ore fa ne avete sconfitti una decina da soli. Non sono diversi dal solito branco di lupi selvatici. Sarà una battuta di caccia.
 
La mano di Gale mi sfiora leggermente l’avambraccio riportandomi alla realtà. La voce nella mia mente ha ragione. Non sono sola, Gale è con me e dobbiamo combattere. Noi ce la faremo a qualunque costo.
“Allora Everdeen, qualche idea brillante? Un piano potrebbe essere utile in questo momento!” Sibila al mio fianco con tono ironico.
Sarà una battuta di caccia.
I quattro pacificatori puntano i loro fucili verso di noi. Battuta di caccia. “39” Esclamo. Tutti si voltano verso di me non prestando più alcuna attenzione al mio amico. Un numero. Trentanove.
“Signorina Everdeen inizia a dare i numeri. Ne dica altri 29 e urlerò Bingo per lei.” Esclama Snow alle mie spalle deridendomi e generando una risata incontrollata nelle altre persone presenti nella stanza. Tutti tranne Gale che invece ghigna malefico. Lui ha capito. Gli altri non possono sapere che per noi non è solo un numero. Per noi quel numero ha un significato preciso. Loro non possono sapere che due ragazzini del lontano distretto 12, pronti a tutto per far sopravvivere le loro famiglie, incontratosi per caso nei boschi e messi da parte i battibecchi, avessero unito le loro forze. E non possono sapere che dopo lunghi anni insieme avessero elaborato dei piani diversificati in base al tipo e al numero di prede. E tantomeno sanno che per fronteggiare attacchi o avvistamenti improvvisi avessero elaborato un modo tutto loro per chiamare il piano prescelto. Una chiamata numerica. 39.
 
Battuta di caccia.
 
 
 
 
POV PEETA
 
 
Riapro gli occhi a fatica. Sono nella mia camera da letto ma c’è qualcosa di strano, qualcosa che non mi convince. Sarà il cerchio alla testa che mi tormenta, sarà il forte dolore al setto nasale che sento pulsare, sarà lo strano sogno di Haymitch che mi colpisce in pieno volto.
Qualcosa non quadra.
Allungo la mano incastrata sotto la mia schiena sperando che il solo tocco attenui le fitte che mi tormentano il naso. Cerco di allungare la mano che rimane però incastrata sotto la mia schiena. Incastrata? Tiro forte sollevando il bacino dal letto ma nonostante i ripetuti strattoni non riesco a muovermi di un centimetro. Solo in quell’istante mi accorgo della corda che circonda entrambi i miei polsi. 
Le mie mani non sono incastrate, sono legate.
Spalanco immediatamente gli occhi per vedere attraverso il buio della notte. Non possono avermi catturato, sono nella mia camera da letto. Qualcosa non quadra.
Cerco nella mia mente un ricordo per capire come posso essere arrivato qui. L’unica cosa che ricordo però è lo strano sogno sul mio mentore, lui che mi conduce fino alla panetteria adducendo di aver visto Katniss venire da questa parte. Lui che approfittando di un momento di distrazione mi colpisce in pieno volto facendomi perdere i sensi. Lui che, un attimo prima del buio, mi chiede di perdonarlo.
 
“Perdonami ragazzo.”
 
La voce di Haymitch , accompagnata dall’immagine del suo corpo che dall’ombra fa capolino nella mia camera da letto.
Non era un sogno. Era la realtà.
“Co – cosa? Cosa diavolo hai in mente? Slegami subito.”
“Non posso Peeta. Non posso.”
“Come non puoi? Dov’è Katniss?” Sbraito incapace di capire cosa stia frullando nella testa del mio mentore. “Dimmi che non hai bevuto?” Chiedo con disprezzo. L’alcool potrebbe essere l’unica giustificazione alla sua stranezza.
“Sai che non bevo da mesi ormai, e non ho alcuna intenzione di ricominciare.”
E allora liberami” Urlo dimenandomi nella speranza di far sgusciare dai nodi almeno una delle mani. Purtroppo è stato addestrato anche lui per entrare nell’arena e una delle aree di addestramento era incentrata per l’appunto sui nodi. Devo ammettere che aveva imparato bene.
“Non posso perché l’ho promesso. Ho promesso a Katniss che ti avrei tenuto lontano dalla battaglia, da Snow. Già una volta le avevo promesso che ti avrei protetto e non l’ho fatto. Glielo devo.” I suoi occhi grigi, seri e decisi, mi trafiggono.
“Ma.. No! Che diavoleria è questa? E a Katniss non pensi? Slegami subito!” Urlo minaccioso, sperando di essere abbastanza convincente da farlo desistere da questo suo assurdo piano.
“Credi che non sia preoccupato per lei? Ma lei è forte e sa badare a sé stessa!”
“A differenza mia?” Non riesco più a nascondere il disprezzo nella mia voce.
“Ragazzo mi dispiace minare la tua virilità ma tra voi quello con le palle è lei e lo sappiamo bene. Averti intorno non l’aiuterà. La paura che possano ferirti, il pensiero di doverti proteggere con la consapevolezza che tu potresti fare una qualsiasi sciocchezza mettendo a repentaglio la tua stessa vita sarebbe solo un impiccio per lei adesso. Deve pensare solo a sé stessa e concentrare tutte le sue forze sul nemico.” Sentenzia serio. Le sue parole mi lasciano a bocca aperta. Ha sempre puntato su di lei, mi ha sempre reputato il più debole e in effetti è quello che sono. Lei è la cacciatrice, la ghiandaia. Io cosa sono? Il panettiere, il ragazzo innamorato. Lei è abile con le armi, io con le parole e non vinceremo mai questa guerra con le parole.
“Smettila di agitarti, non è mia intenzione liberarti qualunque cosa tu dica o faccia.”
A queste parole si volta le spalle e, uscito dalla porta, scende le scale ignorando i miei richiami.
 
 
 
 
POV KATNISS
 
 
“39.”
Le ore passate ad elaborare lo schema di caccia numero 39 si materializzano nella mia mente quasi a riviverli in quell’istante. Era stato ideato per un totale di sei orsi, non uomini, ma in fondo l’analogia calzava a pennello. Nel tempo impiegato ad uccidere uno di loro uno qualunque degli altri avrebbe potuto farci fuori.
Il primo passo è individuare i più deboli. Fin qui abbastanza facile, Delly e Snow, apparentemente disarmati e non addestrati al combattimento.
Secondo passo spartirsi i più forti.
“Io prendo quelli di destra, tu quelli di sinistra.” Sussurra Gale al mio orecchio, segno che mi stava seguendo anche lui il nostro schema nella sua mente, proprio come me.
Terzo passo lanciarsi nel combattimento. Con ancora la freccia incoccata mi lancio alla mia destra mentre Gale portando il mirino del suo fucile all’occhio si lancia verso sinistra. Il gioco era semplice, colpire il bersaglio all’estremità opposta rispetto la nostra direzione. Entrambi i pacificatori aspettandosi di essere colpiti da chi di noi era più vicino a lui, sarebbe rimasto spiazzato abbastanza a lungo nel vedere le nostre armi puntate verso il nemico più distante e comunque abbastanza a lungo da non essere in grado di difendersi dal colpo che stava per trafiggerlo. E infatti contemporaneamente la mia freccia colpì il pacificatore a pochi metri da Gale e il suo proiettile quello a pochi metri da me.
Meno due.
Questo schema risultava ancora più efficiente con gli uomini che con gli orsi, probabilmente per il loro basso istinto di sopravvivenza. Inevitabilmente gli altri due pacificatori si voltarono aspettandosi un colpo come quello precedente, senza sospettare che invece questa volta sarebbe stato l’inverso. In meno di un secondo estraggo una freccia dalla faretra alle mie spalle e scocco velocemente. Sia io che Gale colpiamo l’uomo al nostro fianco senza lasciargli il tempo nemmeno di difendersi o di sparare. Senza lasciargli il tempo di capire chi di noi lo avrebbe colpito.
Esattamente come nelle nostre battute di caccia.
Meno quattro.
Ora tocca ai più deboli. Un istante dopo incocco la terza freccia al mio arco e mi volto di scatto verso il Presidente Snow che era rimasto a bocca aperta incapace di chiamare ancora una volta aiuto. L’arma alzata. Il mio occhio mira dritto al suo cuore. Ormai è troppo tardi. Per lui era la fine.
Troppo facile!
E quanto è tutto troppo facile è allora che arriva l’inaspettato.
 
Il colpo di pistola alle mie spalle.
Bang.
 
L’urlo disperato di Gale che con la coda dell’occhio intravedo correre verso di me.
 
Delly che ha tirato fuori da chissà dove una pistola e che ancora tremante la punta verso di me premendo il grilletto.
 
L’inaspettato.
 
L’anello debole non così debole.
 
Bang.
 
 
 
 
 
   
 
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