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Autore: Aimondev    31/07/2014    1 recensioni
L'umanità è a rischio estinzione.
Ogni giorno Zeus distrugge una polis Greca.
Ermes è stato assassinato.
Nelle forge di Efesto è in lavorazione un'armata di colossi più grandi di qualsiasi edificio umano.
Esseri mostruosi fuoriescono dalle loro spoglie mortali affermando che l'inizio di una nuova era è cominciato.
Il mondo è già stato sconvolto ma adesso Klearcos, l'assassino più abile di tutta la Grecia, sa per cosa combattere.
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'L'alba degli eroi senza nome'
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Soter aveva perso la sua Ragione.
Colei per cui aveva combattuto alacremente per la propria intera esistenza era stata infine rapita.  Il Falcone Nero era morto e ben presto lo sarebbe stato anche lui.

Si trovava nei disgustosi e putrescenti meandri dell’organismo di un mostro.
Era stato fagocitato da una creatura fuori dal mondo. I movimenti peristalsici lo facevano scivolare in un’oscurità sempre più profonda. I succhi gastrici lo avrebbero consumato come il più misero brandello di carne.
Gli mancava l’aria, e sapeva che di lì a poco tutto sarebbe finito perciò lasciò che il tempo facesse il suo corso abbandonando la propria mente al delirio.

 

Quando era stato?

Quand’era il momento esatto in cui Soter si accorse che ogni singola pagina della propria esistenza era stata stilata dal calamo di un’entità trascendentale dotata di un infinito potere, superiore a quello di qualsiasi Olimpico?

Nel Peloponneso, dove era nato, era legittimo abbandonare o uccidere i propri figli nel caso in cui la famiglia fosse povera o il bambino fosse malato o deforme, frutto di una relazione indesiderata o addirittura per semplice voluttà. 
Soter non seppe mai la ragione per la quale era stato ceduto alle maligne intemperie del Taigeto, la catena di monti che domina Sparta.
Aveva importanza?

 Ciò che contava fu l’imprevedibile provvedimento del destino di far sì che una carovana di peloponnesiaci marciasse di ritorno dalle Olimpiadi, proprio per quei sentieri, nel momento in cui il bimbo disperato vagiva con la massima lena.

 Le cupe voragini alle pendici del Taigeto erano chiamate… “depositi”. Perché tra le tenebrose profondità di quei gorghi erano depositate le spoglie cadaveriche di coloro che non avevano superato la prova della vita.

Soter invece era stato semplicemente abbandonato al gelo, sottoposto all’agoge prima del tempo. 

A tenera età non avrebbe mai superato quella sfida se delle mani femminili non lo avessero raccolto dal fango strappandolo da morte certa.

 Cosa stai facendo Iphis?” chiese un oplita che si era staccato dalla carovana per raggiungere la donna.
Iphis era una ragazza esile con capelli scuri e corti, come si confaceva alle necessità delle donne spartane e peloponnesiache. Il suo volto era scarno e stravolto. I solchi sul viso denotavano più inverni di quanti invece dimostrassero il suo corpo.
Abbracciò il bimbo abbandonato.

 L’oplita vide la ragazza abbracciare quel gracile esserino, sorpreso nell’osservare che fosse ancora vivo.  
Iphis, lascia stare. E’ di cattivo auspicio raccogliere un figlio di nessuno.” Le afferrò un polso, ma la donna incominciò a urlare assieme al bambino e stringerlo ancora più forte.  

“Questo scarto non ci ridarà nostro figlio, Iphis. Devi fartene una ragione.”

 Gli occhi della donna bagnarono di lacrime il viso del bimbo e il proprio, ma la sua stretta rimase salda e non si mosse da dov’era.
Le condizioni di Iphis commossero il soldato greco. La perdita del loro figlio, pochi istanti dopo il parto l’aveva sconvolta al punto da farle perdere la sanità mentale. Ora era più che comprensibile che vedesse quel trovatello morituro come un’anima da proteggere.

“E va bene…Prendilo. Ma ora torniamo alla carovana.”

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I ricordi di Soter vorticavano velocissimamente, e in men che non si dica si ritrovò a poco più di 5 inverni a stringere la mano della madre tra le sue.
Iphis fu una delle innumerevoli vittime colpite da un’epidemia di peste che imperversò sulla città di Kolkos e su tutta la regione per alcuni mesi.

Con gli occhi fissi su quelli di lui, la donna esalò il suo ultimo respiro.

 “E’ incredibile che il bambino sia sopravvissuto. Quasi tutti i suoi coetanei sono morti.”
“Deve essere stato benedetto dalle divinità”

Benedetto…

 Le fulminee reminiscenze dell’Innominato lo catapultarono a diversi inverni di distanza, tra le grigie mura di un abitazione nella città alta.

 “Dovevi morire tu quella volta!”  
Urlava il padre adottivo ubriaco sguainando la sua spada.

Soter si scansò velocemente evitando un fendente che infranse un vaso e tranciò di netto alcuni lumini. Una lampada ad olio cascò a terra e incominciò ad ardere.
“Lo sapevo che avresti portato solo sventure!” La lama tentò nuovamente di lambire il ragazzo il quale per evitarla perse l’equilibrio stramazzando al suolo.  L’arma colpì una botte alle sue spalle dalla cui spaccatura fuoriuscì il liquido di cui era ricolmo: olio.

Goffamente l’uomo utilizzò un piede come leva per liberare la sua arma dal legno di cui era composto il barile ma nel farlo lo rovesciò a terra facendolo rotolare sul fuoco.
Soter se ne accorse e allontanandosi più che poteva gridò verso il genitore: 

Levati di lì! Sta per scoppiare tutto! Mettiti in salvo!”
Ma in quegli onnubilati ricordi le parole, per quanto si sforzasse a gridarle, uscivano  fuori come vaghi sussurri.  

 “Chiuderò qui il sipario della tua miserabile esistenza!”
“Corri fuori di lì!
” urlò Soter mentre le fiamme incominciavano a divorare la superficie della botte d’olio, ma ancora una volta le parole non arrivavano al genitore.

Infine il fuoco, alimentato dal combustibile, s’ingigantì paurosamente nell’arco di pochi istanti. Le vampe incandescenti inghiottirono l’uomo e poi l’intera abitazione.

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Parentesi anacronistiche 1:

Domini

La maggior parte degli dei hanno stabilito basi segrete e laboratori su tutta la Grecia. La gente comune crede che quelle regioni siano luoghi esoterici e invalicabili. I mostri che si trovano nelle aree il più delle volte sorvegliano gli ingressi per intimidire chiunque pensi di accedervi.

 Gli dei amano circondarsi di umani straordinari nel proprio settore, gli esemplari più meritevoli dell’umanità (araldi) i quali lavorano come dipendenti nei loro domini.
Ares si circonda dei migliori assassini, Efesto dei migliori fabbri, Apollo dei migliori artisti, Artemide dei migliori cacciatori e così via…
Gli Araldi sono forniti di mezzi tecnologicamente avanzati che moltiplicano le abilità individuali rendendoli dei veri e propri semidei.

 Non è detto che gli Araldi siano in possesso delle informazioni riguardanti questo sistema. A discrezione della divinità che governa il dominio hanno accesso a più o meno informazioni di altri. Le divinità più accondiscendenti permettono ai loro sottoposti di avere accesso a un frammento di verità.

 Gli Araldi che per caso o premeditatamente giungono alle soglie del dominio di una divinità differente dalla propria, sono risparmiati dalle sentinelle e portati al cospetto del dio davanti al quale dovranno giustificare la propria presenza.

  
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