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Autore: Iria    08/09/2008    5 recensioni
"L'invito del Diavolo arde e confonde, istiga ed uccide...
Le candide ali bagnate dal sangue dei peccatori sono la più seducente delle tentazioni.
Signore e Padrone, il banchetto è pronto."

Un'AU completamente nuova che spero apprezzerete nella sua umile forma.
Mi auguro mi lascerete un commento, anche negativo. Grazie.
Attenzione! Probabilmente questa fic subirà un mutamento a livello di genere. Al momento, aggiungo l'avvertimento shonen-ai.
Attenzione! Ho aggiunto il genere guerra.
Genere: Dark, Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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I pℓøuﻮђ mγ ฬαγ
“Satana  uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della terra... Per radunarle alla battaglia.”

“Sei soddisfatto delle risposte ricevute?”
La voce suadente del Diavolo lo riscosse dai suoi pensieri.
Soddisfatto
Mai lo era stato, in fondo.
Alzò lo sguardo verso l’altare: il crocifisso morente ricambiava il suo sguardo pietoso.

‘Perdonali Padre Mio,perché non sanno ciò che fanno!’

“Tu c’eri, non è vero?” Chiese d’improvviso il rosso, indicando con un cenno del capo la croce.
“Può darsi di sì e può darsi di no…Tu cosa credi?” Bisbigliò Lucifero.
“Non credo in nulla, ma solo in ciò che ho vissuto…” Rispose acido Yurij.
“Tu non eri presente?” Domandò a sua volta Satana.
“Furono gli Angeli di quarto ordine ad alleviare le sofferenze del Cristo, i Superiori non mettono piede sulla Terra; rischiano di venire contaminati…” Disse con un mezzo sorriso il Caduto.

Gli Angeli sono quelle creature per cui si prega di avere una visione…
Gli Angeli sono un desiderio che realizzatosi lascia l’amaro.
Il popolo alato che solca i cieli…
La razza che vive all’ombra dell’uomo.

I fedeli, come un sol uomo, si alzarono in piedi all’entrata del parroco; la messa per il Santo iniziava.
“Vuoi trattenerti ancora?” Chiese dolcemente Lucifero.
Il rosso scosse il capo.
“L’incenso mi dà la nausea…” Fece arricciando il naso, alzandosi.
Con un cenno divertito del capo Lucifero si alzò con lui, concedendogli per primo di passare oltre.
Un sorriso amabile delineava le labbra del Diavolo.

Cosa incontri  ai confini del Paradiso?
Cosa scorgi nella gola più nera, sporca e fetida dell’Inferno?


Dio..?

Yurij sospirò pazientemente, riavviandosi una ciocca di capelli ramati dietro un orecchio.
Kei lo fissava accigliato ed infastidito.
“Tu!” Fece puntandogli contro una lama.
“Hai dimenticato di dirmi qualcosa, per caso?” Aggiunse beffardo.
Il Guardiano incrociò le braccia al petto, per nulla intimorito da quella minaccia.
“Cosa te lo fa pensare?” Chiese con un sorriso.
“Il tuo modo di agire.” Spiegò con noncurante freddezza il Guerriero.
“Non posso dirti nulla.” Bisbigliò gravemente Yurij.
“Spero solo che tu sappia ciò che fai.” Si augurò Kei.
Il Guerriero a quel punto fece roteare in alto l’arma: quest’ultima ricadde sulla sua mano, che stringeva la parte piana della lama con la punta nella sua direzione, mentre l’elsa veniva offerta al Guardiano.
“Esprimerti a parole è troppo difficile?” Chiese Yurij, non capendo quel gesto.
“E’ da tanto tempo che non combattiamo… Io e Te.” Bisbigliò il moro.
E a quel punto l’Angelo sorrise, impugnando la lama.
“Si… Andiamo?” Chiese.
Kei annuì, stringendo la l’arma gemella di quella che aveva posto al Guardiano.

La fredda aria notturna trafisse nuovamente i polmoni dei due Esseri.
“Cosa nascondevi a Kei?” Chiese Lucifero con calma, il bastone continuava ad accompagnare i suoi passi.
“La verità sulla profezia.” Rispose indifferente il Caduto.
Il Diavolo si fermò un istante a studiare il suo interlocutore, insicuro se quest’ultimo lo stesse prendendo in giro o meno.
“Custodivo segreti che neanche ad un Superiore come Kei ne era dovuta la conoscenza.” Spiegò con un lieve sorriso Yurij.
“E cos’hai pensato quando Boris ha accennato alle parole di Lilith?” Chiese con educata curiosità Lucifero.
“Che ciò che avevo precedentemente visto aveva la possibilità effettiva di compiersi…” Disse in un triste sussurro il Dannato.

Quando un Angelo guarda su tre mondi è raro che non rimanga abbagliato da almeno uno di essi…
Ed è così meschino come questi ultimi siano una disgrazia verso Chi li veglia…

“E sei stato punito per averlo impedito?” Continuò divertito Lucifero.
“Sono stato punito per averlo rimandato.” Lo corresse beffardo Yurij.

Le ali dei due angeli si muovevano delicate, mentre il fruscio del vento le scuoteva amorevolmente nei suoi turbini…
Ricaddero con dolcezza sul suolo di un Confine invisibile all’occhio dell’uomo, una striscia di terra neutrale tra Inferno e Paradiso.
Il Purgatorio non aveva mai avuto grande importanza per Angeli e Diavoli.
Questi non si erano mai preoccupati di quelle povere anime sempre in pena alla ricerca di una salvezza, o più semplicemente di una condanna.
Contava solo il male assoluto…
E il male che indossava una maschera di inestinguibile santità.
I due compagni si posizionarono l’uno di fronte all’altro.
Yurij divaricò di poco le gambe (il piede destro posizionato dinnanzi il suo corpo.), piegandole leggermente.
Le fibre muscolari vibrarono, inturgidendosi.
Fece roteare la lama prendendo la posizione di guardia.
Kei dal canto suo se ne stava ritto e sicuro, l’arma stretta in una mano.
Sorrise  astuto allo scatto del compagno verso di lui; evitò l’offensiva diretta alla spalla spostandosi di lato, mentre ciò che ricadeva al suolo di quel colpo fallito erano solo poche ciocche di capelli argentei.
“Yurij… Quelli erano i miei  capelli, te ne rendi conto, vero?” Fece a quel punto il ragazzo, mentre il rosso divertito raccoglieva le ciocche, sventolandole davanti al Guerriero.
“Hai detto bene: erano.” Disse.  “Prendimi sul serio Kei, io non voglio giocare.” Aggiunse, poi,puntando la lama all’altezza del collo del compagno.
E a quel punto il Guerriero sorrise…

Il mondo degli umani era anche divertente, in tutti i sensi…
Non solo perché era meravigliosamente soddisfacente tormentare quelle povere e fragili anime, le quali a poco a poco perdevano sempre più fede verso lo spirituale amando e violando la carne e il concreto, ma anche per le varie attrazioni che essi concedevano al pubblico.
Locali come bar, pub, night club…
La scelta era ampia e piuttosto imbarazzante.
I due si diressero in silenzio verso uno di quegli affollati bar, in cui si incontravano uomini di qualsiasi specie…

Quando la nostalgia coglie anche gli Angeli non è forse quello il momento dell’Apocalisse?
Lascia che sia solo il tuo cuore a versare lacrime…

Le lame si incontravano in una danza di sibilanti suoni e scintillii minacciosi.
Vi fu uno scontro, seguito dalla vicinanza di due volti che si scrutano attraverso l’incrocio fatale delle lame.
Sfuggiva qualche sorriso e delle gocce di sudore  scivolavano lungo una gota tatuata o inumidivano splendide onde ramate…
Il respiro era affannoso e la concentrazione altissima.
Il Guerriero spalancò le grandi ali di fuoco, alzandosi in volo.
Uno scatto che Yurij non aveva calcolato e adesso si ritrovava bloccato al terreno roccioso.
Fece una flessione sulle sottili ma forti braccia.
I tendini risultarono infiammati e doloranti, i muscoli tesi…
Eppure era riuscito a rinchiudere in una forbice le caviglie di Kei, che aveva appena poggiato i piedi al suolo.
Il Guerriero rovinò a terra con un gemito, mentre il compagno, posizionatosi in verticale e roteando per qualche istante su sé stesso come a voler ritrovare un equilibrio, si rimise in piedi dopo una flessione delle gambe.
Kei sorrise divertito, mentre si rialzava per fronteggiare nuovamente il Guardiano.
“Sai ancora come muoverti, la pigrizia non ha atrofizzato i tuoi muscoli.” Lo prese in giro, beffardo.
“Non sono pigro: semplicemente preferisco agire con lentezza e quando mi fa più comodo.” Ribatté quasi indispettito il rosso.
Kei scoppiò a ridere, mentre con uno slancio deciso si spingeva nuovamente contro Yurij.
Un colpo venne bloccato prontamente, un altro evitato d’un soffio ,una ferita superficiale , invece, si apriva d’improvviso su di un fianco scoperto…
Il Guerriero rimase profondamente soddisfatto dalla furia che il rosso dimostrò dopo quell’affronto.
Un balzo deciso e  caddero entrambi a terra, l’arma del moro scivolò poco lontana dal corpo del proprietario.
Ivanov era sul corpo di Kei e gli puntava la lama alla gola con sicurezza e alterigia.
“Ho vinto…” Bisbigliò cattivo a pochi centimetri dal volto del compagno.
La punta dell’arma premeva sul collo di quest’ultimo ed una goccia di sangue scivolò al suolo.
“Sei davvero uno stupido, Yurij.” Rispose a sua volta Kei.
Con un colpo di reni riuscì a confondere e a distrarre per un attimo il compagno e la situazione si capovolse.
Kei, che in quegli ultimi momenti di lotta aveva recuperato la sua lama e fatto apparire un pugnale dorato, puntava entrambe le armi alla giugulare del rosso.
Yurij lo fissava ad occhi spalancati…
Com’erano meravigliose quelle iridi riprese in quell’istante…
Confusione, paura, umiliazione, orgoglio, rabbia, innocenza, curiosità, incomprensione…
Così tanti sentimenti vi si leggevano che per un solo secondo Kei rimase interdetto: non credeva che un Essere Supremo potesse provare così tante sensazioni nell’arco di un attimo.
Poi l’espressione del Guardiano si rilassò in un sorriso, cancellando ogni dubbio dal cuore dal cuore del Guerriero…
“Hai vinto tu.” Si corresse con rassegnazione.
“Lo so.” Annuì Kei, posando le labbra sulla fronte umida e sporca di terriccio del compagno.
Si rialzò poco dopo quel gesto, porgendo la mano all’Angelo: Yurij accettò quell’aiuto, sollevandosi piano.
“Conviene tornare, il Consiglio sarà furioso del fatto che siamo… Praticamente fuggiti senza avvertire che il tuo incontro privato si era concluso.” Rise Kei.
“Oh si… Dannazione, non voglio sorbirmi Uriel con le sue proteste..!” Si lamentò il Guardiano.
Una risata cristallina e serena esplose dalle labbra di Kei, mentre prendeva il volo seguito dal compagno, altrettanto divertito.

Nasce un nuovo rogo all’Inferno: il  male ha il calore confortante del fuoco…

Il basso chiacchiericcio colmava la calda atmosfera del luogo.
Nei tavoli in ombra si scorgevano appena le figure in pesanti soprabiti scuri incorniciate dal fumo di sigarette e sigari.
Lucifero si accomodò con un sorriso al bancone.
Yurij rimase sulla soglia, guardandosi intorno: una smorfia di disgusto gli deformava il volto.
“Io non siederò al fianco della feccia.” Disse sibilando.
“Noi siamo la feccia.” Rispose tranquillo il Diavolo.
“La feccia divina, le feci dell’Altissimo, il Disonore del Paradiso, la Vergogna dei nostri fratelli pennuti… Siamo tante cose, Yurij.” Aggiunse, poi, brindando alla sua salute con l’alcolico appena servitogli ed il solito sorriso suadente ad incurvargli le labbra.
Il rosso lo fissò quasi scandalizzato…
Dio,che bastardo.
“Leggi nelle menti di questi uomini, Lucifero. Ciò che alcuni di essi hanno fatto non ti provoca un senso di ripudio verso questa razza?” Chiese, accomodandosi al fianco di Satana, rifiutando stizzito l’offerta di quest’ultimo che gli porgeva il bicchiere.
“Ah Yurij! Tu mi sottovaluti… Mi presento in tali vesti e inganno chi si para sul mio cammino, ma sono pur sempre il Diavolo.” Bisbigliò l’Imperatore.
“Con questo cosa intendi?” Chiese il rosso, guardandolo negli occhi.
“Che sono io a manovrare le loro esistenze.”  Si sporse verso il Caduto.
“Capisci? Dio è troppo preso dai suoi prediletti e dai suoi Santini per badare a queste anime nere.” Soffiò all’orecchio del Dannato con voce roca e divertita.

Gli uomini somigliano agli Angeli…
Si narra che la razza alata non sia dotata degli stessi sentimenti degli umani e che anzi non ne possiedano a sufficienza.
Copie malriuscite dell’essere umano, dicono in tanti.
Copie che nella misericordiosa pena dell’Altissimo hanno trovato posto tra le braccia del Signore.

Sono solo idiozie: gli Angeli non sono uomini, non sono santi.
Sono creature che nella misericordia da loro posseduta si innalzano al fianco del Nostro Dio spalancando quelle magnifiche Ali piumate.
Questo era un tempo.

Dove sono gli Angeli, adesso?

Entrarono silenziosi nel Palazzo, guardandosi intorno circospetti, poi si scambiarono un sorriso colpevole…
Uriel li attendeva sulla soglia, lo sguardo contratto in un espressione severa.
“Signori, come giustificate il vostro comportamento?” Fece il biondo per poi fissare Yurij.
“Ma non capisce quanto ci ha fatti preoccupare? Non possiede un briciolo di buon senso?” Sbottò cattivo.
 “Oh avanti Uriel…” Rise il Guardiano, entrando a testa alta nell’edificio.
“Sareste stati così felici se quel Demone mi avesse condotto all’Inferno. Non fingere con me.” Disse.
“Il consiglio la attende, vogliono sapere cosa quel Messaggero Infernale volesse.” Sviò il discorso l’Arcangelo.
“Questo, amico mio, è un argomento che non è dovuto conoscere né a te né all’intero Consiglio.” Bisbigliò Yurij.
“Ma…!?” Tentò di protestare Uriel, ma l’Angelo lo interruppe.
“La mia parola non si discute, intesi?” Fece freddamente il rosso, fulminando il sottoposto.
“Si, signore.” Concesse a denti stretti, tremando iroso,l ’altro.
Soddisfatto Yurij si ritirò nelle sue stanze, seguito da Kei, che gli lanciava occhiate di puro divertimento…

Il Guerriero e il Guardiano in quei giorni furono costretti a partecipare ad ogni assemblea del Consiglio…
‘Un modo per farsi perdonare’
Così aveva giustificato quella decisione Kei, ribattendo alle capricciose proteste di Yurij.
E in quel momento il Guardiano sedeva nel suo seggio riccamente decorato al centro delle tribune: teneva il volto poggiato su una mano e lottava (invano, oltretutto.) per reprimere il sonno e gli sbadigli, ignorando le occhiatacce di Gabriel e Uriel.
Sospirò stancamente,lanciando poi uno sguardo supplicante a Kei, che divertito scosse il capo in senso di diniego.
Rassegnato, portò nuovamente quella che poteva definirsi l’attenzione alle parole di un Arcangelo che delirava (a parer di Yurij.) lamentandosi del fatto che ad alcuni suoi compagni di rango erano state affidate molte più legioni che a lui.
Stava per rispondergli che, francamente, dell’inferiorità numerica del suo esercito non gli importava minimamente, quando una figura sulla soglia delle grandi porte ad arco attirò l’attenzione di tutti…
Un angelo, o almeno ciò che un tempo aveva avuto quelle sembianze, si trascinava al centro della sala.
Un foro sulla schiena era la muta testimonianza che gli era stata strappata un’ ala, l’altra penzolava orribilmente, poiché lo scheletro pareva essere stato estratto quasi del tutto.
La tunica bianca era lacerata, il volto livido e ferito.
Aveva le cosce macchiate di sangue, il quale scorreva lungo tutta la lunghezza delle due belle e toniche gambe dell’angelo.
Stava per accasciarsi al suolo quando Yurij, allarmato (l’ala non del tutto estratta si sarebbe potuta rompere dolorosamente, causando altre inutili sofferenze a quel povero essere.), spiccò il volo, atterrando al suo fianco e afferrandolo prima che potesse cadere a suolo.
“Cos’è accaduto?!?” Chiese shockato, mentre Kei lo raggiungeva.
Gli altri Arcangeli ascoltavano in silenzio.
Le piume insanguinate cadevano sul pavimento immacolato e l’angelo sorrise lievemente con amarezza, avvertendo il suo piumaggio scivolare via.
“Signore… Non so quale proposta lei… Abbia rifiutato… Se lo ha fatto io… Sono convinto sia stato per un buon motivo.  Ma l’ In-inferno non lo accetta… D-dichiara… Guerra.” Bisbigliò, mentre il petto era infranto da pesanti e dolorosi respiri.
“Raphael!” Esclamò a quel punto il Guardiano, e l’interpellato si avvicinò.
“So cosa volete chiedermi signore, ma non posso farlo, non posso curarlo.” Disse l’Arcangelo, chinando il volto impotente.
“E’ stato macchiato, non vi è più purezza nel suo spirito.” Aggiunse, fissando il rosso che era scandalizzato a quella parole.
Yurij, allora, portò lo sguardo cristallino, che assunse una sfumatura di triste misericordia, al volto dell’angelo che moriva tra le sue braccia.
Sospirò, poi, quando lo spirito che era divenuto carne violata e pronta per il macello prese fuoco…
“Samael, Uriel, Gabriel, Raphael, Anael*, Sachiel* radunate le vostre legioni immediatamente!”esclamò allora Kei, furioso, voltandosi autoritario verso gli interpellati, che annuirono decisi.
“E tu.” Aggiunse poi rivolto a Yurij, che si sollevava lentamente.
“Resti qui.” Concluse, allontanandosi coi suoi maggiori sottoposti.

I Diavoli ballano sui corpi dei nemici tranciati…
Gli Angeli pregano altezzosi per le loro vittime.

L’inferno non era quella gola nera che aveva sempre immaginato…
Michael sorrideva lievemente sotto i tocchi di Belial, che gli carezzava con dolcezza i lisci capelli ramati.
“Signore, scusi  il disturbo…” La figura di Boris fece il suo ingresso.
Belial lo fissò accigliato.
“Cosa succede Boris?” Chiese infastidito.
“Una visita per lei.” Rispose con un lieve inchino il Demone, facendo cenno di avanzare.
Dall’oscurità apparve un’altra figura alata.

Fine nono capitolo.

 

Ad inizio capitolo c’è la solita roba dell’Apocalisse, mentre i nomi con asterisco sono quelli di altri Arcangeli, quelli più importanti XD…
Ve li introdurrò prossimamente!

   
 
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