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Autore: HubrisandCrafts    01/08/2014    3 recensioni
[Welcome to Night Vale (Podcast)]
[Traduzione di Lovelyandy]
Sulla base di un concept AU SciFi di freedomconvicted su tumblr. Carlos è uno scienziato che è stato chiamato per assistere C.E.C.I.L., un I.A. (intelligenza artificiale) che cura il pianeta artificiale conosciuto come Vale Colony. Tuttavia, nessuno dei suoi superiori ha la briga di informarlo che l'I.A. sembra essere completamente pazzo. E incline a innamorarsi.
[Cecil e Kevin sono fratelli] [Cecil e Kevin sono robots] [e i robots sono FANTASTICI]
Genere: Avventura, Fluff, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Sapete, quando ho deciso di tradurre questa fantastica storia non mi aspettavo che l'autrice mi desse il consenso né che sarebbe stato tanto complicato. Ma ne sono felice, è un modo per rileggere più attentamente la storia (che potete trovare qui http://archiveofourown.org/works/1061495/chapters/2128293 )

Benvenuti a Cyber Vale!

* musica funky e misteriosa in filodiffusione *



Chapter 1: In Which Carlos Has a Bad First Day

(Capitolo 1: nel quale Carlos ha un primo brutto giorno)





Carlos sapeva che sarebbe dovuto essere felice.

Eccitato, anche! Aveva presentato la domanda per il Vale Colony per un capriccio, senza aspettarsi nemmeno una risposta. Inutile dire che fu sorpreso di essere stato richiamato il giorno successivo. Ed è stato anche felicemente sorpreso quando gli hanno dato il lavoro solo dopo un breve colloquio. Ma ora, mentre cavalcava il montacarichi fino al nucleo del pianeta artificiale, stava iniziando a preoccuparsi.

No, quella non era la parola esatta.

Panico! Sì. Carlos stava per andare nel panico. Non aveva iniziato a lavorare nemmeno da un'ora e stava per vomitare sul suo superiore. Ottimo.

"Tranquillo, caro. Sono solo ancora un paio di minuti."

Una mano rugosa posta sulle sue scosse Carlos dai suoi pensieri. Non aveva notato quanto le sue mani erano state serrate in quel momento fino a quando l'anziana signora non spostò la sua. Carlos chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi sul suo respiro. Doveva solo fare finta che non era in una stanza angusta senza via d'uscita. No, era solo nel bel mezzo di una colonia spaziale quasi della grandezza della Luna in orbita attorno al suo pianeta natale. C'era tantissima aria e tantissimo spazio sia all'interno che all'eterno. Carlos non avrebbe lasciato che qualche stupida piccola paura sul rimanere senza ossigeno su quel mondo artificiale rovinasse la sua carriera. "S-Scusi" balbettò "Non mi sono mai piaciuti gli spazi stretti."

"Oh caro." Il sorriso dell'anziana signora si ingrandì. "Spero che lo shuttle non sia stato così orribile. Era un incubo fare il viaggio di ritorno quando ero una piccola bambina. Certo, era una vita fa, quando ancora i dinosauri vagavano per terra. Se lo desideri, possiamo prendere un bel respiro profondo così calmiamo i tuoi nervi."

"Non sarà necessario, dottoressa. Sullivan-"

"Per piacere, chiamami Josie. Noi cerchiamo di essere poco formali qui giù nel nucleo."

"Giusto." Carlos annuì a se stesso. "Josie."

"Anche se qualche tecnico di laboratorio più giovane mi chiama 'Vecchia Signora Josie'."

"Capisco."

"E quella sgradevole vecchia signora che lavora giù nel laboratorio di criogenia tende a chiamarmi con un paio di altri nomignoli che non vorrei ripetere davanti a un bravo ragazzo come te."

Per un momento Carlos si chiese se fosse il caso di ricordarle che lui aveva trentacinque anni. Si chiese anche se avrebbe dovuto chiedere a proposito delle tre grandi figure metalliche sottili che occupavano la maggior parte del montacarichi. Due stava al fianco di Josie e un altro alle sue spalle, tutti pieni di liquidi e macchinari sonanti vari. Ciascuno di loro era collegato all'anziana signora in diversi punti lungo il suo corpo da una serie di tubi e cavi. Nessun altro alla stazione di ancoraggio sembrava averci prestato attenzione. Onestamente, cominciava a chiedersi se fosse l'unica persona che potesse vederli.

"Mm-hmm." diede atto, cercando di distogliere lo sguardo dalle figure silenziose. La figura nera dietro la signora lo stava fissando. Di nuovo.

"È sempre stata una persona maleducata, quella Josephine. Una tale bocca larga de-Ah! Siamo arrivati!"

Carlos sospirò quando le porte dell'ascensore si aprirono. Una luce, quasi accecante, lo investì mentre camminava dentro la stanza grazie al cielo più grande. Molto più grande, notò mentre i suoi occhi si abituavano. Si fermarono proprio sul bordo di una grande area a cupola. Alto sopra di loro c'era un finto cielo blu e alberi punteggiavano in pavimento erboso. Il suo corpo si rilassò quando sentì la sua mente districarsi, lasciando che l'ansia evaporasse sotto la falsa luce del solare. Chiuse gli occhi per un momento, era tornato sulla Terra.

"Pensavo che ti sarebbe piaciuto qui." Disse Josie dopo un momento, ancora nell'ascensore. "Almeno fino a quando non ti sarai integrato (1). So che è sempre un po' shockante per voi terresti. Tecnicamente quest'area è dedicata agli esperimenti di botanica, ma, beh, a John non importa se le persone vengono qui durante le loro pause. Qualcosa da tenere a mente."

"Grazie." Carlos aprì gli occhi di nuovo e fece un respiro profondo. "Grazie, Josie."

Di nuovo comparve sul viso dell'anziana signora quel sorriso luminoso. "Di nulla, caro. Adesso concentriamoci e andiamo verso la mensa. La nostra sezione dovrebbe essere in pausa pranzo adesso, e sarà meglio presentarti a tutti una volta soltanto."

"Pranzo?" Carlos diede un occhiata la suo antico orologio da polso. "Ma è mezzanotte."

"Ancora col tempo terrestre?" Fece cenno a Carlos di ritornare nel doloroso piccolo ascensore. "Non ti preoccupare, qualche giorno e diventerai un nottambulo come il resto di noi."

Carlos fece qualche altro respiro profondo prima di rischiare tornando dentro.

"Oh? Carlos?" Josie mentre le porte si richiudevano un'altra volta. "Che genere di musica ti piace?"

"Un po' di tutto, credo. Perché?”

"Nessuna ragione, caro. Nessuna ragione in particolare."

***

La mensa era bianca. I corridoi erano bianchi. Tutto era bianco. Il camice che gli avevano consegnato appena uscito dall'ascensore era bianco. Le uniche macchie di colore erano delle piccole sfere di vetro viola che punteggiavano i muri ogni tre metri (2) o giù di lì. Ci si sarebbe abituato, gli aveva dello la signora Josie. A quanto pareva parte del ricevere un adeguato finanziamento costituiva nel progettare i meccanismi interni della colonia per farla assomigliare a una vecchia scadente ambientazione scifi. Era un miracolo, disse anche l'anziana signora, che non esigevano che tutti facessero ''beep-boop'' e rumori simili mentre lavoravano.

Ancora lei non gli aveva detto chi era il finanziatore. Nessuno lo ha fatto. Carlos in un primo momento aveva detto per scontato che fosse il governo, ma la colonia era troppo complessa per quello. Nel corso degli anni si era trasformato da un sogno a un pianeta artificiale in piena regola che sosteneva milioni, se non miliardi di persone. Dopo tutto, guardando al cibo che stavano mangiando i suoi nuovi colleghi sembrava improponibile. Il governo non avrebbe mai pagato per del cibo che sembrava buono. Non se le mense delle sue vecchie scuole statali non ne erano un esempio.

"Tutti quanti! Tutti, per favore, ascoltate!"

La grande sala era vuota, salvo per tre tavoli vicino a loro. Tutti i posto erano occupati da scienziati ingobbiti, cercando avidamente di mettere più cibo possibile dentro la loro bocca il più velocemente possibile. Era un gruppo eterogeneo, di cui i componenti ovviamente arrivavano da ogni angolo della galassia. Alcuni più anziani, altri più giovani, ma tutti loro avevano la stessa aria stanca dei lavoratori di laboratorio che Carlos aveva visto in tutta la sua carriera. La raccolta di scienziati si fermò a metà boccone e guardò Josie e Carlos. La maggior parte dei quali però ritornò poi di nuovo a mangiare.

"Lui," Josie disse, con la sua voce alta e cortese. "è Carlos. Inizia oggi."

Qualche saluto soffocato. Un rutto è venuto da qualche parte dal tavolo sulla destra. Carlos ha dato una piccola occhiata nervosa al gruppo.

"Sarà il mio sostituto."

Carlos notò che quelle parole ebbero un effetto maggiore. Qualche cucchiaio è caduto. Una giovane donna davanti a lui iniziò a tossire, ma venne salvata da una poderosa pacca sulla schiena. Adesso tutti lo stavano fissando. Avrebbe giurato che sembravano preoccupati. No, non esattamente preoccupati. Josie ha continuato, come se non avesse notato la strana pausa.

"Beh, veramente lui è qui per aiutare con il progetto Wireless, ma ho fiducia in Carlos e spero di aiutarlo a stabilirsi qui. Lui è dalla Terra, dopo tutto, e so che la colonia può creare confusione avvolte. Sì, Simone? "

Una donna anziana mosse le mani rapidamente davanti al suo viso. Carlos ha riconosciuto che era il linguaggio dei segni, ma quei gesti non gli erano famigliari. Fortunatamente, Josie si sporse un po' a sussurrargli in un orecchio. "Vuole sapere se hai portato la musica con te."

"Oh? Um-" Carlos era un po' preso alla sprovvista. "Un paio di petabyte, credo? Ho un po' di tutto."

Gli scienziati si rilassarono un poco. La musica, notò Carlos, sembrava essere piuttosto importante. I mormorii generali vennero interrotti da una forte voce gutturale dalla parte desolata di un tavolino. La fonte di questa era un uomo che aveva una faccia che Carlos poteva solo descrivere con 'da prendere a pugni'. ''E ne sa lui di tutte le altre sostituzioni, Josie?" L'uomo sogghignò.

Oh sì, avrebbe davvero preso a pugni quell'uomo in futuro. Lo sentiva.

"Carlos è stato informato dell'alto tasso di sostituzioni, Steve." Josie rispose, sottolineando il nome dell'uomo. "Ma questo non ci ha mai fermato. La nostra Voce ha bisogno di un custode. Dopo tutto suo fratello ne ha già uno."

"Voce?" Chiese Carlos a nessuno in particolare. Purtroppo, nessuno sembrava aver notato la domanda. Steve si si sistemò meglio sulla sua sedia, accoltellando rabbiosamente i suoi piselli.

"Comunque!" Josie batté le mani, facendo ondeggiare i fili e i tubi collegati a lei. "Domani ricominceremo il progetto Wireless, e non dovremmo più preoccuparci di quel genere di cose. Vorresti dire qualche parola, Carlos, per l'occasione?" Josie gli diede una piccola gomitata.

"Oh? Oh. Sì." Si schiarì la voce. " È un piacere conoscervi tutti. La, uhm, Vale Colony mi ha sempre affascinato e sono orgoglioso di poter lavorare qui." e un po' terrorizzato, aggiunse a se stesso. "Questa è probabilmente la colonia più scientificamente interessante di tutto il Sistema Solare,e spero di poter lavorare insieme a voi per molti altri anni a venire."

I nuovissimi colleghi di Carlos lo fissarono.

Carlos gli sorrise di rimando.

Un piccolo mormorio di diffuse fra i tavoli. No, Carlos realizzò. Non un mormorio. Risatine. Sogghigni. Un paio di labbra erano curvate un poco in giù (3). Steve si coprì la bocca con la mano e guardò una delle sfere viola sopra di loro. Un fiume di ricordi delle scuole superiori lo raggiunse mentre sentiva un nodo allo stomaco. Poteva viaggiare in lungo e in largo per tutto il Sistema Solare ma rimaneva ancora terribile a parlare davanti ad un gruppo di persone. Un potenziale leader, davvero.

"Carlos, caro?" gli sussurrò Josie. "Ti hanno appropriatamente calibrato il canale di emergenza quando sei arrivato qui?"

"Er, no?" La voce e lo stomaco di Carlos affondarono in basso. Uno degli uomini più vecchi stava proprio morendo dal ridere adesso.

"Oh caro. Beh, probabilmente è stato meglio che tu non abbia sentito l'ultimo annuncio proprio adesso. Su, andiamo giù nel laboratorio e finiamo le presentazioni. E non ti preoccupare tesoro, non stavano ridendo di te."

"Grazie." Si trascinò fuori, sperando che erano tutti troppo impegnati a ridere per notare il suo viso rosso. Cavolo, poteva giurare di aver sentito qualcuno di loro ridacchiare qualcosa a proposito dei suoi capelli.

***

"Sei pronto, caro?"

La visita nel laboratorio era stata lunga abbastanza per poter calmare nuovamente i nervi di Carlos. Cosa importava se lui quasi stava per saltare addosso (n.d.t. Non in quel senso, pervertiti (almeno spero)) a quella dolce vecchietta? Chi se ne fregava se i suoi colleghi erano un mucchio di somari? Era uno scienziato! Il migliore del suo campo! Questo era l'apice della sua intera vita lavorativa. Il grande progetto che stava aspettando in modo da poter affermare se stesso alla comunità scientifica! Doveva solo trovare il coraggio di aprire la porta, ecco tutto.

"Oh! Aspetta un attimo!"

La mano di Carlos si fermò sospesa in aria sopra la porta scorrevole, segretamente grato per il ritardo. Josie toccò una delle figure di metallo a cui era collegata, aprendo un pannello laterale.

"Visto che i tuoi impianti non sono ancora stati configurati correttamente ti servirà uno di questi per poterlo sentire." Tirò fuori un piccolo clip di metallo e lo offrì a Carlos. "Basta attaccarlo da qualche parte nel tuo orecchio. Pungerà un poco, ma solo fino a che Dana non ti darà una sistemata."

Carlos prese il piccolo clip di metallo dalla sua mano e fece come gli era stato detto. Poteva sentire il metallo scavare nel lobo del suo orecchio, ma l'ondata di musica che galleggiò verso di lui era una bella distrazione dal dolore. I suoni erano morbidi e dolci, cantando una melodia che non aveva mai sentito prima. Josie sorrise e annuì con la testa insieme alla musica.

"Bello, non è vero?" Disse con un lieve sospiro nella sua voce. "A lui piace fare il DJ. E secondo il mio punto di vista, lui è il responsabile dei canali di emergenza in ogni caso, quindi perché non fargli fare qualcosa che lo rende felice? Oh! Assicurati di menzionargli la tua collezione di musica quando ti presenterai. Lui adora sentire nuova musica ". (4)

"Adesso" Carlos fece un respiro profondo. C'era qualcosa che lo stava preoccupando dal retro dei suoi pensieri, e sarebbe stato meglio dirlo prima che affondasse nella musica. "Quando dici 'lui' intendi l'I.A. che gestisce questo pianeta? Quello su cui dovrò lavorare?"

"Oh sì!"

"Quello che tutti chiamano la Voce. Quello che, a quanto pare, a bisogno di un custode?"

Josie sorrise e annuì. "È un bravo ragazzo, ma ha bisogno di qualcuno che lo tenga d'occhio."

"Smettila di dire in quel modo!" Le parole di Carlos si riversarono fuori. "Le Intelligenze Artificiali non dovrebbero mai essere chiamate con un genere o come individui. Non mi fiderei di una semplice unità abitativa a cui è stata data un minimo di sensibilità, figuriamoci di un I.A. che ha il compito di tener cura di un intero ecosistema e di milioni di vite. Appena l'I.A. sviluppa una vera e propria coscienza di sé siamo tutti rovinati. Che cosa succede se decide che è annoiato? Che cosa succede se decide che non vuole più occuparsi del pianeta? La Central Environmental Control of Infinite Life (5) è-"

"Cecil."

Il nome fu abbastanza per far morire le parole di Carlos in bocca. Josie non sembrava più la dolce piccola anziana signora. La sua voce si era fatta più buia e profonda come se fosse alta 3 metri (2). Il suo viso aveva la stessa espressione di disappunto che avrebbe potuto fargli sua nonna.

"Il suo nome è Cecil." Disse. "Lui è un meraviglioso, brillante giovane uomo che ama la sua colonia e le persone che vi abitano più di quanto tu possa mai immaginare. Lui è sempre stato intrappolato in quella stanza fin dal giorno in cui è nato e tutto quello che desidera è poter vedere il mondo con i suoi occhi. E, considerando il fatto che questa è la terza volta che ha riavvolto questa canzone, credo proprio che ti stia aspettando."

L'aura oscura intorno a Josie sparì e diede a Carlos un leggero colpetto sul braccio. ''Buona fortuna, tesoro.''

"Grazie." Carlos deglutì. Premette la sua mano sulla porta scorrevole, facendola aprire. Fece qualche passo all'interno, insicuro su cosa fare. Normalmente un'appropriata presentazione con un I.A. era un affare molto più formale. Un file con le pratiche corrette e scambio di password. Niente nonnine arrabbiate o scienziati che ridevano. Quindi era un po' sollevato quando camminando all'interno trovò il laboratorio privo di vita. Tornò a guardare Josie, che semplicemente annuì.

La grande sala aveva la forma di una cupola con computer e scrivanie tutt'intorno. I muri erano coperti con grandi schermi che mostravano varie sezioni interne ed esterne della colonia. Quello che catturò la sua attenzione, comunque, era una grande bianca sfera che pendeva pesante sul soffitto. Senza alcun suono la sfera si aprì, come un fiore che sbocciava alle prime luci dell'alba. Dentro c'era una massa di cavi con dei riflessi violacei. Carlos ci andò più vicino, sperando di vederci meglio.

Mentre i cavi scendevano, Carlos poteva vedere una figura umanoide annidata in mezzo. La figura si distese fuori dalla matassa, le sue lunghe gambe e sue braccia si muovevano fra i cavi come se questi fossero acqua. Si abbassò di fronte a Carlos ancora appeso in aria, sorretto dai cavi. Il suo corpo era ricoperto di placcature viola ed argento, la sua testa era completamente senza lineamenti salvo per tre lenti viola. Sulla sua fronte una luce tremolò finché non prese la forma di un occhio chiuso. Il viso senza lineamenti si mosse verso il basso finché non era al livello degli occhi di Carlos e focalizzò le sue tre lenti su di lui.

Poteva leggere il nome C.E.C.I.L. stampato sulla spalla del robot, che gli disse tutto ciò che gli era necessario sapere.

"C-Ciao?" Carlos si schiarì la gola. "Il mio nome è-"

CARLOS!

La Voce urlò nella sua testa.

Night Crew della Vale Colony! Sono felice di annunciarvi che Carlos, sì, il perfetto Carlos è nel laboratorio principale proprio in questo momento! Nessuna parola esistente può davvero descrivere l'uomo che si trova qui davanti a me, ma essendo una mia responsabilità riportarvi tutte le notizie inizierò l'eterna lotta contro il mio vocabolario limitato.

La voce era ovunque. Le parole echeggiavano attraverso il corpo di Carlos, facendogli vibrare i denti e scavando sotto la pelle. Tentò di arretrare, ma Cecil semplicemente gli girò attorno.

Lui è se possibile ancora più perfetto di quanto le mie telecamere di sicurezza mi avevano precedentemente suggerito. Non riesco a trovare alcuna colpa che lo riguardi nel mio controllo approfondito e davvero invasivo del suo passato (6), tranne che per solo una serie di biglietti di parcheggio non pagati vecchi di una quindicina di anni o giù di lì. Una tale perfezione deve assolutamente essere il risultato di generazioni di ricerche, si potrebbe dire! Ma sia io che voi sappiamo che la manipolazione genetica è stata vietata decenni fa e che tutti gli esperti del settore sono stati tranquillamente messi a tacere nella notte da degli agenti oscuri di un ente governativo vago ma minaccioso. Assumendo che suddetti agenti non abbiano semplicemente reclamato questi esperti per i loro scopi nefasti.

Carlos tolse via dal suo orecchio il clip di metallo e la Voce divenne silenziosa. Cecil continuava a girargli intorno, le sue mani ancora freneticamente si muovevano con le sue parole adesso silenziose. Cautamente Carlos rimise il clip di nuovo nel suo orecchio, questa volta più lontano dal suo impianto cibernetico.

-tra i suoi capelli! Anche le sue basette prematuramente colorate d'argento chiamano per essere amabilmente spazzolate dalle mie dita impazienti. Come vorrei poterglielo dire, cara Night Crew! Ma secondo il mio controllo molto, molto invasivo del suo passato (6) non ha aggiornato il suo impianto cibernetico da quando ha lasciato il suo pianeta natale. Chiedo a quelli con mezzi più tradizionali per piacere di ricordargli di aggiornarlo appena possibile in modo che possa ricevere la mia trasmissione. Se Dana è disponibile per l'aggiornamento si assicuri che gli venga dato un ricevitore ospite il più presto possibile. Proprio come quello che è agganciato adesso al... suo... orecchio.

La stanza cadde nel silenzio. Con uno scatto i cavi ritirarono Cecil nel soffitto e la sfera si richiuse attorno a lui. Per un momento a Carlos venne il dubbio se dovesse andarsene o meno, finché il fiore di metallo non si schiuse e Cecil ridiscese nella stanza un'altra volta. Si protese, offrendo la mano destra a Carlos.

Saluti! Io sono la Central Environmental Control of Infinite Life (5), o semplicemente Cecil. Sono incaricato di mantenere il sostegno vitale e la sicurezza generale della Vale Colony. Do anche delle segnalazioni quotidiane utilizzando il canale di trasmissione di emergenza, quando non è in uso, e assisto la ricerca scientifica in ogni modo. La dottoressa Sullivan mi ha già dato una descrizione del Progetto Wireless, e non vedo l'ora di lavorare insieme a te per tutta la durata del tuo soggiorno.

Carlos abbassò lo sguardo sulla mano metallica. Avrebbe potuto scappare. Prendere il primo shuttle che partisse dalla colonia senza mai guardarsi indietro. Tutto sarebbe stato meglio di provare ad aiutare un I.A. chiaramente impazzito. Era un idea che già si stava formando nella sua mente. Quello era possibilmente il più scientificamente interessante I.A. dell'intero Sistema Solare. Avrebbe dovuto essere studiato più da vicino ed essere fonte di una tesi. O tre. Questo semplice pensiero valse la pena di tutta la giornata.

Sorrise e strinse la mano del robot, ed era quasi certo di aver sentito Cecil fare un versetto di pura felicità.








Notes:

C.E.C.I.L. e il mondo di Cyber Vale proviene da freedomconvicted, che può essere trovata qui: http://freedomconvicted.tumblr.com/
Simone muta e Scoutmistress Eileen provengono da Nazi-Nurse a http://videntefernandez.tumblr.com/
ma non appartengono più a Nazi-Nurse quindi credo che la chiameremo solo ''la persona che ci ha fatto sentire male a proposito di Earl''
Potrete seguire me e le mie eterne urla a proposito dei robot qui http://arachnescurse.tumblr.com/
Betato da thefoxandtherose e da zalora! Thank you!






N.d.T


Bene! Eccoci qui col primo capitolo. Vorrei solo chiarire un paio di note.

1) ''At least until you get your bearings back'' letteralmente sarebbe ''orientato meglio'' o qualcosa del genere, ho scelto ''integrato'' perché semplicemente suonava meglio in termini di senso.

2) Le misure erano in piedi. La prima volta sarebbero 10ft, mentre la seconda 12ft, ma entrambi fanno tre metri e qualche cosa.

3) Sì, le labbra sono curvate verso il basso. Nemmeno io ho ne davvero afferrato il senso, considerando che stanno ridendo come iene qui. Povero Carlos.

4) ''He's a sucker for new songs." letteralmente sarebbe ''succhiatore di nuove canzoni'', ma essendo una traduzione orripilante ho ripiegato su questa.

5) ''Central Environmental Control of Infinite Life'' oh, questa sì che è stata fantastica. Mi sono scervellata una mezz'oretta buona per riuscire a trovare una traduzione, per così dire. Sono pessima con i giochi di parole, lo so. Comunque letteralmente sarebbe ''Centrale di Controllo Ambientale di Vita Infinita'' che ovviamente prendendone le iniziali non fa più ''Cecil''. Ho cercato anche di dare altri nomi completamente diversi, ma un po' mi dispiaceva dover rovinare così il duro lavoro della scrittrice, quindi ho deciso che in inglese faceva più figo.

6) ''a very invasive background check'' e alla fine background l'ho tradotto con passato. Onestamente non credo renda abbastanza, a dirla tutta passato mi sembra un termine che già da un'impressione più romantica e sentimentale, quando in realtà sarebbe stato corretto un termine più formale, tecnico, per così dire (almeno, dal mio punto di vista). Un'altra traduzione poteva essere controllo dei precedenti o addirittura della fedina. Che forse fedina pensandoci meglio ci sta di più. Attendo opinioni in merito!

Eh beh, fra due minuti sono le quattro del mattino, ma finalmente ho concluso il primo capitolo!

Gli aggiornamenti cercheranno di essere settimanali. Adesso è troppo tardi e io sul serio vedo davanti al mio viso la notifica dell'autonomia limitata. Fatemi andare a ricaricare e ci risentiamo!


Bye

   
 
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