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Autore: Inquisitor95    02/08/2014    2 recensioni
"Mi svegliai sobbalzando visto lo strano sogno che avevo fatto: delle creature spaventose correvano contro di me, avevano sete del mio sangue. Io continuavo a correre cercando di scappare visto che non avevo una spada con cui difendermi; se nel sogno fossi stata armata, sicuramente le cose sarebbero andate diversamente. Fortunatamente però era stato solo un terribile incubo, non avevo mai lasciato la mia stanza nel castello di Altura Perenne. Non avevo mai lasciato il mio letto e per tutto il tempo ero rimasta tra le braccia possenti del mio cavaliere. Ero ancora abbracciata a lui in effetti, la testa appoggiata sul suo petto forte e caldo, il fatto che mi fossi svegliata sobbalzando però aveva condizionato anche il fatto che lui si svegliasse. Lo trovai con i suoi occhi brillanti come smeraldi che mi fissavano, allungai una mano percorrendo il suo corpo fino al viso e salendo fino ai capelli morbidi, rossi come le fiamme e leggermente sudati per via del caldo estivo."
Questa è la storia che più volte è stata raccontata, in molti hanno aggiunto dettagli, ma solo io conosco la verità e sono qui per raccontarla: di come il Quinto Flagello si è concluso prima che devastasse il Thedas.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alistair Therin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Leggende del Thedas'
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CAPITOLO SESTO
LA GRAN VIA IMPERIALE


Mi lasciai alle spalle le campagne cercando i miei amici o ciò che ritenevo utile per proseguire il viaggio; in molti mi avevano fermata: contadini che chiedevano aiuto, persone che cercavano rimedi o trappole, forse speravano di salvarsi con quelle semplici mosse dall'orda di Prole Oscura? Non ho idea di cosa servisse loro tutto quello, in ogni caso non potevo aiutarli, non ero un'esperta di medicine, pozioni o trappole e non mi sono mai interessata a quelle arti. Dovetti continuare ad andare avanti per la mia strada. Mi avvicinai alla chiesa dov'erano radunate alcune persone, sentivo la voce di qualcuno che urlava, un uomo e poi persone che si lamentavano per il baccano che stava facendo. Mi feci un varco tra la folla e arrivai a uno spazio dove c'era un uomo armato che continuava a urlare, le madri coprivano le orecchie dei bambini, le sacerdotesse della chiesa cercavano di calmare l'uomo mentre i templari restavano inermi, prestai attenzione a ciò che diceva, mi sentii presa in causa visto l'argomento di cui urlava.
« I Custodi Grigi hanno tradito Cailan e il regno intero. Sono a favore dell'orde di Prole Oscura che verrà qui e ci ucciderà... moriremo tutti! » l'uomo era chiaramente sconvolto, un guerriero di Ostagar probabilmente. Uno dei pochi sopravvissuti.
« Vi prego di calmarvi e spiegare... » provai a calmarlo, cercavo di farlo stare zitto in realtà non volevo urlare contro di lui per evitare che poi continuasse. Lui mi fissò e probabilmente mi riconobbe. Riprese a urlare.
« Voi! Io mi ricordo di voi... avete la corruzione del sangue, diventerete un Prole Oscura e ci ucciderete... » mi guardai intorno e vidi che nessuno si decideva a farlo tacere. Perché i templari non agivano di fronte a quel pazzo?
« State zitto! Avete solo paura della Prole Oscura. Urlare e trovare un colpevole che non esiste non è la soluzione. Fuggite finché siete in tempo... questa non è la vostra battaglia » gli dissi. L'uomo parve non comprendere le mie parole.
« Che intendete dire...? » attorno a me cominciava a radunarsi il silenzio accompagnato dalle persone che prima seguivano il pazzo che urlava. « La Prole Oscura arriverà realmente qui a Lothering? » chiese qualcuno nella folla.
Non potevo non dire la verità a quelle persone, non potevo neanche dire la cruda realtà, il fatto che quelle persone erano spacciate e che Lothering sarebbe stato distrutto per primo, poi cosa avrebbe seguito? Redcliffe era la città più vicina al villaggio, magari avrebbero però percorso i Bannor e sarebbero arrivati ad Altura Perenne. Nessuno avrebbe potuto prevedere dove si sarebbe spostata l'orda. Ma cosa poter dire a quelle persone? « Non so che potrei dirvi per allietarvi. Fuggite più lontano che potete... lasciate il Ferelden... fatelo per i vostri figli se ne avete, o per voi stessi... ma scappate il più lontano possibile! » risposi. Lasciai quelle persone e andai avanti per il centro della città.
Trovai alcune informazioni riguardo Loghain, era chiaro che ci stava cercando, che stava cercando Custodi Grigi superstiti, che ci aveva dichiarati nemici dello stato dicendo che i Custodi avevano tradito il Ferelden. Tutte bugie per screditarci, per farci dare la caccia per assicurarsi cosa? Davo per contato che volesse diventare il nuovo re del Ferelden, ma sua figlia? La regina naturalmente sarebbe stata soggiogata dal padre e gli avrebbe lasciato il trono. Era questo l'intento di Loghain? Governare sul Ferelden... davvero astuto da parte sua, impadronirsi in modo così semplice del trono, un piano astuto.
« Eccovi qui! Vi stavamo cercando... ci è stato detto che una ragazza ha cominciato ad urlare davanti la chiesa contro un uomo... ho dato per scontato che foste voi e la vostra furia! » mi chiamò Alistair da lontano. Mi voltai per trovarlo accompagnato da Drawgnar e poco distante c'era Morrigan.
« Sei davvero in grado di dare per scontato le cose? Mi stupisci Alistair! » lo punzecchiò la bella donna. Tutti e tre si avvicinarono a me. Avevano delle sacche piccole e piene con loro, di certo si erano dimostrati più utili di me che avevo trovato solo qualche informazione e giravo cercando di far scappare più persone.
« Morrigan... qualunque cosa tu mi dirai, scivolerà via come l'acqua... » disse Alistair in risposta a denti stretti, lei stava per continuare quando sbuffai.
« Smettetela! » sapevo che la colpa non era di Alistair, l'unico modo per far tacere Morrigan era quello, almeno avrei ripreso entrambi e non li avrei lasciati scontenti. « Sarebbe meglio prendersi una pausa prima di uscire dal villaggio... non mi sembra che abbiamo molto altro da fare qui »
Gli altri due furono concordi con me, entrammo quindi nella locanda lì vicino e trovammo un ambiente davvero amichevole; le persone che sedevano erano allegre per via del vino o degli alcolici assunti, per la compagnia di donne; ovviamente tutto nel tentativo di ignorare il fatto che la Prole Oscura marciasse contro il villaggio. Due guardie si alzarono in piedi dalla folla, l'aria minacciosa e gli sguardi rivolti contro di noi, è chiaro che fossero ostili e che cercassero rogna. Ma per quale motivo?
« Abbiamo sentito che siete Custodi Grigi... » abbiamo sentito? Chi sapeva che noi eravamo a Lothering? Vidi gli stemmi e gli araldi che avevano nell'armatura. Erano sgherri di Loghain ovvio! Ma come avevano fatto a rintracciarci così in fretta? In fondo non era poi passato tanto dalla battaglia di Ostagar e le nostre tracce erano perdute nelle Selve grazie al salvataggio di Flemeth. Per loro non potevamo essere altro che morti e invece Loghain sapeva che eravamo vivi!
« Vi state sbagliando cavaliere... » cercai di dire ma era ovvio che mentire non aveva senso, ero comunque pronta a combattere anche se eravamo in uno spazio piccolo e poco adatto alla lotta. Il centro della locanda! Improvvisamente dalla folla che si stava radunando attorno a noi, vidi sbucare una persona insolita, una ragazza poco più grande di me, dal viso candido e dallo sguardo sfuggente, capelli corti fino alle spalle e lisci con una treccina che le scendeva di lato, quei capelli erano di un rosso così chiaro da somigliare all'arancione del tramonto, gli occhi chiari e che si contendevano il verde e l'azzurro, due occhi sfuggenti poco adatti alle vesti che indossava: le vesti di una monaca.
« Gentili uomini, vi prego di andare via. Di non disturbare ancora questa signorina e la sua compagnia! » disse con voce calma e un temperamento controllato. Aveva del fegato quella suora, pensai tra me e me.
L'uomo scoppiò a riderle in viso e questo mi fece arrabbiare. « E tu chi sei monachella dei miei stivali? Torna alla vita reale e impara ad aprire bene le gambe! » disse l'uomo che mi aveva urlato contro rivolto alla donna.
Ero semplicemente schifata dal suo modo di fare. Mi staccai dalla mia compagnia e gli piantai un pugno in pieno viso atterrandolo su un tavolo pieno di bevande e persone che si spostarono appena videro quel sacco venirgli addosso. Fu così che cominciò quello scontro: non un normale combattimento con spade ma una vera azzuffata contornata dalla musica di una banda musicale che suonava strumenti, la folla intorno a noi era ubriaca e incitava il combattimento. Alistair mi raggiunse e mi difese da un pugno che stavo per ricevere in pieno volto, fece girare il polso dell'uomo in modo brusco e gli tirai un calcio dritto tra le gambe, quello cadde a terra urlando per il dolore mentre la folla rideva e applaudiva. In particolare le donne furono felici della mia mossa. L'altro nel frattempo aveva avuto il tempo di riprendersi, stavo preparandomi per calciarlo via quando la sorella cominciò a dargli dei pugni veloci e simili a schiaffi, riuscì a storcere il braccio dell'uomo e a farlo cadere in ginocchio, vidi poi il bastone incantato di Morrigan finirgli dritto in viso e dal suo naso cadde moltissimo sangue. Ci voltammo verso la donna che fece spallucce innocentemente.
« Vi prego non fateci del male... » implorò l'uomo a cui avevo dato un calcio tra le gambe. « Siamo solo al servizio di Loghain, non vogliamo morire... » disse piagnucolando. Avevo l'impulso forte di ucciderli ma la sorella parlò.
« Hanno imparato la lezione. Lasciali andare dal loro padrone e non ti daranno più fastidio... » mi disse con la sua voce vellutata e pacata. Annuii, meglio così!
« Va bene! » dissi convinta, lo spinsi in piedi e lo trascinai a me per il colletto. « Ho un messaggio per Loghain e vorrei che lo riferissi... » presi un respiro. « Noi sappiamo cosa ha fatto, e la pagherà cara... » l'uomo annuì e poi scomparve insieme al compare, a quel punto la sorella di fronte a noi si avvicinò, era normale che una suora combattesse in quel modo? Ovvio che no!
« Avete scelto bene. Mi chiamo Leliana. Quegli uomini dicevano il vero riguardo il fatto che siete due Custodi Grigi? » chiese, vidi nei suoi occhi una luce e poi qualcosa che mi spinse ad annuire. « State lottando contro il Flagello... ho avuto un sogno in cui avrei combattuto per salvare il mondo dalla minaccia dei Prole Oscura, vorrei unirmi a voi nel vostro viaggio... »
Non che mi dispiacesse, era una brava combattente. Ma come mai questa fortuna? E perché una sorella era così esperta nel combattimento? « Perché? E dove avete imparato a combattere così...? » lei fece un sorriso ma sviò l'argomento.
« Il Creatore mi ha parlato, mi ha detto di seguire la vostra via... non posso sviare la sua volontà. Le mie doti di combattimento sono armi che ho messo al Suo servizio, e lui vuole che adesso le riponga in voi! » sembrava realmente convinta in ciò che diceva, e chi ero io per dirle di no? Ero una credente, credevo in Andraste, la sposa del Creatore e in tutto ciò che veniva narrato dal Canto della Luce; certo ad eccezione di alcuni argomenti come i maghi cattivi che ritenevo ingiusti!
« Se il Creatore vi ha voluto al mio fianco... così sia! » le dissi. Un ampio sorriso si dipinse sul suo volto e annuii felicemente. Alistair non sembrava convinto della mia scelta, forse perché lui era stato comunque condizionato da una gioventù in un monastero, o probabilmente per il fatto che Leliana era veramente credete! Morrigan era il velo della disapprovazione, probabilmente molte mie scelte sarebbero stato contrastate da lei. Ma io e Morrigan siamo andate d'accordo pochissime volte, è una cosa ovvia quando qualcuno odia qualunque cosa tu faccia!
Non volevo perdere altro tempo a Lothering, Loghain sapeva i nostri spostamenti fino a quel punto e non dovevamo perdere altro tempo in quella città. Naturalmente ero molto curiosa dal cosiddetto sogno che aveva fatto Leliana, magari le avrei chiesto meglio quando avremmo costruito un accampamento tra gli alberi per passare la notte, ci spostammo velocemente verso il limitare del villaggio e nei suoi confini trovammo qualcosa di inaspettato, una gabbia gigantesca che conteneva un enorme bestione con due grandi corna dipinte, un'espressione neutra che mi fissava chiedendo pietà: non per liberarlo, ma per ucciderlo. Alistair e la compagnia avanzarono ma io mi fermai a fissare quella strana creatura. Avevo visto alcuni elfi, parecchi nani inoltre erano raffigurati nei libri e avevo un'immagine abbastanza chiara di loro, ma quella creatura... era sconosciuta e meravigliosa ai miei occhi.
« Cosa sei? » lui parve rinsavire e guardarmi in modo torvo. Ovviamente non era una bella domanda da porgere a qualcuno in una gabbia.
« Un qunari... questo bestione potrebbe esserci utile come scudo mobile contro la Prole Oscura! » commento con sarcasmo Morrigan, quella era una delle poche volte in cui concordavamo, anch'io avevo avuto la stessa pensata.
« Perché sei qui? » gli chiesi, il qunari mi fisso con sguardo assente. Era indeciso sul dirmi la verità? Non ho mai saputo cosa Sten pensasse di me, quanta stima riponesse in me, era criptico e difficile da interpretare. « Come ti chiami? »
« Sten. Ho ucciso una famiglia... è giusto che io sia qui. Lasciatemi qui a espiare la mia colpa... » disse. Senza rimorso, tranquillo come se avesse detto “ho bevuto l'acqua dal fiume!”; « Un momento... tu sei il Custode di cui parlano? »
Per il Creatore ma chi è che parla di noi!? « Sì sono io, sto lottando contro il Flagello... mi servirebbe qualcuno con la tua forza bruta! » dissi inquadrandolo. Alistair mi si avvicinò all'orecchio.
« Ne siete sicura? Voglio dire... la sua forza è incredibile probabilmente. Ma volete davvero rischiare di portarcelo dietro come un cane da guardia? » chiese, ovviamente Morrigan non potette resistere alla tentazione di fare una delle sue battute, che udito quella ragazza!
« Ne abbiamo abbastanza di cani. Drawgnar, quello intelligente, e Alistair, quello senza cervello... » nessuno trovò la sua battuta divertente e continuò rivolgendosi a me. « Può servirci. Liberalo e adoperalo come meglio credi... »
Stavolta mi rivolsi a Sten come fossi una conoscente da anni. « Vuoi unirti a noi? I nemici che combatteremo sono grandi, serviranno a redimere il tuo errore... » mi voltai verso Leliana quando il qunari annuì. « Credi che lo libererebbero mai? »
« Questa povera creatura vuole redimersi ed è giusto che ne abbia la possibilità. Potremmo parlare con la venerata madre e vedere se possiamo avere la chiave. Comprenderà di certo il pentimento... ma non nominate i Custodi Grigi! » mi avvertì, e forse sarebbe stato meglio visto che avevo già in mente di usarlo come pretesto, noi Custodi potevamo usare il Diritto di Costrizione per arruolare persone, non era lo stesso caso e inoltre non eravamo visti di buona luce dal resto del Ferelden al momento.
« Tornerò presto con la chiave! » dissi a Sten, lui si limitò ad annuire e noi andammo via, rientrammo nel villaggio e stavolta la destinazione era la chiesa, proprio dove prima la folla era radunata, adesso c'era un vuoto totale, le porte della chiesa erano protette da due templari che ci fecero passare tranquillamente.
Serenità, questa è stata la mia prima impressione nell'entrare in quella chiesa, quel sentimento però scomparve quando vidi che era piena di gente impaurita che pregava sottovoce, fedeli che cercavano conforto nelle parole delle monache e che pregavano il Creatore o Andraste di salvarli, l'unica salvezza l'avrebbero avuta fuggendo via dal villaggio però. Fu Leliana ad aprirci la via fino all'ufficio della venerata madre, la donna era seduta immobile su una poltrona e cercava anche lei conforto nelle parole del Canto della Luce; non fu molto contenta di sentirsi dire che i qunari volevano riportare indietro il prigioniero (un'abile bugia e cui credette ciecamente), ci consegnò la chiave con tanto di ringraziamenti, non volevano ricevere altre brutte notizie e altre visite spiacevoli. La Prole Oscura già era abbastanza per spaventare le persone. Naturalmente la chiave fu data a Leliana visto che le due donne si conoscevano così bene, andammo quindi da Sten e la ragazza mi passò la chiave che infilai subito nella serratura aprendo la porta e liberando il qunari.
« Grazie mille. Sarò la tua spada quando avrai da scagliarti contro la Prole Oscura. Viaggerò con te per redimerti, ma se vedrò che non metterai la grinta nella tua missione, non esiterò un secondo ad abbandonarti... » disse, ovviamente i qunari erano un popolo colmo d'orgoglio, pronto a tutto per la loro isola lontana e Sten non era da meno. Non seppi mai molto di Sten... neanche il suo vero nome visto che lo “sten” era un grado militare della gerarchia qunari. Questo lo appresi però in seguito. Marciammo così tutti e sei verso le ultime campagne abbandonate del villaggio. Risalimmo la Gran Via Imperiale e ci allontanammo tra gli alberi scuri che la notte dipingeva con un velo di terrore. Quella notte andai a letto con la speranza di poter dormire serenamente visto che eravamo due in più e potevamo guardare meglio il campo, purtroppo non fu così.


L'oscurità era intorno a me, potente e intensa, mi sentivo oppressa del mio stesso sogno, urla e voci mi circondavano e delle immagini cominciavano a scorrere nella mia mente. L'orda di Prole Oscura che avanzava tra le Selve Korcari, veloci e voraci con sete di distruzione, poi nuove immagini popolarono i miei incubi. Un luogo luminoso e contaminato dall'oscurità, centinaia di migliaia di Prole Oscura si trovavano lungo uno stretto passaggio sul quale si elevava un lungo ponte, su di esso una creatura gigantesca, un immenso drago dai tratti deformati, il viso allungato e un soffio di fiamme oscure che usciva dalla sua bocca. Poi un urlo, potei percepirlo chiaramente. Diceva di avanzare e distruggere tutto ciò che incontravano, dopo quell'urlo non potei fare altro che svegliarmi e sobbalzare. Avevo appena avuto un sogno sull'arcidemone. Ma perché? Uscii dalla mia tenda sospirando lentamente e avvicinandomi al fuoco dove già c'era qualcuno a darmi le spalle. Alistair si voltò verso di me e mi guardò con occhi dispiaciuti.
« Avete sognato l'arcidemone vero? È capitato anche a me... noi Custodi riusciamo a percepire la Prole Oscura, talvolta capita anche in questo modo... » disse a tono di voce piuttosto basso, mi voltai intorno per vedere che era quasi l'alba, che oltre gli alberi stava nascendo un sole brillante da molto lontano.
Vidi che Leliana aveva già sistemato il suo accampamento e contava le frecce nella sua faretra, avevamo scoperto che la suora non era esattamente disarmata visto il bellissimo arco in frassino che aveva sotto la toga! Sten era dall'altro lato del fuoco che stava oltre Alistair, fissava tutto il limitare del campo insieme a Drawgnar, certo volte ho pensato che i due riuscissero a capirsi. Morrigan invece era distante da noi tutti. « E questi sogni mi capiteranno spesso? » chiesi al ragazzo avvicinandomi a lui. Lui aprì le braccia contro di me.
« Dopo l'Unione è una delle cose che capita. Lo stesso come per l'aumento di appetito... l'ho notato anche in voi! Fortuna che fate molto movimento o perdereste la vostra linea così snella e piacente » disse scherzando con una risata. Scoppiai anch'io a ridere, poteva essere indelicato, eppure mi aveva fatta ridere.
« Ci son altre cose che dovrei sapere riguardo il dopo-Unione? » dissi marcando le ultime parole, mi misi accanto a lui vicina al fuoco e lui diventò rosso in viso, forse poteva essere un riflesso delle fiamme sul suo volto.
« Ci sono molte cose che vorrei dirvi... alcune di queste richiederebbero però di essere soli! Non vorrei mettervi in imbarazzo » disse con molta spontaneità. Quella frase mi lasciò di pietra e mi voltai verso di lui quasi ridendo e lasciandomi incredula.
« Alistair a cosa ti riferisci? » chiesi scoppiando anch'io a ridere. Tuttavia mi avvicinai a lui e mi appoggiai all'armatura che indossava. « Perché non provi a dirmele nell'orecchio? » gli sussurrai davanti gli occhi. Vidi nel suo sguardo la volontà che veniva a mancargli, scosse il viso e mi allontanai.
« Con voi non si può scherzare amichevolmente! Giacché siete sveglia, io consiglierei di rimetterci in marcia verso Redcliffe che dite? »
« Buona idea! » dissi ritornando alla mia tenda per disfare il mio luogo di riposo. Prima di rimetterci in viaggio avrei voluto tanto parlare con i miei compagni di gruppo, conoscerli meglio. Ero molto incuriosita soprattutto da cosa Leliana pensasse, dalla sua visione e soprattutto da come aveva imparato a combattere in quel modo. Così prima che il campo fosse disfatto, mi avvicinai a lei amichevolmente e mi prestò subito attenzione. « Ciao, volevo parlarti della visione che avevi avuto... »
« Sapevo che l'avreste chiesto... » parve imbarazzarsi. « Posso darvi del tu? » annuì, non mi erano mai andate a genio le persone che si riferivano a me con “voi”. Tranne Alistair... ma lui era sempre stato diverso dalle altre persone. « Nel mio sogno mi trovavo di fronte ad un baratro. L'oscurità era intorno a me e nel baratro c'era un concentrazione maggiore. Ad un certo punto ho spiccato un salto contro il buio... ritengo che il Creatore mi avesse fatta sognare il Flagello... »
« E il tuo salto significa che lo stavi andando a combattere perché non avevi paura della Prole Oscura? » provai ad indovinare, lei annuì con forza, forse perché credeva realmente a quel sogno. La cosa era affascinante.
« Sembra strano, ma la mattina seguendo ho trovato un cespuglio; da che ne ho memoria era ridotto malissimo, nulla sarebbe potuto crescere da quella brutta pianta. Ma quella mattina accadde qualcosa di miracoloso: una bellissima rosa era tra i suoi arbusti... è stato un segno. Come miracolo del Creatore... non potevo ignorare il suo segno! » concluse lei, secondo il suo modo di vedere tutto coincideva.
« Hai scelto di seguirmi... mi fa piacere che tu abbia condiviso la tua storia con me! » dissi mentre camminavamo contro Alistair e gli altri. Persino Morrigan era pronta per andare via dal campo. « Mi sembra strano però che una sorella abbia imparato a combattere... come hai fatto? » le richiesi, stavolta non poteva sviare ancora.
Lei fece una risata, come se si trovassi in difficoltà e la risposta che diede sarebbe potuta anche essere glaciale. « La chiesa non chiede della mia vita passata e dovresti farlo tu? Ero un menestrello di Orlais. Un bardo... là è normale saper combattere... ma non sarebbe meglio concentrarci sul viaggio adesso? » disse sviando via dalla discussione, almeno avrebbe potuto aspettarmi; Leliana nascondeva qualcosa riguardo il suo passato! Aveva però ragione: il Flagello non aspettava e noi dovevamo metterci in movimento alla volta di Redcliffe.







Angolo Autore:
Eccoci qua, ammetto di aver avuto un momento di crisi ieri mentre cominciavo il capitolo, non ero per niente ispirato ma di sera ho scritto a bomba e alla fine sono riuscito a pubblicare il capitolo nuovo adesso dopo le correzioni ^^

Cominciamo con il commentare: ho cercato di cambiare molti discorsi perché sinceramente non mi ricordavo alcune cose, inoltre penso di aver messo anche del mio modificando qualcosa qua e là. Per esempio: com'è possibile che i qunari nell'Origins facciano schifo (disegnati male e sono brutti) e nel secondo (e anche nell'Inquisition da quanto si vede nei trailer) siano guerrieri con i contro-cosiddetti? Ecco perché Sten ha le due grandi corna. Inoltre ho voluto intenzionalmente non inserire Bodahn adesso, non so ancora se potrebbe comparire in seguito; d'altronde nella storia ci devo mettere anche del mio no? XD Ricordo che alla prima giocata, per convincere la venerata madre a darmi la chiave, la dovetti minacciare facendomi odiare da Alistair. Ricaricai la partita e lessi su internet che con Leliana sarebbe stato tutto più semplice. Solo nella partita con Myalee sono riuscito ad avere abbastanza coercizione per farmi dare subito la chiave dalla venerata madre (appunto con la scusa dei qunari).

Alithea... non posso fare altro che esprimere la mia gratitudine, perché ogni volta che pubblico un capitolo, mi viene un senso di stanchezza al pensiero di cominciarne un altro da capo. Il tuo sostegno però mi fa andare avanti, grazie ^^. Grazie anche ai lettori, a presto con il capitolo.
  
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