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Autore: Vivling    04/08/2014    4 recensioni
Arizona non ha perso solo la gamba su quell'aereo, ha perso, senza rendersene conto, qualcosa di molto più importante: Callie e se la rivorrà indietro, se rivorrà indietro la sua vita, il suo amore e sè stessa dovrà combattere, la domanda è una sola:quanto è disposta a farlo?
Genere: Angst, Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Derek Sheperd, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nona stagione, Nel futuro
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C’era qualcosa che non andava e questa ne era la prova… Callie le stava nascondendo qualcosa…erano appena tornate insieme e già c’erano segreti tra di loro? L’idea che poi c’entrasse Vivien la rendeva ancora più agitata. Lo sapeva, il suo psicanalista glielo aveva ripetuto milioni di volte: non doveva saltare a conclusioni affrettate…Però questa non era una conclusione affrettata, le stava davvero nascondendo qualcosa! Niente, quei pensieri non la lasciavano neppure per un secondo, quella doveva essere la sua pausa pranzo, avrebbe dovuto rilassarsi per poi tornare, più carica, ad occuparsi dei suoi piccoli umani, invece, qualcuno aveva deciso che una notte di felicità per lei era anche troppo, doveva pur preoccuparsi di qualcosa…
-Lo so, lo so, ma questa mattina ero, ehm, leggermente stanca… - il sorriso di Callie la diceva lunga
- Non dirmi altro, ti prego, potrei esserne gelosa… - fece Vivien avvicinandosi e provocando un sopracciglio alzato della latina
 
-Tu devi essere Arizona – fece Erika avvicinandosi al tavolo dove la bionda stava soltanto provando a mangiare immersa com’era nei suoi pensieri. Quella voce, tuttavia, la richiamò alla realtà facendole alzare la testa, incuriosita dalla donna che le era davanti
- Piacere, Arizona Robbins, pediatria, se non sbaglio tu sei la dottoressa Hahn- rispose allungando la mano quasi sospettosa, l’altra donna, invece, dopo aver risposto alla stretta si sedette al tavolo decisa, evidentemente, a fare conversazione
- Quindi tu sei la donna che è riuscita a conquistare il cuore di Callie? – il sorriso benevolo di Erika fece ammorbidire la sua interlocutrice facendole abbassare quelle difese che aveva, istintivamente, innalzato al suo arrivo
- Lo spero – le rispose sincera e…preoccupata dai recenti avvenimenti
- Se fossi in te starei tranquilla, non ho mai sentito parlare nessuno parlare in modo così sognante della sua dolce metà come Callie di te – disse quasi percependo la paura della donna che aveva davanti e che le sorrise di rimando – a proposito – continuò –dov’è?
- Piacerebbe saperlo anche a me – le rispose sbuffando Arizona
 
-Tranquilla Callie, era solo una battuta – fece Vivien rassicurando la latina –in tutti i casi tieni, non so come ho fatto a convincerli però ci sono riuscita, – le allungò uno scatolino di velluto il cui contenuto provocò uno sguardo soddisfatto della bruna
- Vivien lo sai che sei fantastica? – le disse guardandola col sorriso più beffardo di sempre
- Non ci provare Callie, la prossima volta non rischierò ancora di venire incenerita da tua moglie! – il tono convinto della donna fece scoppiare a ridere entrambe. Callie, però, un attimo dopo si fece seria, il sorriso era sparito e un’espressione spaventata era comparsa sul suo volto
- E se mi dicesse di no?
- Ci sarei sempre io – rispose Vivien sfoderando lei, questa volta, la stessa espressione che poco prima aveva la latina ma vedendo lo sguardo di disapprovazione decise di continuare – mai sentito parlare di ironia? Calliope, è impossibile che ti dica di no, del resto la prima volta non l’ha fatto
 
 
-Erika, posso farti una domanda? – non sapeva, perché, ma qualche strana ragione sembrava aver portato quella donna fuori dal passato di Callie direttamente davanti a lei per risolvere dubbi e paure che da sempre l’avevano tormentata. Al cenno di Erika di continuare, Arizona proseguì con la sua domanda
- Ma dopo averla lasciata, quella sera intendo, hai mai pensato di ritornare da lei? – chissà da quanto tempo avrebbe voluto farle quella domanda, quella era forse una delle sue più grandi paure, sì, aveva paura che un giorno potesse spuntare qualcuno a rubarle la sua Calliope, che provenisse dal passato o dal futuro non aveva importanza
- Non hai neppure idea di quante volte. Io ero innamorata di lei- quelle non erano esattamente le parole che la bionda avrebbe voluto sentirsi dire – non guardarmi così, me lo hai chiesto tu…- disse la donna quasi leggendo i pensieri di Arizona la cui espressione, del resto, era un libro aperto sulla sua anima – però – continuò non dandole neppure il tempo di escogitare una disperata quanto inutile difesa– qualcosa dentro di me sapeva che non ero io che l’avrei resa felice e non mi sbagliavo…- le due donne si stavano guardando come a cercare di capire l’una qualcosa in più dell’altra quando il suono di un cerca persone fece interrompere il contatto visivo. Quando Arizona realizzò che era il suo si alzò per congedarsi dalla donna
- Scusami, ho un consulto…  - disse seriamente dispiaciuta di dover chiudere lì quella conversazione
- Tranquilla va pure, sarà sicuramente qualcosa di importante – rispose la donna e ad Arizona, per alcuni secondi, sembrò che questa sapesse qualcosa di cui lei era all’oscuro
 
 
Quando la bionda ebbe raggiunto la sala lastre dove era stata chiamata, vi trovò una Callie con un sorriso smagliante
-Dove diamine eri finita? È tutto il giorno che ti cerco, questa mattina sei praticamente fuggita…- Callie non le permise di finire la frase che la baciò, come se non lo facesse da secoli per poi allontanarsi e prendere la parola
- Arizona, io devo chiederti una cosa, una cosa importante, però prima devi sapere che io ti amo come non ho mai amato nessun’altra, che mi hai stravolto la vita, che da quando ci sei tu ogni giorno è diventato un turbine di emozioni- Arizona fece per dire qualcosa ma la latina non glielo permise – ti prego, aspetta, altrimenti non riesco a finire, perché, se tu sei con me io non riesco a capire più niente, il mio cervello decide di prendersi una pausa mentre il mio cuore di martellare all’impazzata esattamente come la prima volta che ti ho vista nel bar di Joe…da quel giorno tu sei diventata la mia luce in fondo al tunnel, il mio arcobaleno dopo la tempesta, il posto in cui ogni giorno voglio ritornare, la mia casa, la mia famiglia, la mia felicità, il mio amore…Serena la nostra storia non lo è mai stata ma neppure per un attimo ho smesso di pensare che ne valesse la pena. Da quando ci sei tu non cambierei la mia vita con niente al mondo. Tre anni fa, quando ci siamo sposate, il nostro Paese diceva che quello che stavamo facendo non era legale, ora lo è e non so se tu sarai così folle da volerlo fare ancora…con me, però, io sento che se non te lo chiedessi sarei un’idiota e sarei davvero felice se tu lo volessi fare di nuovo, legalmente questa volta, con me, in modo che anche il governo degli Stati Uniti sappia che tu sei mia, quindi…- Callie si mise in ginocchio, tirò fuori dalla tasca il telecomando per azionare le luci delle lastre sulle quali campeggiò la domanda “vuoi sposarmi” e nel frattempo, dal basso, guardava sua moglie che piangendo di gioia stava osservando la scritta appena comparsa, così le prese le mani e fece in modo che i loro occhi si incontrassero
- Dimmi di sì, ti prego – Arizona cercò per alcuni secondi di recuperare la facoltà di parola prima di risponderle
- Certo Calliope, certo che ti risposo, lo rifarei altri miliardi di volta, con te – la tirò su ed iniziò a baciarla ma Callie le prese la mano e la condusse fuori
- Non sono ancora finite le sorprese, devo incastrarti subito approfittando del momento di follia – le disse guidandola attraverso i corridoi mentre la bionda non era in grado di fare altro se non sorridere, sorridere fino a sentir dolore e…seguirla, ovunque lei volesse andare.
Callie la condusse alla cappella dell’ospedale e davanti alla porta si fermò un attimo, la baciò, si guardarono alcuni istanti e poi entrarono dentro, dove tutto era pronto, compresi i loro amici seduti fra i banchi e la loro bambina, in prima fila vicino alla Bailey che, questa volta in veste ufficiale, era pronta a rendere legale quel matrimonio che tre anni prima aveva officiato. Arizona non riusciva a credere ai suoi occhi o a contenere l’emozione quando quest’ultima formulò loro le domande di rito e al momento dello scambio degli anelli il panico invase la mente della bionda ricordando di aver perso proprio quella mattina il suo ma alla vista di Sofia, sua figlia, la loro figlia, che procedeva, bellissima, portandoli entrambi si rasserenò, Callie l’amava, niente poteva andare storto.
-Ora, per il potere conferitomi, vi dichiaro, di nuovo, moglie e moglie – e rivolgendosi verso Callie aggiunse – prima di baciare la sposa sappi che non celebrerò un terzo matrimonio, io la salvo la gente, non la sposo – e guardandole sorridendo aggiunse –ora potete baciarvi.
Tutta l’assemblea proruppe in una fragorosa risata mentre le due donne obbedirono al comando del chirurgo come se da quello dipendesse la loro vita. Sofia, dal canto suo, continuava a battere entusiasta le manine ma lo fu ancora di più quando le due mamme la presero in braccio per uscire, insieme. La tempesta poteva definirsi decisamente finita e loro ne erano uscite…legalizzate.
 
 
Quando si trovarono da sole nel letto Arizona decise di sciogliere l’enigma della ricomparsa del suo anello
-Calliope come hai fatto, se è dato saperlo, a far riapparire l’anello che avevo perso?
- Diciamo che questa mattina ho dovuto fare un furto benedicendo l’averti fatta stancare ieri…volevo che ci fosse incisa la data di questo giorno, il nostro nuovo inizio, così ho fatto impazzire Vivien per trovare qualcuno che lo facesse in meno di un paio d’ore, sempre nella speranza che tu accettassi
- Bene, quindi ieri mi hai sedotta per derubarmi – la latina annuì completamente succube della sua ri-moglie che le si stava stendendo sopra pronta a dar vita ad una notte che, se possibile, sarebbe stata ancora più indimenticabile della precedente
- Sai che non avrei mai potuto dirti di no?
 
 
*QUALCHE SETTIMANA DOPO*
- Credo sia arrivato il momento di dirci addio – fece Vivien rivolgendosi alle due donne che l’avevano accompagnata in aeroporto, Arizona stringeva tra le mani il caffè che per la fretta non era riuscita a prendere a casa mentre Callie teneva in braccio Sofia che triste protestava affinché la zia Vivien non la lasciasse sola
- Callie, è stato un vero piacere conoscerti e… - la donna però la interruppe
- Ti prego Vivien, non iniziare con gli addii, li odio, mi mancherà il tuo accento, lo sai? Chiamami appena arrivi e torna appena puoi
- Si zia Vivien, torna – fece Sofia muovendo le sue braccine per abbracciarla, così dopo di lei lo fece anche Callie che nel frattempo aveva passato la bambina ad Arizona intenta nel cercare di consolarla con rassicurazioni sull’imminente ritorno della rossa. Quando fu il momento di Arizona, non si seppe se per colpa di Sofia, del caso o di nessuno di questi due, il caffè che la bionda aveva ancora in mano finì tutto sul completo che la francese indossava. Dopo attimi di confusione generale l’altoparlante annunciò il volo, così Vivien fu costretta ad imbarcarsi completamente sporca della bevanda che le era appena stata rovesciata addosso insieme ad un miliardo di scuse da parte della due donne ma forse, in fin dei conti, se lo meritava.
Una volta in macchina e dopo che Sofia si fu addormentata sul sedile posteriore, Callie decise di capirci qualcosa in più su “quell’incidente”
-Amore ma il caffè ci è finito accidentalmente addosso a Vivien, vero?
L’altra donna le rispose con uno di quei sorrisi super magici che non permettevano a nessuno di dubitare della sua innocenza provocando una risata trattenuta dalla mora per paura che Sofia potesse svegliarsi. Sorte o volere, chiunque dei due fosse stato, sembrava aver deciso di chiudere un cerchio.
- Bene – fece la bionda subito dopo – dove ti porto bella donna?
- Ovunque tu voglia – le rispose la latina
FINE
 
 
N.d.A. Ebbene, eccoci giunti al termine di questo lungo quanto meraviglioso viaggio. Mi piace pensare che questa storia vi abbia tenuto compagnia e, perché no, vi sia piaciuta. Prima di congedarmi vorrei ringraziare tutti coloro che hanno letto, recensito e magari anche amato questa mia prima fanfiction: il vostro supporto, la vostra compagnia e il tempo che avete voluto dedicarmi hanno significato molto per me.
Per chi dovesse, follemente, sentire la mia mancanza, è in cantiere una nuova ff sulle nostre Calzona.
Ad ognuno di voi, lettore silenzioso o recensore che sia, va il mio GRAZIE di cuore.
Al prossimo viaggio :)   
  
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