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Autore: kuutamo    04/08/2014    2 recensioni
(SEQUEL di Craving For Deliverance**)
FINALE AGGIUNTO^^
" Chi è? "- mi chiese, continuando a fissarla.
" Una donna che ha perso tutto.. che disperatamente parla alla luna, bramando la liberazione. "
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nel pomeriggio soleggiato di Helsinki, sembrava quasi di essere in Italia: raramente  faceva caldo qui, ma quando c'erano le belle giornate, tutti quanti si godevano le carezze del sole sulla pelle. 

 

Io e Ville stavamo bevendo un thè chiacchierando sul tema del libro e su quanto mi somigliasse a parer suo. Dentro di me sapevo che aveva ragione; dopotutto così si spiegava la mia completa e totale passione e devozione per quell'insieme di pagine assolutamente creative.

Mentre parlavamo un gruppo di bambini giocava sul prato proprio fuori al caffè e dalla finestra si riuscivano a vedere sempre più persone che si stendevano sull'erbetta verde e rigogliosa a contemplare il cielo.

D'un tratto mi venne in mente di nuovo quel senso di repulsione che odiavo a morte, che compariva nei momenti meno opportuni, interrompendo bruscamente il corso dei miei pensieri e anche i momenti piacevoli con Ville.

Sapevo che prima o poi avremmo dovuto parlare, spiegarci, e forse quello poteva essere il momento adatto. Ero brava a mantenere i segreti, ma questo assomigliava più ad un peso..ed io non sapevo fino a quando avrei potuto sostenerlo. Un giorno o l'altro sarei caduta in ginocchio, e le ossa si sarebbero rotte, mi sarei consumata se non avessi saputo cosa aveva da dire Ville a proposito di quella faccenda. Sarei essiccata nell'anima e mi sarei raggrinzita come una rosa senz'acqua, se non avessi sentito da lui come stavano le cose davvero. Così presi la mia pesante spada e trafissi il ghiaccio.

" Ville… Cosa c'è tra te e Sandra?"

" È per qualcosa che ti ha detto l'altra sera? "

" No, non è per quello. Voglio solo schiarirmi le idee "

Mi guardò dubbioso, con sguardo indagatore. Non riusciva a capire cosa volessi sapere, cosa intendessi. Oppure più semplicemente si sentiva messo con le spalle al muro.

" Con Sandra è.. complicato "

" Che vuoi dire ? "

" Caspita Matilda.. Cosa vuoi che ti dica su di lei? Hai visto anche tu com'è fatta "

Per la prima volta fu lui a staccare il contatto visivo, e per la prima volta, vidi un velo di vero disagio nella sua espressione corrucciata.

" Vi ho visti, so tutto… "

E come in quelle anime e manga made in 90's, il suo volto fu incorniciato da vertigini, come se lo stupore e lo sgomento del suo sguardo avesse influenzato e si fosse esteso a tutto ciò che si trovava nelle vicinanze. Rimase in silenzio.

" Quel giorno in cui..beh, hai capito…. Quel giorno dopo che te ne sei andato, in preda a non so neanch'io cosa, mi sono diretta dritta dritta verso casa tua, ma quando suonai alla porta, non sentii nessuno arrivare e fu allora che vi vidi sulla terrazza in cima alla torre "

Un silenzio imbarazzante, ed ora lo era più che mai, ci divideva, come in due mondi separati, opposti.

I suoi occhi continuavano a guardarmi, sembravano arrossati; cercavano di sfuggire, ma erano determinati a non abbassarsi. 

" Perché non me lo hai detto? Non ti fidi di me "

" Io non la metterei su questo piano.. "

" Non capisco perché non mi hai detto la verità - avevo quasi gli occhi lucidi, lo sentivo - Quando ci siamo.. baciati, e ti dissi che non ero pronta, non c'era ombra di menzogna in quelle parole; ero così confusa e spaventata, spaccata a metà dentro, ma te lo dissi, perché meritavi di saperlo "

" Spaccata a metà, perché? "

" Perché avevo voglia di restare, di vivere quello che però non potevo permettermi… La parte che ha predominato è stata la paura se così si può chiamare, è stato il senso di sporco che ancora sentivo dentro "

" In quel momento volevo solo restare tra le tue braccia… Non volevo pensare a nient'altro… Ci sono dei momenti, come quando canto, in cui dimentico ogni cosa, ogni problema, preoccupazione, tutto. E mi sembra di aver trovato quello che cerco. In quel momento mi sono sentito allo stesso modo e.. non volevo rovinare tutto, spezzare quel momento già delicato…. Sarei tornato alla realtà da solo, e tu non avresti probabilmente sofferto ancor di più "

" Non pensavi al fatto che prima o poi me ne sarei accorta? "

" Di solito la mia indole è molto razionale, ma anche se mi scoccia, devo ammettere che in quel momento non avevo voglia di assecondare quella parte di me "

Mi guardò visibilmente rattristato e scosso; per una volta volevo essere io quella forte, quella che indossava una maschera per non lasciar intravedere i punti deboli.

Era come se per quella manciata di minuti tutti i suoni e i rumori attorno a noi si fossero ovattati, e grazie a quel secondo e più lungo silenzio, potemmo ritornare sul pianeta terra.

Alla radio riconobbi perfino una canzone che avevo già sentito, ma di cui non riuscivo a ricordare il titolo, tanto per cambiare. 

Guardai Ville e mi accorsi solo in quel momento che forse non avrei dovuto dire nulla, non sarei dovuta uscire allo scoperto. Gli avevo procurato imbarazzo e forse anche un po' di tristezza, e mi dispiaceva, mi dispiaceva davvero.

" Non volevo farti stare male "

Subito fece dei movimenti quasi impercettibili per ritornare in se, se quello era il vero Ville, e mi prese la mano allungando il braccio sul tavolo.

" Non devi preoccuparti… Sono io che ho combinato un casino. Ho fatto proprio quello che volevo evitare.. Mi dispiace, non so se potrai mai perdonarmi"

" Tu avrai sempre il mio perdono, e non solo… "

Mi strinse la mano più forte nella sua, potevo sentire gli anelli sfiorare i miei ed emettere lievi suoni metallici. 

 

 

 

<<  When you touch me I die

Just a little inside

I wonder if this could be love

This could be love

Cuz you’re out of this world

Galaxy, space and time

I wonder if this could be love

This could be love  >>

 

 

Quella voce risuonò nello spazio fra noi, quasi come se il volume si fosse alzato per lasciarci udire quelle parole di proposito.

Anche Ville se ne accorse. Tra di noi c'era sempre stata quella sorta di complicità che ci faceva capire cose dell'uno e dell'altra, immediatamente, senza bisogno di alcuna mediazione. 

 

 

Continuammo a stringerci le mani e ad accarezzarci a vicenda, quasi come se in quei momenti non ci fosse stato più imbarazzo, come se intorno a noi le persone e gli sguardi si fossero smaterializzati.

Poi, inevitabilmente, si ritornò alla triste realtà.

" Forse non avrei dovuto dirtelo…"

" No hai..hai fatto bene.. Infondo avrei dovuto farlo io, ma non ne ho avuto il coraggio "

In quel momento una parte di me lo capì, ma l'altra, selvaggia, gli ringhiò contro.

" Hai ragione "

" Mi dispiace che tu l'abbia dovuto scoprire in quel modo "

" Ormai è una cosa che è stata, è passata.."

Ci guardammo, io con occhi scrutatori, induriti dalle lacrime piante in silenzio nelle mie notti artistiche ed insonni, lui con i suoi afflitti da qualcosa, qualche demone che ancora non mi permetteva di guardare in faccia, e forse tutta questa situazione che si era creata aveva solo peggiorato tutto.

" Sai, la cosa a cui ho pensato in quest'ultimo periodo è stata una principalmente, per quante ramificazioni poi abbia avuto in realtà. Io..io penso che quello che è successo, e non solo tra noi, ci abbia segnato, o forse ha segnato molto più me ora che ci penso… Fatto sta che, io credo che non sarà più come prima, nulla lo sarà "

" Ma cosa dici? "

" E credimi, ho cercato di scavalcare ogni sorta di ostacolo fin ora, ci ho provato davvero. Ma ogni volta che faccio un passo in avanti, un senso di angoscia mi respinge indietro, più indietro di prima e non c'è nulla che possa fare per impedirlo "

" Lo pensi davvero? "

" Ville, mi stai dicendo che sul serio per te non è lo stesso? Come fai a non accorgerti della distanza che …"

" Io so solo che ti ho baciata, ed è stata una cosa indescrivibile, stupenda, come non mi capitava da vite intere… "

" Allora perché mi hai fatto questo…"

Non ce la facevo più; avevo gli occhi rossi, li sentivo pesanti, come due meteore in attesa di schiantarsi dolorosamente al suolo. E il mio cuore, il mio cuore mancava ormai battiti da un bel pò. Non riuscivo a razionalizzare. Non riuscivo a razionalizzare il dolore che provavo in quel momento e a rinchiuderlo in un'ampolla così da poterlo prendere una goccia alla volta. Ma d'altronde come poteva mai essere possibile riuscire a farlo?

" Ville.. Tu sei entrato nella mia vita così in fretta e mi è piaciuto, altroché; mi hai fatta sentire importante come nessuno mai aveva osato fare. Sei stato dolce e premuroso e Dio…. -tremavo, e piangevo. Piangevo, e tremavo. - Tu sei troppo importante per me per abbandonarti, non potrei mai, credo che ne morirei.. Ma in questo momento, mi sento già morire, e da un bel po'… L'unico sollievo alle fiamme eri tu, ma ora c'è un incendio. L'unico modo per non rovinare il nostro rapporto, la nostra amicizia, è allontanarti…. Devo prendere le distanze per un po', devo disintossicarmi da te, perché di recente è diventato difficile vivere, perfino respirare pensando che tu…. - le parole non uscivano dalla mia dannata bocca, e stavo per esplodere, in una di quelle esplosioni fragorose che non lasciano sopravvissuti - Volevo solo dirti che non ti abbandono, e non voglio che lo pensi… Devo solo lasciarti andare…."

Quelle ultime parole rotolarono via veloci e dolorose, come spine. 

Mi alzai dal mio posto ed afferrai la borsa, staccando definitivamente la mano dalla sua.

" Ora sono io a bramare il tuo perdono…."

 

Ormai i miei occhi erano inondati di lacrime salate, che però sembravano fatte di sangue caldo e lava per quanto bruciavano.

Lui non disse una parola.

Lo guardai per l'ultima volta: era sconvolto e il suo sguardo aveva un'ombra di paura mista ad una profonda tristezza, forse delusione, che mi spazzarono via il cuore. 

Mi sentivo male, velenosa. Ero una persona crudele, lo ero diventata in quel momento dopo avergli detto quelle cose orribili. Perché una persona buona e comprensiva, avrebbe alleviato le pene del suo cuore, avrebbe lenito le sue ferite, non ne avrebbe aperte altre. Una persona che lo amava non l'avrebbe fatto soffrire per l'ennesima volta. 

In quel momento avrei voluto non esistere per non arrecargli dolore, avrei voluto sparire. E così feci.

Distolsi lo sguardo da quegli occhi che avevo distrutto e a malincuore uscii dal caffè, non riuscendomi a voltare indietro per la vergogna per quello che avevo appena fatto. Per il male che gli avevo appena inflitto, senza pietà.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota:

 

 

 

Lo so, non aggiorno da un pezzo.

 

Per parte del capitolo, specialmente la fine, ho ascoltato Jeff Buckley, in particolare ho rimesso molte volte la sua versione di Hallelujah; in qualche modo ha ispirato le ultime parole di Matilda a Ville.

 

Ringrazio le veterane, chi segue, chi recensisce ma anche chi legge soltanto.

 

 

See what happen next----->

 

 

Kiitos paljon.

 

  
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